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Ricerca degli elementi identitari del paesaggio agrario in un sistema agro-silvo-pastorale montano.

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Allegato 1 - Evoluzione della tutela del paesaggio nella

normativa italiana

Nell’articolo 9.2 della Costituzione è scritto che “la Repubblica tutela il paesaggio

ed il patrimonio artistico della Nazione”. Il “paesaggio”, dunque, (e non solo i beni

paesaggistici) è direttamente inserito tra i principi fondamentali della Repubblica ed è

configurato come elemento costitutivo dell’identità del paese. Per il paesaggio, quindi,

viene sancito un tipo di disciplina giuridica autonomo, la cui realizzazione spetta alla

Repubblica, vale a dire l’insieme delle pubbliche autorità, statali e territoriali, previste

dall’ordinamento.

La prima legge a disciplinare i beni paesaggistici (non il “paesaggio”) è la n.

1497 del 1939 (legge Bottai), la quale definisce i presupposti per l’imposizione del

vincolo paesaggistico. Il compito di individuare i beni, i quali devono possedere requisiti

tali da meritare la sottoposizione a regime di tutela, viene affidato agli organi statali, i

quali, inoltre, si occupano della formazione di un piano paesistico e dei provvedimenti

sanzionatori.

L’espressione “paesaggio” entra per la prima volta nella legge ordinaria nel testo

della “legge ponte” del 1967, che coordina le competenze del ministero (al tempo il

Ministero della Pubblica Istruzione) riguardo le bellezze naturali e le cose di interesse

storico e artistico con lo strumento della pianificazione territoriale.

Il primo tentativo di delega alle Regioni delle funzioni amministrative esercitate

dagli organi statali per la formazione dei piani paesistici e per la protezione,

individuazione e tutela delle “bellezze naturali”, è il DPR n. 616 del 1977. Tale norma

non ebbe grande effetto poichè prevedeva che il Ministro rimanesse titolare del potere

di “integrazione degli elenchi” dei beni sottoposti a tutela, il che lo legittimava ad avere

“l’ultima parola” su quali beni dovessero essere sottoposti a regime di tutela e quali no.

La legge n. 431 del 1985 (legge “Galasso”) introduce importanti cambiamenti, in

legislatura, sulla concezione di “paesaggio” e sulla disciplina dei rapporti tra Stato e

Regioni in materia di tutela dei beni paesaggistici. In primo luogo si prevede la

sottoposizione a regime di tutela di nuove categorie di beni paesaggistici caratterizzati

da un “particolare interesse ambientale” e non più, unicamente, dalla loro “particolare

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bellezza”. In particolare, la legge comprende direttamente nella tutela paesaggistica

alcuni elementi fisici strutturanti del territorio, secondo misure arbitrarie (ad esempio:

coste marine o lacustri nella fascia di profondità di 300 m., corsi d’acqua pubblici e

relative sponde per la fascia di 150 m ., isole, territori coperti da boschi e foreste,

sommità montane, ecc.) Inoltre tale legge introduce l’obbligo per le Regioni di

approvare piani paesistici (sul modello di quello della legge n. 1497, concepito per

specifiche aree) o piani urbanistici-territoriali che disciplinino la conservazione e la

valorizzazione di tali beni vincolati ex lege.

Successivamente, al fine di riordinare il materiale normativo riferito alla tutela

del paesaggio e di cogliere i cambiamenti di orientamento in atto sul tema, viene

approvato un testo unico in materia di beni culturali e ambientali nel 1999 e, in seguito,

il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (Codice Urbani) approvato con d.lgs. n. 42

del 2004 e integrato con d.lgs. n. 157 del 2006 e d.lgs. n. 62 e 63 del 2008. Il “Codice

Urbani”, per l’Italia, rappresenta la norma attuativa della rinnovata ideologia sul

paesaggio espressa a livello internazionale nella “Convenzione europea del Paesaggio”

atto siglato dal Consiglio d’Europa nel 2000. La “Convenzione europea del paesaggio” è

infatti un trattato internazionale di natura vincolante firmato a Firenze il 20 ottobre del

2000 dai quarantasei Stati membri del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ed

entrato in vigore, per i primi dieci Stati che l’hanno ratificata, il 1° marzo 2004. La

Convenzione è formata da un Preambolo e quattro capitoli contenenti un totale di

diciotto articoli. Essa rappresenta per gli Stati firmatari un importante riferimento per

l’elaborazione o il perfezionamento dei propri atti normativi ed amministrativi in materia

paesaggistica (per il testo originale in lingua inglese: www.coe.int; per approfondimenti

vedere Priore, 2005).

IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Secondo il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (2004) il “Piano

paesaggistico” deve essere redatto dalla Regione. L’elaborazione del piano

paesaggistico prevede:

- identificazione e caratterizzazione del territorio;

- analisi delle dinamiche di trasformazione;

- individuazione dei diversi ambiti e relativi obiettivi di qualità;

- individuazione di interventi di recupero, riqualificazione e tutela e delle misure

necessarie al corretto inserimento degli interventi di trasformazione del territorio;

(“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, art. 143)

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Le disposizioni contenute all’interno di tale piano possono avere efficacia

immediatamente precettiva e direttamente operativa, oppure efficacia direttiva per

strumenti di pianificazione sott’ordinati. Tali disposizioni sono strettamente vincolanti

per qualsiasi pianificazione sott’ordinata (sia provinciale che comunale, nonché di parchi

o aree protette).

“Le previsioni dei piani paesaggistici ... non sono derogabili da parte di piani,

programmi e progetti nazionali o regionali di sviluppo economico, sono cogenti per gli

strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono

immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli

strumenti urbanistici ... e sono altresì vincolanti per gli interventi settoriali. Per quanto

attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni dei piani paesaggistici sono comunque

prevalenti sulle disposizioni contenute negli atti di pianificazione ad incidenza

territoriale previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle

aree naturali protette. I comuni, le città metropolitane, le province e gli enti gestori

delle aree naturali protette conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione

urbanistica e territoriale alle previsioni dei piani paesaggistici, secondo le procedure

previste dalla legge regionale, entro i termini stabiliti dai piani medesimi e comunque

non oltre due anni dalla loro approvazione”.

(“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, art. 145)

Il Codice non prevede una procedura standard per la formazione del “Piano

Paesaggistico” da parte della Regione e non precisa le modalità di adeguamento dei

piani già esistenti alla nuova normativa. L’adeguamento può avvenire genericamente

tramite una “co-pianificazione” tra Regione e Ministero per i Beni e le Attività Culturali e

con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, o anche

autonomamente.

Il “Codice Urbani” prevede che il piano paesaggistico sia approvato tramite un

procedimento concertato e partecipato: “nei procedimenti di approvazione dei piani

paesaggistici sono assicurate la concertazione istituzionale, la partecipazione dei

soggetti interessati e delle associazioni portatrici di interessi diffusi ... e ampie forme di

pubblicità. A tale fine le regioni disciplinano mediante apposite norme di legge i

procedimenti di pianificazione paesaggistica, anche in riferimento ad ulteriori forme di

partecipazione, informazione e comunicazione. ...Il piano paesaggistico diviene efficace

il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della

regione”.

(“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, art. 144)

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Infine, è previsto che il piano paesaggistico possa essere coordinato con altri

strumenti di pianificazione: “i piani paesaggistici possono prevedere misure di

coordinamento con gli strumenti di pianificazione territoriale e di settore, nonché con …

i piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo economico”.

(“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, art. 145)

La legge di riferimento per la Regione Toscana è quella del 3 gennaio

2005, n. 1, intitolata “Norme per il Governo del Territorio”, aggiornata con ulteriore

legge regionale nel 2007 (l.r. 27 luglio 2007 n.41) a seguito di un accordo tra Ministro

BAC e il Presidente della Regione Toscana il 23 gennaio 2007.

Il governo del territorio è inteso come “l’insieme delle attività relative all’uso del

territorio, con riferimento ... agli aspetti conoscitivi, normativi e gestionali riguardanti la

tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle risorse territoriali ed ambientali”.

(l.r. n.1 del 2005, art.2)

Il governo del territorio avviene per mezzo degli strumenti di pianificazione. Il

contenuto degli strumenti di pianificazione territoriale può a grandi linee suddividersi in

due parti: la prima parte contiene lo statuto del territorio, il quale “assume e

ricomprende ... le invarianti strutturali (le risorse, i beni e le regole relative all’uso, i

livelli di qualità e le prestazioni minime da sottoporre a tutela) quali elementi cardine

dell’identità dei luoghi”. La seconda parte contiene la “definizione degli obiettivi, degli

indirizzi e delle azioni progettuali strategiche, ai diversi livelli di competenza e di

specificazione, tenendo conto dello statuto del territorio”.

(l.r. n.1 del 2005, art.5)

“I comuni, le province e la Regione, gli enti parco e gli altri soggetti, pubblici e

privati, nonchè i cittadini singoli o associati, partecipano alla formazione degli strumenti

della pianificazione territoriale”.

(l.r. n.1 del 2005, art.7)

Gli strumenti per la pianificazione territoriale sono:

- il Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T), piano di settore regionale;

- il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.), piano di settore provinciale;

- Il Piano Strutturale (P.S.), piano di settore comunale;

Oltre ai piani, si individuano altri tipi di atti del governo del territorio, i quali

devono essere approvati nel rispetto degli strumenti della pianificazione territoriale. Il

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procedimento che porta all’approvazione dei diversi strumenti pianificatori è di tipo

unificato, costituito da una griglia comune che definisce l’iter operativo generale per

tutti i piani, ma dotato della necessaria elasticità tale da potersi adeguare alla tipologia

del piano. Una fase rilevante della procedura di approvazione è l’interazione tre i diversi

soggetti interessati, i quali sono tenuti per legge a fornire tutti gli elementi conoscitivi

richiesti dall’amministrazione promotrice, oppure possono dichiararsi interessati alla

contribuzione per la stesura del piano. Normalmente gli apporti tecnici e conoscitivi

necessari alla composizione del piano vengono raccolti tramite l’indizione di una

conferenza tecnica di servizi.

Gli strumenti di pianificazione territoriale devono essere soggetto di una

valutazione di tipo “integrato” (in attuazione della Direttiva Comunitaria n. 42 del

2001). Regione, Province e Comuni hanno l’obbligo di valutare gli effetti territoriali,

ambientali, sociali ed economici dei loro atti. La valutazione integrata deve intervenire

prima della definizione di qualunque determinazione impegnativa, garantendo

specifiche modalità per l’informazione e la consultazione del pubblico, ma può avvenire

in anche in più momenti procedurali.

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Allegato 2 - Schede delle interviste

Si riportano le schede compilate utilizzando i dati registrati su supporto audio

durante il corso delle interviste. Le schede sono anonime.

In ogni scheda sono riportati:

- Fascia d’età, professione dell’interlocutore e relazione con l’area di studio;

- Luogo e data;

- Elementi del paesaggio agrario tradizionale riconosciuti;

- Localizzazione/contestualizzazione dell’elemento;

- Caratterizzazione dell’elemento;

- Pratiche associate al mantenimento;

- Valori attribuiti;

- Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione;

- Informazioni aggiuntive ricavate nel corso dell’intervista;

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INTERVISTA n.1

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

65 - 85 anni Pensionati Residenti saltuario Sillico, abitazione dell’intervistato

14.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

CARATTERIZZAZIONE di SISTEMI TRADIZIONALI:

(i poderi)

- La zona della Levata del sole è la più soleggiata, per cui ospitava la maggior parte delle attività agricole che avevano vigna, seminativo... - Nella parte della levata del sole c'erano parecchi boschi di legno forte, quercia con sottobosco di "stipa" (erica) e ginestra;

- La parte della levata del sole era disseminata di alberi da frutto, tanti fichi;

- Vigne, campi, capanne e anche case (Sassatecchia, Pastina) per gli animali, erano organizzati nei piccoli poderi di cui si può leggere il nome...vigna, capanne, campi... era tutto questo mondo che se tu lo potessi vedere ora...era tutto coltivato, tutte le stradine tenute pulite, dove ci si poteva passare...

DESCRZIONE di PRATICHE TRADIZIONALI:

(uso della stipa)

- Utilizzo della "stipa" per scaldare il forno del pane, una volta seccata e defogliata viene fatta a fasci.... (la carbonaia)

- Descrizione della pratica tradizionale della carbonaia;

MINACCE-OPPORTUNITA’ o PROPOSTE:

- L'azienda agricola Trescaia è intesata alla moglie di un signore che lavora come falegname altrove e che si occupa di mandare avanti l'azienda nel tempo libero. Per la conduzione dell'azienda collabora un cugino (il "Memo") a titolo d'aiuto.

- Io dove abito a Lucca non ho veri legami del territorio, non ci si sente meglio a stare in città..

- Se un giorno dovessero tornare le persone a coltivare qui, vorrebbe dire che i tempi sarebbero diventati molto duri... - Qui non si può coltivare più niente, perchè siamo invasi dagli animali selvatici: cinghiali, cervi, cerbiatti, istrici...

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Elementi del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.1 Elementi agricoli

riconosciuti: CAMPI LAVORATI, APPEZZAMENTI a SEMINATIVO CASTAGNETO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Nelle zone pianeggianti, anche esposte a nord; - Nel mezzo del castagneto;;

- La coltivazione di patate si può fare ovunque qui, dove si vuole;

(effettuata su carta)

- Nel versante nord ci sono boschi di castagno e un po' di tempo fa sono stati piantati anche pini al posto dei castagni;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - Piccoli campi situati nelle zone pianeggianti; - Campi lavorati con piccoli attrezzi, provvisti di piccoli recinti o spesso non recintati;

- La "selva" è il castagneto coltivato dove viene mantenuto pulito il sottobosco, gli alberi sono sempre innestati e si effettua periodicamente la raccolta di castagne;

Pratiche associate al

mantenimento: - Una volta si teneva pulito con il falcetto, ora con i "frullini". La pulitura si fa dalla metà di agosto in poi;

- Esitono macchine per la raccolta delle castagne., soffiatori e aspiratori; - Durante l'inverno si devono pulire i ricci che cadono dagli alberi, che successivamente vengono bruciati;

- Potatura ogni 7 o 8 anni, soprattutto bisogna togliere i polloni che nascono dalla parte sotto l'innesto;

- Per sostituire un castagno si lascia crescere un pollone che poi viene innestato;

Valore

storico-culturale: - Elevato;

Valore

estetico-percettivo: - Ogni casa, ogni capanna, con il suo campettino, che a vederlo era uno spettacolo; - Elevato;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- A Pasqueglio, il Pisi coltiva l'orto e fa le patate;

- La Monca, a Buricavi (c'è una capanna e un metato), c'è un bel pezzo coltivato;

- L'azienda Trescaia mantiene pulito il castagno; - "L'Anna e l'Arturo" tengono un castagneto;

Altre considerazioni: - Le patate ci sono sempre state e vengono buone; - Gli animali selvatici rappresentato una minaccia;

- Un tempo venivano tutti coltivati anche a grano e granturco;

- Buona produzione di castagne da farina;

- E' una coltivazione ancora possibile se giustamente studiata; - Minacciati dal cancro del castagno;

Per il diradamento dei castagneti inselvatichiti si potrebbero favorire attività di produzione del carbone con il legno dei castagni; le carbonaie esistono ancora.

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale

intervista n.1

Elementi agricoli

riconosciuti: TERRAZZAMENTI VIGNE

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Soprattutto nella zona della "levata del sole", il versante di Sillico esposto

a sud, sud-est; - Le vigne erano localizzate nella parte chiamata la "levata del sole", versante sud-est, che inizia dalla zona del Carescialle, dal fiume in poi, venendo verso Sillico, compreso Sassatecchia, il Poggio...

- Al Carescialle c'era un grosso vigneto che guardava il sole a mezzogiorno, un vigneto che arrivava fino a Bargecchia;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - Vigne terrazzate;

Pratiche associate al

mantenimento:

Valore

storico-culturale: - Elevato, perchè erano l'ambiente di lavoro di sempre; - Elevato;

Valore

estetico-percettivo: - Elevato, sopra i terrazzamenti si coltivavano i vigneti; - Molto elevato: se andavi dall'altra parte del versante, di fronte al paese, vedevi tutta la distesa di vigne, era uno spettacolo. Andando a Fosciandora, se chiudo gli occhi, io rivedo tutte queste vigne come erano nelle condizioni migliori, con il fuoco acceso d'inverno per bruciare le sterpaglie. Oggi, se apri gli occhi, vedi solo tutto uguale;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

Altre considerazioni: - Potrebbero essere mantenuti attraverso la coltivazione di piccoli frutti di bosco che qui vengono bene, che si potrebbero coltivare sui terrazzamenti esistenti;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.1 Elementi agricoli

riconosciuti: PASCOLI (allevamenti di pecore e vacche) INFRASTRUTTURE RURALI quali stalle (capanne) e metati Il GELSO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- In prossimità degli antichi insediamenti;

Caratteristiche morfologico-strutturali: Pratiche associate al mantenimento: Valore

storico-culturale: - Sì, importante nella vita famigliare, anche per un discorso di aiuto reciproco nella fornitura di latte per fare venire delle forme di formaggio adeguate;

- Elevato, perchè collegati alla coltivazione della castagna e all’allevamento di bestiame che un tempo rappresentavano gli elementi più importanti nella vita delle persone;

- I gelsi che si vedono in paese sono la testimonianza del passato di Sillico, dove allevavano i bachi da seta;

Valore

estetico-percettivo: - Sì perchè mantengono intatte le stalle di un tempo e i prati della zona; - Elevato;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

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INTERVISTA n.2

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

50 - 65 anni Pensionato, agricoltore hobbista Residente fisso Sillico, all’aperto; 14.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

intervista n.2

MINACCE:

(animali selvatici)

- L'unico prodotto che può essere fatto e ch viene sono le patate;

- Il granturco se lo mangerebbero tutto le cornacchie... ma con cervi e caprioli non si può più fare niente ... hai voglia di mettere patate e verdure, con istrici, cinghiali e animali selvatici;

CARATTERIZZAZIONE di SISTEMI TRADIZIONALI:

(i poderi)

- Ogni insediamento rurale aveva una sua sorgente;

RACCONTO:

- "La vedi quella vigna laggiù... si facevano 80 barili di vino in quella vigna lì, e ci veniva un vino di 10 - 11 gradi... c'era un uomo - adesso te la devo raccontar bella - il vinaio, , che fatto il vino c'era da portarlo nella vigna di sopra, quassù, allora il Peppetto e il mio Pà erano a svinare, e poi il Borattino doveva portare su i barili di vino... e per ogni barile di vino doveva bere un bicchiere di vino e gli toccarono 80 barili!

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale

intervista n.2

Elementi agricoli

riconosciuti: Il CASTAGNETO Il VIGNETO Il PRATO-PASCOLO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Una selva mantenuta è dopo il cimitero, verso Capraia;

- I castagneti si trovano lungo tutto il versante nord-ovest;

- Versante sud, sud-est; - Vari prati sparsi nelle zone limitrofe al paese;

Caratteristiche

morfologico-strutturali:

Pratiche associate al

mantenimento: - Una volta si andava con la falcetta e si spazzavano i cardi, ora invece io lo faccio con i soffioni, poi si a un mucchio e si bruciano. Qeusto lavoro si fa di inverno. - Quando arriva ottobre c'è da cominciare a cogliere, un tempo ci voleva più di un mese;

- Pascolo delle pecore;

Valore

storico-culturale: - E' stato il modo in cui sono sopravvissute generazioni intere; - Il vino era un prodotto molto importante, era commerciato, al Sillico se ne produceva molto e piaceva;

- La pastorizia è sempre stata essenziale per questo territorio, la produzione di formaggio è tipica per queste zone;

Valore

estetico-percettivo: - Elevato, versante terrazzato con vigneti molto ordinati e ben tenuti; - I prati mantengono pulito, gli spazi pascolati nel dintorno del paese sono importanti;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Gestisco dei castagneti con produzione di castagne

secche per farina (7 quintali di castagne secche); - Piccolo vigneto non terrazzato mantenuto, piantato negli anni '70, per autoconsumo;

Altre considerazioni: - Un tempo si coglievano le castagne tutti insieme, soprattutto quando si arrivava in fondo al periodi di raccolta;

- Un grosso problema per il mantenimento del castagno è la malattia;

- Ora si scherza, ma al Sillico un tempo ci venivano tante castagne, e tanto vino;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale

intervista n.2

Elementi agricoli

riconosciuti: Il GELSO I CAMPI di PATATE

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Sparsi sui bordi del paese;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - Campi pianeggianti, di modeste dimensioni, recintati;

Pratiche associate al

mantenimento: - Il gelso deve essere potato per farlo ributtare ogni anno; - Il primo anno le patate si lavorano ma non è il meglio, due anni nello stesso posto, quando si fanno per la prima volta, lavorano meglio l'anno dopo ;

Valore

storico-culturale: - Il gelso testimonia il passato di Sillico in cui si allevavano molti bachi da seta per vedere i bozzoli alla fiera; Valore estetico-percettivo: Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Mantenimento di parecchie piante di gelso nella zona della vigna e dei campi, potatura annuale e utilizzo della frasca per i piccoli animali

- Mantenimento di alcuni campi di patate per autoconsumo e vendita;

Altre considerazioni: - Con il gelso si fa la frasca per le bestie; - A ottobre si levavano le foglie per darle da mangiare alle bestie;

- Quest'anno abbiamo fatto un campo e ne sono venuti fuori più di 20 quintali;

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INTERVISTA n.3

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

65 - 85 anni Pensionato, agricoltore hobbista Residente fisso Sillico, all’aperto; 14.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

DESCRIZIONE di PRATICHE TRADIZIONALI:

(lavori)

Una volta si facevano tutti i lavori: si segava il fieno, per le bestie in inverno, si faceva grano e patate, il granturco, il grano, si coltivavano molte viti, in più si andava all'alpe a fare un po' di legna per guadagnare qualche cosa, si tenevano le bestie, si mungeva, si faceva il formaggio che poi si vendeva, e poi si vendevano gli agnelli; pecore e vacche si facevano pascolare insieme;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.3 Elementi agricoli

riconosciuti: Il PRATO-PASCOLO Il CASTAGNETO I BOSCHI (faggete)

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Il posto dove fare pascolare le pecore ora è molto, attorno al borgo, nei prati che sono un po’ dappertutto;

- Nella parte alta della valle

Caratteristiche morfologico-strutturali:

- Molti pascoli attuali vengono ricavati dai terrazzamenti o i ciglioni che una volta erano coltivati, ed ora sono inerbiti;

Pratiche associate al

mantenimento: - Taglio del fieno per l'inverno durante l'estate; - Pulitura e potatura degli alberi per la produzione di legna

Valore

storico-culturale: - Qui si è vissuto sempre grazie agli animali e un tempo il pascolo era molto importante; - Il castagneto è sempre stato coltivato e ha sempre avuto molta importanza nella vita di tutti quelli che abitavano qui;

- Un tempo i boschi venivano utilizzai per la produzione del carbone, in luoghi che venivano chiamati "carbonaie"

Valore

estetico-percettivo:

Altri valori: - Valore economico presente nella vendita della

legna Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Gestione di un gregge di 25 pecore.

- Ho 25 pecore e 3 vacche, le vacche e le pecore un tempo si facevano pascolare insieme, adesso le vacche stanno in stalla;

- Io e mia moglie teniamo un castagneto che lavoriamo nel tempo che ci rimane, e quest'anno abbiamo fatto circa tre milioni di castagne, senza chiedere aiuto a nessuno;

- Noi secchiamo anche le castagne nel metato e poi le vendiamo perchè si faccia la farina; Le castagne le abbiamo vendute 350 euro al quintale;

- Pulisco qualche bosco di faggio per la vendita di legname insieme a mio figlio;

- Io ho 32 ettari di terreno con il bosco sopra l'azienda Cerasa,

Altre considerazioni: - Un tempo il gregge era di almeno 100 capi, ma poi li ho dovuti vendere perchè non potevo più starci dietro, così me ne sono rimaste una ventina;

- Al pascolo è associato l’allevamento di animali di razza autoctona; sono state razze molto importanti per la storia di questi luoghi, razze rustiche che si accontentavano di poco e che lavoravano molto;

- Rimodernamento delle vecchie capanne;

- Ora si mantengono solo più i castagneti localizzati nei posti migliori, più vicini e accessibili;

- La legna prodotta viene venduta per il camino;

- Il lavoro nel bosco è molto pesante, per cui non lo potrò più fare; Mio figlio lo fa nel tempo libero che gli rimane, siccome lavora in cartiera; - Ho fatto l’acquisto di un trattore per poter trasportare la legna fino a Sillico o alla Pieve (l'affitto del camion costa molto);

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INTERVISTA n.4

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

35- 60 anni Pensionato, agricoltore diretto Residente fisso Sillico, abitazione; 15.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

CARATTERIZZAZIONE dei SISTEMI TRADIZIONALI:

- Quando io ero piccolo a Sillico era sempre tutto coltivato, fino forse agli anni '70

MINACCE-OPPORTUNITA’:

- L'abbandono e la crescita di sterpi è un fattore che provoca il pericolo di incendi che possono mettere in pericolo l'abitato;

- Io sono quasi certo che si vada avanti con il tursimo, però se vogliamo mantenere quello che c'è bisogna fare delle scelte importanti, ad esempio non mettere un inceneritore a Castelnuovo;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.4 Elementi agricoli

riconosciuti: Il PRATO-PASCOLO Il CASTAGNETO CAMPI SEMINATI e ORTI

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Al Monte, podere in cima sopra al parcheggio (lungo 40 m., largo 150 m.);

- Attorno all'abitazione, Collettino

(localizzazione su carta)

- Versante nord verso il torrente Sillico; - Localizzati nelle poche parti pianeggianti del paese;

Caratteristiche morfologiche-strutturali:

- Prati misti, non seminati, pascolati direttamente dalle pecore, sfalciati solo una volta l'anno, con piccoli recinti;

- Piante di castagno innestate senza sottobosco,

caratteristiche della "selva" coltivata; - Molto piccoli, seminati soprattutto a patate

Pratiche associate al

mantenimento: - Mantenimento dei fossi laterali per bruciatura e taglio delle sterpi o degli alberi caduti; - Sfalcio annuale nel mese di luglio per fieno e per rinnovo delle erbe;

- Concimazione con letame delle pecore; - Irrigazione nel periodo estivo a pioggia;

- Pulitura della selva due volte l'anno, a fine raccolta castagne (con soffione) e bruciatura, seconda pulitura a settembre di quello che rinasce con "frullino" per ripulire;

- Raccolta;

- Essiccazione nel metato;

Valore

estetico-percettivo: - Avere il prato davanti all'agriturismo è positivo, se fosse abbandonato sarebbe tutta un'altra cosa; Elevato; - Ogni famiglia, ogni casa tiene pulito il suo orto e lo cura; Valore

storico-culturale: - Legato al pascolamento, alla pastorizia e alla razza delle pecore; Molto elevato; Altri valori: - Valore economico esistente, per allevamento del

gregge (produzione di formaggio, di lana e di agnello, razza "garfagnina");

- Valore economico esistente, per produzione di castagne e vendita del prodotto anche

trasformato;

- Valore economico nullo, solo per uso famigliare

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Gestione di quasi tutti i prati pascoli del paese,

per il pascolo del gregge - Mantenimento di alcuni ettari di selva; - Mantenimento di un orto casalingo;

Altre considerazioni: - Gli animali selvatici brucano il prato (non

permettono il raccolto del fieno) - Esiste un incentivo per il mantenimento del castagneto, ma non è più conveniente perchè copre il 50% della spesa di manutenzione che deve essere eseguita da ditta esterna senza il permesso di poter eseguire la raccolta della legna;

- Un chilo di farina di castagne ora costa 6 - 7 euro.

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.4 Elementi agricoli

riconosciuti: Il VIGNETO I TERRAZZAMENTI e i CIGLIONI **ALLEVAMENTO (pecore di razza garfagnina)

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Dalla parte della Levata erano tutti vigneti da

cima a fondo - Caratterizzano tutta la parte della Levata

Caratteristiche morfologiche-strutturali: - Vigneti terrazzati Pratiche associate al

mantenimento: - Vangatura, cura del vigneto: potature, raccolta dell’uva... - Pascolamento delle pecore, tosatura due volte l'anno, mungitura, parto di agnellini programmato

Valore

estetico-percettivo: - Elevato; - Elevato;

Valore

storico-culturale: - Elevato; - Elevato; - Sì, per mantenimento razza

Altri valori: - Ora la vigna ha uno scarso valore economico,

ma sarebbe possibile valorizzarlo; - Valore economico in fase sperimentale per progetto della Comunità montana

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Tengo una piccola vigna,

- Due o tre persone ci stanno provando ad avere vigne;

- Un proprietario ha impiantato un uliveto su un terrazzamento importante che un tempo ospitava una vigna;

- Cinque allevatori in tutta la Garfagnana;

Altre considerazioni: - Vigneti nella parte assolata, fatti nel versante nord le viti non avevano senso;

- Ultimamente alcune persone in Garfagnana provano a fare il vino e viene;

- Le protezioni di orti e vigneti, oggi, per la difesa dagli animali selvatici, posso essere anche non esteticamente piacevoli;

- La mancanza di strade ha fatto in modo che nessuno continuasse l'attività nella Levata, e tutta quella zona è stata abbandonata;

- Contratto con Comunità Montana per

allevamento delle garfagnine in cui viene dato in "uso" il gregge stabilendo un prezzo forfettario per pecora che deve essere restituito se l'allevatore rinuncia a mantenere l'allevamento. Passati tre anni è possibile rinnovare il contratto oppure divenire proprietari del gregge che non viene più sovvenzionato dalla comunità montana; - Proposta: deve ritornare possibilità di macellare gli agnelli in casa, ora è troppo complicato;

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INTERVISTA n.5

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

65 - 85 anni Pensionati, coltivatori hobbisti Residenti fissi Sillico, abitazione; 15.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

MINACCE-OPPORTUNITA’ o PROPOSTE:

- (abbandono e difficoltà) Dal momento dell'industrializzazione è iniziato un grosso spopolamento, che ha interessato tutta la vallata, specialmente questo piccolo paesaino dove non c'è passaggio di persone;

- Coltivare una selva ora non gli rende, non gli rende... se uno non ha lavoro, lo può fare... solo per il sabato e la domenica, se fossero a casa... e poi il metato chi lo tiene? Solo le persone anziane come noi possono andarci, perchè non abbiamo altro lavoro, e possiamo starci un mese dietro;

- Molti campi ora sono deserti, sono mandati a base di fieno, anche se sono calate le bestie perchè nessuno riesce più a tenerle, anche perchè siamo tutti anziani, i giovani vanno via, e poi se uno vuole farsi il formaggio deve fare cucina tutta a base di mattonellata, e averlo con il pedale sotto, acciaio... è una spesa enorme! Adesso ci vuole la partita IVA, ci vuole tutto per vendere...

- Queste cose qui falle presente nelle aule vostre... siamo un piccolo paesino a 700 metri, e bisognerebbe guardare anche a queste genti qui, che danno un benessere alla nazione - (allevamento razze autoctone) C'è un rilancio della razza garfagnina della pecora;

- (animali selvatici) Un tempo avevamo anche dei campi di granturco, che però adesso non si tengono più, perchè un anno i cinghiali hanno fatto una strage, hanno mangiato tutto il mais... era una mamma cinghiale con 6 o 7 maialetti, e hanno finito tutto; le bestie le hanno buttate, forse la comunità montana, dopo che l'attività agricola è cessata e che le persone hanno messo "incolto" il loro campo... ma loro lo hanno messo incolto per non pagarci le tasse, ma non è mica ero che è incolto;

DESCRZIONE di PRATICHE TRADIZIONALI:

(pulitura delle castagne)

- I nostri genitori facevano le "taschette", sacchi di tela che venivano sbattuti conto un ceppo; successivamente le donne prendevano le castagne e le facevano saltare nelle vassoie di legno, e le donne facevano volar via la pula, poi le davano ad altre donne che le rifiniva. Ci stavamo in 7-8 persone al metato, e poi erano pronte per il mulino; questo avveniva cica 100 anni fa( fino agli anni '20); successivamente è arrivata la macchina, che si portava a mano, da una selva all'altra;

La sacchetta era un sacco di tela molto forte, a volte veniva fatto con i sacchi delle poste, erano piccoli;

Il ceppo era di castagno, e si batteva anche in 4 persone, tutti ritmati in maniera da non battere insieme; quando le castagne venivano levate da queste sacche si vuotavano nella vassoia, possibilmente con un po' di vento che portava via la pula; successivamente ci andava la scelta, fatta a mano, e la rifinitura.

(produzione di miele)

Il mio genero fa l'apicoltore, ma quest'anno le api muoiono tutte; al Sillico c'è solo il mio genero e un altro ragazzo;

Un tempo il miele si faceva nei tronchi di castagni svuotati, sporcati dento di miele, si facevano tra fori nel tronco e le api ci andavano dentro, costruivano "bresche" come le chiamiano noi, ee facvevano quel miele giallo.. ci vuole l'acqua vicina. In primavera, il "bugno" (il tronco) si riempiva con lo zolfo e si ccidevano le api... si prendevano le bresche e si mettevano in una catinella... era il notro vivere, il nostro vivere per diverso tempo; eran BONE da matti!

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(la pastorizia)

In questo podere sopra casa mia c'erano tante pecore, tante vacche e tanti prati. D'inverno le pecore si mandavano anche nel bosco a pascolare le ginestre e l'erica... di primavera se c'era qualche costa inerbita... e poi sempre nella selva, a pascolare sotto i castagni. A Capraia, dove ci sono tante pietre, più che altro tenevano le bestie

I pascoli un tempo erano le coste, ma un tempo le pecore si facevano pascolare nelle selve, e di inverno si tenavano nelle capanne e gli davano fieno, e un po' di castagne non vendute, bollite. E una droga d'acqua, con della semola che si riusciva a comprare

Negli anni '40, '50, ce n'erano tante di pecore... che si mungevano fino a mezzogiorno... il latte veniva unito a quello delle vacche

Il fieno si ricavava dai muri pieni di sassi (i muretti a secco). Per fare il fieno sul poggio si usava il falcetto, per i campi piatti si usava la "fera".

La ricotta che si produceva veniva portata alla Pieve, si vendeva e ci si procurava la pasta, lo zucchero e via.. i pane non si comprava perchè la mia mamma lo produceva da se.. anche il sale si comprava. Questo succedeva negli anni '50.

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale

intervista n.5

Elementi agricoli

riconosciuti: Il CASTAGNETO da FRUTTO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- La parte sopra il fiume Sillico era tutto castagneto, il versante nord;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: Pratiche associate al

mantenimento: - Pulitura della selva con il decespugliatura a metà di agosto; Seccatura e bruciatura dei residui; - A ottobre iniziano a cadere le castagne , le quali possono cadere sole (con l'apertura della bocca del riccio) oppure insieme alle foglie, a seconda della stagione; Le castagne vanno raccolte subito perchè a contatto con la terra possono marcire; La raccolta avviene normalmente a mano, oppure tramite aspiratori che però richiedono una pulizia molto accurata perchè non è selettivo; in due persone impieghiamo 25-20 giorni per raccogliere la selva; Le castagne raccolte tramite aspirazione devono poi essere selezionate; Stesso tempo per la raccolta mano e quella con l'aspiratore;

- L'albero può essere ripulito ogni 3-4 anni, fino a 10 anni, a seconda delle condizioni, mentre i polloni che crescono dalla parte basale vanno tolti e ripuliti ogni anno;

- Le castagne seccano una cinquantina di giorni, perchè devono ingiallire e seccare bene altrimenti hanno un gusto rancido; nelle annate brutte, umide e piovose le castagne prendono un cattivo sapore; Il metato attivo va visitato due volte al giorno, per mantenere il fuoco; Il fuoco nel metato va mantenuto acceso sempre, mettendo due ceppi grandi con al cento della legna più piccola, e poi si ricopre con la "pula" dell'anno precedente, cioè la buccia delle castagne seccate l'anno prima; si usa solamente legna di castagno; Poi il metato si tappa; Questa operazione si ripete la sera e la mattina; La stessa operazione viene ripetuta per 50 giorni, sempre; Le castagne si rigirano dopo 25 giorni, a metà seccatura;

- Per la sbucciatura della castagna c'è una macchina che butta fuori la buccia da una parte, la castagna pulita da un'altra e i "pesticci", cioè le castagne rotte o sminuzzate da un'altra parte; La pelle sotto il guscio a volte deve essere tolta;

Valore

storico-culturale: - E' un'attività che viene svolta da molte generazioni e che fa parte della nostra cultura e della nostra tradizione; Valore

estetico-percettivo: - Una selva mantenuta pulita è come un giardino; Quando il metato è acceso, l'immagine ti rimane dentro ;

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Gestione di una selva; Gestiamo 4 ettari di selva, però ora riusciamo a tenerne solamente 2, quella sul "pianetto", quelle più facili; Quest'anno abbiamo venduto 300 euro le castagne e 6,5 o 7 euro la farina; I nostri castagneti sono tutti innestati, e spesso anche "salvati" dalla malattia;

Noi abbiamo una decina di qualità di castagne, la farina viene meglio a mischiare le castagne;

Altre considerazioni: - La farina noi la facciamo con i metodi tradizionali, nulla di cambiato rispetto a un tempo; Per raccogliere le castagne si sta tutto il giorno lì, si mette un tavolo, si prepara il forno... (parte della tradizione)

- A Sillico nel 2008 hanno funzionato 6 o 7 metati. Altri anni ne funzionano 10, altri solo 5; Quando io ero ragazzo c'erano oltre 50 metati funzionanti; E' da 30 anni che ora c'è una malattia che secca i rami e ora arriva fino alle radici;

- Problematica degli animali che mangiano le castagne cadute e le giovani piantine, danneggiando la corteccia delle piantine piccole anche sfregandoci le corna;

- A volte la castagne si fanno seccare tutti insieme, per fare andare un metato solo altrimenti non ne varrebbe la pena... e per riprendersi le proprie castagne, si misurano in fustini di 50 kg, si fanno pieni, e di 3, te ne ridanno uno pulito;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.5 Elementi agricoli riconosciuti: La VIGNA Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Nella parte del versante sud-est, la levata del sole; - Le viti arrivavano fino al fiume

- Le vigne finivano prima della zona chiamata "Grotte"

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - La vigna tradizionale è terrazzata con muretti a secco inerbiti; - Le file vengono fatte con pali di legno di castagno, poi si pianta ogni vite a uno, e poi cresce tutto intorno legata, con i fili;

Pratiche associate al

mantenimento: - L'impianto delle viti ora avviene con le barbatelle che vengono messe in piccole fosse con il fondo provvisto di uni strato di concime (stallatico) con sopra un pochino di terra, da non far bruciare le radici; - Si passa con la fresa per togliere l’erba tra i filari;

- Alla vigna viene dato il rame e lo zolfo almeno 4 volte, dipende dalle annate;

Valore

storico-culturale: - Un tempo le vigne erano un vanto per la gente del posto; Valore

estetico-percettivo: - Un tempo la levata del sole era un distesa molto bella di vigne e boschi.

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Quest'anno ne ho piantate 120-130 e neanche una mi ha sbagliato;

- Io ho fatto lo chadonnay e il pinot dolce, che ci voglio fare lo champagne, anche un po' di moscato abbiamo.. lo usiamo con un 10% dentro per dare il profumo; ora sto ripiantando il "brugiolé", che viene una specie di rosato...

- La nostra vigna è al Marzolino;

Altre considerazioni: - Per tenere le vigne ci vuole tanto lavoro e tanta passione;

- Il vino che si faceva qui veniva meglio che adesso, si faceva sia il bianco che il rosso;

- Il vino buono veniva fatto con tante qualità di vite mischiate, sicchè non ha un nome preciso ma viene chiamato "vino rosso" o "vino bianco";

- Le viti vanno dietro anche alla terra in cui vengono piantate la sabbia di pianura non fa bene al vino; la meglio terra è quella dove c'è la terra calcarea; - Ora gli animali selvatici mi sciupano tutte le viti, devono mettere reti alte 2 metri;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale

intervista n.5

Elementi agricoli

riconosciuti: I CAMPI di PATATE

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- soprattutto nella parte sotto il paese, verso Bargecchia, Sassatecchia...

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - Il campo non ha recinzione; sono campi pari, livellati; Pratiche associate al

mantenimento: - In aprile bisogna fare una bella concimata, si usa il concime di stalla di pecora, spargendolo con il motocoltivatore, il concime si sparge; - In seguito si ara, nei primi di maggio, girando la terra. Dopo tre-4 giorni si passa la fresa per sminuzzare bene la terra. Dopo si aspetta ancora un po' che la terra si asciughi(3-4 giorni), in seguito si fanno i i solchi con una motozappa, e si solca tutto. Una volta si facevano a zappa;

- Fatti i solchi si spezzano le patate a metà, comprate. La parte affettata va messa nella terra, e poi si ricopre con il rastrello. Una pianta ogni 30 cm. Dopo 15 giorni le patate vengono su dalla terra. Allora si zappa e si tolgono le erbacce; poi si fa una rincalzatura per far crescere la pianta. Quando siamo a luglio ci si mette l'irrigatore; Il rame va messo subito quando si irrigano, che serve per fare andare via gli insettini (dorifera) e anche gli animali. Rame ogni 15 giorni. Irrigazione la mattina;

- I primi di settembre la pianta si vede tutta secca, e va sfalciata e bruciata. - Successivamente si riprende l'aratrino e si scalzano le patate da sottoterra; - Nella preparazione del campo i campi non devono avere sassi;

Valore

storico-culturale: - I campi seminati erano un patrimonio e ogni famiglia ne aveva uno, chi più grande, chi più piccolo; Valore

estetico-percettivo:

Altri valori: - Le patate al Sillico vognono bene e si vendono bene, ora il prezzo è 8 euro (cosa??);

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Noi quest'anno abbiamo fatto 20 quintali di patate, c'è chi ne fa anche 30 quintali di raccolta.

- Nel nostro campo si portano 2 quintali di seme; Il nostro campo è di 2000 metri, al marzolino; per cavare la patate nostre ci mettiamo tre giorni;

Altre considerazioni: - Le patate che si comprano al supermercato ci mettono il sale ed il veleno per proteggerle dagli insetti... però, poi queste sostanze vanno per forza in terra e finiscono dentro la patata. Le nostre patate sono più genuine e ce le chiedono tutti. Per noi è molto importante non mettere diserbanti o veleni che poi scendono nelle patate e si mangiano e sono pericoloso;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.5 Elementi agricoli

riconosciuti: Il BOSCO (riconosciuto dalla figlia giovane) Il TERRAZZAMENTO L’ALBERO di GELSO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Zone di vecchi castagneti da frutto

ri-naturalizzati - Alberi di gelso lungo i bordi delle strade del paese e lungo i campi;

Caratteristiche morfologico-strutturali:

- Boschi di latifoglie, prevalentemente castagni, in cui ora è spuntato il sottobosco e giovani piante;

- Possono essere fatti di pietra o di "pelliccia", che è lo strato erboso dei prati;

- La maggior parte dei terrazzamenti ha qualche pietra e poi veniva mantenuta l'erba utile a fare il fieno da dare alle bestie;

Pratiche associate al

mantenimento: - Ripristino delle parti che cedono, di volta in volta;

Valore

storico-culturale: - E' sempre stato un elemento importante perchè serviva a molte cose; - La coltivazione del gelso era molto importante un tempo, quando nel paese veniva prodotto il baco; Le piante di gelso sono rimaste, e quelle sono importanti;

Valore

estetico-percettivo: - Per escursioni, paessaggiate... - La parte a sud era tutta terrazzata, bellissima; Altri valori: - Valore ricreativo tramite l'uso ed il

accoglimento dei prodotto del sottobosco (mirtilli, piccoli frutti, lamponi, funghi...)

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

Altre considerazioni: - La coltivazione del baco avveniva all'epoca dei

nonni (inizio '900), poi lentamente è scomparsa, però mi ricordo le storie;

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INTERVISTA n.6

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

65 - 85 anni

35 - 50 anni Pensionato, coltivatore Coltivatore diretto Residenti fissi Sillico, abitazione interlocutori, 16.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

MINACCE-OPPORTUNITA’-PROPOSTE:

- (amministrazione) Problematica della strada: i fossi devono essere fatti in tralice, una vota finiti i lavori tutti battevano la macchina... i lavori non vengono fatti ascoltando la gente che abita sul posto... e infatti si sono fatti criticare da tutti.... questo lavoro è costato 35.000 euro... vabbè. Un minimo di assistenza alle cose è necessario.

- (il coniferamento)Ho visto fare un esperimento negli anni '55-'70: eliminare il castagno e piantare il pino e l'abete in Garfagnana.. non ce n'è più nessuno.. rimangono alcune piante, ma queste piante non sono buone a nulle, la tavole erano storte e non veniva un buon legname, inoltre l'albero impiega molto più tempo per crescere; sono soldi buttati nel fuoco , ma ci dovrebbe un discorso di dialogo tra enti e comunità locale, in modo che l'errore non venga fuori a 100%, lavorando insieme si va molto lontano, lavorando ognun per se non si va da nessuna parte;

- (l’abbandono e il riotorno) Il valore questi posti è enorme, perchè se qui non ci fosse nessuno entro 2 -3 anni non esisterebbe più nulla, perchè nel momento nell'abbandono le macchie, le foreste, intervengono i disastri atmosferici, gli incendi... senza controllo con puoi tenere il territorio con una visita ogni tanto; allora il grande valore è l’attaccamento a questo posto, il fatto di averci creduto anche quando tutti se ne sono andati... e poi i fatti mi danno ragione, perchè c'è la crisi. Un tempo sì che la Garfagnana era un parco, che così non la si potrà rifare nemmeno volendo... non esiste poter rifare quello che era allora; le mulattiere che raggiungevano i casolari erano mantenute dagli enti e i comuni. - L'abbandono riguarda anche il mercato che sta attorno ad un territorio, che non rende più nulla sostenibile... anche la mancanza di controlli comporta questi problemi; - Un tempo lungo questa vallata ci sono c'erano 40 famiglia, circa 400 persone Ora sono rimaste in tutto 4 famiglie, in tutta la vallata fino a S.Pellegrino, tutto il resto è totale abbandono; in questi posti abbandonati, ora stanno tornando a sistemare il casolare per venirci d'estate, la mentalità di ritorno esiste già, anche un mercato che cercano vecchi ruderi per poterlo rimodernare... nulla a che fare con la coltivazione; questo ritorno è comunque possibile perchè c'è bisogno di punti di riferimento presenti sul territorio, senza le perone stabili non ci sarebbero più le strade, il fattore di sapere che c'è cmq qualcuno nelle vicinanze; per cui la prima cosa da fare è mantenere le persone sul posto... ma questo dall'ente non è ancora stata capita per davvero, non c'è riconoscimento per questo ruolo di presidio del territorio in ambiti difficili;

- La resa di chi coltiva in condizioni facili sono molto maggiori, con spese molto minori... le leggi e gli aiuti devono essere diversi; altrimenti l'abbandono non è inevitabile, e non c'è praticità nè esperienze pregresse per i giovani... ci deve essere una certa conoscenza del luogo, un giovane privo di esperienza non ce la può fare da solo qui, le difficoltà sono enormi... devono essere affiancati da persone del posto che lo indirizzino.

-(la valorizzazione) L'unico sistema per la sopravvivenza della Garfgnana è il turismo e la valorizzazione dei prodotti locali.. perchè quel turista che arriva in Garfagnana, deve trovare il prodotto di tradizione direttamente, senza metterne in mezzo altri.

- Ora è importante fare un discorso di produrre ciò che viene meglio nel posto in cui siamo, e usarlo per poi comprare le cose che qui non vengono. Certo, un tempo qui dovevano prodursi tutto il necessario per vivere, ma adesso con le strade e tutto il resto diventa molto più semplice fare questo discorso; I prodotti dell'azienda siamo cercando di farlo rimanere il più possibile qua dentro, facendoli consumare qui, perchè per le persone che vengono qui è importante trovare i prodotti del posto... il consumare più vicino possibile è il massimo guadagno per il produttore, che riesce ad associare prodotto finito e ambiente;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.6 Elementi agricoli riconosciuti: Il CASTAGNETO Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Lungo tutto il versante nord, attorno all’azienda;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: Pratiche associate al

mantenimento: - Graduale potatura delle piante e mantenimento del sottobosco pulito; la potatura serva per togliere quello che viene fuori sotto l'innesto, in modo da mantenere vigoroso quello che c'è sopra l'innesto; - Noi avendo il bestiame l'80% lo fanno loro, più nel mese d'agosto una passata a mano, in modo da tenere pulito per poi raccogliere le castagne; - Seccatura delle castagne nel seccatoio:

Valore

storico-culturale: - Molto elevato;

Valore

estetico-percettivo: - L'aspetto estetico del mantenimento della selva è enorme, d'estate qui ci passa tanta gente, e io noto che poter girare tra castagneti e stradelli la gente va via "rinata"... certo bisogna calcolare che tutto funzioni, soprattutto le strade;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Noi manteniamo una selva di 5 ha. Per noi la scelta del mantenimento del castagneto è stato un discorso di valorizzazione del posto;

- La promozione "adotta un castagno", attraverso il pagamento di 75 euro all'anno, rende a chi de.. 5kg di farina dolce, 5 kg di castgna seccate, 10 kg di castagne fresche, un flacone di miele o farro del posto, e poi una merenda offerta dall'ente in ottobre, per 75 euro all'anno. L'occasione della maxi-merenda è una buona occasione per far conoscere il territorio, far andare la gente nella selva...

Altre considerazioni: - Il Garfagnana il caastagneto è nato nel 1500- 1600.

- Al castagneto è mancato il mercato del prodotto, anche se qui si cerca di fare la farina tradizionale, ma manca la quantità di prodotto che impedisce di entrare nel grande mercato; chi raccoglie le castagna adesso non realizza niente... un discorso è per le castagne di grande qualità (la marrona, ad esempio). Ora per un chilo di castagne si ricavano 25 centesimi... se pigliassimo 2 euro il chilo allora sì che le raccoglieremmo.

- Gli enti pubblici avrebbero dovuto spingere il discorso della farina di castagne ma a monte, creando un mercato buono, così si è un po' tagliato il discorso. Un problema è anche l'introduzione di farina non garfagnina, che viene da fuori... perchè da noi la farina arriva a dicembre, dopo la raccolta e l'essiccazione... Ora ad ottobre si trova sul mercato la farina dolce, con il nome farina garfagnina... è farina di cattiva qualità, che dimininuisce il credito. - Per il discorso della fruizione turistica del castagneto bisogna calcolare che tutto funzioni, soprattutto le strade;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.6 Elementi agricoli

riconosciuti: Il BOSCO di FAGGI (la macchia) Il PRATO-PASCOLO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Dalla fine dei castagneti, dai 100 metri in su;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - fustaie di faggio con sottobosco produttivo; - Prati in pendenza inerbiti, terrazzati con muretti a secco che non si vedono più*; Pratiche associate al

mantenimento: - Ora si cerca la direzione dell'alto fusto, tutto vuole diventare alto fusto; - Pascolo alternato in quattro sezioni recintate; - Falciatura a zero ogni due o tre anni a turno, a giugno, luglio (decespugliature e falciatrice)... perchè la riduzione solo a pascolo crea una selezione per le piante poco appetite per gli animali;

- La parte terrazzata va ripristinata di volta in volta;

- Irrigazione a pioggia per far crescere l'erba anche d'estate, irrigazione secondo il bisogno del terreno;

- Concimazione con concime di stalla, fatta a mano su ogni terrazzamento (ci vuole un 20 giorni nelle condizioni dell'azienda intervistata); concimazione a fine inverno, su suolo non ghiacciato;

Valore

storico-culturale:

Valore

estetico-percettivo: - Importanti per la fruizione turistica delle zone più naturali; - Il valore paessaggistico del prato è molto elevato perchè si mantiene sempre pulito e verde, grazie all'irrigazione (anche d'estate)

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- La comunità montana gestisce le macchie, ripristinando gli stradelli;

- Sfruttamento dei prodotti del sottobosco per produrre marmellate e prodotti trasformati;

Altre considerazioni: - Un tempo la macchia veniva mantenuta tagliando gli alberi e si dava molta importanza ai prodotti del sottobosco;

- L'alto fusto qui non viene bene perchè la roccia è molto superficiale... e poi non ci sono più mirtilli, lamponi, fragole, funghi...l'alto fusto non è buono per il sottobosco; l'alto fusto lo fanno per mantenere il verde per la Garfagnana, per la gestione idrogeologica, anche se secondo me si sbagliano, un sottobosco migliore frena meglio le acque;

- *Il prato-pascolo è posizionato in zona tutta terrazzata, ma la murettatura non si vede più perchè è stata ricoperta da una grossa quantità di terra che è venuta giù nel corso degli anni dell'abbandono; se si scavasse sotto si troverebbero le pietre. I pezzi smottati devono essere recuperati velocemente perchè si portano dietro tutto quello che c'è attorno;

- Un tempo, quando c'era la vangatura a mano, la terra si ritirava verso monte, e si solcavano i muretti in modo da governare le acque in modo che non facessero danni; - Il sistema di irrigazione parte da qui e arriva fino a Sillico, funziona con turni di utilizzo;

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INTERVISTA n.7

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

65 - 85 anni Pensionato, coltivatore hobbista Residente fisso Sillico, all’aperto, 16.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

MINACCE-OPPORTUNITA’-PROPOSTE:

- (l’abbandono) Io sono pessimista, perchè oramai manca la componente principale, cioè la gente. Le persone di un tempo pian piano muoiono, non c'è ricambio con i giovani, non c'è continuità, c'è lo sviluppo di un altro sistema economico, c'è stato un distacco grosso tra la vita di oggi e la vita di ieri... qualche vecchietto ancora mantiene il territorio e mantiene attive certe attività... se si pensa alle ore che ci vanno per fare questo tipo di attività, non ne vale proprio la pena;

- (la cooperazione)Nei posti dove c'è ancora gente, ad esempio dove c'è una cooperativa il discorso della coltivazione ancora fattibile. Un grosso problema è che non si è mai potuto fare un consorzio qui, per una realtà troppo frammentata dei campi e delle proprietà.. ora si potrebbe anche fare un discorso del genere, mettendo insieme il pezzo di terra che ognuno ha si potrebbe allevare un buon gregge di pecore, in modo da fare una produzione buona di formaggio... però... che gente potrebbe fare un discorso del genere, che richiede molta attenzione?

- (nessun agricoltore) Di attività agricola attiva c'è solo il Pallera, poi c'è il Turri, prima di Trescaia, e poi Trescaia, con babbo e mamma molto vecchi il figliolo lavora fuori, l'azienda è intestata alla moglie che però non è abile a fare nulla; chi coltiva per davvero è il Memo, un pensionato che va lì a dare una mano... in più il figlio che nel tempo libero fa qualche lavoro;

DESCRZIONE di PRATICHE TRADIZIONALI:

(mietitura e trebbiatura del grano)*

- Un tempo c'era un grano che veniva chiamata scandella, con solamente due file di cariossidi sulla spiga... poi vennero introdotte nuove varietà, tipo l'avanzi, che avevano spighe elle piene; inoltre c'era poca disponibilità di campi e di posti per coltivare il grano;

- Il grano veniva segato e fatto a mennelli, più piccoli perchè erano più maneggevoli, poi veniva accatastato in mete, dove il gano seccava per bene, dopodichè venuto battuto a mano con dei bastoni chiamati cerchie e poi trebbiato con le vassoie (quelle per le castagne), per separare la pula. Poi dopo venne la macchina, allora si buttavano i mannelli nell'imboccatura e la macchina faceva uscire granelli, paglia e pula... con la forca si toglieva la paglia e poi si levava la pula con la macchina per spulare, che si rigirava e aveva un ventola. Poi venne la macchina che usiamo ora nelle rievocazioni storiche, che separava tutto, grano, paglia e pula; poi il grano si prendeva in collo e si portava al mulino;

DESCRZIONE di SISTEMI TRADIZIONALI:

- Il maiale un tempo era un'altra risorsa per vivere che avevano quasi tutte le famiglie, veniva tenuto nel porcile, nella capanna

- Nelle sere invernali, per riposarsi si tesseva il valletto, che aveva una fossa per portare il concime delle mucche o delle pecore nei campi;

- In passato la maggior parte delle persone che lavorava la terra erano contadini e pochissimi proprietari terrieri; c'era molta miseria e la gente si arrangiava così... - I noci a Sillico erano molti, e l'olio di noce serviva oltretutto per fare luce nei lumini; ora è una pratica completamente scomparsa;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.7 Elementi agricoli

riconosciuti: La VIGNA I PRATI-PASCOLO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Soprattutto nella parte che guarda a sud l'uva maturava bene... un tempo

l'uva era giù verso il basso, prima non era qui in paese - Attorno al paese, dove c'erano coste erbose;

Caratteristiche

morfologico-strutturali: - La vigna è sempre stata terrazzata;

Pratiche associate al

mantenimento: - Il pascolamento delle pecore sui ciglioni erbosi e sfalciatura dei muretti a secco per procurarsi foraggio;

Valore

storico-culturale: - Sì, elevato per il valore storico e l'importanza che avevano un tempo Valore

estetico-percettivo: Molto elevato perchè permetteva un ottimo mantenimento del terrazzamento; Altri valori: Non ha valore economico, non sarebbe nemmeno vino commerciabile;

Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

Altre considerazioni: - Qui si produceva un ottimo vino che veniva esportata nei dintorni, a spalle,

- L'uva veniva messa nel bigoncio fatto in legno che si portava in colla con la bardella e si facevano due viaggi al giorno dal fondo della vallata, per riportarla in paese, lavorando da stelle a stelle... era un bel sacrificio; - Ora tutto quello è bosco;

- **Era un sistema di muretti a secco molto complesso, che venivano ripristinati e tenuti costantemente

- Ripristinare i vigneti è pressochè impossibile, sono stati abbandonati anche i vigneti della parte bassa di Fosciandora, dove il vino veniva davvero bene; - Il terrazzamento che c'era un volta era molto esteso;

- Questa vigna è abbandonata da 20 anni, qui ci veniva il vino molto buono, era tenuta dal padre dell'onorevole Biagioni;

- Per me ricordare queste cose è un po' come riviverle

- Il pascolo è l'unico elemento che potrebbe portarsi avanti;

La collaborazione ora sarebbe più fattibile perchè si riduce la difficoltà di dover rispettare i limiti del pascolo della pecora;

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Dati elemento del paesaggio agricolo tradizionale intervista n.7 Elementi agricoli

riconosciuti: L’ALBERO di GELSO Il CASTAGNETO Il CAMPO SEMINATO

Localizzazione dell'elemento, contesto:

- Il gelso era sparso per tutto il paese,

Caratteristiche morfologico-strutturali: Pratiche associate al mantenimento: Valore

storico-culturale: - L’allevamento dei bachi da seta era un'importante risorsa, soprattutto per le donne; via santa Lucia sembava una strada dorata!

- Il gelso è come un monumento, io chiamerei Sillico il paese "del gelso"

- Elevato; storicamente la risorsa più

importante; - Tradizione importante della coltivazione del grano;

Valore

estetico-percettivo: - E' un bell'albero dalla frasca molto verde, che rende vario il paesaggio;

Altri valori: Ruolo nella manutenzione o esempi di manutenzione:

- Mantengo i geli sul bordo dei miei campi;

Altre considerazioni: - La farfalla del baco da seta faceva le uova e in certi periodo dell'anno, quando c'era la presenza della frasca, le donne prendevano i semi avvolti in un pannolino e se li mettevano in seno per farli schiudere. Lo facevano le donne perchè

conducevano una vita più tranquilla.

- Da Fosciandora venivano a prendere le frasche per portarla giù, perchè qui ce n'era no molti e venivano bene;

- I soldi poi servivano per comprare altri beni importanti;

- La tradizione della mietitura e trebbiatura del grano viene praticata ancora oggi*

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INTERVISTA n.8

Fascia età: Professione: Relazione con il luogo: Luogo e data:

35 - 50 anni Dipendente, coltivatore hobbista Residente fisso Sillico, abitazione, 16.02.09

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

MINACCE-OPPORTUNITA’ e PROPOSTE:

- (attività agrituristica) Secondo me nei prossimi anni si potrà assistere ad una diminuzione dell'attività agrituristica con trasformazione dell'attività agrituristica in attività semplicemente turistica; anche perchè come può un contadino avere un reddito maggiore derivante dall'attività agricole rispetto a quella derivante dall'attività turistica? ...soprattutto in queste condizioni di montagna... quindi appena cade il discorso del contributo.. flop; Noi qui infatti abbiamo deciso di dedicarci solo all'attività turistica;

- (coerenza politica) Io non vedo coerenza politica, non c'è logica di fondo... e questo punto è molto importante, perchè questo territorio non ha altre risorse... se ogni giorno si contrappongono incentivi.. per mantenere il castagneto, ad esempio, e il giorno dopo incentivi e misure per lo sviluppo dell'industria, allora così non si va avanti, perchè sono forze contrapposte che non possono coesistere felicemente; Io ad esempio mi sono battuto per contrappormi al quadruplicamento del termovalorizzatore di Castelnuovo Garfagnana perchè politicamente tornava comodo gestire i rifiuti di Lucca in Garfagnana, solo che c'è una legge regionale in cui si dice che un distretto rurale di qualità dove te non puoi avere smaltimento di rifiuti concomitanza con DOC, DOP e IGP, allora bisogna fare una scelta o fai, la qualità o i rifiuti. Questa legge regionale non l'ha cagata nessuno;

- (coesione politica) Manca molto la coesione tra i comuni, che dovrebbe essere portata avanti dalla comunità montana;

- (sul parco naturale) Il nostro territorio è situato tra due parchi, quello delle Alpi Apuane e quello dell'Appennino, ed è una gran ricchezza di avere due ambienti così diversi in piccolo spazio.. anche se negli ultimi anni i comuni hanno fatto a gara per non fare parte del parco dell'appennino, perchè ci sono gli interessi dei cacciatori, degli usi civici... - (sviluppo industriale della Garfagnana) Io credo poco nello sviluppo industriale della Garfagnana, e basta guardare il sistema delle infrastrutture viarie per capire che non è un settore adatto... ad esempio si sarebbe potuto incentivare un discorso di piccola azienda, non so, ad esempio artigianato di qualità, che abbiano un grande valore aggiunto e molta meno mobilitazione merci; qui siamo andati avanti con le cave di marmo dove oggi ci lavorano quasi esclusivamente extra-comunitari, che accettano condizioni di lavoro più dure; - (cooperazione) Il discorso di cooperazione potrebbe essere molto importante per sostenere il discorso del mantenimento del territorio;

- (fruizione del territorio) L'elemento successivo è la fruizione del paesaggio, perchè se sei riuscito a creare un paesaggio, poi devi fare in modo che le perone ne posano usufruire in qualche modo... qui entra il discorso del mantenimento dei sentieri, che poi non sono altro che antiche vie di comunicazione rurali, e la fruizione del paesaggio significa anche poi andare a vedere il paesaggio da angoli diversi... anche paesaggi non semplici da esplorare. 10 anni fa ho fondato un'associazione che si chiama APIANS che ha creato itinerari che permettessero al fruitore occasionale del territorio delle esperienze non comuni, tipo visitare l'Orrido di Botri... itinerari per persone anche prive di attrezzatura... anche per quanto riguarda la visita degli ambienti carsici che abbiamo qui sulle Apuane; abbiamo anche cercato di fare sviluppare il discorso degli itinerari a cavallo, itinerari con la bicicletta... Il discorso della fruizione è particolarmente importante perchè permette il mantenimento delle attività presenti sul territorio, in quanto i due tipi di attività si influenzano

positivamente a vicenda... anche l'allevamento di animali da soma, cavalli e asini, è particolarmente incoraggiato dal fatto che possano esistere vie percorribili.. se il cavallo ha solo un costo nessuno lo riporta... c'è la creazione di una rete positiva. In questo senso la normativa è complessa e non aiuta assolutamente queste dinamiche. Una facilitazione di questo tipo aiuterebbe un più profondo sviluppo del paesaggio; Il mantenimento di certe caratteristiche del territorio sarà sempre più legato al discorso economico che il paesaggio si porta indietro.

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