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Tesi di educazione fisica Contrada 2b.do

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Academic year: 2021

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P.O.N. 2000-2006: Laboratorio tecnologico-multimediale

Classe 2 B

Anno scolastico 2004/2005

Coordinatore: prof. Luigi

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1.IL CORPO UMANO

Apparato scheletrico

Apparato articolare

La meccanica del movimento

Posture e paramorfismiApparato respiratorioApparato circolatorio 2.vivere sanoLe dieteIl dopingdroghealcoolfumotest alimentare

L'APPARATO SCHELETRICO

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L' apparato scheletrico è formato dall' unione di tessuti diversi che sviluppandosi danno forma a strutture particolari chiamate ossa. Le ossa, che nel loro insieme formano lo scheletro, costituiscono l' impalcatura

del corpo umano

permettendone sostegno; inoltre rendono possibile il movimento.

Le comunità di cellule ( tessuti ) che compongono questo apparato sono: il

tessuto osseo, il tessuto cartilagineo ed il midollo osseo.

Tessuto osseo:è formato da un particolare materiale chiamato "sostanza fondamentale" a cui sono mescolate le cellule ossee. L' osso deve la sua rigidità ai sali minerali e la sua elasticità all' osseina.

Nell' età giovanile la quantità di osseina è maggiore di quella dei sali minerali: per questa ragione le ossa sono molto flessibili e resistenti all' urto. Ma in particolare attenzione si dovrà fare per non deformare l' ossatura sotto carichi esagerati o con la permanenza prolungata in posizioni scorrette.

Le cellule ossee hanno dimensioni piccolissime e sono dotate di sottili e lunghi prolungamenti che penetrano nella dura sostanza fondamentale nella quale sono immerse. Tessuto cartilagineo:rappresenta la parte terminale delle ossa, in particolare nella zona di contatto delle articolazione ed è formato fibre disposte a rete tra le quali

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sono imbrigliate le cellule cartilaginee che conferiscono all' articolazione l' aspetto liscio e lucente.

Midollo osseo: è formato da una sostanza particolarmente molle racchiusa nella parte più interna delle ossa di una certa dimensione. Il midollo osseo ha il compito importantissimo di creare continuamente parte delle sostanze che compongono il sangue, precisamente i globuli rossi ed alcune forme di globuli bianchi.

LE OSSA

Le ossa si dividono a seconda della loro forma e dimensione: ossa lunghe, quando sono sviluppate maggiormente nel senso della lunghezza;

ossa corte, quando sono sviluppate quasi ugualmente in lunghezza e in larghezza; ossa piatte, quando sono molto sottili ed estese, soprattutto in superficie.

La parte centrale delle ossa lunghe viene chiamata generalmente dialisi mentre le due posizioni estreme,

epifisi.

La superficie esterna delle ossa è rivestita da una membrana detta periostio che serve a proteggere e nutrire, tramite numerosi vasi sanguigni, il tessuto osseo sottostante.

Le ossa, a seconda della regione che occupano, si dividono in: ossa del capo, del tronco e degli arti.

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OSSA DEL CAPO: si dividono in due gruppi ben distinti che formano il cranio e la faccia. Il cranio ha forma di una scatola ed è costituito da otto ossa: frontale, etmoide,

sfenoide, occipitale, due parietali e due temporali.

Le ossa che compongono il cranio sono unite tra loro da dentellature che si incastrano a vicenda saldando le diverse ossa in un' unica compatta struttura.

La faccia è formata dalle ossa delle regioni nasale e mascellare ed ospita gli organi della vista, dell' udito e dell' olfatto e delimita l' inizio del canale alimentare (bocca).

OSSA DEL TRONCO. L'impalcatura ossea del tronco è costituita davanti dalla gabbia toracica e dietro dalla

colonna vertebrale.

La gabbia toracica è formata dallo sterno e dalle dodici paia di coste, o più comunemente costole, e costituisce un' ampia cavità di cui risiedono organi importantissimi come i polmoni, il cuore e il primo tratto delle vie alimentari (esofago).

La colonna vertebrale, oltre che a sorreggere il tronco, ha lo scopo di proteggere da urti e da eventuali ferite il midollo spinale racchiuso nel suo interno è formata dall' unione di trentatré o trentaquattro ossa brevi chiamate vertebre, disposte una sopra l' altra in senso verticale.

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Le vertebre sono separate da dischi intervertebrali che schiacciandosi e diminuendo il loro spessore ne permettono il movimento. Ad evitare eventuali spostamenti dei dischi e delle vertebre provvedono particolari cordoni elastici che avvolgono tutta la colonna (legamenti).

Ogni vertebra è formata da due parti ben distinte: il corpo che è la parte più avanzata della vertebra, e l' arco

posteriore dalla forma di ferro di cavallo, si attacca all'

estremità del corpo delimitando una spazio (foro

vertebrale) in cui scorre il midollo spinale; presenta degli

allungamenti laterali (apofisi traverse) e una cresta all' indietro (apofisi spinosa).

Le vertebre, a seconda della regione che occupano e alla funzione che svolgono, si dividono in vari gruppi: cervicali,

dorsali, lombari, sacrali e coccigee.

Le vertebre cervicali sono sette e hanno il compito di sorreggere il capo, permettendogli di ruotare e muoversi in avanti e in dietro.

Le dorsali sono dodici e presentano lateralmente sul corpo vertebrale particolari strutture chiamate faccette articolari sulle quali si attaccano le costole. Hanno perciò il compito di sorreggere la gabbia toracica permettendo al busto di ruotare lateralmente e piegarsi in avanti.

Le lombari sono 5; sono le più mobili e permettono al busto di piegarsi avanti, indietro e ruotare.

Le sacrali sono 5; intimamente attaccate tra loro, formano l' osso sacro .

Le coccigee sono 4 o 5; anche esse saldate tra loro, hanno il compito, assieme alle sacrali, di appoggiare e trasmettere il peso del corpo al bacino e alle gambe.

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Nei tratti cervicale e lombare le curvature sono rivolte all' indietro, mentre al livello dorsale e sacrale sono rivolte in avanti.

Nel bambino appena nato la colonna vertebrale è diritta; comincia ad assumere curvature con l' inizio della deambulazione. Infatti la ragione di queste curvature è da collegarsi al peso del corpo che, nella stazione eretta, grava notevolmente a quei livelli permettendo una migliore distribuzione del peso.

OSSA DEGLI ARTI SUPERIORI. Gli arti superiori assumono particolare importanza in quanto hanno il compito di svolgere con i loro movimenti molteplici funzioni. Partendo dal fondamentale"afferrare" si adottano ai più fini movimenti richiesti dall' evoluzione delle capacita umane. Questa possibilità e variabilità di movimenti dell' arto superiore umano non ha uguali nel mondo animale: questo è possibile perché la sua struttura permette movimenti in tutti i sensi, indipendenti dal resto del corpo. L'arto superiore è costituito da quattro parti ben distinte che dall' attacco dell' arto alla parte libera sono:

spalla, formata dalla clavicola e dalla scapola; braccio, costituito dall' omero;

avambraccio, formato dal radio e dall' ulna;

mano, costituita da 27 piccole ossa che si dividono in tre

gruppi: carpo, metacarpo, e dita.

OSSA DEGLI ARTI INFERIORI. Gli arti inferiori si uniscono al tronco tramite il bacino, formato a sua volta dall' osso sacro e da due ossa iliache.

L' arto inferiore è costituito da tre parti che dall' alto in basso sono:

coscia, formata dal femore e dalla rotula; gamba, che comprende la tibia e il femore;

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piede, costituito dall' unione di 26 piccole ossa che si

dividono in tre gruppi: tarso, metatarso e dita.

L’ APPARATO ARTICOLARE

L’apparato articolare e’ formato da un insieme di tessuti diversi (cartilagineo,

connettivo) che

sviluppandosi danno una forma di particolare struttura: LE ARTICOLAZIONI, essa si sviluppano nei punti dove le parti ossee si

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avvicinano, ed hanno il compito di unire le ossa tra loro , permettendo il loro movimento.

Dovendo unire le ossa alle differenti articolazioni ,che hanno la forma e la dimensione diversa ,essi si suddividono in FISSE , SEMIMOBILI e MOBILI.

Le articolazioni fisse: uniscono due o più ossa vicine saldandole con un solido tessuto fibroso,in modo da formare quasi un osso unico senza possibilità di movimento ( ossa del cranio) .

Le articolazioni semimobili: uniscono due o più ossa vicine, tramite un tessuto elastico cartilagineo che permette movimenti molto limitati (articolazioni tra le costole e le vertebre ).

Le articolazioni mobili: costituiscono la maggior parte delle articolazioni del corpo umano :

unendo all’ estremità i vari segmenti ossei permettono ampi movimenti ( articolazioni tra

l’omero ).

Le articolazioni mobili si differenziano dalle altre anche perla diversa forma . Le ossa unite da questo tipo di articolazione nei punti terminali sono rivestite da uno strato di tessuto cartilagineo , molto elastico .

Le cartilagini articolari sono rivestite da una sottile membrana che produce il liquido sinoviale con il compito di lubrificare continuamente gli ingranaggi dell’ articolazione.

Questa membrana, a stretto contatto con la cartilagine grazie ad una pressione atmosferica negativa che avvolge come un manicotto le articolazioni ( capsula fibrosa ) , è formata da tessuto fibroso e serve a stabilire un solida unione tra le due ossa , imitandola ad un certo punto di movimento.

Spesso la capsula articolare e’ rinforzata da legamenti che ne rendono elastica la struttura.

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Tra le cartilagini di alcune grosse articolazioni a volte si notano piccoli dischi di tessuto cartilagineo e dei menischi che serve a dividere le parti terminali della ossa articolati (ginocchio).

Le principali articolazioni

LA MECCANICA DEL MOVIMENTO

CENTRO DI GRAVITA’

Il corpo umano, come tutti i corpi, deve sottostare alle leggi della gravità, ed in tutte le parti che lo compongono è soggetto alla sua massa.

Essendo la forma del corpo umano molto irregolare, il

centro di gravità, cioè il punto in cui i pesi si

equivalgono, è assai difficile da stabilire.

Il metodo più semplice per poter individuare questo punto è quello descritto dal medico e fisico Giovanni Alfonso Borelli ( 1608- 1676 ), uno dei primi studiosi interessato a questi argomenti, il quale nel suo trattato dice : “Se si dispone su uno spigolo di un’ asta, una tavola sulla quale è

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steso un uomo nudo, spostando lentamente la tavola si avrà un punto nel quale essa si troverà in equilibrio. Il centro di gravita sarà nel piano verticale che passa per il punto centrale che determina l’ equilibrio.” Più difficile, invece, è definire questo punto quando l’ uomo si trova in piedi. Sono stati fatti a questo riguardo numerosi esperimenti, in particolare da Hellebrant e Polmer, i quali hanno stabilito che il centro di gravità si trova approssimativamente nell’uomo a circa il 53% dell’altezza totale, mentre nella donna all’altezza del punto che coincide col 55% della sua altezza.

Pertanto, se una persona è alta 170 cm, il centro di gravità, se uomo sarà a 90 cm, se donna a 93,5 cm da terra.

La posizione base per misurare e trovare il punto che coincide col centro di gravità è la posizione di “attenti “, così stabilita : “Calcagni uniti sulla stessa linea, avampiedi divaricati a 60 gradi, ginocchia rigidamente rette, unite ed allineate; busto a piombo, colonna vertebrale nella sua massima lunghezza, ventre retratto, petto prominente; spalle basse indietro e sulla stessa linea, capo eretto, sguardo avanti; braccia tese in basso; mani tese col palmo in dentro quasi a contatto della coscia”. In questa posizione la porzione di spazio che appoggia a terra è costituita dalla pianta dei piedi che con lo spazio fra esse compreso, forma il poligono di sostegno.

Quando la linea che scende in verticale dal centro di gravità tocca il terreno nel punto situato alla stessa distanza dai due calcagni, il peso del corpo è equamente distribuito tra i due arti inferiori; mentre l’equilibrio del corpo si mantiene finché la verticale dal centro di gravità cade in un punto compreso nel poligono di sostegno. Ogni posizione del corpo ha poi il proprio centro di gravità, chiamato più comunemente baricentro; anch’esso coincide sempre col punto in cui si bilancia il peso della porzione in esame.

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Immaginiamo il corpo umano in posizione di “ attenti”diviso da linee che permettano di definire le varie zone del corpo umano:

Linea longitudinale, che va dal vertice del capo al punto

di congiunzione dei calcagni.

Linea trasversale, che attraversa il corpo da una spalla

all’altra.

Linea sagittale, che attraversa il corpo dal petto al dorso.

Queste tre linee, essendo perpendicolari tra loro, generano i seguenti tre piani:

Piano frontale: formato dall’incontro della linea

longitudinale con la trasversale; divide il corpo in due parti , una anteriore e una posteriore.

Piano sagittale: formato dall’incontro della linea sagittale

con quella longitudinale. Divide il corpo in due parti, una sinistra e una destra.

Piano trasversale: formato dall’incontro della linea

trasversale con quella sagittale. Divide il corpo in due parti: una superiore e una inferiore.

Le leve del corpo

L’apparato scheletrico, l’apparato articolare ed il sistema muscolare, integrandosi reciprocamente, rispondono a leggi di fisica meccanica delle più semplici alle più complesse.

Alla base della meccanica scheletrica e muscolare stanno le leggi che regolano il funzionamento delle leve e ne ricordiamo per maggior chiarezza i principi fisici fondamentali.

La leva è una macchina semplice che permette l’equilibrio fra le forze che sollecitano il movimento e le forze che si appongono ad esso. Le forze che producono il movimento sono chiamate forze di potenza, mentre quelle che vi si appongono forze di resistenza.

La leva meccanica è costituita da una sbarra girevole attorno ad un punto fisso chiamato fulcro . La distanza del fulcro dalla forza di potenza e chiamata braccio di potenza;

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mentre la distanza dal fulcro della forza di resistenza è detta braccio di resistenza.

Una leva è vantaggiosa quando nelle condizioni di equilibrio la potenza è minore della resistenza.

Si distinguono tre generi di leve:

Leva di primo genere quando fulcro si trova tra la

resistenza e la potenza (esempio forbici)

Leva di secondo genere ,quando la resistenza si trova

tra la potenza ed il fulcro ( esempio schiaccianoci ). E’ sempre vantaggiosa, infatti il braccio della potenza è sempre maggiore del braccio della resistenza.

Leva di terzo genere quando la potenza si trova tra il

fulcro e la resistenza ( esempio pinze). E’ sempre svantaggioso, infatti il braccio della potenza è sempre minore del braccio della resistenza.

Postura… paramorfismi…

La posizione eretta, seduta e altri atteggiamenti che il corpo può assumere sono resi possibile dalla

parziale ma continua contrazione di gruppi di muscoli. Questo stato del tono muscolare è importante per la

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postura,che è la corretta posizione del corpo in equilibrio per resistere alla gravità.

Il punto centrale dei problemi posturali è la colonna vertebrale, è stata sottoposta a notevoli sforzi e

adattamenti da quando l’uomo ha conquistato la stazione eretta.

Una cattiva posizione richiede uno sforzo maggiore ai muscoli, per contrastare la gravità,

che si presenta in tempi brevi con affaticamento e provocare deformazioni.

Lo stato di salute dipende da una buona posizione e viceversa. Educando a una posizione corretta e sollecitando l’apparato muscolo-legamentoso si evitano scoliosi, cifosi, lordosi, scapole alate, addome rilassato.

Non dimentichiamo, che chi sta seduto su sedie basse o alte, o il dormire su materasso troppo morbido assume vizi di portamento. Anche superiore può non essere allineato, o essere modificato nelle sue curve.

A tutti questi atteggiamenti scorretti che si chiamano paramorfismi si può facilmente porre rimedio con sollecitazioni psicomotorie.

Un’ altra cosa sono le malattie degenerative che alterano i dischi, i corpi vertebrali ecc… che evolvono deformità. L’intervento dell’ortopedico non è disgiunto da quello dell’insegnante di fisica.

Le cause

Un efficace prevenzione per i comuni paramorfismi può essere svolta tenendo presente le cause da cui vengono provocati. Non si possono escludere predisposizioni ereditarie, che nei bambini può essere aggravata dalla mancanza di movimento durante le lezioni contro il suo naturale bisogno di dinamismo. La disposizione ottimale dei banchi dovrebbe essere a semicerchi in modo che tutti gli alunni siano di fronte alla cattedra e alla lavagna, mentre con altre sistemazioni è necessario provvedere periodicamente a cambiamenti di posto. Anche il peso della cartella obbliga il corpo a flettersi al lato opposto per

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mantenersi equilibrato, e se portata sempre allo stesso lato può facilmente insorgere un atteggiamento scoliotico per questo, si consiglia l’uso dello zaino da portare sul dorso o disporre i libri in una borsa sportiva da portare a tracollo che ne distribuisca il peso fra spalle e fianco o meglio utilizzare due cartelle una per lato.

Sono da evitarsi anche le sedute con gambe accavallate che dispone il bacino in obliquità o quella dei maschi, che in stazione eretta tendono ad appoggiare il loro peso sulla gamba più forte. Anche carenze vitaminiche e di Sali minerali, possono reagire negativamente: a contrario vivere all’ aria aperta e al sole, fare esercizi fisici, può essere la garanzia migliore per uno sviluppo sano ed equilibrato.

Classificazione

I paramorfismi, vengono normalmente classificati in simmetrici ed asimmetrici. Nei primi risulta l’asse anteroposteriore ad essere alterate e interessa scapole, ginocchia ecc..., nei secondi riguardono deviazioni laterali cioè scoliosi. I paramorfismi si presentono sempre associati fra loro, poiché lo stato di lassità muscolo-legamentosa ad essi conseguente, genera uno squilibrio sia del segmento interessato, che delle parti circostanti.

I paramorfismi più diffusi sono quelli qui elencati.

Il portamento rilassato

Il portamento rilassato è tipico dei soggetti longilinei, gracili e astenici. Si può considerare uno stato di pre-paramorfismo generalizzato, che si manifesta con inclinazione del capo

avanti, dorso curvo e spalle interiorizzate per lo sviluppo dei pettorali, addome prominente per l’accentuazione della curva lombare, lieve valgismo delle ginocchia e dei piedi. Può facilmente diventare un vero paramorfismo.

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L’ atteggiamento cifotico e cifosi sono l’ aumento della curva fisiologica a convessità posteriore della parte dorsale del rachide.

Spesso è accompagnata da un’ interiorizzazione delle spalle, che determina un tipico aspetto arrotondato del dorso. I muscoli e i legamenti posteriori della colonna vertebrale si presentano lunghi e deboli, mentre quelli anteriori il contrario.

Con il tempo può degenerare in cifosi, con l’ alterazione dei corpi vertebrali. Questo comporta una respirazione ridotta a causa dell’ abbassamento e allo schiacciamento delle costole che fa muovere di meno la gabbia toracica. Si associa spesso a scapole alate e ad una accentuazione delle curve cervicale e dorsale.

Scapole alate

In molti casi si presentano insieme al dorso curvo, al dorso piatto e al spalle rigide.

Sono caratterizzate dal prevalente sviluppo dei muscoli pettorali rispetto a quelli dorsali che ne sono adduttori.

Le scapole presentano il loro margine vertebrale e l’angolo inferiore ruotato in fuori e scollato dalla gabbia toracica. Accompagnate alla rigidità delle spalle, comportano movimenti ridotti delle braccia che non riescono ad elevarsi fino alla verticalità. Il movimento viene assecondato da un’inclinazione del busto indietro che provoca la lordosi lombare;in questo caso la respirazione risulta resa difficoltosa e approssimativa.

Le spalle possono inoltre presentarsi spioventi, generalmente dovuto a un fattore costituzionale; oppure eccessivamente sollevate per ipertrofia del muscolo cuculare

Il dorso piatto

Verso il 2°, 3° anno di età, con la deambulazione, cominciano a delinearsi le curve fisiologiche del rachide. Se ciò non avviene, il dorso rimane piatto o quasi. L’ alterazione può essere totale, o limitata al segmento toracico o lombare.

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È presente generalmente in soggetti con ipotonia muscolare e con lassità muscolo-legamentosa e articolare, predisposti all’ insorgere di una scoliosi.

Comporta conseguenze a carico della respirazione per il diminuito diametro antero- posteriore del torace.

Le alterazioni toraciche

Le alterazioni toraciche sono per lo più di carattere ereditario, quindi senza una concreta possibilità di correzione: il torace carenato consiste in uno schiacciamento laterale della gabbia toracica, che mette in evidenza lo sterno, ricordando la carena di una nave;

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IL SISTEMA RESPIRATORIO

Il sistema respiratorio ha la funzione di assumere l’ossigeno necessario ai bisogni di tutti i tessuti corporei ed eliminare anidride carbonica. L’apparato respiratorio è formato da: naso, bocca, faringe, laringe, trachea, bronchi, alveoli polmonari e ha la funzione di ventilare i polmoni, scambiare i gas nei polmoni e nei tessuti infine di

trasportare i gas nel sangue.

Respirare non significa solo introdurre aria dalla bocca e dal naso ed eliminare anidride carbonica, il polmone non è il solo organo essenziale di questa funzione,il processo respiratorio si svolge anche all’ interno delle cellule e serve per procurarsi l’ energia necessaria a tutte le attività vitali. Il trasporto dell’ ossigeno dell’ area inspirata alle cellule è effettuato dalla EMOGLOBINA nei globuli rossi, al ritorno porta anidride carbonica a livello degli alveoli polmonari.Il continuo afflusso e deflusso di aria nei polmoni si chiama VENTILAZIONE POLMONARE ed è basata su variazione di pressione fra ambiente esterno e quello interno aiutata dai

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movimenti della gabbia toracica e del diaframma che funzionano come un soffietto.

La frequenza respiratoria è il numero degli atti respiratori al minuto; verso i 14 anni gli atti respiratori sono da13 a 18 al minuto come per l’ adulto.La frequenza respiratoria, inoltre, aumenta con l’ esercizio fisico, diminuisce a riposo.L’ allenamento permette una maggiore ventilazione polmonare con minore frequenza respiratoria.Ogni tipo di affaticamento è causato da una deficienza di ossigeno a livello cellulare. Lo sforzo mentale è molto faticoso per l’ organismo: il cervello ha bisogno di una grande quantità di ossigeno per funzionare e il suo affaticamento non è evidenziato da affanno.

OSSERVO E CONTROLLO LA MIA RESPIRAZIONE

CHE COS’E’: la respirazione e quel fenomeno che consiste nel assorbimento di ossigeno e nella produzione di anidride carbonica. L’ atto respiratorio si svolge in due momenti quello in cui inspiriamo, immettiamo, facciamo entrare l’ aria nei polmoni e quello in cui espiriamo, facciamo uscire l’ aria attraverso la bocca e il naso.

Nella prima fase, l’ aria entra dal naso e dalla bocca, scende attraverso le vie aree fino ad arrivare agli alveoli polmonari. Negli alveoli attraverso un tessuto sottilissimo e molto esteso, avviene lo scambio gassoso per noi vitale. Nella fase respiratoria l’ aria viene espulsa attraverso il naso e la bocca. Bisogna distinguere la respirazione addominale da quella toracica, prima di tutto. LA RESPIRAZIONE ADDOMINALE è quella che usiamo sempre quando siamo a riposo o dormiamo. LA RESPIRAZIONE TORACICA viene utilizzata quando abbiamo bisogno di una quantità di ossigeno molto maggiore. Per primo il diaframma che avvia durante il meccanismo durante l’ inspirazione il diaframma si abbassa creando nei polmoni una pressione negativa che richiama l’aria dell’ esterno. La respirazione è quasi sempre involontaria, ma quando si ha bisogno di controllarla si deve agire sulla muscolatura. Dopo attività fisiche intense che ci richiedono un grande

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dispendio di energie, gli atti respiratori diventano troppo frequenti per permettere un scambio di ossigeno. Anche nei momenti di grande ansia o di grande paura, quando sentiamo che il respiro si fa affannoso il controllo degli atti respiratori è molto efficace.

IL SISTEMA CIRCOLATORIO

Il sistema circolatorio ha la funzione di trasportare il sangue ai tessuti e da questi agli organi escretori, di trasportare inoltre le sostanze prodotte dai veri organi o acquisite dall’esterno mediante la respirazione e la nutrizione.

L’apparato circolatorio è formato dal cuore e dai vasi. Il cuore funziona come una pompa che ad ogni contrazione manda sangue ai vasi e agli organi e riceve ogni volta che si decontrae sangue destinato a ripartire. Come funziona questa sistema all’apparenza tanto semplice? La pompa cardiaca è costituita da quattro cavità, due atri e due ventricoli: ogni atrio comunica con il rispettivo ventricolo per mezzo di una valvola che impedisce al sangue di tornare indietro. Si ha quindi cuore destro (atrio e ventricolo destro) e cuore sinistro (atrio e ventricolo sinistro).

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Il cuore sinistro riceve e pompa sangue arterioso, ricco cioè di ossigeno, il cuore destro riceve e pompa sangue venoso, ricco di scorie da eliminare come per esempio. Il flusso di sangue pompato e aspirato determina due circolazioni: la grande, in cui il sangue rosso, perché ossigenato, viene spinto nella orta e da qui alle arterie e alla fitta rete di capillari ritornando al cuore nell’atrio destro scurito dai prodotti di rifiuto. Questo sangue viziato è spinto verso i polmoni dove avvengono gli scambi gassosi , ritorna ossigenato nel atrio sinistro determinando in tal modo la piccola circolazione.

Si chiama frequenza cardiaca il numero delle contrazioni del cuore in un minuto e gittata la quantità di sangue spinta in circolo in un minuto.

Sia la frequenza che la gittata variano a seconda del tipo di lavoro che si svolge, delle condizioni ambientali, dell’ età, del sesso e possono essere migliorate con opportuni allenamenti. Per esempio atleti molto allenati nelle specialità di resistenza hanno una frequenza cardiaca a riposo di solo 40 battiti al minuto, contro i 70 normali. Il cuore di questi atleti ha pareti cardiache più spesse che permettono di pompare con una maggiore quantità di sangue al minuto facendo loro risparmiare “ l’ energia” per un numero di contrazioni superiori ( cuore d’atleta)

L’allenamento a base di esercizi fisici tende entro certi limiti a fare aumentare la

gittata e diminuire la frequenza.

Prova a percorrere una distanza determinata e a controllare

successivamente le pulsazioni, l’affaticamento e il tempo necessario per ritornare alla tua normalità. Dopo un certo tempo ti

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accorgerai da solo come sia la frequenza che il tempo di recupero si saranno ridotti.

Controlla sempre le tue pulsazioni e non superare mai i 170, 180 battiti al minuto.

Misuro i battiti cardiaci

Che cosa sono: sono le sono le contrazioni del cuore e le pulsazioni delle arterie.

Proviamo a correre o a saltellare sul posto per 1 minuto, poi sediamoci e ascoltiamo i nostri battiti appoggiando le dita sulla parte laterale del collo a destra o a sinistra, dove passa l’arteria carotide, o al polso dove l’arteria è abbastanza superficiale.

-Adesso ripetiamo la corsa per un altro minuto poi ci sediamo e al “via” mentre noi contiamo le pulsazioni l’insegnante o un compagno misurerà col cronometro 15”.Il numero delle nostre pulsazioni prese in 15” andrà poi moltiplicato per 4, per ottenere le nostre pulsazioni in un 1”.

-Dobbiamo ripetere molte volte questo esercizio per diventare veramente capaci di farlo con precisione, ma intanto proviamo anche a misurare le pulsazioni dopo 1’ dallo sforzo e poi dopo 3’. Ci renderemo conto che man mano che passa il tempo il numero delle pulsazioni diminuisce perché avviene un lento recupero delle energie. -Proviamo adesso a correre per 2’, a misurare le pulsazioni per controllare che ci siano circa 140 al minuto, a riprendere la corsa per altri 3’ e a ricontrollare le pulsazioni. Se sono stabili abbiamo ottenuto un valore ottimale, se sono salite oltre i 160 abbiamo bisogno di allenarci ancora un po’.

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-Controlliamo adesso il nostro recupero.Dopo 3’ i battiti dovrebbero essere di nuovo ritornati ai valori iniziali (50-70 pulsazioni al minuto).

Da che cosa dipendono? Dalle caratteristiche fisiologiche di ciascuno di noi e dallo stato di allenamento in cui ci troviamo.

Perché dobbiamo misurare le pulsazioni? Per capire quando lo sforzo è troppo intenso ed è meglio interromperlo e fermarci.

VIVERE SANO

La salute è, a causa della sua complessità, un concetto difficile da definire, è certamente più che assenza di malattia: consiste in uno stato di benessere mentale, fisico e sciale, ma vuole anche che ci sia pace, armonia, equilibrio con tutto ciò che ci circonda, persone e cose. Il vivere sano non dipende solo dall' integrità ed efficiente dei grandi sistemi corporei ma anche dall' ambiente che spesso modifica gli equilibri provocando l' insorgere di malattie. I progressi della medicina ci aiutano a combattere le malattie, specie quelle infettive, l' igiene individuale e collettiva elimina le condizioni che ne favoriscono l' insorgenza.

È altresì importante vivere il più possibile all' area aperta, alternare rilassamenti a tensioni, riposare con una giusta quantità di sonno. Il ritmo sonno-veglia non è uguale in

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tutte le persone, dipende dal sistema nervoso vegetativo. È questo il motivo per cui quando si cambia fuso orario per viaggi intercontinentali con aerei ci si sente scombussolati: o si vive una giornata più lunga, o la notte non finisce mai. Gli stress sono particolari stati di difficoltà dell' organismo che non riesce ad affrontare ansie, emozioni, fatiche. Gli stati di difficoltà che determinano situazioni di allarme sono svariati. La mente e il corpo sono così legati che ogni esperienza emotiva è anche un esperienza fisica. Una persona sana, che mangia correttamente, non ha problemi a compensare la spesa energetica determinata dagli stress; i problemi sorgono quando si è di fronte a stimoli stressanti ripetuti.

LE DIETE

Vivere, crescere, produrre energie è basato sulla qualità e quantità di cibi che vengono ingeriti quotidianamente, e in maniera fondamentale sull' equilibrio fra proteine,

carboidrati e grassi integrati da sali minerali e vitamine. La carenza o l' eccedenza di uno di questi componenti può provocare stati patologici come per esempio: anemie, rachitismo, obesità, alterato sviluppo sessuale, deficienze motorie. Il fabbisogno energetico viene di solito misurato in calorie.

Due passi al giorno, cosi, forniscono all' organismo circa 3000 calorie.

Molti ragazzi temono di non essere accettati per quello che sono e questo crea una situazione di ansia continua che uccide ogni spontaneità e ogni disponibilità ad atteggiamenti positivi. Purtroppo gli stress, indebolendo le risorse fisiche e psichiche dell' organismo, possono rendere i ragazzi facile preda di sostanze eccitanti.

IL doping

Il doping consiste in tutto quello che l'individuo impiega per aumentare la prestazione al di là delle proprie capacità fisiche,

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Esso permette una miglior preparazione, un più valido rendimento, un recupero più veloce, ma tutto questo avviene con mezzi artificiali, più o meno energici e pericolosi,

Spesso si è rilevato che gli stimolanti presi in dosi eccessive o combinati ad altri elementi eccitanti portano ad incidenti, e nei casi più gravi, alla morte.

L'anfetamina nasconde sia i segnali di allarme della fatica che le crisi di pericolo del corpo; l'individuo può casi superare i propri limiti senza rendersi conto di andare incontro a un collasso. La pericolosità di questi farmaci sta dunque nel fatto che essi mascherano quei segni che indicano un avanzato stato di fatica.

I sintomi presentati da coloro che hanno assimilato questi farmaci sono: occhi incavati, sudore freddo, dilatazione delle pupille, battito del polso prima lento, poi veloce; a questi si aggiungono senso di disorientamento di luogo e di tempo, eccitazione, amnesia, aggressività e difficoltà nel parlare. Per questo non occorrono che poche dosi: la volontà di primeggiare nello sport è casi prepotente in taluni individui, che si assoggettano facilmente all'uso di prodotti coadiuvanti. Assume un gran rilievo a questo punto la figura del medico sportivo, che ha il compito di mantenere la buona salute dell’atleta, lasciando all'allenatore l'impegno di farlo giungere all'espressione massima della sua prestazione fisica.

Le sanzioni contro il doping variano col variare delle norme adottate dai vari sport.

LE DROGHE: sono sostanze di origine naturale e sintetica

che agiscono sull' organismo modificando sensazioni e comportamenti.

Ciò spesso induce a grossi errori in quanto quello che è veramente dannoso è la ciclicità dell' uso di una qualsiasi delle suddette sostanze.

Da qui viene il termine di tossicodipendente, di colui che avendo fatto uso di qualsiasi sostanza

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di farne a meno. La non soddisfazione di questo bisogno porta alla sindrome di astinenza e anche un desiderio imperioso di procurarsi a qualunque costo la sostanza a cui si è legati.

L'ALCOL. L' abuso di alcol è molto diffuso ed è

socialmente pericoloso quanto l' uso di eccessive droghe. Generalmente si pensa a questa sostanza come a qualcosa di familiare per essere più allegri, più espressivi, più estroversi. L' uso dell' alcol in eccesso dà luogo a stati di manie sudice, furori, cirrosi epatica, delirium tremens.

IL FUMO.

Si comincia a fumare a volte per sentirsi grandi, inseriti nel gruppo, o perché incapaci di sottrarsi alle pressioni degli amici.

Il fumo è dannoso non solo per i fumatori ma anche per quanti sono nello stesso ambiente: provoca alterazioni dell' apparato respiratorio e circolatorio, ulcere, gastriti, cancro.

PROVA A FARE QUESTO TEST

Rispondi con a, b, c alle domande:

1) Quanti pasti fai al giorno?

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a- tre o più di tre b- due

c- uno

2) Questi pasti includono la colazione del mattino? a- sempre

b- uno due volta la settimana c- raramente

3) In che cosa consiste la tua colazione del mattino?

a- cereali, toast, latte, succo di frutta, orzo b- uova

c- solo bevande

4) Quante volte alla settimana mangi carne? a- tre volte

b- una o due volte c- mai o raramente

5) Quante volte al giorno mangi frutta o verdura fresche? a- tre volte al giorno

b- una volta o due al giorno

c- solo tre o quattro volta alla settimana 6) Quante volte mangi dolci?

a- una volta alla settimana o anche meno b- due otre volte la settimana

c- tutti i giorni

7) Quante volte alla settimana mangi pesce? a- più di due volte

b- una o due volte

c- una volta o raramente

8) Prima di cuocere o mangiare la carne: a- togli via tutto il grasso

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c- non togli il grasso

9) Quante tazze di caffè o tè bevi in una giornata? a- Nessuna o al massimo una

b- da tre a cinque c- più di cinque

10) Quanto vino o liquore bevi in una giornata?

a- Nessuno o massimo un bicchiere di vino, niente liquori b- due bicchieri e qualche bicchierino di liquore

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