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DELLA MORTE NATURALE
DISSERTAZIONE INAUGURALE
DI
SA
lìSin Affisi
DI
GRUPELLO
PROVINCIA DI
LOMELLINA
SIA.'
1 DOTTORE IN CHIRURGIA E MAESTRO NELL1 OSTETRICIA DISSERTAZIONE CHE DAVA IN LUCE ONDE OTTENERE LA LAUREA IN MEDICINA NELL1 I. R. UNIVERSITÀ’’ DI PAVIA COL CONSENTI»
MENTO DEL SIC. RETTOR MAGNIFICO
, DELL* ILLUSTRISSIMO SNS*
DIRETTORE , DELLO SPETTABILE S1G. DECANO , E DEI SIGNORI PROFESSORI DELLA FACOLTA1 MEDICA
AUSPICE IL SIG. DOTTORE C. A.
RIGONI
V. 0. DI ANATOMIA SUBLIME E DI FISIOLOGIA
AGGIUNTEVI LI TESI DA DISPUTARSI PUBBLICAMENTE NELL1 AULA
AGOSTO DEL MDCCCXXXII
PAVIA
(STAMPERIA
RIZZO»
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DELLA MORTE NATURALE.
Haud
igitùr penitas perenni qimeeumque vzdcnùir;Quando
alidex
alie> rejicit natura : n.ec ullamRem
gigtii patitur? itisi morie
ad
julani cdimm,Lucreliim L* !» pagi 32*
T
11 otto io natura si cangia, tolto si alierà è perisce; cosi
non appena
ilcorpo
dell*uomo
è giunto alla sua perfezione
che
subii.© in-comincia
a decadere.Ogni
giorno noimoria-
mo
5perchè
ogni giorno cì vicomeno
qual-che
parte delia vita, e finquando
cresciamo,la vita
va mancando
:poiché
noiperdiamo F
infanzia, la puerizia, e
F
adolescenzay cosi
che gradatamente arriviamo
alt’altimo
istantedella nostra esistenza»
La diminuzione cM no-
stro
organismo
è insensibile nelsuo
principio;anzi
passano
degli anni,
prima che
ricono- scere si possaqualche cangiamento
; e
men-
tre a noi
dovrebbe
esserepiù
facile il sentire4
,
_ . . . .. . ;• /
il peso dei nostri anni
,
elie agli altri iì cal-
colarne il
numero
?
pure
essinon
s’ inganna-no giudicando
della nostra etàesaminando
i
cangiamenti
esterni dei nostrocorpo
} e noi
medesimi molte
voltenon
c'inganneremmo
5
se più atten
lame
nte osservassimo la causada
cui essi derivano.
A
grandi passi gli anni sfuggono:, eFuorno
insensibilmente giunge alla decrepitezza
,
ove
la
temuta morte
persuo termine
si presenta.Ma perchè tremare
di quell’ultimo
istante 5preparato dagli istanti
medesimi
della vita ?La morte non
èmeno
naturale della vitamedesima
-,poiché
tanto la vita,
quanto
lamorte
,
s’
impadroniscono
di noi senzache possiamo
sentirne, e valutarne gii effetti. In-fatti la
maggior
parte degliuomini compiono
questo loro tributo senza saperlo
, e se nel
gran numero
, alcunipochi conservano
la co- gnizione della propria esistenza sino all1
ulti-
mo
istante , forsenon
sene
trovaun
solo5
iì quale
non
conservi in se lasperanza
di retrocedere verso la vita5 giacche la
natura seppe
dare agliuomini
lasperanza
più forte della ragionemedesima.
Osservate(
onde
viameglio
convincervi) osservate
un uomo
affettoda
grave malattia?
il quale e
per
semedesi-
mo può
giudicale dell’ esito dì essa? e negli
a scarni
medesimi può
scorgere 1 ultimosuo
giorno:abbandonato
daimedici, compianto
dai parenti
, e dagli amici,
pure oon
sa con- vincersi d’ essere giunto all nitima
ora deiviver
suo
: finchépensa
, finché sente
, e ri-
flette
, egli ragiona
sempre
insuo
favore, e
benché
tutto èmorte
in lui5
la
speranza
vive ancora.Nel'F istante della
morte
naturale iìcorpo
si trova privo di forze, per cui
non può
sentire
che un
lieve dolore (sepure
lo sente).La morte non
è così terribileadunque quanto
noi F
immaginiamo
}
ed
infatti sipuò consL
derarlacome un fantasma, che
cispaventa da
lontano, e
che
spariscequando
la consi-deriamo da
vicino.Farmi
piuttostoche
l ideaspaventosa
,
ed
il timoreche
noi ci formia-mo
di essa,dipenda
dalmodo
,
con
cui civiene ogni giorno delineata.
Ecco come
Se-neca
siesprime
inuna
sua letteraparlando
della morte, a
Mora
a te veiiit.Ti menda
erit^p si tee u
m
esse posset.Necesse
est, aut
non
p
perveniat , aut pertranseat » (i).Se noi filosoficamente
consideriamo
lamor-
te parafi essere quel
modo
,
che
natura im- piega,
onde
portare i nostri organi privi di(i) Seneca epist. 4 P- 12.
6
vita a quella semplice
composizione
, nella quale i loro elementipossono
servire anuove
creazioni. Così
chiaramente
viene spiegata lametempsicosi
delia materia.In questo
senso facilmente si scorgeche
la materianon
sistrugge
perchè
lemolecole
dei corpinon
fanno che
passare dalluno
all altro : essesopravvivono
alla dissoluzione degli esseri sìinorganici,
che
organizzati:quando
questi ul-timi cessano di vivere ,
rendono
alfondo
inesauribile delia natura quegli elementi che’
ella di
continuo
impresta, eche non
esauriscegiammai.
Il
uomo
giunto alventesimo anno
dellavita
ha
cessato di crescere in altezza; au-menta
invece in tutte le altredimensioni
nello spazio di altri venti anni;
dopo
diche gradatamente decade
, e va
perdendo
quellefot*ze
,
che aveva
in tuttoquesto
tratto di vita acquistate. Ildecrescimento
perònon
è cosi evidentecome
ilsuo
sviluppo,
poiché F uomo che impiega da
trenta, aquaranta
sinoi a giungere a ih apice del
suo
vigore,consuma una maggior
quantità ditempo
a discendere verso latomba
,
se cause acciden-
tali
non
io arrestano ametà
de!suo cam-
mino. La macchina animale adunque
giuntaad una
certa età cresce in grossezza, in forza4
olìa pinguedine,,che
si sparge nell inviluppa Celluloso, talchésembrerebbe che
F individuo dovesse diventare piùfermo
e vigoroso ;ma
se
attentamente
siesamina
,
si scorge
che
questodipende
dal difetto di forze sufficienti aìF assimilazionecompleta
della materianu?
tritiva.
Questo aumento che
Vuomo
acquista in grazia dellapinguedine
,
non
fache impe-
dire nelle
persone avanzate
in età il libero esercizio delle loro funzioni- per cui sivede che
lamagrezza
nei vecchi èda
anteporsialla grassezza
, così la
prima
diventa causa dilunga
vita.Egli è impossibile il
determinare con
cer- tezza inche punto
della vitaincomincia
la veccliiaja-,
ciò
che
è di fatto, sì èche
in questa la sensibilità degli organi divienmino-
re , le forze sì morali
che
fisichescemano.
Così il
tremebondo vecchio non
riceve piùnella
medesima maniera
le iiìipressioni degli agenti esterni,
come
soleva averle nella flo-rida età.
Questa
è la causa per la quale inessi facilmente
succedono
falsi giudizi,
che
attribuiscono a tutt’ altro
,
che
alla loro età-giacche pieni d’
amor
proprio,non sono
atti acontemplare
queicangiamenti che
il loroorganismo ha
subito.Le
digestioni sifanno
languide e cattive, per cui l’assimilazione si
8
affievolisce, I vasi linfatici si obliterano
, 0
le glandole s1 induriscono, nelle ossa s’ accre*
sce il fosfato terreo
,
causa della loro fragili-*
tà ,
i tessuti tutti della
macchina umana
sicangiano
, così
che perdono
di piu di quelloche continuamente
s’ assimilano.Nè
la rigidità , e i lentimovimenti
delcorpo
nel vecchio sidevono
fardipendere
?
come
dallamaggior
parte si afferma dallarigidezza delle capsule articolari
$
ma
piuttostodall’ atonia delle
medesime
,
come
chiara-mente
la pratica insegna }poiché
facilmentenell' età
caduca succedono
le lussazioni , e via più viene questocomprovato
dalvedere che
tutti gli altri visceri,
che
fermi, e re-
sistenti si
trovano
nella gioventù , giunto lasenile età
diventano
molli , e flacidi.Gii
umori
circolanti nell’organismo
subi-scono pure qualche cangiamento
; così tantola quantità
,
quanto
la qualità deimedesimi
si alterano
^
come palesemente
Iodimostrano
le ossificazioni
formate
nellemembrane
,come
pure
F ossificazione dellamembrana
internadelle arterie.
Il calore finalmente tanto necessario alla
conservazione della
macchina animale non
va
esenteda cangiamento ed
infatti il ca-lore
palesemente
simostra diminuito
nel9
ròcchio, Ippocratè
pure notò
questadiminu-
zione
dicendo
: » senibusautem
est niodieus?> calor
5
qua propter
paucis fomitib.us c»pus»
habent
a muìlisenim
extingimi)tur.Ob hanc
«
etiam caussam
febres senibusnon
simili ter» acutac fiunt : frradurn est
enmi ipsorum
»
corpus
(i). y>Abito
del vecchio*La
cute neivecchio
fassi rugosa 'cadono
i capelli
? e se
rimangono diventano
bian- chi (2) ì ilcapo
si fatremebondo
7 e a
stento la cervice
può compiere
imovimenti
7
la
voce
diventa rauca?
debole
sì per la per-duta
azione deimuscoli
della laringe? sì
per
la rigidità delle
corde
vocali -y e
per una
quantità di
muco
ivi depositato : lacolonna
vertebrale s’ incurva
anteriormente
7 incom
seguenza
della diminuita energia deimuscoli
(1) Hippocrale aforismi.
(2
)
Magna
fuitquondam
capiti® reverentia cani Inque suo praetio ruga senilis crai,Jura dabat popolo senior : finitaqae certi®
Legibus aeta's est ? nude petatnr ‘brino*;
Et medius juvenum non indìgnantibus ipsis Ibat 9 et interior
, si comes
num
crai*’Ovidìus op.
dorsali
, le cartilagini intervertebrali si ossi- ficano ; le estremità s’ inrigioliscono , e il
corpo
tutto simostra
tabifico.A
stento ilvecchio può
sostenereuna
leggere fatica ,sotto la quale il
corpo
sicopre
di profusosudore
, e privo di quellaampia
base ,che
la robustezza, è la vigoria del
suo corpo
glioffriva , è costretto di avere
per
fedelecom- pagno
uribastone onde
amplificarla : a stentocammina
colcapo prono
verso la terra ,contemplando T ultimo suo
domicilio, epaio
-
die
dica :»
Di
putredine, e fango aneli ioson
figlio 3»
E
tu trapoco
inesoràbilemorte
Su
questemembra
stenderai l’artiglio (1)0Nella
morte
naturale ledue
vitenon
ces-sano
nelmedesimo tempo
,ma
1’animale
èla
prima
a cedere ? egradatamente
seguep
organica. Infatti nell’uomo
decrepito tuttii sensi
F uno dopo
1 altrodiminuiscono
,e finalmente cessano d’ agire \
per
cui le cause ordinarie delle sensazioni sipresentano
,
senza
potere eccitarle.La
vista pei la piima
si oscura
,
s’ intorbida , e finalmente
ne
li-ceve
5 riè trasmette leimmagini
degli oggetti»Segue appresso P
udito ?organo più
degli(i) Monti opere.
I ì
nitri ileiI
nonio educato
, poiché sotto alcontinuo
esercizio della parolamirabilmente
si sviluppa
? e giunge a conoscere le
minime
differenze dei suoni»
Quest'
organo
nel vecchio considerato sottoi rapporti fisici
dovrebbe
colf età rendersi più perfetto;imperciocché
tutte le parti di-vengono
più elastiche, più
dure
, le cellule
mastoidee
estendendosi fino allasommità
delio scoglio
circondano da
tutte le parti la cavità dell' orecchio interno$ ciò
non
ostantenell’ età senile più difficilmente
sono
ricevute5
e trasmesse le impressioni delle
onde sonore;
e pochissimi
sono
i vecchiche non
siano più omeno
soldi.Conviene adunque che
taledeterioramento
nella funzione di quest7 or-gano dipenda
in parte dalladiminuzione deb
1
umore
delCo
tinnii, e in parte dalla dimi- nuita sensibilità delnervo
acustico.L’
apparecchio
olfattoriof
che poco
svilup-pato
trovasi ali’epoca
delia nascita,
va
cre-scendo gradatamente
coll’ avanzarsi degli an- ni ; ecertamente
sarebbeuno
dei sensiche
si
manterrebbe
intatto nella sua proprietà sinoagli ultimi
momenti
della vita; senon
acca- dessero lesioni particolari o nell’organo stessoy
o specialmente nella secrezione del
muco
,per cui gli odori
non
eccitanoche
deboli?
e imperfette impressioni.
12
V organo
del gusto ,che
per ilprimo
sisviluppa è
ultimo
a perdere la sua attività $per
cuimentre
il vecchio giàha perduto
tuttigli altri sensi
,
il gusto gii
rimane
, quasi
ultimo
filo ? a cui sta sospeso ilbene
dellasua
esistenza.La voce pure
èdebole,
interrotta, fiacca,il
canto ha
gli stessi caratteri *, e ciòdipende
dai
modo con
cui sicompie
la contrazione deimuscoli
deli'organo
della voce.La
pa- rola sicambia palesemente
: la lentezza deimovimenti
della lingua , lamancanza
dei denti, la
lunghezza
proporzionale delle lab»bra
,sono cause che
influiscono alla modifi- cazione deliamedesima.
Così nel
vecchio
isolato inmezzo
ainu- merosi
oggetti della natura , apoco
apoco
si
estinguono anche
le funzioni del cervello.Infatti
secondo
lamente
di alcuni fisiologiil cervello
maggior
consistenzaprende
nel-F
etàcaduca
: così difficilmentevengono
per-cepite le ultime impressioni recate dai nervi
}
F
intelligenza s;
illanguidisce
, vacilla la ra- gione
, e quasi ogni facoltà di
pensare
siperde.
La memoria
è quasi nullaspecialmente per
le cose presenti (i) : e ciòproviene
dai(fi) li piacere di raccontare è imo dei piò vivi che
1
3
§ensi affievoliti
, i quali
non sono
atti a rite-nere ciò
che
lo spirito a loro rappresenta$
così
che
nel vecchiosfuggono
le idee , allor-quando F impronta non
viene conservata dalleimmagini.
La
decrepitezzaadunque rende
grandanno
alla
memoria
$
perchè
in questotempo
Je parti del cervellosono
simili alle estremità,
che
piùnon sono abbastanza
pieghevoli permoversi secondo
tutte quelle direzionidie
lorofurono
abituali. Così Condillac : sde« abitudini si
perdono
apoco
apoco
i
non
restano
che
delle sensazioni deboli, le quali95 fuggiranno
ben
presto,
essendo
vicino a» cessare il
movimento
stesso. 5?Nella vecchiaja
F uomo morale
discendead una seconda
infanzia (i).L uomo
inpossa gustare il vecchio.
La
sua memoria gli richia-ma
con meravigliosa fedeltà i più minuti ragguagli delle scene piacevoli della sua giovinezza.A
questopiacere di reminiscenza si associa un piacere di novità nel vedersi circondato dai giovani attenti ai suoi di- scorsi , e vive per così dire nel loro animo , mentre quasi tutto è morte nella sua macchina.
Gioja ideologia , torci. II.
(i) In realtà mi pare che vi passi gran differenza:
giacche nell* infanzia il cervello si trova in uno stato
di continua attività
, in ragione delle diverse impres-
sioni che continuamente si presentano ai suoi sensi ,
i4
t • O
questa eia trovasi ristretto
ad
alcune rimeni- branze che ben
presto finiscono : esso inca:pace
tji giudicare?
di volere
, diventa inetto
a ricevere
nove
impressioni : posi ridottoad
un’ esistenza vegetativa
?
dorme
lamaggior
parte del giorno
, e quasi
non
si sveglia , elioper
soddisfare ai bisogni fisici.Egli è certo
che
per legge d’ associazione tra ledue
vite, la
diminuzione
delle funzioniorganiche
?deve
tenere dietro , a quella‘ 3 ' •
* itici
de
delia vita animale. Infatti nei vecchio
riesce la masticazione per la
caduta
dei denti,
così
malamente
preparati gli alimenti ven-gono
portati nellostomaco
?dove trovano una minor
quantità, disucco
digerente 9 per-ciò la digestione languisce , e per la
dimi-
nuita secrezione delpancreas
, del fegato
, e
del
succo
enterico , la chiliReazione fassiim-
perfetta
, e P
assorbimento
, la nutrizione vieneimpedita
per Pobliteramento
dei lin-fatici. Il circolo del
sangue
nei capillari vienepure
interrotto, per la
mancanza
delle forzetoniche
che
a questopresiedono
: finalmente divienemanca
la circolazione nei grandi vasi, e languide sifanno
le contrazioni del cuore.mentre nel vecchio il cervello si trova quasi in uno
stato d* inerzia.
Giunto
Iuomo
a questi ultimi istanti della Vitaperde
l’appetito, rari e lentisono
i suoimovimenti
, e più desideroso della solitu-dine, che
della società sta taciturno,perchè
niente lodetermina
arompere
ilsuo
silen- zio ^ spesse volteinvolontariamente
glicadono
le lagrime dai semi-chiusi occhi senza co-
noscerne
la causa, è
come
il vegetabile con»duce
gli ultimi suoi giorni , finchécessando
quei debolimovimenti
,
che ancora riman- gono
nelsuo organismo
, si avvicina all’ ul-timo
istante della vita, e
dopo
di avere su- perate tante miserie, senza quasi saperlo pre~
cipita nella
tomba.
Dalie còse qui dette
palesemente
sivede, che
queimedesimi
feiiomeiii, coi quali la vita
ebbe
principio ,sono pure
quelli, coi
quali essa finisce. Così la circolazione
,
che
per
laprima
si presenta nell’embrione
èpure f
ultimache cede
nellamorte
naturale. Ibattiti deli’ orecchietta destra
sono
iprimi che
siosservano
nell’embrione
, essi
sono
gli ultimi
che
simostrano
nell’ agonizzantedi
morte
senile.Là
nutrizione allaqualè
quasi totalmente è limitataF
esistenza del feto continuapure quando
gli organide-
stinati dalla
natura
a metterci inrapporto
con
gii esseriche
cicircondano sono
sepoltii6
da lungo tempo
inun sonno
, dal
quak
più
non
si risveglieranno.Catisa
prossima
dellamorie
naturale.
y*.
1 «? }
E
cosa fuorid
ognidubbio
:che
nel per-fezionarsi della fisiologia
,
doveva pure
essere posta sottoad esame
làmorte
naturale5
onde
poterdeterminare
la càiisaprossima che
la produce.Molte
infattifurono
le cause dettatesecondo
le diverse teorie dominanti»Gli umoristi
ponevano
la causaprossima
della
morte
naturale nell’ alterazione, e nella
diminuzione
degli umori. 1 solidisti la ripo-nevano
nell’ alterazione dei solidi.Alcuni
fisiologi
confondendo
ifenomeni che sono compagni
della decrepitezza colla causa dellamorte
senile ,tenevano
la rigidità dellamac-
china
come
causa di morte. Altri nelle aboliteforze dèli’
apparato
gastrico.Finalmente
al- cuni le di cui ricerche tutte s’aggiravano
a rintracciare le forzegoverna
trici dellanatu-
ra ,
hanno
posta la causa dellamorte
senile nell’esaurimento
della forza vitale.L’ illustre Bicìiat pero
primeggia sopra
tutti gli altri scrittori nel trattato della
causa
della morte. Egli
non
parlo nellasua opera
dell’ alterazione generale delia mistione erga-*
idea,
die
suolsuccedere
nellamorie
senile^ma
coll’ esperienza cercò di spiegarecome
ora
un organo
, ora
un
altro tolto dallo stato naturale possa essere causa dicondurre
nelmedesimo
stato tutto 1’ organismo.Ecco
in-fatti
come
Bieliatprendendo
p. e.ad esame r
alterazioneche succede
nel cervello , insegnache
possa questosecondariamente
essere causa della cessazione della vita : « dietro laperduta
« funzione cerebrale
ne succede
la cessazione» delle funzioni
meccaniche
deipolmoni
$ a
*9 questa tiene dietro V annichilarliento delle
?? funzioni
chimiche
5
per questo
la circoia- zione cessa di compirsi perfettamente, e
99 per
ultimo
a gradi a gradine
vieneF
in- w debolimento
delmovimento
delcuore
, e
?9 deh’ azione di tutti gli organi
, e finalmente
99
ne succede
la sospensione di questomovi-
99
mento
, e di questa azione. 95
Così questo autore cerca nel
modo
descritto di spiegare la causa dellamorte
5
ammettendo
ora
per primigeno
alteratoun organo
, ora
F
altro.Ma dopo quanto
VillustreBichat
asseriscesi
può
chiedere, severamente
nellamorte
naturale
succede
questaprimigena
alterazione diun organo
; o se invece ella siadipendente
dall’ alterazione dell’ universale dell’
organismo.
Se noi
consideriamo
lamacchina animale
2
scorgiamo die
amisura
,
che
in essa cresce3’ energia della vitalità , gli elementi
, e le
molecole
dei tessuti acquistano nelle succes- sive azioni eli quellamie maggior coerenza
tra loro
5 per cui allora tutte le parti si
man- tengono
nel lqro vigore vitale.Ma
in seguitominorando
gli elementi nutritivi,succede
un'alterazione nell’
organismo
}
per
la quale di-minuisce
e il .calorico ,che
sidovrebbe
svi-luppare
, e il
volume
delle parti , e la loroenergia vitale
, sino a
che avanzandosi
verso1’ ultimo istante della vita
, cessa del tutto
(
come bene
.esprime il celebre Gailini ) quellamutua
mobilità 5 e quella attiva bilancia de-gli ultimi elementi in cui
sembra
riporsi laforza vitale
p e cessa in
conseguenza
la vita stessa. L’uomo
,
ed
ogni essere organico percorsa così la fanciullezza? F adolescenza
?
e la virilità , soggiace inevitabilmente alla morte.
Ella è cosa certa
che
il fine a cuivanno
soggetti i corpi inorganici
5 e i corpi organiz- zati
dipende da
causaben
diversa. Gioja nelsuo
esercizio logicoparlando
del line deidue
regni così si esprime. Il
minerale
cessa di esistere tutte le volteche
le forze di coesione ? e le affinità dicombinazione che tenevano
T
9
unite lemolecole
,
tengono
vinteda
altre affinitàche
esercitano sopra di lui i corpiesteriori
$ cosi
che
le sue particomponenti sono
costrette aformare
altri corpi. Sinoab F ultimo
istante della sua esistenzaconserva
le sue intime qualità, e la sua distruzione è
sempre
accidentale, emai
necessaria, giacché èsempre
ì effetto delle eventualità esteriori, Àilopposto
il vegetabile, e 1’animale
giun-gono naturalmente
aitermine
delia loro esi- stenza,
quando
s’ arresta ilmovimento nu-
trìlivo in forza del quale si conservano.
Perchè
questomovimento
s’ arresti facil-mente
si spiega, se noi
osserviamo
ilmec- canismo che
loproduce
, il quale giunto nell’età senile, si
rende
inabile a continuarlo pel fatto stesso delsuo
esercizio.Dopo un
certo
tempo
piùo meno lungo
,
secondo
lediverse specie
,
sembra che
le fibre s’ indu- rino , e i canali s’ obliterino, e
perdano
così la facoltà di espellere le vecchie
mole-
cole , e di
ammetterne
dellenuove,
così su- bisce quellametamorfosi
postaancora
ili quei processi occulti, per cui a noi
non
ap~pajono die
ifenomeni
dell’alterazione.Quindi
il fine è
sempre
necessario, e presenta
questo
un fenomeno
straniero alregno minerale
,
m
cioè la
morte,
o sia Io scioglimentoper
fer-mentazione
, o putrefazione.
li
corpo
pertantomuore
apoco
apoco
, e
la vita a gradi a gradi si estingue in forza- delie successive modificazioni tanto della vi- talità
,
quanto
del materiale^
per
cui lamorte
altro
non
è, senon che V
ultima modifica- zione della vita.Termine
naturale della aita.Veramente
ella è cosa difficilissima ilvo-
lere stabilire il
termine
fìsso della vita : se noiosserviamo
ilquadro
statistico della po- polazione,scorgiamo che
gli elementi topo-grafici
molto
influiscono sopra la specieuma- na
,per
cui dai diversi topografici elementidell5
uno
e dell5 altro paese diverso simostra
il
termine
delia vita dell5uomo. Ma
egli èvero però che l’umana
specie piu di tutte lealtre si sottrae all’azione di questi
5 la
piova ne
èche
l5
uomo
solo s1 abitua almassimo numero
di regioni, di località
,
di regimi :
tutto questo
sembrami dipendere
dalle suequalità intellettuali
, le quali
mentre da una
parte lo costringonoad
altri bisogni ,che
lealtre specie
non sentono
,
dall5 altra lo reiir
dono meno dipendente
dai bisogni fìsici.Dal
sopra esposto pareche P epoca
cielid
Smorte sia presso a
poco
lamedesima per
tutti gli
uomini^ vivano
essi vicino ai poli o sotto l’equatore} facciano
uso
di sostanze pu-ramente
Vegetabili? o si nutriscano esclusiva-
mente
di carile^conducano ima
vita laborio- sa, oconsumino
i loro giorni nell’ oziò}po-
chi
sono
quelliche prolungano
la loro esi-stenza al di là del
centesimo
anno.Se
osserviamo
le tavole dettateda Bacone
di
Yerulamio
, e
da
altri,vediamo che
lamaggior
parte dei nati periscono neiprimi
anni di loro vita,
pochi giungono
sino all’età diottantanni
, e rarissimi
sono
quelli,che
pos-sono
toccare ilcentesimo anno
(i).Pure
sidanno
degliuomini
,
i quali
prolungano
la vita sino a questotermine}
esebbene
la pro- babilità di vivere (secondo lamente
diHal-
ìer ) finisce a settanta anni
,
pare però con-
sentanea
alla ragione,
siccome
alcuni si dan-no che
sino alcentesimo anno prolungano
(i) Buffon fa osservare, che di nove bambini che nascono 5 un solo arriva a settanta anni ; di trentatré,
un
solo a ottanta; mentre in duecento novantuno *un
solo arriva sino a novanta? e un solo sopra un-
dici mila novecento novantassi languisce sino a cento anni compiti
F
esistenza , diporre
in quéstaepoca
iltermine
dellamedesima.
Non
è fuori di tutta la probabilitàdie
fa-cendo
ogni giorno 1educazione
, e la civiltà dei progressi5
la vita dell
uomo
lungi clalf ab-breviarsi possa al contrario essere portata ol-
tre siila durata attuale e ordinaria
per
qual-die anno
di piu.Questa
idea èper
veritàinteramente
contraria allacomunemente
spar-sa
opinione
,
poiché credono che
la specieumana
collo scorrere deitempi debba
succes-sivamente
depravarsi.Ma
questa facilmenteverrà cancellata nei confrontare le tavole della mortalità dettate nei diversi secoli.
Qui sarebbe
ilpunto
di descrivere queimedicamenti
immaginali^, e credutida
alcuniatti a
prolungare
la vita.Nel
libro p. 0. dellemagìe
scrittoda Giovanni Porta
trovatisivan-
tati V élixir proprietàtis,
F
elleboro, la tintura
filosofica,
con
altri molti 5ma non
farebbeche
perdere
iltempo
e la fatica senza vantaggio chi volesse trattenersi piu alungo
su questechime-
re ,
Onde condii uderò
piuttostocon Bufìoin
v
que
les causesde
11otre destruction sonine-
» cessaires
5 et la
mori
inevitablc. Ilne nous
» est pas plus possible d’en reculer le
terme
5» fatai
,
què de changer
les loisde
la natLi-st re.
Les
idéesque
qiielqués tisionnairgs otti» eues sur la possibilite
de perpetuer
la vie*
par
desremédes
, auraient
dù
periravee
»
eux
, si
Y amour propre
iraugmentait
pas» toujours ìa crédulite
,
au
poi utde
se per«»
suader
ce qu’ily
ame me de
plusimpos-
» sible
j et
de douter de
cequìi y
a >de
plus3? vrai 3
de
plus reel, et
de
plusConstant La
i)
panacee,
quellequ’en
fut lacomposition
, la
>*3 transfusion
du
sang
, et Ics autresmoyens
« qui
ont
étéproposès pour
rajeunirou im-
?? mortaliser le corps
5 sont
au moins
aussì33
chimèriques
,
que
la fontainede jouvence
33 est fabuleuse
FINE,
THESES DEFENDENDAE.
Usus
aeris mephitici in curando, phthisipulmonali
nullius estemolumenti,
IL Sulphas
chininae convenitedam
in febri-bus
intermittentibus diathesi phlogistica co- mìtatis.HI
.Falsimi
estoxygenium
liquationi, pillo*giston
contraetemi j
avere.
IV,
Balticahy odorata ex
ìminili contro,mor
-bos scrofulosos sistnnt
remedium.
f\ Venne
scotìoexanthematum eruptionem modo
expedire 9modo
impedire valet.VI.
Debilitas postcoitum non tantum
sper~matis dispendio >
quam
potiusconcussioni
-bus nervorum
tribuenda.VII
.Tubaci fumus optimum
constituit con-tro febres interini ttentes
auxiliwn prophy
-laticum.