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Introduzione

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Academic year: 2021

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Paolo Federighi, Francesca Torlone (a cura di), La formazione al rispetto dei diritti umani nel sistema penale, ISBN 978-88-6655-853-8 (print) ISBN 978-88-6655-854-5 (online),

CC BY-NC-ND 4.0 IT, 2015 Firenze University Press

INTRODUZIONE Paolo Federighi, Francesca Torlone

Il rispetto dei diritti umani da parte degli operatori della giustizia penale costituisce il risultato della cultura e dell’etica professionale di ciascuno degli operatori. Esso è anche la conseguenza degli ordinamen-ti giuridici e dei sistemi giudiziari nazionali. E, infine, esso è il risulta-to dei processi di apprendimenrisulta-to cui gli operarisulta-tori della giustizia penale sono sottoposti ed esposti nella loro vita quotidiana in generale, ed in quella lavorativa in particolare. Quest’ultimo aspetto costituisce l’ogget-to del nostro studio.

La comprensione di questa definizione del campo non è immediata in quanto facciamo un uso del termine apprendimento che non è legato alla sua accezione scolastica, ma soprattutto perché le politiche – o me-glio – le pratiche della formazione degli operatori della giustizia penale sono fortemente influenzate da una concezione idealista e fordista. Co-me nelle vecchie fabbriche di automobili, la crescita professionale è affi-data allo sviluppo di carriera accompagnato da corsi tecnici, aventi per oggetto le competenze giuridiche. Crescere grazie all’esercizio di nuovi ruoli ed alla conoscenza di norme e procedure sono condizioni neces-sarie ma non sufficienti per perseguire il miglioramento continuo di un operatore degli ordinamenti giuridici e dei sistemi giudiziari nazionali. Il limite di questo approccio risiede nel fatto che il mancato rispetto dei diritti umani o, se preferiamo, gli errori nella loro applicazione non dipendono solamente dalla mancata conoscenza di norme, interpretazio-ni e sentenze, ma anche – e noi ipotizziamo soprattutto – dalla gestione dei processi di crescita delle persone, degli operatori della giustizia pe-nale nei loro luoghi di lavoro. In altri termini, il mancato rispetto dei diritti umani dipende dal modo in cui le organizzazioni di appartenenza curano, gestiscono la crescita continua di questi professionisti, una par-ticolare tipologia di knowledge workers. In altri termini, il miglioramen-to della qualità degli operamiglioramen-tori degli ordinamenti giuridici e dei sistemi giudiziari nazionali dipende dai modi in cui si cura la crescita del capi-tale sociale delle istituzioni pubbliche.

Gestire la crescita del capitale sociale significa prendersi cura del benessere individuale e organizzativo, dello sviluppo delle carriere,

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XIV LA FORMAZIONE AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI NEL SISTEMA PENALE

delle performance, della loro partecipazione alla anticipazione ed al-la gestione dei cambiamenti. E, per quello che ci riguarda, significa prendersi cura di questi quattro fattori di crescita degli operatori dalla prospettiva del rispetto dei diritti umani dei detenuti e dell’utenza con cui i professionisti del settore interagiscono nello svolgimento delle mansioni lavorative.

Il benessere individuale dipende dal modo in cui individui e organizza-zioni gestiscono i processi di creazione di senso, ovvero di interpretazione e attribuzione di significati alle azioni che gli operatori della giustizia pe-nale quotidianamente svolgono nel loro lavoro. Da questi processi dipen-de la loro conformazione culturale, ma anche il loro benessere. Sappiamo che il meanings making dipende dalle proprietà individuali e la coerenza tra etica individuale e significati etici attributi alle azioni svolte è fonte di benessere individuale. Il problema, dunque, è di assicurare forti azioni di empowerment in modo da accrescere la consapevolezza e di orientarla verso la coerenza con il diritto e non con preassunzioni individuali.

La valutazione della coerenza dei comportamenti professionali costitui-sce un forte motore della crescita individuale e organizzativa in quanto, se praticata, obbliga alla definizione degli obiettivi, alla loro misurazione e analisi, alla definizione di strategie, anche formative, di allineamento ai risultati attesi. La valutazione dei comportamenti individuali e organiz-zativi nel campo del rispetto dei diritti umani rappresenta una opportu-nità per la crescita personale e professionale. È prassi diffusa limitarla alla gestione e valutazione degli errori, dei costi o delle situazioni di crisi. Essa, invece, costituisce una potente leva per la crescita delle persone ed è più efficace quanto più si cala nella valutazione di indicatori significa-tivi e nella valutazione approfondita delle performance individuali. Ov-viamente alla valutazione devono far seguito piani formativi individuali e azioni di cambiamento organizzativo che supportino l’operatore nel conseguimento dei propri obiettivi di miglioramento.

La gestione dei percorsi di carriera – di mobilità sia orizzontale che verticale – costituisce un altro elemento importante della crescita in-dividuale. L’importanza deriva dal fatto che tutte le professioni richie-dono la capacità di operare in contesti specifici e questo si acquisisce principalmente sul lavoro. Una buona gestione dei percorsi di carriera, ad esempio ai fini della formazione di operatori competenti nel rispetto dei diritti dell’uomo, richiede una gestione illuminata del modo in cui si programmano le esperienze lavorative degli operatori. La scelta della prima esperienza, del primo job, poi del secondo e così via deve rispon-dere ad una logica di composizione di ‘moduli’ che, attraverso la loro successione, consentono all’operatore di conoscere l’insieme del processo di cui lui è parte, di comprendere il senso e gli effetti positivi e negativi dei comportamenti di ogni singola fase. Mentoring e coaching sono un utile strumento di accompagnamento.

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XV INTRODUZIONE

La sfida più significativa per tutti gli operatori impegnati nel cam-po del rispetto dei diritti dell’uomo è costituita dal partecipare alla pre-parazione ed alla gestione del cambiamento. Questo, a nostro parere, è rilevante per diverse ragioni che attengono sia alla formazione di una mente aperta, che al miglioramento costante della propria professionalità attraverso la partecipazione a reti di apprendimento dinamico, ad attivi-tà di peer learning e di trasferimento di innovazione. Inoltre, i fenomeni migratori e culturali, oltre che le dinamiche sociali in generale, con cui si confronta la materia dei diritti dell’uomo, richiedono una particolare attenzione anche al campo della ricerca in materia.

In conclusione, per affrontare il compito della formazione degli ope-ratori della giustizia penale, tenendo conto di quello che sappiamo sulla formazione nelle organizzazioni, riteniamo di poter dire che ogni in-tervento è di scarsa efficacia se non si svolge sulle quattro dimensioni indicate: cura del benessere individuale e organizzativo, sviluppo delle carriere, valutazione delle performance, partecipazione alla anticipazio-ne ed alla gestioanticipazio-ne dei cambiamenti. Infianticipazio-ne, la cura della crescita conti-nua degli operatori della giustizia richiede metodi più efficaci, economici e pervasivi; la loro caratteristica principale deve essere costituita dallo stretto legame con il work-based learning. Questa, probabilmente, è l’uni-ca soluzione ad avere effil’uni-cacia sui processi individuali di costruzione del senso e sul benessere degli operatori della giustizia.

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