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Teoria allenamento 4 RESISTENZA

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Academic year: 2021

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La resistenza è la capacità di protrarre un’attività fisica nel tempo, senza che diminuisca l’intensità di lavoro,

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La resistenza può essere:

• Generale: si riferisce alla capacità di eseguire per un lungo tempo un’attività fisica che impegna, assieme

all’apparato cardiorespiratorio, gran parte delle masse

muscolari.

• Locale: è la capacità di una

limitata parte della muscolatura di eseguire un lavoro a lungo. • Specifica: è il particolare tipo

di resistenza richiesto per eseguire lo specifico gesto di gara di una disciplina sportiva. La classificazione della resistenza

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•Resistenza aerobica: il lavoro muscolare compiuto proviene prevalentemente dalla combustione di glucidi e grassi. Il lavoro muscolare può essere protratto per

lunghissimo tempo e le tensioni muscolari sviluppate sono piuttosto basse.

• Resistenza anaerobica: la trasformazione dei substrati (glucidi, grassi e proteine) avviene in assenza di ossigeno. Il meccanismo sollecitato principalmente è quello lattacido e le tensioni muscolari, di media intensità, possono essere protratte per un tempo relativamente lungo.

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In funzione della durata viene classificata in: •di lunga durata: la durata dell’impegno organico e muscolare supera gli 8 minuti, per proseguire anche 2-3 ore.

• di media durata: coinvolge sia il meccanismo aerobico sia quello

anaerobico lattacido. Il lavoro può durare da 2' a 8' circa.

•di breve durata: è predominante l’impegno del meccanismo

anaerobico-lattacido. Richiede un buono sviluppo della resistenza alla forza e della resistenza alla velocità. Il lavoro può essere protratto da 45" a 120" circa.

Resistenza: classificazione in base alla durata

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Resistenza alla forza: è la capacità dell’organismo di opporsi alla fatica in prestazioni con richiesta di forza

prolungata nel tempo e con elevate esigenze di resistenza

locale. È particolarmente sollecitata in discipline caratterizzate da gesti ciclici che si realizzano contro resistenze basse, come per esempio il ciclismo, ma anche nella lotta, nel calcio e nel rugby.

Resistenza alla velocità: è la capacità del muscolo di lavorare a lungo a velocità vicine a quelle massime di un

soggetto. Può anche essere intesa come capacità di ripetere molti scatti in successione a brevi intervalli l’uno dall’altro. Resistenza: altre forme

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Fattori fisiologici della resistenza

I fattori fisiologici possono dipendere da componenti centrali , cioè dalla capacità di

trasportare molto ossigeno dai polmoni ai muscoli, e da componenti periferiche, che sono legate alla capacità di distribuzione del sangue ai muscoli più impegnati.

Sono componenti centrali:

• l’efficienza dell’apparato cardiocircolatorio, con particolare riguardo alla gettata cardiaca, e

respiratorio;

• il contenuto nel sangue di ossigeno (quantità di globuli rossi e di emoglobina);

• il contenuto nel sangue di fonti energetiche (glucidi e acidi grassi).

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Fattori fisiologici della resistenza

Sono componenti periferiche:

• la presenza di un’alta percentuale di fibre di tipo I (rosse o a contrazione lenta) nei muscoli impiegati; • il livello di vascolarizzazione muscolare: più

capillari riforniscono una fibra, più ossigeno potrà essere impiegato;

• la capacità di assorbimento e di sfruttamento

dell’ossigeno, che dipende dal numero di mitocondri e dalla funzionalità enzimatica;

• la capacità di immagazzinamento e trasformazione delle fonti energetiche.

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Fattori tecnici della resistenza I fattori tecnici:

• Preparazione specifica per il lavoro da svolgere. • Corretta automatizzazione del movimento.

• Economicità del gesto (sforzo muscolare a basso costo energetico).

• Corretta distribuzione dello sforzo.

• Coordinazione dei movimenti (corretto alternarsi di contrazione e decontrazione dei muscoli agonisti e antagonisti).

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Fattori psicologici della resistenza

I fattori psicologici:

• Interesse per l’attività che si sta svolgendo.

• Capacità volitiva e forte motivazione. • Autodisciplina e impegno.

• Stimoli esterni (l’ambiente, l’incoraggiamento, il pubblico).

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• Metodi continui:

– a velocità costante: fondamentale

nell’allenamento giovanile – a ritmo variabile:

prevede l’alternarsi di fasi di lavoro a maggiore e

minore impegno (fartlek, metodo intermittente) – a ritmo

progressivamente accelerato: difficile da gestire

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• Metodi interrotti da pause

– metodi intervallati: è possibile svolgere un volume di lavoro elevato a intensità superiori a quelle del lavoro continuo;

– metodo delle ripetizioni: sono indicati per discipline sportive a elevata intensità;

– circuit training: finalizzata soprattutto al miglioramento della resistenza generale e della resistenza alla forza.

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Effetti a livello generale dell’allenamento della resistenza: • Migliorano le capacità di recupero.

• Si riducono i traumi.

• Aumenta la capacità di sopportazione psicologica alla fatica.

• Rimangono costantemente elevate sia la rapidità di reazione che d’azione.

• Diminuiscono gli errori tecnici.

• La salute diventa più stabile: migliora la resistenza alle malattie infettive e agli sbalzi di temperatura.

Effetti a livello generale dell’allenamento della resistenza

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Effetti a livello fisiologico dell’allenamento della resistenza:

• Aumenta il volume delle cavità cardiache e la forza di contrazione del cuore.

• Aumenta il diametro e il numero dei capillari muscolari. • Aumenta il numero e la dimensione dei mitocondri.

• Diminuisce la frequenza cardiaca a riposo.

• Aumenta il volume del sangue e dei globuli rossi. • Aumenta la capacità dei sistemi "tampone”.

• Aumentano i volumi polmonari.

Effetti a livello fisiologico dell’allenamento della resistenza

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La resistenza in relazione all’età

L’età d’oro per lo sviluppo della resistenza è tra i 10 e i 15 anni: a quest’età, infatti, si registra il picco d’impennata di crescita della capacità di resistenza in quanto è

particolarmente favorevole il rapporto peso/potenza; a 17-18 anni si raggiunge la massima capacità di resistenza.

Gli adolescenti sono particolarmente adatti a carichi di resistenza di tipo aerobico.

Gli sportivi allenati nella resistenza mantengono una

capacità di prestazione straordinariamente elevata durante tutta la loro vita.

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I principi per l’allenamento della resistenza

• Prima di tutto occorre incrementare la resistenza generale, aumentando prima il volume e solo in un secondo tempo

l’intensità di lavoro.

• I principianti devono impiegare come metodo principale quello del carico prolungato o della durata a velocità

costante.

• Misure ottimali di recupero (riposo, alimentazione ecc.) rendono più efficace l’allenamento della resistenza.

• Una volta terminato il lavoro programmato, non

interrompere bruscamente l’esercizio, ma proseguire per alcuni minuti camminando o correndo blandamente.

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