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L'informazione multimediale dal presente al futuro: le prospettive del MultiMedia Information Retrieval

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Academic year: 2021

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te i bibliotecari o gli ex bibliotecari, in maniera spesso autoreferenziale, o in ogni caso persone e professionisti che per lungo tempo hanno frequentato le biblioteche. Pare però, secondo le curatrici della pubblicazione e secondo i promotori tutti del convegno, che sia arrivato il momento di cambiare rotta e fare in modo che figure professionali, anche con differenti vissuti culturali e professionali, si trovino insieme a fare ricerca sul tema della rappresentazione della biblioteca nella letteratura e a comunicarne gli esiti, a par-tire da uno studio specifico di come, quanto e perchè la biblioteca sia presente nella let-teratura contemporanea.

Il volume dunque raccoglie saggi che trattano di biblioteca e di biblioteche secondo più punti di vista: la biblioteca come luogo fisico o come spazio mentale, la biblioteca evocata, la biblioteca personale dello scrittore, che egli ha deciso di raccogliere intorno a sé, che forma e forgia il suo spirito e il suo stile di scrittura, la biblioteca di lavoro, la biblio-teca intima, arricchita dai viaggi, dalla curiosità, e le raccolte del bibliofilo, tutte tipolo-gie di biblioteche in vario modo presenti, descritte, dotate di senso, all’interno della let-teratura contemporanea.

Molti interventi sembrano prendere l’avvio da una riflessione, a proposito della biblio-teca e del suo significato, data da Jorge Louis Borges: ordonner une bibliothèque est une façon silencieuse d’exercer l’art de la critique.

Si interroga, come abbiamo già visto, il periodo recente, dal 1980 al 2005, caratteriz-zato da rapide trasformazioni sia all’interno delle biblioteche pubbliche, sia nei modi e nei temi della produzione letteraria francese contemporanea, e si interrogano diverse let-terature contemporanee, tra cui, per portare un paio di esempi, la letteratura poliziesca e la letteratura per ragazzi.

Un apprezzamento va dunque fatto alle curatrici, tra le altre motivazioni, per la capa-cità di mettere insieme, intorno al tema della biblioteca nella letteratura francese con-temporanea, un gran numero di ricercatori che, tranne pochissimi casi, non sono, né sono stati, bibliotecari. In tal modo la ricerca intorno al tema della rappresentazione delle biblio-teche esce dal campo ristretto nel quale si era trovata sino ad ora e inizia ad essere pratica-ta da molti ricercatori, in ambiti di lavoro e di studio differenti, con eccellenti risulpratica-tati.

Simona Inserra Università di Catania

L’informazione multimediale dal presente al futuro: le prospettive del MultiMedia Infor-mation Retrieval, a cura di Roberto Raieli. Roma: AIB Sezione Lazio, 2005. 190 p. ISBN 88-7812-161-4. € 30,00.

La pubblicazione affronta in forma sintetica e, nella sua prima parte (quella di informa-zione primaria) con una portata ancora largamente progettuale un tema di grande impor-tanza ed interesse, costituito dalla possibilità di accedere con procedure di tipo informa-tico a documenti multimediali conservati in biblioteca, reperiti con interrogazioni non solo e neppure principalmente di carattere testuale, ma basate su immagini e loro parti-colari, suoni, successioni di fotogrammi, dialoghi verbali ecc.

Il lavoro si compone appunto di due parti, la prima delle quali, sulla quale ci soffer-meremo, è costituita dalla presentazione del progetto di sperimentazione del sistema del Multi Media Information Retrival (MMIR) nella Biblioteca di Area delle Arti dell’Univer-sità di Roma Tre.

L’esposizione, firmata da Roberto Raieli e Piera Storari, che operano entrambi nella detta biblioteca, della quale la dott.ssa Storari è Direttrice, è preceduta da una premessa dove si analizzano le prospettive aperte da questa modalità di recupero informativo, che

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si struttura come «sistema organico attraverso la confluenza delle metodologie e delle tec-nologie del Text Retrieval (TR), del Visual Retrieval (VR), dell’Audio Retrieval (AR) e del Video Retrieval (VDR)» (p. 13, corsivo nel testo).

Si tratta, viene subito precisato, di una realtà nota e apprezzata da circa un decennio nel contesto internazionale della documentazione avanzata, in particolare nelle sue com-ponenti tecnologiche.

Lo sviluppo di queste problematiche partono dalla convinzione che sia «sterile ten-tare di ridurre a una serie di termini controllati tutta la complessità di oggetti diretta-mente ripresi dal mondo reale, tradotti in documenti che sono rappresentativi di cose e di situazioni la cui natura propria è spesso posta come obiettivo specifico della query, spes-so orientata al contesto prima che al documento astratto» (p. 17, corsivo originale).

L’esperienza finora condotta a Roma Tre, nella biblioteca considerata, si sostanzia per ora lungo tre linee di intervento, che costituiscono un progetto di impianto principal-mente teorico, strutturato come proposta di lavoro.

La prima consiste nella costituzione di un archivio digitale delle tesi di laurea in Archi-tettura, possedute sia in formato cartaceo che su supporto elettronico. In questo settore si tratta di integrare la normale ricerca di tipo terminologico nell’OPAC con un sistema di Visual Retrieval che permetta altresì il recupero del materiale iconografico con una ricerca di tipo visivo.

La seconda realizzazione consiste nella digitalizzazione dell’intera raccolta posseduta dalla biblioteca della rivista «Architettura e arti decorative» pubblicata dalla casa editrice Bestetti e Tumminelli tra il 1921 e il 1931. Anche in questo caso, si tratta di rendere possibile, oltre alla normale ricerca di tipo testuale, l’accesso al materiale iconografico mediante moda-lità che partano direttamente da interrogazioni relative a caratteristiche di tipo visivo pre-viamente indicizzate secondo programmi che le rendano disponibili per tali tipi di accesso. Anche per il ricco materiale disponibile nella videoteca digitale della sezione spetta-colo, già catalogato dal punto di vista bibliografico nell’OPAC di Ateneo è prevista l’in-staurazione di modelli per la ricerca consistenti in «determinate sintesi delle sequenze composte da differenti quantità di immagini e suoni chiave, dette video-abastract o anche video-summary, che a loro volta sono rappresentate da modelli delle loro caratteristiche più determinanti» (p. 44).

A questo punto, si dovrebbero ottenere le condizioni per l’applicazione all’intera biblioteca dell’area delle arti, nelle sue diverse articolazioni che comportano ciascuna metodi specifici di trattamento dei dati, di un sistema complessivo di Multi Media Infor-mation Retrieval, con la possibilità di interrogare contemporaneamente con un’unica interfaccia e un’unica strategia di ricerca i data base di tutte le sezioni, oppure procedere con i singoli sistemi relativi alle diverse tipologie quando si sia di volta in volta interes-sati a una sola di esse.

Dal momento che chi scrive opera nella stessa Università a cui appartiene la biblio-teca oggetto dello studio, non può fare a meno di osservare che le realizzazioni del pro-getto fino a oggi effettivamente in atto sembrano ancora piuttosto limitate, mentre tutta l’attrezzatura informatica del sistema bibliotecario dell’Ateneo, specialmente per quan-to riguarda l’accesso in rete da parte dell’utenza studentesca, richiederebbe, in questa come nella maggior parte delle Università italiane, sostanziali miglioramenti non tanto nel senso delle risorse disponibili, quanto del loro uso concreto..

Ciò non toglie tuttavia, che il progetto qui esposto sia stato pensato ed elaborato con competenza, intelligenza propositiva e anche generosità di impegno. In questo senso, esso non andrà certamente perduto ed è comunque destinato a dare i suoi frutti.

La seconda parte del breve volume, alla quale ci limitiamo ad accennare, è costituita da una serie di sei interventi di diversi autori dedicati oltre che ad aspetti complessivi del

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MMIR (Massimiliano Tosato), agli archivi fotografici e ai relativi sistemi di archiviazione icononografica (Stefano Gambari), al reference digitale (Paola Gargiulo), all’Information Retrieval non testuale (Domenico Bogliolo) al contesto del MMIR (Perla Innocenti e Rober-to Raieli) e al sistema MILOS per lo sviluppo di biblioteche digitali (Pasquale Savino, Giu-seppe Amato, Claudio Gennaro e Fausto Rabitti).

Conclude il lavoro una postfazione a cura dell’AIB Lazio firmata da Andrea Marchi-telli e una nutrita guida bibliografica curata dallo stesso Raieli.

Paolo Traniello Università degli studi di Roma Tre

Claudio Gnoli. La biblioteca semantica: tecniche e metodi per applicare l’organizzazione della conoscenza alla gestione dei servizi. Milano: Editrice Bibliografica, 2007. 157 p. (Biblio-grafia e biblioteconomia; 82). ISBN 978-88-7075-664-7. € 19,00.

La “biblioteca semantica” rappresenta per certi versi un’ovvietà ma è chiaro che la sua realizzazione per un servizio a misura di utente necessita di una base teorica chia-ra e solida.

Analizzando impostazioni diverse – avendo già scelto l’impostazione di Ranganathan – Claudio Gnoli tratta il tema in modo lineare, senza eccedere nell’astratta teorizzazione o nel piatto pragmatismo, ma accompagnando il lettore, sia esso studente principiante o bibliotecario impegnato nel servizio, in una riflessione semplice ma non banale sui vari risvolti del problema, fino a proporre una soluzione sperimentale di «livelli integrati di informazione», che coniughi in sé la chiarezza di un sistema “fisso” come la Classifica-zione Decimale Dewey con l’elasticità di una classificaClassifica-zione “a faccette”.

Il volume è dedicato a Riccardo Ridi «che ha aperto la strada» e si avvale di esempi di appli-cazioni e di riferimenti dell’Università di Milano Bicocca, Università di Venezia Ca’ Foscari, Università di Bologna, di Padova, di Pavia. Il tema è articolato in alcuni punti: gli strumenti, la gestione delle collezioni, il catalogo, il reference, la collocazione e la circolazione.

Nel lavoro che abbraccia più ambiti ed è condotto con esperienze sul campo, si sente sempre il filo sotterraneo conduttore del pensiero di Ranganathan in merito alla classifi-cazione come strumento di precisione nel servizio discendente direttamente dall’acutez-za del pensiero chiaramente espresso. Si parla perciò di «organizdall’acutez-zazione integrata di tutti i servizi della biblioteca» che si fonda sulla ranganathiana «successione conveniente», vuoi delle voci, vuoi dei documenti, superando l’illusione degli automatismi dell’informatica. Gli strumenti sono i sistemi per l’organizzazione della conoscenza postulati da Foskett, Bliss fino ad arrivare alla ISKO International Society for Knowledge Organization fonda-ta da Ingetraut Dahlberg negli anni Otfonda-tanfonda-ta. Si sviluppa così la metodologia di creare una «serie di concetti precisi». Si considera la forma più semplice di indicizzazione, quella delle parole-chiave divenute tag nel mondo di Internet costituendo le folksonomie.

La biblioteca quindi si trova nella necessità di individuare lo strumento appropriato. In particolare le due vie principali di prospettiva possono essere individuate nella classificazione di tipo enumerativo, come la CDD o la CDU, le più note, o quelle di tipo logico, o a faccette.

Tra gli strumenti a disposizione hanno un ruolo importante i soggettari, tra cui pri-meggia il Library of Congress Subject Headings, oltre a diversi thesauri, tra cui in Italia meri-ta attenzione il Thesaurus Regionale Toscano TRT. Strumenti diversi si adatmeri-tano a biblio-teche diverse sia per tipologia di materiali, generali o specialistiche, sia per dimensioni.

Riguardo la semantica nella gestione delle collezioni, l’esistenza di metodi di indiciz-zazione semantica costituisce uno strumento della biblioteca utile per decidere sia la poli-tica degli acquisti sia la polipoli-tica degli scarti. Si esaminano gli esempi della giovanissima

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