AscoliPiceno
Monsampolo delTronto Fermo
San Benedetto delTronto
Isole produttive Capannonidismessi Stella diMonsampolo Intorno isole produttive Concept Inquadramento Planimetria Scala 1:2.000
A
+0,00 m
Sezione A-A’ Scala 1:200
A’ Alloggi
Pianta attacco a terra Scala 1:200
Sperimentazione Area espositiva Mercato
Orto botanico Sperimentazione
Formazione Formazione
Orti Ricerca
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Sezione A-A’_ Scala 1:500
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Pianta quota +1,20 m _ Scala 1:100 Planimetria _ Scala 1:500 Sezione B-B’_ Scala 1:100 Sezione A-A’_ Scala 1:100UNI
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4.Spaziperlo svago 5.Negozi
Spaziespositivi
Collegamento Parcheggio _ Stazione 6.Dogana
7.Spaziespositivi Sala conferenze LEGENDA:
1.ServiziStazione Marittima
Collegamento Parcheggio _ Stazione 2.Ristorante
3.Spaziespositivi
Collegamento Parcheggio _ Stazione 4.Spaziperlo svago
Sezione A-A’_ Scala 1:500
Pianta quota +1,20 m _ Scala 1:500
1_ PROLUNGARE ilparco fluviale delFiume Pescara
Sezione B-B’_ Scala 1:500
3 _ TRACCIARE
2 _ PROLUNGARE l’asse attrezzato
5 _ TRASLARE
RELAZI
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Ubicazione: Comune di Monsampolo del Tronto (fraz. Stella di Monsampolo) _ AP Uso originario: Industria conserviera + impianto di betonaggio (spazio antistante)
Ingombro planimetrico: 1.750 mq
Altezza: 6 m _ 7,5 m Sistema costruttivo: misto (muratura _ prefabbricato)
Il progetto è stato sviluppato a seguito di un’analisi urbana di una porzione della vallata del Tronto comprendente l’area di progetto. La vallata del Tronto si contraddistingue per la presenza di una fitta e consolidata maglia
industriale alternata a fenomeni di edilizia rurale che tende a concentrarsi in agglomerati urbani sempre più consistenti man mano che ci si allontana dal sistema infrastrutturale della Superstrada Ascoli _ mare. L’area di progetto occupa una posizione centrale rispetto alla vallata del Tronto, inserita in un
ambito circoscritto che dialoga a est con la zona industriale di Stella di Monsampolo e ad ovest con una vasta area, che si estende da Pagliare del Tronto per 3 - 4 km, costituita prevalentemente da terreni agricoli, vivai e edilizia rurale.
Quindi l’area di progetto si inserisce in un contesto fortemente naturale attraversato da
infrastrutture. Infatti nelle immediate vicinanze c’è il fiume con il suo paesaggio fluviale, una zona umida, terreni agricoli, un maneggio, il percorso ciclo-pedonale che costeggia il fiume Tronto e
collega Ascoli Piceno con San Benedetto del Tronto e la Superstrada Ascoli _ mare. Lo scopo del progetto è quello di operare sul territorio con un’integrazione delle diverse forze che
in esso coesistono, attraverso un impianto complessivo in cui il sistema naturale, industriale e infrastrutturale dialoghino.
Partendo da questa chiave di lettura, il progetto si è poi sviluppato per sovrapposizione di diversi
livelli: _ 1° livello: prevede il prolungamento verso la città del verde fluviale attraverso degli assi. La collocazione scelta nel posizionare tali assi cerca di stabilire un contatto con i terreni coltivati, le
infrastrutture e soprattutto con il capannone oggetto di studio. Infatti uno di questi assi si immette all’interno di una campata del capannone introducendo il verde fluviale e il percorso ciclo pedonale
che costeggia il fiume Tronto. _ 2° livello: dal capannone, ortogonalmente al primo livello, partono una serie di “nastri” che vanno
ad agganciarsi agli assi verdi generati dal primo intervento.
Essi riconfigurano lo spazio interno del capannone. _ 3° livello: inserimento di nuovi dispositivi nella nuova trama progettuale e all’interno del
capannone. Il dispositivo utilizzato è il container, esso è un elemento inglobabile, componibile, adattabile come
singolo volume o come una serie a definire un’aggregazione, reciclabile nella misura in cui resta evidente la sua natura di spazio prestato all’architettura. La sua economicità, per modalità di fabbricazione, trasporto e montaggio, risponde alle richieste di un mercato alla ricerca di soluzioni low cost.
Da un punto di vista strettamente funzionale, il progetto nasce con l’intento di favorire la formazione e la ricerca nel settore dell’agricoltura, settore che ha risentito di meno della crisi
economica e che è uno dei pochi a fornire posti di lavoro. Tutte le varie funzioni sono collocate all’interno dei nastri, ognuno con delle funzioni specifiche: _ area espositiva che può essere utilizzata per il mercato riservato alla vendita diretta di prodotti
agricoli _ spazi per sperimentazione e innovazione
_ spazi per la conservazione di colture a rischio estinzione _ spazi per la formazione professionale e tecnica _ spazi per la ricerca _ spazi da destinare ad orti urbani
Da un punto di vista prettamente architettonico, la scelta dei “nastri” è stata determinata dalla necessità di garantire al polo la massima flessibilità anche nell’ottica di un eventuale sviluppo futuro. Il sistema dei portali che corrono lungo i nastri, costituisce lo scheletro architettonico del nuovo progetto: al suo interno andranno poi a collocarsi i container che ospiteranno i diversi servizi e la cui collocazione potrà avvenire in tempi anche successivi, permettendo l’accrescimento delle attività e dei soggetti coinvolti.
L’analisi del ciclo vitale del capannone costituisce un imprescindibile esercizio conoscitivo finalizzato alla individuazione di un intervallo temporale entro il quale l’azione progettuale dovrà agire. Tra la sua costruzione e la sua dissoluzione, più o meno programmata, il progetto tenderà dunque a dare forma ad una frazione di tempo del ciclo di vita del capannone attraverso la sperimentazione di uno spazio che potrebbe segnare un nuovo inizio, proiettandosi oltre i limiti spaziali e temporali del capannone. Questa è la peculiarità di un’azione di riciclo, distinta dalle più tradizionali operazioni di restauro o di riuso, in quanto fondata sul consapevole riconoscimento
della fine delle cose piuttosto che sulla fiducia nella loro eterna durata.
_ Fase 1: Stato dei luoghi.
_ Fase 2: Il verde fluviale viene introdotto all’interno del capannone. _ Fase 3: Nuova trama progettuale (fase di hyper-ciclaggio).
_ Fase 4: Il capannone si dissolve, rimangono solo dei resti come sua memoria e la nuova trama
progettuale. In una fase successiva l’azione disgregatrice del tempo porterà alla sparizione del sistema dei
nastri, causato dal progressivo deperimento delle strutture che condurrà al completamento del loro ciclo vitale. Quindi la natura si riappropria degli spazi che gli sono stati tolti.