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nomenclatura.ppt — Agraria

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Academic year: 2021

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Valenza: Termine obsoleto per indicare il numero di altri elementi che un elemento può legare.

Valenza ionica: Termine usato per identificare la carica che uno ione può assumere.

Numero di ossidazione

Oggi si preferisce parlare di numero o grado di

ossidazione.

Il numero o grado di ossidazione si può definire come:

"La carica che assumerebbe un elemento in un

composto, se si attribuissero gli elettroni di legame all'elemento più elettronegativo".

La carica che l'elemento "assume", si determina dal confronto con la configurazione elettronica esterna dell'elemento nel suo stato fondamentale

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Regole per assegnare i numeri di ossidazione

Oltre che attraverso la definizione data, i numeri di ossidazione si possono determinare applicando le regole seguenti:

1. Gli elementi allo stato fondamentale hanno numero di ossidazione zero.

2. L'ossigeno nei composti ha sempre numero di ossidazione -2, tranne che nei perossidi (-1), nei superossidi (-1/2) e nell'ossido di fluoro

(+2).

3. L'idrogeno nei composti ha sempre numero di ossidazione +1, tranne che negli idruri metallici (-1)

4. Negli ioni monoatomici il numero di ossidazione coincide con la carica (valenza ionica) dello ione.

5. La somma algebrica dei numeri di ossidazione degli elementi di un composto deve risultare pari alla carica del composto. Zero se il composto è una specie neutra.

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Acidi meta, orto e piro

Talvolta può essere necessario distinguere il diverso "grado di

idratazione" di un ossiacido, ovvero il diverso contenuto di

molecole d'acqua.

Tale distinzione si fa mediante i prefissi meta-, orto- e piro- Si definisce orto l'acido che contiene il maggior numero possibile

di molecole d'acqua.

L'acido meta contiene una molecola d'acqua in meno rispetto all'orto.

Il termine di (o piro) si usa invece per indicare gli ossiacidi che derivano dalla condensazione di due molecole di un ortoacido.

Es. ortoborico (H3BO3), ortosilicico (H4SiO4), ortofosforico (H3PO4), ortoperiodico (H5IO6);

metaborico (HBO2), metasilicico (H2SiO3), metafosforico (HPO3)n, acido pirofosforico (H4P2O7); .

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sali acidi = sali che derivano dalla reazione incompleta di acidi

poliprotici con basi forti e che quindi mantengono idrogeni acidi nell'anione

Si indica, prima dell'anione, il numero di idrogeni presenti, usando le particelle mono-, di-, tri- etc.

Esempi:

NaHCO3, idrogenocarbonato di sodio (in alternativa a

idrogenocarbonato, si usava una volta il termine bicarbonato); KH2PO4, diidrogenofosfato di potassio;

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Sali basici = sali contenenti gli ioni OH- o O

2-Si usano rispettivamente i termini idrossi e ossi.

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Sali multipli: I cationi si scrivono in ordine alfabetico e con lo

stesso criterio si scrivono gli anioni. Nella nomenclatura, al nome dell'anione si fa seguire l'aggettivo doppio o il numero di anioni presenti

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