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Il Nuovo Istitutore : periodico d’istruzione primaria e secondaria. A.2(1870)

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NUOVO ISTITUTORE

PERIO DICO

PRIMARIA

ANNO

SALERNO

TIPOGRAFIA DI R. MIGLIACCIO

1870

E SECONDARIA

SECONDO

.

(6)
(7)

Anno II.

Salerno, 12 Gennaio 1870

N.° 1.° e 2.°

IL 1 0 ( 0 ISTITUTORE

G I O R N A L E

D ’ I S T R U Z I O N E E D I E D U C A Z I O N E

Il giornale si pubblica tre volte al mese. Le associazioni si fanno a prezzi anticipati mediante v a g lia postale spedito al Direttore. Le lettere ed i pieghi non francati si respingono: nè si restituiscono manoscritti — P re z z o : anno L. 5; sei m esi L. 3 ; uu numero separato di otto pagine, Cent. 30; doppio Cent. 50.

Giornali, libri ed opuscoli in dono s ’ indirizzino — A lla D ire zio n e del Nuovo I s titu to ­

re, Salerno.

SOMMARIO — A i le tto ri — P a n filo , ovvero D ialogh i su ll' istru zio n e elem entare — A- gricoltura — D ei C o r r e ttiv i — Letteratura — In to rn o a ll’ origin e della lin gua la ti»

na — Scienze naturali — L ezio n i p o p o la ri — C ronaca dell’ istru zio n e — C arteggio laconico.

A V V E R T E N Z A

Non sia grave a coloro, cui non piaccia di volere

/’

associa­

zione del

N. I stitu to r e ,

di rimandare questo primo numero di

saggio e di scrivere a u n lato dell' indirizzo il proprio nome per

sapere a chi si debba sospendere I’ invio del giornale ; ed avremo

per associati quelli che ritengono il presente numero.

A I L E T T O R I

Qual saggio abbia dato di sè in questo primo anno di vita il Nuo*

vo Istitutore e come saputo colorire il disegno che s’ era fitto in capo,

non gli sta bene proprio a lui il dirlo qui e m ontare in cattedra a sen­

tenziar dei fatti suoi. Venuto al mondo quando un novello indirizzo

facean vista di pigliare gli studii primarii e di attem perarsi a lle con­

dizioni degl’ italiani, tenne che a qualcosa pur dovesse valere l ’ opera

sua e s’ argomentò per ogni guisa di promuovere l’ istruzione e di ren ­

derla soda, efficace e conforme a lla m utata ragion dei tempi ed ai b i­

sogni della Nazione. A tal fine qua e là venne discorrendo di Fisica

popolare e tolse in ispecial m aniera a pubblicare uu corso di lezioni

agronomiche pei m aestri; acciocché l ’ insegnamento elem entare rispon­

desse meglio ai bisogni del popolo. Nè a ciò solo si volle restringere;

ma, guardando pure a tutta quanta è l ’ istruzione, studiò di d arle fon­

damenta salde e massicce , d ’ informarla a sani principii e ragionevoli

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rial-zare di quei benemeriti che con mirabile annegazione ed indefesso stu­

dio pongono opera a ll’ educazione giovanile. E sebbene non avesse mai

dim enticato gli umili principii, onde nacque, di m irare cioè specialmen­

te ai maestri elem entari ed al progresso d ell’ istruzione comune, pure,

conforme al program ma, non trasandò di toccar di lettere, di arti e di

scienze; tanto da averlo un po’ di buon viso anche da chi si travaglia

intorno a l l ’ istruzione secondaria. Questi sono stati suppergiù g l’ inten­

dimenti del Nuovo Istitu to re; e d alla lietissima accoglienza rinvenuta

in assai garbate e gentili persone piglia fidanza di perseverare in essi

e venir continuando la grave im presa, non da altro mosso che d a sin­

cero desiderio di bene. Veram ente gli è girata un pezzo per il capo

l ’ idea di far punto e non volerne più sapere; un po’ indottovi d a lle

non lievi cure che gli tocca a sostenere, ed un altro po'fastidito d el­

la scortesia d’ alcuni, ai quali l ’ urbanità e la moderazione paion virtù

degli asini. E l u i , che si picca di galantuom o, che vuol fare il ben-

creato e 1’ uffizio nobilissimo d ella stampa l ’ intende assai altram ente da

coloro che ci si mettono per im pinguare il borsellino e vendere le scienze

di Nembrotte, era proprio risoluto di cessar le noie e tornare a lla sua

pace. Ma poi, ficcatiglisi d’ attorno gli amici e sentendo ancor egli vi­

vissimi gli obblighi di gratitudine coi suoi benevoli lettori, mutò pensie­

ro e verrà raddoppiando di operosità e di zelo per riuscire accetto

agl’ insegnanti, ai quali intende di rivolgere le sue modeste fatiche.

I propositi e le intenzioni sue son già note, ed i cortesi lettori li

conoscono da un pezzo che valentuomini egli abbia a principal sostegno

e decoro. Anzi, se il cielo gli si volga propizio e certi suoi onorevo­

lissimi padroni, letterati dei primi che onorano l’ Ita lia , vorranno ri­

cordarsi di l u i , spera di d arla anche qualcosa loro assai ghiotta e g arb a­

ta. Insomma di buona volontà ce n’ è assai, e le sue debolissime forze

e il poco tempo, che gli avanza libero da occupazioni, è disposto a spen­

derlo tutto ad un’ opera, a cui si è messo con istudio e grande amo­

re . P erò gli duole assai che questo anno non possa attuare i miglio­

ram enti che avea per l ’ animo. T ra gli altri desiderii c’ era quello di

render più spesse le sue visite e d’ ingrandirsi un po’ ; m a, convenen­

dogli rincarare il prezzo d ’ associazione, ne pose giù ogni pensiero; poi­

ché a questi giorni d’ economie fino all' osso, come dicono, s’ è fatto co­

scienza di gravar d’ avanzo le povere borse degli associati. E cinque

lire , manco male, si può m etterle insiem e, e non è poi il più grave

balzello da spaventarsene e far commetter la brutta creanza di non ren­

d erle , quando a lu i, Nuovo Is titu to re , pur ce ne vogliono dei quattri­

ni per venire al mondo e mostrarsi ai lettori con un po’ di buona ve­

ste addosso. Onde seguiterà a venire come è apparso l ’ anno qua or

caduto; il più delle volte in doppio per esser più vario, più ameno e

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di buona voglia esercizi pratici di lingua italiana, 1 problemi di aritm e­

tica, appunti di grammatica ed a ltre cose utili a l l ’insegnamento popola­

re. A mozzar le lunghe proseguirà col medesimo programma d? origine,

lievemente corretto; e come ha avuti fin qui segni carissimi di benevo­

lenza e di cortesia, così spera che non vorrà fallirgli 1’ usata gentilez­

za ancor questo secondo anno di vita , in cui sla per metter piede. An­

z i, è tanta la dimestichezza che l ’ ha pigliata coi suoi benevoli, che

vuol proprio pregarli che gli facciano un po’di largo coi loro amici e

gli procurino un altro po’ di conoscenza: e si rimane qui di dire por­

gendo ai lettori i lieti augurii e le buone calende

i.° Gennaio 1810.

Il N u o v o Istitu to r e

PANFILO

OVVERO DIALOGHI INTORNO ALLA ISTRUZIONE

ELEMENTARE

D ialogo II.

Sulla educazione religiosa

E ra ornai valico un anno, dacché Panfilo dava opera a l l ’ insegna­

mento elementare n ella scuola del villaggio, dove per domestiche scia­

gure crasi ridotta la sua famigliuola. Delle fatiche che d u rav a, delle

amorose cure che spendeva in quell’ ingrato uffizio, grande compenso e

conforto egli trovava n ella coscienza del bene com piuto, n ella speran­

za di migliore avvenire per la sua p a tria , e soprattutto n e ll’ am ore fi­

liale de’ fanciulli che a lla fede e saviezza di lui erano stali commessi.

A’ quali avea saputo in poco tempo ispirar tanto affetto di sé e del sa­

p e re , che veram ente era bello a m irar que’bim bi, a l l ’ ora designala

per la scuola, interrom pere i loro trastulli e qualunque a ltra cosa suo­

le tirare gli animi puerili, e correr lieti a ricevere g l’ insegnamenti del

bene amalo maestro. E avea per tal guisa composti i loro animi e in­

namoratili del b en e, che ognuno si aspettava di veder fra non guari in

quel paesello ciò che in Friburgo operò il P . Girard; il quale d i uom ini

ingombri le menti e g li anim i d i erro ri e d i v iz i form ava popoli m odelli,

e, come dice il Peslalozzi, faceva oro del fango. E in mozzo a tante cure e

si gravi occupazioni non trasandava i prediletti suoi slu d i, a cui condu-

cevalo e 1’ amore ardente del sapere e il desiderio di rendersi ognora

più utile alla p atria con dotti lavori a cui avea messo mano. Onde tut­

to il tempo che avanzavagli d a ll’ insegnamento, rimaneva chiuso in com­

pagnia de’ libri nella sua cameretta, dove di quando in quando veniva

1 Gli esercizii di lingua cd i problemi di aritmetica si comincerà a pubblicarli col prossimo numero.

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a confortarlo Enrico. Il quale per la compagnia assidua ed amorosa di

Panfilo erasi in gran parte rim utato da quel di prim a : cerle opinioni

strane avea sm esse, e q u ell’ impeto giovanile e sconsiderato che soven­

te avealo tratto a operar senza senno e consiglio, cominciava a tem ­

p erare : insommi la ragione e la buona natura ripigliavano in lui i

propri d iritti, e i pensieri gravi la vincevano, 1’ un dì più che I’ a l­

tr o , sulla gaia spensieratezza de’più giovani anni. Quando egli ap pari­

va improvviso nello studinolo di Panfilo con cento novelle da raccon­

ta re , con cento piacevolezze e motti a rg u ti, era una festa per il giova­

ne maestro.

Non abbiate però a credere che al tutto riposati e tranquilli fosse­

ro i giorni di Panfilo. Il suo vivere solitario, quel tenersi lontano da

ogni m aniera di esagerazioni, procura vagli ben m olli nemici. Quel sen­

timento religioso p u ro , sch ietto , alieno da ogni affettazione, che infor-

■mava tutta la sua vita e nobilitava tutti i suoi a t t i , e che studiavasi di

trasfondere nei suoi piccoli a lu n n i, non sapea piacere a que’ cotali che

tutla la religione pongono solamente in minute pratiche esteriori da nes­

sun sentimento ed affetto avvalorate, spesso più faticose a ’ p olm oni, che

nutritive d e lla mente e d ell’ animo. Nè poteva andare a ’ versi a qu e­

gli altri che reputano a grettezza e povertà di animo il sollevarsi a

quella religione a cui s’ innalzarono i sublimi intelletti di D ante, di Ga­

lilei , di Vico e di Manzoni. Che diremo poi di coloro, a cui non par­

rebbe vero di veder di nuovo la p atria ricaduta nella vergognosa ser­

vitù e abbiezione d’ una volta ? che di quegli a l t r i , che avvisano di

non potersi meglio servire la nazione che colle gare ambiziose, cogli

odii e i ra n c o ri, colle diffamazioni, cogli scandali e le discordie? È

agevole pensare in che conto dovessero avere i primi quel suo amore

sincero e disinteressato per la gloria e la prosperità d e ll’ Ita lia ; e in

qual pregio avessero i secondi quella calma operosa, quello studio in­

defesso e q u ell’ acceso zelo che poneva Panfilo nell’ istruire e n ell’ e-

ducare i fanciulli. Mi taccio infine di q u e lli, pe’ quali la civiltà m o­

derna ( senza distinguere e sceverar le cose ) è vecchia quanto il pec­

cato , è nata col p ec ca to , ed è la quintessenza della corruzione del-

l'e m p io gentilesim o. 1 P er costoro Panfilo così acceso di am ore e d i

ammirazione per le parli buone del moderno incivilimento, dovea pare­

re proprio un ministro di Satanasso.

Onde quegli slessi che a l l ’ illustre e benemerito P. G irard furon

cagione di tanti affanni e d o lo ri, inimicavano e astiavano Panfilo; e ,

per turbare le coscienze de’ padri di fam ig lia, anche contro di lui m et­

tevano in campo la religione. Nè mancavano le trafitture di qualchedu­

no de’ suoi discepoli più provetti : il quale, immemore d e lle

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ni e delle prove di sincero amore ricevute da Panfilo, non sapeva ricam­

biarlo, allro che con perfida ingratiladine. Chè non di rado s’ incon­

trano di queste anime basse e codarde, di questi cuori di cim ice, a lla

cui viltà il benefìzio è un peso e la riconoscenza è una m acch ia, e a l­

tro merito non rendono a chi ha loro educalo la mente e l ’ anim o, che

obblio, vilipendio, disprezzo, e forse peggio ancora.

Ma quello che maggiormenle contrislava gli animi de’ b u o n i, e ra il

vedere che quegli stessi eli’ eran preposti al governo del suo municipio,

e che avrebber dovuto per ogni guisa in co rag g iarlo , non si rimauevan

di fargli ogni maniera di dispelli; i quali a chi avea, come lu i, si chia­

ro ed esquisito il sentimento della umana dignità, doveano riuscire a-

marissimi. Ma l’anfilo per tutto questo non inviliva, anzi credeva esser

da procedere più gagliardam ente nella cominciata opera. INon lo spa­

ventavano le ridicole e vane riprensioni degl’ ignoranti nè le battaglie dei

tristi. Degli uni e degli altri egli sentiva veramenle p ie tà , perchè la

ignoranza e la tristizia sono pur degne di compassione. Di coloro poi,

che in iscambio di confortarlo nella sua opera, si studiavano di re n d er­

gliela più difficile, si addolorava; ma non prendeva nessuna m araviglia.

Sapeva benissimo quanto fossero dappochi, e com e, intesi unicamente ai

subiti guadagni, dovessero ben allro avere per il capo che la diffusio­

ne d e ll’ istruzione e il m igliore avvenire della pairia.

E ra tornato di que’ dì dalla Svizzera e dalla Germania, dove avea

viaggialo per causa d ’ istruzione, il figlio del ricco signore della v i l l a ,

di cui era castaido il padre di Enrico. E ra un giovane elegante con

un volto delicato e quasi di maliscenle, colla persona tulla messa a g ran ­

de stadio. Tutto ne’ suoi abiti era a modo e a misura : tutto era con­

forme a’ nuovi esemplari venuti d’ oltralpe ; ed e : poneva ogni cura che

nessuna cosa vi spiovesse fuori di proporzione, nè una menoma pie-

golina peccasse pur lievemente. Aveva però voce di aver apprese n elle

sue peregrinazioni dottrine nuove; per formo nella casa, nelle piazze,

dovunque trovavasi con una brigata di a m ic i, entrava sovente a discor­

rere di naturalismo, di positivismo, di pedagogia, di metodo, di analisi,

di sintesi, di sintesi prim itiva, di sintesi secondaria, e di cento altro

cose di questo an d a re, che faceano ire in visibilio e rimanere a boc­

ca aperta quelli che 1’ udivano. Con una facillà che non sapremmo

esprimere, vi provava, a mo’ d ’esempio, che 1’ uomo fisicamente e mo­

ralmente è una bestia nè più nè meno delle a ltr e , per la ragione

che i cranii de’ m acachi, de’ cim pansè, de’ gorilli , quanto ad a rc h i­

tettura , ritraggono dagli umani ; ovvero togliendo a d iscorrere, quasi

inspirato , di cerle trasformazioni , faceva derivar 1’ uomo da’ lemu­

r i , e questi poi d alle falangisle; e così con una interminabil genea­

logia trovava il ceppo comune degli anim ali negli infusorii, anzi nel

tronco stesso de’ vegetabili, appunto come Evandro n arrava a ll’ ospite

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Enea che da’ roveri erano nati i primi abitanti! del Lazio. T utti ad u-

dir cose tanto pellegrine ed alte, rim anevano trasecolati; ma non man­

cavano degl’ indiscreti, a cui destava risi inestinguibili ; e che volendo

addentrarsi un poco nelle cose che egli diceva con iscaltre interroga­

zioni, gli facevano perdere la bussola, per modo che smagalo non sa-

pea più fiatare. Onde alcuni per la singolare leggerezza che avea re ­

cala ne’ suoi sludi, e la smodala e malta presunzione di sa p e re , erano

usi di chiam am arlo Leggerino T uttesalle. Nello studio poi de’ romanzi

francesi, inglesi e tedeschi niuno era che potesse, non che su p erarlo ,

stargli a paro; e i casi che in essi leggeva, tanta impressione gli face­

van o , e tanto potere esercitavano su lla commossa fantasia che spesso,

ritraendosi da q uella le ttu ra , rim aneva tutto il giorno tris to , pallido,

taciturno e cupo come la notte, in tanto che gli amici più d ’ una fiata

ebbero a tem ere non fosse uscito di cervello.

Ora costui, per mezzo di E n ric o , avea conosciuto P anfilo; e non

ostante la diversità delle o p in io n i, d elle tendenze, degli studi, p iglia­

va gran diletto a conversare con lui; le paro le di Panfilo, che rivela­

vano indole soave ed animo mile e to lle ra n te , aveano per lui singolari

attrattive; traluceva nelle sue m aniere un certo amabile lume di nobiltà,

che movevalo a riverenza e ad amore. Onde lo visitava spesso; e un

giorno fra gli altri lo trovò in compagnia di un signore, attempalo an­

ziché no. E ra coslui un uomo dabbene, ma di animo angusto e di as­

sai poca levatura di m ente. Gli studi, a cui avea dato opera in un pic-

col seminario della provincia, erano stati assai g retti. La gramm atica

di Alvaro, la rettorica di De Colonia, la filosofia del P . Liberatore a-

veano esercitato il suo ingegno ; e avviato a l sacerdozio , avea mes­

so mano anche al trattato De locis theologicis, nella Teologia del P.

Perrone, quando per impreveduti accidenti gli fu forza interrompere gli

studii, e ridursi nel suo paese natio ; d o v e , per attendere a lle dome­

stiche faccende, gli convenne di m utare in squarci e in vacchetle i li­

bri della scuola.

E ra , come abbiamo d e tto , un buon pastricciano ; ma per la qua­

lità del suo in gegno, del suo animo e de’ suoi studi aveva assai stra­

ne idee sulla civ iltà e sul progresso, e credeva che tutto questo mo­

vim ento, senza distinzione di so rta , fosse un’ opera di S atana, una in­

venzione de’ figliuoli di B elial. Onde e’ si può di leggieri argom enta­

re quanto discordasse dal pensare di Panfilo; il quale nondimeno Jo

ascoltava volentieri, e spesso pigliava piacere a udirlo spropositar co­

sì grossamente e m aledir la civiltà, per toglierne cagione di trarlo d ’ e r­

rore. E quando si mostrava acceso di alrabile e di fanatica ra b b ia , e

lasciavasi andare a parole meno che tem perate contro quelli che non

consentivano con lu i; Panfilo, senza intorbidar mai la cara soavità d ella

sua fro n te , gli richiamava a mente il precetto d eJl’apostolo, d i

(13)

segni-tare i l vero nella ca vità , ' e gli ricordava quelle bellissime p a ro le :

In neccssariis unitas, in dubiis liòertas, in omnibus

c h a r i t a s .

Ma che?

tulto era fiato sprecalo, e Panfilo era persuaso che a convertirlo fosse opera

vana come il pestar l’acqua nel mortaio. Noi ne ignoriamo il nom e; ma

per dinotar quella paura che avea grandissima di qualunque novità, fosse

pur ragionevole e radicata n ell’ antico, lo chiameremo Neofobo. Quan­

do sopraggiunse Leggerino, Panfilo e Neofobo disputavano intorno a lla

educazione religiosa, a lla sua im portanza, ai suoi effetti e a l modo di

condurla.

f Continua )

'

Prof. F . L ingu iti

CONFERENZA 20.a

De i Co r r e t t i v i.

I lavori riescono correttivi in va rie guise — G li agenti atm osferici lo sono del p a r i ■— C orrettivi d ir e tti — Uso della calce come dissolvente e come al­ calina p er n eu tra lizza re l'a c id ità delle terre p a lu s tri — A b b ru c ia m e lo delle terre.

D a lle co se fin o ra d isc o r se v o i d o v e te r im a n e r p iù c h e p e r su a s i d i e s se r e d o p p ia la s o r g e n t e , da c u i le p ia n te tr a g g o n o i l lo ro a lim e n t o , l ’ a r ia e la terra . G li e le m e n ti c h e s i a p p r o p ria n o d a ll’ a r ia n on p o sso n o v e n ir m en o g ia m m a i, m a u on c o sì d e lla t e r r a , la q n a le non se m p r e n’ è p r o v v e d u ta ab b astan za, o v v e r o tr o v a se n e e s a u r ita . A g g iu n g e te c h e g l i s te s s i e le m e n t i a e ­

rei d eb b ono p u ra n co s p ie g a r e la lo ro a z io n e s u l te r r e n o , e p e r c h è ta n to a v ­ venisse è n e c essa rio c h e i l te r r e n o a b b ia c e r te d a te d is p o s iz io n i se n z a d e lle qu ali q u ei p r in c ip ii in tu lto od in p a r te r es te r e b b e r o in e r ti. D a c h e n e d e r iv a che se un terren o n on s ia f e r t ile , c io è c h e non a b b ia tu tta o la m a g g io r p a r te d elle co n d iz io n i n e c e s sa r ie a r is e n tir e i b e n e fìc i in flu s s i d e g li a g e n ti a tm o s fe r i­ c i, non vi darà m a i b u o n r ic o lto . Or l ’a g r o n o m o è o b b lig a to a s tu d ia r e la n a tu ra d el terren o e c o r r e g g e r n e , se b is o g n a , i d ife tti c h e so n o la c a g io n e d e lla s t e r ili­ tà. E p rim a di tu lto c o m e la fe co n d ità c h e ci v ie n e d a ll’a r ia n on co sta n u lla , ed ogni a llr o a m m e n d a m e n to c i riesce c o sto so , b iso g n a non p e r d e r e d i m ir a il b o ­ nificam ento c h e p o s sia m o o tte n e r e d a ll’ a r ia e d a g li a lt r i a g e n ti a tm o s fe r ic i. A b biam o un te rr en o s t e r ile e lo te n g h ia m o lu n g a m e n te s o d o : fa c c ia m o m a . le, perch è sm o v e n d o lo sp e s so e la s c ia n d o lo sm o sso in ta n te z o lle , n o i a v r e ­ mo a p erto l’ a ccesso d e ll’ a r ia ad u n a s u p e r fìc ie a ss a i p iù e stesa d i q u e llo non era la so la su p e r fic ie u n ila ; a v r e m o p u r e fa c ilita ta la p e n e tr a z io n e d e l- 1’ acqua n e g li str a ti in f e r io r i, e fin a lm e n te se u n a g e la ta a v v ie n e su d i q u e ­ sto te r r e n o , ce lo d is g r e g h e r à a ssa i m e g lio d i q u e llo fa r eb b e u n e c c e lle n te la v o r o . In so sta n z a i la v o r i m ig lio r a n o se m p r e i te r r e n i c o sì fisic a m e n te c h e c h im ic a m en te. I p r in c ip ii d e ll’ a r ia li p e n e tr a n o e n e r e s ta n o a s s o r b iti e co n serv a ti a b e n e fiz io d e lle c o lt iv a z io n i c h e sa r e m o p er e s e g u ir v i. S e u n terren o a r g illo so v o i lo la v o r a te r e p lic a te v o l l e , p o tr e te r ic o n o s c e r e c h e

(14)

m a n m a n o i l s u o c o lo r e b ia n c o s i fa b r u n o , e q u e s to d a c h e 1* o s s id o d i fe r r o c o m p le ta la su a o s s id a z io n e a p p r o p r ia n d o s i d a ll’ a r ia n u o v a d o s e d i o s s ig e n e ; e d u n a v o lta c a m b ia to d i c o lo r e , a v v e r r à p u r e c h e q u es to te r r e n o sa r à m e n fr ed d o p e r c h è a s s o r b ir à m a g g io r n u m e r o d i r a g g i c a lo r ific i. E cco d u n q u e m ig lio r a t o q u e s to te r r e n o a n c h e s o tto q u e s to u lt im o r a p p o r to . Si a m m e n d a n o p u r e p e r v ia d i fo s s i d i s c o lo o d i fo g n a tu r e q u e i te r r e n i c h e r ite n g o n o d i tr o p p o 1’ a c q u a , e q u e s t i so n p u r e e m e n d a m e n ti p r o c u r a ti d a l la v o r o : c o sì le l iv e lla z io n i d e lle s u p e r f ic ie , le a r g in a t u r e , e v ia d ic e n d o . M a g io v a a r r e sta r c i q u i p e r q u a n to r ifle tte g l i e m e n d a m e n ti c h e s i o t t e n ­ g o n o d a i la v o r i, d o v e n d o d i p r o p o s ito d is c o r r e r v i d i e s s i, c o m e d e g li s t r u ­ m e n ti p er e s e g u ir li.

In ten d o o ra p a r la r v i d i a ltr i c o r r e t t iv i c h e m i p ia c e in d ic a r v i c o l c h ia ­ m a r li d ir e tti, m e n tre q u e lli c h e s i o tte n g o n o d a l la v o r o a m e se m b r a n o in ­ d ir e t t i.

Un c o r r e ttiv o d ir e tto è c e r ta m e n te q u e llo con c u i, e s a m in a lo lo im p a ­ sto d i un te rr en o e tr o v a to lo m a n ca n te d i u n e le m e n t o im p o r ta n te , s i v ie n e a s u p p lir v i a g g iu n g e n d o q u e ll' e le m e n to o v v e r o m e s c o la n d o te r r e d i n a tu r a c o n tr a r ia . Ma c h i n on v e d e c h e p e r q u a n to s e m p lic e p o s s a a p p a r ir e q u e s to r ip ie g o , p u re è d i d iffìc ile e s e c u z io n e un p o ’ c h e s i v o g lia o p e r a r e s u d i u n a e s t e n s i o n e d i te r r e n o a lq u a n to n o t e v o le ? P u r t u t t a v ia se la sp e s a d e v e i l p iù d e lle v o lte d is s u a d e r c i d a u n t a le e m e n d a m e n t o , n o n m a n c a n o c o n d i­ z io n i d i lu o g o e d i te rr en o d o v e p o tr à f a r s i c o n u n r is u lt a lo e c o n o m ic o

v a n ta g g io s o , s p e c ia lm e n te q u a n d o a b b ia s i a s u p p lir e la c a lc e , la q u a le p u ò a v e r s i o v u n q u e e d in a lc u n e c o n tr a d e a b u o n p a t t o .

G ra n d i c a m b ia m e n ti p o s so n o o tte n e r s i in a lc u n i te r r e n i tr o p p o te n a c i m e r c è la c a lc e , e s ia p u r e c a lc in a c c io , con c u i s i g u a d a g n e r à n e lla s c io lt e z z a , a v v e g n a c c h è n e ss u n a so s ta n z a p iù d i essa è c a p a c e d i e s e r c ita r e p o te r e d i s ­ g r e g a n te su d i q u e s ti te r r e n i d i tr o p p o c o m p a tti. U n tr en ta a q u a r a n ta e t t o li­ t r i d i c a lc e vi m u te r a n n o p r o fo n d a m e n te la n a tu r a d i un e tta r a d i te r r e n o , s ì d a fa r lo a d d iv e n ir e f e r t ile d a s t e r ile c h e e r a . In c o s iffa tti te r r e n i n on m a n c a n o p u n to i p r in c ip ii d i f e r t ililà ; s p e c ia lm e n t e n o n m a n c a n o le m a te ­ r ie o r g a n ic h e , m a tr o v a n s i c o sì s tr e tte ed a sc o se c h e le r a d ic i n on p o sso n o a p p r o p r ia r s e le , e l’ a r ia n o n v i p u ò p e n e tr a r e p e r r e n d e r le a s s im ila b ili.

N è la c a lc e g io v a a m ig lio r a r e le s o le te r r e fo r ti e d a r g illo s e ; essa a p ­ p lic a ta a d a ltr i te r r e n i, d o v e le s o s t a n z e o r g a n ic h e tr o v a n s i p e r a c q u e m o r ­ t e in is ta lo d i u m id it à , r e n d e q u e s te s o s ta n z e sa n e e d u t ilm e n t e a s s im ila b i­ l i . C iò si v e r ific a n e i te r r e n i d a p o co te m p o p r o s c i u g a t i , c o m e p u r e n e i le r r e n i p r im a b o s c h iv i e p o i d is s o d a li. A v v e r tite p erò c h e u sa n d o la c a lc e non p e r d is s o lv e r e m a p e r m o d ifica r e 1’ a c id it à , v u o l e s s e r e c a lc e v iv a , c io è tra tta d i fr esc o d a lla fo r n a c e e p r im a c h e s i s ia d i b e l n u o v o a p p r o p r ia to i l g a s a c id o c a r b o n ic o , p e r c h è a llo r a e ssa h a le p r o p r ie tà a lc a lin e e p e r c iò r ie sc e a n e u tr a liz z a r e l’ a c id o di q u e lle t e r r e .

U n a llr o c o r r e ttiv o d ir e tto è i l fu o c o . Il b r u c ia r e le te r r e f o r ti sia con a c ce n d er v i le r is to p p ie , sia a u c h e m e g lio c o l fa r e d e i m o n lic c h i d i z o lle , fr a le q u a li s i la s c ia q u a lc h e v u o to e v i s i m e tto n o fr a s c h e e s i a c c e n d o ­ n o , fa sì c h e i l te rr en o si a p p r o p r ia q u e lle so s ta n z e c h e si v o la filiz z a n o

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con la c o m b u s t i o n e , e si fe r t i l i z z a e c a m b i a n a t u r a . N o n p iù s’ i m p a s t a con l ’ a c q u a , (liv eu la p i ù poro so ed a s s o r b e m e g l io i p r i n c i p i i a t m o s f e r i c i , si m etto no in l i b e r t à gli a lc a li e si r e u d e s o l u b i l e la s ilic e , la q u a l e n on m a n ­ ca nei t e r r e n i argillosi ed a s s o r b i t a d a l l e p i a n t e se ne g i o v a n o , s p e c i a l m e n ­ te il g r a n o che ne h a t a n t o bisogno p e r f o r m a r e il s u o s t e lo , c h e a d d i v i e ­ ne p iù ta r d i p a g lia .

L’ av e rv i di re c e n t e dis corso d e ll a co m p o s iz io n e fisica d e ll e t e r r e m i h a persuaso a p a r l a r v i a n c o r a di q u e s t i m ezz i c o r r e t t i v i ; m a n o n c r e d e t e però che sia q u e s t o t u t t o q u e l l o c h e p u ò d i r s i in fa l lo d i a m m e n d a m e n t i . I te r re n i p iù r e s tii a p r o d u r r e , poss ono m a n m a n o i n g e n t i l i r s i f a c e n d o v i o p p o r t u n i la v o r u c c i, e s a p e n d o p r e s c e g l i e r e p e r essi le c o lt iv a z i o n i p i ù ac­ conce. Non ve ne d ic o o r a d i v a n t a g g i o ; m a m i r i s e r b o d i r i t o r n a r e sullo slesso a r g o m e n t o q u a n d o vi d i r ò d e i l a v o r i e deg li i s l r u m e n t i p e r e s e g u i r ­ li. Così p u r e q u a n d o p a r l e r e m o del s o t t o s u o l o , del sovescio ed in a l t r e o c ­ casioni a n c o r a , ci v e r r à off erto il m o d o d i o c c u p a r c e n e ; a v v e g n a c h é è c o ­ sa i n d i s p e n s a b i le p e r c h i voglia m i g l i o r a r e la n a t u r a d e l t e r r e n o d i u n p o ­ d ere d i non p e r d e r e m ai d i vis ta q u e s t o scopo l u l t e le volle c h e lo la v o r a e lo coltiv a.

C.

INTORNO A L L ' O R I G I N E D E L L A LINGUA LA T IN A

SOMMARIO — I. Leggenda riportata da Plutarco n ella Vita di R om olo, immagi­ ne d ell’ accozzamento degli antichi dialetti italici, da cui risultò la lingua la tin a — II. Discrepanza di opinioni intorno a questo argomento — III. Gli studi della nuova scien­ za del linguaggio aprono e spianano la via alla soluzione della quistione — IV. Origi­ ne de’ popoli e delle lingue italiche dal ceppo indo-europeo. Grado di civiltà raggiun­ to da loro innanzi di abbandonare la sede comune prim itiva, e nel separarsi da’ Gre­ ci — V. Unità della lingua italica primitiva. Sua divisione ne’ dialetti, i quali assim ilan­ dosi fra loro dànno origine alla lingua latina. Perfezionamento del latino per opera de­ gli scrittori che forbiscono ognora più i dialetti e li modellano su ll’ esemplare della lingua greca — VI. Rimangono i dialetti di costa alla lingua nob ile, pel cui contatto si dirozzano e ingentiliscono; e, quando insieme coll’ antica coltura de’ Romani scom­ pare la loro lingua, risorgono, e dànno origine alla nuova lingua italiana — VII. Rag­ guagli degli antichi dialetti col latino — VIII. Si discorre dell’ osco e delle sue som i­ glianze colla lingua latina — IX. Si fanno gli stessi raffronti coll’ umbro — X. Anche 1’ etrusco si collega col latino — XI. Si conferma la sentenza intorno a ll’ origine del la­ tino da’ dialetti italici con argomenti storici — XII. Ragioni tolte dal sentimeuto di na­ zionalità che si ridestò negl’ italiani al tempo della guerra sociale — XIII. Autorità de­ gli scrittori — Raimondo Guarino — Cesare Cantù — XIV. Affinità fra il latino e il gre­ co — Da essa non s ’ inferisce che il latino sia nato dal greco, ma che 1’ uno e 1’ altro abbiano un’ origine comune — XV. Il metodo di studiare il latino dev’ essere storico e comparativo — XVl. Importanza e attrattive di questa maniera di studi.

I. Leggesi i n P l u t a r c o c h e R o m o lo c h i a m ò d a l l ’ E t r u r i a degli u o m i n i c h e intorno alle fo rm o le religiose e alle c e r i m o n i e s a c r e lo a m m a e s t r a s s e r o . C a ­ v arono ess i i n t o r n o al co m izio u n a f o s s a ; e c i a s c u n o vi gettò u n a z o lletta di te r r a r e c a t a dal pa e se o n d e e r a v e n u t o ; poi si m i s c h i ò tu t to , e si diè al fossato, co m e a ll’ u n i v e r s o , il n o m e di m o n d o . È q u e s t a , se n o n a n d ia m o e r r a t i , u n 'i m m a g i n e fedele d e ll’a c c o z z a m e n to degli a n t i c h i s s i m i d ia letti italici

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o n d e r i s u l t ò la li n g u a la t in a . S e n o n c h e q u e l l a fu u n a se m p li c e a g g reg azio ­ n e di e l e m e n t i , e la fa v ella è u n c o m p o s to c h e som iglia a 5 c o r p i o rg a n i c i e v i v e n t i. E così e r a v e r a m e n t e r a g i o n e c h e in t e r v e n i s s e ; i m p e r o c c h é , q u a n ­ do i popoli i t a l i a n i , c o n v e n u t i in R o m a , c o m p o s e r o , c o m e s c r i v e F l o r o , di m o l te m e m b r a u n sol c o r p o , e gli o r d i n a t o r i d e ll a p o te n z a r o m a n a , col s e n ­ n o civ ile p iù c h e c o ll a fo rza delle a r m i , in t e s e r o a f o r m a r e d e ll1 I t a l i a u n a s o l a n a z io n e ; le v a r i e g e n t i d e ll a p e n i s o l a , p e r il la v o r o le n t o e s eg reto m a efficace della civ iltà, si c o n f o r m a r o n o e a s s i m i l a r o n o t r a loro p e r leggi, c u l ­ to e c o s t u m i ; e la li n g u a c h e di q u e s t e c o s e è m a n i f e s t a z io n e e s p e c c h i o s i n c e r o , si r i f e c e u n a a n c o r essa.

II . I n t o r n o a q u e s t o i m p o r t a n t e a r g o m e n t o si è sc r itt o e d is p u ta t o ass ai. Chi volle fosse d e r i v a to il la t in o dal g r e c o , c h i d a l l ' eb r a i c o ; c h i d a ll ' id i o m a c e ltic o , c h i dallo slav o ; c h i dal s a n s c r i t o , e in g e n e r a l e d a ll e li n g u e o r i e n ta l i. N è si so n o a n c o r a i filologi r i m a s i dal f a r s e m p r e n u o v i sforzi e m ag g io ri p e r v e n i r e u n a v o lt a a cap o di r i s o lv e r e la q u is ti o n e . E i te n t a t i v i c h e a d ogni tr a t t o si r i n n o v a n o e l a s o l le c i tu d i n e o n d e so n o dag li studiosi a c c o l ti e m essi ad e s a m e , r i v e l a n o c h e a lt ro a n c o r a r i m a n e da f a r e e a l t r e l a c u n e d a r i e m ­ p ie r e .

II I. Se n o n c h e , p e' m a r a v ig l io s i p ro g r e s s i c h e v ie n fa c e n d o a n c h e p res so di n o i la s c i e n z a d e l l i n g u a g g i o , r i e s c e p i ù a g e v o le r e c a r l u c e in u n s u b - bietto ta n t o difficile e i n t r i g a to , e s p i a n a r la v ia a lla m e t a d e s i d e ra t a . E v e ­ r a m e n t e q u e ll o c h e p r i m a p a r e a q u a s i im p o ssib ile c o n s e g u i r e , è d a s p e r a r e c h e m e r c è i n u o v i s t u d i si o tt e n g a . I m p e r o c c h é p e r e ss i si r a c c o l g o n o e d e s a m i n a n o gli a v a n z i e i m o n u m e n t i di te m p i r e m o t i s s i m i : p e r le loro a c ­ c u r a t e i n d a g i n i , n o n m a i v e d u t i ori zzo n ti ci si d i s c h i u d o n o d ’ in n a n z i . Q u a n t a p a r t e di q u e l p erio d o della g e n te in d o - e u r o p e a , di c u i n o n si h a m e m o r i a , t r a d iz i o n e o m i t o , n o n è i r r a d i a t a d a ll a loro l u c e ! P e r e s s i a t t e s a m e n t e si r i c e r c a n o i n og n i id i o m a le leggi c h e n e g o v e r n a r o n o l a v i t a e le t r a s f o r ­ m a z i o n i ; o n d e là d o v e si c r e d e t t e di v e d e r li n g u e e s s e n z i a l m e n t e d i v e r s e , a p p a r v e c h i a r o c h e n o n e r a n o se n o n v a r i m o m e n t i di u n m e d e s i m o l i n ­ guag gio . E s s i h a n n o , a d i r così, c o s t r e tt o gl’ id io m i degli avi a n a r r a r e ag li i n c o n s c i nip o ti a n t i c h i s s i m e i s t o r i e : e s s i h a n c o n f e r it o ass ai a l l a so l u z io n e di q u e l l ’ a r d u o p r o b l e m a c h e f u r o n o m a i s e m p r e le origin i it a li c h e .

I V . P e r essi si è posto in sodo c h e t u t t e le fa v e l le p a r l a t e d a ll e g e n ti c h e p o p o la n o le c o n t r a d e d a ’ m o n t i H i m a l a y a al capo n o r d , e dalle foci del G a n g e a q u e l l e del Tago, h a n n o f r a lo r o a n a l o g i e , ra s s o m i g l i a n z e , c o n f o r ­ m i t à c h e si f o n d a n o , n o n s u l la n a t u r a c o m u n e del g e n e r e u m a n o , m a b e n s ì s u q u e l l a specific a di s c h i a t t a . D i c h e s ’ in f e r is c e di leggieri c h e q u e ll e g en ti c o s t it u ir o n o u n te m p o u n sol p o p o lo c h e a b it a v a gli a lti p i a n i d e ll’ A sia , e p r o p r i a m e n t e , s e c o n d o a l c u n i , la R a t t r i a n a ; e c h e poi in u n p e r i o d o p re i­ s t o r ic o a b b a n d o n ò la sed e p r i m i t i v a , e si diffuse in g r a n p a r t e d e l l ’ A s ia e d ell' E u r o p a . S e n z a le r i v e l a z i o n i , i n f i n e , di q u e s t a s c i e n z a c h e p u ò dirsi g lo ria e v an to del s e c o l n o s t r o , n o i o r a n o n s a p r e m m o c h e d a l m e d e s im o stip ite d a c u i d e r i v ò la fa m ig lia i n d i a n a , l ’ i r a n i c a , la c e l t i c a , la s l a v a , la l i t u a n a e l a t e d e s c a , si s t a c c ò u n r a m o c h e in s é c o m p r e n d e v a p a r i m e n t i i p r e d e c e s s o r i d e ’ G re c i e degl’ i t a l i a n i . I q u a li d u e p o p o l i , i n n a n z i di la ­

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sciare la loro sede c o m u n e , e r a n o in tesi alla p a s t o r iz i a , ed a v e a n o r a g g i u n to uu certo gra do di c i v i l t à ; si c o n o s c e v a n o d e l l ’ a r t e del m u r a r e , d e ll’ a p r i r stra de, del tessere e c u c i r e , del c o s t r u i r e b a r c h e e della n u m e r a z i o n e , p e r lo m e n o , infìno a c e n t o . G li a n i m a l i p iù pro fic ui a v e a n o a d d o m e s t i c a t o , e scoperto i m etalli p iù u tili. C o n o s c e v a n o i v in c o l i di fam ig lia , e a d o r a v a n o come Dio il cielo s p l e n d e n t e . Al c h e s i a m o c o n d o tt i d a ’ ra ffro n ti delle lingue latin a e greca con la s a n s c r i t a ; n e ll e q u a l i ci a v v i e n e di t r o v a r e le stesse parole significative di tu t ti q u e s ti v a r i e l e m e n t i di civ iltà. M a b e n a l t r i m e n t i avveniva dell’ a g r i c o lt u r a , c h e o i g n o r a v a n o al t u t t o , o n e c o n o s c e v a n o sol­ tanto i prim i r u d i m e n t i . E gli è b e n v e r o c h e il n o m e di u n c e r e a l e , S f a , sanscrito ya va s, è c o m u n e agli A ria n i a siatici ed e u ro p e i ; m a ciò p r o v a , come osserv a il M o m m s e n , c h e in n a n z i di s e p a r a r s i q u e l l e s c h i a t t e , r a c c o ­ glievano e si c i b a v a n o d e ’ g r a n i d e l l ' o r z o se l v a ti c o e della s p e l t a , c h e n e ll a M esopotamia s p o n t a n e a m e n t e g e r m o g l i a n o . Ma n e l d iv i d e r s i c h e fe c e r o quei due p o p o l i , già d a v a n o in t e n d i m e n t o di s a p e r c o l t i v a r e i c e r e a l i e la vite. E a c h iu n q u e n e d u b it a s s e , si fa m a n i fe s t o c h i a r a m e n t e p e r q u e s t o c h e ad e n tr a m b e le li n g u e so n o c o m u n i le p a r o l e c h e a ll ' a g r i c o l t u r a si r i fe ri s c o n o : ager, àypo's; a ro , a r a t r u m , apoto, àporpov; h o rtu s, %o'pros; m iliu m , [wXi'vri; v i - n u m , olwos. 1

V. O n d e c h e , se c o m u n e fu l ' o rig in e d e ’ popoli i t a li a n i, c e r t is s im o a p ­ p a r e c h e u n a dovette e s s e re in p ri n c ip i o la lo r o l i n g u a , c h e poi si p a r t ì in v a ri dialetti. Se n o n c h e la r o t ta u n i t à d e ll’ id i o m a p ri m i ti v o p u r lasciò i m ­ pre sso n e ' s u o i ru d e r i u n vestig io di s è ; o n d e i v a r i linguaggi italici h a n n o u n a g r a n d e affinità fra loro n o n p u r e n e ll e ra d i c i, m a n e l l a s t r u t t u r a g r a m ­ mat ic ale a lt r e s ì e n e l l e f o r m e d e l l a flessione. O r q u e s t i d i a l e t t i , s p e c i e il sa b i n o , l ' o s c o , l’ u m b r o e l’ e t r u s c o , a s s im i la n d o s i e c o n t e m p e r a n d o s i fra l o r o , de tte ro o rig in e a q u e l l a li n g u a c h e d ag li a n g u s t i c o n fin i del L a z io si estese in s ie m e col d o m i n io r o m a n o in t u t t a la p e n is o la e poi i n t a n t a p a r t e del m o n d o , e p e r m o l t i secoli f u la fa v e l la della re lig io n e e della scie n z a . Il q uale id iom a, f o r b e n d o s i m a n o m a n o e u n a v o lt a p i ù c h e 1’ a l t r a c o n f o r ­ m a n d o s i p e r o p era degli s c r itt o r i s u l l ’ e s e m p l a r e d e ll a li n g u a g r e c a , d i v e n n e ricco ed u n o , colto e v i v e n t e , e d a t u t t i i popoli d e l l ’ I t a l i a s e n o n a d o p e r a ­ to, fu c e r t a m e n t e in t e s o e s e n t it o .

V I. Ciò n u l l a di m e n o , n o n p e r i r o n o q uegli a n t i c h i s s i m i i d i o m i , m a com ec hè a l q u a n t o dirozzati e in g e n tiliti pel c o n t a t t o del la t in o , in s ie m e c o n questo c o n t i n u a r o n o a v iv e r e , p e r d i r c o s ì , e ad u s a r s i dal volgo. Così, è oggimai ri s a p u to c h e in R o m a a lla li n g u a n o b il e si c o n t r a p p o n e v a il serm o rusticus e h ’ e ra tu t ta v i a in u so a p p r e s s o il popolo , e c h e f a c e v a r i t r a t t o d a l ­ la ru videzza d e l l ’ a n ti c o id io m a; e serm o p e r e g r in u s d o m a n d a v a s i il l i n g u a g ­ gio la tin o delle a lt r e p a rt i d ’ I t a l i a , n o n p u rg a t o a n c o r a d a l l a m o n d i g li a dei popolar i d i a l e t t i , dal c u i con tag io v e g li a v a n o gli s c r i t t o r i a m a n t e n e r e i n ­ vio lata la p u re z z a della li n g u a no b ile. O n d e a L u c il io n o n g r a d i v a t u t t o q u e l ­ lo c h e negli s c r itti di V ezzio r i t r a e v a del dia letto p r e n e s t i n o , e a d A sinio Pollio ne n o n sapea p ia c e r e qu el n o n so c h e di p a ta v in ità , c h e a lui s e m b r a ­

(18)

va di aver fiutato

n e l l e

opere di

Liv io.

Ma

q u a n d o i n s i e m e c o n

1’

a n t i c a c o l­ t u r a c a d d e a n c o r a la li n g u a latin a; a p r o v v e d e r e a ’ bisogni d e ll a v i t a s o c ia ­ l e , p ig lia r o n o n u o v o v ig o re gli a n t i c h i d i a l e t t i , r ifa tti dal la t in o linguaggio n o b il e e vivificati dallo s p irito del c r i s t i a n e s i m o ; f i n c h é , r i c o m p o s t o i n I - t a l ia u n n u o v o o r d i n e di c o s e , c o n f e r ir o n o p e r l a s e c o n d a v o l t a alla f o r m a ­ zio n e d e ll a fa v e l la n a z i o n a l e . 1

V I I . T r a ’ v a r i a r g o m e n t i c h e s o n o o r d i n a t i a p r o v a r e c h e 1’ o r i g i n e del la t in o d e b b a r i c o n o s c e r s i d a ’ v e t u s t i d ialetti d e l l a p e n i s o l a , di a s s a i r i l e v a t a i m p o r t a n z a ci s e m b r a q u e ll o c h e t r a e s i d a ll e g r a n d i affinità f r a q u e s ti li n ­ gu ag gi. L e q u a li n o n p u r s o n o lessica li, c o m e le c h i a m a n o , m a , q u e l c h e p i ù i m p o r t a , g r a m m a t i c a l i , c h e s o n d a t e n e r s i a g r a n pez z a p i ù in t i m e e c a r a t t e r i s t i c h e delle p r i m e , e s s e n d o la g r a m m a t i c a , c o m e d ic e il M iille r, s a n ­ g u e e d a n i m a del linguaggio . 2

A m o s t r a r c h i a r a m e n t e la g r a n d e s o m ig l ia n z a c h e c o l l a t i n o m a s s i m a - m e n t e a r c a i c o e b b e ro gli a n t i c h i d ialetti ita lic i, e s e g n a t a m e n t e q u e ll i a c u i la s t o r ia dà u n ’ i m p o r t a n z a m a g g i o r e , e c h e p r i m a d e ll a li n g u a d e ’ R o m a n i d o m i ­ n a r o n o n e ll a m a s s i m a p a r t e d ’ Ita lia , cioè 1’ o s c o , 1’ u m b r o e 1’ e t r u s c o , b a ­ s t e r à c o ll e vo ci e le f o r m e del L a z io r a g g u a g l i a r q u e l l e c h e a ’ m e n z i o n a t i a n t i c h i d ialetti si a p p a r t e n g o n o . F r a le o p e re c h e e s c o n o in It a l i a e f u o r i a d a g g iu n g e r e n u o v a lu c e a sì i m p o r t a n t e a r g o m e n t o , e di c u i p o s s ia m o i n tal p ro p o s ito a v v a l e r c i , ci p ia c e f a r n o s t r o p r ò d e ’ la v o r i d e l l ’ i l l u s t r e A rio - d a n t e F a b r e t t i ; al q u a l e , dopo st u d i p r o f o n d i s u ’ lin g u a g g i a n t i c h i d ’ I t a l i a , è v e n u t o fa tto m e t t e r e in s ie m e p a r e c c h i m o n u m e n t i d e l p a r l a r e dei popoli p r i m i ti v i, e o f f r ir n e ag li st u d io s i i v o c a b o li e le f o r m e . 3 E n o i dei r a f f r o u

-1 Lo studio profondo che ora si è incom inciato a fare degli antichi dialetti italici, reca assai luce nella quistione intorno alla origine della nostra fa v e lla , e avvalora sem ­ pre più la opinione di coloro , a cui pare esser la lingua italiana derivata da que’ ve­ tusti idiom i. Parecchi p arlari, per ferm o, che appartengono a’ nostri dialetti ovvero alla lingua scritta, non traggono la loro origine dal latino, ma vi erano ab antico in Ita lia , e vi perdurarono; certe forme che da alcuni sonosi attribuite alla corruzione del latino, erano proprie degl’ italici idiom i. Così in antichissim e lapidi ci accade di leggere A l-

b an esis, A rim in e s is , N a rbon esis, m esis, per m e n s is , P is a u r e s e s , non P isa u ren ses. I

casi che, a giudizio di m olti, disparvero per quella lenta trasformazione che nelle lingue avviene delle forme sintetiche in analitiche, per quel moto istintivo de’ linguaggi dalle prime verso le seconde, mancano spesso negli antichi monumenti. N elle urne dogli Sci- pioni si leg g e : Lucio Cornelio S c ip io su b iecit orane L o u c a n a , duonoro optum o fu ise

v ir o ( bonorum optimum fuisse viròm ); ed altrove : T ribu n os m ilita r e per T ribu n u s m ilita r is . Gli Umbri scrivevano v in u per v in u m , vu tu in cam bio di v u ltu m , e nome in

luogo di nomen; e nel linguaggio degli Osci trovasi v ia p o m p a ia n a invece di v ia m pom -

p eia n a m . Le stesse osservazioni ci occorre di fare intorno a certe terminazioni verbali, co­

me habe per habet, h abia per h ab ea t, fa s ia per f a c ia t sì n ell’ umbro come nel volsco :

d ed e per dedei ( d e d it ) e dedron o dedro per d ederu n t ( diedero diero ) fece per fe c it, pose per p o se it ( posuit ) come leggesi in un’ urna etrusca.

2 V. M iiller, Scienza del lin gu aggio, Lez. II.

3 V. C orpus in sc rip tio n u m ita lic a r u m a n tiq u io r is a e v i ord in e geographico dige-

stum et glossariu m ita lic u m , in quo om nia vecabu la co n tin en lu r ex u m b r ic is , sabi- n is, oscis, vo lscis, et e tru sc is, caeterisque m onu m entis quae su p ersu n t collecta et cum in terp reta tio n ib u s v a rio ru m e x p lic a n tu r eu ra et stu dio A rio d a n lis F a b re tti. Aug. Tau-

(19)

1858-62-ti c h e in q u est’ opera si t r o v a n o , as sai b u o n servigio p o s s ia m o p r e n d e r e p e r dim o strar q u a n to col la tin o si c o lle g a u o q u e ll e p r i s c h e fav elle d ’ It alia.

( Continua)

Prof. A. L inguiti

SCIENZE NATURALI

I, E L E iC 1 O \ I 1> I D. A S S E li » O

X .

Nel villaggio di D. A n s e i m o v i e r a u n botteg aio a n o m e A n t o n i o , il quale coll’ a t t e n d e r e di c o n t i n u o a lle s u e f a c c e n d e , a v e v a m e s s o in s ie m e u n piccolo peculio; e d a b u o n p a d re ne v o le v a im p ie g a r e la m a g g i o r p a r t e p e r la educazione del suo A n d r e u c c i o , u n i c o figlio c h e a v e s s e . Se i te m p i n o n si fossero m u t a t i , n e a v r e b b e fa tto p e r lo m e n o u n p r e t e ; m a p o i c h é il c le ­ ro no n s t a v a così b e n e a q u a t t r i n i c o m e u n a v o l t a , p e n s a v a di c a v a r n e o un notaio o alla peggio u n f a r m a c i s t a . Un bel m a t ti n o r a c c o m a n d ò a ll a m o ­ glie di la v a r e b e n e il viso e le m a n i del figliuoletto, di v e s t i r l o c o n gli a- biti migliori, e di p e r s u a d e r l o ad a n d a r e c o n lu i a l l a sc u o l a .

L ’ a c c o r t a d o n n a t a n t e p a r o l e se p p e d ir e , s p e c i a l m e n t e d e ll a b o n t à del m a e s tro e dei c o m p a g n i c h e a v r e b b e t r o v a t i , c h e A n d r e u c c i o n o n se ppe r e ­ sistere a ll a p r o v a di v e d e r e u n a v o lta se la m a d r e dicesse il v e r o . M a il pu n to c h e v in s e il ragazzo fu di a v erg li po ste in u n a ta s c a u n a m e l a ed u n a cia m b e lla , e n e ll ' a lt r a u n zufoletto da u n soldo. Il b u o n p a d r e p r e s e per mano A n d r e u c c i o , il q u a le a n d a v a in n a n z i a r i l e n t o , q u a s i p e n ti to d e l- l ’ essersi così p r e s to p e r s u a s o a s e g u i re i c o n sig li m a t e r n i . G iu n ti a sc u o l a , A ntonio si tolse il b e r r e t t o di c a p o , e p r e s e n ta t o il figlio al m a e s t r o , lo p r e ­ gò c h e in tu tti i m odi l o a v e s s e r e s o u n u o m o dotto , a l m e n o d a p o te r fa r d an ari. D. A n seim o p r e s e p e r m a n o il f a n c i u ll o , t u t to rosso p e r v e rg o g n a , e c on modi c o r t e s i a c c o m m i a t ò il p a d r e , p r o m e tt e n d o g li c h e n o n a v r e b b e r isp arm iata c u r a p e r so d d isfare i su o i d esid erii. P o i c o n d u s s e ad u n tavolo A nd reu ccio , e p e r t u t ta o c c u p a z i o n e gli po se t r a le m a n i u u bel libro, n e l quale s t a v a n o d ip in ti a l c u n i a n i m a l i , d a ll’ as i n o a ll a z e b ra . Il ragazzo c o ­ minciò, mosso d a ll a c u ri o s it à , a g u a r d a r e l’ u n o a p p re s s o l ’ a lt r o q u e i dise­ gni; m a dopo q u a l c h e o r a a n n o ia t o s i , c a c c i ò di t a s c a la m e l a e l a c ia m b e l ­ la, e vi d ette s u c o n tu t to 1’ appetito del m a t ti n o . V e n u t o a t e r m i n e d e ll a colezione, dette q u a l c h e a l t r a o c c h i a t a d i s a t t e n t a s u l l i b r o , m a r i c o r d a t o s i a tempo dello z u f o l e t t o , c o m i n c i ò a m o s t r a r l o di tr a tto in t r a t t o d a ll a t a s c a ai suoi c o m p a g n i , e f i n a lm e n te sp i n to d a ll a fo rte t e n t a z i o n e , lo c a v ò del tutto , lo m ise i n b o c c a e n e t r a s s e u n s u o n o , g iu s to q u a n d o D. A n s e im o era giu nto a d i c h i a r a r e a d a l c u n i s c o l a r i le le t te r e del terzo p e ri o d o . Un a l ­ tro u o m o s a r e b b e a n d a t o s u t u t te le f u r i e , m a il b u o n v e c c h i o si a cco stò so rrid en d o al f a n c i u l l o , gli to lse lo zufoletto, e gli p r o m i s e c h e glielo a v r e b ­ be restituito a p p e n a c h e av e s s e im p a r a t i i n o m i di a l c u n i a n i m a l i r a p p r e ­ sentati nel lib retto . Q u in d i gli a n d ò r i p e t e n d o q u e ll i p i ù f a c i li

a

p r o n u n ­

(20)

giorno terminò ogni lezione per Andreuccio, lo fece sedere vicino a lu i , e

gli presentò per tenerlo queto uu altro libro pieno di belle figure di uomi­

ni e paesi.

Poi cominciò: poiché Andreuccio ha frastornata col suo zufoletto la scuo­

la quasi al suo term ine, vi dirò per questo giorno e nei seguenti qualche

cosa del suono.

State queti e ponete ogni attenzione perchè la materia è piuttosto dif­

fìcile.

Prendiamo da una parte un poco di sugna o cera, e dall’ altra una cor­

da tesa sulla chitarra : se per mezzo del dito faremo un’ impressione sulle

prime, esse riterranno 1’ impronta prodotta, mentre poi urtando la corda,

questa prende un moto di va e vieni; e dopo qualche tempo ritorna alla

sua primitiva posizione. La cera e la sugna si dicono corpi molli, perchè

non tornano al pristino stato col togliere il dito; la corda sarebbe al con­

trario un corpo elastico, poiché dopo varii movimenti riprende la forma che

aveva dapprima. Ciò posto, notate che la cera e la sugna non danno suo­

ni percettibili, almeno in piccole quantità; mentre al contrario una corda

tesa, ed i metalli differenti producono in noi la sensazione del suono.

Questo movimento che anima i corpi sonori è piuttosto continuato; di

fatti noterete che dopo aver tratto un suono da una campana, per qualche

altro tempo sentirete un fremito indistinto partire dalla campana istessa, ma

questo sempre più s’ indebolisce e termina col cessar perfettamente. Quin­

di il suono è una particolare impressione destata in noi dal movimento piut­

tosto continuato di va e vieni, o d'oscillazione, come si voglia dire, d’ un

corpo elastico, che ritorna finalmente al pristino stato.

Che i corpi produttori del suono siano animati da un moto peculiare,

ve ne potete convincere tenendo per la mano un campanello: noterete a-

gevolmente in esso un piccolo fremito. I fisici han provato, fissando una

campana dalla parte superiore, e ponendo due punte metalliche vicino agli

orli opposti di essa, che ad ogni suono cavato col battacchio, le pareti del­

la campana si distendevano, e urtavano per poco le punte metalliche. Quin­

di la campana suddetta si allunga e si accorcia nel senso del movimento

dato dal battacchio, o fa, come si dice altrim enti, delle oscillazioni. Così

similmenti Chaldny ha dimostrato che spargendo su di una lastra di vetro

o metallo, fermata tra due sostegni, della rena od altro corpo leggiero, col

trarre un suono dalla lastra istessa mercè un archetto di violino , la sab­

bia si pone in movimento e si ferma in linee particolari a seconda del suo­

no che si cava. Così il do è accompagnato da due linee disposte in croce,

gli altri suoni da altre linee, ma sempre lo stesso suono porta la stessa di­

sposizione della sabbia. Da ciò segue che ogni suono dipende da un parti­

colare movimento di vibrazione del corpo sonoro: la rena sulla lastra si

fermerà nelle linee immobili che si dicono nodali, mentre si allontanerà dal­

le parti che si muovono o oscillano detti ventri.

Se detto movimento si venisse in parte ad arrestare, il suono giunge­

rebbe più fioco; sapete di fatti che tenendo un campanello per mano dalla

parte delle pareti i suoni non giungono sì bene. Parimenti allorché sul la­

(21)

strico di u n a s trad a si sp a r g a la t e r r a o la paglia n o n si sen te sì b e n e il ru m o re delle carr ozze c h e vi p a s s a n o so p ra.

U na q u in d i delle co n d izio n i in d i s p e n s a b i li p e r la p r o d u z i o n e del s u o n o , è che i corpi p re n d a n o u n p a r t i c o l a r e m o v i m e n t o o sc illa to rio . U n ’a lt r a c o n ­ dizione non meno n e c e s s a r i a è c h e detto m o v i m e n t o dal c o rp o so n o ro si t r a ­ s m e tt a all’ a r i a , a l l ' a c q u a , o a q u a l u n q u e altro c o r p o , c h e in g e n e r a l e si dice m ezzo.

Mercè la m a c c h i n a p n e u m a t i c a , d e s t in a t a ad e s t r a r r e 1’ a r i a da un r e ­ cipiente, si p ro v a c h e u n o sv e g l ia ri n o ad o n t a c h e si m u o v a , n o n t r a s m e t ­ te il suono a no i, a l l o r c h é stia nel vu o to . M a b isogna c h e vi c o n v i n c i a t e di questo coll’ e s p e r i e n z a , ed io D o m e n ic a v e n t u r a vi c o n d u r r ò a S a l e r n o p e r fa rvi di ciò p e rs u a si nel G a b in e tto delle scu o le E l e m e n t a r i di d e tt a Città. Voi siete b u o n i e m e r it a te c h e io vi dia u n c o m p e n s o ; e poi fa n c i u ll i c o m e sie­ te pagherete solo la m e t à del prezzo del biglie tto d e l l a s t r a d a fe r r a ta .

Il su ono n o n si tr a s m e t te solo a l l ’ a r i a , m a a n c h e a t t r a v e r s o d e l l ’ a c ­ qua. Un u om o c h e si tuffa sotto le o n d e, s e n te b e n e le p a r o l e c h e si dic o­ no alla s p o n d a : u r t a n d o d ue p a ll e sotto l ’ a c q u a il s u o n o c h e a c c o m p a g n a il loro u r t o , si ode ben is sim o .

A n c h e le sos tanze solide tr a s m e t t o n o b e n e il s u o n o . P r e n d e n d o u n b a ­ s toncello, ed a c c o s t a n d o lo a l l ’ o r e c c h i o , ogni p icco lo m o v i m e n t o p ro d o tto a l - 1’ a ltra e s t r e m i tà si p e r c e p i s c e d i s t i n t a m e n t e . U n 'u o m o c o llo c a n d o si co lla f a c ­ ci a a t e r r a di n o tt e p u ò u d i r e il passo d ’ u n c a v a l lo c h e c a m m i n i a q u a l c h e lega di d i s ta n z a

-M e n tre il b u o n m a e s tr o p a r l a v a , p o n e v a m e n t e di ta n t o in ta n t o ad A ndreuccio ; m a qu esti s t a n c o dalle ta n t e cose o c c o rs e g li in q u e ll a g io r n a ta cam pale, dopo a v e r oscillato p e r poco s u l la p a n c a , c h i n ò la te s ta sul libro e si a d d o r m e n tò p ro f o n d a m e n t e .

D. A nseim o, p o i c h é 1’ o r a e r a g i u n t a , lic e n z iò gli sc o l a r i, t r a n n e E r r i ­ co a cui disse: S e n t i , v a a d ir e a d A n to n io c h e t e r r ò c o n m e p e r oggi il suo tiglio. Io vado in t a n to ad a d a g ia rlo su l m io le tto , e desto gli d a r ò p a r ­ te del mio p ra n z o : egli n o n p e r d e r à m o lto nel c a m b i o , ed io g u a d a g n e r ò u n o sc olaro , c h e c o m e v o i a l t r i , m i voglia b e n e .

P rof.

G. P a lm ieri

CRONACA D E L L ’ I S T R U Z I O N E

(in attcstato di lod e a lla sc u o la T ecnica di S alern o — Con le tte r a -C irc o la re del 19 a p r i le sc o r s o il M in istro di p u b b li c a is tru z io n e r i - volgevasi alle scuole t e c n i c h e , n o r m a l i e m ag i s t ra li del R egno, affin chè s p e ­ dissero al M in iste ro a lq u a n t i dei m igliori saggi di d is egno, eseguiti dagli a - lu n n i. S copo di siffatta r i c h ie s t a e r a q u ello di p r o m u o v e r e efficacem ente q u e ­ sta p arte r i le v a n t is s im a d ’ is tru z io n e e di r a c c o g l ie r e u n a c o m m is s io n e di p ersone au to rev o li p e r g iu d i c a r e dai saggi spediti della b o n t à d ' i n s e g n a m e n ­ to e dei m etodi u s a t i n e ll e d iv erse s c u o le . F r a le m o l ti s s i m e c h e ris p o s e r o all’ invito del M in istero , fu la n o s t ra di S a l e r n o . O r a c i è g r a t o di a p p r e n ­ dere dalla G a zze tta ufficiale del 16 d i c e m b r e p. p . c o m e fr a le d ieci scu o ­ le, r i n v e n u t e s o l a m e n t e de g n e di p a r t i c o l a r e e n c o m i o p e r l ’ e c c e l l e n z a dei

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