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Animali e Mostri nell'Inferno dantesco - Un'analisi onomasiologica secondo il sistema concettuale di R. Hallig e W. von Wartburg

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Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica

Corso di Laurea Magistrale in Lingua e Letteratura Italiana

Tesi di Laurea Magistrale

ANIMALI E MOSTRI NELL’I

NFERNO

DANTESCO

Un’analisi onomasiologica secondo il sistema concettuale

di R. Hallig e W. von Wartburg

RELATORE

Prof. Fabrizio FRANCESCHINI

CORRELATORE

Prof. Mirko TAVONI

CANDIDATO

Leonardo CANOVA

(2)
(3)
(4)

4

S

OMMARIO

Introduzione ... 6

1. STRUMENTI E OBIETTIVI ... 10

1.1. Il Begriffssystem als grundlage fṻr die lexikographie ... 10

1.1.1. Premesse Teoriche ... 10

1.1.2. Struttura del sistema concettuale ... 14

1.1.3. Il sistema concettuale nel presente lavoro ... 25

1.2. Il DAG, il DAO e le prime realizzazioni pratiche del sistema ... 27

1.3. Gli antichi commenti alla Commedia ... 29

1.4. Il vocabolario e il corpus TLIO ... 30

1.5. DanteSearch ... 31

1.5.1. Lemmatizzazione e marcatura grammaticale ... 32

1.5.2. Annotazione sintattica e delle parti mimetiche ... 34

1.5.3. Il motore di ricerca ... 38

1.5.4. DanteSearch nel presente lavoro: l’annotazione lessicale ... 38

1.6. Obiettivi Primari ... 45

2. GLI ANIMALI DELL’INFERNO DANTESCO... 48

2.1. Collocazione ragionata dei termini ... 48

a) GENERALITÀ ... 48 b)IQUADRUPEDI ... 83 c) GLI UCCELLI ... 113 e)I PESCI ... 124 f) IRETTILI ... 126 g) GLI ANFIBI ... 133 h) I MOLLUSCHI ... 134

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l) GLI INSETTI ... 142

m) LE MALATTIE DEGLI ANIMALI ... 148

n) GLI ANIMALI FANTASTICI ... 148

3. I MOSTRI E L’IBRIDISMO NELL’INFERNO DANTESCO ... 156

3.1. I mostri ... 156

3.1.1. Collocazione ragionata dei termini ... 157

3.2. L’eteromorfia o ibridismo antropozoomorfico ... 166

3.2.1. Minosse, canti V e XXVII ... 168

3.2.2. Cerbero, canto VI ... 176

3.2.3. Le Arpie, canto XIII... 193

3.2.4. Gerione, canto XVII ... 199

3.2.5. La “fiera compagnia” dei Diavoli, canti XXI-XXIII ... 223

3.2.6. Il Centauro Caco e i Ladri, canto XXV ... 231

3.2.7. Lucifero, canto XXXIV ... 252

3.2.8. Il fenomeno nel suo insieme ... 270

4. STATISTICHE E ANALISI DEI DATI OTTENUTI ... 274

4.1. La divisione per classi animali ... 274

4.2. La distribuzione delle occorrenze nei vari canti ... 276

4.3. Animali dell’Inferno e animali nell’Inferno ... 291

CONCLUSIONI ... 299

Prospettive Future ... 306

APPENDICE A: LE OCCORRENZE ALL’INTERNO DEL SISTEMA CONCETTUALE. 307 BIBLIOGRAFIA ... 327

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Introduzione

Nella lunga storia della critica dantesca non sono certamente mancate opere riguardanti la fauna della Commedia e dell’opera dantesca nel suo insieme. In molti si sono cimentati nell’analisi di un mondo che, data la sua estrema varietà, appare quasi tangibile a un lettore che, pure, si trova a seguire il viaggio di un uomo in luoghi di fatto intangibili. La presenza degli animali, in Dante come in ogni altro autore medievale, non è mai elemento puramente decorativo ma si configura come portatrice di significati simbolici e allegorici. Per limitarci agli studi più recenti1 basti ricordare Gli animali nella “Divina Commedia” (tra fantasia e realtà)2 che – aspramente criticato da Crimi3 – affronta il problema cercando di distinguere tra ciò che Dante ha attinto direttamente dall’esperienza e ciò che, invece, fu frutto della sua fantasia, tracciando inoltre la distribuzione della fauna nelle tre cantiche; lo studio Identità animali nella “Commedia” dantesca: tassonomia e interpretazione4, tenta invece un approccio più “scientifico”, mentre I “monstra”

nell’Inferno dantesco: tradizione e simbologie5, costituisce un’interessante raccolta di articoli che indagano sulle possibili fonti dei mostri infernali in testi classici, mediolatini e oitanici. Carattere di più banale censimento delle varie specie che il personaggio Dante incontra nel suo viaggio ha invece lo studio Dante e gli animali

della “Divina Commedia”6 , al contrario di L’ali alzate. Viaggio nell’ornitologia

dantesca7 e Animali e cacce nella “Divina Commedia”. Dante falconiere ed etologo 8 che, invece, approfondiscono unicamente l’aspetto ornitologico.

Operazioni di schedatura sono contenute anche in Il “Bestiario” di Dante e di

1 Per un’esauriente recensione degli studi, antichi e moderni, sull’argomento cfr. G.CRIMI, Dante e il mondo animale: dal Positivismo a oggi, in «Dante e il mondo animale» a cura di G. Crimi e L. Marcozzi, pp. 14-33, Roma: Carocci, 2013.

2 Cfr. G.CELLI,A.VENTURELLI, Gli animali nella “Divina Commedia” (tra fantasia e realtà), in Boyde P., Russo V. (a cura di), Dante e la scienza, Ravenna: Longo editore, 1995, pp. 109-17 3 Cfr. G.CRIMI, Dante e il mondo animale: dal Positivismo a oggi, cit., p. 30

4 Cfr. S. HUSIC, Identità animali nella “Commedia” dantesca: tassonomia e interpretazione, in Vigh. E, Leggere Dante oggi, Roma: Aracne, 2011, pp. 173-83

5 Cfr. AA. VV., I "monstra" nell'Inferno dantesco: tradizione e simbologie: atti del XXXIII convegno storico internazionale, Todi, Spoleto: Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 1996.

6 Cfr.G.MINNECI, Dante e gli animali nella "Divina Commedia". Treviso: La Ragione, 1996. 7 Cfr. V.ZANONE, L'ali alzate. Viaggio nell'ornitologia dantesca. Roma: Edizioni dell'Altana, 2004. 8 Cfr. G.ZAULI, Animali e cacce nella "Divina Commedia". Dante falconiere ed etologo. Firenze: Sarnus, 2009.

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Petrarca. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nella “Commedia” e nei “Rerum vulgerium fragmenta”9 e nell’articolo Figure di animali nella

“Commedia”10. Tuttavia il più recente – e completo – studio è Dante e il mondo

animale11: una raccolta di interessanti saggi che, oltre a fare il punto sulla situazione attuale degli studi sull’argomento, lo approfondisce sotto molteplici punti di vista12, partendo dal presupposto che il mondo animale abbia un ruolo centrale nella

Commedia sin dal primo incontro fra Dante e le tre fiere, per analizzare poi

paragoni, allegorie e metafore che lo coinvolgono.

Che il mondo animale abbia un forte peso all’interno della Commedia ed in particolar modo nella prima cantica è indubbio, tuttavia il presente lavoro non vuole inserirsi sulla scia di quelli già compiuti, per i quali l’aspetto esegetico si presentava come prioritario rispetto al resto delle possibili considerazioni. Quell’aspetto costituirà una parte importante ma accessoria, derivante da analisi preliminari di cui adesso cercheremo di spiegare la natura.

Gli strumenti di cui faremo uso, infatti, non sono quelli canonici della critica letteraria ma, piuttosto, quelli della storia della lingua italiana e della linguistica dei corpora. Analizzeremo infatti il lessico riguardante animali e mostri dell’Inferno dantesco da una prospettiva onomasiologica, riconducendo ogni singola occorrenza riscontrata ai vari concetti riportati dal sistema concettuale elaborato dagli studiosi Rudolf Hallig e Walther Von Wartburg agli inizi degli anni Sessanta13, con l’obiettivo di trascendere il tradizionale ordine alfabetico dei dizionari. Tale metodo imporrà il confronto della lingua reale del XIV secolo con un sistema teorico che, per quanto – come vedremo – si professi universale, è stato composto in un contesto storico e culturale ben determinato. Questa scelta, superficialmente, potrebbe apparire riduttiva nei confronti della ricca polisemia del linguaggio poetico

9 Cfr.V.MOUCHET, Il “Bestiario” di Dante e di Petrarca. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nella “Commedia” e nei “Rerum vulgarium fragmenta”. Fregene: Spolia, 2010.

10 Cfr. B.PERONI, Figure di animali nella “Commedia”, in G. Nuvoli, Lezioni su Dante, Bologna: Archetipolibri, 2011, pp. 227-38

11 Cfr. G.CRIMI,L.MARCOZZI, Dante e il mondo animale, Roma: Carocci, 2013

12 Cfr. tra gli altri, S.GENTILI, Il mostro divoratore nell’Inferno di Dante: modelli classici nel quale si va a ricercare il tema dell’Inferno come divoratore di corpi nei caratteri di Cerbero e delle Arpie; P.FALZONE, Dante e la nozione aristotelica di bestialità e G.LEDDA, Per un bestiario di Malebolge per un’interessante interpretazione sulla funzione della bestialità nella Commedia.

13 Cfr. R.HALLIG &W. V.WARTBURG, Begriffssystem als grundlage fur die lexicographie, Berlin: Akademie Verlag, 1963

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dantesco, ma si auspica che da questo confronto possano emergere problematiche di natura linguistica e – plausibilmente – esegetica finora rimaste occulte o minimamente analizzate.

Nel primo capitolo cercheremo perciò di analizzare gli strumenti di cui ci avvarremo, a partire dal sistema concettuale stesso per concludere con il corpus che andremo ad integrare con le nuove informazioni: Dantesearch. Successivamente, nel secondo capitolo, abbandoneremo gli aspetti puramente teorici proponendo una recensione delle occorrenze riscontrate nell’ambito zoologico. Di queste, si proporrà una collocazione sotto il concetto ritenuto più appropriato, mettendo in evidenza eventuali problemi e rendendo conto delle, pur minime, modifiche che il sistema concettuale ha dovuto subire per adattarsi alla realtà della lingua italiana del XIV secolo. Il terzo capitolo analizzerà invece le criticità riscontrate soffermandosi in particolar modo su un fenomeno, ben evidente allo studioso che tenti di etichettare i singoli termini, definibile “ibridismo antropozoomorfico” o – nei termini di Isidoro da Siviglia14 – eteromorfia (‘ετεϱομορφία)15, che riguarda la maggioranza dei mostri infernali ed alcune categorie di dannati. Il capitolo conclusivo sarà infine dedicato alla raccolta e analisi dei dati ottenuti; questi saranno inseriti all’interno di grafici e tabelle grazie ai quali sarà tracciata, in termini assoluti, la distribuzione del lessico animale all’interno dei vari canti, la sua ripartizione in generi e specie, tenendo conto di altre possibili curiosità che potrebbero emergere.

L’obiettivo principale di quest’opera, tuttavia, non starà nell’opera stessa. Parallelamente alla catalogazione e all’analisi cartacea verrà infatti portata avanti un’operazione di codifica – in linguaggio XML – di tutte le informazioni ottenute, che saranno rese disponibili all’utente in modo libero ed interattivo tramite la piattaforma DanteSearch. Alla codifica morfologica e sintattica, già presenti nel database, verrà aggiunta quella lessicale/onomasiologica. In un primo momento questo tipo codifica prevederà ricerche riguardanti esclusivamente l’area lessicale degli animali, ma potrà in futuro essere estesa a comprendere tutto il lessico

14 Sul rapporto tra Dante e Isidoro di Siviglia cfr. M.TAVONI, Il titolo della “Commedia” di Dante, in «Nuova rivista di Letteratura Italiana», I, pp. 9-34, Pisa: Edizioni ETS, 1998 poi rielaborato in M. TAVONI, Qualche idea su Dante, Bologna: Il Mulino, 2015.

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dantesco, che diverrà ricercabile sulla base delle categorie e concetti offerti dal sistema concettuale Hallig-Wartburg.

Il lavoro andrà quindi a collocarsi all’interno di un progetto di ricerca, curato dal prof. Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa, che ha visto come fase preliminare una serie di seminari, realizzati dagli studenti del corso di Storia della Lingua Italiana C del corso di Laurea Magistrale in Lingua e Letteratura Italiana (LILE), che per primi hanno analizzato e dato una classificazione del lessico materiale dell’Inferno dantesco (A.A. 2013-2014), di quello legato alla “cultura umana” (A.A. 2014-2015) e infine delle sezioni “L’anima e l’intelletto”, “L’uomo essere sociale” e “L’uomo e l’universo” (A.A. 2015-2016). Tali importanti ricerche saranno prese come base ed analizzate secondo gli obiettivi di questa tesi, che andrà a profilarsi come lavoro sperimentale e a costituire il primo passo per la successiva fase del progetto di ricerca: la codifica lessicografica/onomasiologica dell’opera dantesca, il cui obiettivo è quello di presentare da un punto di vista onomasiologico l’inventario del lessico dantesco.

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1. STRUMENTI E OBIETTIVI

Questo capitolo avrà principalmente scopo introduttivo, presentando al lettore quelle che sono le basi e gli strumenti della ricerca, di modo che sia messo in condizioni di comprendere in modo completo le analisi successive e di avere un riferimento solido da poter consultare ogniqualvolta ne senta la necessità.

Cominceremo quindi con l’analisi delle origini e della struttura del Begriffssystem

als grundlage fṻr die lexikographie ossia Système raisonné des concepts pour server de base à la lexicographie di Hallig e Wartburg, per poi considerarne le

prime applicazioni pratiche nel Dictionnaire onomasiologique de l’ancien gascon16 e nel Dictionnaire onomasiologique de l’ancien occitan17. Infine daremo una spiegazione sintetica dei principi di funzionamento e di realizzazione del corpus

DanteSearch, strumento al quale ci siamo affidati per rendere consultabili

liberamente i risultati di quest’opera. Non mancheremo di sottolineare l’uso che è stato fatto di tali strumenti in rapporto ai nostri obiettivi di ricerca.

1.1. Il Begriffssystem als grundlage fṻr die lexikographie

1.1.1. Premesse teoriche

Fu Walter Von Wartburg che, a partire dagli anni Venti, cominciò a sentire la necessità di abbandonare l’ordine alfabetico in favore di un «sistema calcato sullo stato della lingua contemporanea»18. Questo trovò una sua legittimità in due principi della teoria del linguaggio di Von Humboldt19, ovvero:

 Il principio secondo il quale la lingua non serve unicamente all’espressione e alla comunicazione, ma che inoltre essa crei un mondo spirituale intermedio che

16 Cfr. K.BALDINGER, Dictionnaire onomasiologique de l'ancien gascon (DAG). Berlin, Boston: De Gruyter, 1975 sgg.

17Cfr. K. BALDINGER, Dictionnaire onomasiologique de l'ancien occitan (DAO). Tubingen: Niemeyer, 1975 sgg.

18 Cfr. R.HALLIG &W. V.WARTBURG, Begriffssystem, cit., p. 77.

19 Per cui cfr. W. V. HUMBOLDT, Die sprachphilosophischen Werke Wilhelm’s von Humboldt, Berlin: Dümmler, 1884.

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si inserisce tra noi stessi e il mondo esterno, una “immagine del mondo” che è trasmessa ad ogni rappresentante di una comunità linguistica attraverso l’insegnamento e confermata attraverso l’impiego costante che ogni individuo fa della propria lingua durante la propria vita.

 Il principio, ripreso soprattutto da Ferdinand de Saussure20, della “articolazione”, secondo il quale tutti i mezzi di espressione di una lingua formano un insieme, un sistema all’interno del quale ogni parte è collegata alle altre e ne è condizionata.

Fu chiaro, dunque, che riguardo ai dizionari l’ordine alfabetico non poteva che essere un ostacolo alla realizzazione di questi due principi.

Il modello per i dizionari a classificazione per gruppi è il Thesaurus of English

Words and Phrases elaborato da Peter Mark Roget nel 1852 e, da quel momento,

ne sono stati composti molti, il cui scopo fu quello di rappresentare la lingua ordinata secondo i concetti per scoprire e scegliere più facilmente l’espressione adatta: opere orientate quindi più all’uso che non allo studio della lingua. Tutte, infatti, ordinano concettualmente mezzi di espressione e, più precisamente, il vocabolario di un lingua nella sua massima estensione: perciò non sono valide che per la lingua in cui sono state scritte.

Hallig e Wartburg ritennero invece necessario elaborare un sistema di classificazione che fosse valido per qualsiasi lingua e dialetto e che avesse quindi valore generale. Individuarono a tal fine quattro esigenze primarie:

 Devono essere classificati soltanto dei concetti. Il vocabolario di una determinata lingua o di un dialetto devono essere subordinati a quei concetti al momento dell’utilizzo pratico del sistema.

 I concetti devono essere quelli che esistono nella lingua prima dell’introduzione della scienza: i concetti che provengono dalle conoscenze scientifiche non devono essere introdotti che in qualità di complementi, laddove i concetti non scientifici non siano sufficienti.

20 Cfr. F. DE SAUSSURE, Corso di Linguistica Generale, a cura di T. de Mauro, Roma-Bari: Laterza 2009.

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 Nel sistema sarà ammessa soltanto una selezione di concetti.

 I concetti scelti saranno classificati secondo una visione d’insieme, e la classificazione dovrà essere fatta in modo che il tutto rappresenti un insieme organico. Le nozioni devono succedersi secondo la «logica della vita»21.

La nozione di “concetto”, tuttavia, non fu mutuata da quella di Saussure, ma piuttosto da ciò che pensava lo studioso tedesco Hermann Güntert nelle sue

Questioni fondamentali della scienza della lingua22, in cui si distinguevano con precisione gli elementi di cui si compone il significato di una parola isolando:

 Il “concetto logico generale”, ovvero il significato generale.

 Le “notazioni secondarie”, ovvero le associazioni d’idee soggettive che danno al significato una sfumatura speciale per ogni individuo.

 I “sentimenti” uniti ad una parola, che nascono dal suo utilizzo da parte dell’individuo.

 Il “significato occasionale”, che deriva da quello generale all’interno di una frase o di una circostanza particolare.

Sia il “concetto logico generale” che il “significato occasionale” erano visti da Gṻntert come secondari rispetto al significato tout court: il primo orientato verso la generalità e la fissità, l’altro verso la specializzazione del significato nel suo utilizzo momentaneo; il significato è mobile, il concetto, una volta scelto dalla nostra coscienza linguistica come oggetto, non cambia più.

Il “concetto logico generale” (che da questo momento in poi chiameremo solo “concetto”), dunque, non sarà più soltanto il corrispondente psichico di una produzione sonora o scritta (come il “significato” di Saussure), ma sarà il “contenuto oggettivo”, condizionato dal linguaggio, elaborato e fissato a partire dal significato attraverso l’attività del linguaggio. Questo costituisce la base del sistema concettuale di Hallig e Wartburg, sebbene, per loro stessa ammissione, non in tutte

21 Cfr. R.HALLIG &W. V.WARTBURG, Begriffssystem, cit., p. 82

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le parole il significato si fissa in un concetto: vi sono infatti aree lessicali dove la maggior parte delle parole restano «prigioniere del significato»23, dove il linguaggio non ha potuto elaborare un concetto. Sono i cosiddetti “contenuti psichici” – tutto ciò che si riferisce a sentimenti, emozioni, pensieri – per i quali la fissazione nella coscienza e la separazione tra i vari contenuti è spesso complicata e poco definita: per quanto di essi si possa avere un’idea, quest’idea resta indeterminata e mobile. In questi casi gli autori hanno proceduto ad un’operazione di “identificazione”, ovvero – nella definizione di Charles Bally – «un’operazione di logica linguistica il cui fine è quello di collegare il fatto linguistico ad un fatto logico equivalente, confrontandolo con una nozione semplice»24: i concetti presenti nel sistema riguardanti queste particolari aree lessicali andranno dunque considerati come “concetti direttivi”, atti a rappresentare queste nozioni ancora non distaccate dal loro significato.

Per avere chiara questa differenza basti pensare alla differenza che c’è, ad esempio, tra un cane ed un gatto e quella invece che sussiste tra il rosso e l’arancione. La prima è oggettiva e sensibile per ogni individuo, la seconda, invece, è sfocata e mobile, tanto che ognuno sullo spettro dei colori indicherebbe un punto diverso per determinare dove finisca l’uno ed inizi

l’altro colore.

I concetti, siano essi concetti veri e propri o “concetti direttivi”, sono rappresentati all’interno del sistema attraverso una parola che, tuttavia – come gli autori vogliono precisare – non è una parola piena, con significato proprio, ma soltanto un’etichetta, traducibile perciò da una lingua ad un’altra senza perdite di alcun tipo e, auspicabilmente, universale.

23 Cfr. R.HALLIG &W. V.WARTBURG, Begriffssystem, cit., pp. 85-86. 24 Cfr. C.BALLY, Traité de stylistique francaise. Paris: Heidelberg, 1921.

Concetti

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14 1.1.2. Struttura del sistema concettuale

Dal momento che questi concetti sono improntati allo stato prescientifico della lingua, che è alla base delle conoscenze accessibili a tutti gli individui, il punto di vista secondo il quale è organizzato il sistema è quello, appunto, delle considerazioni prescientifiche e naturali, ovvero dell’individuo medio, intelligente, che ha una concezione del mondo fondata sui concetti prescientifici che la lingua gli offre.

Il primo risultato di tali considerazioni è l’opposizione tra l’Io ed il mondo degli oggetti, diviso a sua volta tra i fatti e le attività della natura e quelli della cultura materiale. I fatti e le attività della natura costituiscono la materia della prima parte del sistema (“A. L’universo”), dove sono ordinati i concetti che si riferiscono agli oggetti della natura inorganica e organica. Tuttavia l’uomo, nonostante la sua natura carnale, è separato dalle altre creature e, assieme ai suoi pensieri, sentimenti, volontà, al suo lavoro e alla sua creatività, costituisce la seconda parte (“B. L’uomo”). Qui sono presenti anche gli oggetti relativi alla “cultura materiale”, distaccati dal mondo degli oggetti in quanto creati dall’uomo ed in stretto rapporto con lui. L’ultima sezione (“C. L’uomo e l’universo”), suddivisa in 1. “L’a priori” e “2. La scienza e la tecnica” contiene infine tutte quelle scienze che non sono fine a se stesse ma che hanno permesso all’uomo di acquisire una conoscenza maggiore dell’universo: le scienze moderne che non fanno più uso, come le attività artigianali e quelle della piccola industria presenti nella seconda sezione, dei fatti della natura per assicurare i bisogni elementari dell’uomo, ma trasformano esse stesse la natura organica e inorganica producendo delle forze che mettono al proprio servizio e che non si sarebbero mai ottenute senza una ricerca metodica.

In questo modo Hallig e Wartburg riescono a mantenere separate nelle parti A e B tutte le conoscenze prescientifiche, mentre nella parte finale isolano tutti i concetti che sono stati creati dalla scienza e la tecnica, la cui comprensione presuppone competenze speciali.

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 La sezione “A. L’universo” inizia con il capitolo “I. Il cielo e l’atmosfera”, dove sono presenti tutti i concetti riguardanti il cielo e i fenomeni atmosferici, ovviamente da un punto di vista prescientifico. Il capitolo successivo, “II. La terra”, comprende invece le forme e le configurazioni della superficie terrestre, oltre a tutto ciò che appartiene al mondo inorganico. Tutto ciò che invece è organico forma la fine di questa sezione, dove gli organismi vegetali sono trattati prima di quelli animali (“III. Le piante” e “IV. Gli Animali”) ma, ancora una volta, rapportati a ciò che l’uomo ogni giorno può vedere, e quindi senza una reale classificazione scientifica.

 La sezione “B. L’uomo” prende in considerazione l’essere umano in primo luogo come essere che ha un corpo e un’anima (“I. L’uomo, essere fisico” e “II. L’anima e l’intelletto”). Il primo capitolo analizza il corpo nelle sue parti e nelle sue funzioni, i suoi organi di senso, il suo comportamento naturale e il suo ciclo biologico: la vita, la morte, la riproduzione e le varie malattie. Il secondo capitolo contiene tutto quanto concerne le sensazioni, la coscienza, il pensiero, i sentimenti e la volontà, e dunque tutti quelli che già erano stati definiti “concetti direttivi”, dal momento che spesso si tratta di nozioni talmente variabili e mescolate tra loro da rendere difficile la distinzione di una dall’altra. Il terzo capitolo della sezione (“III. L’uomo, essere sociale”) comprende invece una classificazione dei fatti sociali: nella sottosezione “a” si trova tutto ciò che si può dedurre dal fatto che l’uomo vive in una comunità, ovvero le forme naturali della società e le relazioni ordinarie che ne derivano. Qui è inserita anche la lingua, dal momento che l’uomo comune vede in essa il mezzo principale per comunicare con altre persone. Nella sottosezione “b”, intitolata “L’uomo al lavoro”, si analizza l’essere umano in tutte le sue attività pratiche, ordinate secondo lavori agricoli, mestieri e professioni pratiche: ad esse sono associati anche tutti gli strumenti e gli utensili conosciuti dalla maggioranza degli individui. In questa sottosezione si trovano anche le attività industriali: le miniere, la lavorazione dei minerali, dei metalli, oltre a tutta la grande industria sviluppatasi a partire dal XIX secolo grazie a ricerche e tecnologie moderne. Il capitolo quattro, infine, tratta tutto ciò che, tra le attività sociali, non ha rapporti

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con l’organizzazione naturale della società: lo Stato e le sue istituzioni, le arti, la religione e la superstizione, la Chiesa.

 La sezione “C. L’uomo e l’universo” si divide in un primo capitolo, denominato “L’a priori”, che contiene i concetti che l’intelletto deve possedere per comprendere l’ordine interno al quale è sottomesso tutto ciò che rientra nel dominio dei sensi: l’essere è il punto di partenza, ad esso e legato il divenire e, nella sottosezione “a”, viene inserito tutto ciò che favorisce od ostacola l’uno o l’altro. L’Io distingue poi qualità e stati degli oggetti, e ciò è argomento della sottosezione “b”, mentre nella sottosezione seguente sono presenti tutti i concetti riguardanti il valore, l’ordine e le relazioni tra gli oggetti. Ciò conduce direttamente alla sottosezione “d” che riguarda il numero e la quantità, mentre la “e” analizza la categoria di spazio. La sottosezione “f” segna il passaggio dai concetti che danno l’impressione di un qualcosa di distaccato dall’Io, a quelli che, invece, con l’Io hanno un qualche tipo di relazione: in questo caso ad essere analizzato è il tempo, mentre nella sottosezione successiva si giunge alla categoria di causalità. In seguito, la sottosezione “h” comprende il movimento, mentre l’ultima tutto ciò che ha a che fare con il cambiamento. Il secondo capitolo, come già abbiamo avuto modo di mostrare, comprende invece tutto ciò che è legato alle scienze moderne.

Chiariti dunque i presupposti sui quali si basa, riporteremo adesso (Tab. 1.1) la struttura definitiva del sistema Hallig-Wartburg – la cui traduzione dal francese è stata curata dalla dott.ssa Clarisse Auclert del Centro Linguistico Interdipartimentale dell’Università di Pisa – senza, tuttavia, riportare i concetti, ma soltanto le varie categorie da noi distinte con una sigla che ne identifica il livello gerarchico al fine di renderne più agevole la consultazione. Il primo livello sarà identificato da lettere maiuscole (es. “A. L’universo”); il secondo da numeri romani (es. “I. Il cielo”); il terzo da lettere minuscole (es. “a) la vita vegetale”); il quarto da numeri arabi (es. “3. Gli alberi da frutta”; il quinto con una lettera maiuscola raddoppiata (es. “BB) i pasti”); il sesto con una lettera maiuscola associata ad un numero arabo progressivo (es. “C1. La carne”); il settimo con una lettera minuscola raddoppiata (es. “ff. La boxe”).

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Tabella 1.1

A. L’UNIVERSO

I. IL CIELO E L’ATMOSFERA

a) Il cielo e i corpi celesti b) il tempo e i venti II. LA TERRA a) La configurazione e l’aspetto b) Le acque 1. le acque interne 2. Il mare

c) I terreni e la loro costituzione d) Le materie minerali

e) I metalli

III. LE PIANTE

a) La vita vegetale in generale b) Gli alberi

1. Generalità

2. La foresta, gli alberi boschivi e gli altri alberi di cui si utilizza il legno ecc.

3. Gli alberi da frutta AA) Generalità

BB) Gli alberi da frutta in particolare 4. gli arbusti e le piante da bacca di

poca importanza per

l’alimentazione

5. Gli arbusti e le piante da bacca non commestibili

d) Le piante alimentari (cereali) e) Gli ortaggi (verdure)

g) Le piante di uso industriale

h) Le piante dei campi e dei boschi i) le piante acquatiche

j) le piante medicinali

k) le piante ornamentali coltivate l) Le piante di serra e da appartamento

m) le piante senza utilità pratica e le erbacce

IV. GLI ANIMALI

a) I quadrupedi

1. Generalità

2. Gli animali domestici

3. I piccoli animali che vivono in prossimità dell’uomo

4. Gli animali dei campi e delle foreste

5. Gli animali che vivono in montagna

6. Gli animali che vivono in prossimità dell’acqua

7. Gli animali extra-europei

b) Gli uccelli

1. Generalità

2.Gli uccelli dei campi e delle foreste

3. Gli uccelli rapaci

4. Gli uccelli da selvaggina 5. Gli uccelli acquatici 6. Gli uccelli da cortile 7. Gli uccelli tropicali 8. Gli uccelli artici

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18 c) Gli animali marini

d) I pesci

1. Generalità

2. I pesci d’acqua dolce 3. I pesci di mare

e) I rettili f) Gli anfibi g) I molluschi

h) I crostacei, gli aracnidi i) Gli insetti

1. Gli insetti utili 2. Gli insetti dannosi

j) Le malattie degli animali k) Gli animali fantastici

B. L’UOMO

I. L’UOMO COME ESSERE FISICO

a) Il genere umano b) La razza

c) Il corpo e le membra

d) Gli organi e le loro funzioni

1. Il cervello e il sistema nervoso 2. La circolazione

3. La respirazione

4. La nutrizione, la digestione, l’evacuazione

5. La procreazione

e) Gli organi della parola f) I sensi e la loro attività)

1. Il senso della vista 2. Il senso dell’udito

3. Il senso dell’olfatto 4. Il senso del gusto 5. Il senso del tatto

g) I movimenti e le posizioni

1. L’attività del corpo rispetto a sé stesso

2. L’attività fisica esercitata sugli oggetti

h) Il sonno

i) La salute e la malattia

1. Lo stato di salute

2.Le malattie, le infermità, le deformazioni, le disposizioni generali

AA) Generalità BB) Le diverse malattie CC) Le cure

j) La vita umana in generale: la nascita, le età della vita, la morte k) I bisogni dell’essere umano

1. L’alimentazione AA) Generalità BB) I pasti CC) Gli alimenti C1. La carne C2. Il pane, la pasticceria C3. Le uova C4. I latticini

C5. La preparazione degli alimenti C6. I condimenti, lo zucchero, ecc. C7. Le pietanze

C8. Le bevande DD) Il tabacco 2. La vita sessuale

(19)

19 3. L’abbigliamento AA) Generalità BB) L’abbigliamento da uomo B1. I vestiti di sopra B2. La biancheria

B3. Le parti e gli accessori dell’abbigliamento

CC) L’abbigliamento femminile C1. I vestiti di sopra

C2. I vestiti di sotto e la biancheria C3. Le parti e gli accessori dell’abbigliamento

DD) La parruccheria EE) Le scarpe

FF) Gli ornamenti e i gioielli GG) Le stoffe e i tessuti HH) Il bagno

II) Le mode JJ) I costumi antichi

KK) I costumi nazionali e pittoreschi) II. L’animo e l’intelletto

a) Generalità: l’intelligenza, la saggezza, le capacità b) La percezione, la sensazione 1. Generalità 2. Le diverse sensazioni c) La coscienza, la rappresentazione d) La memoria e) L’immaginazione f) Il pensiero 1. Generalità 2. La nozione 3. Il ragionamento 4. Il giudizio, la conclusione AA) I procedimenti

BB) La discussione del giudizio: la prova, l’obiezione, il consenso

CC) La verità, l’errore 5. L’attenzione 6. Il sapere

g) I sentimenti

1. Generalità 2. Gli stati d’animo

AA) Piacere - dispiacere BB) Felicità - infelicità CC) Gioia, gaiezza - tristezza DD) Dispiacere, tedio EE) Preoccupazione FF) Dolore

GG) Lo scherzo– la serietà HH) Tranquillità - inquietudine II) Certezza, convinzione, dubbio JJ) Aspettativa - delusione KK) Speranza - disperazione

LL) Pazienza, impazienza, rassegnazione)

MM) Sorpresa, meraviglia, stupore) 3. I sentimenti rivolti a sé 4. I sentimenti rivolti agli altri)

AA) Simpatia – antipatia- indifferenza BB) Confidenza - diffidenza CC) Devozione DD) Pietà - durezza EE) Consolazione FF) Invidia, gelosia GG) Rispetto, ammirazione, venerazione HH) Sdegno, disprezzo II) Gratitudine ingratitudine 5. I sentimenti smodati

(20)

20 BB) Collera CC) Disgusto DD) Spavento, terrore 6. I sentimenti estetici 7. I sentimenti morali 8. I sentimenti religiosi 9. Le cause dei sentimenti

10. Le manifestazioni e gli effetti dei sentimenti h) La volontà 1. Il desiderio 2. Il volere AA) Generalità BB) Lo scopo, il fine CC) Il motivo DD) La deliberazione, la decisione, l’esitazione EE) La decisione

FF) La volontà reciproca e imposta agli altri

F1. L’autorità, il comando, l’ordine F2. L’obbedienza – la disobbedienza F3. Il permesso, il divieto F4. La promessa 3. L’azione AA) I principi A1. Le attitudini

A2. Le modalità dell’azione A3. Il motivo

A4. Lo scopo, il fine A5. I mezzi

A6. La possibilità A7. Il piano

A8. La preparazione BB) La realizzazione

CC) Ciò che favorisce o impedisce l’azione

DD) Il risultato

EE) L’azione nel giudizio degli altri

i) La morale 1. Il dovere 2. La disposizione morale, i caratteri 3. La reputazione, l’onore – il disonore

III. L’uomo come essere sociale

a) La vita di società in generale

1. La costituzione della società AA) Il matrimonio, la famiglia, la parentela

A1. La famiglia, la discendenza A2. Il matrimonio A3. La parentela A4. Il battesimo A5. Il decesso A6. La vedovanza A7. L’educazione BB) Il popolo, la nazione 2. La lingua AA) Il linguaggio

A1. Le qualità e i difetti della voce A2. Leazioni della voce, l’espressione e la comunicazione del pensiero

BB) La lingua scritta CC) Le diverse lingue 3. I rapporti di società

AA) La vita di società BB) L’etichetta, la creanza CC) L’aiuto reciproco DD) La conversazione

(21)

21

FF) Le feste, i giochi, le distrazioni F1. Le feste

F2. I giochi, le distrazioni F3. Gli sport

aa) Generalità bb) La ginnastica cc) Il tennis, il calcio, ecc. dd) Il tiro ee) La lotta ff) La boxe gg) La scherma hh) Il nuoto ii) Il canottaggio jj) L’equitazione kk) La caccia ll) La pesca mm) L’alpinismo

nn) I piaceri e lo sport d’inverno oo) Il ciclismo

pp) Il motociclismo qq) L’automobilismo rr) Gli sport aerei

4. Le tradizioni, gli usi e i costumi

b) L’uomo al lavoro

1. Generalità

2. L’agricoltura, l’allevamento, il giardinaggio

AA) La fattoria e gli edifici annessi, il bestiamo, l’allevamento

A1. La fattoria e il bestiame A2. L’industria del latte A3. La corte

A4. Il cortile BB) Il suolo

CC) Il lavoro dei campi C1. L’attacco di bestie da tiro C2. La fienagione

C3. La lavorazione del frumento C4. La vendemmia C5. La trebbiatura C6. Le altre colture DD) Il pascolo EE) L’apicoltura FF) La viticultura GG) Il giardinaggio e l’arboricoltura HH) L’utilizzazione dei frutti H1. La produzione del sidro H2. La produzione dell’olio H3. La distillazione

3. I mestieri e le professioni AA) Generalità

A1. L’organizzazione A2. Gli utensili in generale

A3. I recipienti in generale e gli altri oggetti destinati a contenere qualcosa BB) I diversi mestieri e professioni 4. L’industria

AA) Generalità

BB) Lo sfruttamento del sottosuolo B1. Le cave

B2. Le miniere

CC) Le industrie metallurgiche

C1. Lo sfruttamento delle miniere di ferro

C2. La fonderia C3. La trafileria

C4. La fabbricazione della moneta DD) Le industrie alimentari EE) Le industrie tessili

FF) L’industria edilizia e i lavori pubblici 5. Il commercio, la finanza 6. La proprietà 7. L’abitazione, la casa AA) Generalità BB) La costruzione, l’edificazione CC) Gli esterni DD) Gli interni

(22)

22

EE) La mobilia

FF) Gli utensili da cucina e le stoviglie GG) Il riscaldamento

HH) L’illuminazione

II) I lavori domestici in generale JJ) Fare il bucato KK) Le mansioni femminili LL) La servitù 8. Il trasporto, la circolazione AA) Generalità BB) Le vie di terra B1. Via strada aa) Generalità

bb) Il cavallo da sella e le altre cavalcature cc) Il trasporto effettuato dall’uomo

dd) Il trasporto con l’aiuto di animali da soma e da tiro

ee) I veicoli e le vetture ff) Le vie

B2. Per ferrovia aa) La ferrovia bb) Il tram

CC) Le vie d’acqua C1. Via corso d’acqua

aa) I corsi d’acqua e le costruzioni bb) I mezzi cc) L’equipaggio C2. Via mare aa) La navigazione bb) Le navi cc) L’equipaggio dd) Gli incidenti ee) I porti ff) La costruzione navale DD) Le vie aeree D1. I mezzi D2. L’equipaggiamento D3. Il personale D4. L’aereonautica D5. L’aereoporto D6. L’aviazione D7. Gli incidenti

EE) Il viaggio, il turismo

9. La posta, la telegrafia, la telefonia

AA) La posta BB) La telegrafia CC) La telefonia

DD) La telegrafia e la telefonia senza fili

IV. L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE

a) Le comunità

1. Gli agglomerati urbani AA) Il paese

BB) La città

2. Le istituzioni comunali

AA) L’amministrazione comunale e municipale BB) I servizi municipali B1. La viabilità B2. La nettezza urbana B3. La sanità pubblica B4. L’assistenza pubblica B5. Le acque, il gas, l’elettricità B6. L’incendio, il salvataggio, il soccorso b) Lo Stato 1. I fattori costitutivi 2. I regimi politici 3. La monarchia 4. Le classi sociali 5. La costituzione, il parlamento 6. I partiti 7. Il governo e l’amministrazione 8. Il mantenimento dell’ordine AA) La polizia

(23)

23 BB) La gendarmeria CC) La sicurezza nazionale DD) La polizia municipale c) L’organizzazione giudiziaria 1. La legislazione 2. Il potere giudiziario 3. I procedimenti giudiziari 4. Le pene d) L’insegnamento e l’istruzione pubblica 1. Generalità 2. L’organizzazione e) La politica estera f) La difesa nazionale 1. Generalità 2. L’esercito di terra

AA) L’organizzazione e la suddivisione BB) La gerarchia, il personale, i gradi CC) Le armi e le armature C1. Le armi moderne C2. Le armi antiche DD) Le bandiere e le insegne EE) L’equippaggiamento, l’abbigliamento FF) Gli alloggi GG) I rifornimenti HH) Ggli stabilimenti

II) La vita militare

JJ) Le esercitazioni e le manovre KK) Le fortificazioni K1. La fortificazione moderna K2. Le fortificazioni antiche 3. La marina dell’esercito, la marina da guerra AA) L’organizzazione BB) Le forze navali

CC) La gerarchia, il personale, i gradi DD) Le navi

D1. I bastimenti da guerra moderni D2. I bastimenti da guerra antichi EE) L’armamento e le armi

FF) L’equipaggiamento e l’abbigliamento

GG) Gli stabilimenti G1. I porti militari

G2. I cantieri per la costruzione navale 4. Gli aviatori militari, l’aviazione militare

AA) L’organizzazione BB) Le forze aeree

CC) La gerarchia, il personale, i gradi DD) Gli aerei

EE) L’armamento e le armature FF) L’equipaggiamento e l’abbigliamento GG) Gli stabilimenti G1. Gli aerodromi G2. I cantieri HH) Le difese antiaeree g) La guerra 1. Generalità

2. Le fasi della guerra 3. La strategia e la tattica 4. La vittoria, la disfatta 5. L’armistizio, la pace

h) Le belle lettere e le arti plastiche

1. La letteratura, le belle lettere AA) Generalità

BB) Le opere, i generi, le forme CC) La prosodia, la metrica DD) Le dottrine letterarie

(24)

24

2. L’arte drammatica, il teatro e gli altri spettacoli

AA) Generalità BB) Il teatro B1. Gli stabilimenti B2. L’arte scenica

B3. Il personale e gli attori B4. La recitazione

B5. Gli spettatori CC) Gli altri spettacoli

DD) Il cinema e la sua installazione) EE) La televisione 3. Le arti plastiche AA) Generalità BB) Il disegno CC) L’incisione DD) La pittura EE) La scultura FF) L’architettura GG) Le arti decorative HH) La fotografia II) Le dottrine d’arte 4. La musica AA) Generalità

BB) La musica vocale CC) La musica strumentale

DD) La trasmissione moderna della musica

D1. La trasmissione meccanica D2. La trasmissione elettrica EE) Le dottrine della musica 5. La danza

i) Le credenze, la religione

1. I sentimenti religiosi 2. La religione

AA) Generalità

BB) Il sovrannaturale nelle credenze popolari, la superstizione

CC) La mitologia e i culti non cristiani DD) Il cristianesimo

3. L’irreligione 4. La Chiesa

AA) L’organizzazione, il diritto BB) Il clero

CC) Gli ordini

DD) Le vesti sacerdotali EE) I luoghi di culto FF) I riti e i culti GG) Le feste

C.

L’UOMO

E

L’UNIVERSO

I. L’A PRIORI a) L’esistenza

b) Le qualità e gli stati

1. La dimensione 2. La forma

3. Le qualità fisiche e chimiche 4. Le qualità percepite dai sensi

AA) La vista BB) L’udito CC) L’odorato DD) Il gusto EE) Il tatto

c) La relazione, l’ordine, il valore

1. La relazione 2. L’ordine 3. Il valore

4. Le misure, i pesi

(25)

25 e) Lo spazio f) Il tempo g) La causalità h) Il movimento i) Il cambiamento II. LA SCIENZA E LA TECNICA a) Le scienze e le lettere 1. L’astronomia 2. La meteorologia 3. La geografia 4, La mineralogia 5. La geologia 6. La botanica 7. La zoologia 8. L’anatomia 9. La fisiologia 10. La biologia 11. La medicina 12. La medicina veterinaria 13. La logica 14. La psicologia 15. La morale, l’etica 16. La pedagogia 17. La fonetica 18. La linguistica 19. Le scienze commerciali e finanziarie 20. La sociologia 21. Le scienze politiche 22. La giurisprudenza, la scienza del diritto 23. La filologia 24. La storia letteraria 25. La storia del teatro 26. L’archeologia

27. La storia delle arti plastiche 28. L’estetica

29. La storia della musica 30. La teologia 31. Le scienze matematiche 32. La fisica 33. La chimica 34. La storia 35. La filosofia

b) La tecnica e l’industria basata sulle scienze: la tecnica e l’industria moderna

1. L’industria dei prodotti chimici e farmaceutici

2. L’industria dell’elettrotecnica) 3. L’industria basata sulla scienza atomica)

1.1.3. Il sistema concettuale nel presente lavoro

Di tutto il sistema Hallig-Wartburg noi faremo uso soltanto di una piccola parte e, in particolare, essendo il nostro argomento “Animali e Mostri nell’Inferno

(26)

26

dantesco”, della parte dedicata agli animali (“IV. Gli animali”) contenuta nella prima sezione (“A. L’universo”). Questo, tuttavia, non escluderà il confronto continuo con il resto del sistema, in quanto talvolta concetti che ci aspetteremmo di trovare in una sezione in realtà – sempre per il principio per cui tutto è organizzato da un punto di vista non scientifico – si trovano in un’altra.

Del resto il confronto del sistema teorico con la realtà linguistica dell’italiano del XIV secolo ha reso necessarie alcune modifiche che verranno illustrate dettagliatamente nel secondo capitolo ma che, in sostanza, obbediscono a questi due principi di base:

 Economia: si è cercato di mantenere la struttura il più possibile conforme a quella originariamente proposta da Hallig e Wartburg (cfr. Tab. 1.1), inserendo nuove categorie, o spostando quelle esistenti, soltanto quando lo si è ritenuto strettamente necessario.

 Chiarezza: principio speculare a quello precedente, ad esso ci atterremo ogniqualvolta la collocazione di un termine al di sotto di uno dei concetti esistenti sia ritenuta insufficiente ad esaurirne il campo semantico. In questi casi alcuni concetti saranno inseriti ex novo: del resto gli stessi Hallig e Wartburg parlano di una selezione dei concetti inseriti e non intendono il proprio sistema come un qualcosa di fisso e non modificabile; per cui ci sentiremo giustificati a farlo.

In molti casi, tuttavia, questi soli principi non si sono rivelati sufficienti a prendere decisioni circa la possibilità di modifiche più o meno rilevanti al sistema. In queste situazioni si è rivelata particolarmente utile la consultazione di due strumenti che hanno fatto del sistema la propria base: il Dictionnaire onomasiologique de l’ancien

gascon (DAG) e il Dictionnaire onomasiologique de l’ancien occitan (DAO), i cui

progetti sono stati fondati dal linguista svizzero Kurt Baldinger

Altre piccole modifiche, tra le quali quella – già vista – di distinguere i vari livelli gerarchici del sistema con etichette univoche, sono state apportate per rendere possibile l’informatizzazione del sistema concettuale.

(27)

27

1.2. Il DAG, il DAO e le prime realizzazioni pratiche del sistema

Il DAG (Dictionnaire onomasiologique de l’ancien gascon) e il DAO (Dictionnaire

onomasiologique de l’ancien occitan) sono due progetti fondati dallo studioso

svizzero Kurt Baldinger negli anni Settanta e tuttora in corso di pubblicazione. Il DAG deve essere considerato il primo dizionario che si dedica in maniera specifica al lessico del guascone medievale che, troppo spesso assimilato all’occitanico medievale, è rimasto a lungo sconosciuto all’interno della diacronia gallo-romanza; il suo obiettivo è quello di presentare da un punto di vista onomasiologico l’inventario del lessico dell’antico guascone a partire dalle origini della lingua scritta (XI secolo) fino al XIV secolo, periodo che vede l’apparizione dei primi testi letterari. Il corpus è costituito da testi documentari (carte e testi di legge) che formano un’entità coerente quasi priva di influenze dal francese, come invece accadrà nei secoli successivi.

Il DAO è il corrispettivo del DAG ma per l’antico occitanico. Presenta una classificazione per concetti del lessico della Francia meridionale sulla base di testi che vanno dai primi documenti fino alla metà del XVI secolo.

Per quanto riguarda invece gli studi italiani l’unico, finora, ad essersi avvalso del sistema è stato Marcello Aprile nella Grammatica storica delle parlate

giudeo-italiane25, che descrive il funzionamento delle varietà italoromanze parlate dalle minoranze delle comunità ebraiche piemontesi, lombarde, venete, emiliane, romagnole, marchigiane, toscane e laziali. Nella seconda parte di questa opera si offre un panorama del lessico differenziale delle parlate e si evidenzia la sua natura di supplenza per aspetti rituali, di vita quotidiana o di identificazione nel gruppo non garantiti dal patrimonio lessicale dei dialetti romanzi comuni. La descrizione onomasiologica del lessico è fondata, appunto, sul sistema concettuale di Hallig e Wartburg, opportunamente integrato in più punti.

Sebbene questi tre strumenti facciano riferimento a sistemi linguistici molto distanti dall’italiano del XIV, è comunque opportuno tenerli sempre presenti, dal momento che rappresentano la prima realizzazione pratica del sistema teorico di Hallig e Wartburg. Molti dei problemi e delle incertezze che ci siamo trovati ad affrontare

(28)

28

hanno trovato una soluzione, o perlomeno un confronto, proprio nel fatto che tali problemi erano già stati affrontati dagli autori di questi strumenti che, data la loro autorevolezza e precisione, si sono rivelati una risorsa di valore inestimabile.

(29)

29

1.3. Gli antichi commenti alla Commedia

Per risolvere alcuni problemi di categorizzazione ci riferiremo spesso agli antichi commentatori della Commedia dantesca. Saranno presi in esame i commenti dei figli del Poeta, Iacopo e Pietro, che, sebbene incompleti, sono cronologicamente i più vicini alla data di composizione dell’opera e quindi vicini anche al linguaggio utilizzato da Dante ed al contesto storico-culturale entro il quale egli si trovò a vivere. Tuttavia, data l’incompletezza di tali commenti, ci troveremo spesso ad utilizzarne altri, meno antichi ma sicuramente più completi e strutturati. Ci riferiamo ovviamente all’Ottimo Commento, di area fiorentina e databile intorno al 1333-1334, dunque anch’esso molto prossimo alla data di pubblicazione della

Commedia; alle esposizioni del Boccaccio (1373-1374) e a quelle di Filippo Villani

(1400 ca.). Uscendo poi dall’area strettamente fiorentina saranno spesso citati anche i commenti di Guido da Pisa – avviato prima del 1333 e quindi molto antico – e il commento volgare di Francesco da Buti, relativamente più tardo ma molto rilevante soprattutto per l’importanza data agli aspetti linguistici. Sotto questo punto di vista è importante anche il commento bolognese di Iacopo della Lana, databile tra il 1324 e il 1328 che, addirittura, propone vere e proprie traduzioni dal fiorentino di Dante al bolognese e, talvolta, anche ad un ipotetico “italiano”.

Sono documenti che, per quanto spesso privilegino aspetti distanti da quelli di nostro stretto interesse, forniscono un’idea della ricezione e della comprensione del testo dantesco nelle prime fasi della sua diffusione e quindi in un punto cronologico dove la competenza linguistico-culturale di Dante era ancora viva o, quantomeno, più vicina alla sensibilità del commentatore.

(30)

30

1.4. Il vocabolario e il corpus TLIO

Tra gli strumenti che ci sono venuti in aiuto quando gli usi danteschi di un termine non sono stati sufficienti a comprenderne l’estensione, va indubbiamente citato il vocabolario TLIO. Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (TLIO) è un vocabolario storico dell’italiano antico, basato su tutta la documentazione disponibile a partire dal primo documento che si può dire italiano (sia pure in maniera dubbia), cioè l’Indovinello veronese dell’inizio del secolo IX, fino alla fine del Trecento (termine simbolico, che però si oltrepassa liberamente, è il 1375, anno della morte di Boccaccio). Il TLIO è pubblicato online (http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/) via via che viene prodotto e, essendo appunto elettronico, non necessita di procedere seguendo strettamente l’ordine alfabetico; sono già state pubblicate infatti anche voci della Z (per es. ‘zufolo’), ma il vocabolario è arrivato oggi oltre il cinquanta per cento della sua elaborazione. Esso conta, all’inizio del 2015, circa 30.000 voci. La dimensione totale prevista dovrebbe attestarsi fra le 50.000 e le 60.000 voci. Il TLIO è redatto direttamente a partire dai testi e non prendendo parole, definizioni ed esempi dai vocabolari esistenti, se non in casi limitati che vengono sempre segnalati. Per fare ciò, si serve della grande banca dati dell’italiano antico che l’OVI (Opera del Vocabolario Italiano) ha elaborato a questo scopo, anch’essa a disposizione del pubblico per la consultazione all’indirizzo: http://www.ovi.cnr.it/index.php/it/il-corpus-testuale/interroga-le-banche-dati. Questi strumenti permettono di indagare l’uso di un determinato termine non solo nei contesti danteschi ma anche nell’italiano antico in generale, in tutte le sue varietà diatopiche.

(31)

31

1.5. DanteSearch

DanteSearch è un motore di ricerca online attraverso il quale è possibile interrogare

il corpus delle opere volgari e latine di Dante Alighieri, completamente lemmatizzate, annotate grammaticalmente e – per quanto riguarda le Rime, i primi due libri del Convivio e la Commedia – anche sintatticamente. Tali testi sono resi estremamente affidabili dalla collazione con le edizioni di riferimento e sono stati codificati tramite il metalinguaggio XML (eXtensible Markup Language) sulla base delle linee guida della TEI (Text Encoding Initiative)26: consorzio di centri di ricerca e università di tutto il mondo che si occupa di stabilire uno standard per la marcatura di testi in formato elettronico, in particolare nel dominio umanistico. Tale standard è altamente necessario dal momento che il panorama dei corpora linguistici, anche facendo riferimento soltanto alla situazione italiana, è più che mai frammentato e spesso l’utente – studioso o curioso che sia – si trova a dover familiarizzare con linguaggio completamente diverso per ogni corpus che deve utilizzare: sia il corpus TLIO (corpus testuale del Tesoro della Lingua Italiana delle Origini) realizzato dall’OVI (Opera del Vocabolario Italiano), sia il Corpus Taurinense realizzato dal linguista Manuel Barbera, per quanto siano i corpora più ricchi di cui attualmente disponiamo, sono basati su un sistema proprietario che presume una certa pratica da parte dell’utente prima di poter ottenere risultati apprezzabili.

DanteSearch, invece, fa della semplicità d’uso uno dei suoi punti di forza, ed è il

risultato, in costante aggiornamento, del lavoro di vari ricercatori che, nel tempo, sotto la supervisione del prof. Mirko Tavoni, docente di Linguistica Italiana presso l’Università di Pisa, hanno realizzato la lemmatizzazione, la codifica grammaticale e sintattica e il relativo software di interrogazione.

26 Per un approfondimento sulla codifica dei testi e sul linguaggio XML cfr. E. Pierazzo, La codifica dei testi, Roma: Carocci, 2005.

(32)

32

1.5.1. Lemmatizzazione e marcatura grammaticale

Nel processo di lemmatizzazione ciascuna forma flessa è stata ricondotta al proprio

lemma, cioè alla forma canonica attestata nei dizionari, secondo i criteri di

lemmatizzazione propri dell’italiano e del latino. Questo significa che:

 Le parti del discorso variabili per numero e/o genere sono ricondotte al singolare e/o maschile;

 Le forme verbali (anche quelle pronominali o riflessive) sono ricondotte all’infinito presente attivo per l’italiano, alla prima persona del presente indicativo per il latino;

 Le preposizioni articolate sono ricondotte alla forma semplice.

La successiva operazione è stata quella di marcare morfosintatticamente i testi presenti nel corpus; DanteSearch è un PoS tagged corpus, e ciò significa che per ogni forma sono state esplicitate:

 La categoria della parola (Part of Speech)

 Le relative informazioni morfologiche (ad es. genere, numero, diatesi)

 Alcune informazioni morfosintattiche (ad es., per le preposizioni, il tipo di complemento che introducono)

Il modello di codifica grammaticale è stato stabilito dalla prof.ssa Elena Pierazzo, coordinatrice di un gruppo di studiosi che ha annotato i testi. Per categorizzare ciascuna forma secondo il suo lemma e la categoria grammaticale è stato utilizzato un elemento <LM>, così definito in linguaggio XML:

<!ELEMENT LM (#PCDATA)> <!ATTLIST LM

lemma CDATA #REQUIRED catg CDATA #REQUIRED>

(33)

33

la cui lista di attributi comprende un attributo “@lemma”, che contiene il rimando al lemma da cui proviene la forma flessa, e un attributo “@catg”, che annota categoria della parola, informazioni morfologiche e morfosintattiche: quest’ultimo può avere oltre quattromila valori diversi. Nel caso in cui una forma sia riconducibile a due lemmi è stato definito anche l’elemento <LM1> che può contenere uno o più elementi <LM> e che è così definito:

<!ELEMENT LM1 (LM+)>

In figura 1.1 riportiamo l’esempio della codifica morfosintattica del passo Pg I vv. 1-3:

Figura 1.1

Allo stato attuale questo tipo di codifica non è tuttavia conforme agli standard imposti dalla TEI.

(34)

34

1.5.2. Annotazione sintattica e delle parti mimetiche

Nelle Rime, nei primi due libri del Convivo e nella Commedia sono state marcate, inoltre, le frasi complesse (cioè i periodi) e le frasi semplici (cioè le singole proposizioni); per queste ultime sono stati indicati il tipo (causale, concessiva ecc.) e la funzione all’interno della frase complessa (principale, coordinata, ecc.). Relativamente alla Commedia sono state marcate anche le sezioni dialogiche: per ognuna di esse è stato segnalato il personaggio parlante e il tipo di discorso diretto. Il modello di codifica sintattica è stato definito dalla dott.ssa Sara Gigli e dalla prof.ssa Elena Pierazzo e, invece, è già pienamente conforme agli standard TEI. Anche in questo caso il lavoro di marcatura è stato effettuato da diversi ricercatori: la dott.ssa Gigli si è occupata della marcatura sintattica della Commedia, il dott. Fiumara di quella dei libri I e II del Convivio, mentre la dott.ssa Marta D’Amico si è occupata di quella delle Rime, nonché di quella dei discorsi diretti dei personaggi della Commedia.

Per marcare la frase complessa, convenzionalmente delimitata da un segno di punteggiatura forte (“.”, “!”, “?”), è stato utilizzato l’elemento <s>, presente nelle

guidelines della TEI27; di questo elemento sono stati utilizzati gli attributi:

 @id: è un attributo di tipo ID e dunque deve avere come valore un’unica parola, che verrà usata come identificatore unico all’interno dell’intero documento.  @next: è un attributo di tipo IDREF ed ha come valore unico una parola che è

stata a sua volta utilizzata come identificatore unico di qualche altro elemento; è un attributo di collegamento che collega in un’unica aggregazione un elemento con l’elemento seguente.

Per evitare l’overlapping nella codifica sintattica il verso non è stato marcato nella forma:

<l>...testo verso...</l>

(35)

35 <l>...testo verso...</l>

che avrebbe potuto creare strutture impossibili come:

<l><s>...</l>

<l>...</l>

<l>...</s>...</l>

Ma è stato marcato con un elemento vuoto:

<s>...testo verso... </s><lb/>

Perciò un passo come:

« “Figliuol mio”, disse ‘l maestro cortese, “quelli che muoion ne l’ira di Dio

tutti convegnon qui d’ogne paese; e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, si che la tema si volve in disio. Quinci non passa mai anima buona; e però, se Caron di te si lagna,

ben puoi sapere omai che ‘l suo dir suona”». (If, III, 121-129)

Verrà codificato come in figura 1.2:

(36)

36

Per quanto riguarda invece la frase semplice è stato utilizzato l’elemento <cl> (clause), conforme anch’esso alle normative TEI, di cui sono specificati due attributi:

 @type: attributo che indica il tipo del segmento. Per un elemento <cl> può prendere valori quali dichiarativa, relativa, causale ecc. Sono oltre duecento etichette sintetiche che rappresentano categorie sintattiche desunte dalla Grande

Grammatica Italiana di Consultazione28 che, per rendere più agevole la ricerca, sono state raggruppate in trenta “macrotipi”.

 @function: attributo che indica la funzione del segmento. Per un elemento <cl> può prendere valori quali coordinata, subordinata, principale ecc. Sono diciassette etichette sintetiche che comprendono: principale, coordinata a una principale, subordinate (I-VII grado), coordinate a una subordinata (I-V grado), parentetiche, coordinate a una parentetica, pseudocoordinata.

Completo di queste informazioni il passo precedente apparirà dunque codificato come in figura 1.3:

Figura 1. 3

28 Cfr. G. SALVI, L. RENZI, A. CARDINALETTI, Grande grammatica italiana di consultazione, Bologna: Il Mulino, 1995.

(37)

37

Per la marcatura delle parti mimetiche è stato utilizzato l’elemento <q> (quote) che, secondo le normative TEI, deve essere utilizzato per indicare qualcosa di sensibilmente diverso dal testo che lo circonda, come discorso o pensiero diretti, termini tecnici, citazioni e passaggi che sono menzionati ma non utilizzati. Tale elemento ha due attributi #REQUIRED:

 @type: può avere tre valori “dd” (discorso diretto vero e proprio); “pens” (discorso diretto che il personaggio pronuncia tra se e se o parole pensate riportate tra virgolette); “ddip”, per i discorsi non pronunciati, ma ipotizzati come producibili (ad esempio: Da indi in qua mi fuor le serpi amiche, // perch’

una li s’avvolse allora al collo, // come dicesse ‘Non vo’ che più diche’: If XXV

4-6)

 @who: può invece avere 128 valori diversi, tanti quanti sono i personaggi parlanti nella Commedia.

Il passo precedente, completo di tutte le marcature, si presenterà dunque in questo modo:

(38)

38 1.5.3. Il motore di ricerca

DanteSearch si avvale del motore di ricerca XCDE (Xml Compressed Document Engine), un software sviluppato dall’Università di Pisa ed implementato da Claudio

Corsi all’interno del corpus. Si tratta di un software scritto in linguaggio C capace di comprimere, indicizzare e compiere ricerche sui file in formato XML. Tuttavia, data la relativa difficoltà di uso, all’utente è offerta una maschera che rende molto semplice e intuitiva la ricerca (fig. 1.5).

Figura 1. 5

1.5.4. DanteSearch nel presente lavoro: l’annotazione lessicale

Uno degli obiettivi principali del nostro lavoro è, come già sottolineato, quello di introdurre nel corpus delle opere dantesche un’annotazione di tipo lessicale/onomasiologico la cui base sia rappresentata dal sistema concettuale proposto da Hallig e Wartburg. Inizialmente questa verrà introdotta soltanto per quanto riguarda la prima cantica della Commedia e limitatamente all’area lessicale legata agli animali, ma il progetto prevede che, presumibilmente con un lavoro di

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39

lessicale. Questo tipo di annotazione si affiancherà a quelle già esistenti, in particolar modo a quella morfosintattica, cosicché all’utente possa esser data la possibilità di ricerche incrociate come, ad esempio, quella di tutti gli aggettivi relativi agli “animali” all’interno della Commedia.

Il primo intervento, reso possibile dall’aiuto e dalle competenze della dott.ssa D’Amico, è stato quello di rendere la codifica morfosintattica, sulla quale quella lessicale si basa, conforme alle normative TEI. L’elemento <LM>, ed i rispettivi attributi, non erano infatti compatibili con tali norme e sono stati sostituiti da un elemento <w> (word), che nel sistema TEI viene indicato per rappresentare una parola grammaticale, così definito:

<!ELEMENT w ( #PCDATA | seg | w ) <!ATTLIST w

lemma CDATA #IMPLIED ana CDATA #IMPLIED>

L’attributo @lemma andrà ad adempiere alle funzioni del medesimo attributo nel precedente sistema di codifica, ovvero ad indicare il lemma – o i lemmi – dal quale la rispettiva forma flessa viene ricondotta. L’attributo @ana (att.global.analytic), indicato dalla TEI come attributo per specifiche analisi o interpretazioni, andrà invece a sostituire l’attributo @catg nell’indicazione della parte morfosintattica. Per introdurre la codifica lessicale, rispettando le normative TEI, erano possibili due strade. La prima prevedeva l’impiego dell’elemento <sense>, proposto dalla TEI per marcare tutta l’informazione relativa al significato di una parola all’interno di una voce di dizionario, e del suo attributo @level per indicare i vari livelli del sistema concettuale. In questo modo il “pelo” della lonza in If I 33 sarebbe stato codificato:

<sense level1:A level 2:IV level3:a level4:1 <w lemma=“pelo” ana=“sm2ms “>pel</w></sense>

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