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Zgubiłem moją Abdullę! (prawie płacząc): Zgubiłem gdzieś

nella Polonia degli anni Settanta Silvie Tardit

P: Zgubiłem moją Abdullę! (prawie płacząc): Zgubiłem gdzieś

Abdullaha!25

Per quanto riguarda i nomi propri di persona troviamo diversi modi per renderli. Per i personaggi della pièce non è stato addotto nessun cambiamento, ma vengono solo declinati come si convie- ne nella lingua d’arrivo e per quelli relativi agli studiosi presenti nel monologo di Lucky o disseminati nell’opera si sceglie se sono dei nomi conosciuti, la versione traslitterata polacca e se sono sconosciuti come i protagonisti, li si declina secondo le regole della grammatica polacca. Un caso a parte, invece, è riservato al sostantivo “pan” (signore).

22 Marek Kędzierski, occupatosi della fortuna di Beckett a partire dalle

traduzioni e dai saggi, sottolinea la disomogeneità che si presenta nelle versioni di Rogoziński e di Libera. Al critico sembra di essere di fronte a due testi di autori diversi e ciò è anche dovuto al fatto che traducono da due lingue differenti, il primo come abbiamo visto in francese e il secondo in inglese. Cfr. Marek Kędzierski, “Potyczki wokół Becketta”, in «Teksty», n. 4, 1978, p. 108.

23 A tal fine utilizziamo le categorie grammaticali, stilistiche e

semantiche cogliendone gli aspetti che variano all’interno della stessa lingua per volontà, sensibilità ed esperienza personale del traduttore. Per aiutarci in questa analisi ci affidiamo agli aspetti grammaticali quali il lessico e la sintassi. Se ci soffermiamo sui nomi propri di persone e di cose, possiamo constatare come siano stati tradotti in maniera differente.

24 Per la versione francese si fa rifermento al libro: Samuel Beckett, En

attendant Godot, Les Éditions de Minuit, Paris 1952; invece per quella

inglese: Samuel Beckett, Waiting for Godot, Faber and Faber, London 1956.

25 Sebbene siano presenti vocaboli sostitutivi indicanti Pozzo nel momento

in cui ha perso la pipa, viene inserito nelle note che “Abdullah” è una marca di pipa. Si dà per appurato, comunque, che si possa far capire allo spettatore, attraverso i gesti dell’attore che sta cercando una pipa e non qualcos’altro, per di più è nominata la «fajka» pipa, solo qualche battuta prima.

Versione francese: (p. 46) Versione inglese: (p. 35)

P:... (Il lève la main.) Pan dort. P:... (Raising his hand.) Listen! Pan sleeps. Traduzione di Rogoziński (p. 45) Traduzione di Libera (p. 38):

P: (unosi rękę) Bożek Pan śpi. (Podnosi rękę) Faun już śpi.

Questo vocabolo, che rimane invariato nella versione francese e inglese, deve necessariamente essere reso in altro modo in po- lacco. Difatti, sebbene nella lingua di arrivo questo termine abbia molteplici significati, ma quello di signore è quello più comune, lasciare la forma “pan” avrebbe perso la connotazione della divi- nità pagana greca che aveva nel testo originale. Ha optato quindi per il vocabolo Faun (Fauno).26 Questa scelta fa sì che non si crei- no incomprensioni nel lettore polacco e che venga mantenuta la stessa area semantica della parola originale. Rogoziński invece per mantenere il significato ha aggiunto il termine “Bożek” (dio).

Altro lessico da analizzare fa parte di quella che viene defi- nita in francese “langue verte” (lingua verde), ovvero quell’area semantica comprendente gli insulti, presenti a profusione nella pièce senza comunque mai cadere nella grettezza di un’opera co- mica di bassa categoria. Non lasciano indifferenti in francese e inglese le espressioni usate nelle dispute orali tra Vladimiro ed Estragone, e si può anticipare che la traduzione polacca ne è in- vece in qualche modo attenuata. I dialoghi tra i due personag- gi sono arricchiti di vocaboli scurrili che comprendono tutta la gamma dei bisogni fisiologici fondamentali dell’uomo: Estrago- ne si lamenta sempre della fame e del mal di piedi e Vladimiro, a causa del problema alle vie urinarie, deve spesso uscire dalla scena; quando incontrano l’altra coppia di personaggi insultano senza mezze misure Lucky e per passare il tempo decidono anche di parodiarli offendendosi a vicenda. Pozzo nel suo monologo denigra non solo la terra su cui si trova a vivere, ma anche Lucky senza dargli possibilità di risposta, essendo lui il padrone e l’altro il servo. Quindi in generale tutti si rivolgono improperi che si è però soliti utilizzare tra persone che si conoscono intimamente: 26 «Właśnie z Faunem utożsamiano Pana w starożytnym Rzymie»

(Proprio con Fauno si identifica il dio Pan nell’antica Roma), Samuel Beckett, Dramaty, Wybór, Zakład Narodowy imienia Ossolińskich Wydawnictwo, Wrocław 1995, p. 38.

in un punto del secondo atto, infatti, Estragone chiede a Vladi- miro «da quanto tempo... siamo insieme?», «non lo so, da cin- quant’anni forse».

Quella delle offese è una caratteristica di quest’opera be- ckettiana e fa parte di quel linguaggio basso che Beckett lega magistralmente con le questioni esistenziali più propriamente filosofiche. Un esempio eclatante di questo procedimento dato dalla descrizione di «chaude-pisse d’existence»27 (schifo di esi- stenza), dove il primo termine appartiene al gergo scurrile basso e il secondo più propriamente al linguaggio filosofico. Queste imprecazioni riferite alla condizione esistenziale, al tempo e ai personaggi che si aggrediscono verbalmente l’uno con l’altro, si trovano in tutta l’opera. L’utilizzo diffuso di questa «langue ver- te» serve a Beckett come sfogo per far vedere i personaggi come realmente sono. Dà all’autore la possibilità di rappresentarli libe- ri dal punto di vista formale.

Per questo va ricordato che gli insulti sono di volta in volta più pungenti nella lingua inglese. Infatti nella traduzione di Beckett è evidente il tentativo di mantenere, se non di rendere più volgare, l’espressione presa in esame. Se si prende ad esempio, togliendola dal contesto, solo la frase francese di Vladimiro «mais non, vo- yons! De la mort»28 (ma no, della morte) e se la si compara con quella inglese «Imbecille! From death»,29 si può capire come voglia esasperare i rapporti tra i personaggi. Un caso particolare consi- ste nella traduzione di «cons» e «apes», rispettivamente coglioni e scimmioni, che denota una notevole libertà traduttiva. Questa categoria di parole è di traduzione soggettiva. Oltre quindi a essere diversa nelle due lingue di partenza, è resa nella lingua polacca in vari modi. Nel caso seguente la traduzione cambia proprio perché il riferimento di partenza è diverso. Rogoziński segue la versione francese e Libera traduce da quella inglese.

Versione francese: (p. 15) Versione inglese: (p. 15)