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Gestione delle infezioni ospedaliere

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(1)

Tecniche infermieristiche

Confort alberghiero

e trasporto materiali biologici

h14

(2)

PRINCIPI DI IGIENE

Per Igiene, si intende il complesso delle norme

riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli ambienti.

L’igiene nel suo significato più ampio o più semplice, mira a mantenere lo stato di salute dell’individuo e della collettività.

Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso la prevenzione dell’insorgenza e il diffondersi delle

malattie.

A questo scopo vanno individuati i fattori che

(3)

IL CONCETTO DI SALUTE

Salute non è semplicemente assenza di malattia

ma la capacità di mantenere un equilibrio tra le

varie “dimensioni” di un individuo.

(4)

DIMENSIONE FISICA

è la parte più tangibile perché

riferita al funzionamento

dell’organismo

DIMENSIONE

PSICHICA

cioè la capacità di costruire,

elaborare e articolare il

pensiero in modo coerente

DIMENSIONE EMOTIVA

cioè la capacità di gestire

con equilibrio le emozioni

(5)

DIMENSIONE RELAZIONALE

la capacità di interagire con gli

altri individui

DIMENSIONE SOCIALE

importante e

fortemente condizionante perché non

si può ritenere e mantenere sano un

individuo in un contesto sociale in cui

sono presenti problemi sanitari,

economici, politici, culturali, ambientali,

etnici ecc.

DIMENSIONE

SPIRITUALE

connessa al sistema di valori che

caratterizza il modo di concepire

l’esistenza

(6)

Per poter prevenire in modo adeguato ed

efficace è necessario conoscere la storia

naturale della malattia

•1) FASE INIZIALE

L’esordio di una malattia può essere

sintomatico o asintomatico

Esempi di sintomo:

•febbre

•esantema (macchie, rossore, pustole sulla

pelle)

•tosse

•ecc.

(7)

2) DECORSO

Dopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cioè immediato, veloce come ad esempio l’influenza o la salmonellosi, oppure in modo cronico cioè lentamente, subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.

(8)

la cronicizzazione  la malattia non

guarisce ma, anche se diminuiscono i sintomi, si hanno manifestazioni interne o esterne all’organismo che non

guariscono (es. Epatite B, Epatite C, AIDS)

la morte  spesso le malattie

indipendentemente che abbiano un

decorso lento o veloce, acuto o cronico, possono portare a morte.

3) ESITO FINALE

La conclusione della malattia può essere:

la guarigione  la malattia ha fatto il suo corso e non ha lasciato sequele (es. Influenza)

(9)

LA

PREVENZIONE …..

Fino alla prima

metà del ‘900 le

più

importanti

patologie erano

soprattutto

di

ordine

infettivo

contagioso

(colera,

peste,

tubercolosi, ecc)

(10)

Oggi sono più rilevanti le patologie di natura

cronico/degenerativa,

tra

cui

le

malattie

dell’apparato cardiovascolare (infarto cardiaco,

ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie

neoplastiche (tumore o cancro) che possono colpire

sia organi solidi ( polmone, intestino, ecc.) che non

(sangue).

(11)

Anche se sono stati fatti

notevoli passi avanti circa la

conoscenza di tutte le patologie,

alcune di esse, di rilevante

impatto sociale, sono ancora al

centro di molti studi poiché

rimangono al loro riguardo

numerosi punti oscuri (es.

cancro, AIDS, ecc.).

(12)

…..LA PREVENZIONE….

Se pur con queste limitazioni, oggi, si

possono prevenire anche malattie

importanti ed anche mortali. L’intervento

che viene effettuato è diverso a seconda

della conoscenza che

noi abbiamo della

malattia e dal tipo

di popolazione che

(13)

…..LA PREVENZIONE….

I punti cardine di questo tipo di prevenzione sono:

a) i vaccini  con i quali si protegge l’individuo da alcune

malattie conosciute(es. poliomielite, difterite, tetano, morbillo, epatite B, ecc.)

PREVENZIONE PRIMARIA

Quando si interviene prima che la persona si ammali. Questa è la vera prevenzione.

Le azioni possono essere rivolte su due fronti:

(14)

…..LA PREVENZIONE….

b) le condizioni igieniche ambientali: molto

importante in questo caso l’attenzione verso: fognature, acquedotti ed il corretto smaltimento dei rifiuti solidi.

Sono importanti interventi di prevenzione della salute pubblica anche quelli di bonifica di siti inquinati come alcuni insediamenti industriali (es. ETERNIT)

(15)

c)buona e corretta alimentazione: rispettare sia le condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto calorico può garantire un ostacolo al contrarre malattie

…..LA PREVENZIONE….

d) l’igiene mentale: mantenere quella condizione di serenità che ci mette al riparo da stati di depressione o di estraniazione alla vita sociale che possono favorire l’abbassamento delle nostre difese immunitarie e quindi favorire l’insediamento di malattie organiche.

(16)

Tutte le volte che è possibile si devono allontanare

le possibili fonti di contagio o i fattori di rischio che

possono determinare una malattia.

Se ciò non fosse possibile, si devono allontanare le

persone dalle fonti inquinanti (es. la persona viene

allontanata da lavorazioni nocive oppure viene

evacuata una zona residenziale poiché vi è un

pericolo grave di inquinamento ambientale)

…..LA PREVENZIONE….

(17)

…..LA PREVENZIONE….

La prevenzione secondaria

può essere attuata

ricercando piccoli segnali o

indicatori di inizio di

malattia.

La prevenzione secondaria viene attuata

spesso quando non è possibile mettere in atto

la prevenzione primaria oppure le conoscenze

sulla storia naturale della malattia non sono

complete.

(18)

…..LA PREVENZIONE….

La prevenzione secondaria si attua attraverso

gli screening per patologie molto importanti

quali:

• PAPTEST  tumori del collo dell’utero e annessi

• AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA cancro della mammella

• ESAMI EMATICI PERIODICI  ipercolesterolemia, diabete,ecc.

• CONTROLLO DELLA PRESSIONE  ipertensione arteriosa

• SCREENING DURANTE LA GRAVIDANZA • SCREENING ALLA NASCITA

(19)

…..LA PREVENZIONE

PREVENZIONE TERZIARIA

Alcuni non riconoscono a questo tipo di intervento una vera e propria caratteristica di prevenzione, ma un indirizzo prevalentemente di riabilitazione.

Certo è che tale attività può:

• minimizzare le complicanze: assunzione di farmaci • ridurre la disabilita: ginnastica riabilitativa

post-intervento

• minimizzare le sofferenze: interventi infermieristico/medico-chirurgici

• adattare l’utente a nuove condizioni: utilizzo di protesi

(20)

TRASMISSIONE DELLE

MALATTIE INFETTIVE

(21)

AGENTE AMBIENTE OSPITE LE COMPONENTI NECESSARIE PER LA TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE SONO:

(22)

CHE COSA SI INTENDE PER:

L’ambiente è quella variabile che permette

all’ospite e all’agente di incontrarsi e

permette la trasmissione della malattia.

AMBIENTE  Dove l’agente e l’ospite

interagiscono

(23)

OSPITE

La

persona

che

“ospita” l’agente e può trasmetterlo

L’uomo o l’animale che alberga in sé il

microrganismo patogeno

(24)

AGENTE 

Il microrganismo cioè la

vera causa di malattia

La maggior parte delle malattie

trasmissibili

all’uomo

sono

provocate da batteri e virus e

molti di questi hanno l’uomo

come unico ospite.

Altri microrganismi sono invece

patogeni anche per gli animali

ed hanno come serbatoio

animali domestici o selvatici.

(25)
(26)

L’AMBIENTE NATURALE, CON LE SUE

COMPONENTI PUÒ DIVENTARE CAUSA DI

MALATTIA.

ORA ANALIZZEREMO TALI COMPONENTI.

(27)

L’ARIA

L’aria è l’elemento indispensabile alla vita.

Pochi minuti senza respirare e si rischiano danni irreversibili e addirittura arrivare alla morte (es. annegamento, arresto respiratorio, ecc.)

La composizione dell’aria è una miscela gassosa formata da:

Azoto (N) 78% - Ossigeno (O) 21% - altri gas 1% Tale miscela si trova, con diverse percentuali in base all’altitudine, in tutta l’atmosfera che circonda la terra.

(28)

Le funzioni principali dell’atmosfera sono:

• fornire ossigeno indispensabile alla vita di tutti gli animali

• fornire Azoto e Carbonio per i microrganismi e le piante

• proteggere dalle radiazioni

provenienti dallo spazio (radiazioni ionizzanti o raggi UV)

• stabilizzare la temperatura a livelli compatibili con la vita.

(29)

L’inquinamento atmosferico è sostanzialmente

prodotto da due fonti:

fonti fisse

insediamenti industriali

e riscaldamenti urbani

fonti mobili

autoveicoli e mezzi in movimento.

Le conseguenze, oltre ai problemi respiratori, sono

la formazione di piogge acide e l’ inquinamento del

suolo e delle acque.

(30)

…..L’AMBIENTE FISICO…..

Per ciò che riguarda l’aria i

parametri da conoscere sono:

- la temperatura

- l’umidità

- la pressione

(31)

• La temperatura normalmente diminuisce con l’altezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di altezza).

• L’umidità esprime la quantità di vapore d’acqua che vi è nell’aria in un dato momento; questo valore espresso in percentuale.

(32)

• La pressione si misura con il barometro

e varia con l’altezza, le variazioni stagionali

e meteorologiche. Questo ha particolare

importanza per la diluizione degli agenti

contaminanti perché le masse d’aria

tendono a muoversi da zone di alta

pressione verso zone di bassa pressione.

(33)

•Il movimento dell’aria (i venti) è anch’esso

molto importante agli effetti della diluizione degli

agenti contaminanti. La rotazione della terra

determina i prima istanza i venti a causa del

trascinamento dell’aria. Ulteriore causa della

formazione dei venti è il riscaldamento dell’aria

all’equatore e la formazione di aria fredda ai poli.

(34)

L’ACQUA

E’ la componente principale del nostro

organismo (60%-80% del nostro

peso).

E’ la sostanza più abbondante e diffusa

sulla terra. I depositi principali sono

rappresentati dagli oceani, dai mari

interni e dalle acque di superficie (laghi

e fiumi).

L’acqua è presente, in una certa

quantità

anche

nell’aria;

è

determinante per la meteorologia e per

la stessa vita sul nostro pianeta.

(35)

Il fabbisogno idrico nell’uomo adulto si può quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa quantità si deve aggiungere la quota di acqua per esigenze igienico-sociali (circa 200 litri/giorno) e per l’irrigazione delle campagne e il mantenimento degli allevamenti animali (circa 100 litri/giorno).

L’approvvigionamento avviene con difficoltà poiché la maggior parte dell’acqua disponibile è salata (97%) ed il restante è formata, prevalentemente, dai ghiacciai (2,5%). Soltanto lo 0,5% è utilizzabile come potabile soprattutto da falde profonde molto spesso inquinate.

(36)

…..L’AMBIENTE FISICO…..

RETE FOGNARIA

Si distinguono due tipi di fognature: statica e dinamica •Fognatura statica (ferma)

è costituita da pozzi neri, fosse biologiche che dovrebbero andare ad esaurimento; pericolo per il possibile inquinamento delle acque profonde.

•Fognatura dinamica (in movimento)

è costituita da acque nere che vengono raccolte dalle abitazioni domestiche o collettive (es. caserme, ospedali, scuole, ecc.). Le acque bianche invece vengono raccolte dalle superfici scoperte come tetti, strade oppure dai “toretti” della città.

(37)

IL SUOLO

In superficie ed al suo interno avvengono probabilmente, i più importanti processi per la vita dell’uomo e dell’ambiente. La maggior fonte di inquinamento di questa parte del nostro pianeta è rappresentata dai rifiuti solidi urbani, seguita ai liquidi che si producono, attraverso il deposito di rifiuti, e che penetrano nel sottosuolo inquinandolo in profondità.

La quantità di rifiuti urbani prodotta annualmente in Italia è di oltre 26 milioni di tonnellate con valore medio di 450 Kg/abitante a cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti industriali.

(38)

Tale quantità di rifiuti viene smaltita con vari metodi: 1) Discarica controllata

purtroppo rappresenta una minoranza poiché sono soprattutto abusive con grave e pericoloso impatto ambientale.

2) Incenerimento

negli anni 60-70 sembrava aver risolto il problema dei rifiuti solidi, ma si è rivelato come un inceneritore potesse inquinare zone anche lontane dal sito, con la possibile produzione di forti inquinanti come la Diossina.

3) Compost

E’ la trasformazione della frazione organica, dei rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante ma spesso si rischia se la parte organica non è pura e sicura, di apportare sostanze dannose al terreno con rischi infettivi e chimici

4) Riciclaggio

soprattutto di carta, plastica e vetro. 5) Scarico in mare

Purtroppo è una pratica di uso comune, sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento delle acque e delle coste con riflussi a riva dei materiali non degradabili.

(39)

…..L’AMBIENTE FISICO…..

IL CLIMA

Possiamo sintetizzare dicendo che è l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una regione. Ovviamente può variare molto a seconda della posizione geografica in cui ci si trova (nord, sud, altitudine, ecc.)

(40)

MICROCLIMA o

ARIA INDOOR o

(41)

MICROCLIMA

INSIEME DEI COMPONENTI CHIMICI E FATTORI

FISICI CHE CARATTERIZZANO L’ARIA DEGLI

AMBIENTI CONFINATI

definiscono uno stato di

COMFORT (benessere)

individuale e collettivo

• Composizione chimica dell’aria indoor:

• ≈ 78% Azoto

• ≈ 21% Ossigeno

• ≈ 0,03 Anidride Carbonica

(42)

FATTORI FISICI

Strettamente correlati alla tipologia

costruttiva dell’edificio, all’ampiezza

dell’ambiente, alla

presenza di finestre in numero adeguato,

al ricambio naturale dell’aria

􀂉 temperatura dell’aria (T°)

􀂉 calore radiante

􀂉 umidità relativa (UR)

(43)

FATTORI FISICI

TEMPERATURA dell’aria (T°) 􀂉 Dovrebbe rimanere costante CALORE RADIANTE 􀂉 quota di calore che mediante onde

elettromagnetiche si trasmette da un corpo più caldo ad uno più freddo senza intermediazioni.

L’effetto radiante complessivo in un ambiente dipende da elementi presenti nell’ambiente stesso: persone, pareti, pavimenti, macchinari, etc. dev’essere trascurabile o assente (Δt = ± 2)

MOVIMENTO DELL’ARIA (v) 􀂉

Favorisce la perdita di calore dal corpo umano

condizioni di umidità e temperatura mal sopportate con aria immota, sono ben tollerate con una adeguata ventilazione!

(44)

FATTORI FISICI

UMIDITÀ RELATIVA (UR) 􀂉 È importante sia per lo

stato di comfort ambientale, sia perché se si discosta

troppo dal range di normalità può favorire l’insorgenza

di malattie infettive e non

infettive.

Dipende da:

• livello igrometrico esterno,

• quota prodotta dalle persone presenti nell’ambiente

(una persona a riposo emette circa 5 g/h di vapore

acqueo),

(45)

dal benessere termoigrometrico al

benessere ambientale

Aggiunge altri due fattori • Illuminazione

(può essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a

incandescenza.

L’intensità della luce deve essere rapportata all’attività delle persone presenti in quell’ambiente.

(46)

MODIFICAZIONI

IN NEGATIVO DEL MICROCLIMA

(47)

VIZIATURA

ALTERAZIONE DELL’ORIGINARIO STATO DI BENESSERE AMBIENTALE (COMFORT)

DOVUTA A MODIFICAZIONE DEI PARAMETRI FISICI E CHIMICI.

È dovuta all’uso degli ambienti confinati da parte di una utenza numerosa e/o per un lungo periodo di tempo

Possibili conseguenze sull’uomo: Diminuzione rendimento lavorativo

Aumento incidenti ed infortuni (fino al 30-50% in più) Malessere

Disturbi tipici del collasso da calore (congestione, tachicardia, cefalea, depressione psichica, lipotimia).

(48)

Fonti di viziatura

Uomo e sue attività

Affollamento

igiene corpo e abiti

stati morbosi

abitudini alimentari

funzionalità alcune ghiandole

attività svolta

Strumenti e oggetti d’uso presenti

(49)

Sono quelle condizioni ambientali ostili ai

microrganismi che ne limitano lo sviluppo.

Normalmente

nell’ambiente

esterno

il

microrganismo muore o se è in grado di

sopravvivere, difficilmente si riproduce.

…..L’AMBIENTE FISICO…..

FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE (DISINFEZIONE NATURALE)

(50)

I fattori di autodepurazione sono:

- essiccamento  il microrganismo muore

- diluizione  diminuzione della carica batterica - sedimentazione  minore quantità di germi

sospesi nell’aria

- raggi ultravioletti (componenti dei raggi solari) ottimi battericidi

-antagonismo biologico  scarsa sopravvivenza di alcuni microrganismi rispetto ad altri

(51)
(52)

L’OSPITE

L’ospite è la seconda

componente necessaria

per la trasmissione della

malattia.

L’ospite

è

l’uomo o l’animale che

ha

in

se

il

microrganismo e può

trasmetterlo ad un’altra

persona o animale.

(53)

L’OSPITE

L’ospite per essere in grado di

ricevere, quindi di far penetrare,

attecchire ( cioè il microrganismo

trova un luogo dove stabilirsi) e

moltiplicarsi (aumentare il suo

numero)

deve

essere

(54)

L’OSPITE

Per essere un ospite

suscettibile occorre

che la persona o

l’animale

agevoli

tutte le fasi di

sviluppo

del

microrganismo.

(55)

L’OSPITE

La persona può ostacolare la penetrazione del microrganismo:

• mantenendo la pelle curata e senza ferite,

• lavandosi bene le mani ogni volta che si contaminano;

• evitando luoghi affollati e chiusi

•adottando delle sane abitudini di vita (es. non bere, non fumare, non drogarsi, ecc.).

(56)

L’OSPITE

L’attecchimento e lo sviluppo del

microrganismo avvengono perché il

nostro sistema immunitario

è insufficiente per

ostacolare i germi che

possono essere molto

forti o molto numerosi.

(57)

L’OSPITE

Il nostro sistema immunitario è condizionato da

molti fattori come la somministrazione di terapie

immunodepressive (es. cortisone, antitumorali,

ecc.); oppure dal nostro stato di nutrizione o

protezione del nostro corpo nei confronti degli

agenti esterni (si mangia poco, non è corretto

l’apporto nutrizionale oppure il nostro abbigliamento

non è adatto al clima in cui ci troviamo, cioè siamo

poco, troppo o mal coperti)

(58)

Tutte

queste e altre condizioni fanno si

che l’ospite, che normalmente viene a

contatto con milioni di microrganismi senza

che questi penetrino, si sviluppino e si

moltiplichino, si trovi in condizioni favorevoli

(ospite suscettibile)

nei confronti di un

determinato microrganismo e che l’incontro

provochi la malattia.

(59)

DIFESE DELL’OSPITE

Le difese che l’individuo mette in atto quando

viene aggredito da germi patogeni sono

sostanzialmente di due tipi:

1) difese aspecifiche (sono immediate e contro

chiunque aggredisca)

Di queste fanno parte la cute che, se integra,

non permette il passaggio dei germi, alcune

sostanze particolari che si trovano in alcuni

organi (occhi, bocca, stomaco, ecc.) possono

ostacolare la penetrazione e lo sviluppo.

(60)

DIFESE DELL’OSPITE

2) difese specifiche (sono

normalmente più lente e

specifiche su un tipo di

germe)

Questo tipo di protezione

viene

effettuata

con

i

vaccini, oppure con la siero

profilassi (somministrazione

di anticorpi già formati).

(61)
(62)

Generalità

I microbi, germi, microrganismi, ecc. sono nomi

generici che identificano organismi viventi di

piccolissime dimensioni, molto semplici, costituiti

da pochi elementi.

Molti di questi microrganismi, una volta penetrati,

possono moltiplicarsi e con le tossine prodotte

danneggiare l’organismo che li ospita (ospite).

(63)

L’AGENTE

La velocità con la quale possono manifestare

la loro presenza spesso è dovuta alla loro

qualità (germi molto forti  molto invasivi e

patogeni) e alla loro quantità (carica

microbica).

I microbi che sono in grado di provocare

malattie sono detti patogeni.

(64)

Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare malattie

all’uomo, agli animali ed alle piante, esistono

numerosi germi non patogeni che vivono sia

nell’organismo umano che nell’ambiente.

Alcuni di questi germi fanno parte della flora

batterica dell’individuo e non solo sono utili ma

addirittura indispensabili per l’equilibrio del

metabolismo umano (formazione di vitamine,

digestione alimentare,ecc.).

(65)

L’AGENTE

Questa distinzione netta, tra germi patogeni e

batteri facenti parte della flora batterica non è

sempre assoluta.

Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino,

bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in

particolari circostanze (paziente ricoverato in

Ospedale, paziente sottoposto ad intervento

chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come la

rianimazione, in terapia con farmaci particolari)

possono “incattivirsi” (virulentarsi) per rottura

dell’equilibrio del sistema e provocare la malattia.

Questi germi vengono detti opportunisti.

(66)
(67)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

La catena epidemiologica rappresenta quella serie

di eventi concatenati che permettono la

trasmissione del germe tra:

un ospite suscettibile che si è ammalato di una

malattia infettiva e contagiosa

e

(68)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

La trasmissione

può avvenire

Direttamente

cioè senza

intermediari

Es. baci, rapporti

sessuali

(69)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

mediante vettori

(componenti animate).

mediante veicoli

(componenti inanimate)

Indirettamente

(70)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

L’infezione rappresenta il

risultato della penetrazione

nell’organismo di un agente

patogeno.

Le conseguenze della “lotta”

tra l’agente infettivo e le

difese dell’organismo ospite

possono essere molto

(71)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

In altri casi vi può essere

lo sviluppo di una malattia

conclamata con segni e

sintomi importanti.

Nella maggior parte dei casi non si ha

sviluppo di malattia.

In altre situazioni si verifica una condizione

patologica lieve e con leggeri sintomi.

(72)

Questa continua e

costante variabilità è

dovuta principalmente

alla diversa rispondenza

che ogni singolo

individuo ha verso un

attacco di un agente

esterno.

(73)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

Nella trasmissione delle malattie infettive le

variabili che vengono considerate sono:

qualità e quantità del germe

(tipologia e carica microbica)

stato di benessere dell’individuo

condizioni ambientali

(74)

La trasmissione di un agente infettivo

implica il riconoscimento di un punto di

partenza della catena degli eventi che

portano all’insorgere della malattia infettiva.

Tale punto viene definito:

•SERBATOIO DI INFEZIONE

•SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE

(75)

SERBATOIO DI INFEZIONE

E’ l’uomo o l’animale, dove il

microrganismo vive e si moltiplica e può

essere trasmesso ad altro uomo o animale.

In alcuni casi è l’ambiente con la presenza

di germi molto resistenti(es. spore del

tetano).

Se il microrganismo crea nell’individuo solo

le condizioni di serbatoio di malattia si dice

che l’evento non è contagioso poiché il

germe non può essere trasmesso ad un

altro ospite per vie naturali.

(76)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

SORGENTE DI INFEZIONE

L’uomo o l’animale che ospitano il germe e che possono eliminarlo all’esterno. Molto spesso, sorgente e serbatoio coincidono.

L’eliminazione all’esterno di un germe patogeno da parte di un ospite infetto è indispensabile per la trasmissione della malattia

(77)

VIE DI ELIMINAZIONE

• VIA RESPIRATORIA

i microrganismi vengono eliminati sotto forma di goccioline attraverso la respirazione, la tosse , gli starnuti, ecc.

(influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare, meningite, ecc.) • VIA INTESTINALE

Con le feci vengono eliminati germi patogeni

(vibrione del colera, virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.)

• VIA GENITO-URINARIA

l’eliminazione di agenti patogeni attraverso le urine non rappresenta un evento molto frequente (es. TB renale).

Le secrezioni degli organi genitali possono dar luogo a malattie a trasmissione sessuale (es. sifilide, AIDS, Epatite C, ecc.)

(78)

• VIA CUTANEA

i germi vengono eliminati attraverso le lesioni

cutanee presenti durante le malattie

esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o

da lesioni profonde che

fistolizzano

all’esterno

(es. pus)

• VIA PLACENTARE

Attraverso questa via di eliminazione la madre

affetta da una malattia infettiva la trasmette

all’embrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)

(79)

VIE DI PENETRAZIONE

• VIA CUTANEA

La cute se integra costituisce un naturale e valida barriera all’ingresso dei microrganismi.

L’ingresso può avvenire attraverso le lesioni, le punture degli insetti, il morso o il graffio di animale

• VIA MUCOSA

Le mucose delle vie respiratorie, apparato digerente, apparato genito-urinario, congiuntiva, ecc. costituiscono la principale porta d’ingresso per germi patogeni poiché sono particolarmente vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori di difesa.

• VIA PLACENTARE

Dall’organismo materno a quello fetale attraverso la placenta

(80)

PERIODO DI INCUBAZIONE

Corrisponde al tempo

necessario perché il

germe

penetri,

attecchisca

e

si

moltiplichi

fino

al

momento in cui il suo

numero è sufficiente a

produrre segni o sintomi

E’ l’intervallo di tempo che intercorre tra il

contatto con un agente infettivo e la comparsa

del primo segno o sintomo di malattia infettiva

(81)

La durata del periodo di incubazione varia in

relazione a:

Carica microbica = più germi ci sono e più

velocemente si sviluppano

Virulenza del germe = più il germe è “cattivo”

cioè virulento più velocemente c’è sviluppo di

malattia

Risposta immunitaria dell’ospite = più le

difese sono deboli e più si creano le

condizioni ideali per lo sviluppo del germe

PERIODO DI INCUBAZIONE

(82)

LE DIFESE DELL’OSPITE

Possono essere di due tipi:

• DIFESE ASPECIFICHE

sono dei meccanismi attivi verso una vasta

gamma di microrganismi

• DIFESE SPECIFICHE

sono dei meccanismi attivi verso specifici

microrganismi

(83)

DIFESE ASPECIFICHE

SECREZIONI

alcuni organi producono sostanze in

grado di ostacolare la penetrazione

dei germi (es.

lisozima

presente

nelle lacrime,

acido cloridrico

presente nei succhi gastrici)

Sono identificabili in:

CUTE E MUCOSE

quando queste barriere anatomiche sono integre

rappresentano la prima difesa dell’organismo

(84)

DIFESE ASPECIFICHE

RISPOSTA INFIAMMATORIA

In caso di piccole ferite con punte o taglienti, o escoriazioni della cute, l’organismo mette in atto delle difese locali. L’aumento della temperatura locale o la presenza di gonfiore della parte dimostrano la presenza di una attività di difesa da parte dell’ospite nei confronti di microrganismi invasori

ANTAGONISMO BIOLOGICO

Meccanismo di difesa messo in atto dalla flora batterica presente in molti organi (es. cute,

rinofaringe, genitali, intestino) che in uno stato di equilibrio si oppone alla presenza di germi patogeni.

(85)

DIFESE SPECIFICHE

Il meccanismo di difesa

specifico si basa su un sistema di

riconoscimento del germe da parte del sistema immunitario dell’ospite.

Il sistema immunitario riconosce parti del

germe ANTIGENI e produce nei loro

confronti degli ANTICORPI

(86)

Questo tipo di difesa può essere:

ATTIVA l’ospite produce da sé gli anticorpi attraverso il sistema immunitario

A sua volta questa difesa attiva può essere

NATURALE l’ospite si ammala e forma anticorpi specifici contro il microrganismo responsabile di quella malattia

ARTIFICIALE(VACCINI)

non si verifica la malattia ma si induce l’organismo dell’ospite a formare anticorpi

specifici introducendo parti del microrganismo o esso stesso ucciso o attenuato. Solo per le malattie per cui è disponibile il vaccino.

(87)

Questo tipo di difesa può essere:

PASSIVA

l’ospite assume

anticorpi già formati

A sua volta questa difesa passiva può essere

NATURALE

durante la gravidanza il bambino assume passivamente gli anticorpi della madre

ARTIFICIALE

assunzione di anticorpi già formati in casi di emergenza (epatite B, tetano, ecc)

(88)
(89)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Per essere tali devono avere le seguenti

caratteristiche:

•Insorgere durante il

ricovero in Ospedale

•Non essere manifeste al

momento del ricovero

•Non essere in

incubazione al momento del ricovero

•Insorgere anche dopo le

(90)

Nel 1800 F. Nightingale pioniera della

professione infermieristica diceva che “…. la

più grande umiliazione per un Ospedale è

essere all’origine di una malattia infettiva o

vedere l’infezione propagarsi.”

(91)
(92)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Nello stesso periodo un chirurgo di nome

Semmelweis notò che se i colleghi si fossero

lavati le mani, passando dal tavolo autoptico

alla sala parto, sarebbero morte meno

partorienti.

(93)
(94)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Nel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci

considerati miracolosi: gli antibiotici.

(95)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Arrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia

da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (il

più importante organo tecnico-scientifico del

Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio

sulle I.O., descrisse la situazione di 143

Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti

(96)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Dallo studio emerse che il

19,3%

dei

pazienti

esaminati soffrivano di

un’infezione e tra questi

il 6,8% si trattava di

infezioni

ospedaliere

mentre il restante 12,5%

di infezioni comunitarie

(97)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

La più alta percentuale di I.O. è stata

riscontrata nei reparti di:

• Terapia intensiva (es. rianimazione,

centri trapianto, ecc.)

• Geriatria

• Chirurgia

• Ortopedia

(98)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Le localizzazioni più diffuse sono:

• Urinarie (IVU) circa il 40%

• Respiratorie circa il 15%

• Ferita chirurgica (ISS) circa il 15%

• Batteriemie (infezioni del sangue)circa

il 5%

(99)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Se si affronta il discorso in termini di costi,

l’indagine citata, ha reso evidente che ogni

anno in Italia

600.000 pazienti ricoverati

contraggono una I.O.

Il costo di queste I.O. si aggira sui 500

milioni di euro all’anno in termini di:

•Degenza supplementare

•Farmaci, interventi aggiuntivi, personale,

(100)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Secondo recenti stime, elaborate sulla

base di esperimenti statunitensi,

sarebbe possibile ottenere in Italia la

riduzione delle infezioni secondo il

seguente prospetto:

•Inf. vie urinarie

- 40%

•Inf. ferita chirurgica - 30%

•Inf. respiratorie

- 20%

(101)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

La riduzione sarebbe

possibile adottando

semplici misure di

controllo

della

diffusione come ad

esempio il corretto

lavaggio delle mani

(102)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Il controllo delle infezioni ospedaliere

si può attuare attraverso:

•Corrette procedure assistenziali

•Disinfezione/sterilizzazione

•Buon uso degli antibiotici

•Isolamenti

(103)
(104)

LA DISINFEZIONE

La disinfezione è l’insieme delle misure attuate al

fine di ridurre a livello di “sicurezza” il numero di

microrganismi presenti su una superficie o

nell’ambiente.

Si parla di DISINFEZIONE se queste misure

vengono attuate su una superficie o su uno

strumento;

si parla di ANTISEPSI se le stesse vengono

effettuate su un tessuto vivente (es. la cute)

(105)

LA DISINFEZIONE

DISTRUZIONE D TUTTI I MICRORGANISMI

PATOGENI ESCLUSE LE SPORE E PARTE

(106)

LA DISINFEZIONE

La disinfezione può essere distinta in

tre diversi

livelli

:

DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO

: consente di

eliminare un consistente numero di batteri, alcuni

virus e alcuni miceti. Non è però in sufficiente a

garantire l’eliminazione di batteri particolarmente

resistenti.

DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO

: con essa si

riesce ad eliminare un numero ancora maggiore di

batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti.

DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO

: permette di

ridurre ad una percentuale molto bassa la

presenza di batteri. Molto bassa, ma non a zero

perché le spore resistono

(107)

LA DISINFEZIONE

Il risultato del processo di disinfezione si

ottiene attraverso l’uso di sostanze chimiche

i DISINFETTANTI e gli ANTISETTICI

(108)

I DISINFETTANTI

DISINFETTANTE =

sostanza ad azione

germicida destinata ad essere utilizzata su

materiali o oggetti

ANTISETTICO =

sostanza ad azione

germicida caratterizzata da bassa tossicità

e da assenza di effetti irritanti indicata per

l’applicazione su tessuti viventi

(109)

USO DEI DISINFETTANTI

1) Nessun disinfettante può essere efficace se

impiegato su materiali oppure oggetti non

puliti. La sporcizia protegge i microrganismi

impedendo al disinfettante di raggiungerli e

di svolgere la sua azione.

2) Le soluzione acquose di disinfettante ed in

misura minore anche quelle alcoliche possono

essere contaminate da microrganismi.

(110)

USO DEI DISINFETTANTI

3) I contenitori dei disinfettanti devono essere etichettati. L’etichetta deve riportare

•il nome del disinfettante, •la concentrazione,

•l’uso cui è destinato, •la data di preparazione,

• la data di scadenza del flacone chiuso ed uno spazio dove segnare la data di scadenza una volta aperta la confezione.

4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO dei disinfettanti in altri contenitori, inoltre evitare il RABBOCCO.

(111)

USO DEI DISINFETTANTI

5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo

improprio rispetto alle indicazioni d’uso,

possono determinare effetti indesiderati, di

tossicità sul paziente e/o sull’operatore e danni

più o meno rilevanti sui materiali.

6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di

capacità inferiore a 500 ml e forniti di dosatore

(dispenser, nebulizzatore, ecc.)

(112)

USO DEI DISINFETTANTI

7) Richiudere il flacone immediatamente

dopo l’uso e conservarlo tappato (non usare

tappi di sughero o di cotone).

8) I disinfettanti, in particolare se in

soluzione acquosa, devono essere utilizzati

entro 7-10 giorni dall’apertura del flacone.

(113)

USO DEI DISINFETTANTI

9) L’operatore durante l’uso dei disinfettanti,

deve evitare che l’apertura del flacone venga

a contatto diretto con le mani o con qualsiasi

materiale (cotone, garze, cute o mucose del

paziente)

10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa

quantità di soluzione che cola lungo il flacone

è necessario asciugarlo immediatamente.

11) La conservazione dei disinfettanti deve

avvenire lontano da fonti di calore e dalla

luce.

(114)

FATTORI CHE CONDIZIONANO

L’ATTIVITA’ DEL

DISINFETTANTE/ANTISETTICO

LA CONCENTRAZIONE D’USO

(il prodotto deve essere usato con le concentrazioni che il ,produttore indica poiché soluzioni diverse possono essere inefficaci o addirittura dannose)

IL TEMPO DI CONTATTO

( occorre che il disinfettante abbia il tempo di agire. A seconda del prodotto i tempi possono variare da 30 secondi ad alcune ore)

LA CARICA MICROBICA

(l’efficacia dell’azione del disinfettante è inversamente proporzionale alla quantità di germi presenti)

LA SPECIE MICROBICA

(alcune specie batteriche sono più resistenti delle altre all’azione del disinfettante es. TBC, spore di Clostridium Difficile, ecc.)

(115)

FATTORI CHE CONDIZIONANO

L’ATTIVITA’ DEL

DISINFETTANTE/ANTISETTICO

LA TEMPERATURA D’USO

(seguire le istruzioni sull’etichetta; normalmente la temperatura di utilizzo è quella ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche indicazioni su quando e come utilizzare con altre temperature)

LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE

( certamente una superficie liscia è più facilmente disinfettante rispetto alla presenza di anfratti, rientranze o nicchie)

LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI

(oltre ai germi, la soluzione disinfettante può venire alterata e quindi resa meno efficace dalla presenza di saponi o dalla durezza dell’acqua)

(116)

QUALE DISINFEZIONE PER QUALI

MATERIALI

Decidere che tipo di disinfezione effettuare e

quali sostanze usare dipende dalla criticità

del materiale che deve essere trattato.

Per criticità si intende la potenzialità di un

materiale, se non correttamente trattato, di

favorire la diffusione di microrganismi.

Tale potenzialità può essere maggiore o

minore in relazione all’uso a cui è destinato il

materiale

(117)

CARATTERISTICHE DEI

DISINFETTANTI

• SPETTRO D’AZIONE

• EFFICACIA

• EFFETTI DANNOSI O INDESIDERATI

• COSTO

(118)

CLOREXIDINA

• LIVELLO DI ATTIVITA’ BASSO

• USATA PER L’ANTISEPSI DI

MANI,MUCOSE E CUTE LESA, PER LA

FORTE AFFINITA’ PER LA CUTE E LA

BASSA TOSSICITA’

• SI CONTAMINA FACILMENTE

INDICAZIONI D’USO: L’ANTISEPSI DI

(119)

COMPOSTI A BASE DI AMMONIO

QUATERNARIO

• LIVELLO DI ATTIVITA’ BASSO

• DATO L’ELEVATO NUMERO DI INFEZIONI COVUTE A

CONTAMINAZIONE DEL PRODOTTO SE NE SCONSIGLIA L’USO COME ANTISETTICI PER CUTE E TESSUTI

• SONO POTENZIATI IN SOLUZIONE ALCOOLICA AL 70% • HANNO BASSA TOSSICITA’

• FACILITA’ D’USO

• OTTIMI COME DETERGENTI

INDICAZIONI D’USO: DETERSIONE DI SUPERFICI AMBIENTALI

(120)

ALCOOLI

• LIVELLO DI ATTIVITA’ INTERMEDIO BASSO

• UTILIZZATI ALOOL ETILICO E ISOPROPILICO IN

SOLUZIONE ACQUOSA AL 70%

• SCARSO POTERE DI PENETRAZIONE

• MANCANZA DI AZIONE RESIDUA

• INFIAMMABILI,CORROSIVI SUI

METALLI,VOLATILI,INATTIVATI DA MATERIALE

ORGANICO,DANNEGGIANO LE MONTATURE IN

GOMMA

INDICAZIONI D’USO: ANTISEPSI DELLA CUTE

INTEGRA, DISINFEZIONE DI OGGETTI NON

CRITICI, DETERSIONE/DISINFEZIONE DI

BASSO LIVELLO DI SUPERFICI AMBIENTALI

(121)

DERIVATI DELLO IODIO

• LIVELLO DI ATTIVITA’ INETRMEDIO

• USATI SOLUZIONI ALCOOLICHE (ALCOOL

IODATO,TINTURA DI IODIO)

• LO IODOFORO PIU’ UTILIZZATO E’ IL

POVIDONE IODIO CHE NON MACCHIA ED E’

RELATIVAMENTE ATOSSICO E NON IRRITANTE

INDICAZIONI D’USO: ANTISAPSI DI CUTE

INTEGRA,CUTE LESA E DELLE MUCOSE

DIFINZEZIONE DI OGGETTI NON CRITICI O

SEMICRITICI DIFINFEZIONE AMBIENTALE

(122)

PEROSSIDO DI IDROGENO

• LIVELLO DI ATTIVITA’ INTERMEDIO-ALTO

• CONCENTRAZIONE D’USO: 3%

• L’AZIONE OSSIDANTE E’ LEGATA AL

RACHIDE IDROSSILICO LIBERO

INDICAZIONE D’USO: DETERSIONE DI

(123)

COMPOSTI DEL CLORO

• LIVELLO DI ATTIVITA’ ALTO

• UTILIZZATI IPOCLORITO DI SODIO DI CALCIOI

CLORAMINA

• POSSONO AVERE AZIONE CORROSIVA SUI

METALLI

• POSSONO ESSERE INATTIVATI DA PARTE DI

MATERILAE ORGANICO

• HANNO RELATIVA INSTABILITA’

INDICAZIONI D’USI: ANTIISEPSI DI CUTE

INTEGRA E LESA, DIFINFEZIONE DI OGGETTI

NON CRITICI E SEMICRITICI DIFINFEZIONE

AMBIENTALE,DECONTAMINAZIONE DI SANGUE

(124)

GLUTARALDEIDE

• LIVELLO DI ATTIVITA’ ALTO

• NON ESERCITA AZIONE CORROSIVA

• NON CAUSA LA COAGULAZIONE DI SOSTANZE

PROTEICHE

• SOSTANZA TOSSICA, IRRITANTE SENSIBILIZZANTE

• RESPONSABILE DI DERMATITI DA CONTATTO,

CONGIUNTIVITI,IRRITAZIONE DELLE MUCOSE DELLE

PRIME VIE RESPIRATORIE,SINUSITI,ASMA,NAUSEA

VOMITO,CEFALEA

INDICAZIONI D’USO: DA 20 MIN AD ALCUNE ORE

(SPORE) PER STRUMENTI SEMICRITICI NON

PROCESSABILI CON IL CALORE

(125)

IMPORTANZA DELL’ETICHETTA

Secondo la normativa,

ogni

imballaggio

di

sostanza

o

preparato

pericoloso deve essere

munito di etichetta che

permetta l’identificazione

rapida

dei

pericoli

associati alla presenza e

all’uso del prodotto.

(126)

ETICHETTA

Sull’etichetta devono essere presenti, in

caratteri leggibili ed indelebili tra le altre

informazioni anche:

•Simboli e indicazioni di pericolo

(stampa in nero su fondo

giallo-arancione)

•Le frasi di rischio (frasi R)

(127)

SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO

(STAMPA IN NERO SU FONDO

GIALLO-ARANCIONE)

CORROSIVO MOLTO TOSSICO

(128)

LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)

Le frasi di rischio

descrivono in forma

sintetica

i

rischi

potenziali

associati

all’impiego

della

sostanza. Le frasi di

rischio

sono

identificabili con la

lettera R

(129)

ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO

• R1 Esplosivo allo stato secco.

• R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.

• R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.

• R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. • R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.

• R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria. • R7 Può provocare un incendio.

• R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili. • R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.

• R10 Infiammabile.

(130)

I CONSIGLI DI PRUDENZA

(FRASI S)

I consigli di prudenza

descrivono

le

comuni

norme di sicurezza da

adottare

per

rendere

minimi i rischi

I consigli di prudenza

sono identificabili con la

lettera S

(131)

ESEMPI DI CONSIGLI DI

PRUDENZA

• S 1 Conservare sotto chiave.

• S 2 Conservare fuori della portata dei bambini. • S 3 Conservare in luogo fresco.

• S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.

• S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).

• S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).

• S 7 Conservare il recipiente ben chiuso. • S 8 Conservare al riparo dall'umidità.

(132)
(133)

CHE COS’E’ LO SMALTIMENTO

DEI RIFIUTI?

• La raccolta, la cernita, il trasporto, il

trattamento dei rifiuti, nonché

l'ammasso e il deposito dei medesimi

sul suolo o nel suolo.

• Le operazioni di trasformazione

necessarie per il riutilizzo, il recupero o

il riciclo dei rifiuti

(134)

DIFFERENTI MODALITA’ DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI E OSPEDALIERI

Classificazione tipologia rifiuti

(D.M. n° 219 del 26 Giugno 2000 Allegato I e II; D.P.R. 15/07/03 n° 254)         Rifiuti sanitari non pericolosi (RSNP);

        Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani (RSAU);

e fra questi i rifiuti assimilati oggetto di raccolta

differenziata

        Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (RSP-nonI);

        Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (RSP-I);

        Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di

(135)

RIFIUTI SANITARI NON PERICOLOSI

Il dettaglio dei rifiuti sanitari non

pericolosi viene descritto nel capitolo dei

rifiuti sanitari assimilati agli urbani

(136)

RIFIUTI SANITARI

ASSIMILATI AGLI URBANI (RSAU)

DEFINIZIONE:

Sono considerati RSAU i seguenti rifiuti destinati allo smaltimento:

1 I rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti, provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie;

2 I rifiuti derivanti dall’attività di ristorazione e i residui dei pasti provenienti dai reparti di degenza delle strutture sanitarie, esclusi quelli che provengono da pazienti affetti da malattie infettive per le quali sia ravvisata

clinicamente, dal medico curante, una patologia trasmissibile attraverso tali residui;

(137)

4 I rifiuti costituiti da indumenti monouso;

5 I rifiuti provenienti da attività di giardinaggio, effettuata nell’ambito delle strutture sanitarie;

6 Gessi ortopedici, assorbenti igienici, pannoloni e pannolini pediatrici;

7 Sono da conferire negli ordinari circuiti di raccolta

differenziata, vetro, carta, cartone, metalli, imballaggi in genere, materiali ingombranti, nonché altri rifiuti non pericolosi che per qualità e per quantità siano

(138)

ATTENZIONE

non introdurre assolutamente nei

sacchi neri:

· parti anatomiche riconoscibili o non

riconoscibili;

· rifiuti sanitari pericolosi a rischio

infettivo

· rifiuti assimilati agli urbani oggetto

di raccolta differenziata (es: carta,

vetro, ecc)

(139)

CONFEZIONAMENTO:

il sacco nero deve

essere:

- chiuso a cura del

personale di reparto,

- non deve superare il

peso di 10 kg.

- per i reparti con

elevata produzione di

pannoloni utilizzare

doppio sacco nero

per lo smaltimento

(140)

DEPOSITO LOCALE della S.C./S.S.

Il locale generalmente designato per il deposito dei RSAU e’ il locale vuota vasi.

I sacchi neri devono essere inseriti all’interno dei carrelli chiusi metallici deputati al trasporto.

I carrelli devono essere lavati e disinfettati dalla ditta in appalto

(141)

MOVIMENTAZIONE INTERNA:

E’ effettuata a carico della ditta in appalto dal reparto alla benna localizzata all’interno del P.O.

RESPONSABILITA’ DEL PROCESSO:

Tutti gli operatori sono tenuti ad osservare e a fare osservare le norme per il corretto smaltimento dei rifiuti. A.F.D. e I.P. sono i responsabili operativi del:

- corretto confezionamento - deposito nel reparto

- corretto conferimento del rifiuto

devono pertanto disporre e verificare che tutte le operazioni siano svolte in maniera corretta.

(142)

RIFIUTI SANITARI OGGETTO DI

RACCOLTA DIFFERENZIATA

Il D.M. n° 219/2000 ha come obiettivo la

riduzione di alcune categorie di rifiuti

attraverso la raccolta differenziata.

Questa permette di ridurre la quantità dei

rifiuti smaltiti dalla struttura sanitaria,

rendere possibile il recupero di alcune

categorie di rifiuti con un minore

impatto ambientale.

(143)

Il recupero è possibile per le seguenti tipologie di rifiuti:

VETRO

DEFINIZIONE: comprende i contenitori in vetro di

farmaci, alimenti, bevande, soluzioni per infusione senza cannule o aghi ed accessori per la somministrazione, esclusi i contenitori di soluzioni di farmaci antiblastici o

visibilmente contaminati da materiale biologico,

che non siano radioattivi ai sensi del D.Lgs.230/95( e successive modifiche ed integrazioni),

e non provengano da pazienti in isolamento infettivo.

CONFEZIONAMENTO:

in apposito contenitore per il vetro in plastica rigido privo di sacco.

(144)

CARTA E CARTONE DA IMBALLAGGIO:

DEFINIZIONE:

comprende tutta la carta( non plastificata )

da imballaggio, ad es. scatole di farmaci, fogli sparsi di carta prodotta da attività d’ufficio, giornali e riviste

( anche utilizzati dai pazienti),

scatoloni in cartone (devono essere appiattiti e schiacciati)

ESCLUSA:

carta tipo medical grade ( crespata verde), pellicole in plastica,

carta carbone, carta cerata,

carta per E.C.G., E.E.G., fax su carta chimica.

CONFEZIONAMENTO:

in apposito contenitore per la raccolta della carta privo di sacco, localizzato presso gli appositi locali di maggior

(145)

BATTERIE E PILE ESAUSTE

DEFINIZIONE:

comprende le pile e gli accumulatori utilizzati per il funzionamento delle diverse apparecchiature sanitarie

e non sanitarie,

pile e accumulatori utilizzati dai pazienti. ATTENZIONE:

le pile non vanno abbandonate nell’ambiente

ospedaliero né collocate in contenitori per altri tipi di rifiuti

CONFEZIONAMENTO:

Utilizzare un qualsiasi contenitore nel quale inserire pile e/o accumulatori

(146)

TONER, NASTRI E

CARTUCCE PER STAMPANTI

DEFINIZIONE:

inchiostro in polvere pigmentato per stampanti, fotocopiatrici, fax

ATTENZIONE:

tali rifiuti non vanno abbandonati nell’ambiente ospedaliero né collocati in contenitori per altri tipi di rifiuti

CONFEZIONAMENTO:

inserire all’interno del loro involucro originale o all’interno di sacchetti/buste di carta

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