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Guarda Siete voi qui, ser Brunetto?». I volti di Brunetto Latini: rappresentazione e autorappresentazione

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Academic year: 2021

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----r iv is ta u ffic ia le d el D ip a ----rtim e n to di Ita lia n is tic a d e ll’U n iv e rs ità di D e b re c e n

De b r e c e n

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rivista ufficiale del D ipartim ento di Italianistica d ell’U niversità di D ebrecen officiai journ al of thè Italian Studies D epartm ent of thè U niversity of D ebrecen

Direttori:

Làszló Pete, Paolo Orrù

C om itato redazionale / E ditorial Board:

B arbara B laskó, Zsigm ond Lakó, Imre M adaràsz, Istvàn Puskàs, O rsolya Szàraz

Com itato scientifico / Committee:

A ndrea Carteny (U niversità degli Studi di R om a “La Sapienza”) Vera Gheno (U niversità degli Studi di F irenze/A ccadem ia della Crusca)

A ndrea Manganarci (U niversità di Catania) E lena Pirvu (U niversitatea din Craiova) D agm ar R eichardt (Latvijas K ulturas A kadem ija) P éter Sàrkòzy (U niversità degli Studi di R om a “L a Sapienza”)

A ntonio Sciacovelli (Turun yliopisto) M aurizio Trifone (U niversità degli Studi di Cagliari)

Ineke V edder (U niversiteit van A m sterdam ) Franco Zangrilli (The C ity U niversity of N ew York)

Italianistica Debreceniensis is a peer-review ed journal. It appears yearly and publishes articles and reviews in Italian and English. A rticles subm itted for publication in thè journal should be sent by e-m ail attachm ent (as a Word document) to one of thè Editors: Paolo Orrù

(paolo.orru@ arts.unideb.hu), Làszló Pete (pete.laszlo@ arts.unideb.hu).

Italianistica Debreceniensis si avvale della valutazione peer-review. Ha cadenza annuale e pubblica articoli in Italiano e Inglese. Le proposte di contributo per la pubblicazione possono essere inviate

per e-mail (in un file Word) a uno dei due direttori: Paolo Orrù (paolo.orru@ arts.unideb.hu), Làszló Pete (pete.laszlo@ arts.unideb.hu).

Books for review should be sent at thè following address / I libri da recensire possono essere spediti a ll’indirizzo: D ebreceni Egyetem, Olasz Tanszék, 4002 Debrecen, Pf. 400.

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Indice

A rticoli - A rticles

T a n c r e d i A r t i c o : D anese C ataneo, «felicissim o spirito» nelle carte tassiane. 1,’ Am or di M arfisa e la G erusalem m e lib e ra ta ...8

A d e l e B a r d a z z i : «O ccasioni» e «m om ents of being»: il m odernism o

di M o n ta le ...21

J u l i a D a b a s i : Il legam e tra lo spazio e l ’individuo in P etrarca e L e o p a rd i 38

E l i s a D e l l a M e a : M arano: una fortezza contesa. La crisi dei rapporti politico­ diplom atici tra le principali potenze europee a seguito del colpo di m ano su M ara­ no del 1542 ... 46

M a r c o G ia n i: «Donna, che fosti tra le donne un Sole»: sui tentativi poetici giova­ nili di Paolo P aruta (m età X V I s e c .) ... 60

E l e o n o r a M a m u s a : The exaltation of Italian national identity in M atteo R en zi’s d isc o u rse ... 74

N o é m i Ó t o t t : «Siete voi qui, ser B runetto?». I volti di B runetto Latini: rappresen­ tazione e au to rap p resen tazio n e... 96

D ie g o S t e f a n e l l i : A ppunti sulla stilistica (italiana) di Làszló G à ld i...108

F r a n c o Z a n g r i l l i : M ax Gobbo e la riscrittura fantastica di un periodo

rinascim e n ta le ...122

R ecen sioni - B ook review s

D a g m a r R e i c h a r d t e C a r m e l a D ’A n g e l o , M oda made in Italy. Il linguaggio della

moda e del costum e italiano, Firenze, Franco Cesati, 2016 (Luigi S a itta ) 132

F r a n c o Z a n g r i l l i , Il piacere di raccontare. P avese dentro il fantastico p o stm o der­ no, P alerm o, D ario Flaccovio Editore, 2017 (Biagio C o c o ) ...137

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«Siete voi qui, ser Brunetto?»

- 1 volti di Brunetto Latini:

rappresentazione e autorappresentazione

d i No é m i Ót o t t

Abstract: As in portrait (attributed to Giotto) of Brunetto Latini and Dante Alighieri,

history has tended to pair thè two poets, who were both exiled from their native Floren­ ce. The role played by Brunetto Latini in Florence’s history paralleled that of thè orator Cicero in Republican Rome and Dante, his student, was Florence’s Virgil. The famous “Brunetto’s Song” (Canto XV of Inferno) has generated many controversies, determined and justified by an uninterrupted and secular reflection. The encounter between thè pro- tagonist-traveler and his master has great importance also from thè point of view of thè creation of The Divine Comedy. But thè old fiorentine intellectual does not only appear in this canto: in fact, he is thè author and, at thè same time, thè protagonist of thè famous opera II Tesoretto, a didactic-allegorical poem written in volgare. In my study I focus on thè figure of Brunetto Latini and on his representation by Dante. At fìrst I examine thè protagonist Latini: how he appears in thè canto and what his part is in The Divine Come­ dy. Then I concentrate on thè author Latini and I try to identify thè poet’s voices in thè texts and descriptions according to thè context.

1. In trod u zione

L’incontro tra il protagonista viaggiatore D ante e il suo m aestro B runetto L atini nel celebre canto X V dellT nferno è una scena molto nota. N el mio saggio prim a presento il protagonista Latini: come viene rappresentato l ’anziano intellettuale e qu ali intenzioni dantesche si m anifestano nella sua figura. Poi m i sofferm erò sul B runetto autore che, allo stesso tem po, è il viaggiatore protagonista della fam osa opera II Tesoretto, un poem etto didascalico-allegorico scritto in volgare. Provo quin di a individuare le diverse voci del poeta nel testo e a categorizzarle secondo i v ari contesti. Per ovvi m otivi di spazio e opportunità, concentrerò la m ia analisi solo sulla figura di B runetto e sulla sua posizione e rappresentazione nelle opere.

2. «B u rn ectu s L a tin i n otariu s» - B ru n etto L a tin i “storico ”

B runetto L atin i1 fu un letterato e uom o politico fiorentino, figlio di B onaccorso

1 II nom e è più spesso registrato nella form a idiom atica “B urnetto”, anche negli autografi, quanto al cognom e, la form a genitivale si alterna con di Latino e con la riduzione a Latino. Cfr. F. M azzoni, ad vocem “Latini, Brunetto”,

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 97 di Latino, nacque probabilm ente nel terzo decennio del secolo X III. D al padre apprese gram m atica e retorica, p er poi essere avviato al notariato. Ebbe un fratel­ lo, ebbe m oglie e tre figli. Fu guelfo m ilitante, notaro, am basciatore, m agistrato: e insiem e retore e filosofo e institutore e divulgatore, n ella F irenze duecentesca della nuova cultura retorica, nonché di un rinnovato enciclopedism o di un u m a­ nesim o “civile”. A l servizio del Com une com pì anche degli incarichi diplom atici: F irenze cercò alleanze internazion ali così lo inviò alla corte del re A lfonzo X di C astiglia.2 Sulla v ia del ritorno ebbe notizia della d isfatta guelfa a M ontaperti (4 settem bre 1260) e del bando dei vincitori. V isto che non potè rientrare a Firenze, si ferm ò in Francia.

N egli an n i francesi si situa la com posizione delle tre grandi opere b runettiane,

La Rettorica, Tresor e, probabilm ente, Il Tesoretto.3 D a ll’esilio francese tornò in

patria soltanto dopo la b attag lia di B enevento (28 febbraio 1266) - al seguito di Carlo d ’A ngiò - , 4 ricevendo subito incarich i im portanti. N el 1272 divenne il capo della C ancelleria. Gli an n i O ttan ta furono l’età aurea di F irenze e il periodo più m aturo d ell’attività di L atini. V ari docum enti, sia privati sia ufficiali (contrat­ ti, epistole, cronache), testim oniano la sua p resenza im portante n ella v ita della città.5 A questi anni risale la conoscenza del giovane Dante. Non sappiam o in realtà se D ante fu discepolo di L atini. Si ritiene im probabile che un m agistrato così im pegnato come L atin i potesse aver avuto il tem po disponibile da dedicare a ll’insegnam ento. Forse il rapporto tra i due era di carattere inform ale con lunghe conversazioni nelle piazze fiorentine.

M orì nel 12946 e fu sepolto in Santa M aria M aggiore dove resta tu tto ra traccia (una colonna) del suo m onum ento funebre. A ttraverso questi brevi, m a im portanti, accenni biografìco-storici della sua v ita con cui possiam o capire la notevole posi­ zione assunta da L atini nella v ita cittad in a.7

in Enciclopedia dantesca, IIL, Rom a, Istituto d ell’E nciclopedia Italiana, 1971, p. 579. Vedi anche l ’analisi del nome di Rossi: L. Rossi, Canto XV, in Lectura D antis Turicensis. Inferno, a cura di G. Giintert e M. Picone, Firenze, Cesati, 2000, pp. 207-220.

2 Sugli anni spagnoli e del servizio diplom atico vedi: R J. Carmody, Li livres dou Tresor de B runetto Latini, Ber­ keley, U niversity of California Press, 1948.

3 Degli anni francesi e d ell’esilio vedi: R. Cella, Gli atti rogati da B runetto Latini in F rancia (tra p olitica e

mercatura, con qualche im plicazione letteraria), «N uova rivista di letteratura italiana», 6:1-2 2003, pp. 367-408.

4 Davidsohn scrive dettagliatam ente del rapporto tra Latini e la fam iglia d ’Angiò: R. D avidsohn, Storia di Firenze, trans. G iovanni Battista Klein, Firenze, Sansoni, 1957. II., 2. p. 12.; p. 103.

5 Frati cataloga e analizza questi docum enti: L. Frati, B runetto Latini, «Giornale D antesco», 22 1914, pp. 207-209. 6 «Nel detto anno [...] morì in Firenze uno valente cittadino il quale ebbe nome ser Brunetto Latini, il quale fu gran filosafo, e fue sommo maestro in rettorica [...] e fu dittatore del nostro Comune. Fu mondano uomo, m a di lui avemo fatta menzione però c h ’egli fue cominciatore e maestro in digrossare i Fiorentini, e farli scorti in bene parlare, e in sapere guidare e reggere la nostra repubblica secondo la Politica» nella cronaca di Villani. G. Villani, Nuova Cronica, edizione critica a cura di G. Porta, 3 voi., Fondazione Pietro Bembo, Ugo Guanda Editore in Parma, 1991, IX, 10. 7 Per approfondire: T. Sundby, Della vita e delle opere di B runetto Latini, Firenze, Le M onnier, 1884.

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3. «Siete voi q ui, ser B runetto?» - B ru n etto L a tin i n ell’Inferno

N el terzo girone del settim o cerchio, dove sono p un iti i violenti contro Dio, D ante e V irgilio procedono lungo uno degli alti e spessi arg in i del Flegetonte. I due poeti si sono orm ai allontanati dalla selva oscura e raggiungono un sabbione infuocato. I v iagg iatori lo passano m entre il fum o che si leva dal fiume di sangue li protegge d alla pioggia di fiam m e. A ll’im provviso scorgono un gruppo di anim e, una di queste si avvicina a D ante e lo tira per il lem bo della veste, gridando la sua m e­ raviglia. Il poeta lo guarda bene e, nonostante il viso bruciato dalle fiam m elle, lo riconosce come il suo m aestro, B runetto L atini. Il dannato desidera staccarsi per un p o ’ d alla sua schiera e seguire il suo antico discepolo per parlarci. V isto che, se u n ’anim a sm ette p er un istante di cam m inare, è poi co stretta a restare ferm a ce n t’an ni sulla sabbia senza potersi riparare d alla pioggia di fuoco,8 B runetto in v i­ ta D ante a passeggiare insiem e. D ante non osa scendere d a ll’argine, m a prosegue il cam m ino tenendo il capo basso in segno di rispetto («[.. ,]’l capo chino / tenea com ’uom che reverente vada» - Inf. XV. vv. 4 4-45 ).9 A nche se B runetto è molto curioso su come e per quale m otivo lui com pia questo viaggio n ell’A ld ilà, dove vada e chi sia la sua guida («Qual fo rtuna o destino / an zi l ’ultim o dì qua giù ti m ena? / e chi è questi che m ostra ’1 cam m ino?» - Inf. XV. vv. 46-48), dopo le prim e dom ande il loro discorso si concentra su due p u nti im portanti. D a parte di B runetto c ’è un lusinghiero riconoscim ento delle doti del pellegrino, poi form ula una critica aspra e dura dei F iorentini («ingrato popolo m aligno» - Inf. XV. v. 61; «gent’è avara, invidiosa e superba» - v. 68; «le bestie fiesolane» - v. 73). A lla fine, an nuncia una profezia sul terribile destino che aspetta Dante. Il canto finisce con una breve rappresentazione degli altri dannati:

Priscian sen va con quella turba grama, e Francesco d’Accorso anche; e vedervi, s’avessi avuto di tal tigna brama, colui potei che dal servo de’ servi fu trasmutato d’Arno in Bacchiglione, dove lasciò li mal protesi nervi.10

8 È un esem pio chiaro di contrappasso per analogia: è evidente l ’analogia con la narrazione biblica della distruzio­ ne di Sodom a e di G om orra. Cfr. A nonim o Selm iano, Chiose anonim e alla prim a Cantica della D ivina Comm edia

di un contem poraneo del Poeta, pubblicate da F. Selmi, Torino, Stam peria Reale, 1865.

9 Tutte le citazioni relative alla C om m edia vengono citate dalla seguente edizione: D. A lighieri, L a Comm edia

secondo l'antica vulgata, ed. G. Petrocchi, M ilano, M ondadori, 1966-1967.

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 99 M a L atini, vedendo il fum o sollevato da u n ’altra schiera di sodom iti di cui non può fa r parte («[...] però ch’i’ veggio / là surger nuovo fum m o del sabbione» - Inf. XV. vv. 116-117), interrom pe il colloquio e sparisce di corsa n ella landa infuocata.

Il canto XV, con i suoi 124 versi, è uno dei canti più b rev i dellT nferno. D al punto di v ista strutturale si trova quasi al centro della cantica. D ante lo anticipa bene, perché già nei canti precedenti troviam o varie allusioni alle sue vicende.11 D iversi tra i suoi elem enti costitutivi assicurano la continuità tra i canti dellT n fer­ no: come, per esem pio, le profezie12 o il fium e Flegetonte, che ci appare la prim a volta soltanto in una breve m enzione.131 riferim enti ad esso si fanno v ia v ia più num erosi, tanto da assum ere un ruolo di prim o piano nella costruzione del d isco r­ so tra D ante e B runetto. Il canto com incia con un richiam o preciso al Tesoretto:14 «Ora cen p orta l’un de’ duri m argini» (Inf. XV. v. 1); «O r va m astro B urnetto / per un sentiero stretto» (Tesoretto, vv. 1183-1184);15 «O r si ne va il m aestro / per lo ca­ m ino a destro». (Tesoretto, vv. 2181-2182), e continua con un a vera e propria serie di sim ilitu d in i che hanno lo scopo di creare un clim a adatto a ll’incontro. P rim a vediam o u n a dilatazione dello spazio geografico naturalistico con la descrizione delle alte dighe fiam m inghe, e subito dopo D ante restringe il cam po visivo della fantasia del lettore.16 Il nostro sguardo si m uove sul duplice sfondo di un a notte priva di luna e della bottega dom estica di un vecchio sarto che aguzza le cig lia per infilare la cru n a d ell’ago. L’intenzione di D ante è di inserire il nuovo episodio in u n ’atm osfera il più possibile fam iliare con un sottofondo lirico.17

Può valere la pena di notare che nel ‘suo’ canto B runetto prende la parola p ro ­ prio al verso 24 («Così adocchiato da cotal fam iglia, / fu i conosciuto da un, che m i prese / per lo lem bo e gridò: “Q ual m araviglia!” - Inf. XV. vv. 22-24). D al verso 24 in poi la fisionom ia del canto m uta decisam ente: non è più diegesi m a m im esi. M onologhi e dialoghi si alternano fino al verso 121, dove l’afferm azione di D ante term in a il canto.

11 Cfr. S. Sarteschi, Inferno XV. L 'incontro fra D ante e Brunetto, «R assegna Europea di Letteratura Italiana», 29-30 2007, p. 36.

12 Vedi il com m ento di Parodi. E. G. Parodi, Il canto di Brunetto Latini, in P oesia e storia della “D ivina Com m e­

d ia ”, a cura di G. Folena e P. V. M engaldo, Venezia, Neri-Pozza, 1965, pp. 163-200.

13 [...] «M a ficca li occhi a valle, che s ’approccia / la riviera del sangue in la qual bolle / qual che p er violenza in altrui noccia.» (Inf. XII. vv. 46-48.).

14 Cfr. T. Zanato, Su “Inferno X V ” e dintorni, «Rivista di letteratura italiana», V I 1988, pp. 185-246.

15 Tutte le citazioni relative al Tesoretto vengono citate dalla seguente edizione: B. Latini, Il Tesoretto, introduzione e note di M. Ciccuto, M ilano, Rizzoli, 1985.

16 Zanato, Su “Inferno X V ” e dintorni, cit., p. 198.

17 F. Piselli, Il canto X V dell ’Inferno, in Lectura D antis 2002-2009, a cura di A. Cerbo, U niversità degli Studi di Napoli L’Orientale, Napoli, Il Torcoliere, 2011, pp. 658-659.

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L’intero colloquio fra D ante e B runetto avviene m entre il prim o è collocato in alto rispetto al dannato, proprio sul “m arg in e” del fiume, e il secondo è costretto a seguirlo dal basso, lungo “l’argine”, invertendo la direzione di m arcia della sua schiera. Secondo S arteschi e C alenda la volontà dantesca è di evidenziare il rov e­ sciam ento delle rispettive p arti, “m aestro” e “discepolo”.18 La superiorità di D ante è chiara: è un privilegiato peregrinus n e ll’oltretom ba rispetto a ll’eterna inferiorità di B runetto, costretto a un incessante m ovim ento che non lo condurrà m ai in un

itinerarium, esperienza, attività, conoscenza, progresso intellettuale che dia senso

com piuto a ll’um an a esistenza.19

A nche se D ante colloca il suo antico m aestro n ell’Inferno, tra i dannati, parla con lui con tanto rispetto e costruisce tra loro u n ’atm osfera arm oniosa e affettuosa in cui si sente la sua grande reverenza p er L atini e il suo rim pianto. Le risposte di D ante si riferiscono alle espressioni di L atini, «la cara e buona im agine paterna» (Inf. XV. v. 83) che conserva di lui è una risposta evidente alla parola «figliuol» (Inf. XV. v. 31, v. 37). A n zi, a D ante dispiace tanto che «voi non sareste ancora / de l’um ana natura posto in bando» (Inf. XV. vv. 79-81). Fino alla fine del canto, la d ignità e il prestigio di B runetto sono incontestabili.

P er quanto concerne gli scopi del presente lavoro, la questione cardinale non è com prendere perché D ante scelga questo posto (tra i sodom iti) p er B runetto.20 E più im portante an alizzare com e D ante rappresenta il suo m aestro, facendone un

18 Sarteschi, Inferno XV. L'incontro fra D ante e B runetto, cit., p. 44. e cfr. C. Calenda, R everenza e colpa: ancora

sul rapporto fra D ante e Brunetto in Inferno XV, in D el nom ar parean tutti contenti, Studi offerti a R uggiero Stefanelli, a cura di P. G uaragnella, M. B. Pagliara, P. Sabbatino, L. Sebastio, Bari, Progedit, 2011, p. 8.

19 Come scrive Brunetto stesso nel Tesoretto: «E io, sol per m irare / lo suo nobile affare / quasi tutto sm arrìo; / m a tan t’era il disio, / c h ’io avea, di sapere / tutte le cose vere / di ciò c h ’ella dicea, / [ . . . ] / anzi m ’inginocchiai / e merzé le chiam ai / per Dio, che le piacesse / ched ella m ’accom piesse / tutta la grande storia / on d ’ella fa m em oria. / E lla disse esavia: / “A m ico, io ben vorria / che ciò che vuoli intendere / tu lo potessi im prendere, / e sì sottile ingegno / e tanto buon ritegno / avessi, che certanza / d ’ognuna sottiglianza / c h ’io volessi ritrare, / tu potessi aparare / e ritenere a mente / a tutto T tuo vivente.» (Tesoretto, vv. 519-546).

20 Di seguito elenco alcune opere fondam entali che si occupano d ell’argom ento del peccato di Latini. Delle intenzioni dantesche scrive M uresu: G. M uresu, Tra gli adepti di Sodom a ( “In fern o ” XV), «Rassegna della letteratura italiana», CII 1998. pp. 375-414. U n’opinione molto particolare è di Pézard: A. Pézard, D ante sous

la p lu ie de feu („ E n fer”, chant XV), Paris, Vrin, 1950. Kay, A bram s e A rm our da un certo punto di vista sono

d ’accordo con Pézard, m a forniscono anche degli aspetti nuovi: R. Kay, The Sin o f Brunetto Latini, «M ediaeval Studies», 31 1969, pp. 262-286.; R. Kay, D a n t’s S w ift and Strong. Essays on “In fern o ” XV, Law rence, The Regent Press of K ansas, 1978.; R. Kay, The sin(s) o f B runetto Latini, «Dante Studies», C X I I 1994. pp. 19-31.; R. A bram s, A g a in st thè „ contrapasso”: D a n te ’s heretics, schism atics and others, «Italian Quarterly», 27 CV 1986. pp. 5-19.; P. Arm our, D a n te ’s Brunetto: thè paternal Paterine?, «Italian Studies», X X X V III 1983. pp. 1-38.; P. Arm our, “In fern o ” XV, in D a n te ’s D ivine Comedy. I. Inferno, ed. T. W lassics, C harlottesville, U niversity of Vir­ ginia, (= Lectura Dantis Virginiana, voi. 1; Lectura D antis, No. 6: Supplem ent), 1990. pp. 189-208.; P. Armour,

The love o ftw o Florentines: B runetto Latini e Bondie D ietaiuti, «Lectura Dantis», IX 1991, pp. 11-33.; P. Armour, B runetto, thè sto icp essim ist, «Dante Studies w ith thè A nnual Report of thè Dante Society», CX II 1994. pp. 1-18.

A lle afferm azioni di Avalle (dell’om osessualità di Latini) risponde Rossi: L. Rossi, Brunetto, Bondie, D ante e il

tema d e ll’esilio, in “F econde venner le c a rte ”. Studi in onore di Ottavio Besom i, a cura di T. Crivelli, Bellinzona,

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 101 personaggio della sua visione poetica. Se non prestiam o ta n ta attenzione alla que­ stione del peccato com m esso da L atini, infatti, possiam o osservare la scena dal punto di v ista della funzione com piuta nel canto.21 A ttraverso la figura di L atini ci avviciniam o alla figura poeta-D ante, e così vediam o che l’intenzione del poeta è quella di rappresentare sé stesso, cioè il suo com portam ento e i suoi sentim enti verso il povero dannato. Con una svolta decisiva, D ante diventa il p rotagonista del canto, m entre B runetto è soltanto il testim one, il portavoce della sorte e del com ­ pito particolare del suo discepolo. Tram ite le parole di L atini, conosciam o D ante come il portatore dei valori, il «dolce fico».

4. «Io B u rnetto L atino» - B ru n etto L a tin i in II T esoretto

N ella C om m edia dantesca, dunque, il docente-auctor (B runetto) viene rappresen­ tato dal discente-auctor (Dante) in qualità di personaggio attante (actor). M a già B runetto si era auto-rappresentato, più di una volta, nelle sue opere. N el Tesoretto, poem etto didascalico incom piuto in coppie di settenari a rim a b aciata (alla m a­ niera francese), L atini stesso si auto-rappresenta come «m astro B urnetto Latino», protagonista di una visione allegorica n arrata in prim a persona d a ll’autore, che intraprende un lungo viaggio, nel corso del quale incontra la N atura, un cavaliere (am m aestrato dalle quattro V irtù cardinali) e infine il Dio d ell’A m ore e Ovidio.

E m olto im portante e rilevante che le ultim e parole che D ante pone in b occa a ser B runetto siano: «Sieti raccom andato il m io Tesoro / nel qual io vivo ancora, e più non cheggio» (Inf. XV. vv. 119-120.). La questione anche oggi è aperta: il “Te­ soro” designa l’opera allegorica in versi (cioè II Tesoretto) o l’opera enciclopedica in prosa (Trésor) o si riferisce ad am bedue, le cui p arti sono in stretto rapporto e form ano u n ’unità.

U na gran parte della critica ancora oggi ritiene II Tesoretto un preludio, un com m ento poetico o un com pendio del Trésor,22 e L atini è giudicato più volte uno spirito non creativo e originale.23 L’opera appare come u na sem plice im itazion e,24 poiché prende in prestito i m odelli d alla grande tradizione allegorica (Boezio, A lano di L illa, G uillaum e de Lorris) e li m escola con le sue esperienze personali e politiche cancellando ogni d ifferenza fra arte e scienza, poesia e prosa. Jauss suggerisce di osservare il poem a in un altro modo: non cercandovi la p urezza di

21 Cfr. Parodi, Il canto di B runetto Latini, cit., pp. 163-200.

22 Così ne scrive nella sua introduzione Carmody. F. J. Carmody, Li livres dou Tresor de Brunetto Latini, Berkeley, Los Angeles, 1948.

23 La critica più dura nei confronti del m ediocre poeta si trova n ell’opera di Vossler. Cfr. K. Vossler, M edieval

Culture: A n Introduction to D ante and His Times, trans. W. C. Lawton, New York, Ungar, 1958.

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stile, l ’un ità della m ateria, la chiara m otivazione del racconto o l ’arm onia e la m i­ sura nella rappresentazione, m a soprattutto l’u n ità di form a e contenuto, di figura e significato.25

Il luogo e lo scenario d ell’opera sono allegorici: non ci sono dei riferim enti topografici ch iari né sappiam o com e si articola il paesaggio d ell’aldilà, poiché nel poem a si alternano luoghi reali e irreali. Solo la figura del viand ante è im m utata nel caleidoscopico cangiare delle scene. Così questo non è un viaggio alla pari di quello della D ivina C om m edia. Il protagonista compie il suo viaggio da solo, e non h a nessuna guida o appoggio (soltanto dalle figure allegoriche riceve degli in ­ segnam enti e delle indicazioni). L’esperienza v isio n aria h a lo scopo di trasm ettere conoscenze enciclopediche verso il lettore. Il poeta come sognatore-protagonista sperim enta u n ’educazione che condivide con il suo lettore. A ttraverso le p arti dai caratteri contrastanti del poem a getta lo sguardo su diversi am biti e aspetti del cosm o.

4 .1 .1 volti di B runetto Latini - tre aspetti diversi

Il Tesoretto di L atin i è un viaggio im m aginato. N el testo B runetto è il nom e d ell’autore, del protagonista e del narratore. Quando B runetto dà il proprio nom e anche al narratore e al protagonista del Tesoretto, introduce il lettore a una com ­ plessa rappresentazione di sé stesso, che investe sia la realtà a ll’interno del poem a che quella a ll’esterno. Lo conosciam o da aspetti v ari com e figura storica e anche po eta.26

Q uesta costruzione tende a presentare al lettore un alter-ego fittizio e m u lti­ strato. Il processo della rappresentazione è sotto controllo, ed è ben m anipolato d a ll’autore. L’auto-rappresentazione program m ata nel testo d eterm ina più aspetti della sua strategia letteraria e m ette al centro l’intenzione artistica e lo sforzo p o ­ etico d ell’autore.27

Tra le varie p arti del poem a la voce del narratore cam bia. P rim a, n ella dedica al V alente Signore28 (Tesoretto, vv. 1-114), la voce di B runetto chiede sostegno p er il poeta e raccom anda al Signore il poem a. Poi, a ll’inizio della narrazione, il n arra­

25 H. R. Jauss, B runetto Latini, p o eta allegorico, in A lterità e m odernità della letteratura medievale, ed. H. R. Jauss, Torino, Bollati Boringhieri, 1989, pp. 135-174.

26 Vedi l ’introduzione di Holloway. J. B. Holloway, Twice-Told Tales. B runetto Latino and D ante Alighieri, New York, Peter Lang, 1993.

27 Per certi aspetti e punti di vista vedi: E. Sayiner, Brunetto in thè Tesoretto (conferenza: La città e il libro, il m anoscritto e la m iniatura, Firenze e Spagna, A ccadem ia delle arti del disegno, 4-7 settem bre 2002), http://w w w . florin.m s/beth2a.htm l#sayiner (ultim o accesso 13 settem bre 2017.)

28 II Tesoretto si apre con una raffinata dedica a un patrono così tanto esaltato e adulato che il lettore com une sup­ pone che dovrebbe trattarsi di u n a persona insigne, Alfonzo re di Spagna, Luigi IX re di Francia o Carlo d ’Angiò. L a polem ica non è ancora term inata, secondo alcuni studiosi il destinatario può essere anche Rustico di Filippo, l ’amico di Latini.

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 103 tore introduce le circostanze politiche e storiche d ell’esilio di B runetto (Tesoretto, vv. 114-185.). Tuttavia, quando il viaggio allegorico com incia, la centralità del narratore diventa sem pre più debole, poi costui scom pare e la voce d ell’autore si identifica con quella delle personificazioni che B runetto incontra. Il protagonista cede il suo ruolo dom inante a una serie di inseg n an ti che svelano al protagonista B runetto la sapienza che l’autore vuole rivelare ai lettori. Così la sua voce si iden­ tifica con uno scopo didattico con quella dei suoi m aestri.29 La voce individuale del L atini appare di nuovo nel giardino d ell’A m ore, dove l’esperienza em oziona­ le del poeta diviene esem plare. Sia la tradizione lirica sia quella did attica usano l’“Io” per rappresentare l’am ore. L’identità del poeta si trov a di nuovo al centro d ell’attenzione perché l’esperienza personale è essenziale per la rappresentazione e p er la spiegazione degli avv en im enti d ell’am ore.

4.2. L a dedica - B runetto Latini com e autore

A nche quando la voce di B runetto è più costante, tro viam o notevoli variazioni. N ella dedica del poem a, la voce del poeta è m olto v icin a al personaggio storico. La dedica può essere divisa in due parti: i versi 1-69 lodano il Signore m entre i versi 71-112 gli raccom andano il poem a. C hiaram ente la dedica è un om aggio che h a l’intento di chiedere supporto finanziario. M a se osserviam o attentam ente que­ sta prefazione, possiam o vedere che B runetto sovverte il rapporto tradizionale di autorità e potere a ll’interno del testo. Q uesto cam bio di p rospettiva è presente dal verso 70, dove l’autore si nom ina: «Come oro fino / Io brunetto latino» (Tesoretto, vv. 69-70). N el prim o verso la parola «fino» descrive il signore, che è identificato con l’oro per il suo valore m orale e anche p er la sua ricchezza. Il secondo verso introduce l’identità del p oeta con grande forza, occupando l’intero verso e creando un radicale constrasto o u n ’alternativa a quella del Signore. L a ricchezza del poeta deriva dallo straordinario valore intellettuale e m orale del poem a, visto che ha un prestigio particolare p er la sua u tilità didattica: in questo senso il poem a è un ‘teso re tto ’. E vero che il Signore ha u n a ricchezza terren a, m a il poeta possiede la ricchezza intellettuale e m orale della sapienza e della conoscenza che lo rende capace di accedere al Signore, condividendo con lui il suo piccolo tesoro.

L’autore rafforza anche la sua posizione usando dei riferim en ti biblici. Quando parla d ell’opposizione tra tesori terrestri e tesori celesti, fa riferim ento ad un passo del V angelo (M atteo 6,19-2030) in cui G esù am m onisce di cercare le ricchezze ce­

29 Cfr. R. Librandi, La didattica fondante di B runetto Latini: una lettura del Tesoretto, «Cahiers de Recherches M édiévales et Hum anistes, Journal of M edieval and Renaissance Studies», 23 2012, pp. 155-172.

30 «N on vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consum ano, e dove i ladri sconficcano e rubano; / m a fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consum ano, e dove i ladri non sconficcano né rubano». (M atteo 6,19-20) in La Sacra Bibbia, http://w w w .laparola.net/ (ultim o accesso 3 settem bre 2017).

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lesti e non quelle terrestri, che sono caduche. In questo passo del suo poem a, B ru ­ netto m odifica il significato del passo di M atteo. Infatti, M atteo p arla della fede m entre B runetto intende l’incorruttibile ricchezza del sapere, cioè l ’incorruttibile ricchezza di ciò che è presentato nel Tesoretto.31

Un secondo esempio in cui B runetto usa il testo evangelico p er avvalorare il suo testo poetico si trova nei versi 93-98. N el passo di M atteo, G esù descrive una luce sotto un m oggio (M atteo 5,15-1632). G esù dice che la fede dovrebbe esserre ch iara ed evidente come una candela e non nascosta come un a candela sotto un m oggio. A nche qui, B runetto m anipola il significato del testo biblico. P er lui la luce della candela non è la fede, m a la conoscenza offerta nel Tesoretto. Q uesta so ­ vrapposizione tra la fede e la conoscenza di B runetto, e fra il Vangelo e il poem a, investe di nuovo il testo di una autorità superiore e ne indica il valore particolare.

Ben conoscho che’l bene A ssai vai meno, chi’l tene Del tutto in sé celato, Che quel ch’e palesato, Sì come la candela Luce meno, chi la cela.33

4.3. Nella valle di Roncisvalle - B runetto Latini com e figura storica

Dopo la conclusione della dedica, l’“Io” di B runetto cam bia di nuovo quando co ­ m in cia a n arrarre il viaggio. N ei versi 114-162, il poeta racconta i fatti di F irenze e della Toscana: dal panoram a storico e politico raggiungiam o la sua storia p erson a­ le, e parla anche del suo esilio. L a voce del narratore diventa con forza un a prim a persona autobiografica, atipica in questa form a nelle narrative poetiche delle opere allegorico-didattiche. A nche se le inform azioni su F irenze sono storicam ente ab ­ b astan z a corrette, la m aggior parte dei dati storici e autobiografici appartiene alla dim ensione narrativa. A nzi, la narrazione del viaggio e gli incontri allegorici di B runetto nascono direttam ente d all’episodio d ell’esilio.

S ulla scorta della letteratura specialistica, di solito nei v iag g i allegorico-didat- tici m edievali il m ateriale autobiografico dà un senso di autenticità e u n iversalità alla narrazione. Segre parla addirittura di pseudoautobiografia, perché trad iz io ­

31 « [...] ed a voi faccio prego / Che lo teniate caro / E chenne siete avaro» (Tesoretto, vv. 84-86.)

32 « [...] e non si accende una lam pada per m etterla sotto il m oggio; anzi la si m ette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. / Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uom ini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è n e ’ cieli.» (M atteo 5,15-16) in La Sacra Bibbia, http://w w w . laparola.net/ (ultim o accesso 3 settem bre 2017).

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 105 nalm ente il m ateriale è m inim o e spesso fittizio.34 N el caso di B runetto, in v e­ ce, il m ateriale è corretto e relativam ente esteso. Questo rende il suo testo meno convenzionale e più pragm atico, da un lato dà al poem a un senso di autenticità e così si ricollega alla tradizione al legorico-d id attica; d a ll’altro, lo investe di una dim ensione storica, politica e personale molto forte. Questo aspetto ridefinisce la figura storica d ell’autore nella percezione del lettore.

Il riferim ento a R oncisvalle è un chiaro esem pio di come B runetto m anipoli la percezione del lettore.35 B runetto racconta che il suo protagonista è a R oncisvalle quando viene a sapere del suo esilio.

Venendo per la valle Del piano di Roncesvalle Incontrai uno scoiaio. [...] Ed e’ cortesemente M i disse im mantenente Che guelfi di fiorenija, Per m ala provedenija E per forila di guerra, Eran fori di terra E ’1 dannaggio era forte Di pregione e di morte.36

Gli storici non sanno precisam ente neanche adesso come B runetto sia venuto a conoscenza del suo esilio. Tuttavia, nel Tesoretto dice al lettore che h a ricevuto la notizia da uno scolaro di B ologna. I biografi possiedono invece una lettera scritta dal padre di B runetto che lo inform a del fatto.37 Q uesta scena raccontata nel p o e­ m a assum e allora un significato molto im portante. Il lettore m edievale, sentendo di R oncisvalle, è portato a pensare subito alla storia di Rolando e della sua m orte eroica. Q uindi, B runetto stabilisce così un parallelo tra i p alad in i a R oncisvalle e i guelfi a M ontaperti. P resenta i guelfi trad iti come p aladin i, e la lotta con i gh i­ b ellin i non è più u n a guerra civile p er il controllo della città m a un a crociata per difendere la cristian ità e la Chiesa. Questo passo così diventa u n ’interpretazione politica, u n ’afferm azione quasi propagandistica con cui si riscrive anche la storia

34 C. Segre, La prosa del D uecento, M ilano-N apoli, Ricciardi, 1959.

35 Cfr. E. Costa, Il Tesoretto di B runetto Latini e la tradizione allegorica medievale, in D ante e le form e

delTallegoresi, a cura di M. Picone, Ravenna, 1987, p. 52.

36 Tesoretto, vv. 145-147; 155-162.

37 Vedi: Davidsohn, Storia di Firenze, cit., p. 2. Holloway, invece, h a dubbi su ll’autenticità della lettera. Cfr. J. B. Holloway, Brunetto Latini. A n analytic bibliography, London, G rant &Cutler, 1986, p. 67.

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personale di B runetto, che diventa un eroe tradito e punito ingiustam ente. D a questa rappresentazione risu lta che il lettore, accettando l ’autorappresentazione che B runetto dà di sè, debba u n irsi a B runetto n ella sua lotta e sostenerlo nella sua disgrazia.38

4.4. Incom incia il viaggio - B runetto Latini nel contesto lettarario e allegorico

Dopo aver analizzato com e B runetto rappresenta sé stesso nella dedica e nei passi autobiografici, è indispensabile osservare anche la sua autorappresentazione nel contesto letterario e allegorico. Dopo il passo autobiografico cam bia il m odo n a r­ rativo, che diviene più strettam ente letterario. Q uando B runetto apprende del suo esilio, sente un profondo dolore e perde la via. D urante il suo vagare incontra la N atura (Tesoretto, vv.180-187). Q uesta parte del poem a è segnata d a ll’influenza della D e consolatione philosophiae di B oezio.39 B runetto rappresenta l’esperienza del suo protagonista in m aniera sim ile a quella del personaggio di B oezio. E n ­ tram b i sono ingiustam ente p uniti p er m otivi politici, pu r essendo uom ini v irtu osi. E ntram bi sono d escritti come politici di professione e filosofi che si dedicano alla produzione didattica. A ll’interno del testo, i protagonisti sperim entano v ari in ­ contri allegorici che esplorano fra l’altro i tem i della F ortuna e della V irtù . L atini rappresenta la sua d isgrazia personale come il punto di parten za della sua espe­ rien za didattica. L’esilio è u n ’esperienza rilevante che gli offre una com prensione della realtà filosofica e m orale che poi può condividere con il lettore nel poem a. A questo punto, dobbiam o sottolineare l’im p o rtan za del concetto di “com unità”. B runetto, come D ante, ha un continuo bisogno di essere in relazione con la città che ha abbandonato. A ttraverso il poem a, l’esiliato ritorna n ella propria città. Ciò è molto im portante p er lui, perché la città rim ane per sem pre il centro m orale, politico e intellettuale per il poeta.

5. C onclusione

Con la scrittu ra del poem a B runetto persegue m olteplici scopi. P rim a di tutto, vuole presentarsi ai lettori com e un m aestro di grande prestigio, come un a figura intellettuale europea; inoltre, vuole che i lettori lo vedano come un m artire e un uom o ingiustam ente perseguitato; forse spera che qualcuno tra questi lo sostenga e vend ich i in qualche m odo l’ingiustizia subita. Così, il povero intellettuale p o ­ trebbe ritornare nella sua patria.

38 Cfr. Benedetto, II R om an de la R ose e la letteratura italiana, cit., p. 91. 39 Jauss, Brunetto Latini, p o eta allegorico, cit., pp. 152-154.

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N o é m i Ó t o t t : « S i e t e v o i q u i , s e r B r u n e t t o ? » - 1 v o l t i d i B r u n e t t o L a t i n i : r a p p r e s e n t a z i o n e e a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e 107 In realtà, conosciam o bene anche la fine della sua storia: B runetto, l’autore, grazie alla sua autorità letteraria e filosofica, entrerà a fa r parte della corte di Carlo D ’A ngiò e, grazie a lui, pochi an ni dopo la com posizione del Tesoretto, B runetto, am m irato, rispettato e potente, ritornerà a Firenze.

Proprio questa è la d ifferenza tra la sorte del m aestro e del discepolo. L a v ita di D ante quasi riflette la v ita di L atini. A m bedue erano guelfi, am bedue dovettero lasciare F irenze, i loro poem i di pellegrinaggio nacquero d all’esperienza profonda dell’esilio. M a m entre L atin i ritornerà dal suo esilio e influenzerà il giovane D an­ te, q uest’ultim o, com ’è noto, non farà m ai ritorno a F irenze. M a fu forse L atin i che non solo insegnò a D ante la storia e la politica di F irenze, m a gli offrì anche una conoscenza com plessa anche nel cam po della letteratura e della poesia.

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