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Transversus Abdominis Plane Block nella gestione del dolore postoperatorio a seguito di prostatectomia radicale.

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Academic year: 2021

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Testo completo

(1)

UNIVERSITA’
DEGLI
STUDI
DI
PISA


Facolta’
di
Medicina
e
Chirurgia


Scuola
di
Specializzazione
Anestesia
e
Rianimazione


Direttore
Prof.
Francesco
Giunta


Tesi
di
Specializzazione:


“Transversus
Abdominis
Plane
block
nella
gestione
del


dolore
postoperatorio
a
seguito
di
prostatectomia


radicale”


Candidato
 
 
 Relatore
 Dr.
Angelini
Tommaso
 
 
 Dr.
Buzzigoli
Stefano


 
 
 Dr.
Melai
Ettore
 


Anno
Accademico
2010/2011


(2)

INDICE


Introduzione
 


pag
1


Transversus
Abdominis
Plane
Block
 


pag
7


Anatomia


pag
8


Tecnica
 


pag
9


Indicazioni
e
dosaggio
 


pag
14


Studio
Clinico



pag
15


Materiali
e
Metodi
 


pag
15


Risultati
 


pag
18


Discussione
 


pag
23

Bibliografia
 


pag
25


(3)

INTRODUZIONE


Il
 carcinoma
 della
 prostata
 rappresenta
 attualmente
 in
 molti
 paesi
 occidentali
uno
dei
tumori
piu’
frequenti
nel
sesso
maschile.
Nei
paesi
della
 comunita’
 europea
 il
 tasso
 di
 incidenza
 e’
 55
 casi
 per
 100000
 e
 quello
 di
 mortalita’
 e’
 di
 22,6
 decessi
 per
 100000.
 Il
 rischio
 di
 ammalarsi
 
 e’
 3,9%
 considerando
 un’
 eta’
 massima
 di
 74
 anni,
 mentre
 quello
 di
 morte
 e’
 1,2%.(1)


In
 Italia
 il
 carcinoma
 prostatico
 rappresentava
 fino
 a
 qualche
 anno
 fa
 il
 secondo
tumore
più
frequente,
dopo
quello
del
polmone,
attualmente
esso
 rappresenta
il
piu’
frequente
(circa
20%
di
tutti
tumori
diagnosticati);
nel
 2011
 erano
 attesi
 circa
 42.000
 nuovi
 casi.
 Il
 carcinoma
 prostatico
 ha
 mostrato
 negli
 ultimi
 decenni
 una
 costante
 tendenza
 all’aumento,
 particolarmente
 intorno
 agli
 anni
 2000
 in
 concomitanza
 con
 la
 maggiore
 diffusione
del
test
del
PSA
quale
strumento
per
la
diagnosi
precoce.
Da
cio’
 deriva
che
e’
atteso
un
moderato
e
costante
aumento
anche
per
i
prossimi
 decenni,
 con
 un’incidenza
 stimata
 di
 circa
 43.000
 casi
 nel
 2020
 e
 di
 circa
 50.000
nel
2030.


Per
quanto
riguarda
la
mortalita’,
il
carcinoma
della
prostata
rappresenta
la
 terza
causa
di
morte
per
cancro
dopo
il
polmone
ed
il
colon‐retto:
nel
2002
 ci
 sono
 stati
 7.419
 decessi
 per
 cancro
 della
 prostata
 che
 corrispondono
 circa
 all’8,1%
 del
 totale
 delle
 morti
 per
 neoplasia.
 (2,3,4,5,6).
 Questi
 dati


(4)

sono
confermati
anche
dal
recente
rapporto
tumori
del
2011
in
cui
il
tasso
 di
mortalita’
per
questa
neoplasia
si
attesta
intorno
all8%
con
un
trend
in
 diminuizione
di
circa
‐1%
per
anno.
La
sopravvivenza
a
5
anni
dei
pazienti
 con
carcinoma
prostatico,
non
considerando
la
mortalità
per
altre
cause,
è
 attualmente
attestata
all’88%
in
costante
e
sensibile
crescita.


L’
 eziologia
 del
 carcinoma
 prostatico
 rimane
 piuttosto
 oscura,
 probabilmente
 e’
 multifattoriale
 ed
 e’
 il
 risultato
 di
 una
 complessa
 interazione
tra
fattori
genetici
ed
ambientali.
 La
terapia
chirurgica
si
basa
 sull’
 asportazione
 in
 blocco
 di
 prostata
 e
 vescicole
 seminali
 e
 successiva
 anastomosi
 vescico‐uretrale,
 esso
 inoltre
 e’
 solitamente
 preceduto
 da
 una
 linfadenectomia
 pelvica.
 L’intervento
 venne
 descritto
 per
 la
 prima
 volta
 all’inizio
 del
 20°
 secolo
 da
 Young
 (8)
 che
 utilizzò
 l’approccio
 perineale,
 qualche
anno
dopo
fu
descritto
l’
approccio
retropubico
(9)
ma
e’
dal
1982,
 grazie
 alla
 descrizione
 di
 Walsh
 e
 Donker
 dell’anatomia
 del
 complesso
 venoso
 dorsale
 e
 del
 decorso
 dei
 fascicoli
 neurovascolari,
 che
 ha
 preso
 l’avvio
 l’era
 della
 “prostatectomia
 radicale
 nerve
 sparing”
 (10).
 Ad
 oggi
 l’intervento
 chirurgico
 e’
 l’unico
 che
 ha
 dimostrato
 una
 riduzione
 della
 mortalità
globale
e
tumore‐specifica,
una
riduzione
del
rischio
di
metastasi
 e
della
progressione
locale
di
malattia,
rispetto
al
trattamento
conservativo.
 In
generale
è
ritenuto
candidabile
ad
intervento

di
prostatectomia
radicale
 con
 intenti
 curativi
 il
 paziente
 con
 neoplasia
 clinicamente
 localizzata


(5)

(≤T2b),
 con
 aspettativa
 di
 vita
 di
 almeno
 10
 anni
 e
 condizioni
 generali
 soddisfacenti.
 Gli
 approcci
 chirurgici
 possono
 essere
 “open”
 (approccio
 retropubico
o
perineale)
oppure
a
cielo
chiuso
(laparoscopico
o
robotico).
 La
 prostatectomia
 radicale
 nerve
 sparing
 retropubica
 viene
 effettuata
 attraverso
 una
 incisione
 mediana
 ombelico‐pubica;
 superati
 i
 piani
 muscolari
 si
 procede
 solitamente
 alla
 linfoadenectomia
 pelvica
 di
 stadiazione,
quindi
si
procede
all’
asportazione
della
prostata
le
cui
fasi
si
 possono
riassumere
nei
seguenti
punti:

 1)
sezione
dei
legamenti
pubo‐prostatici

 2)
legatura
del
complesso
venoso
dorsale

 3)
sezione
dell’uretra

 4)
mobilizzazione
della
prostata
delle
vescicole
seminali
e
sezione
dei
vasi
 deferenti
per
via
retrograda
(durante
questo
step
la
tecnica
può
modificarsi
 in
funzione
dell’intento
nerve
sparing
o
meno)

 5)
sezione
della
giunzione
prostato‐vescicale

 6)
eventuale
ricostruzione
del
collo
vescicale

 7)
posizionamento
del
catetere
vescicale
ed
anastomosi
vescico‐uretrale.

 La
 prostatectomia
 radicale
 è
 considerata
 un
 intervento
 di
 chirurgia
 maggiore
e
come
tale
non
è
scevro
da
complicanze.
Su
un
campione
di
oltre
 11.000
 pazienti
 
 la
 mortalità
 entro
 30
 giorni
 dall’intervento
 è
 stata
 dello
 0.5%
e
l’insorgenza
di
complicanze
è
stata
del
20.4%.
L’età
oltre
ad
essere


(6)

associata
all’insorgenza
di
complicanze
chirurgiche
si
dimostra
correlata
a
 complicanze
respiratorie
e
cardiache.


Le
 complicanze
 dell’intervento
 si
 possono
 suddividere
 in
 tre
 gruppi:
 1)
 intra‐operatorie
 (emorragia
 intraoperatoria),
 2)
 post‐operatorie
 precoci
 cioe’
 fino
 a
 30
 giorni
 dopo
 l’intervento
 chirurgico
 (perforazione
 parete
 rettale,
 lesioni
 ureterali,
 stenosi
 vescico‐uretrale,
 trombombolia,
 complicanze
vascolari,
infezione
ferita,
linforrea)
3)
post‐operatorie
tardive
 (incontinenza
urinaria
e
impotenza
sessuale.(7)


La
 condotta
 anestesiologica
 intraoperatoria
 puo’
 avvalersi
 di
 varie
 strategie:
anestesia
generale,
anestesia
subaracnoidea,
anestesia
peridurale,
 anestesia
 combinata
 subaracnoidea‐peridurale
 o
 anestesia
 integrata
 generale‐peridurale.
 La
 scelta
 della
 tecnica
 dipende
 da
 vari
 fattori
 tra
 cui:
 tipologia
 paziente,
 preferenze
 dell’anestesista,
 durata
 prevista
 per
 intervento,
 equipe
 chirurgica.
 Trattandosi
 di
 un’
 intervento
 chirurgico
 maggiore
 un
 ruolo
 importante
 e’
 rivestito
 da
 una
 buona
 gestione
 del
 periodo
postoperatorio
specie
per
quanto
concerne
l’analgesia,
questo
per
 consentire
 una
 ripresa
 piu’
 rapida
 di
 mobilizzazione
 e
 rialimetazione
 riducendo
 cosi’
 la
 degenza
 ospedaliera
 e
 ridurre
 le
 complicanze
 postoperatorie.
(11)


Varie
 possono
 essere
 le
 opzioni
 analgesiche
 postoperatorie
 tra
 cui:
 infusione
 di
 anestetici
 locali
 tramite
 catetere
 peridurale
 
 controllata
 dal


(7)

paziente(PCEA)
o
meno,
infusione
di
oppiacei
tramite
pompa
elastomerica
 o
 PCA,
 terapia
 analgesica
 ad
 orario;
 ciascuna
 di
 esse
 con
 vantaggi
 e
 svantaggi.
 In
 questo
 scenario
 si
 inserisce
 un’ulteriore
 possibilita’
 quale
 l’infusione
 di
 anestetico
 locale
 a
 livello
 del
 piano
 trasverso
 dell’addome
 anche
detto
TAP
(Transversus
Abdominis
Plane)
di
cui
daremo
una
breve
 descrizione.


“TRANSVERSUS
ABDOMINIS
PLANE
BLOCK”


Il
 blocco
 anestetico
 della
 parete
 addominale
 anteriore
 offre
 un’
 eccellente
 analgesia
in
caso
di
interventi
chirurgici
sull’addome
in
cui
il
dolore
deriva
 dall’
 incisione
 di
 cute
 e
 muscolatura
 della
 parete
 addominale
 anteriore.
 Questo
 blocco
 viene
 ottenuto
 attraverso
 l’
 iniezione
 di
 anestetico
 locale
 a
 livello
 dello
 spazio
 intrafasciale
 che
 esiste
 tra
 i
 muscoli
 obliquo
 interno
 e
 trasverso
 dell’addome
 anche
 noto
 come
 “Transversus
 Abdominis
 Plane”
 (TAP).
 Questa
 tecnica,
 descritta
 da
 Rafi
 nel
 2001
 (12),
 prevedeva
 l’identificazione
 del
 triangolo
 lombare
 del
 Petit
 e
 l’iniezione
 di
 anestetico
 locale
a
questo
livello.
La
tecnica
e’
stata
poi
ripresa
da
McDonnel
nel
2006
 (13)
 e
 da
 allora
 si
 sono
 susseguiti
 vari
 studi
 specie
 con
 l’ausiio
 dell’
 ecografia.


(8)

ANATOMIA


L’innervazione
 della
 parete
 addominale
 antero‐laterale
 deriva
 dai
 rami
 anteriori
 dei
 nervi
 spinali
 da
 T7
 a
 L1.
 Questi
 rami
 formano
 i
 nervi
 intercostali
(T7‐T11),
il
nervo
sottocostale
(T12)
ed
i
nervi
ileoipogastrico
 (L1)
 ed
 ileoinguinale
 (L1).
 I
 nervi
 intercostali
 una
 volta
 fuoriusciti
 dallo
 spazio
intercostale
corrono
tra
i
muscoli
obliquo
interno
e
trasverso
fino
ad
 arrivare
 al
 muscolo
 retto
 dove
 terminano
 come
 rami
 cutanei:
 essi
 forniscono
 l’
 innevazione
 motoria
 al
 muscolo
 piramidale
 e
 retto
 e
 provvedono
 all’
 innervazione
 sensitiva
 della
 parte
 costale
 del
 diaframma,
 della
 pleura
 parietale
 relativa
 e
 del
 diaframma.
 T7
 fornisce
 innervazione
 sensitiva
per
l’
ipogastrio
e
T10
per
la
zona
ombelicale.


Anche
i
nervi
sottocostale,
ileoipogastrico
ed
ileoinguinale
corrono
a
livello
 dello
 spazio
 neurovascolare
 denominato
 TAP
 e
 forniscono
 innervazione
 sensitiva
per
la
regione
cutanea
glutea
ed
ipogastrica
(n.
ileoipogastrico)
e
 per
 la
 regione
 cutanea
 supero‐mediale
 della
 coscia
 ed
 inguinale.
 (n.
 ileoinguinale).


Recenti
 studi
 su
 cadavere
 (14,
 15)
 hanno
 rivelato
 alcuni
 punti
 importanti
 per
la
buona
esecuzione
del
“TAP
block”
ovvero
che
esiste
una
fascia
tra
i
 muscoli
 obliquo
 interno
 e
 trasverso
 al
 cui
 interno
 scorrono
 i
 nervi
 e
 che
 esiste
a
livello
del
TAP
una
comunicazione
tra
i
nervi,
in
particolare
T9‐L1,
a
 formare
un
vero
e
proprio
plesso
nervoso.
Infine
e’
stato
osservato
come
i


(9)

nervi
da
T6
a
T9
entrino
nel
TAP
medialmente
rispetto
alla
linea
ascellare
 anteriore
ed
in
particolare
T6
entra
subito
lateralmente
alla
line
alba
ed
i
 nervi
 da
 T7
 a
 T9
 ad
 una
 distanza
 progressivamente
 maggiore
 dalla
 linea;
 dall’
altro
lato
i
nervi
da
T9
a
L1
corrono
nel
TAP
lateralmente
rispetto
alla
 linea
ascellare
anteriore
e
questo
potrebbe
spiegare
la
ragione
per
la
quale
 il
 TAP
 block
 risulta
 piu’
 utile
 nella
 chirurgia
 del
 basso
 addome.
 (16,17)
 Si
 puo’
 comunque
 affermare
 che
 spesso
 i
 nervi
 da
 bloccare
 sono
 nel
 TAP
 a
 livello
della
linea
medio‐ascellare.


TECNICA


Il
blocco
del
TAP
prevede
la
deposizione
di
anestetico
locale
nello
spazio
tra
 il
 muscolo
 obliquo
 interno
 e
 trasverso
 dell’addome
 in
 modo
 da
 fornire
 analgesia
 unilaterale
 a
 cute,
 muscoli,
 e
 peritoneo
 parietale
 della
 parete
 addominale
anteriore
da
T7
a
L1.
Per
fare
questo
esistono
due
possibilita’
 cioe’
usare
un
approccio
che
si
basa
su
reperi
cutanei

“alla
cieca”
oppure
un
 approccio
ecografico.
 


­Tecnica
“alla
cieca”­


Questo
tipo
di
approccio
si
basa
sull’
identificazione
del
triangolo
lombare
 del
Petit
(Fig
1)
che
e’
delimitato
in
basso
dalla
cresta
iliaca,
anteriormente
 dal
 margine
 posteriore
 del
 muscolo
 obliquo
 esterno
 e
 posteriormente
 dal


(10)

margine
 laterale
 del
 muscolo
 grande
 dorsale.
 Il
 sito
 di
 puntura
 si
 trova
 subito
 al
 di
 sopra
 della
 cresta
 iliaca
 e
 posteriormente
 alla
 linea
 medio
 ascellare
 all’
 incirca
 al
 centro
 del
 suddetto
 triangolo.
 L’ago
 e’
 inserito
 perpendicolarmente
 alla
 cute
 e
 nel
 suo
 attraversamento
 delle
 strutture
 muscolari
si
dovrebbero

 
 Figura
1
Triangolo
Petit,
tecnica
inserimento
ago
(13)
 
 
 


percepire
 un
 primo
 “pop”
 che
 rappresenta
 l’
 ingresso
 nella
 fascia
 dell’
 obliquo
esterno
e
un
secondo
“pop”

al
momento
in
cui
si
entra
nel
piano
 fasciale
 tra
 muscolo
 obliquo
 interno
 e
 trasverso.(Fig2).
 A
 questo
 punto
 previa
 aspirazione
 negativa
 di
 sangue
 viene
 iniettato
 l’
 anestetico
 locale
 (12,
13).


(11)

Figura
2
(31)


Il
triangolo
non
e’
facilmente
identificabile
in
tutti
i
pazienti
specie
in
quelli
 obesi
 e
 da
 studi
 anatomici
 e’
 emerso
 come
 spesso
 si
 localizzi
 piu’
 posteriormente
 rispetto
 a
 quanto
 descritto
 da
 Rafi;
 inoltre
 in
 alcuni
 casi
 i
 nervi
da
bloccare
non
entrano
nel
TAP
a
livello
del
triangolo
con
il
rischio
di
 una
cattiva
riuscita
del
blocco.
Inoltre
questo
tipo
di
approccio
espone
a
un
 rischio
maggiore
di
complicanze
quali:
iniezione
intraperitoneale,
puntura
 ed
ematoma
intestinale
(19),
paresi
femorale
(20),
ematoma
epatico
(21).
 


­Tecnica
ecoguidata­


Il
TAP
block
eseguito
con
tecnica
ecografica
(22)
e’
considerato
un
blocco
di
 livello
 base
 per
 la
 facilita’
 con
 cui
 possono
 visualizzare
 le
 strutture
 di
 interesse
a
livello
dell’addome.
Il
paziente
e’
posto
supino
e
la
sonda,
di
tipo
 lineare
 e
 ad
 alta
 frequenza,
 viene
 posta
 trasversalmente
 sull’addome
 al
 livello
 dela
 linea
 medioascellare
 a
 meta’
 tra
 le
 cresta
 iliaca
 e
 il
 margine


(12)

costale
inferiore.(Fig
3)
Con
una



Figura
3


scansione
 a
 questo
 livello
 dovrebbe
 essere
 possibile
 identicare
 le
 tre
 strutture
 muscolari
 dell’addome
 che
 dal’esterno
 all’interno
 sono:
 muscolo
 obliquo
 esterno,
 interno
 e
 trasverso.
 Piu’
 in
 superficie
 si
 trova
 cute
 e
 sottocute
mentre
in
profondita’
sono
visibili
la
cavita’
peritoneale
e
le
anse
 intestinali.
 Puo’
 essere
 di
 ausilio
 partire
 con
 una
 scansione
 trasversale
 a
 livello
della
linea
alba
dove
e’
facilmente
visualizzabile
il
muscolo
retto
dell’
 addome
(unico
muscolo
visibile
a
questo
livello),
a
questo
punto
ci
si
porta
 lateralmente
fino
alla
comparsa
delle
tre
strutture
muscolari.(Fig
4)


L’
ago
(22G,
100
mm,
pencil
point)
viene
inserito
utilizzando
un
approccio
 “in
plane”
rispetto
la
trasduttore
in
direzione
antero‐posteriore
e
a
2‐3
cm
 dal
 margine
 della
 sonda
 (Fig
 5),
 in
 questo
 modo
 tutte
 le
 parti
 dell’
 ago
 (corpo
e
punta)
risultano
essere
ben
visibili



(13)

Figura
4.
Anatomia
ultrasonografica


nel
loro
tragitto
attraverso
le
strutture
muscolari.
Per
la
buona
riuscita
del
 blocco
 e’
 necessario
 che
 la
 punta
 dell’
 ago
 e
 quindi
 la
 deposizione
 dell’anestetico
 locale
 avvenga
 tra
 i
 muscoli
 obliquo
 interno
 e
 trasverso,
 l’operatore
 deve
 vedere
 lo
 “spread”
 ipo‐anaecogeno
 dell’
 anestetico
 che
 separa
le
due
fasce
muscolari
(Fig
6).


Figura
5


Hebbard
 (23)
 ha
 descritto
 un
 approcio
 piu’
 anteriore
 al
 TAP
 a
 livello
 sottocostale
al
fine
di
ottenere
un
blocco
dei
rami
T8‐T9.
Questo
approccio


(14)

“sottocostale”
 permette
 un’
 analgesia
 alla
 parte
 sovraombelicale
 dell’addome
 mentre
 l’approccio
 classico
 e’
 utilizzabile
 per
 una
 chirurgia
 sotto‐ombelicale
.
 
 
 


Figura
6
Spread
anestetico
locale

INDICAZIONI
E
DOSAGGIO
ANESTETICO
LOCALE



 


Il
 TAP
 block
 e’
 stato
 descritto
 come
 di
 valido
 ausilio
 nella
 gestione
 del
 dolore
 postoperatorio
 a
 seguito
 di
 vari
 interventi
 chirurgici
 addominali
 quali:resezione
 intestinale,
 appendicectomia,
 colecistectomia
 laparoscopica,
 prostatectomia
 radicale,
 chirurgia
 renale,
 addominoplastica
 con
o
senza
liposuzione,
taglio
cesareo,
isterectomia,
prelievo
di
osso
dalla
 cresta
iliaca
(24‐34).
I
vari
studi
presenti
descrivono
come,
nel
paziente
che
 riceve
il
TAP,
sia
ridotto
il
consumo
postoperatorio
di
oppiacei,
si
abbia
un
 migliore
punteggio
VAS
e
si
riducano
le
complicanze
legate
ad
oppiacei.


(15)

Per
 cio’
 che
 riguarda
 il
 dosaggio
 non
 esistono
 dati
 univoci
 che
 indichino
 quale
sia
il
migliore,
i
vari
studi
presenti
differiscono
sia
in
termini
di
tipo
di
 anestetico
locale
che
di
volume
e
concentrazione.
Young(35)
in
una
recente
 review
 indica
 come
 nei
 casi
 in
 cui
 viene
 utilizzato
 un
 volume
 pari
 o
 superiore
a
15
ml
si
abbiano
i
risultati
migliori.
Una
recentissima
review
del
 2012
(36)
in
cui
sono
stati
presi
in
considerazione
18
studi
randomizzati
e
 controllati

per
un
totale
di
1236
pazienti,
ha
valutato
l’efficacia
analgesica
 in
base
al
tipo
di
chirurgia,
dose
e
volume
di
anestetico
locale,
il
timing
del
 blocco
e
la
tecnica
di
blocco.

Gli
autori
sono
giunti
ala
conclusione
che
sono
 necessari
 ulteriori
 trials
 per
 rispondere
 in
 maniera
 definitiva
 a
 queste
 domande.



STUDIO
CLINICO


Scopo
del
nostro
studio
e’
valutare
l’efficacia
del
TAP
block
eseguito
per
via
 eco
 guidata
 nell’assicurare
 analgesia
 postoperatoria
 per
 l’intervento
 di
 prostatectomia
radicale
retro
pubica.


MATERIALI
E
METODI


Sono
 stati
 arruolati
 pazienti
 che
 dovevano
 essere
 sottoposti
 a
 chirurgia
 prostatica
radicale
elettiva.
I
pazienti
sono
stati
divisi
in
due
gruppi:
uno
di
 studio
e
uno
di
controllo.


(16)

Nel
 gruppo
 di
 studio,
 previa
 ottenimento
 consenso
 e
 premedicazione
 con
 Midazolam,
il
TAP
Block
e’
stato
eseguito
per
via
ecografica
utilizzando
una
 sonda
 lineare
 ad
 alta
 frequenza
 (5‐10
 MHz
 Sonosite
 S‐nerve)
 e
 un
 ago
 da
 100
mm
(22
G
Quinke
da
ENS).
Identificato
il
TAP,
sotto
visione
diretta
sono
 stati
iniettati
30
ml
di
una
miscela
formata
da
Levobupivacaina
5mg/ml
e
 Clonidina
75
mcg
per
lato.


Tutti
 i
 pazienti
 hanno
 ricevuto
 un’anestesia
 generale
 standard
 con
 monitoraggio
 standard.
 L’induzione
 e’
 stata
 eseguita
 con
 Propofol
 (2
 mg/kg)
e
Fentanest
(100
mcg),
miorisoluzione
con
Rocuronio
(0,5
mg/kg)
e
 mantenimento
 con
 Sevofluorano
 (1,5‐2%).
 Tutti
 i
 pazienti
 hanno
 ricevuto
 profilassi
 PONV
 con
 Ondasetrone
 (4
 mg)
 e
 analgesia
 intraoperatoria
 con
 Paracetamolo
 1
 gr
 e
 Morfina
 (0,1
 mg/kg).
 Nel
 postoperatorio
 e’
 stata
 predisposta
una
PCA
morfina
(0,5
mg/ml,
bolo
1
mg,
lock
out
8
min
e
limite
 4
h
20
mg
se
eta’<
70
aa
e
15
mg
se
eta’>70
aa).


Per
ogni
paziente
sono
stati
registrati
su
apposita
scheda
(Fig.7)
i
seguenti
 dati:
 durata
 intervento;
 perdita
 ematica;
 parametri
 clinici
 (PA,
 FC
 FR
 e
 SpO2):
 preoperatorio,
 all’incisione
 chirurgica,
 ogni
 20
 min,
 al
 risveglio,
 dopo
 6h
 e
 dopo
 24h;Scala
 di
 Valutazione
 Verbale
 o
 VRS
 (0=no
 dolore,
 1=dolore
 lieve,
 2=dolore
 moderato,3=dolore
 forte,4=dolore
 atroce)
 al
 risveglio,
a
6h
e
dopo
24h;
Scala
Analogica
Visuale
o
VAS
(0‐10,
sia
a
riposo
 che
al
movimento)
al
risveglio,
a
6h
e
dopo
24h;
consumo
morfina
a
6h
e
a


(17)

24h;
numero
di
boli
da
PCA
richiesti/infusi
a
6h
e
a
24
h;
PONV
(0=no
nausea
 ne
 vomito,
 1=nausea,
 2=vomito)
 al
 risveglio
 a
 6h
 e
 a
 24h:
 prurito
 (0=assente,
 1=presente);
 livello
 sedazione
 (0=
 paz
 non
 risvegliabile,
 1=pz
 risvegliabile
solo
a
chiamata,
2=paz
completamente
sveglio);
mobilizzazione
 e
rialimentazione.


I
dati
inerenti
alle
caratteristiche
del
paziente,
al
consumo
di
morfina
sono
 riportati
 come
 media
 e
 deviazione
 standard,
 i
 dati
 di
 VRS
 e
 VAS
 come
 media,
 deviazione
 standard
 e
 mediana,
 mentre
 PONV,
 rialimentazione
 e
 mobilizzazione
come
tassi
di
incidenza.
 I
dati
sono
stati
analizzati
utilizzando
il
test
t
di
Student.
 
 
 
 






 



Figura
7
Scheda
rilevazione
dati.

(18)

RISULTATI


Nel
 nostro
 studio
 sono
 rientrati
 21
 pazienti:
 11
 pazienti
 nel
 gruppo
 di
 controllo
e
10
in
quello
di
studio.


Tutti
 i
 pazienti
 (ASA
 I‐III)
 sono
 stati
 sottoposti
 a
 prostatectomia
 radicale
 retro
 pubica
 che
 ha
 previsto
 un’incisione
 ombelico‐pubica.
 I
 gruppi
 erano
 comparabili
 in
 termini
 di
 eta’,
 peso,
 altezza
 e
 durata
 intervento
 senza
 differenze
statisticamente
significative
tra
i
due.
(Tabella
1).
 
 Tabell a
1.
Caratteristiche
campione


Non
 si
 sono
 registrate
 differenze
 statisticamente
 significative
 per
 quanto
 riguarda
i
parametri
emodinamici
eccettuati
i
valori
di
pressione
arteriosa
 media
intraoperatori
che
sono
risultati
ridotti
nel
gruppo
di
studio
(tabella
 2.)


Nel
 gruppo
 di
 studio
 abbiamo
 assistito
 ad
 una
 significativa
 riduzione
 del
 consumo
 di
 morfina
 a
 24h
 (Figura
 8)
 cosi’
 come
 ad
 un
 miglior
 punteggio
 VAS
 (Figura
 9)
 durante
 tutto
 il
 periodo
 osservazionale.
 (tabella
 3,4)


Gruppo
di
Controllo
 Gruppo
di
studio
 Eta’
(aa)
 67,6
±
6,41

 66,2±
6,69
 Peso
(Kg)
 78
±
11,03
 84,3
±
13,5
 Altezza
(cm)
 171
±
4,63
 171
±
7,2
 Durata
intervento
 (min)
 76,6±
13,01
 75,5
±
17,7


(19)

Durante
 il
 medesimo
 periodo
 anche
 il
 consumo
 di
 morfina
 si
 e’
 rivelato
 ridotto
nel
gruppo
che
ha
ricevuto
il
TAP
block.
 
 Gruppo
di
controllo
 Gruppo
di
studio
 PAM
Intraop.
(mmHg}
 91,6±3,48
 80±5,76*
 PAM
Postop.
(mmHg)
 95,4±5,30
 92,4±3,13
 
 
 
 Frequenza
 cardiaca
 intraop.
(batt/min)
 61,9±12,9
 60,5±10,4
 Frequenza
 cardiaca
 postop.
(batt/min)
 74,38±15,1
 69,02±6,39
 
 
 
 Frequenza
 respiratoria
 intraop.
(atti/min)
 10,9±1,34
 11,4±1,52
 Frequenza
 respiratoria
 postop.
(atti/min)
 12,80±0,47
 12,4±0,72
 Tabella
2:
Parametri
clinici
*Dati
significativi
per
p<0,05
 
 
 
 Gruppo
di
controllo
 Gruppo
di
studio
 Consumo
 morfina
 risveglio
(mg)
 0,8±
0,8
 0,1±0,3*
 Consumo
 morfina
 6h
 (mg)
 4,5±2,46
 2,2±1,9*
 Consumo
 morfina
 24h
 (mg)
 11,3±5,2
 6±2,78*
 Tabella
3:
Consumo
morfina:
*Dati
significativi
per
p<0.05


(20)







 
 





Figura
8
Consumo
morfina
 
 
 
 
 Abbiamo
poi
registrato
l’
incidenza
di
PONV
che
si
e’
dimostrata
ridotta
nel
 gruppo
 di
 studio
 (20%
 vs
 36,3%)
 anche
 se
 la
 numerosita’
 del
 
 campione
 non
 consente
 di
 ottenere
 risultati
 statisticamente
 significativi.
 Inoltre
 un
 dato
 interessante
 risiede
 nelle
 percentuali
 di
 mobilizzazione
 e
 rialimentazione
a
24
h
che
sono
risultate
essere
piu’
alte
nel
gruppo
“TAP”:
 90%
vs
63%
e
80%
vs
63%
rispettivamente
(Figura
10,
tabella
3).
 


(21)

Tabella
4:
*dati
significativi
per
p<0,05
 
 Gruppo
di
controllo
 Gruppo
di
studio
 Incidenza
PONV
 36,3%
 20%
 Rialimentazione
 (incidenza)
 63%
 80%
 Mobilizzazione
 (incidenza)
 63%
 90%
 
 
 
 VRS
 (media,
DS,
mediana)
 
 
 Risveglio
 1,09
[±0,7(1)]
 0,1[±0,31
(0)]*
 6h
 1,27[±0,46
(1)]
 0,6
[±0,56
(1)]*
 24h
 1,36
[±0,67
(1)]
 0,8
[±0,42
(1)]*
 
 
 
 VAS
r
 (media,
DS,
mediana)
 
 
 Risveglio
 2,4[±1,29
(2)]
 0,1[±0,31
(0)]*
 6h
 2,7
[±0,78
(3)]
 1
[±1,05(1)]*
 24h
 2,7
[±1
(2)]
 1,3
[±0,9
(1)]*
 
 
 
 VAS
m
 (media,
DS,mediana)
 
 
 Risveglio
 2,7
[±1,55(2)]
 0,3
[±0,67(0)*
 6h
 3,09
[±0,8
(2)]
 1,4
[±1,2(2)]*
 24h
 3,27
[±1,19
(3)]
 1,9
[±0,87
(2)]*


(22)


 
 
 
 
 
 Figura
9.
Andamento
VAS


(23)

Figura.
10

DISCUSSIONE


Il
 blocco
 del
 piano
 trasverso
 dell’addome
 rappresenta
 una
 tecnica
 sicura,
 nei
pazienti
trattati
non
si
sono
verificate
complicanze.
Da
un
punto
di
vista
 analgesico
 il
 TAP
 si
 configura
 come
 una
 valida
 tecnica
 per
 controllare
 il
 dolore
postoperatorio
a
seguito
di
prostatectomia
radicale
come
dimostrato
 dalla
riduzione
nel
consumo
di
morfina
e
dal
migliore
punteggio
VAS
sia
a
 riposo
che
al
movimento.
Non
si
puo’,
e
non
era
nostra
intenzione,
asserire
 che
 si
 tratti
 di
 una
 tecnica
 superiore
 rispetto
 ad
 altre
 opzioni
 come
 ad
 esempio
 il
 posizionamento
 di
 un
 catetere
 peridurale
 che,
 a
 nostra
 avviso,
 rappresenta
il
gold
standard
per
la
gestione
sia
intra‐
che
post‐operatoria
di
 questi
 pazienti.
 Tuttavia
 il
 sempre
 maggiore
 numero
 di
 pazienti
 che
 utilizzano
 farmaci
 anticoagulanti
 ed
 antiaggreganti
 e
 l’
 entrata
 in


(24)

commercio
 di
 nuove
 molecole
 (es.
 Dabigatran
 o
 Rivaroxaban)
 possono
 rendere
controindicato
un
blocco
centrale.
In
questi
casi
e
laddove
esistano
 controindicazioni
assolute
al
posizionamento
del
catetere
peridurale,
il
TAP
 block
puo’
essere
una
valida
opzione
analgesica
alternativa.
 Bisogna
poi
considerare
che
stanno
emergendo
sempre
maggiori
evidenze
 (37)
che
indicano
come
l’uso
di
oppiacei
causi
un
aumento
di
incidenza
di
 ripresa
 di
 malattia
 tumorale
 a
 lungo
 termine.
 L’utilizzo
 di
 tecniche
 di
 anestesia
locoregionale,
quindi,
non
solo
rappresenta
una
buona
scelta
per
 la
gestione
del
periodo
perioperatorio
ma
potrebbero
risultare
una
buona
 strategia
a
lungo
termine.



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transversus
abdominis
plane
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under
ultrasound
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 17) 
Shibata
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abdominis
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author
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 18) Jankovic
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Ravishankar
N,
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Tranversus
Abdominis
plane
 block:how
safe
is
it?
Anesth
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 19) 
Frigon
C,
Mai
R,
Valois‐Gomez
T,
Desparmet
J.
Bowel
hematoma
following
an
 iliohypogastric‐ileoinguinal
nerve
block.
Pediatric
Anesth
2006;16:993‐6
 20) Rosario
DJ,
Jacob
S,
LuntleyJ,
Skinner
PP,
Raferty
AT.
Mechanism
of
femoral
 nerve
palsy
complicating
percutaneous
ilioinguinal
field
block.
Br
J
Anesth
 1997;78:314‐6
 21) 
Farooq
M,
Carey
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A
case
of
liver
trauma
with
a
blunt
regional
anesthesia
 needle
while
performing
transversus
ab‐
dominis
plane
block.
Reg
Anesth
Pain
 Med
2008;
33:
274.


(26)

22) 
Hebbard
P,
Fujiwara
Y,
Shibata
Y,
Royse
C.
Ultrasound‐
guided
transversus
 abdominis
plane

(TAP)
block.
Anaesth
Intensive
Care
2007;
35:
616–7.
 23) 
Hebbard
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transversus
abdominis
plane
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Transversus
Abdominis
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The
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Surgery,
Dosing,
 Technique,
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A
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(27)

Figura

Figura
1
Triangolo
Petit,
tecnica
inserimento
ago
(13)

Figura
4.
Anatomia
ultrasonografica

Tabella
4:
*dati
significativi
per
p&lt;0,05 
 
 Gruppo
di
controllo
 Gruppo
di
studio
 Incidenza
PONV
 36,3%
 20%
 Rialimentazione
 (incidenza)
 63%
 80%
 Mobilizzazione
 (incidenza)
 63%
 90%
 
 
 
 VRS
 (media,
DS,
mediana)
 
 
 Risveglio
 1,09
[±0,7(1)

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