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Diritto alla riservatezza, tra intimidad e vita privata. Percorso comparato dalla Spagna all'Italia, passando attraverso la Cedu.

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(1)

UNIVERSITÀ DI PISA

Dipartimento di Giurisprudenza

Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza

DIRITTO ALLA RISERVATEZZA,

TRA INTIMIDAD E VITA PRIVATA.

Percorso comparato dalla Spagna all'Italia,

passando attraverso la Cedu.

Candidato

Relatore

Gnesi Claudia

Prof. Tarchi Rolando

(2)

“Il problema di fondo relativo ai diritti dell'uomo è oggi non tanto quello di giustificarli, quanto quello di proteggerli”. -Norberto Bobbio.

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Indice

Premessa...1

Capitolo I. Derecho a la intimidad personal y familiar, articolo 18.1 della Costituzione spagnola...4

1. L'utilità della comparazione...5

2. Cenni sui diritti fondamentali nella Costituzione spagnola...6

3. Evoluzione storica dell'articolo 18.1 CE...11

4. Un articolo, plurimi diritti...16

4a. El derecho a la propia imagen, art. 18.1 CE...17

4b. El derecho al honor, art. 18.1 CE...21

4c. Derecho a la inviolabilidad del domicilio y al secreto de las comunicaciones, artt. 18.2 e 18.3 CE...24

4d. Utilizzo dell'informatica, art. 18.4 CE...28

5. Derecho a la intimidad: definizione e contenuto...29

5a. Principali approdi della giurisprudenza...30

5b. Definizione in negativo...33

5c. Intimidad corporal...34

5d. Intimidad familiar...36

5e. Risvolti pratici...38

6. Titolarità del diritto...39

7. Protezione civile del diritto a la intimidad: LO 1/1982; cenni alla tutela penale...41

8. Diritto a la intimidad vs libertà d'informazione...46

Capitolo II. Diritto al rispetto della vita privata e familiare, articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo...52

(4)

tertium comparationis...53

2. Il “sistema” Cedu: cenni alla caratteristiche...54

2a. Obblighi gravanti sugli Stati membri...54

2b. La Corte Europea dei diritti dell'uomo...55

2c. La Cedu in Italia...57

2d. La Cedu in Spagna...59

2e. L'indubitabile importanza della Cedu...61

3. Articolo 8 Cedu: un contenuto notevolmente ampio...62

4. Limitazione dei diritti...64

5. Diritto alla vita privata e familiare...67

5a. Vita privata...68

5a.1. (segue) L'identità personale...69

5a.2. (segue) L'identità sociale...74

5a.3. (segue) L'integrità psicofisica...74

5a.4. (segue) La sfera sessuale...75

5b. Vita familiare...77

5b.1. (segue) Tutela dell'ambiente...79

5b.2. (segue) La peculiare condizione dei detenuti...82

5c. Domicilio...84

5d. Corrispondenza...85

6. Diritto alla riservatezza vs libertà d'informazione, nel sistema convenzionale europeo...86

7. Prime considerazioni...89

Capitolo III. Diritto alla riservatezza, in Italia...91

1. Esiste un diritto alla riservatezza in Italia? Alcune premesse...92

2. Evoluzione storica della riservatezza in Italia...94

2a. (segue) Interpretazione analogica del codice civile e della legge sul diritto d'autore...101

(5)

3a. Articolo 2 Cost.: diritti e doveri inviolabili dell'uomo...103

3b. Articolo 13 Cost.: libertà personale...106

3c. Articolo 14 Cost.: libertà domiciliare...107

3c.1. (segue) Tutela penale della vita privata...111

3d. Articolo 15 Cost.: libertà e segretezza della corrispondenza. ...113

3d.1. (segue) Il rapporto tra corrispondenza e riservatezza in ambito familiare...116

4. Il diritto alla riservatezza nelle fonti di rango subordinato...118

4a. Diritto all'immagine. Legge sul diritto d'autore. ...118

4b. Diritto alla riservatezza del lavoratore. Statuto dei diritti del lavoratore...122

5. Tutela civile del diritto alla riservatezza...125

5a. Tutela risarcitoria...126

5b. Tutela inibitoria...128

6. Diritto alla riservatezza vs libertà d'informazione...130

7. Considerazioni finali...133

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Premessa

Oggigiorno, giuristi e non, utilizzano quotidianamente e comunemente i vocaboli riservatezza, privacy, intimità, vita privata e vita familiare; ma ne conoscono a fondo il significato? Sono forse informati circa la differenza che intercorre tra riservatezza e privacy? Sono consapevoli del fatto che riservatezza e vita privata connotano due fenomeni distinti? Conoscono un'intimità diversa da quella sessuale e affettiva, dove intimità è la traduzione letterale del termine spagnolo intimidad? La risposta non sempre è affermativa. Sul diritto alla riservatezza incombe una pesante nube grigia di inconsapevolezza e incertezza, tanto che, nel momento in cui si tenti di definire la riservatezza stessa, incontriamo già i primi e principali dubbi.

Eppure la riservatezza rappresenta oggi “la base su cui ciascuno di noi edifica liberamente la propria personalità”1. Se non venisse riconosciuto il diritto alla riservatezza avremmo la soppressione completa della spontaneità2. Pensiamo a un mondo in cui tutto ciò che facciamo, diciamo, tutto ciò che riserviamo a noi stessi e a pochi altri individui sia alla mercé della società, ipotizziamo un “grande fratello”3 su scala mondiale e quotidiana; in siffatto contesto saremmo portati ad adeguare il nostro comportamento alle esigenze della collettività e saremmo spinti dal costante desiderio di appagare l'opinione pubblica, scomparendo così del tutto qualsiasi traccia di spontaneità e autenticità della persona, requisiti basilari per lo sviluppo della vita privata e familiare dell'individuo4.

Pertanto un diritto che nacque nella classe borghese e che non

1 Rodotà S., Conti P. (a cura di) Intervista su privacy e libertà, Laterza, Roma-Bari, 2005.

2 Cabezuelo Arenas A. L., Derecho a la intimidad, Tirant Lo Blanch, Valencia, 1998, p. 35.

3 Il riferimento è a Orwell e al suo romanzo 1984.

4 Di tali conseguenze si parla in Gerstein R. S., Intimacy and Privacy, in Aa.Vv.,

(7)

interessava il ceto operaio, focalizzato su interessi che venivano percepiti come ben più importanti e centrali, vide crescere progressivamente la propria rilevanza fino a esser oggi letto come diritto della collettività, imprescindibile per l'esercizio di altri diritti umani. Con le parole di Rodotà “il mio diritto a essere lasciato in pace diventa la premessa necessaria perché io possa fare liberamente una serie di scelte”5; nel realizzare tali scelte, che costituiscono esercizio di svariati diritti, devo infatti poter esser certo di non venir discriminato: le convinzioni religiose e politiche, le ideologie, le idee, le condizioni di salute e, più in generale, gli elementi che compongono la vita privata e familiare non possono e non devono esser motivo di discriminazione e di limitazione dello sviluppo della personalità umana.

Il presente lavoro si pone quindi l'obiettivo, senza alcuna pretesa di esaustività, di indagare il fondamentale diritto alla riservatezza nell'ordinamento italiano. Poiché la nostra Costituzione non gli dedica un apposito articolo, ci chiediamo innanzitutto se tal diritto esista nell'ordinamento italiano e ci interessiamo altresì della sua definizione, connotazione e delle tutele offerte.

A differenza della Legge fondamentale italiana, altre Carte riconoscono espressamente il diritto alla riservatezza: le Carte fondamentali tedesca, degli USA, francese, peruviana, ecc.. Fra queste ci interesseremo della Costituzione spagnola, che all'articolo 18.1 richiama esplicitamente il termine intimidad, e della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, che menziona la vita privata e familiare all'articolo 8, sviluppando così un'analisi comparata. E partiremo proprio dallo studio di queste due Carte e, più in particolare, del

derecho a la intimidad nell'ordinamento spagnolo e del diritto al

rispetto della vita privata e familiare nel sistema europeo della

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Convenzione. Poiché verremo a contatto con ordinamenti diversi da quello italiano, con cui forse non abbiamo la stessa familiarità, in entrambi i casi saranno offerte nozioni preliminari di base, utili e necessarie ai fini della comprensione della normativa spagnola ed europea.

Avvertiamo già da ora il lettore che tralasceremo ogni considerazione sul diritto alla privacy da intendersi come habeas data o diritto all'autodeterminazione informativa per concentrarci invece sullo jus

solitudinis, sul “right to be let alone”6, pur essendo consapevoli dell'importanza che ha assunto tal aspetto nella moderna società informatizzata.

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Capitolo I

Derecho a la intimidad personal y familiar, articolo

18.1 della Costituzione spagnola.

Sommario: 1. L'utilità della comparazione. – 2. Cenni sui diritti

fondamentali nella Costituzione spagnola. – 3. Evoluzione storica dell'articolo 18.1 CE. – 4. Un articolo, plurimi diritti: 4a. El derecho a la

propia imagen, art. 18.1 CE; 4b. El derecho al honor, art. 18.1 CE; 4c. El derecho a la inviolabilidad del domicilio y al secreto de las comunicaciones,

artt. 18.2 e 18.3 CE; 4d. Utilizzo dell'informatica, art. 18.4 CE. – 5. Derecho

a la intimidad: definizione e contenuto: 5a. Principali approdi della

giurisprudenza; 5b. Definizione in negativo; 5c. Intimidad corporal; 5d.

Intimidad familiar; 5e. Risvolti pratici. – 6. Titolarità del diritto. – 7.

Protezione civile del diritto a la intimidad: LO 1/1982; cenni alla tutela penale. – 8. Diritto a la intimidad vs libertà d'informazione.

Artículo 187

1. Se garantiza el derecho al honor, a la intimidad personal y familiar

y a la propia imagen.

2. El domicilio es inviolable. Ninguna entrada o registro podrá

hacerse en él sin consentimiento del titular o resolución judicial, salvo en caso de flagrante delito.

3. Se garantiza el secreto de las comunicaciones y, en especial, de las

postales, telegráficas y telefónicas, salvo resolución judicial.

4. La ley limitará el uso de la informática para garantizar el honor y

la intimidad personal y familiar de los ciudadanos y el pleno ejercicio de sus derechos.

7 Della Costituzione spagnola, pubblicata ed entrata in vigore nel 29 Dicembre 1978; più avanti verrà indicata sinteticamente con “CE”.

(10)

1. L'utilità della comparazione.

Nel tentativo di ricostruire in via interpretativa il diritto alla riservatezza nel sistema giuridico italiano, è sicuramente utile riferirsi a ordinamenti che già riconoscono, a livello costituzionale, il medesimo diritto.

Uno di questi è l'ordinamento spagnolo: un paese vicino non soltanto geograficamente ma anche costituzionalmente parlando alla Repubblica italiana.

Le due Costituzioni, spagnola e italiana, condividono, in gran parte, principi fondamentali, diritti di libertà, organizzazione interna e ideologia; differiscono però in numerosi punti, uno dei quali è proprio il derecho a la intimidad8, riconosciuto dal Costituente spagnolo all'articolo 18 della Carta fondamentale e ignorato invece dal Costituente italiano.

Leggendo la Costituzione italiana, infatti, non troveremo menzione di un diritto alla privacy, alla riservatezza o a la intimidad che dir si voglia; la Costituzione spagnola, al contrario, intitola l'articolo 18 “Derecho al honor, a la intimidad personal y familiar y a la propia

imagen”, sancendo quindi, tra gli altri, anche lo sconosciuto derecho a la intimidad.

Volendo volgere lo sguardo al panorama internazionale, è immediato il richiamo all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, rubricato proprio “diritto al rispetto della vita privata e familiare”. La menzione della Cedu non è casuale: sarà questa il tertium

comparationis, il sottofondo costante, per la nostra analisi e

ricostruzione.

8 Il termine derecho a la intimidad è difficilmente traducibile: non può esser tradotto come diritto alla privacy e neppure come diritto all'intimità, data la particolare connotazione che tal parola assume nel nostro vocabolario. Per questo motivo, nel presente capitolo, non sarà proposta alcuna traduzione.

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2. Cenni sui diritti fondamentali nella Costituzione

spagnola.

Trovandoci di fronte a una Carta costituzionale che non conosciamo tanto quanto la Legge fondamentale italiana, è necessario accennare alla struttura interna della stessa ed esaminare brevemente le caratteristiche principali dei diritti fondamentali in essa descritti. Innanzitutto l'articolo 18 CE è inserito nei titolo I, capitolo II, sezione 1°9. Il cenno all'ubicazione dell'articolo in questione non è casuale: i diritti enunciati dal capitolo II hanno infatti particolari caratteristiche che li contraddistinguono. Queste sono:

a) la diretta applicabilità: non è necessaria una legge di applicazione o di desarrollo, volendo utilizzare il termine spagnolo, affinché i diritti possano esplicare la loro forza e vincolatività nell'ordinamento10. E, ancor più, vincolano il potere pubblico;

b) la previsione della riserva di legge;

c) nel limitarne o svilupparne il contenuto il legislatore è tenuto a rispettare il contenido esencial del diritto, così come enunciato dalla Costituzione;

d) la tutela giudiziale.

Il derecho a la intimidad privada y familiar non accoglie le sole caratteristiche proprie dei diritti del capitulo II ma, essendo stato inserito nella sezione prima, ha ulteriori e ancor più particolari elementi connotanti. Non è infatti sottoposto a una generica riserva di legge ma a riserva di legge organica (art. 81.1 CE)11; è sottoposto a un

9 Il titulo I della Costituzione spagnola, intitolato “de los derechos y deberes

fundamentales”, è articolato in tre capitulos, il secondo dei quali dedicato a

“derechos y libertades”; questo capitolo II si apre con l'articolo 14 per poi passare alla sezione 1°. E' proprio in tal sezione, rubricata “de los derechos

fundamentales y de las libertads publicas”, che incontriamo l'articolo 18.

10 Questa è la differenza fondamentale rispetto ai diritti contenuti nel capitolo III: in questo caso sì che è necessario il desarrollo da parte del legislatore.

11 L'uso della ley organica è tipizzato, essendo espressamente e tassativamente previsti i casi in cui questa debba e possa essere utilizzata (uno dei quali riguarda

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procedimento aggravato di riforma costituzionale (art. 168 CE); infine è prevista una specifica tutela giudiziale che passa attraverso il recurso

de amparo12 e un procedimento che la Costituzione spagnola definisce

“preferente y sumario”13 (art. 53.2 CE). Sono queste caratteristiche che non possiamo attribuire genericamente ai diritti del capitolo II ma che dobbiamo limitare alla sezione I del capitolo stesso. Tralasciando il dibattito sull'identificazione ed enumerazione dei diritti fondamentali, possiamo definire la sezione I come nucleo specialmente protetto, recante proprio la disciplina dei diritti fondamentali.

Essenziale, nella descrizione della struttura del capitolo II del titolo I e, di conseguenza, delle caratteristiche dei diritti fondamentali, è proprio l'articolo 53 CE14: tale articolo, non soltanto enuncia le caratteristiche

proprio la sezione I del capitolo II del titolo I della Costituzione). Nella gerarchia delle fonti normative, la ley organica è subordinata alla Costituzione e sovraordinata alle fonti primarie. Caratteristica fondamentale della medesima è la richiesta di una maggioranza assoluta per la sua approvazione, modifica o deroga (art. 81.2 CE), elemento che la differenzia dalla legge ordinaria, per la quale è invece richiesta una maggioranza semplice.

Vedasi in merito STC 5/1981.

12 Il recurso de amparo constitucional è lo strumento tramite cui adire il Tribunale costituzionale ai fini di ottenere tutela contro le violazioni dei diritti e delle libertà incorporati negli artt. 14-29 e 30.2 CE. Tramite il recurso de amparo si possono portare all'attenzione dell'Alto tribunale le decisioni degli organi legislativi (ivi comprese quelli delle Comunità Autonome) prive del valore di legge, disposizioni, atti giuridici o comportamenti (anche omissivi) imputabili ai poteri pubblici (ivi compresi quelli dell'autorità giudiziaria). Tra i requisiti richiesti per azionare tal tipo di tutela, vi è il previo esaurimento dei ricorsi interni disponibili. 13 La tutela offerta dai tribunali ordinari, quando si tratta di violazione dei diritti

fondamentali, si realizza tramite un procedimento speciale, preferente y sumario, il cosiddetto amparo judicial. Utilizzando le parole del Tribunale costituzionale, la preferencia implica la priorità assoluta mentre la sumariedad indica la necessaria rapidità con cui deve svolgersi tal procedimento (non si richiama la sommarietà in senso tecnico).

14 Art. 53 CE:

“1. Los derechos y libertades reconocidos en el Capítulo segundo del presente Título vinculan a todos los poderes públicos. Sólo por ley, que en todo caso deberá respetar su contenido esencial, podrá regularse el ejercicio de tales derechos y libertades, que se tutelarán de acuerdo con lo previsto en el artículo 161, 1, a).

2. Cualquier ciudadano podrá recabar la tutela de las libertades y derechos reconocidos en el artículo 14 y la Sección primera del Capítulo segundo ante los Tribunales ordinarios por un procedimiento basado en los principios de preferencia y sumariedad y, en su caso, a través del recurso de amparo ante el Tribunal Constitucional. Este último recurso será aplicable a la objeción de

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dei diritti costituzionali, ma segna anche il discrimine tra diritti enunciati dalla sezione prima e dalla sezione seconda. La differenza tra le due sezioni non ricalca la classica distinzione tra diritti personali, civili e politici; è basata, piuttosto, sul diverso livello di protezione offerto. Da un lato, abbiamo infatti un generico richiamo alla tutela giudiziale mentre, dall'altro, abbiamo la previsione di una tutela sommaria e preferenziale e del recurso de amparo, figura sconosciuta al nostro ordinamento. Al di là di questa differenza, alle due sezioni possiamo attribuire una disciplina similare (ad esempio è comune la figura del Defensor del pueblo, quale istituzione garante dei diritti dei cittadini).

L'articolo 53 CE descrive, altresì, l'efficacia dei diritti nell'ordinamento costituzionale. Come sopra accennato, i diritti sono immediatamente e direttamente applicabili e, di conseguenza, vincolanti per il potere pubblico: i diritti fondamentali sono origine immediata di diritti e obbligazioni, non potendo essere qualificati come meri principi programmatici e, in quanto tali, vincolano il legislatore, il potere esecutivo e il potere giudiziale15. Ciò comporta la possibilità di adire l'organo giudiziale, nel caso in cui se ne lamenti la lesione, anche in mancanza di un'espressa regolamentazione da parte del legislatore (ovviamente la rigidità di tale affermazione è mutevole a seconda della tipologia di diritto preso in considerazione: in alcuni casi sarà necessaria una legge di applicazione del diritto, ai fini di sviluppo del

contenido essencial descritto dal Costituente; tale necessità,

precisiamo, non pregiudicherà o escluderà in alcun caso l'efficacia

conciencia reconocida en el artículo 30.

3. El reconocimiento, el respeto y la protección de los principios reconocidos en el Capítulo tercero informarán la legislación positiva, la práctica judicial y la actuación de los poderes públicos. Sólo podrán ser alegados ante la Jurisdicción ordinaria de acuerdo con lo que dispongan las leyes que los desarrollen”.

15 Per approfondimenti in merito è disponibile un'ampia bibliografia; si veda, ad esempio, Balaguer Callejòn F., Manual de derecho constitucional, II, Tecnos, Spagna, 2014, pp. 59 e ss..

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diretta del diritto fondamentale e la possibilità di ricorso al giudice)16. Ma i diritti fondamentali non esplicano una sola efficacia immediata e diretta: è riconosciuta loro anche un'efficacia mediata. Il potere pubblico, infatti, non deve limitarsi a garantirne il rispetto ma deve andare oltre, cercando di raggiungere la loro piena effettività. Con le parole del Tribunale costituzionale spagnolo, non esiste la sola obbligazione negativa dello stato di non lesionare la sfera individuale o istituzionale protetta dai diritti fondamentali, ma anche l'obbligazione positiva di contribuire all'effettività di tali diritti e dei valori che rappresentano; ed è questa un'obbligazione che riguarda in particolar modo il legislatore17. Per finire, i diritti fondamentali hanno un'efficacia anche nelle relazioni tra privati: la dottrina parla di efficacia mediata nei rapporti con i terzi, efficacia orizzontale o, volendo adoperare la terminologia tedesca, di Drittwirkung18. Il richiamo a tale specifica efficacia dei diritti fondamentali riveste particolare importanza in relazione al derecho a la intimidad in quanto, empiricamente, il maggior numero di lesioni risultano esser prodotte da privati e non da condotte dei poteri pubblici.

Ritornando alle caratteristiche dei diritti fondamentali, e rimanendo nel novero dell'articolo 53 CE, dobbiamo accennare alla possibilità di limitazione dei diritti stessi. Innanzitutto, è necessario specificare che, nell'ordinamento spagnolo, non esistono diritti assoluti: tutti i diritti, e quindi anche il derecho a la intimidad, sono suscettibili di limitazione. L'articolo 53 CE, nell'ordinare il rispetto del contenuto essenziale dei diritti, pone dei chiari limiti ai poteri pubblici e, in particolare, al legislatore. Criterio principe per evidenziare se, a causa della

16 Un esempio su tutti: il diritto all'obiezione di coscienza, ex art. 30.2 CE. 17 STC 53/1985; STC 129/1989; STC 181/2000.

18 Il tema è stato oggetto di profonda e diffusa analisi; vedasi, ad esempio, Balaguer Callejòn F., op. cit., pp. 60 e ss.. Per quanto riguarda la giurisprudenza di riferimento, possiamo riportare le sentenze del Tribunale costituzionale 55/1983, 47/1985 e 129/1989.

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limitazione del diritto si abbia una violazione o meno dello stesso, è il principio di proporzionalità. La giurisprudenza del Tribunale costituzionale viene qui in aiuto all'interprete fissando, con plurime sentenze, la dimensione del principio di proporzionalità: non si richiama soltanto un principio di proporzionalità in senso stretto (proporzionalità della misura limitativa del diritto nel caso concreto)19, ma si prevede altresì la ragionevolezza nella limitazione del diritto20 e la previsione di misure limitative che siano necessarie e adeguate in relazione alla finalità perseguita21. In sintesi il principio di proporzionalità può esser scisso nelle sue tre dimensioni: adeguatezza, necessità e proporzionalità in senso stretto. La misura limitativa del diritto è adeguata laddove sia idonea per raggiungere il fine che si intende perseguire con la limitazione medesima; la necessità identifica l'indispensabilità dell'intervento, dovuta all'inesistenza di ulteriori misure che comportino un sacrificio minore per il diritto; infine la misura è proporzionale in senso stretto se i vantaggi derivanti dalla restrizione risultano essere superiori al pregiudizio subito dal diritto22. Conclusa questa breve parte introduttiva, dedicata alle caratteristiche dei diritti fondamentali in generale, passiamo adesso all'analisi dell'articolo 18.1 CE ovvero sia al derecho a la intimidad.

19 SSTC 37/1989 (la ricorrente lamentò la violazione, tra gli altri, dell'art. 18.1 CE, dovuta a un esame medico volto a verificare l'interruzione di gravidanza della donna) e 120/1990 (famosa sentenza che trattò dell'intervento realizzato, su alcuni detenuti in sciopero della fame, da parte dell'autorità preposta alla vigilanza e alla tutela dei medesimi).

20 SSTC 53/1986 (sentenza che fu originata da uno sciopero dei pubblici trasporti e dalla limitazione del medesimo da parte dell'autorità pubblica) e 120/1990 (vedasi nota n. 19).

21 STC 62/1982 (il ricorso, di carattere misto, concerneva la violazione dell'art. 24 CE e dell'art. 20 CE, rispettivamente attinenti al diritto a un processo pubblico e al diritto alla libertà di espressione e informazione).

22 Le plurime componenti del principio di proporzionalità sono state ben descritte in Perello Domenech I., El principio de proporcionalidad y la jurisprudencia

constitucional, in Jueces para la democracia, n. 28, 1997, pp. 69-75, disponibile

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3. Evoluzione storica dell'articolo 18.1 CE.

In uno Stato che affronta il passaggio dal regime franchista, regime autoritario preesistente, a un regime democratico, le maggiori preoccupazioni, al momento di scrivere la Costituzione, e con questa riconoscere e garantire i diritti fondamentali, erano incentrate sulla creazione di strumenti giuridici e politici che fossero in grado di render definitiva tale transizione; fra questi, logicamente, non ricadono i diritti della personalità. Il Costituente fu pertanto assorbito dal compito di delineare i diritti politici e le libertà pubbliche, imprescindibili per garantire l'ingresso della Spagna nell'Europa democratica. Vennero così valorizzati il diritto di voto, la libertà d'espressione e d'informazione, il diritto di riunione e associazione, ovvero sia diritti connessi alla vita politica e sociale della persona.

Al contrario, i diritti della personalità, quali quelli riconosciuti dall'art. 18 CE, non erano percepiti come pilastri del neonato sistema giuridico e politico. Inizialmente nacquero come contrappeso, come limitazione delle libertà di espressione e informazione. Basilari per la nuova Spagna democratica erano perciò diritti che, se pur tali, non erano e non sono tutt'oggi assoluti: la libertà d'espressione, così come quella d'informazione, trovava un limite alla sua espansione nel derecho a la

intimidad, nel derecho al honor e nel derecho a la propia imagen. Di

questa affermazione troviamo conferma nel dettato dell'articolo 20.4 CE23 che richiama, come limite alle libertà pubbliche in questione, proprio i beni giuridici dell'onore, della propria immagine e de la

intimidad. In ossequio a tal impostazione ideologica, il Tribunale

costituzionale fece trapelare, dalle sue sentenze, una sorta di gerarchia

23 Art. 20.4 CE: “Estas libertades tienen su límite en el respeto a los derechos

reconocidos en este Título, en los preceptos de las leyes que lo desarrollen y, especialmente, en el derecho al honor, a la intimidad, a la propia imagen y a la protección de la juventud y de la infancia”.

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dei diritti che vedeva subordinati, nel bilanciamento tra l'articolo 20 CE e l'articolo 18 CE, i diritti della personalità24.

Quanto detto non deve far pensare che l'articolo 18 CE descriva diritti sconosciuti alla Spagna del 1978: dei diritti della personalità avevano già parlato alcuni civilisti spagnoli del passato (fra i primi, Castán25 e De Castro26).

Prima di loro aveva parlato di una “indipendenza privata” Benjamin Constant27: affermava che, mentre gli antichi concentravano il proprio interesse sui diritti politici e le libertà pubbliche, trascurando le libertà personali, nell'epoca moderna ci si concentra sui diritti individuali, pur senza rinunciare alla sfera politica. Tra queste libertà individuali, Constant annoverava anche la indépendance privée, termine che sembra riferirsi a la intimidad ma che, ovviamente, non può essergli equiparato.

La nuova percezione dei diritti individuali e della personalità è dovuta, principalmente, all'evoluzione dei mezzi di comunicazione e d'informazione; il loro sviluppo comportò infatti la nascita di un vero e proprio pericolo per la sfera privata e intima di cittadini che, per la prima volta, iniziarono a chiedere una limitazione delle libertà di espressione e informazione, dal cui esercizio potevano per l'appunto

24 Come ben noto non esiste nel sistema costituzionale spagnolo una gerarchia dei diritti: non è possibile affermare la prevalenza in astratto dell'uno rispetto all'altro; la limitazione di un diritto in favore dell'espressione di altro diritto fondamentale potrà avvenire soltanto a seguito di un giudizio di ponderazione realizzato caso per caso. Per questo, quando qui utilizziamo il termine “gerarchia”, lo facciamo in senso improprio: ci riferiamo alla risoluzione dei conflitti, in maniera pressoché costante, a favore delle libertà pubbliche e non anche a una gerarchia dei diritti formalizzata dalla costituzione.

25 Castán Tobeñas J., Los derechos de la personalidad, in Revista General de

Legislación y Jurisprudencia, luglio-agosto, Madrid, 1952.

26 De Castro y Bravo F., Los llamados derechos de la personalidad, in Anuario de

derecho civil, vol. 12, n. 4, 1959, pp. 1237-1276.

27 Quanto riportato è tratto da una celebre conferenza tenutasi nel 1819 presso l'Ateneo di Parigi (Constant B., De la libertad de los antiguos comparada con la

libertad de los modernos, in Escritos politicos, CEC, Madrid, 1989).

Cfr. inoltre Constant B., Del espiritu de conquista, (trad. a cura di Truyol M. M. e López M. A.), Tecnos, Madrid, 1988, p. 75.

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derivare le lesioni dei diritti della personalità.

Nasce in questo modo la terza generazione di diritti, quei diritti che rispondono alle esigenze di una nuova società, la società dell'informazione o informatizzata che dir si voglia. Fra i beni giuridici che più vennero colpiti dall'evoluzione sociale e tecnologica ritroviamo proprio la intimidad28.

Spostando l'attenzione al panorama internazionale, non possiamo non citare, fra i principali e primi studi in materia, l'opera di Warren e Brandeis29 e la sentenza del Tribunale supremo americano nel caso

New York Times vs Sullivan (1964), sentenza che pose le basi per la

regolamentazione del delitto di diffamazione.

Warren e Brandeis dettarono il punto di partenza per la successiva discussione teorica sul diritto alla privacy e per primi diedero una definizione della privacy stessa: “the right to be let alone”30, il diritto a esser lasciati soli, lo jus solutidinis.

Ovviamente tale definizione embrionale non è idonea, oggigiorno, a definire il derecho a la intimidad di cui stiamo discutendo: si è però

28 Il diritto a la intimidad è oggetto di una continua e profonda evoluzione tanto che, attualmente, possiamo parlare dell'esistenza di un vero e proprio habeas data, ovvero sia il diritto all'autodeterminazione informativa, la facoltà delle persone di conoscere e controllare le informazioni che le riguardano e che sono processate in banche dati informatiche (art. 18.4 CE). Sul punto si veda, fra i tanti, Pérez Luño A. E., Intimidad y protección de datos personales: del habeas corpus al habeas

data, in García San Miguel L. (a cura di), Estudios sobre el derecho a la intimidad, Tecnos, Madrid, 1992.

29 Warren L. e Brandeis S., The right to privacy, in Harward Law Review, 1890. In questa sede, l'argomento può soltanto essere accennato; abbiamo però in materia un'ampia bibliografia, vedasi, per una prospettiva riassuntiva e differente, Valensise M., The right to be let alone, La nascita della privacy a Boston nel

1890, figlia di due avvocati alle prese col gossip, 2010, in Il foglio, consultabile

online all'indirizzo http://www.ilfoglio.it/articoli/2010/06/19/the-right-to-be-let-alone___1-v-112047-rubriche_c299.htm (consultato in data 3/10/2016). 30 Nonostante il termine “to be let alone” sia generalmente riferito all'opera di

Warren e Brandeis, è stato usato per la prima volta dal giudice Cooley in Cooley, T., A Treatise on the Law of Torts or the Wrongs Which Arise Independent of

Contract, Callaghan, Chicago, 1879.

Secondo altri, il termine privacy è da attribuire al caso inglese Prince Albert v. Strange (1869), tra l’altro, più volte citato nell’articolo di Warren e Brandeis, op. cit..

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trattato di un passo iniziale fondamentale per l'attuale configurazione del diritto stesso. L'inidoneità della definizione si riflette nello sforzo, degli studiosi successivi, di trovare una miglior spiegazione e qualificazione del diritto. Ad esempio Fried, in un lavoro del 1970 intitolato An anatomy of values31, parla di “controllo sulle informazioni

che ci riguardano”; Parker invece, in A definition of privacy del 197432, definisce la privacy come “controllo su quando e su chi possa percepire differenti aspetti della nostra persona”. Al di là delle varie definizioni offerte, gli studiosi sono concordi nel parlare di un diritto a non essere conosciuti, in determinati aspetti, dai terzi, di un diritto al segreto33. Vedremo in seguito la definizione offerta dal Tribunale costituzionale spagnolo e se questa è concorde con la dottrina appena richiamata.

Dopo la Costituzione del 1978, si interesseranno ai diritti in esame la Ley Orgánica 1/1982, de Protección civil del derecho al honor, a la intimidad personal y familiar y a la propia imagen (di seguito LO 1/1982) e la giurisprudenza del Tribunale costituzionale, fondamentale

per specificarne il contenuto.

L'Alto tribunale, nello svolgimento della sua funzione ermeneutica, ha adottato un approccio particolarmente sensibile alla giurisprudenza sovranazionale, con grande attenzione per le sentenze dettate dalla

Corte Europea dei Diritti dell'Uomo34.

Sempre al Tribunale costituzionale possiamo attribuire il merito di aver legato indissolubilmente il congiunto di diritti ex art. 18 CE alla dignità umana, principio proprio dell'articolo 10.1 CE35.

La dignità viene concepita non come un diritto autonomo ma come un

31 Fried C, An anatomy of values, in Harvard University Press, Cambridge, 1970. 32 Parker R., A definition of privacy, Rutgers Law Review, vol. 27, 1974.

33 Fra i tanti, vedasi: García Morente M,, Ensayo sobre la vida privada, Facultad de filosofía Universidad Complutense, 2ª ed., Madrid, 1992.

34 Vedasi, ad esempio, capitolo I, paragrafo 4c.

35 Di tale operazione abbiamo menzione, fra le tante, nelle SSTC 37/1989, 231/1988 e 214/1991.

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principio, come un germe da cui nascono e da cui dipendono i diritti fondamentali36; i diritti fondamentali sono quindi fondati sulla dignità e, contemporaneamente, la preservano37. E' significativa, in questo senso, l'ubicazione dell'art. 10.1 CE proprio nella struttura della Carta costituzionale: apre il titolo I che, come detto precedentemente, è

dedicato ai diritti e doveri fondamentali.

Il Giudice delle leggi si è espresso con parole chiare sulla connessione che intercorre tra la dignità e il diritto a la intimidad: “El derecho a la

intimidad consagrado en el art. 18.1 aparece configurado como un derecho fundamental estrictamente vinculado a la propia personalidad y que deriva, sin duda, de la dignidad de la persona humana que el art. 10.1 reconoce” (STC 57/1994, fondamento giuridico 5); nello

stesso senso, se non addirittura con le stesse parole, ha orientato la propria giurisprudenza in ulteriori numerose occasioni38.

Mentre la giurisprudenza ha contribuito a delineare il contenuto dell'art. 18.1 CE, la LO 1/1982 si è occupata prettamente della protezione civile prevista per i diritti in esame. Alla protezione civile si affianca una protezione di tipo penale offerta da un ulteriore e successivo intervento normativo in materia: il riferimento è agli articoli 197 e ss. del Código Penal39.

In definitiva ci troviamo di fronte a un diritto che ha visto crescere la propria importanza con lo sviluppo della società e dei mezzi di diffusione delle notizie e delle informazioni; un diritto della personalità che nasce come limite ai diritti politici e alle libertà pubbliche e che, successivamente, acquista una propria centralità e si scinde dalla

36 Pressapoco queste le parole del Tribunale nella STC 53/1985.

37 Riportiamo qui alcune delle formule utilizzate dal Tribunale costituzionale in quanto particolarmente incisive e significative: “derivación de la dignidad de la

persona” (STC 49/2001); “íntima conexión” (STC 49/2001); “proyecciones de núcleos esenciales de la dignidad de la persona” (STC 194/1994); “traducción normativa de la dignidad” (STC 136/2006).

38 Si vedano, ad esempio, le sentenze del medesimo Tribunale costituzionale 53/1985, 214/1991, 57/1994.

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libertà d'espressione e d'informazione; un diritto che trova la propria giustificazione nella possibilità di libero svolgimento della vita privata, concetto strettamente connesso all'art. 10.1 CE (l'articolo in questione si riferisce al “libre desarollo de la personalidad”). Si dà la possibilità alla persona di sottrarsi dall'opinione pubblica, di mostrare solo ciò che vuole e di occultare ciò che non vuol render noto e conosciuto ai più. Esprime particolarmente bene l'essenza di tal diritto e la sua giustificazione Mazeud: “el sentimiento profundo de discreción y de

pudor que existe en el fondo de cada ser humano exige la protección del secreto de la vida privada, vida personal y vida familiar. Sin semjante secreto, no habría libertad; el secreto de la vida privada es uno de los aspectos de la libertad de nuestra existencia”40.

4. Un articolo, plurimi diritti.

Intorno all'art. 18, in origine, si aprì un dibattito attualmente risolto: ci si chiedeva se l'art. 18.1 CE configurasse l'esistenza di un unico diritto o di plurimi e distinti diritti. In altre parole, i diritti all'onore, all'immagine e a la intimidad sono sfumature di un unico diritto alla

privacy (volendo adoperare il termine anglossassone) o sono tre diritti

autonomi? Fu il Tribunale costituzionale, concorde la dottrina maggioritaria41, a optare per l'autonomia dei diritti inglobati nel primo paragrafo dell'art. 18 CE. Il Tribunale affermò infatti che la lesione di uno dei diritti in questione non comportava, automaticamente, la violazione degli altri42.

40 Mazeaud H., Prefazione, in Kayser P., La protection de la vie privée, Ed. Económica, París, 1984, p. 1.

41 A titolo esemplificativo, Pardo Falcón J., Los derechos del articulo 18 de la

Constitución Española en la jurisprudencia del Tribunal constitucional, in Revista Española de Derecho Constitucional, anno 12, n. 34, Gennaio-Aprile,

1992.

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Accogliendo la soluzione offerta dall'Alto tribunale possiamo quindi procedere con la distinzione dei vari diritti riconosciuti dall'articolo 18: nel primo paragrafo, incontriamo il diritto a la intimidad, all'onore e alla propria immagine; il secondo e terzo paragrafo, rispettivamente, sono dedicati al diritto alla inviolabilità del domicilio e al segreto delle comunicazioni; infine, il quarto paragrafo individua una limitazione dell'uso dell'informatica in funzione di garanzia dei diritti appena richiamati. Quest'ultimo paragrafo racchiude un vero e proprio diritto fondamentale che trascende la semplice protezione dei dati personali: si tratta del diritto all'autodeterminazione informativa, connesso e posto al servizio della tutela dell'intimità e della vita privata.

La definizione del diritto a la intimidad non è facile né immediata e, per questo, le dedicheremo un apposito paragrafo; è però utile, già da adesso, evidenziare alcune delle caratteristiche del diritto in questione tramite la comparazione e la diversificazione rispetto agli ulteriori diritti descritti dall'art. 18 CE.

4a. El derecho a la propia imagen, art. 18.1 CE43.

Il diritto alla propria immagine, al pari del diritto all'onore e a la

intimidad personal, forma parte dei diritti della personalità e, come

tale, garantisce l'ambito di libertà della persona relativamente ai suoi attributi più caratteristici, quali l'immagine fisica, la voce o il nome, qualità definitorie di sé stessi e inerenti ciascun essere umano. Nella misura in cui la persona si manifesta materialmente tramite il corpo, la voce e altre caratteristiche fisiche e personali, è evidente che con la protezione dell'immagine si salvaguarda l'ambito di intimità della

43 L'analisi qui offerta non può che essere sintetica e, in special modo, orientata agli aspetti di interesse nella ricostruzione del diritto a la intimidad. Verrà, ad esempio, tralasciata completamente la rilevanza economica e patrimoniale del diritto all'immagine che, precisiamo, non rientra nel contenuto protetto dall'art. 18.1 CE. La bibliografia in materia è molto ricca; a titolo esemplificativo indichiamo Amat Llari E., El derecho a la propia imagen y su valor publicitario, La ley, Madrid, 1992.

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persona stessa (STC 117/1994, fondamento giuridico 3)44.

Le parole del Tribunale costituzionale sono particolarmente utili come punto di partenza per la ricostruzione del contenuto del diritto e per delineare il rapporto che questo intreccia con il diritto a la intimidad. Si riconosce la facoltà di impedire la captazione, riproduzione o pubblicazione della propria immagine da parte di terzi non autorizzati, qualunque sia la finalità perseguita (economica, informativa, commerciale, culturale, scientifica, ecc.) e, in tal modo, si protegge, al tempo stesso, la sfera intima e privata della persona. Questo è stato, per lungo tempo, l'orientamento del Giudice da cui emergeva uno stretto collegamento con la salvaguardia de la intimidad45, non essendo ancora stata riconosciuta l'autonomia del diritto all'immagine.

La connessione tra il diritto alla propria immagine e il diritto a la

intimidad è evidente: dato che il diritto all'immagine garantisce un

ambito di libertà della persona attinente i suoi tratti fisici caratteristici (l'immagine fisica, la voce e il nome), protegge, contemporaneamente, la sfera personale dell'individuo. L'aspetto fisico è infatti lo strumento basilare per l'identificazione della persona stessa e, in quanto tale, costituisce l'involucro della personalità e della vita privata e familiare dell'uomo46.

Se tenessimo in considerazione soltanto queste affermazioni potremmo

44 Il Tribunale costituzionale si è espresso in questo senso in numerosi momenti. Fra i tanti: STC 170/1987 (annovera il diritto in questione nella categoria dei diritti della personalità, diritti volti a salvaguardare lo spazio di intimidad personale e familiare sottratto alle invasioni dei terzi); STC 99/1994 (il Tribunale afferma che l'aspetto fisico costituisce il primo elemento configurante la intimidad e la sfera personale dell'individuo, poiché elemento basilare di identificazione e protezione esteriore e fattore imprescindibile per il riconoscimento della persona; nella stessa occasione il Tribunale sottolinea il legame che il diritto all'immagine manifesta con la “propia esfera intima”); STC 117/1994, già citata (“El derecho a la

intimidad limita la intervención de otras personas y de los poderes públicos en la vida privada, intervención que en el derecho que ahora nos ocupa puede manifestarse tanto respecto de la observación y captación de la imagen y sus manifestaciones como de la difusión o divulgación posterior de lo captado”).

45 Con le parole del TC: “estricta vinculación con la salvaguardia de la intimidad” (STC 99/1994).

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essere portati, erroneamente, a sovrapporre il contenuto dei due diritti: l'immagine confluirebbe nell'ambito protetto dal diritto a la intimidad. L'evoluzione giurisprudenziale, successiva all'anno 1994, riesce però a sollevare ogni dubbio in materia. Il Tribunale costituzionale, a partire dalle sentenze 99/1994 e soprattutto 81/2001, afferma con convinzione il principio di autonomia del diritto alla propria immagine rispetto agli altri diritti ex art. 18.1 CE. Il diritto alla propria immagine protegge dunque “un ambito proprio riservato, anche se non intimo, dalle azioni e dalla conoscenza dei terzi” (STC 83/2002).

Esistono numerosi casi in cui la captazione di un'immagine, senza l'autorizzazione del soggetto interessato, vulnera entrambi i diritti: pensiamo a una registrazione ottenuta tramite telecamere nascoste (un caso concreto di questo tipo è stato oggetto di analisi della STC 12/201247); ciò non significa, però, che ogni violazione del diritto all'immagine porti con sé la lesione del diritto a la intimidad.

Si ha lesione del diritto all'immagine ogni qual volta non vi sia l'autorizzazione del soggetto interessato alla diffusione dell'immagine stessa: lo scatto di una foto e la sua pubblicazione, il ritratto di un corpo nudo, la registrazione della voce di una persona e la sua diffusione, ecc., sono tutti esempi di condotte contrarie al dettato dell'art. 18.1 CE. Si ha invece violazione anche del diritto a la

intimidad qualora la captazione, diffusione o pubblicazione dei tratti

fisici della persona, non soltanto non sia stata autorizzata, ma comporti altresì la lesione del pudore della persona stessa. E' proprio questa la differenza: da un lato è sufficiente l'autorizzazione della persona 'ritratta', dall'altro è necessario che non vi sia violazione del suo pudore affinché si abbia il rispetto dei diritti in questione.

47 La sentenza fu originata dall'ingresso, da parte di una giornalista, nel domicilio della ricorrente, un'estetista accusata di esercitare la professione medica illegalmente. La giornalista, munita di una telecamera nascosta, si presentò alla ricorrente come paziente al fine di registrare immagini e voce della donna stessa, con lo scopo di diffondere quanto appreso nell'abitazione della ricorrente.

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Da quanto detto si evince la possibilità di scindere il diritto all'immagine in due aspetti, l'uno connesso e derivante dal diritto a la

intimidad e l'altro del tutto autonomo e distinto. L'immagine,

qualificabile come l'esteriorizzazione somatica della persona, potrebbe catturare momenti di vita intima dell'individuo: la foto scattata, per fare un esempio, non sarebbe altro che il mezzo con cui si vulnera il diritto a la intimidad (con annessa lesione del diritto alla propria immagine, non essendo stata autorizzata la realizzazione della foto). Il diritto all'immagine, secondo tale accezione, altro non è che una manifestazione concreta del diritto a la intimidad. Le citate parole del Tribunale costituzionale riescono a illustrare perfettamente questa prima faccia del diritto all'immagine48. Abbiamo però l'altro aspetto del diritto all'immagine: laddove non venga violato il pudore della persona49, non c'è lesione del diritto a la intimidad ma sola manifestazione esterna dell'aspetto dell'individuo. Ecco qui un diritto autonomo e in alcun modo connesso con la intimidad, l'onore e la vita privata della persona. La nuova concezione del rapporto tra i due diritti, sostenuta dalla rinnovata giurisprudenza costituzionale, trova conferma anche nella LO 1/1982 il cui art. 7.5 distingue i casi di captazione, riproduzione e pubblicazione dell'immagine in luoghi o momenti di vita privata o al di fuori di questi50.

Per render ancor più chiaro il rapporto che intercorre tra i due diritti, possiamo leggere la sentenza 139/2001 del Tribunale costituzionale. Sinteticamente, la sentenza nacque dal ricorso presentato da un

48 In altra occasione il Tribunale costituzionale ha affermato apertamente il legame tra i due diritti: STC 99/1994 (“estricta vinculación con la salvaguardia de la

intimidad”).

49 I testi spagnoli si riferiscono a “pudor y recato”, termini particolarmente efficaci per riferirsi al pudore in senso ampio.

50 Art. 7.5 LO 1/1982: “[Tendrán la consideración de intromisiones ilegítimas en el

ámbito de protección delimitado por el artículo 2 de esta ley] la captación, reproducción o publicación por fotografía, filme o cualquier otro procedimiento, de la imagen de una persona en lugares o momentos de su vida privada o fuera de ellos”.

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personaggio pubblico fotografato mentre realizzava un safari in Africa; il Tribunale negò la violazione del diritto a la intimidad, tenuto conto del luogo pubblico e delle circostanze in cui vennero scattate e in seguito pubblicate le foto; al tempo stesso affermò che, in relazione al diritto alla propria immagine, è necessario ottenere il consenso dell'interessato ai fini della riproduzione e dell'utilizzo delle immagini51.

4b. El derecho al honor, art. 18.1 CE.

Definire il diritto all'onore è un'operazione non conveniente tanto che lo stesso Tribunale costituzionale non ne offre una nozione puntuale e scolastica. “Onore” è un concetto giuridico indeterminato, i cui connotati devono essere ricercati nel linguaggio comune e nei valori della società; il suo contenuto dipende quindi dalle norme, dagli usi e dall'ideologia sociale presenti al momento52. Pertanto, il diritto all'onore condivide con il diritto a la intimidad una certa variabilità nello spazio e nel tempo. Nel tentativo di darne una definizione, possiamo rifarci alle parole del Tribunale e, in particolare, alle sentenze 49/2001 e 85/1992: il diritto all'onore vuole proteggere la reputazione della persona da possibili attacchi di terzi capaci di screditare e denigrare così come da possibili affermazioni offensive, vuole evitare la pubblica umiliazione dell'individuo. Le condotte lesive del diritto all'onore hanno quindi un comun denominatore: sono permeate dall'animus injuriandi53 e producono un demerito nella

51 Ovviamente la regola esposta può soffrire eccezioni: in ragione dell'interesse pubblico dell'immagine, nel bilanciamento tra il diritto in questione e la libertà d'informazione, si può avere la soccombenza del diritto all'immagine (STC 156/2001).

52 Così ha avuto modo di esprimersi il Giudice delle leggi in occasione delle SSTC 180/1994, 52/2002, 14/2003 e 51/2008.

53 L'animus injuriandi, elemento soggettivo che deve sussistere affinché si possa parlare di condotta lesiva del diritto all'onore, consiste nella volontà, nell'intenzione specifica di violare l'onore altrui. L'elemento soggettivo non deve invece caratterizzare le lesioni del diritto a la intimidad.

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considerazione che i terzi hanno della persona54. Volendo semplificare la questione, possiamo evidenziare due prospettive del medesimo diritto, l'una soggettiva, l'altra oggettiva. L'onore soggettivo consiste nella considerazione e nel rispetto che l'essere umano ha di sé stesso e per sé stesso; la prospettiva soggettiva può essere accostata all'aspetto interno del diritto. L'onore oggettivo è l'interesse che ciascuno ha per il suo prestigio e fama55; tale seconda connotazione può essere quindi relazionata con l'aspetto esterno dell'onore56.

Inquadrato brevemente il diritto all'onore, passiamo al punto centrale e d'interesse, ovvero sia la comparazione con il diritto a la intimidad. Si tratta di diritti in qualche modo legati ma non coincidenti. L'onore riguarda l'uomo come animale sociale, è strettamente connesso alla partecipazione dell'individuo alla comunità; la intimidad, al contrario, salvaguarda la sfera privata, un ambito estraneo e protetto dalle ingerenze della comunità stessa, perpetrate da privati e dai poteri pubblici57.

Per differenziare i due diritti in questione è utile partire dall'osservazione delle lesioni che possono prodursi a loro carico, così

54 STC 223/1992: “[...] en nuestro ordenamiento no puede encontrarse una

definición de tal concepto, que resulta así jurídicamente indeterminado. Hay que buscarla en el lenguaje de todos, en el cual suele el pueblo hablar a su vecino y el Diccionario de la Real Academia (edición 1992) nos lleva del honor a la buena reputación (concepto utilizado por el Tratado de Roma), la cual -como la fama y aun la honra- consisten en la opinión que las gentes tienen de una persona, buena o positiva si no van acompañadas de adjetivo alguno. Así como este anverso de la noción se da por sabido en las normas, éstas en cambio intentan aprehender el reverso, el deshonor, la deshonra o la difamación, lo infamante. El denominador común de todos los ataques o intromisiones legítimas en el ámbito de protección de este derecho es el desmerecimiento en la consideración ajena (art. 7.7 LO 1/1982) como consecuencia de expresiones proferidas en descrédito o menosprecio de alguien o que fueren tenidas en el concepto público por afrentosas”.

55 Il Tribunale costituzionale accoglie e valorizza oggi la visione oggettiva del diritto all'onore (vedasi STC 14/2003), con un cambio di orientamento rispetto al passato.

56 Il Tribunale costituzionale adottò tal criterio a seguito della sua elaborazione da parte di De Cupis. Cfr. De Cupis A., I diritti della personalità, Milano, Giuffrè, 1982 (I ed. 1959-61).

57 Cfr. Berdugo Gómez de la Torre I., Honor y libertad de expresión, Tecnos, Madrid, 1987.

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come è stato fatto precedentemente per descrivere il rapporto che intercorre tra diritto all'immagine e diritto a la intimidad58. L'attentato contro la intimidad non prevede la formulazione di un giudizio morale avverso nei confronti della persona; è infatti sufficiente che siano stati oggetto di conoscenza, tramite un'ingerenza indebita, aspetti della vita riservata. Al contrario, la violazione del diritto all'onore non deve ricadere necessariamente su aspetti della vita riservata dell'individuo, potendo trattarsi anche di informazioni pubbliche o, più in generale, conosciute o conoscibili dai terzi. Ciò che caratterizza la lesione del diritto all'onore è la denigrazione, il discredito, la compromissione del giudizio sociale sull'individuo, anche laddove si tratti di informazioni pubbliche, legittimamente conosciute. Le intromissioni nei due diritti possono avere in comune il prodursi di un turbamento, di un'inquietudine morale ma, al di là di questo, si tratta di ordini di violazioni profondamente distinte. Si apprezza ancor più la differenza tra i due diritti, rimanendo nell'ambito delle lesioni perpetrabili, laddove si osservi il bilanciamento tra i diritti ex art. 18.1 e la libertà di espressione e informazione. Data l'importanza dell'argomento, la limitazione del diritto a la intimidad in ragione e valorizzazione delle libertà ex art. 20 CE verrà approfondito successivamente. Possiamo però già da ora osservare che, se la violazione del diritto a la intimidad per mezzo dell'esercizio della libertà di espressione in senso ampio59 si produce laddove l'informazione, pur essendo vera, non abbia rilevanza pubblica, nel caso del diritto all'onore, viceversa, si pone l'accento proprio sulla verità dell'informazione e sulla presenza dell'elemento soggettivo, l'animus injuriandi per verificarne eventuali lesioni60.

58 Operazione questa realizzata, fra i tanti, anche da Novoa Monreal. Novoa Monreal E., Derecho a la vida privada y liberdad de información; un conflicto de

derechos, Siglo XXI, México, 1979.

59 Come spiegheremo più avanti, è necessario distinguere il diritto alla libertà di informazione rispetto al diritto alla libertà di espressione, sintetizzabili nella formula “libertà di espressione in senso ampio”. Vedasi capitolo I, paragrafo 8. 60 STC 172/1990. La sentenza sarà oggetto di specifica analisi nel capitolo I,

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4c. Derecho a la inviolabilidad del domicilio y al secreto de las comunicaciones, art. 18.2 e 18.3 CE.

L'articolo 18 può essere scisso in tre frammenti: il primo dedicato al connubio tra diritto all'onore, all'immagine e a la intimidad, il cui rapporto è stato appena indagato; il secondo rivolto al diritto all'inviolabilità del domicilio e al segreto delle comunicazioni, che devono però essere considerati due diritti autonomi e distinti l'un l'altro; infine, il terzo, attinente la limitazione dell'uso dell'informatica in funzione di garanzia dei diritti appena citati. Tale premessa, qui ripetuta, è utile per spiegare perché l'analisi del rapporto tra il diritto a la intimidad e i diritti del secondo frammento sia unitaria e non li veda invece analizzati separatamente. L'inviolabilità del domicilio e il segreto delle comunicazioni garantiscono, rispettivamente, uno spazio e un'attività riservati. E' lampante la connessione con il diritto a la

intimidad: il domicilio è lo spazio privato per eccellenza, dove la

persona può sviluppare e godere della propria vita privata; il segreto delle comunicazioni è volto a tutelare quell'attività con cui la persona, ancora una volta, può articolare la propria vita personale. E' ancor più evidente il discrimine tra i diritti in questione: i diritti riconosciuti dall'art. 18.3 operano come garanzie formali di intangibilità61. Ciò significa che il domicilio, in quanto spazio, e le comunicazioni, in quanto attività, sono di accesso riservato a prescindere da qualsiasi valutazione materiale. Ciò che interessa quando ci rapportiamo con tali diritti non è il contenuto, non è ciò che si trova nel domicilio o ciò che si comunica, ma sono lo spazio e l'attività in quanto tali. Ogniqualvolta si autorizzi l'accesso nel proprio domicilio o nelle comunicazioni, non si avrà violazione dell'art. 18.3 CE: essendo proprio lo spazio e l'attività a esser tutelati, a prescindere dal contenuto e dalla

paragrafo 8.

61 Questa l'espressione utilizzata da Díez Picazo L. M., Sistema de Derechos

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qualificazione materiale del bene giuridico, è sufficiente consentire l'intromissione per affermare la liceità della condotta.

Quando ci rapportiamo con la intimidad dobbiamo partire da premesse profondamente diverse. In questo caso ciò che è decisivo, nel momento della determinazione del diritto e delle sue eventuali lesioni, è il contenuto. Facciamo un semplice esempio per chiarire definitivamente la differenza che intercorre tra i diritti. Se una persona viene invitata nel domicilio altrui, non potrà violare l'art. 18.3 CE proprio perché autorizzata a fare il proprio ingresso nello spazio protetto; una volta realizzatasi la legittima ingerenza nel domicilio, è però possibile che la persona stessa vada a rivelare dettagli sulla vita intima che ha potuto osservare una volta entrata nel luogo privato. In questo caso avremmo la violazione dell'art. 18.1 CE in quanto si è avuta la divulgazione di aspetti connessi con la vita privata che si svolge nel luogo protetto. Significativa, nella descrizione del rapporto tra diritto a la intimidad e diritto alla libertà del domicilio, è la sentenza 119/2001 del Tribunale costituzionale. Il procedimento, conosciuto come caso Moreno-Gómez (dal nome della ricorrente), fu originato dalla richiesta di indennizzazione per violazione di alcuni dei diritti fondamentali, tra i quali anche il diritto a la intimidad. La ricorrente denunciò infatti la elevata contaminazione acustica di cui soffriva nello svolgimento della quotidiana vita privata nel proprio domicilio, a causa della presenza di locali notturni (in particolar modo di una discoteca) aperti fino al mattino; nonostante la zona fosse stata dichiarata dal municipio di Valencia, città in cui si sviluppano i fatti, acusticamente satura, non erano stati presi provvedimenti in merito. Esauriti i mezzi di tutela a disposizione della ricorrente, senza alcun esito positivo, venne proposto recurso de amparo contro le decisioni precedenti. La signora Moreno-Gómez lamentava la contaminazione acustica del proprio domicilio: vi erano infatti immissioni di rumori e vibrazioni che, non

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soltanto non le consentivano di vivere la propria intimidad nell'abitazione, ma che le avrebbero anche causato insonnia e altri problemi di salute. La questione arrivò quindi fino al Tribunale costituzionale, che mostrò un particolare interesse per il caso, tanto da affrontarlo en pleno62. L'avocazione del caso da parte del pleno fu

dovuta all'intento di dimostrare la volontà di abbracciare e osservare la giurisprudenza preesistente della Corte Europea dei diritti dell'uomo da parte dell'Alto tribunale spagnolo. La Corte Edu aveva infatti avuto modo di pronunciarsi in materia con la sentenza López Ostra c.

Spagna nel 199563. In estrema sintesi, nel caso López Ostra, la Corte Edu affrontò il ricorso presentato da una cittadina residente nell'immediata vicinanza di un impianto per il trattamento di scarti provenienti da concerie. Il complesso di impianti realizzava un'attività altamente inquinante tanto da andare a incidere negativamente sulla qualità della vita della popolazione, sul benessere degli individui e sul libero godimento delle abitazioni e della vita privata e familiare di questi ultimi. La Corte, in tale occasione, registrò la violazione dell'art. 8 Cedu64; affermò infatti che una grave contaminazione dell'ambiente può lesionare il benessere dell'individuo e impedirgli di godere del proprio domicilio così da violare la sua vita privata e familiare65. La

62 Ovvero sia alla presenza di tutti i magistrati del Tribunale.

63 Per approfondire la questione vedasi, fra i tanti, il commento di Eduardo De Cunto. De Cunto E., López Ostra c. Spagna, Lunedì 28 Aprile 2014, in Diritti

Umani in Italia, rivista online, consultabile all'indirizzo http://www.duitbase.it/database-cedu/lopez-ostra-c-spagna, (consultato in data 13/10/2016); Mendoza Escalante M., El derecho fundamental a la inviolabilidad

del domicilio y a la integridad como medios de protección del derecho al medio ambiente: la sentencia 119/2001 del Tribunal constitucional español, in Revista Peruana de Jurisprudencia, Anno 5, n. 34, Lima, Dicembre, 2003, pp. 77-107,

consultabile all'indirizzo

http://www.consultoriaconstitucional.com/articulospdf/vii/medio.ambiente.pdf. 64 L'articolo 8 Cedu, oggetto di analisi del capitolo II, è rubricato “Diritto al rispetto

della vita privata e familiare”.

65 A testimonianza dell'importanza e della continuità della giurisprudenza della Corte Edu citiamo la sentenza Powell y Rainer c. Regno Unito, 1990 (C. Eur. Dir. Uomo, 21/02/1990, ricorso n. 9310/81, causa Powell y Rainer c. Regno Unito); la Corte si espresse qui in termini simili a quanto già abbiamo avuto modo di osservare, avvalorando la tesi secondo cui i danni ambientali possono arrivare a

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giurisprudenza spagnola, nell'affrontare il caso Moreno-Gómez, basò la sua analisi proprio sulle conclusioni tratte dalla Corte Edu in questa e altre occasioni66. Tornando al caso Moreno-Gómez, nonostante nei fondamenti giuridici il Tribunale costituzionale avesse ribadito che l'inquinamento acustico può comportare la lesione del diritto a la

intimidad laddove impedisca gravemente il libero sviluppo della

personalità nel proprio domicilio, arrivò, in conclusione, a rigettare la domanda per insufficienza delle prove offerte dalla ricorrente67. Tralasciando la conclusione della vicenda, ribaltata poi dalla sentenza della Corte Edu che evidenziò la violazione dell'art. 8 Cedu, ciò che ci interessa sono le parole del Tribunale costituzionale volte a evidenziare quale sia il diritto effettivamente e concretamente lesionato. I magistrati parlarono infatti di “intimidad domiciliaria”. A differenza della Cedu, che sembra non distinguere i diritti a la intimidad e il diritto al domicilio, la Costituzione spagnola, come chiaramente esposto sopra, richiama l'esistenza di due diritti ben distinti; eppure, in questo caso, l'Alto tribunale non potè fare a meno di riferirsi a un connubio tra intimidad e domicilio, a un diritto a la intimidad nell'ambito domiciliario. Fortunatamente furono gli stessi Giudici a chiarire il perché non fosse stato possibile affrontare il caso separando nettamente i due diritti: non perché siano questi inscindibili e riconducibili ad unicum ma poiché il diritto all'inviolabilità del domicilio ha un carattere strumentale, difendendo l'ambito in cui si svolge la vita privata della persona. Ecco qua che viene sottolineata chiaramente la connessione tra i due diritti, autonomi e distinti68.

lesionare i diritti ex art. 8 Cedu.

66 Vedasi, ad esempio, C. Eur. Dir. Uomo, 19/02/1998, ricorso n. 14967/89, causa Guerra e altri c. Italia.

67 Il Tribunale dichiarò che le prove offerte dalla ricorrente (misurazione del livello di inquinamento acustico nell'abitazione) non erano idonee a dimostrare la lesione del diritto a la intimidad.

68 Per ulteriori approfondimenti sul caso analizzato è disponibile un'ampia scelta di commenti alla sentenza: vedasi, ad esempio, Canosa Usera R., Pretensiones

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A conferma ulteriore di quanto appena esposto, accenniamo alla sentenza 22/1984, in occasione della quale la giurisprudenza pose proprio l'accento sulla strumentalità della protezione del diritto al domicilio rispetto alla tutela della privacidad: si parlò qui dell'esistenza di un “nexo de unión indisoluble”69.

Per concludere, in relazione al secreto de las comunicaciones, il Costituente presume esser “intimo” tutto ciò che sia oggetto di comunicazione tra due o più persone (qualunque sia il mezzo utilizzato: carta, posta elettronica, conversazioni telefoniche, ecc.). Come Matia Portilla70 indica nel suo approfondimento sull'art. 18 CE, si tratta di una presunzione assoluta per la quale, ogniqualvolta si abbia un'intromissione illegittima nel processo comunicativo, si intende violata la intimidad di coloro che intrecciano la comunicazione71. 4d. Utilizzo dell'informatica, art. 18.4 CE.

Riferendosi l'art. 18.4 CE alla limitazione dell'uso dell'informatica, non c'è motivo né modo di realizzare una comparazione e una differenziazione rispetto a la intimidad, come precedentemente fatto con gli altri diritti riconosciuti dall'articolo stesso. Un breve cenno sull'ultimo inciso dell'articolo sarà posticipato alla sede opportuna72.

Mayo, in Teoría y realidad constitucional, n. 1011, secondo semestre 2012

-primo semestre 2013, pp. 697 e ss..

69 Nella sentenza citata, il Tribunale costituzionale ebbe altresì modo di individuare, nel concetto di domicilio offertoci dalla Costituzione spagnola, un termine di maggiore ampiezza di contenuto rispetto a quello offerto dal diritto privato (qui il domicilio è, semplicemente, il punto di localizzazione della persona o il luogo di esercizio dei suoi diritti e doveri, utilizzando le parole del Tribunale stesso). 70 Matia Portilla F. J., Los derechos de la personalidad: la protección de la

intimidad, el honor y la vida privada, in Biglino P., Bilbao J. (coord.), Lecciones de Derecho Constitucional, II, Lex Nova-Thomson Reuters, Pamplona, 2013.

71 Vedasi in merito STC 114/1984 (la sentenza fu originata da un ricorso presentato da un lavoratore che vide registrata e diffusa, a suo avviso illegittimamente e con violazione dei diritti ex art. 18.1 e 18.3, una conversazione alla quale costui partecipò).

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