• Non ci sono risultati.

CONFERENZA 24.a

Mo d o d i s o m m i n i s t r a r e i l l e t a m e a l l e t e r r e.

Distinzione fra la concimazione diretta a conservare ed accrescere la fertilità del terreno e quella diretta a rinvigorire una speciale coltivazione — La prim a vuol essere fatta anticipatamente, congiunta a lavori profondi, e con abbondanza — la seconda ha bisogno di concime minuto e che operi prontamente.

Dopo di avervi tenuto ragionam ento in successive conferenze d ella teo­ ria dei concimi, e dei letam i d i stalla e dettovi di q u el p rin c ip io p iù im ­ portante che in essi si produce, eh’è l’am m oniaca, passo o ra a tra tte n e rv i sulle regole di concimare i terren i. E prim a di ogni a ltr a cosa occorre ch e io v i faccia intendere una distinzione fra la concim azione, la q u a le noi facciam o per m antenere e m oltiplicare la fe rtilità del te rre n o , e q u e ll’ a ltr a che ese­ guiamo per Io scopo di rin v ig o rire una data coltivazione.

La p rim a , che può dirsi veram ente concim azione da ag ric o lto re , vuoi essere fatta con la possibile anticipazione, e non im p o rta se il le ta m e , che noi dobbiamo a d o p e r a r e , sia poco scomposto. Intendete a m o’ di esem pio p reparare un pezzo di terreno p er ia sem ina del g rano nella co ltivazione dell’ anno vegnente; ebbene concim ale la vostra te rra non più la rd i d e l p ro s­ simo marzo. Lavorerete profondam ente, m escolerete il letam e con la te r r a lavorata e procurerete che vi s’ incorpori ben b e n e ; poi, se vi p ia c e rà , su questo terreno pianterete il gran tu rco . La concim azione poco o n u lla f r u t­ terà al vostro g ra n tu rc o ; ma dopo di esso il g ran o , che farete se g u ire , vi compenserà lavoro e s p e s a , perchè tro v erà il concime al p u n to d a p oter­ sene giovare. Quel tempo che il terreno fu coperto d alla piantagione di f r u ­ mentone era indispensabile, p erchè il concime si decom ponesse p er in te ro , e le piogge in v ern ali lo sciogliessero per m etterlo nello stato da potere e s­ sere assorbito dalle radici del grano ; m entre il g ran tu rco Io rim ase q u a s i intatto, perchè non ancora era scomposto e disciolto nell’ ac q u a. O nd’ è che per quanto meno il letam e è trito , per tanto più occorre affidarlo con a n t i­ cipazione al terreno, e sapete pure che per conservare l’am m oniaca nel m i­ glior modo possibile non debbasi spingere la ferm entazione, m a ra lle n ta rla . Inoltre la concimazione d iretta a fertilizz are la te rra bisogna ch e sia per necessità accom pagnata da lav o ri a ra to rii p ro fo n d i, senza dei q u a li non potrebbesi ben mescolare il letam e a l terreno, e le piccole b arb e d elle radici delle p ian te m al volentieri riu scireb b ero ad ap p ro p riarse n e i p rin c i­ pii; bisogna operare in m an iera ebe ogni atom o di te rren o , p er un modo d i esprim erm i, resti associato ad un atom o d i letam e, p er tu tto lo strato del-

n

la te r r a a r a ta , affinchè le p ia n te tro v a r potessero d a p p e rtu tto im b a n d ita la loro m ensa. O ltre a che se il letam e restasse tro p p o su p erficialm ente sot­ te r r a t o , facilm ente i la v o ri d i co ltu ra su c ce ssiv i, com e la s a r c h ia tu r a , lo sco p rireb b ero , e d a re b b e ro luogo alla disp ersio n e d ell’ a m m o n ia c a , ch e con ogni nostro sforzo d o b b ia m o ev ita re .

In terzo luogo dobbiam o p ro c u ra re d i co n cen trare la concim azione su di una superfìcie ris tr e tta , tu tte le volte che non possediam o ta n ta copia di letam a da p o te rla estendere. In a ltr i te rm in i vai m eglio concim are poco te r­ reno a b b o n d a n te m e n te , che d isp e rd e re poco letam e su d i estesa superficie. Questa v e rità non vogliono co m p re n d erla i n o stri cam p a g n u o li, p erc h è non ne intendono la ragione; e p p u re a g l’ in c re d u li dov reb b esi d ire : provate. Se voi sp a rg e te di le ta m e com e d ie c i, o tte rre te g ran o com e c in q u e , p erch è il te rre n o si a p p ro p ria se m p re u n a p a r te dei p rin c ip ii f e rtiliz z a n ti, li conser­ va e non li ren d e alla prossim a coltivazione; e q u esta r ite n u ta , che la le rra fa, non è in p roporzione d ella quanLità del concim e che vi si m ette, sì vero d ella su a n a tu ra fisica. O ra, abbiam o d etto che se m ettete d ie c i, ne r ite rr à p e r modo di esem pio c in q u e ; q u e sti cinque ra p p re se n ta n o la facoltà della te r r a ad a p p r o p r ia r s i, o m eglio d irem m o , saturarsi. Ma se in vece d i dieci aveste m essi venti d i letam e ; in questo caso rite n u ti i cin q u e vi d are b b e q u in d ic i, i q u a li non rap p re se n ta n o il d o ppio b e n e fiz io , m a un terzo d ip - p iù di g u ad ag n o . Così, m ie i ca ri, si spiega come accade ch e ta lo ra im p r e n ­ dendosi a c o ltiv a re te rre n o sterile col proposito d i m ig lio rarlo , dopo fa tti i p iù ac cu rati la v o ri, e concim ato d isc re ta m e n te , n u lla o q u asi n u lla si ra c ­ coglie. È ch ia ro in q u esto caso che la concim azione fa tta non è sta ta che ap p e n a sufficiente a fa r la p a rte del te r r e n o , e n u lla è av anzato p er le p ia n te . Al c o n tra rio se la te rra è fe rtile il concim e che vi ag g iu n g erete , sa rà q u asi tu tto a benefizio del vostro rico lto , e ne re ste rà solo u n a p a rte al te rre n o . Q uesta p a rte che il te rren o ritie n e è q u e lla che gli agronom i f ra n ­ cesi chiam ano col nom e d i vecchia forza.

Non cre d ia te p e rò ch e qu ello che la te rr a nasconde nel suo s e n o , sia d isp e rso ; che a n z i è m olto u tile c h e in essa vi sia sem p re, non solo la dose necessaria, m a anche u n fondo d isp o n ib ile , onde ogni piccola a g g iu n ta pos­ sa a iu ta r e le vostre coltivazioni, essendo che non tu tte p otreste fa r precedere d a nuove concim azioni. Yi dico d ip p iù che q u ella p a rte d i concim e che r i' m ane nel suolo, è u n cap itale che vi fru tte rà in te r e s s i, e che o ltre a tro ­ v arlo in tero p er le a ltre c o ltiv a zio n i, lo tro v e re te accresciuto sì d i p rin c ip ii atm osferici, che a v rà a ttir a ti con m aggior p o te r e , sì p u re di sali n u trito ri che nel fra tte m p o si sono fo rm ati nel suolo stesso. La conchiusione a d u n ­ q u e che d e riv a spontanea d alle cose finora discorse, è che valga m eglio co n ­ cim are abbondantem ente, ancorché a più lu n g h i p e rio d i, anziché te n ere un sistem a opposto. Ma pochi son qu eg li a g ric o lto ri c h e così p ra tic a n o , e sia per la poca q u a n tità d ei concim i dei q u a li possono d isp o rre , sia p erc h è pare ad essi p iù conveniente d i soccorrere volta p e r volta tu tte le loro successi­ ve co ltivazioni, concim ano spesso, m a così p arcam ente da non ritra r n e quasi benefizio alcuno.

lame nel senso di accrescere il patrim o n io di fe rtilità d e l tereno, onde poi o t­ tenere raccolte abbondanti e sicu re, non esclude del tu tto la p ra tic a d i soc­ correre alcune speciali coltivazioni con concim azioni che io chiam erei pas-

saggiere. Ma in questo caso vi conviene im ita re g li o rto la n i, i q u a li ad o p e ­

rano p er questo scopo letam i molto tr i t i o meglio sc io lti, a ttiv i e di p ro n ­ to effetto. Quando si preparano questi conci d ilu iti da m olta a c q u a , nulla perdono dell’ am moniaca, la q u ale, quando è così mescolata a ll’ acqua, nou si volatilizza. Avete una piantagione d i f ru m e n to n e , di cotone ovvero un prato e vi pare che languiscano, sia p erchè non av re te av u to modo d i con­ cimare la te rra abbondevolm ente in a u tu n n o , sia p er a ltr a trav ersìa incol­ tavi; niente di meglio che inaffiare col pozzo nero, o se il tem po è um ido per p io g g e, spargete nei solchi d el concim e ben trito e poi sa rc h iate, che avrete buon effetto. Ma badate che con questo , se avrete assicurato il p ro ­ dotto di quella d ata coltivazione, n u lla ne reste rà nel te rren o p er la colti­ vazione consecutiva. Sim ilm ente niuno p otrebbe condannare quel modo d i concimare in certe date coltivazioni in cui accade che le p ia n te debbonsi tenere in molta d istan z a, come si fa coltivando le z u c c h e , poponi e coco­ meri che vanno sem inati in fosse che ch iam an si formelle. Essendo queste piante assai voraci ed occorrendo nel tem po stesso in d u rre sensibile calore per far germ inare le sem enti, queste si adagiano su d i un cesto d i letam e che si pone ad ogni formella. Sono eccezioni cotesto che non in ferm an o la regola generale.

io mi fermo a questo punto, ma non vi h o detto ancora tu tto sul p ro ­ posito dei concim i; debbo p arla rv i d i m olte a ltre m aniere di concim are la terra e di molte a ltre m a te r ie , d a cui potrebbesi tr a r r e p a rtito p er f a r l o , e ce ne occuperem o nelle consecutive conferenze.

C .