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Rivista di psichiatria, 2005, 40, 1

43

Guido Brunetti I colori della mente

Edizioni Associate, Roma 2004, pagine 192,€ 15

Articolato in venti saggi, il libro esplora soprattutto quel pianeta così misterioso e affascinante quale quello del cervello e della mente. I temi si di-spiegano lungo linee vettoriali di gran-de interesse e fascino: l’anima e le sue ferite, neurobiologia della mente, le origini della medicina, la sessualità femminile, aspetti psichiatrici e psicoa-nalitici dell’aggressività, psicopatologia dello sviluppo nel bambino, medicina e diritto, il mondo oscuro del mal di Ve-nere, la psichiatria nella simbologia del sacro, medicina ed etica, la medicina ci-nese, malattie psicosomatiche e intera-zione familiare, il danno bio-psichico al minore, il futuro che ci attende. Sono i grandi, complessi e delicati argomenti che la scrittura di Guido Brunetti ren-de accessibili anche ai non specialisti e di gradevole lettura.

Oggi, a differenza del passato, quan-do il cervello umano era ritenuto un dono sacro e imperscrutabile, le neuro-scienze hanno acquisito straordinarie conoscenze sulla struttura e il funzio-namento del cervello, sulla mente e sul-la coscienza, sulle emozioni, sul-la

memo-ria e gli istinti. I progressi della neuro-chirurgia hanno poi consentito di con-frontare gli elementi della sperimenta-zione animale con quelli della speri-mentazione sull’uomo.

Eppure, soltanto pochi anni or sono, Sherrington, il fondatore della neurofi-siologia, aveva affermato l’impossibi-lità di colmare lo hiatus tra mente e cervello e aveva escluso che i rapporti tra questi potessero mai trovare una soluzione. “Quando ci chiediamo – scri-veva Crik nel 1966 – in che modo il cer-vello apprende e memorizza, branco-liamo ancora di più nel buio”. Soltanto alcuni anni dopo (1979), commentando i meravigliosi progressi raggiunti in questo campo, il premio Nobel dichia-rava: “Per l’uomo non esiste ricerca scientifica più importante di quella che ha per oggetto il suo cervello. La nostra visione del mondo è strettamente lega-ta a essa”. Il cervello è, sì, costituito da miliardi di neuroni predisposti ad agire secondo un programma codificato nei nostri geni, ma questa armonia presta-bilita dalla biologia conduce alla nasci-ta “dell’imprevedibile” (Boncinelli), e ci consente di acquisire conoscenze, di trattenerle in una dimensione misterio-sa – la memoria – e di assumerle per creare nuovi pensieri, nuove emozioni, nuove immagini. È il miracolo della

mente che si manifesta – sostiene Bru-netti – in un “succedersi di colori ed epifanie”. Da un lato, tecniche avveni-ristiche come la risonanza magnetica e la PET, dall’altro, gli strumenti della biologia molecolare e della genetica rendono lo studio del cervello e della mente un’impresa sempre più avvin-cente. Stupiscono ed entusiasmano la fantastica complessità delle reti neuro-nali e le “mille sfumature diverse” del-le esperienze che ne danno origine.

Circa la patologia psichiatrica, Bru-netti, rifacendosi al concetto della cor-rente antropofenomenologica, che ri-scuote il maggior consenso da parte di studiosi e psichiatri, sottolinea che la malattia mentale non può essere consi-derata come un mero accadere natura-le. Ma deve essere intesa e descritta a partire dalle possibilità originarie l’essere uomo in base alle modalità del-l’essere nel mondo. Si tratta di un vero e proprio umanesimo psichiatrico che deve innestarsi e interagire con gli svi-luppi – meravigliosi e inimmaginabili – delle neuroscienze.

Francesco Bruno

Dipartimento di Scienze Psichiatriche. Insegnamento di Psicopatologia e Criminologia, Università La Sapienza, Roma - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 118.70.52.165 Mon, 07 Jun 2021, 15:54:42

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