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Possibilità produttive di <i>Festuca arundinacea</i> Schreb. sottoposta a diversi ritmi di utilizzazione

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UnissResearch

Bullitta, Pietro; Bullitta, Simonetta Maria; Caredda, Salvatore; Roggero, Pier Paolo (1991) Possibilità produttive di Festuca arundinacea Schreb.

sottoposta a diversi ritmi di utilizzazione. Rivista di agronomia, Vol. 25 (2),

p. 263-267. ISSN 0035-6034. http://eprints.uniss.it/4480/

(2)

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Questo giornale è associato alla Unione

4

Stampa

V

Periodica Italiana

Stampato dalla TIBERGRAPH s.r.L • Città di Castello (Perugia).

RIVISTA DI

AGRONOMIA

ANNO XXV· N. 2 - APRILE-GIUGNO 1991

A cura della Società Italiana di Agronomia

col Contributo finanziario del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Comitato scientifico e direttivo:

ANGELO CALIANDRO ANDREA CAVALLERO MAURO DEIDDA GIUSEPPE LA MALFA RENZO LANDI FRANCO LORENZETTI MARIO MONOTTI ENRICO MOSCHINI PAOLO PARRINI FERDINANDO PIMPINI GIOVANNI TODERI GIANPIETRO VENTURI

Direttore responsabile: PAOLO TALAMUCCI Segretario di redazione: ROBERTO ANDERLINI

Numero dedicato al XXIV Convegno annuale della S.LA. su 'Moderne tecniche agronomiche e loro compati-bilità con la salvaguardia dell'ambiente.

IV. Prati e pascoli: ruolo e utilizzazione. Cuneo, 10·13 luglio 1990 SOMMARIO

81 Aspetti agronomici dell'utilizzazione dei prati e dei pascoli

Andrea Cavallero e Angelo Ciotti

127 Valorizzazione dei foraggi prativi in relazione alle tipologie di allevamento

Giuseppe Bertoni, Bruno Ronchi e Umberto Bernabucci

148 Possibilità di studio e di organizzazione del sistema foraggero prato-pascolivo

Carlo Fausto Cereti e Paolo Talamucci

170 Economia delle utilizzazioni dei prati e dei pascoli

Bruno Giau e Angela Mosso

184 Produttività, composizione chimica e valore nutritivo della sulla (Hedysarum coronarium L.) sotto-posta a pascolo in ambiente semi-arido

Luigi Stringi, Gaetano Amato, Giovanni Leto, Maria Luigia Alicata, Luciano Cristina e Giuseppe Di Prima

195 Confronto tra miscugli per la rigenerazione di un pascolo collinare utilizzato da ovini. Nota I. Ri-sultati produttivi e composizione floristica.

Francesco Basso, Enrica De Falco, Franco Carone, Antonio Nizza e Luigi Postiglione

203 Confronto tra miscugli per la rigenerazione di un pascolo collinare utilizzato da ovini. Nota II. Composizione chimica, valore nutritivo e utilizzazione del foraggio

Beniamino Ferrara, Tullio Di LeI/a, Antonino Nizza, Rossella Di Palo e Francesco Basso

210 Studio di sei foraggere prati ve in regime di pascolo simulato in coltura asciutta e irrigua in Pianura Padana

Carlo Grignani

220 Prime osservazioni su specie perenni ed annue autori seminanti in vista dell'organizzazione di catene di foraggiamento in ambienti mediterranei

Simonetta Bul/ilta, Mario Falcinelli, Silvia Lorenzetti, Valeria Negri, Andrea Pardini, Stefano Pie-montese, Claudio Porqueddu, Pier Paolo Roggero, Paolo Talamucci e Fabio Veronesi

229 Effetti di due modalità di pascolamento con ovini sulla produttività e sulla persistenza di cotiche erbose di trifoglio sotterraneo (Trifolium subterraneum L. e T. brahycalycinum Katzn & Morley) nella Toscana meridionale

Andrea Pardini, Stefano Piemontese, Paolo Talamucci e Chiara Zagni.

237 Effetti del pascolamento continuo intensivo su 3 associazioni bifite di Dacty/is glomerata, Festuca

arundinacea o Lo/ium perenne con Trifolium repens .

Andrea Cavallero, Carlo Fausto Cereti e Amedeo Reyneri

245 Confronto tra due sistemi di utilizzazione pascoliva a diversa intensità in un'area alto appenninica (Valle Stura-Genova)

Marco Acutis

253 Influenza dell'epoca di taglio sulla resa e sulla qualità del foraggio di erba mazzolina (Dacty/is glo-merata L.) e coda di topo (Phleum pratense L.)

Mauro Vecchiettini, Franco Cinti, Fiorindo Gaspari e Allegro Giardini

263 Possibilità produttive di Festuca arundinacea Schreb. sottoposta a diversi ritmi di utilizzazione

Pietro Bullilta, Simonetta Bul/ilta, Salvatore Caredda e Pier Paolo Roggero

268 Impiego della analisi della struttura per l'interpretazione della dinamica qualitativa di un prato di

Festuca arundinacea sottoposto a differenti ritmi di utilizzazione

Amedeo Reyneri

275 Effetti di quattro differenti modalità di utilizzazione su tre graminacee da prato sottposte a tre livel-li di concimazione azotata nel basso Appennino Tosco-Romagnolo

Chiara Zagni, Paolo Talamucci, Sabatina Benelli e Vincenzo Tabaglio

282 Insilamento di Trifolium pratense L. in rotoballe allO taglio: conservazione e valore alimentare a diversi livelli di appassimento

Angelo Ciotti, Andrea Canale, Maria Eugenia Valente, Pier Giorgio Peiretti e Roberto Modenesi

288 Esempio di quantifiazione del rischio meteorologico connesso all'essiccamento in campo dei foraggi prativi

Marco Acutis e Angelo Cio Ili

294 Modelli agrometeorlogici per il calcolo della durata di fienagione

(3)

Riv. di Agron., 1991, 25, 2, 263-267

Possibilità produttive di

Festuca arundinacea Schreb.

sottoposta a diversi ritmi di utilizzazione

(1)

Pietro Bullitta, Simonetta Bullitta, Salvatore Caredda e Pier Paolo Roggero (l)

Riassunto

Nel biennio 1985-87 sono state valutate la produttività e le caratteristiche qualitative di Festuca arundinacea Schreb. cv. «Clarine» sottoposta a ritmi di utilizzazione di diversa intensità in coltura asciutta. Prendendo come riferimento lo sfalcio ogni 4 settimane (4S), caratteristico del modello noto come schema «Corrall», su una serie di parcelle è stato abbreviato l'intervallo tra gli sfalci a 3 settimane (3S), su un'altra è stato allungato a 5 settimane (5S). Obiettivo della sperimentazione era quello di verificare se il taglio anticipato fosse più adatto a descrivere il modello di accrescimento primaverile e quello ritardato l'invernale. Dai risultati è emerso che l'andamento generale della curva di accrescimento è molto simile per i tre modelli, anche se si registra una minore produttività globale all'accorciarsi dell'intervallo tra gli sfalci e, al secondo anno, un anticipo della chiusura del ciclo a fine primavera con l'intervallo 3S, probabilmente legato al minore accumulo di sostanze di riserva. Il valore nutritivo è risultato in genere inferiore nelle tesi a minore frequenza di taglio, particolarmente nella fase finale della stagione di crescita.

Parole chiave: modelli di accrescimento, ambiente mediterraneo, valore nutritivo.

Summary

PRODUCTIVITY OF TAL L FESCUE (FESTUCA ARUNDINACEA SCHREB.) UNDER DIFFERENT CUTTING

REGIMES

Growth curves and forage quality of talI fescue cv. «Clarine» cut at different intervals were evaluated in a two-year field trial in the Mediterranean environment of Sardinia. The «Corrall scheme» was taken as reference, each plot of a series of four being cut every 4 weeks (4S), two more series were compared using an interval between two subsequent cuts of 3 (3S) and 5 weeks (5S). Aim of the trial was to give some indications on the possibility of adapting the «Corrall» scheme to grasses grown in the Mediterranean environment, where winter growth is too slow and spring growth is too fast to be studied with a 4 week interval. Results showed a similar growth pattern for the three models, even if a lower total production and a shorter growth season were recorded for the 3S management. Nutritive value decreased as cutting frequencies decreased particularly at the end of the growing periodo

Key words: growth models, Mediterranean environment, nutritive value.

Introduzione

I ritmi di accrescimento delle specie foraggere pe-renni in ambiente mediterraneo asciutto sono estre-mamente discontinui, potendo oscillare, nell'arco di

poche settimane, da O a più di 150 kg ha-1 giorno -1 di sostanza secca in relazione

all'andamen-to termopluviometrico stagionale. L'estrema aleaall'andamen-to- aleato-rietà delle precipitazioni si ripercuote sul periodo di produzione foraggera che può variare, a seconda delle

(1) Comunicazione presentata al XXIV Convegno annuale della S.I.A. «Moderne tecniche agronomiche e loro compatibilità con la salvaguardia dell'ambiente. IV: Prati e pascoli: ruolo e utilizzazi~ne~), ~uneo 10-13 !ugl~o 1~9,0. . .

Lavoro eseguito presso l'Istituto di Agronomia generale e ColtlvazlOm erba~ee de~l Um~ers~ta dI Sassan.. . .

(2) Rispettivamente: Professore ordinario di Foraggicoltura e ~rofe.s~ore a~soclat.o ~l Coltl~a~lOn: e con.servazlOne del for~ggl pres: so l'Istituto di Agronomia generale e Coltivazioni erbacee dell'Umverslta degh studI dI Sassan Il pnmo e Il terzo Autore, Rlcercaton presso il Centro di Studio sul miglioramento della produttività dei pascoli del C.N.R. di Sassari il secondo e il quarto Autore. Il lavoro va attribuito in parti uguali ai diversi Autori.

(4)

annate, da 5-6 mesi sino a non più di 40 giorni in un anno (Rivoira, 1976).

L'applicazione in ambiente mediterraneo di me-todologie per lo studio dei ritmi di crescita delle fo-raggere, come quella di Corrall e Fenlon (1978) per le graminacee perenni, se da un lato ha consentito l' ottenimento di risultati direttamente confrontabili con quelli rilevati in un gran numero di località, dal-l'altro pone una serie di interrogativi sulla stima dei ridotti ritmi di accrescimento invernale e degli eleva-tissimi ritmi primaverili, caratteristici delle cotiche asciutte in ambiente mediterraneo (Sarno et al., 1989). Risultati ottenuti in ambienti di alta collina in Sar-degna hanno evidenziato, in particolare, la necessità di ridurre l'intervallo tra le utilizzazioni nei mesi pri-maverili (Caredda e Roggero, 1989).

In considerazione dell'interesse che Festuca arun-dinacea Schreb. riveste per la foraggicoltura degli

am-bienti dell'Italia meridionale ed insulare, anche in vi-sta di una utilizzazione scalare di diverse specie o va-rietà nella formazione di catene di foraggiamento (Ta-lamucci, 1971; 1973; 1977; Talamucci e Pazzi, 1978; Bullitta et al., 1982; Cavallero et al., 1987; Reyneri, 1990; Roggero et al., 1990; Bullitta et al., in corso di stampa), è stata utilizzata questa specie per met-tere a punto un modello per la determinazione delle curve di crescita delle foraggere perenni in ambiente mediterraneo, e per verificare l'effetto della frequenza di utilizzazione sulla dilatazione della stagione pro-duttiva. La sperimentazione è stata condotta per un biennio in un ambiente di pianura della Sardegna set-tentrionale.

Materiali e metodi

La prova è stata condotta nelle annate 1985-86 e 1986-87 nell' azienda sperimentale di Ottava (Sas-sari) ad una quota di 80 m s.l.m., su terreni autoc-toni di matrice calcarea, profondi 30-35 cm, poveri di fosforo, discretamente dotati di potassio e a pH alcalino. Nella primavera del 1985 è stato impianta-to un praimpianta-to di F. arundinacea cv. «Clarine» per va-lutare la distribuzione stagionale della produzione con ritmi di utilizzazione differenti. È stato adottato il modello sperimentale noto come schema «Corrall» (Corrall e Fenlon, l.c.). Esso prevede lo sfalcio in rotazione regolare di quattro parcelle a distanza di una settimana una dall'altra, con ripetizione dello sfalcio sulla stessa parcella dopo 28 giorni (tesi 4S). Per differenziare il ritmo di utilizzazione sono state predisposte inoltre delle serie di tre e cinque parcelle in modo da ottenere intervalli tra gli sfalci sulla me-desima parcella rispettivamente di 21 (tesi 3S) e 35 giorni (tesi 5S).

Ipotizzando lineare l'accrescimento, la media par-celIare della crescita giornaliera è stata determinata sulla base della produzione rilevata nelle parcelle che nella stessa settimana hanno avuto accrescimento.

Di seguito vengono riportati i principali aspetti della tecnica colturale adottata:

Epoca di semina Dose di semina 3/4/1985 30 kg ha ~ l (a file distanti 20 cm) Precessione colturale Concimazione all'impianto in copertura (ogni anno) Sulla 100 kg ha -1 P20S; 40 kg ha-l N 100 kg ha -1 P20S; 100 kg ha-l N (3·sommini-strazioni)

L'insediamento è risultato uniforme; a fine giu-gno 1985 è stato eseguito uno sfalcio di pulizia.

È stato adottato uno schema sperimentale a ran-domizzazione completa con due replicazioni conside-rando come unità sperimentale la serie di parcelle sot-toposte allo stesso ritmo di utilizzazione.

La valutazione della produzione è stata effettua-ta sull'intera parcella; sui campioni prelevati ad ogni taglio sono stati determinati la sostanza secca e, li-mitatamente al secondo anno, il valore nutritivo.

I dati relativi ai ritmi di produzione di sostanza secca e quelli qualitativi sono stati analizzati separa-tamente per ogni sfalcio considerando i valori setti-manali derivati dalla produzione media delle serie di parcelle (3, 4 o 5 a seconda della tesi). Per la sepa-razione delle medie è stata calcolata la MDS (P:S:;; 0,05) per ogni punto della curva in cui all'anali-si statistica risultava all'anali-significativa la fonte di varia-zione «tra ritmi di utilizzavaria-zione».

Risultati

Andamento meteorologico

L'andamento termopluviometrico (fig. 1) è risul-tato simile nelle due annate di prova ed è srisul-tato ca-ratterizzato, rispetto alla norma, da ritardo delle pre-cipitazioni autunnali, da notevole abbassamento dei valori termometrici già a fine novembre e da scarse precipitazioni primaverili.

Risultati ottenuti nel 1985-86

La brevità del ciclo produttivo autunnale, dovu-ta allo sfavorevole decorso termopluviometrico, non ha consentito la differenziazione dei ritmi di utiliz-zazione per cui a metà dicembre il prato è stato sfal-ciato uniformemente ed è stata valutata la produzio-ne che è risultata pari a 1,88 t ha -1. Le curve ri-portate in figura 2 si riferiscono perciò alla sola pro-duzione di fine inverno-primavera. Le intensità di cre-scita media giornaliera sono risultate influenzate da-gli andamenti meteorologici; in particolare è manca-ta l'impennamanca-ta primaverile, comune negli ambienti meridionali, a causa delle scarse riserve idriche del terreno, e questo ha influenzato negativamente le rese complessive.

Il periodo di crescita, compreso tra fine gennaio e i primi di giugno, è risultato di 15 settimane nella tesi 3S e di 17 settimane nelle tesi 4S e 5S. ~A partire dalla metà di febbraio, con il taglio dei primi ricac-ci, le intensità medie di crescita si sono differenziate e in generale sono risultate maggiori nelle tesi 4S e 5S. Le produzioni derivate dalle curve (tab. 1) sono

(5)

40,---.---~---~ ~ 30+---~---~~~~---~---~~~~---4_---~~ ~ 201---~~~--_,~~--~~~----~---~~~~~~~--~~r_~~---~~~----+ B ~ ~ 10~_?~--~----~~=---~~~~~~~~~-L---~~~~pL--~~~_=~~--~ E ~ O~~---____________ L-______________________________ - L _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ~ 1985 1986 1987 80,-mr---.---~~---~ UlI 1 a decade 70 -1-1] 2a decade ~ 60

D

3a decade c 50~---.----.---~~~+_---o . .~ 40 + - - - I H H H - - - _.--- .. - - --_ .. _._---C'O ~ 30~~~--rnHH_---~~--~~~~---~----~~--~--~_4~---~ ." - -

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G F M A MIG I L I A I 5 o N D G F M A MI G I L I AI 5 o N

Fig. 1 - Ottava (SS), gennaio 1985 - giugno 1987: andamento termopluviometrico decadale. Fig. 1 - Ottava (SS), January 1985 - June 1987: ten-day temperature and rainfall trends.

70~---~ 60 50 40 30 20 10

GEI'< • FEB • MAR APR • MAG • GIU

55 vs. 35 55 vs. 'IS 4S vs. 3S - + + + + + + + + + + + + + + + .... - + + + + + + + + + + + + +

Fig. 2 -1986: modello di produzione stagionale della sostanza secca per Festuca arundinacea cv. «Clarine» in rapporto all'intervallo tra le utilizzazioni. 3S, 4S e 5S = rispettivamente 3, 4 e 5 settimane; + o - indica «significativamente maggiore o minore di» per P ~O,05.

Tale simbologia viene usata con analogo significato in tutte le figure. Fig. 2 - 1986: seasonal patterns of dry matter yield for talI fescue cv. «Clarine» at three different cutting intervals. 3S, 4S and 5S = 3,4 and 5 weeks respectively; + or - indicates «significant1y greater or less than» (P ~O,05). These symbols are used with the same meaning in aH figures.

risultate significativamente più elevate nelle tesi con intervallo più lungo rispetto alla tesi 3S.

Risultati ottenuti nel 1986-87

Anche in questa annata non è stato possibile dif-ferenziare la produzione autunnale ed è stato

esegui-to uno sfalcio uniforme nel mese di dicembre, in cui

è stata registrata una produzione di 1,25 t ha -1 di sostanza secca.

Le curve di fine inverno-primavera (fig. 3) assu-mono in questa annata una conformazione a cam-pana con valori massimi tra marzo e aprile e una rapida riduzione dell'intensità di crescita a partire dai primi di maggio per la quasi totale assenza di piog-ge agronomicamente utili. L'intensità di crescita gior-naliera della tesi 5S è risultata nettamente differen-ziata rispetto alla tesi 3S a partire da metà marzo sino alla chiusura del ciclo, mentre rispetto alla tesi 4S differenze significative sono state registrate solo a fine marzo e metà maggio. La tesi 4S ha presenta-to anch' essa, in genere, intensità di crescita signifi-cativamente superiore rispetto alla tesi 3S.

Le curve di produzione in termini di Unità Fo-raggere (UF) (fig. 4) e in misura minore quelle della proteina grezza (fig. 5) mostrano un'attenuazione delle differenze fra le tesi in esame rispetto a quanto mes-so in luce dalla produzione di mes-sostanza secca; ciò trova spiegazione nella riduzione del valore nutritivo uni-tario e del tasso proteico con l'allungamento del tur-no di utilizzazione (fig. 6). Infatti, come è possibile notare dalla tabella l, se in termini di produzione complessiva di sostanza secca nella tesi 5S è stato ot-tenuto un incremento rispetto alla tesi 3S pari al 42070,

in termini di UF detto incremento si è ridotto al 32070

e per la proteina grezza al 16070. Un simile effetto,

in misura più attenuata, è stato ottenuto nella tesi 4S.

Discussione e conclusioni

Sebbene l'andamento meteorologico delle due an-nate considerate sia risultato limitante, è stato

(6)

TABELLA TABLE

- Produzioni derivate dalle curve. I valori seguiti dalla stessa lettera non sono significativamente diversi per P~0,05. Per facili-tare il confronto tra le tesi, a fianco di ciascun numero vengono riportati i valori relativi considerando 100 quello della tesi 3S.

- Productions derived from curves. Numbers followed by the same letter are not significant1y different at P~0,05. In order to make easier the comparisons among treatments, beside each value a relative value is reported considering 100 the value of the treatment 3S.

1986

Intervallo t ha-1 t ha-1

s.s. S,s 3 Settimane 4,25 100 b 3,12 4 Settimane 5,43 128 a 3,93 5 Settimane 5,53 130 a 4,42 kg ha- 1d-1 70 60 SO 110 30 20 10 O

GEN FEB MAR

.

APR

.

MAG GIU 55 vs. 35 + + + + + + + + +

55 vs. 115 + + +

115 vs. 35 + + + + + +

Fig. 3 - 1987: modello di produzione stagionale della sostanza secca per Festuca arundinacea cv. «Clarine» in rapporto all'intervallo tra le utilizzazioni.

Fig. 3 - 1987: seasonal patterns of dry matter yield for talI fescue cv. «Clarine» at three different cutting intervals.

UF ha- 1 01-1 70 35 60 115 55 50 110 -,,.... .... , " "---... 30

--,

\ \ \ 20

,

\ \ 10 \ , \ , O ,

GEN

.

FEB MAR APR MAG GIU 55 vs. 35 + + + + + + + +

55 vs. 115 + + +

115 vs. 35 + + + +

Fig. 4 -1987: modello di produzione stagionale delle Unità Foragge-re per Festuca arundinacea cv. «Clarine» in rapporto all'intervallo

tr~ le utilizzazioni.

Fig. 4 - 1987: seasonal patterns of nutritive value (Forage Units) for talI fescue cv. «Clarine» at three different cutting intervals.

1987

UF ha-1 Proteina greggia

kg ha-1 100 c 2527 100 c 729 100 b 126 b 3038 120 b 825 113 a 142 a 3332 132 a 849 116 a kg ha- 1d- 1 111~---~ 12 10 GEN 55 vs. 35 55 vs. 115 115 vs. 35

FEB • MAR • APR MAG GIU

- + + + + +

+

- + + +

Fig. 5 -1987: modello di produzione stagionale della proteina grezza per Festuca arundinacea cv. «Clarine» in rapporto all'intervallo tra le utilizzazioni.

Fig. 5 - 1987: seasonal patterns of crude protein for talI fescue cv. «CIa-rine» at three different cutting intervals.

0,85 0,80 0,75 0,70 0,65 UF per kg 30 25 20 15 Proteina Grezza %

GEN FEB MAR APR

35

45

55

-MAG • C.IU

Fig. 6 - 1987: andamento del valore nutritivo medio e della percen-tuale media di proteina grezza.

Fig. 6 -1987: average nutritive value and percentage of crude protein trend.

(7)

bile caratterizzare, nell'ambiente considerato, il mo-dello produttivo di F. arundinacea «Clarine» per il periodo fine inverno-primavera.

· La frequenza di taglio Ha influenzato sia l'inten-sità di crescita sia il valore nutritivo. Infatti brevi intervalli tra le utilizzazioni (3S), limitando l'accu-mulo delle sostanze di riserva, danno luogo a ricacci più lenti e ad un eccessivo sfruttamento del prato, soprattutto nel periodo invernale. D'altro canto l'al-lungamento dell'intervallo (5S) comporta una ridu-zione del valore nutritivo unitario che, soprattutto in primavera, può vanificare gli incrementi produtti-vi conseguiti in termini di sostanza secca.

Durante il periodo invernale, quando le intensità di crescita giornaliere sono basse, i turni più lunghi rispondono meglio sia alle esigenze alimentari degli animali che a quelle fisiologiche della festuca. Nel periodo primaverile, quando i ritmi di accrescimen-to aumentano e il decadimenaccrescimen-to qualitativo è più ra-pido, turni di utilizzazione più brevi possono con-sentire un migliore sfruttamento delle potenzialità produttive del prato, soprattutto se all'innalzamento delle temperature si associa una buona disponibilità idrica del terreno. Eventuali prevedibili «surplus» pro-duttivi possono essere destinati alla creazione di scor-te. Il turno di quattro settimane sembra comunque rappresentare un buon compromesso fra l'esigenza di raggiungere livelli produttivi soddisfacenti e quel-la di mantenere sufficiente quel-la qualità del foraggio, e si conferma pertanto un modello di riferimento per la costruzione delle curve di crescita delle gramina-cee anche per gli ambienti mediterranei.

La disponibilità di modelli di produzione di prati e pascoli naturali e artificiali, di erbai e di altre ri-sorse foraggere, unitamente allo studio delle serie sto-riche meteorologiche e alla conoscenza delle esigen-ze nutritive degli allevamenti, può consentire la pro-grammazione dei sistemi foraggeri in ambiente me-diterraneo al fine di garantire il più ampio periodo possibile di alimentazione verde e l'accantonamento di adeguate scorte foraggere.

Bibliografia

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s.,

MILIA, M., SPANU, A., 1982.

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