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Sino agli anni ’70 il paradigma dominante relativo allo studio dell’educazione in chiave sociologica è stato quello funzionalista che sosteneva una concezione dell’istruzione come istituzione fondata sulla meritocrazia, capace di garantire pari opportunità a tutti i soggetti.74.

Tuttavia negli anni a seguire tale paradigma è stato contestato dai teorici neo- marxisti (Willis; Bowles-Gintis) e neo weberiani (Bourdie-Passeron Collins,). I primi interessati al rapporto tra educazione e riproduzione sociale; i secondi al legame istruzione/allocazione sociale. Un nuovo paradigma interpretativo, denominato «nuova sociologia dell’educazione», viene formulato in Gran Bretagna. Tale paradigma deriva dall’approccio interazionista e fenomenologico. Tali posizioni considerano centrale, nella comprensione dei fenomeni educativi, l’attività di costruzione della realtà da parte

38 degli attori. 75 L’oggetto di analisi di questi approcci teorici è l’azione e l’interazione degli individui; concependo la realtà come costruzione sociale del soggetto, tali sociologie vengono denominate interpretative.76

Nei primi anni del Novecento si diffonde la corrente interazionista grazie al contributo di George Herbert Mead, il quale muove dall’assunto che all’interno della scuola i soggetti interagiscano tra loro attraverso un processo interpretativo di attribuzione di significato al comportamento altrui. Le interazioni dunque possiedono un forte carattere simbolico. In altre parole gli esseri umani interagiscono attraverso simboli e attribuiscono ad essi un significato.

Secondo l’interazionismo simbolico, le interazioni a scuola possiedono un forte valore simbolico: i soggetti attivano un processo di interpretazione e attribuzione di significato al proprio e al comportamento altrui. L’elemento più significativo di questa corrente è l’aspetto creativo di costruzione della realtà e della produzione dei significati. Sia per l’interazionismo simbolico che per la corrente fenomenologica il soggetto è un soggetto simbolico, in grado di interpretare la realtà e di rielaborare gli stimoli, i simboli e le rappresentazioni prodotte da un processo comunicativo.

La Besozzi precisa che la visione interazionista si lega al paradigma fenomenologico nella considerazione che «l’uomo è capace di comunicazione ed è costruttore di realtà sociale attraverso l’interazione con gli altri, con i quali comunica attraverso la produzione di simboli, segni, significati».77 Il legame tra teoria fenomenologica e sociologia della conoscenza consiste nel «riconoscimento che il sapere scolastico -non diversamente da ogni altra forma di conoscenza- non è un dato obiettivo, problematico, ma una costruzione sociale, la cui genesi va ricercata nell’interazione fra individui e gruppi».78

Da questa breve analisi si evince, come esplicitato sopra, che le teorizzazioni relative al rapporto tra sistemi educativi e struttura sociale risentono della più generale

75Cfr. Barton L., Walker S., Sociology of education at the crossroads, in «Educational review», n.3, 1978. 76Cfr. Rimbolzi L., Sociologia e processi formativi, op. cit.,pp.110-120.

77Besozzi E., Il processo di socializzazione nella società moderna e contemporanea, in Rimbolzi L.(a

cura di), Formare gli insegnanti. Lineamenti si sociologia dell’educazione, Carocci, Roma, 2002, p. 36.

78Benadusi L., Censi A., Fabretti V., Educazione, socializzazione. Lineamenti di sociologia

39 impostazione teorica inerente alla relazione tra individuo e società. Lo spiega bene Elena Besozzi nel seguente schema:

Tabella 2. Relazione individuo e società

Legame

individuo-società Paradigma

Legame

educazione-società Integrazione Diretto, lineare Conformità,consenso Dipendenza

dell’educazione dalla società Reciprocità complementare e funzionale Discontinuo, dialettico Conflitto, contraddizione Discontinuità tra educazione e società Reciprocità dialettica e negoziale Doppio legame, interdipendenza Ambivalenza o dualismo esistenziale Circolarità, interdipendenza tra strutture sociali e processi educativi Reciprocità discorsiva e connettiva Fonte: Elaborazione Besozzi E., 2006.

Nell’attuale realtà sociale, dominata dal paradigma della conoscenza, gli individui, come sostenuto da Luciano Benadusi, diventano protagonisti di un nuovo legame con il contesto sociale. Tutto ciò implica una riformulazione dei modelli dominanti che vanno dalla dipendenza all’interdipendenza. Una società della conoscenza o dell’apprendimento è dunque una società degli individui.79

La scuola è un elemento fondamentale di questo nuovo quadro sociale, ma per acquisire rilevanza ha l’obbligo di ridefinire il suo ruolo. Deve, in accordo con Lorenzo Fischer, mediare tra le diverse forme di conoscenza aiutando il discente nella scelta dei contenuti, considerati nell’ottica di McLuhan come medium.80

La sua funzione strumentale è quella di dare la possibilità al soggetto di acquisire nuove competenze che gli possano permettere di inserirsi in questa nuova realtà sociale. Un’educazione finalizzata alla cittadinanza attiva e alla formazione del sé che possa garantire l’essere in società. «Nella concezione funzionalista la scuola era la “culla dell’universalismo”. Attualmente per mantenere un ancoraggio all’universalismo essa

79Cfr. Touraine A., La ricerca di sé. Dialogo sul soggetto, il Saggiatore, Milano, 2003. 80Cfr. Fischer L., Sociologia della scuola, il Mulino, Bologna, 2003, pp. 253-260.

40 deve paradossalmente “riempirsi di particolarismo”, ovvero andare incontro all’individualità».81

La cosiddetta emergenza educativa nasce proprio dall’incapacità delle agenzie di socializzazione di far fronte al mutamento sociale.

Una delle tematiche in ascesa nell’attuale dibattito nazionale e internazionale è la relazione tra innovazioni tecnologiche ed educazione, in particolare all’interno del contesto scolastico. La scuola è definita istituzione formale, in quanto si occupa intenzionalmente della trasmissione della cultura e dell’educazione delle nuove generazioni. Un’educazione che è «socialmente sanzionata, istituzionalizzata e orientata a obiettivi specifici».82

Steven Brint considera la scuola come una realtà istituzionale fatta di valori, norme e pratiche che organizza e realizza la sua attività attraverso due piani: quello dell’istruzione inteso come insieme di saperi e contenuti organizzati e strutturati attraverso sequenze curricolari e quello dell’educazione che si riferisce ai comportamenti, ai significati e agli atteggiamenti. La scuola si presenta come una comunità di apprendimento che struttura e sviluppa un’intenzionalità educativa legata al contesto di appartenenza. In una società altamente tecnologica come la nostra, il sistema scolastico deve rendersi conto che è necessario adeguarsi alla nuova realtà sociale innovando le proprie pratiche. La trasmissione del patrimonio culturale e l’accesso al sapere si sono profondamente modificati e questo impone alla scuola di utilizzare i nuovi linguaggi dei media che offrono la possibilità di esplorazione, produzione simbolica e acquisizione di conoscenze e competenze.83

Se il sistema formativo dominante del Novecento è stato quello scuola centrico, il riconoscimento di nuovi spazi sociali e nuove agenzie di socializzazione ha indotto alla formazione di quello che è stato definito policentrismo formativo.84 L’avvento del policentrismo formativo e la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, hanno determinato quello che è stato definito modello di socializzazione di tipo

81Benadusi L., Censi A., Fabretti V., Educazione, socializzazione. Lineamenti di sociologia

dell’educazione, op. cit., p.13.

82Bonani G.P., Sociologia dell’educazione, Le Monnier, Firenze, 1973, p.47. 83Cfr. Besozzi E., Società, cultura educazione, op.cit, pp.326-327.

41 comunicativo85, ed una progressione verso una de-istituzionalizzazione86 dell’educazione. Le diverse agenzie di socializzazione: famiglia, scuola, new media, concorrono per fornire ai soggetti differenti contesti significativi ridefinendo i confini tra ambito formale (educazione) e ambito informale (socializzazione). Le agenzie svolgono un ruolo di mediazione, ovverosia un «dialogo fra il mondo vitale (relazione intersoggettiva) e l’istituzione sociale (relazione formalizzata di ruolo)».87 Un ruolo importante tra queste diverse agenzie è svolto dai media.

L’educazione è definita come mediazione comunicativa, la quale ha il compito di interrogarsi e di utilizzare i processi di significazione posti in atto dai media. Nella riflessione sociologica è ormai un dato consolidato che i media costituiscono uno degli elementi costitutivi di un ambiente di apprendimento: sia come agenzia di socializzazione sia come strumento educativo.

L’importanza assegnata a tali strumenti è stata recentemente messa in luce nelle Indicazioni Ministeriali 2012 che sintetizzano il pensiero di Edgar Morin riguardo ai nuovi compiti che la scuola dovrebbe assumersi in una società pervasa dalla complessità. Gli interrogativi posti dall’Autore sono i seguenti:

1) In quale modalità la scuola può utilizzare le nuove tecnologie creando un nuovo