Tecniche infermieristiche
Confort alberghiero
e trasporto materiali biologici
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PRINCIPI DI IGIENE
Per Igiene, si intende il complesso delle norme
riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli ambienti.
L’igiene nel suo significato più ampio o più semplice, mira a mantenere lo stato di salute dell’individuo e della collettività.
Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso la prevenzione dell’insorgenza e il diffondersi delle
malattie.
A questo scopo vanno individuati i fattori che
IL CONCETTO DI SALUTE
Salute non è semplicemente assenza di malattia
ma la capacità di mantenere un equilibrio tra le
varie “dimensioni” di un individuo.
DIMENSIONE FISICA
è la parte più tangibile perché
riferita al funzionamento
dell’organismo
DIMENSIONE
PSICHICA
cioè la capacità di costruire,
elaborare e articolare il
pensiero in modo coerente
DIMENSIONE EMOTIVA
cioè la capacità di gestire
con equilibrio le emozioni
DIMENSIONE RELAZIONALE
la capacità di interagire con gli
altri individui
DIMENSIONE SOCIALE
importante e
fortemente condizionante perché non
si può ritenere e mantenere sano un
individuo in un contesto sociale in cui
sono presenti problemi sanitari,
economici, politici, culturali, ambientali,
etnici ecc.
DIMENSIONE
SPIRITUALE
connessa al sistema di valori che
caratterizza il modo di concepire
l’esistenza
Per poter prevenire in modo adeguato ed
efficace è necessario conoscere la storia
naturale della malattia
•1) FASE INIZIALE
L’esordio di una malattia può essere
sintomatico o asintomatico
Esempi di sintomo:
•febbre
•esantema (macchie, rossore, pustole sulla
pelle)
•tosse
•ecc.
2) DECORSO
Dopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cioè immediato, veloce come ad esempio l’influenza o la salmonellosi, oppure in modo cronico cioè lentamente, subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.
la cronicizzazione la malattia non
guarisce ma, anche se diminuiscono i sintomi, si hanno manifestazioni interne o esterne all’organismo che non
guariscono (es. Epatite B, Epatite C, AIDS)
la morte spesso le malattie
indipendentemente che abbiano un
decorso lento o veloce, acuto o cronico, possono portare a morte.
3) ESITO FINALE
La conclusione della malattia può essere:
la guarigione la malattia ha fatto il suo corso e non ha lasciato sequele (es. Influenza)
LA
PREVENZIONE …..
Fino alla prima
metà del ‘900 le
più
importanti
patologie erano
soprattutto
di
ordine
infettivo
contagioso
(colera,
peste,
tubercolosi, ecc)
Oggi sono più rilevanti le patologie di natura
cronico/degenerativa,
tra
cui
le
malattie
dell’apparato cardiovascolare (infarto cardiaco,
ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie
neoplastiche (tumore o cancro) che possono colpire
sia organi solidi ( polmone, intestino, ecc.) che non
(sangue).
Anche se sono stati fatti
notevoli passi avanti circa la
conoscenza di tutte le patologie,
alcune di esse, di rilevante
impatto sociale, sono ancora al
centro di molti studi poiché
rimangono al loro riguardo
numerosi punti oscuri (es.
cancro, AIDS, ecc.).
…..LA PREVENZIONE….
Se pur con queste limitazioni, oggi, si
possono prevenire anche malattie
importanti ed anche mortali. L’intervento
che viene effettuato è diverso a seconda
della conoscenza che
noi abbiamo della
malattia e dal tipo
di popolazione che
…..LA PREVENZIONE….
I punti cardine di questo tipo di prevenzione sono:
a) i vaccini con i quali si protegge l’individuo da alcune
malattie conosciute(es. poliomielite, difterite, tetano, morbillo, epatite B, ecc.)
PREVENZIONE PRIMARIA
Quando si interviene prima che la persona si ammali. Questa è la vera prevenzione.
Le azioni possono essere rivolte su due fronti:
…..LA PREVENZIONE….
b) le condizioni igieniche ambientali: molto
importante in questo caso l’attenzione verso: fognature, acquedotti ed il corretto smaltimento dei rifiuti solidi.
Sono importanti interventi di prevenzione della salute pubblica anche quelli di bonifica di siti inquinati come alcuni insediamenti industriali (es. ETERNIT)
c)buona e corretta alimentazione: rispettare sia le condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto calorico può garantire un ostacolo al contrarre malattie
…..LA PREVENZIONE….
d) l’igiene mentale: mantenere quella condizione di serenità che ci mette al riparo da stati di depressione o di estraniazione alla vita sociale che possono favorire l’abbassamento delle nostre difese immunitarie e quindi favorire l’insediamento di malattie organiche.
Tutte le volte che è possibile si devono allontanare
le possibili fonti di contagio o i fattori di rischio che
possono determinare una malattia.
Se ciò non fosse possibile, si devono allontanare le
persone dalle fonti inquinanti (es. la persona viene
allontanata da lavorazioni nocive oppure viene
evacuata una zona residenziale poiché vi è un
pericolo grave di inquinamento ambientale)
…..LA PREVENZIONE….
…..LA PREVENZIONE….
La prevenzione secondaria
può essere attuata
ricercando piccoli segnali o
indicatori di inizio di
malattia.
La prevenzione secondaria viene attuata
spesso quando non è possibile mettere in atto
la prevenzione primaria oppure le conoscenze
sulla storia naturale della malattia non sono
complete.
…..LA PREVENZIONE….
La prevenzione secondaria si attua attraverso
gli screening per patologie molto importanti
quali:
• PAPTEST tumori del collo dell’utero e annessi
• AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA cancro della mammella
• ESAMI EMATICI PERIODICI ipercolesterolemia, diabete,ecc.
• CONTROLLO DELLA PRESSIONE ipertensione arteriosa
• SCREENING DURANTE LA GRAVIDANZA • SCREENING ALLA NASCITA
…..LA PREVENZIONE
PREVENZIONE TERZIARIAAlcuni non riconoscono a questo tipo di intervento una vera e propria caratteristica di prevenzione, ma un indirizzo prevalentemente di riabilitazione.
Certo è che tale attività può:
• minimizzare le complicanze: assunzione di farmaci • ridurre la disabilita: ginnastica riabilitativa
post-intervento
• minimizzare le sofferenze: interventi infermieristico/medico-chirurgici
• adattare l’utente a nuove condizioni: utilizzo di protesi
TRASMISSIONE DELLE
MALATTIE INFETTIVE
AGENTE AMBIENTE OSPITE LE COMPONENTI NECESSARIE PER LA TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE SONO:
CHE COSA SI INTENDE PER:
L’ambiente è quella variabile che permette
all’ospite e all’agente di incontrarsi e
permette la trasmissione della malattia.
AMBIENTE Dove l’agente e l’ospite
interagiscono
OSPITE
La
persona
che
“ospita” l’agente e può trasmetterlo
L’uomo o l’animale che alberga in sé il
microrganismo patogeno
AGENTE
Il microrganismo cioè la
vera causa di malattia
La maggior parte delle malattie
trasmissibili
all’uomo
sono
provocate da batteri e virus e
molti di questi hanno l’uomo
come unico ospite.
Altri microrganismi sono invece
patogeni anche per gli animali
ed hanno come serbatoio
animali domestici o selvatici.
L’AMBIENTE NATURALE, CON LE SUE
COMPONENTI PUÒ DIVENTARE CAUSA DI
MALATTIA.
ORA ANALIZZEREMO TALI COMPONENTI.
L’ARIA
L’aria è l’elemento indispensabile alla vita.
Pochi minuti senza respirare e si rischiano danni irreversibili e addirittura arrivare alla morte (es. annegamento, arresto respiratorio, ecc.)
La composizione dell’aria è una miscela gassosa formata da:
Azoto (N) 78% - Ossigeno (O) 21% - altri gas 1% Tale miscela si trova, con diverse percentuali in base all’altitudine, in tutta l’atmosfera che circonda la terra.
Le funzioni principali dell’atmosfera sono:
• fornire ossigeno indispensabile alla vita di tutti gli animali
• fornire Azoto e Carbonio per i microrganismi e le piante
• proteggere dalle radiazioni
provenienti dallo spazio (radiazioni ionizzanti o raggi UV)
• stabilizzare la temperatura a livelli compatibili con la vita.
L’inquinamento atmosferico è sostanzialmente
prodotto da due fonti:
fonti fisse
insediamenti industriali
e riscaldamenti urbani
fonti mobili
autoveicoli e mezzi in movimento.
Le conseguenze, oltre ai problemi respiratori, sono
la formazione di piogge acide e l’ inquinamento del
suolo e delle acque.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
Per ciò che riguarda l’aria i
parametri da conoscere sono:
- la temperatura
- l’umidità
- la pressione
• La temperatura normalmente diminuisce con l’altezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di altezza).
• L’umidità esprime la quantità di vapore d’acqua che vi è nell’aria in un dato momento; questo valore espresso in percentuale.
• La pressione si misura con il barometro
e varia con l’altezza, le variazioni stagionali
e meteorologiche. Questo ha particolare
importanza per la diluizione degli agenti
contaminanti perché le masse d’aria
tendono a muoversi da zone di alta
pressione verso zone di bassa pressione.
•Il movimento dell’aria (i venti) è anch’esso
molto importante agli effetti della diluizione degli
agenti contaminanti. La rotazione della terra
determina i prima istanza i venti a causa del
trascinamento dell’aria. Ulteriore causa della
formazione dei venti è il riscaldamento dell’aria
all’equatore e la formazione di aria fredda ai poli.
L’ACQUA
E’ la componente principale del nostro
organismo (60%-80% del nostro
peso).
E’ la sostanza più abbondante e diffusa
sulla terra. I depositi principali sono
rappresentati dagli oceani, dai mari
interni e dalle acque di superficie (laghi
e fiumi).
L’acqua è presente, in una certa
quantità
anche
nell’aria;
è
determinante per la meteorologia e per
la stessa vita sul nostro pianeta.
Il fabbisogno idrico nell’uomo adulto si può quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa quantità si deve aggiungere la quota di acqua per esigenze igienico-sociali (circa 200 litri/giorno) e per l’irrigazione delle campagne e il mantenimento degli allevamenti animali (circa 100 litri/giorno).
L’approvvigionamento avviene con difficoltà poiché la maggior parte dell’acqua disponibile è salata (97%) ed il restante è formata, prevalentemente, dai ghiacciai (2,5%). Soltanto lo 0,5% è utilizzabile come potabile soprattutto da falde profonde molto spesso inquinate.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
RETE FOGNARIA
Si distinguono due tipi di fognature: statica e dinamica •Fognatura statica (ferma)
è costituita da pozzi neri, fosse biologiche che dovrebbero andare ad esaurimento; pericolo per il possibile inquinamento delle acque profonde.
•Fognatura dinamica (in movimento)
è costituita da acque nere che vengono raccolte dalle abitazioni domestiche o collettive (es. caserme, ospedali, scuole, ecc.). Le acque bianche invece vengono raccolte dalle superfici scoperte come tetti, strade oppure dai “toretti” della città.
IL SUOLO
In superficie ed al suo interno avvengono probabilmente, i più importanti processi per la vita dell’uomo e dell’ambiente. La maggior fonte di inquinamento di questa parte del nostro pianeta è rappresentata dai rifiuti solidi urbani, seguita ai liquidi che si producono, attraverso il deposito di rifiuti, e che penetrano nel sottosuolo inquinandolo in profondità.
La quantità di rifiuti urbani prodotta annualmente in Italia è di oltre 26 milioni di tonnellate con valore medio di 450 Kg/abitante a cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti industriali.
Tale quantità di rifiuti viene smaltita con vari metodi: 1) Discarica controllata
purtroppo rappresenta una minoranza poiché sono soprattutto abusive con grave e pericoloso impatto ambientale.
2) Incenerimento
negli anni 60-70 sembrava aver risolto il problema dei rifiuti solidi, ma si è rivelato come un inceneritore potesse inquinare zone anche lontane dal sito, con la possibile produzione di forti inquinanti come la Diossina.
3) Compost
E’ la trasformazione della frazione organica, dei rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante ma spesso si rischia se la parte organica non è pura e sicura, di apportare sostanze dannose al terreno con rischi infettivi e chimici
4) Riciclaggio
soprattutto di carta, plastica e vetro. 5) Scarico in mare
Purtroppo è una pratica di uso comune, sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento delle acque e delle coste con riflussi a riva dei materiali non degradabili.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
IL CLIMA
Possiamo sintetizzare dicendo che è l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una regione. Ovviamente può variare molto a seconda della posizione geografica in cui ci si trova (nord, sud, altitudine, ecc.)
MICROCLIMA o
ARIA INDOOR o
MICROCLIMA
INSIEME DEI COMPONENTI CHIMICI E FATTORI
FISICI CHE CARATTERIZZANO L’ARIA DEGLI
AMBIENTI CONFINATI
definiscono uno stato di
COMFORT (benessere)
individuale e collettivo
• Composizione chimica dell’aria indoor:
• ≈ 78% Azoto
• ≈ 21% Ossigeno
• ≈ 0,03 Anidride Carbonica
FATTORI FISICI
Strettamente correlati alla tipologia
costruttiva dell’edificio, all’ampiezza
dell’ambiente, alla
presenza di finestre in numero adeguato,
al ricambio naturale dell’aria
temperatura dell’aria (T°)
calore radiante
umidità relativa (UR)
FATTORI FISICI
TEMPERATURA dell’aria (T°) Dovrebbe rimanere costante CALORE RADIANTE quota di calore che mediante onde
elettromagnetiche si trasmette da un corpo più caldo ad uno più freddo senza intermediazioni.
L’effetto radiante complessivo in un ambiente dipende da elementi presenti nell’ambiente stesso: persone, pareti, pavimenti, macchinari, etc. dev’essere trascurabile o assente (Δt = ± 2)
MOVIMENTO DELL’ARIA (v)
Favorisce la perdita di calore dal corpo umano
condizioni di umidità e temperatura mal sopportate con aria immota, sono ben tollerate con una adeguata ventilazione!
FATTORI FISICI
UMIDITÀ RELATIVA (UR) È importante sia per lo
stato di comfort ambientale, sia perché se si discosta
troppo dal range di normalità può favorire l’insorgenza
di malattie infettive e non
infettive.
Dipende da:
• livello igrometrico esterno,
• quota prodotta dalle persone presenti nell’ambiente
(una persona a riposo emette circa 5 g/h di vapore
acqueo),
dal benessere termoigrometrico al
benessere ambientale
Aggiunge altri due fattori • Illuminazione
(può essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a
incandescenza.
L’intensità della luce deve essere rapportata all’attività delle persone presenti in quell’ambiente.
MODIFICAZIONI
IN NEGATIVO DEL MICROCLIMA
VIZIATURA
ALTERAZIONE DELL’ORIGINARIO STATO DI BENESSERE AMBIENTALE (COMFORT)
DOVUTA A MODIFICAZIONE DEI PARAMETRI FISICI E CHIMICI.
È dovuta all’uso degli ambienti confinati da parte di una utenza numerosa e/o per un lungo periodo di tempo
Possibili conseguenze sull’uomo: Diminuzione rendimento lavorativo
Aumento incidenti ed infortuni (fino al 30-50% in più) Malessere
Disturbi tipici del collasso da calore (congestione, tachicardia, cefalea, depressione psichica, lipotimia).
Fonti di viziatura
Uomo e sue attività
Affollamento
igiene corpo e abiti
stati morbosi
abitudini alimentari
funzionalità alcune ghiandole
attività svolta
Strumenti e oggetti d’uso presenti
Sono quelle condizioni ambientali ostili ai
microrganismi che ne limitano lo sviluppo.
Normalmente
nell’ambiente
esterno
il
microrganismo muore o se è in grado di
sopravvivere, difficilmente si riproduce.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE (DISINFEZIONE NATURALE)
I fattori di autodepurazione sono:
- essiccamento il microrganismo muore
- diluizione diminuzione della carica batterica - sedimentazione minore quantità di germi
sospesi nell’aria
- raggi ultravioletti (componenti dei raggi solari) ottimi battericidi
-antagonismo biologico scarsa sopravvivenza di alcuni microrganismi rispetto ad altri
L’OSPITE
L’ospite è la seconda
componente necessaria
per la trasmissione della
malattia.
L’ospite
è
l’uomo o l’animale che
ha
in
se
il
microrganismo e può
trasmetterlo ad un’altra
persona o animale.
L’OSPITE
L’ospite per essere in grado di
ricevere, quindi di far penetrare,
attecchire ( cioè il microrganismo
trova un luogo dove stabilirsi) e
moltiplicarsi (aumentare il suo
numero)
deve
essere
L’OSPITE
Per essere un ospite
suscettibile occorre
che la persona o
l’animale
agevoli
tutte le fasi di
sviluppo
del
microrganismo.
L’OSPITE
La persona può ostacolare la penetrazione del microrganismo:
• mantenendo la pelle curata e senza ferite,
• lavandosi bene le mani ogni volta che si contaminano;
• evitando luoghi affollati e chiusi
•adottando delle sane abitudini di vita (es. non bere, non fumare, non drogarsi, ecc.).
L’OSPITE
L’attecchimento e lo sviluppo del
microrganismo avvengono perché il
nostro sistema immunitario
è insufficiente per
ostacolare i germi che
possono essere molto
forti o molto numerosi.
L’OSPITE
Il nostro sistema immunitario è condizionato da
molti fattori come la somministrazione di terapie
immunodepressive (es. cortisone, antitumorali,
ecc.); oppure dal nostro stato di nutrizione o
protezione del nostro corpo nei confronti degli
agenti esterni (si mangia poco, non è corretto
l’apporto nutrizionale oppure il nostro abbigliamento
non è adatto al clima in cui ci troviamo, cioè siamo
poco, troppo o mal coperti)
Tutte
queste e altre condizioni fanno si
che l’ospite, che normalmente viene a
contatto con milioni di microrganismi senza
che questi penetrino, si sviluppino e si
moltiplichino, si trovi in condizioni favorevoli
(ospite suscettibile)
nei confronti di un
determinato microrganismo e che l’incontro
provochi la malattia.
DIFESE DELL’OSPITE
Le difese che l’individuo mette in atto quando
viene aggredito da germi patogeni sono
sostanzialmente di due tipi:
1) difese aspecifiche (sono immediate e contro
chiunque aggredisca)
Di queste fanno parte la cute che, se integra,
non permette il passaggio dei germi, alcune
sostanze particolari che si trovano in alcuni
organi (occhi, bocca, stomaco, ecc.) possono
ostacolare la penetrazione e lo sviluppo.
DIFESE DELL’OSPITE
2) difese specifiche (sono
normalmente più lente e
specifiche su un tipo di
germe)
Questo tipo di protezione
viene
effettuata
con
i
vaccini, oppure con la siero
profilassi (somministrazione
di anticorpi già formati).
Generalità
I microbi, germi, microrganismi, ecc. sono nomi
generici che identificano organismi viventi di
piccolissime dimensioni, molto semplici, costituiti
da pochi elementi.
Molti di questi microrganismi, una volta penetrati,
possono moltiplicarsi e con le tossine prodotte
danneggiare l’organismo che li ospita (ospite).
L’AGENTE
La velocità con la quale possono manifestare
la loro presenza spesso è dovuta alla loro
qualità (germi molto forti molto invasivi e
patogeni) e alla loro quantità (carica
microbica).
I microbi che sono in grado di provocare
malattie sono detti patogeni.
Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare malattie
all’uomo, agli animali ed alle piante, esistono
numerosi germi non patogeni che vivono sia
nell’organismo umano che nell’ambiente.
Alcuni di questi germi fanno parte della flora
batterica dell’individuo e non solo sono utili ma
addirittura indispensabili per l’equilibrio del
metabolismo umano (formazione di vitamine,
digestione alimentare,ecc.).
L’AGENTE
Questa distinzione netta, tra germi patogeni e
batteri facenti parte della flora batterica non è
sempre assoluta.
Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino,
bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in
particolari circostanze (paziente ricoverato in
Ospedale, paziente sottoposto ad intervento
chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come la
rianimazione, in terapia con farmaci particolari)
possono “incattivirsi” (virulentarsi) per rottura
dell’equilibrio del sistema e provocare la malattia.
Questi germi vengono detti opportunisti.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
La catena epidemiologica rappresenta quella serie
di eventi concatenati che permettono la
trasmissione del germe tra:
un ospite suscettibile che si è ammalato di una
malattia infettiva e contagiosa
e
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
La trasmissione
può avvenire
Direttamente
cioè senza
intermediari
Es. baci, rapporti
sessuali
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
mediante vettori
(componenti animate).
mediante veicoli
(componenti inanimate)
Indirettamente
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
L’infezione rappresenta il
risultato della penetrazione
nell’organismo di un agente
patogeno.
Le conseguenze della “lotta”
tra l’agente infettivo e le
difese dell’organismo ospite
possono essere molto
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
In altri casi vi può essere
lo sviluppo di una malattia
conclamata con segni e
sintomi importanti.
Nella maggior parte dei casi non si ha
sviluppo di malattia.
In altre situazioni si verifica una condizione
patologica lieve e con leggeri sintomi.
Questa continua e
costante variabilità è
dovuta principalmente
alla diversa rispondenza
che ogni singolo
individuo ha verso un
attacco di un agente
esterno.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
Nella trasmissione delle malattie infettive le
variabili che vengono considerate sono:
qualità e quantità del germe
(tipologia e carica microbica)
stato di benessere dell’individuo
condizioni ambientali
La trasmissione di un agente infettivo
implica il riconoscimento di un punto di
partenza della catena degli eventi che
portano all’insorgere della malattia infettiva.
Tale punto viene definito:
•SERBATOIO DI INFEZIONE
•SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE
SERBATOIO DI INFEZIONE
E’ l’uomo o l’animale, dove il
microrganismo vive e si moltiplica e può
essere trasmesso ad altro uomo o animale.
In alcuni casi è l’ambiente con la presenza
di germi molto resistenti(es. spore del
tetano).
Se il microrganismo crea nell’individuo solo
le condizioni di serbatoio di malattia si dice
che l’evento non è contagioso poiché il
germe non può essere trasmesso ad un
altro ospite per vie naturali.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
SORGENTE DI INFEZIONE
L’uomo o l’animale che ospitano il germe e che possono eliminarlo all’esterno. Molto spesso, sorgente e serbatoio coincidono.
L’eliminazione all’esterno di un germe patogeno da parte di un ospite infetto è indispensabile per la trasmissione della malattia
VIE DI ELIMINAZIONE
• VIA RESPIRATORIA
i microrganismi vengono eliminati sotto forma di goccioline attraverso la respirazione, la tosse , gli starnuti, ecc.
(influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare, meningite, ecc.) • VIA INTESTINALE
Con le feci vengono eliminati germi patogeni
(vibrione del colera, virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.)
• VIA GENITO-URINARIA
l’eliminazione di agenti patogeni attraverso le urine non rappresenta un evento molto frequente (es. TB renale).
Le secrezioni degli organi genitali possono dar luogo a malattie a trasmissione sessuale (es. sifilide, AIDS, Epatite C, ecc.)
• VIA CUTANEA
i germi vengono eliminati attraverso le lesioni
cutanee presenti durante le malattie
esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o
da lesioni profonde che
fistolizzano
all’esterno
(es. pus)
• VIA PLACENTARE
Attraverso questa via di eliminazione la madre
affetta da una malattia infettiva la trasmette
all’embrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)
VIE DI PENETRAZIONE
• VIA CUTANEA
La cute se integra costituisce un naturale e valida barriera all’ingresso dei microrganismi.
L’ingresso può avvenire attraverso le lesioni, le punture degli insetti, il morso o il graffio di animale
• VIA MUCOSA
Le mucose delle vie respiratorie, apparato digerente, apparato genito-urinario, congiuntiva, ecc. costituiscono la principale porta d’ingresso per germi patogeni poiché sono particolarmente vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori di difesa.
• VIA PLACENTARE
Dall’organismo materno a quello fetale attraverso la placenta
PERIODO DI INCUBAZIONE
Corrisponde al tempo
necessario perché il
germe
penetri,
attecchisca
e
si
moltiplichi
fino
al
momento in cui il suo
numero è sufficiente a
produrre segni o sintomi
E’ l’intervallo di tempo che intercorre tra il
contatto con un agente infettivo e la comparsa
del primo segno o sintomo di malattia infettiva
La durata del periodo di incubazione varia in
relazione a:
Carica microbica = più germi ci sono e più
velocemente si sviluppano
Virulenza del germe = più il germe è “cattivo”
cioè virulento più velocemente c’è sviluppo di
malattia
Risposta immunitaria dell’ospite = più le
difese sono deboli e più si creano le
condizioni ideali per lo sviluppo del germe
PERIODO DI INCUBAZIONE
LE DIFESE DELL’OSPITE
Possono essere di due tipi:
• DIFESE ASPECIFICHE
sono dei meccanismi attivi verso una vasta
gamma di microrganismi
• DIFESE SPECIFICHE
sono dei meccanismi attivi verso specifici
microrganismi
DIFESE ASPECIFICHE
SECREZIONI
alcuni organi producono sostanze in
grado di ostacolare la penetrazione
dei germi (es.
lisozima
presente
nelle lacrime,
acido cloridrico
presente nei succhi gastrici)
Sono identificabili in:
CUTE E MUCOSE
quando queste barriere anatomiche sono integre
rappresentano la prima difesa dell’organismo
DIFESE ASPECIFICHE
RISPOSTA INFIAMMATORIA
In caso di piccole ferite con punte o taglienti, o escoriazioni della cute, l’organismo mette in atto delle difese locali. L’aumento della temperatura locale o la presenza di gonfiore della parte dimostrano la presenza di una attività di difesa da parte dell’ospite nei confronti di microrganismi invasori
ANTAGONISMO BIOLOGICO
Meccanismo di difesa messo in atto dalla flora batterica presente in molti organi (es. cute,
rinofaringe, genitali, intestino) che in uno stato di equilibrio si oppone alla presenza di germi patogeni.
DIFESE SPECIFICHE
Il meccanismo di difesa
specifico si basa su un sistema di
riconoscimento del germe da parte del sistema immunitario dell’ospite.
Il sistema immunitario riconosce parti del
germe ANTIGENI e produce nei loro
confronti degli ANTICORPI
Questo tipo di difesa può essere:
ATTIVA l’ospite produce da sé gli anticorpi attraverso il sistema immunitario
A sua volta questa difesa attiva può essere
NATURALE l’ospite si ammala e forma anticorpi specifici contro il microrganismo responsabile di quella malattia
ARTIFICIALE (VACCINI)
non si verifica la malattia ma si induce l’organismo dell’ospite a formare anticorpi
specifici introducendo parti del microrganismo o esso stesso ucciso o attenuato. Solo per le malattie per cui è disponibile il vaccino.
Questo tipo di difesa può essere:
PASSIVA
l’ospite assume
anticorpi già formati
A sua volta questa difesa passiva può essere
NATURALE
durante la gravidanza il bambino assume passivamente gli anticorpi della madreARTIFICIALE
assunzione di anticorpi già formati in casi di emergenza (epatite B, tetano, ecc)LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Per essere tali devono avere le seguenti
caratteristiche:
•Insorgere durante il
ricovero in Ospedale
•Non essere manifeste al
momento del ricovero
•Non essere in
incubazione al momento del ricovero
•Insorgere anche dopo le
Nel 1800 F. Nightingale pioniera della
professione infermieristica diceva che “…. la
più grande umiliazione per un Ospedale è
essere all’origine di una malattia infettiva o
vedere l’infezione propagarsi.”
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Nello stesso periodo un chirurgo di nome
Semmelweis notò che se i colleghi si fossero
lavati le mani, passando dal tavolo autoptico
alla sala parto, sarebbero morte meno
partorienti.
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Nel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci
considerati miracolosi: gli antibiotici.
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Arrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia
da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (il
più importante organo tecnico-scientifico del
Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio
sulle I.O., descrisse la situazione di 143
Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Dallo studio emerse che il
19,3%
dei
pazienti
esaminati soffrivano di
un’infezione e tra questi
il 6,8% si trattava di
infezioni
ospedaliere
mentre il restante 12,5%
di infezioni comunitarie
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
La più alta percentuale di I.O. è stata
riscontrata nei reparti di:
• Terapia intensiva (es. rianimazione,
centri trapianto, ecc.)
• Geriatria
• Chirurgia
• Ortopedia
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Le localizzazioni più diffuse sono:
• Urinarie (IVU) circa il 40%
• Respiratorie circa il 15%
• Ferita chirurgica (ISS) circa il 15%
• Batteriemie (infezioni del sangue)circa
il 5%
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Se si affronta il discorso in termini di costi,
l’indagine citata, ha reso evidente che ogni
anno in Italia
600.000 pazienti ricoverati
contraggono una I.O.
Il costo di queste I.O. si aggira sui 500
milioni di euro all’anno in termini di:
•Degenza supplementare
•Farmaci, interventi aggiuntivi, personale,
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Secondo recenti stime, elaborate sulla
base di esperimenti statunitensi,
sarebbe possibile ottenere in Italia la
riduzione delle infezioni secondo il
seguente prospetto:
•Inf. vie urinarie
- 40%
•Inf. ferita chirurgica - 30%
•Inf. respiratorie
- 20%
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
La riduzione sarebbe
possibile adottando
semplici misure di
controllo
della
diffusione come ad
esempio il corretto
lavaggio delle mani
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Il controllo delle infezioni ospedaliere
si può attuare attraverso:
•Corrette procedure assistenziali
•Disinfezione/sterilizzazione
•Buon uso degli antibiotici
•Isolamenti
LA DISINFEZIONE
La disinfezione è l’insieme delle misure attuate al
fine di ridurre a livello di “sicurezza” il numero di
microrganismi presenti su una superficie o
nell’ambiente.
Si parla di DISINFEZIONE se queste misure
vengono attuate su una superficie o su uno
strumento;
si parla di ANTISEPSI se le stesse vengono
effettuate su un tessuto vivente (es. la cute)
LA DISINFEZIONE
DISTRUZIONE D TUTTI I MICRORGANISMI
PATOGENI ESCLUSE LE SPORE E PARTE
LA DISINFEZIONE
La disinfezione può essere distinta in
tre diversi
livelli
:
DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO
: consente di
eliminare un consistente numero di batteri, alcuni
virus e alcuni miceti. Non è però in sufficiente a
garantire l’eliminazione di batteri particolarmente
resistenti.
DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO
: con essa si
riesce ad eliminare un numero ancora maggiore di
batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti.
DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO
: permette di
ridurre ad una percentuale molto bassa la
presenza di batteri. Molto bassa, ma non a zero
perché le spore resistono
LA DISINFEZIONE
Il risultato del processo di disinfezione si
ottiene attraverso l’uso di sostanze chimiche
i DISINFETTANTI e gli ANTISETTICI
I DISINFETTANTI
DISINFETTANTE =
sostanza ad azione
germicida destinata ad essere utilizzata su
materiali o oggetti
ANTISETTICO =
sostanza ad azione
germicida caratterizzata da bassa tossicità
e da assenza di effetti irritanti indicata per
l’applicazione su tessuti viventi
USO DEI DISINFETTANTI
1) Nessun disinfettante può essere efficace se
impiegato su materiali oppure oggetti non
puliti. La sporcizia protegge i microrganismi
impedendo al disinfettante di raggiungerli e
di svolgere la sua azione.
2) Le soluzione acquose di disinfettante ed in
misura minore anche quelle alcoliche possono
essere contaminate da microrganismi.
USO DEI DISINFETTANTI
3) I contenitori dei disinfettanti devono essere etichettati. L’etichetta deve riportare
•il nome del disinfettante, •la concentrazione,
•l’uso cui è destinato, •la data di preparazione,
• la data di scadenza del flacone chiuso ed uno spazio dove segnare la data di scadenza una volta aperta la confezione.
4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO dei disinfettanti in altri contenitori, inoltre evitare il RABBOCCO.
USO DEI DISINFETTANTI
5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo
improprio rispetto alle indicazioni d’uso,
possono determinare effetti indesiderati, di
tossicità sul paziente e/o sull’operatore e danni
più o meno rilevanti sui materiali.
6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di
capacità inferiore a 500 ml e forniti di dosatore
(dispenser, nebulizzatore, ecc.)
USO DEI DISINFETTANTI
7) Richiudere il flacone immediatamente
dopo l’uso e conservarlo tappato (non usare
tappi di sughero o di cotone).
8) I disinfettanti, in particolare se in
soluzione acquosa, devono essere utilizzati
entro 7-10 giorni dall’apertura del flacone.
USO DEI DISINFETTANTI
9) L’operatore durante l’uso dei disinfettanti,
deve evitare che l’apertura del flacone venga
a contatto diretto con le mani o con qualsiasi
materiale (cotone, garze, cute o mucose del
paziente)
10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa
quantità di soluzione che cola lungo il flacone
è necessario asciugarlo immediatamente.
11) La conservazione dei disinfettanti deve
avvenire lontano da fonti di calore e dalla
luce.
FATTORI CHE CONDIZIONANO
L’ATTIVITA’ DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
LA CONCENTRAZIONE D’USO
(il prodotto deve essere usato con le concentrazioni che il ,produttore indica poiché soluzioni diverse possono essere inefficaci o addirittura dannose)
IL TEMPO DI CONTATTO
( occorre che il disinfettante abbia il tempo di agire. A seconda del prodotto i tempi possono variare da 30 secondi ad alcune ore)
LA CARICA MICROBICA
(l’efficacia dell’azione del disinfettante è inversamente proporzionale alla quantità di germi presenti)
LA SPECIE MICROBICA
(alcune specie batteriche sono più resistenti delle altre all’azione del disinfettante es. TBC, spore di Clostridium Difficile, ecc.)
FATTORI CHE CONDIZIONANO
L’ATTIVITA’ DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
LA TEMPERATURA D’USO
(seguire le istruzioni sull’etichetta; normalmente la temperatura di utilizzo è quella ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche indicazioni su quando e come utilizzare con altre temperature)
LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE
( certamente una superficie liscia è più facilmente disinfettante rispetto alla presenza di anfratti, rientranze o nicchie)
LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI
(oltre ai germi, la soluzione disinfettante può venire alterata e quindi resa meno efficace dalla presenza di saponi o dalla durezza dell’acqua)
QUALE DISINFEZIONE PER QUALI
MATERIALI
Decidere che tipo di disinfezione effettuare e
quali sostanze usare dipende dalla criticità
del materiale che deve essere trattato.
Per criticità si intende la potenzialità di un
materiale, se non correttamente trattato, di
favorire la diffusione di microrganismi.
Tale potenzialità può essere maggiore o
minore in relazione all’uso a cui è destinato il
materiale
CARATTERISTICHE DEI
DISINFETTANTI
• SPETTRO D’AZIONE
• EFFICACIA
• EFFETTI DANNOSI O INDESIDERATI
• COSTO
CLOREXIDINA
• LIVELLO DI ATTIVITA’ BASSO
• USATA PER L’ANTISEPSI DI
MANI,MUCOSE E CUTE LESA, PER LA
FORTE AFFINITA’ PER LA CUTE E LA
BASSA TOSSICITA’
• SI CONTAMINA FACILMENTE
INDICAZIONI D’USO: L’ANTISEPSI DI
COMPOSTI A BASE DI AMMONIO
QUATERNARIO
• LIVELLO DI ATTIVITA’ BASSO
• DATO L’ELEVATO NUMERO DI INFEZIONI COVUTE A
CONTAMINAZIONE DEL PRODOTTO SE NE SCONSIGLIA L’USO COME ANTISETTICI PER CUTE E TESSUTI
• SONO POTENZIATI IN SOLUZIONE ALCOOLICA AL 70% • HANNO BASSA TOSSICITA’
• FACILITA’ D’USO
• OTTIMI COME DETERGENTI
INDICAZIONI D’USO: DETERSIONE DI SUPERFICI AMBIENTALI
ALCOOLI
• LIVELLO DI ATTIVITA’ INTERMEDIO BASSO
• UTILIZZATI ALOOL ETILICO E ISOPROPILICO IN
SOLUZIONE ACQUOSA AL 70%
• SCARSO POTERE DI PENETRAZIONE
• MANCANZA DI AZIONE RESIDUA
• INFIAMMABILI,CORROSIVI SUI
METALLI,VOLATILI,INATTIVATI DA MATERIALE
ORGANICO,DANNEGGIANO LE MONTATURE IN
GOMMA
INDICAZIONI D’USO: ANTISEPSI DELLA CUTE
INTEGRA, DISINFEZIONE DI OGGETTI NON
CRITICI, DETERSIONE/DISINFEZIONE DI
BASSO LIVELLO DI SUPERFICI AMBIENTALI
DERIVATI DELLO IODIO
• LIVELLO DI ATTIVITA’ INETRMEDIO
• USATI SOLUZIONI ALCOOLICHE (ALCOOL
IODATO,TINTURA DI IODIO)
• LO IODOFORO PIU’ UTILIZZATO E’ IL
POVIDONE IODIO CHE NON MACCHIA ED E’
RELATIVAMENTE ATOSSICO E NON IRRITANTE
INDICAZIONI D’USO: ANTISAPSI DI CUTE
INTEGRA,CUTE LESA E DELLE MUCOSE
DIFINZEZIONE DI OGGETTI NON CRITICI O
SEMICRITICI DIFINFEZIONE AMBIENTALE
PEROSSIDO DI IDROGENO
• LIVELLO DI ATTIVITA’ INTERMEDIO-ALTO
• CONCENTRAZIONE D’USO: 3%
• L’AZIONE OSSIDANTE E’ LEGATA AL
RACHIDE IDROSSILICO LIBERO
INDICAZIONE D’USO: DETERSIONE DI
COMPOSTI DEL CLORO
• LIVELLO DI ATTIVITA’ ALTO
• UTILIZZATI IPOCLORITO DI SODIO DI CALCIOI
CLORAMINA
• POSSONO AVERE AZIONE CORROSIVA SUI
METALLI
• POSSONO ESSERE INATTIVATI DA PARTE DI
MATERILAE ORGANICO
• HANNO RELATIVA INSTABILITA’
INDICAZIONI D’USI: ANTIISEPSI DI CUTE
INTEGRA E LESA, DIFINFEZIONE DI OGGETTI
NON CRITICI E SEMICRITICI DIFINFEZIONE
AMBIENTALE,DECONTAMINAZIONE DI SANGUE
GLUTARALDEIDE
• LIVELLO DI ATTIVITA’ ALTO
• NON ESERCITA AZIONE CORROSIVA
• NON CAUSA LA COAGULAZIONE DI SOSTANZE
PROTEICHE
• SOSTANZA TOSSICA, IRRITANTE SENSIBILIZZANTE
• RESPONSABILE DI DERMATITI DA CONTATTO,
CONGIUNTIVITI,IRRITAZIONE DELLE MUCOSE DELLE
PRIME VIE RESPIRATORIE,SINUSITI,ASMA,NAUSEA
VOMITO,CEFALEA
INDICAZIONI D’USO: DA 20 MIN AD ALCUNE ORE
(SPORE) PER STRUMENTI SEMICRITICI NON
PROCESSABILI CON IL CALORE
IMPORTANZA DELL’ETICHETTA
Secondo la normativa,
ogni
imballaggio
di
sostanza
o
preparato
pericoloso deve essere
munito di etichetta che
permetta l’identificazione
rapida
dei
pericoli
associati alla presenza e
all’uso del prodotto.
ETICHETTA
Sull’etichetta devono essere presenti, in
caratteri leggibili ed indelebili tra le altre
informazioni anche:
•Simboli e indicazioni di pericolo
(stampa in nero su fondo
giallo-arancione)
•Le frasi di rischio (frasi R)
SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO
(STAMPA IN NERO SU FONDO
GIALLO-ARANCIONE)
CORROSIVO MOLTO TOSSICO
LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)
Le frasi di rischio
descrivono in forma
sintetica
i
rischi
potenziali
associati
all’impiego
della
sostanza. Le frasi di
rischio
sono
identificabili con la
lettera R
ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO
• R1 Esplosivo allo stato secco.
• R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
• R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
• R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. • R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.
• R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria. • R7 Può provocare un incendio.
• R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili. • R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.
• R10 Infiammabile.
I CONSIGLI DI PRUDENZA
(FRASI S)
I consigli di prudenza
descrivono
le
comuni
norme di sicurezza da
adottare
per
rendere
minimi i rischi
I consigli di prudenza
sono identificabili con la
lettera S
ESEMPI DI CONSIGLI DI
PRUDENZA
• S 1 Conservare sotto chiave.
• S 2 Conservare fuori della portata dei bambini. • S 3 Conservare in luogo fresco.
• S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.
• S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).
• S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).
• S 7 Conservare il recipiente ben chiuso. • S 8 Conservare al riparo dall'umidità.
CHE COS’E’ LO SMALTIMENTO
DEI RIFIUTI?
• La raccolta, la cernita, il trasporto, il
trattamento dei rifiuti, nonché
l'ammasso e il deposito dei medesimi
sul suolo o nel suolo.
• Le operazioni di trasformazione
necessarie per il riutilizzo, il recupero o
il riciclo dei rifiuti
DIFFERENTI MODALITA’ DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI E OSPEDALIERI
Classificazione tipologia rifiuti
(D.M. n° 219 del 26 Giugno 2000 Allegato I e II; D.P.R. 15/07/03 n° 254) Rifiuti sanitari non pericolosi (RSNP);
Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani (RSAU);
e fra questi i rifiuti assimilati oggetto di raccolta
differenziata
Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (RSP-nonI);
Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (RSP-I);
Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di
RIFIUTI SANITARI NON PERICOLOSI
Il dettaglio dei rifiuti sanitari non
pericolosi viene descritto nel capitolo dei
rifiuti sanitari assimilati agli urbani
RIFIUTI SANITARI
ASSIMILATI AGLI URBANI (RSAU)
DEFINIZIONE:
Sono considerati RSAU i seguenti rifiuti destinati allo smaltimento:
1 I rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti, provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie;
2 I rifiuti derivanti dall’attività di ristorazione e i residui dei pasti provenienti dai reparti di degenza delle strutture sanitarie, esclusi quelli che provengono da pazienti affetti da malattie infettive per le quali sia ravvisata
clinicamente, dal medico curante, una patologia trasmissibile attraverso tali residui;
4 I rifiuti costituiti da indumenti monouso;
5 I rifiuti provenienti da attività di giardinaggio, effettuata nell’ambito delle strutture sanitarie;
6 Gessi ortopedici, assorbenti igienici, pannoloni e pannolini pediatrici;
7 Sono da conferire negli ordinari circuiti di raccolta
differenziata, vetro, carta, cartone, metalli, imballaggi in genere, materiali ingombranti, nonché altri rifiuti non pericolosi che per qualità e per quantità siano
ATTENZIONE
non introdurre assolutamente nei
sacchi neri:
· parti anatomiche riconoscibili o non
riconoscibili;
· rifiuti sanitari pericolosi a rischio
infettivo
· rifiuti assimilati agli urbani oggetto
di raccolta differenziata (es: carta,
vetro, ecc)
CONFEZIONAMENTO:
il sacco nero deve
essere:
- chiuso a cura del
personale di reparto,
- non deve superare il
peso di 10 kg.
- per i reparti con
elevata produzione di
pannoloni utilizzare
doppio sacco nero
per lo smaltimento
DEPOSITO LOCALE della S.C./S.S.
Il locale generalmente designato per il deposito dei RSAU e’ il locale vuota vasi.
I sacchi neri devono essere inseriti all’interno dei carrelli chiusi metallici deputati al trasporto.
I carrelli devono essere lavati e disinfettati dalla ditta in appalto
MOVIMENTAZIONE INTERNA:
E’ effettuata a carico della ditta in appalto dal reparto alla benna localizzata all’interno del P.O.
RESPONSABILITA’ DEL PROCESSO:
Tutti gli operatori sono tenuti ad osservare e a fare osservare le norme per il corretto smaltimento dei rifiuti. A.F.D. e I.P. sono i responsabili operativi del:
- corretto confezionamento - deposito nel reparto
- corretto conferimento del rifiuto
devono pertanto disporre e verificare che tutte le operazioni siano svolte in maniera corretta.
RIFIUTI SANITARI OGGETTO DI
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Il D.M. n° 219/2000 ha come obiettivo la
riduzione di alcune categorie di rifiuti
attraverso la raccolta differenziata.
Questa permette di ridurre la quantità dei
rifiuti smaltiti dalla struttura sanitaria,
rendere possibile il recupero di alcune
categorie di rifiuti con un minore
impatto ambientale.
Il recupero è possibile per le seguenti tipologie di rifiuti:
VETRO
DEFINIZIONE: comprende i contenitori in vetro di
farmaci, alimenti, bevande, soluzioni per infusione senza cannule o aghi ed accessori per la somministrazione, esclusi i contenitori di soluzioni di farmaci antiblastici o
visibilmente contaminati da materiale biologico,
che non siano radioattivi ai sensi del D.Lgs.230/95( e successive modifiche ed integrazioni),
e non provengano da pazienti in isolamento infettivo.
CONFEZIONAMENTO:
in apposito contenitore per il vetro in plastica rigido privo di sacco.
CARTA E CARTONE DA IMBALLAGGIO:
DEFINIZIONE:
comprende tutta la carta( non plastificata )
da imballaggio, ad es. scatole di farmaci, fogli sparsi di carta prodotta da attività d’ufficio, giornali e riviste
( anche utilizzati dai pazienti),
scatoloni in cartone (devono essere appiattiti e schiacciati)
ESCLUSA:
carta tipo medical grade ( crespata verde), pellicole in plastica,
carta carbone, carta cerata,
carta per E.C.G., E.E.G., fax su carta chimica.
CONFEZIONAMENTO:
in apposito contenitore per la raccolta della carta privo di sacco, localizzato presso gli appositi locali di maggior
BATTERIE E PILE ESAUSTE
DEFINIZIONE:
comprende le pile e gli accumulatori utilizzati per il funzionamento delle diverse apparecchiature sanitarie
e non sanitarie,
pile e accumulatori utilizzati dai pazienti. ATTENZIONE:
le pile non vanno abbandonate nell’ambiente
ospedaliero né collocate in contenitori per altri tipi di rifiuti
CONFEZIONAMENTO:
Utilizzare un qualsiasi contenitore nel quale inserire pile e/o accumulatori
TONER, NASTRI E
CARTUCCE PER STAMPANTI
DEFINIZIONE:
inchiostro in polvere pigmentato per stampanti, fotocopiatrici, fax
ATTENZIONE:
tali rifiuti non vanno abbandonati nell’ambiente ospedaliero né collocati in contenitori per altri tipi di rifiuti
CONFEZIONAMENTO:
inserire all’interno del loro involucro originale o all’interno di sacchetti/buste di carta