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Gestione del paziente con Sindrome Coronarica Acuta: dalle linee guida alla pratica clinica

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DI PISA

Facoltà di Medicina e Chirurgia

Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato

Cardiovascolare

Direttore: Prof. Mario Marzilli

Tesi di Specializzazione

GESTIONE DEL PAZIENTE CON SINDROME CORONARICA ACUTA: DALLE LINEE GUIDA ALLA PRATICA CLINICA

Candidato

Relatore

Dott.ssa Tea Cellamaro

Prof. Mario Marzilli

Anno Accademico 2014/2015

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RIASSUNTO

Le sindromi coronariche acute (SCA) rappresentano patologia di elevata rilevanza

clinica ed un problema sanitario globale con un’incidenza generale di 3 casi su

1.000 abitanti all’anno. Nell’ultima decade si è osservata una riduzione dei casi di

Infarto Miocardico ST Elevato (STEMI) ed un lieve incremento percentuale dei

pazienti affetti da Infarto Miocardico Non-ST elevato (NSTEMI) ed angina

instabile (UA).

Lo scopo di questo studio è quello di descrivere le caratteristiche epidemiologiche

e cliniche dei pazienti dimessi dal nostro centro nel corso dell’anno 2015 con

diagnosi di SCA, confrontare la gestione clinica di tali pazienti rispetto a quanto

indicato nelle più recenti linee guida europee e valutare l’impatto prognostico dei

diversi comportamenti terapeutici.

Sono stati studiati retrospettivamente 369 pazienti ( M 260/F 109)

In particolare sono stati valutati i seguenti aspetti :

• tempestività della terapia riperfusiva nei pazienti con STEMI (n 178)

• stratificazione del rischio e scelta della strategia invasiva o conservativa in base ad esso nei pazienti con NSTEMI (n 163) o ANGINA INSTABILE (n 27)

• aderenza alle linee guida nella prescrizione della terapia per la prevenzione secondaria in tutta la popolazione in studio

• informazioni prognostiche, confrontate con dati clinici ed atteggiamento terapeutico, attraverso un follow-up di 10±4 mesi

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Confrontando le principali caratteristiche della popolazione del nostro studio con

quelle riportate in letteratura, si osservano dati simili riguardo l’età media della

popolazione, la durata media della degenza e la mortalità intraospedaliera. Si

osserva inoltre una maggiore prevalenza di diabete mellito, ipertensione arteriosa,

dislipidemia, familiarità per CAD e storia di fumo nei pazienti con NSTEACS;

mentre nei pazienti con STEMI si ha una maggiore prevalenza di fumo attivo e

obesità. I pazienti con NSTEACS hanno una maggior prevalenza di comorbilità

(IRC; vasculopatia cerebrale/periferica; anemia; BPCO) e di precedenti eventi

cardiaci (pregresso IM, pregressa rivascolarizzazione).

Per quanto riguarda i pazienti con STEMI il 93% è stato sottoposto a

coronarografia e di questi l’88.6% ad angioplastica. Per quanto riguarda la

tempestività del trattamento solo nel 20% dei casi erano trascorsi meno di 120

minuti dall’insorgenza dei sintomi all’ingresso in sala di emodinamica.

Per quanto riguarda la stratificazione iniziale del rischio nei pazienti con

NSTEACS nella nostra casistica reale, abbiamo notato una certa discrepanza tra

indicazioni scientifiche e comportamento clinico pratico; infatti, sono stati

sottoposti a coronarografia il 69.4% (l’81% a PCI) ei pazienti, ma di quelli ad alto

rischio (GRACE score ≥140) solo il 41.5 %.

Analizzando l’aderenza alle linee guida per la prescrizione alla dimissione della

terapia per la prevenzione secondaria la singola prescrizione di ASA, Inibitore del

recettore P2Y12, statina ed ACE inbitori/Sartani è risultata alta ed in linea con i

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la percentuale di prescrizione è stata nettamente più bassa (anche nei pazienti con

ridotta EF %).

Mediante il follow-up, limitato al solo 57% della popolazione dello studio,

abbiamo voluto verificare se e come questa gestione dei pazienti con SCA

influenzasse la prognosi degli stessi. Abbiamo quindi cercato di individuare i

predittori di eventi cardiaci definiti come morte, infarto miocardico e

ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Dall’analisi univariata le variabili

cliniche predittori di eventi cardiaci sono risultate l’ età, il diabete mellito, l’

obesità, l’ IRC e la vasculopatia cerebrale/periferica. Altri predittori indipendenti

di outcome sono lo studio coronarografico, l’esecuzione di angioplastica, la

presenza malattia trivasale, la prescrizione di statine, ACE inibitori, DAPT.

Dall’analisi multivariata si confermano predittori di eventi cardiaci avversi il

diabete e la non assunzione di statine.La valutazione della sopravvivenza libera da

eventi, analizzata con le curve di Kaplan-Meier ha evidenziato come l’assunzione

di statine si associa a una maggiore sopravvivenza libera da eventi rispetto ai

pazienti che non assumono statina. E’ stato dimostrato che, in assoluto,

l’applicazione delle linee guida si associa ad un miglior outcome clinico.

Tuttavia, l'applicazione pratica delle indicazioni scientifiche è spesso non ottimale

nella gestione clinica, come anche dimostrato da questo studio relativo a pazienti

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