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La fine del museo - Oblique Museum

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Academic year: 2021

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Workshop pre-laurea in progettazione architettonica prof. Luca Galofaro

LA FINE DEL MUSEO

1

SAAD - Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria”- Università di Camerino aa 2015/2016

Studente: Juri Medici

titolo: Oblique Museum

688.7 688.4 672.3 678.7 677.6 680.5 685.2 684.1 687.2 690.6 695.6 689.0 690.7 693.3 695.7 694.4 693.3 697.9 697.0 694.9 688.5 691.3 690.7

Claude Parent - La funzione obliqua

La posizione orizzontale nello spazio non da coscienza del nostro corpo, il corpo non parla.

Rottura del classico schema ortogonale nella progettazione

Louis Kahn - Sede del Parlamento di Bangladesh (1962-83) Permeabilità spaziale.

I tagli permettono un’osmosi tra interno ed esterno

Skidmore,Owings & Merrill - Inland Steel Building (1956-57)

I percorsi che attraversano l’edificio sono gli spazi della comunità

Peter Eisenman - House VI (1975)

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1. SALA ALLESTIMENTO SCULTURE

2. SALA ALLESTIMENTO QUADRI

3. LABORATORIO 4.BIBLIOTECA 1 2 4 3

Workshop pre-laurea in progettazione architettonica prof. Luca Galofaro

LA FINE DEL MUSEO

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SAAD - Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria”- Università di Camerino aa 2015/2016

Studente: Juri Medici

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ΑRQUATA DEL TRONTO - LA FINE DEL MUSEO - OBLIQUE MUSEUM

Ad Arquata del Tronto non nasce un museo ma muore il suo più tradizionale significato di semplice centro culturale. Dalle sue ceneri sorge un nuovo concetto museale inteso come polo di interazione con la gente del posto. Luoghi di relazione e confronto sono i temi portanti del progetto che spingono visitatori e abitanti a vivere questo spazio rinato. Il progetto nasce dalla conferma della preesistenza, simbolo di continuità tra funzione passata e metamorfosi. Sebbene l’edificio sia di qualità architettonica modesta, si è provato a dargli una nuova forma senza invariare la struttura principale che la costituisce; ciò è stato possibile esplo-dendo l’intero edificio lasciando solo il suo scheletro principale come segno di appartenenza. Il progetto è stato intitolato “oblique function” e questa scelta non è casuale ma è stata presa per evidenziare la compo-sizione ludica che è visibile nel progetto. Infatti dall’ossatura portante, costituita da una struttura a telaio in calcestruzzo armato, sono state prese delle orditure oblique tra pilastro e pilastro formando dei poligoni triangolari che in parte sono stati opacizzati grazie a delle lamiere in acciaio mentre i rimanenti sono stati chiusi con delle vetrate in modo tale da creare un gioco visivo di luce all’interno del museo. Per marcare maggiormente il concetto di funzione obliqua si è optato alla creazione di una parete pendente che prenda l’inclinazione esatta del tetto a falde della preesistenza. Ciò non ha solo rafforzato il tema progettuale ma ha anche consentito una diversa disposizione della planimetria sia interna che esterna. Infatti, se nel primo piano si va a creare una platea dove si allestirà una zona lettura e anche una sala multimediale, nel piano terra avviene una vera e propria rivoluzione spaziale. La parte sottostante al piano inclinato è stata svuota-ta creando così un portico che avrà la funzione di spazio filtro tra il museo e il contesto. Gli spazi vuoti diventano così spazi per la comunità, luoghi di incontro e scambio di idee e opinioni. Elemento emblemati-co del progetto è la viabilità sia all’interno che all’esterno del museo. Il peremblemati-corso è un campo semantiemblemati-co di emozioni che portano il visitatore a vivere il museo sia dentro che fuori. Tutto ciò è dovuto all’accesso che è stato portato ad una quota maggiore dalla quale, grazie a una rampa, è possibile accedere direttamente al museo bucando l’edificio stesso. La viabilità interna è segnata dal piano inclinato che spezza al suo interno il museo in due spazi funzionalmente ben distinti e che rende sin da subito il visitatore principale partecipe della mostra che va a visitare.

Workshop pre-laurea in progettazione architettonica prof. Luca Galofaro

LA FINE DEL MUSEO

3

SAAD - Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria”- Università di Camerino aa 2015/2016

Studente: Juri Medici

titolo: Oblique Museum

Chiusura Verticale Trasparente 1.1 Travi C 80 in acciaio

1.2 Trave HE 80 in acciao

1.3 Strato isolante in fibra di legno (60mm)

1.4 Telaio portante in legno di abete (18mm x 18mm) 1.5 Lastra in acciaio per rivestimento esterno (4mm) 1.6 Parete vetrata a triplo vetro

1.6.a Telaio fisso in alluminio

1.6.b Vetro + vetrocamera (6mm + 12mm +4mm)

Chiusura Orizzontale Inferiore 2.1 Pavimentazione (3mm)

2.2 Massetto livellante con pendenza 1% (90mm) 2.3 Pannello isolante in fibra di legno (40mm) 2.4 Vespaio areato

2.5 Platea di fondazione posata a terra (200mm)

1.1 1.1 1.2 1.3 1.3 1.4 1.4 1.5 1.5 1.6.a 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 1.6.b

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STATO DI FATTO

CONCEPT SEZIONE

PIANTA PIANO TERRA

PROSPETTO

PIANTA PIANO PRIMO PROGETTO

SEZIONE PROSPETTICA

PLANIMETRIA

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura Prof. Emilio Corsaro, Massimo Perriccioli Tutor: Gianni Bonaduce, Giorgia Di Mattia

LA BUONA SCUOLA: Nuove centralità urbane, città di Tortoleto

Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana Prof. Ludovico Romagni, Marco D’Annuntiis

Tutor: Annarita Vellei, Davide Fratoni

IL LINGUAGIO DELL’ORDINARIO: Città di Fermo

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SAAD - Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria”- Università di Camerino aa 2014/2015

Studente: Juri Medici

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Laboratorio di Costruzione Prof. Ludovico Romagni, Marco D’Annuntiis

Tutor: Annarita Vellei, Davide Fratoni

IL LINGUAGIO DELL’ORDINARIO: Città di Fermo

1

SAAD - Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria”- Università di Camerino aa 2014/2015

Studente: Juri Medici

CONCEPT

TIPOLOGIA ALLOGGI

PIANTA PIANO TERRA

ESPLOSO ASSONOMETRICO

PROSPETTO

PIANTA PRIMO PIANO

(6)

Ad Arquata del Tronto non nasce un museo ma muore il suo più tradizionale significato di semplice centro culturale. Dalle sue ceneri sorge un nuovo concetto museale inteso come polo di interazione con la gente del posto.

Luoghi di relazione e confronto sono i temi portanti del progetto che spingono visitatori e abitanti a vivere questo spazio rinato.

Il progetto nasce dalla conferma della preesistenza, simbolo di continuità tra funzione passata e metamorfosi.

Sebbene l’edificio sia di qualità architettonica modesta, si è provato a dargli una nuova forma senza invariare la struttura principale che la costituisce; ciò è stato possibile esplodendo l’intero edificio lasciando solo il suo scheletro principale come segno di appartenenza.

Il progetto è stato intitolato “oblique function” e questa scelta non è casuale ma è stata presa per evidenziare la composizione ludica che è visibile nel progetto.

Infatti dall’ossatura portante, costituita da una struttura a telaio in calcestruzzo armato, sono state prese delle orditure oblique tra pilastro e pilastro formando dei poligoni triangolari che in parte sono stati opacizzati grazie a delle lamiere in acciaio mentre i rimanenti sono

stati chiusi con delle vetrate in modo tale da creare un gioco visivo di luce all’interno del museo. Per marcare maggiormente il concetto di funzione obliqua si è optato alla creazione di una parete pendente che prenda l’inclinazione esatta del tetto a falde della preesistenza.

Ciò non ha solo rafforzato il tema progettuale ma ha anche consentito una diversa disposizione della planimetria sia interna che esterna.

Infatti, se nel primo piano si va a creare una platea dove si allestirà una zona lettura e anche una sala multimediale, nel piano terra avviene una vera e propria rivoluzione spaziale.

La parte sottostante al piano inclinato è stata svuotata creando così un portico che avrà la funzione di spazio filtro tra il museo e il contesto. Gli spazi vuoti diventano così spazi per la comunità, luoghi di incontro e scambio di idee e opinioni.

Elemento emblematico del progetto è la viabilità sia all’interno che all’esterno del museo. Il percorso è un campo semantico di emozioni che portano il visitatore a vivere il museo sia dentro che fuori.

Tutto ciò è dovuto all’accesso che è stato portato ad una quota maggiore

dalla quale, grazie a una rampa, è possibile accedere direttamente al museo bucando l’edificio stesso. La viabilità interna è segnata dal piano inclinato che spezza al suo interno il museo in due spazi

funzionalmente ben distinti e che rende sin da subito il visitatore principale partecipe della mostra che va a visitare.

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