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LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA NELLE SOCIETA' DI GESTIONE AEROPORTUALE: IL CASO S.A.T. SpA

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA

Dipartimento di Economia e Management

Corso di Laurea Specialistica in

Management & Controllo

TESI DI LAUREA

LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA

NELLE SOCIETÀ DI GESTIONE AEROPORTUALE:

IL CASO S.A.T. SpA

Relatore:

Chiar.mo Prof. Alessandro Capodaglio

Candidata:

Elisa Cioni

(2)
(3)
(4)
(5)

INDICE

INTRODUZIONE ... 7

CAPITOLO 1

PRESENTAZIONE DEL CASO:

LA SOCIETÀ AEROPORTO TOSCANO S.PA. ... 11

1.1 La Società Aeroporto Toscano S.p.A. ... 11

1.2 Il settore aeroportuale. ... 15

1.3 I servizi forniti in un aeroporto ... 20

CAPITOLO 2

LA DINAMICA FINANZIARIA D’IMPRESA ... 23

2.1 I cash flow ... 23

2.2 Analisi della performance finanziaria ... 28

2.2.1 La struttura finanziaria ... 30

(6)

2.2.3 I flussi finanziari ... 36

2.3 Il Rendiconto Finanziario... 37

2.3.1 Il prospetto di Bilancio ... 37

2.3.2 Concetti di Fondo e Flusso ... 38

2.3.3 La grandezza-fondo di riferimento ... 39

2.3.4 La forma espositiva ... 44

2.3.5 Analisi per flussi di S.A.T. SpA ... 47

2.4 L’importanza di una corretta gestione finanziaria ... 50

CAPITOLO 3

PIANIFICAZIONE E CONTROLLO ... 55

3.1 Il Controllo di Gestione ... 55

3.2 La pianificazione strategica ... 59

3.2.1 La pianificazione strategica in S.A.T.:

il Piano Triennale ... 60

3.3 La pianificazione operativa: il Budget ... 61

(7)

3.3.2 Il budget del personale ... 65

3.3.3 Il budget degli investimenti ... 65

3.3.4 I budget sintetici ... 66

3.3.5 Percorsi di simulazione ... 67

3.3.6 La pianificazione operativa in S.A.T.:

il Budget e il R.A.G.

(Revisione dell’Andamento di Gestione) ... 69

3.4 Il ciclo del “controllo” ... 73

3.4.1 L’analisi degli scostamenti ... 73

3.4.2 Il reporting ... 74

3.4.3 Il controllo in S.A.T.:

i report mensili ... 75

CAPITOLO 4

I PIANI FINANZIARI ... 81

4.1 Determinazione del fabbisogno finanziario ... 81

4.2 Obiettivi e fasi ... 84

(8)

4.4 Relazione tra pianificazione di lungo e di breve periodo ... 91

4.5 Il budget di cassa ... 93

4.5.1 Premessa ... 93

4.5.2 Previsione delle entrate ... 96

4.5.3 Previsione delle uscite ... 98

4.5.4 Il saldo di cassa ... 101

4.6 Analisi degli scostamenti patrimoniali... 106

4.6.1 I crediti commerciali ... 106

4.6.2 I debiti commerciali ... 108

CAPITOLO 5

LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA IN S.A.T. ... 111

5.1 Il Piano Triennale ... 111

5.2 Il Budget ... 120

5.3 Il R.A.G. (Revisione dell’Andamento di Gestione) ... 130

5.4 I report mensili ... 133

(9)

CONCLUSIONI ... 139

BIBLIOGRAFIA ... 141

RINGRAZIAMENTI ... 145

(10)
(11)

7

INTRODUZIONE

In gran parte delle realtà italiane il ciclo di pianificazione è incentrato soprattutto sulla dinamica economica e in particolare sul risultato finale di periodo, sui fatturati e sui valori economici in genere.

L’andamento dei mercati, la crisi economica e altri fattori richiedono oggi di spostare sempre più l’attenzione sulla dinamica finanziaria e sulla gestione, analisi e previsione dei flussi di cassa (cash flow) dell’azienda.

Il presente lavoro si pone l’obiettivo di approfondire la conoscenza della pianificazione finanziaria, verificando come essa viene concretamente applicata in una società di gestione aeroportuale (SDGA): la Società Aeroporto Toscano SpA, che gestisce l’aeroporto di Pisa.

Il particolare contesto in cui tale azienda opera ha reso necessario dedicare il primo capitolo alla presentazione della società, all’esame delle caratteristiche del settore aeroportuale, alle attività svolte da una SDGA e alla peculiare normativa da rispettare.

Nel secondo capitolo della presente tesi viene spiegato il concetto di “dinamica finanziaria d’impresa”.

(12)

8 Dopo aver approfondito i vari significati che può avere il concetto di cash flow e aver chiarito brevemente come si analizza la performance finanziaria di un’impresa, ci siamo soffermati in particolare sul prospetto di bilancio che maggiormente cerca di rappresentare tale dinamica: il Rendiconto Finanziario. In Italia questo schema non è obbligatorio per tutte le imprese, ma solo per una parte molto ridotta di esse, tra cui le società quotate che sono tenute all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS. Il codice civile, infatti, tra i prospetti obbligatori alla stesura del bilancio, cita soltanto lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota Integrativa, documenti da soli insufficienti a tale scopo.

Successivamente si è cercato di avvalorare l’importanza di una corretta gestione finanziaria.

In primis viene illustrata una ricerca, svolta dall’Università di Pisa in collaborazione con ANDAF (Associazione Nazionale dei Direttori Amministrativi e Finanziari), che dimostra come una corretta gestione dei flussi di cassa influenzi positivamente anche i risultati economici futuri. In seguito, è stato comprovato come tale pianificazione sia rilevante ai fini del rapporto banca-impresa. Con l’applicazione dei recenti accordi di Basilea, gli istituti di credito devono valutare in modo dettagliato (basandosi su una serie di dati tra cui la performance finanziaria passata, ma anche quella prevista) la futura capacità del cliente di rimborsare il debito. I crediti ritenuti maggiormente rischiosi saranno più costosi per il cliente e viceversa.

Nel terzo capitolo viene introdotto il “Controllo di Gestione”, analizzando gli strumenti di cui questo si avvale e i legami che esistono tra di essi.

Dopo un primo accenno a che cosa si intenda per CdG e in cosa consista la pianificazione strategica, l’attenzione si concentra soprattutto sulla pianificazione operativa che porterà alla stesura dei budget finanziari, i quali

(13)

9 si collocano alla fine del processo. Il primo passo consiste infatti nella redazione dei budget operativi: delle vendite, dei costi commerciali, delle scorte, della produzione, degli approvvigionamenti e delle altre aree. Questi piani, assieme al budget del personale e degli investimenti, permetteranno di stilare i budget sintetici: economico, finanziario e patrimoniale.

In particolare, i budget finanziari identificano il fabbisogno finanziario necessario all’attuazione dei programmi formulati precedentemente. Questi prospetti vengono approfonditi nel capitolo successivo; prima, per completezza, viene brevemente descritto il ciclo del controllo composto dall’analisi degli scostamenti e dal reporting.

Al termine di ogni capitolo si è cercato di applicare al caso pratico i concetti teorici illustrati.

Il quarto capitolo entra nel vivo della pianificazione finanziaria, esamina il concetto di fabbisogno finanziario e gli obiettivi e le fasi del relativo processo di pianificazione; si concentra poi dettagliatamente sui prospetti che ne fanno parte (il budget fonti-impieghi per il lungo periodo, il budget di cassa per il breve) analizzando anche la relazione tra questi. Infine viene fatto riferimento all’analisi degli scostamenti patrimoniali.

La ricerca si conclude focalizzando l’attenzione sui vari prospetti finanziari redatti dalla funzione Reporting & Control di SAT e suggerendo possibili

miglioramenti e sviluppi, anche alla luce di quanto affermato

precedentemente.

Un sentito ringraziamento va a tutta la Società Aeroporto Toscano SpA, all’Amministratore Delegato Dott.ssa Gina Giani e in particolare al Dott. Paolo Bertelli (AFC), al Dott. Gabriele Fatticcioni (Responsabile R&C), al

(14)

10 Dott. Marco Forte (Direttore Amministrativo) e alla Dott.ssa Caterina Venneri (R&C), il supporto e la disponibilità dei quali sono stati fondamentali ai fini della redazione di questo lavoro.

(15)

11

CAPITOLO 1

PRESENTAZIONE DEL CASO:

LA SOCIETÀ AEROPORTO

TOSCANO S.P.A.

1.1 LA SOCIETÀ AEROPORTO TOSCANO S.P.A.

Scopo del presente lavoro è approfondire il tema della pianificazione finanziaria e nello specifico descrivere come questa viene svolta in una società di gestione aeroportuale (SDGA); alla luce dei concetti teorici illustrati, cercheremo inoltre di suggerire eventuali miglioramenti e sviluppi.

(16)

12 La società che andremo ad analizzare è la Società Aeroporto Toscano SpA (SAT), costituita nel 1978 in forma di società per azioni, e subentrata all’ex Consorzio Aerostazione Civile di Pisa nel 1980.

Da allora SAT ha sempre mantenuto la forma di società a prevalente partecipazione pubblica (la maggioranza del capitale è detenuta da enti locali e

territoriali) e ad essa è affidata la gestione totale1 dello scalo attraverso una

concessione quarantennale (fino al 2046) sottoscritta con ENAC2. La società è

tenuta ad occuparsi quindi delle attività riguardanti l’intero sedime aeroportuale: dallo sviluppo delle infrastrutture, ai servizi per i passeggeri, a tutti gli aspetti che riguardano il traffico aereo.

In questi ultimi anni i risultati conseguiti sono sempre stati positivi con un

costante aumento del traffico dal 1997.3

Nel 2012 lo scalo pisano ha registrato un transito di 4.494.915 passeggeri, in leggera flessione (-0,7%) rispetto al 2011, anno record con un +11,3% sul 2010. Su tale risultato ha influito la sospensione dei voli WindJet nel mese di agosto, terzo vettore per numero di passeggeri nel 2010.

1

La gestione degli aeroporti può essere affidata alle società di gestione aeroportuale in modo totale o parziale. Per gestione totale si intende l’affidamento in concessione dell’intero aeroporto civile ad un unico soggetto. Per gestione parziale si intende l’affidamento in concessione di parte dell’aeroporto civile: le infrastrutture di volo rimangono di competenza statale, mentre le aerostazioni e le relative pertinenze sono affidate al concessionario.

2

L’ENAC è l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile 3

(17)

13 Di seguito il network delle destinazioni da/per l’aeroporto Galileo Galilei nella stagione estiva 2012:

Sono 17 le compagnie aeree che hanno operato sull’aeroporto Galileo Galilei di Pisa nel 2012:

(18)

14 La società è quotata in Borsa dal luglio 2007, e per questo deve obbligatoriamente redigere e pubblicare:

I documenti principali che compongono il Bilancio sono:

 Relazione sulla gestione

Descrive e documenta l'andamento della gestione nel periodo di rifermento (es. andamento mercati, traffico, ecc…)

 Conto Economico Evidenzia il risultato del periodo quale differenza tra ricavi e costi sostenuti nel periodo stesso.

Situazione

Patrimoniale-Finanziaria

 Rendiconto Finanziario

Partendo dal saldo iniziale delle disponibilità liquide, evidenzia le variazioni finanziarie nel periodo, fino ad arrivare al saldo finale.

 Note illustrative

Descrivono i criteri adottati per la redazione del Bilancio e ne forniscono maggiori dettagli. Non sono previste nelle trimestrali di marzo e settembre. 

Rappresenta la fotografia del patrimonio alla data del Bilancio (attivo immobilizzato, crediti, debiti, patrimonio netto…)

Altri documenti sono: prospetto investimenti, conto economico per area di business, ecc… Pe riodo Data Bilancio

 Bilancio annuale

Approvato ogni anno entro 120gg dalla fine dell'esercizio

dal 01/01 al 31/12

(1 anno) 31-dic  Resoconto intermedio di gestione

(Trimestrale al 31/03)

Approvato ogni anno entro il 15 maggio

dal 01/01 al 31/03

(3 mesi) 31-mar  Relazione finanziaria semestrale

(Semestrale al 30/06)

Approvata ogni anno entro il 30 agosto

dal 01/01 al 30/06

(6 mesi) 30-giu  Resoconto intermedio di gestione

(Trimestrale al 30/09)

Approvata ogni anno entro il 15 novembre

dal 01/01 al 30/09

(19)

15 In termini di risultati economici il 2012 è stato un anno record per la società, registrando un utile netto mai conseguito (6,35 milioni di euro) e trend positivi

dei ricavi aviation e non aviation, EBIT ed EBITDA.4

1.2 IL SETTORE AEROPORTUALE

Il Decreto Legislativo 18/1999 definisce l’aeroporto come “qualsiasi terreno appositamente predisposto per l'atterraggio, il decollo e le manovre di

4

Bilancio SAT: www.pisa-airport.com

Grafici disponibili sul sito, sezione Investor Relations/Presentazioni: “20/03/2013 - Company

(20)

16 aeromobili, inclusi gli impianti annessi che esso può comportare per le esigenze del traffico e per il servizio degli aeromobili, nonché gli impianti necessari per fornire assistenza ai servizi aerei commerciali” e l’ente gestore come “il soggetto cui è affidato, insieme ad altre attività o in via esclusiva, il compito di amministrare e di gestire le infrastrutture aeroportuali e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori presenti nell'aeroporto o nel sistema aeroportuale considerato”.

Il settore aeroportuale ha subito grandi cambiamenti nel corso degli anni.

Inizialmente tale servizio rientrava tra quelli di “pubblica utilità”, quindi le SDGA non venivano gestite secondo logiche privatistiche: le tariffe non venivano fissate in base ai costi sostenuti e si preferiva far operare questi enti anche in perdita, a favore del beneficio sociale apportato dal servizio reso.

Negli anni ’70 e ’80 si è assistito a un processo di liberalizzazione e privatizzazione del settore. Le SDGA di conseguenza si sono trasformate da imprese public utilities a vere e proprie imprese commerciali sottoposte alle logiche aziendali in un regime di competitività da affrontare tramite un approccio manageriale alla gestione.

Tra i cambiamenti normativi5, molto importante è stato quello che ha riguardato

le modalità di fissazione delle tariffe dei servizi regolamentati6 con una logica di

5

Per un riepilogo della normativa si veda: Assaeroporti, 2013, “La competitività del settore aeroportuale

in Italia”

6

Delibera Cipe n.38/2007:

“Sono soggetti a regolamentazione:

a) i diritti di approdo e di partenza, di sosta e di ricovero b) le tasse di imbarco passeggeri

c) le tasse di imbarco e sbarco merci

(21)

17

tipo dual till7, che deve avvenire sulla base dei costi sostenuti (dunque dei piani

di sviluppo formulati dalle SDGA per gli anni successivi) e con l’approvazione di ENAC.

L’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) è costituito con l’obiettivo di

garantire i consumatori sulla sicurezza dei voli e sulla qualità del servizio.8

In ambito aeroportuale si occupa di molteplici aspetti, tra i quali:

- verifica che gli aeroporti abbiano e mantengano i requisiti richiesti ai fini della certificazione necessaria a operare;

- stipula con le SDGA un “Contratto di Programma” per la regolazione dei servizi aeroportuali e la fissazione delle relative tariffe per gli anni successivi (solitamente 3-5 anni).

A tale fine la nuova normativa ha imposto alle SDGA di adottare “un sistema di contabilità analitica, certificato da società di revisione contabile, che consenta l'individuazione dei ricavi e dei costi”9 previsti per gli anni successivi.

e) i corrispettivi per l’uso di infrastrutture centralizzate, dei beni di uso comune e dei beni di uso

esclusivo

f) i corrispettivi per le attività di assistenza a terra, quando queste siano svolte – di diritto o di fatto – da un unico prestatore”

7

Esistono due modalità di regolazione: il single till e il dual till. Il single till fissa i prezzi prendendo in considerazione i costi associati a tutti i tipi di attività svolte nell’aeroporto, aviation e non aviation. Con l’approccio dual till si riduce il campo di regolazione alle sole attività aeronautiche.

8

R.Giannetti, “L’analisi dei costi nelle Società di Gestione Aeroportuale”, 2006 9

(22)

18 Di seguito le tariffe applicate dall’aeroporto di Pisa fissate per l’anno 2012 e la

tipica fattura di un volo commerciale di linea passeggeri10:

10

I voli di aviazione commerciale comprendono i voli di linea e charter, passeggeri o cargo, mentre nei voli di aviazione generale rientrano i voli privati, voli taxi, voli di Stato, voli ambulanza.

(23)

19

(11)

11

Le tariffe di handling (assistenza all’aeromobile) sono calcolate sul peso massimo strutturale al decollo (in questo caso 48 MTOW) risultante dal certificato di navigabilità dell’aeromobile con arrotondamento alla tonnellata superiore.

(24)

20 Il competitor diretto di Pisa è l’aeroporto di Firenze (gestito da AdF SpA), ma la liberalizzazione del settore ha di fatto messo in concorrenza tutti gli scali regionali per acquisire nuove rotte e nuovi vettori.

Nel 2012 il Galilei ha consolidato la sua sesta posizione nella classifica degli aeroporti italiani.

1.3 I SERVIZI FORNITI IN UN AEROPORTO

I servizi erogati in un aeroporto si dividono tra:12

 AVIATION

12

(25)

21 I servizi aviation comprendono tutte quelle attività legate tipicamente alla gestione di un volo. Rientrano quindi:

- i servizi essenziali come la gestione del traffico aereo, le telecomunicazioni, il servizio di pronto soccorso e di polizia, la costruzione e manutenzione delle piste, ecc..

- i servizi di assistenza all’aeromobile (es: assistenza al decollo e all’atterraggio, pulizia, rifornimento carburante), ai passeggeri (es: check-in, informazioni, gestione bagagli), alle merci (es: movimentazione, stoccaggio, conservazione, documentazione).

 NON AVIATION

In questa categoria rientrano tutte quelle attività che non sono direttamente collegate al volo (autonoleggi, esercizi commerciali, parcheggi auto, bar e ristoranti, pubblicità, ecc..). Queste attività sono gestite da SAT in modo

diretto o tramite contratti di sub-concessione a terzi.13

13

Le tabelle seguenti, da Bilancio SAT 2012 (http://www.pisa-airport.com/aeroporto_di_pisa_152.html), mostrano anche i relativi ricavi.

(26)
(27)

23

CAPITOLO 2

LA DINAMICA FINANZIARIA

D’IMPRESA

2.1 I CASH FLOW

Da sempre le aziende prestano particolare attenzione alla dinamica economica, soprattutto nell’ambito della pianificazione, in cui i principali obiettivi da raggiungere riguardano il risultato di periodo, i fatturati, i valori economici in genere.

Nel contesto economico attuale sta diventando sempre più indispensabile affiancare ad essa l’analisi della dinamica finanziaria per una più accurata gestione dei flussi di cassa al fine di monitorare l’indebitamento aziendale e il costo del denaro stesso.

(28)

24 Pertanto il management è tenuto a focalizzare l’attenzione non solo sul risultato economico di periodo (e quindi sulle previsioni di costi e ricavi), ma anche sulla gestione dei flussi in entrata e in uscita.

“Cash flow” significa letteralmente “flusso di cassa” e si riferisce a quante risorse finanziarie sono entrate o uscite nel corso dell’anno per effetto dell’attività d’impresa.

Tale termine può assumere diverse configurazioni:

Si parla di cash flow effettivi per indicare i flussi di cassa (entrate e uscite) che effettivamente si sono verificati nel periodo; questi coincidono con quelli potenziali solo nel caso in cui l’impresa incassi e paghi a vista.

Generalmente si ragiona invece in termini potenziali14, visto che di solito

vengono concessi pagamenti dilazionati.

Per quanto riguarda i cash flow potenziali si distingue tra:15

14

“Potenziale” nel senso di: quale sarebbe se tutte le negoziazioni avvenissero in contanti e non ci fossero scorte.

(29)

25 • CF operativo

Corrisponde al MOL o EBITDA16: una grandezza economica che può

essere interpretata anche in termini finanziari come flusso di cassa “potenziale” generato dalla gestione caratteristica.

È pari al valore della produzione al netto dei costi operativi esterni e del costo del lavoro (costi che danno luogo a una manifestazione monetaria). Non vengono sottratti invece ammortamenti e accantonamenti che sono

appunto componenti non monetari.17

Tale flusso potenziale corrisponderebbe a quello effettivo se tutti i pagamenti avvenissero in concomitanza agli acquisti e gli incassi alle vendite; dunque se la manifestazione monetaria avesse luogo nello stesso istante di quella economica.

Questo in realtà accade assai raramente. Di solito al momento dell’acquisto di un fattore produttivo il fornitore concede all’azienda di 15

P. Pisoni e A. Devalle, “L’analisi della performance finanziaria dell’impresa: il cash flow potenziale”, rivista “Il Fisco” n. 25/2013

16

Margine Operativo Lordo o Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization 17

Approfonderemo in seguito la differenza tra componenti monetari e non monetari

Valore della produzione - Costi della produzione esterni

Valore aggiunto

- Costi per il personale

Margine Ope rativo Lordo

- Ammortamenti e accantonamenti

Risultato Ope rativo

SCHEMA DI CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

(30)

26 pagare in modo differito; allo stesso modo l’azienda permette al cliente di saldare le fatture successivamente alla vendita.

Sorgono così i crediti e i debiti che creano un disallineamento tra flussi

effettivi e potenziali18 derivante dal saldo delle variazioni delle grandezze

che compongono il Capitale Circolante Commerciale (che analizzeremo in

seguito): i crediti, i debiti, le scorte.19

Il MOL non considera:

- che non a tutti i ricavi (costi) è corrisposta un’entrata (uscita) di cassa nel periodo;

- che nell’anno potrebbero essere stati incassati (pagati) crediti (debiti) relativi a esercizi precedenti o anche successivi (es: anticipi da clienti o a fornitori);

- i flussi derivanti dagli oneri finanziari, dalle imposte, dai dividendi.

In sintesi dunque il disallineamento tra risultato economico e finanziario è

dovuto principalmente:20

18

Un esempio semplificato per capire meglio: • Ricavi per 5.000 euro con vendita a credito:

- Flusso potenziale (MOL): 5.000 - Flusso di cassa reale: 0

• Vendite nulle ma incasso crediti dell’anno precedente: - Flusso potenziale (MOL): 0

- Flusso di cassa reale: 5.000 19

P. Pantanella, “Le performance economico-finanziarie delle imprese di capitale in Toscana”, 2005 20

P. De Luca, “Flussi finanziari e flussi reddituali: differenza di valore”, rivista “Amministrazione e

(31)

27 1) allo sfasamento temporale tra ciclo economico e ciclo monetario,

cioè tra ricavi e costi da una parte e entrate e uscite dall’altra.

 Il ciclo economico è rappresentato dal tempo che intercorre tra l’acquisto dei fattori produttivi (A) e la vendita dei prodotti finiti o dei servizi (V).

 Il ciclo monetario, invece, è rappresentato dal tempo intercorrente tra il pagamento dei fattori produttivi (U) e l’incasso dei ricavi di vendita o prestazione di servizi (E).

Per l’analista può essere utile esaminare la durata media di entrambi e il rapporto tra loro.

2) al diverso principio applicato: di competenza per costi e ricavi, di cassa per entrate e uscite.

Ai fini della determinazione del risultato economico vengono considerati solo i costi e ricavi di competenza, mentre ai fini della determinazione del risultato finanziario vengono considerate tutte

F. Bartoli (2006) “Tecniche e strumenti per l’analisi economico-finanziaria”

Ciclo economico

Ciclo monetario

Magazzino Materie Produzione Magazzino Prodotti

Finiti Debiti verso

fornitori Crediti verso clienti

Ciclo tecnico

U V E

(32)

28 le entrate e uscite avvenute nel periodo a prescindere dal fatto che derivino da ricavi e costi di competenza oppure no.

3) I cash flow a differenza dei flussi economici non risentono dei vari principi contabili applicati o delle diverse valutazioni e stime effettuate, che provocano variazioni del risultato economico ma non di quello finanziario.

• CF complessivo

Considera le risorse finanziarie generate e assorbite da tutte le attività d’impresa (caratteristica, extra-caratteristica, finanziaria, straordinaria, tributaria) ad esclusione soltanto della distribuzione dei dividendi.

• CF netto

Corrisponde al CF complessivo al netto dei dividendi distribuiti ai soci.

2.2 ANALISI DELLA PERFORMANCE FINANZIARIA

Andremo ora a illustrare i diversi aspetti21 in cui si articola la valutazione della

performance finanziaria di un’azienda:

1. Struttura finanziaria 21

P. Pisano, A. Devalle, “Analisi di bilancio: la valutazione della performance finanziaria attraverso gli

(33)

29 2. Situazione finanziaria

3. Flussi finanziari

Le grandezze necessarie possono essere ricavate dallo schema di Stato Patrimoniale classificato secondo il metodo finanziario.

Gli indicatori mostrati di volta in volta verranno calcolati ai fini della valutazione della performance finanziaria della Società Aeroporto Toscano SpA confrontandoli con quelli di altri competitor: la Aeroporto di Firenze SpA (AdF) e la Società Aeroporto di Venezia SpA (SAVE). Trattandosi tutte di società quotate in Borsa, vengono applicati i medesimi principi contabili.

Impieghi Fonti

ATTIVO IMMOBILIZZATO PATRIMONIO NETTO

Immobilizzazioni immateriali

Immobilizzazioni materiali PASSIVO CONSOLIDATO

Immobilizzazioni finanziarie Debiti e altre passività a medio-lungo termine sia a carattere finanziario che operativo

ATTIVO CORRENTE (o CCL) PASSIVO CORRENTE

Rimanenze Debiti e altre passività a breve termine Liquidità differite sia a carattere finanziario che operativo Liquidità immediate

Capitale di terzi Capitale

proprio

SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE CLASSIFICATO SECONDO IL METODO FINANZIARIO

(34)

30

I dati di partenza sono quelli riportati nei Bilanci 2012 delle società22 qui di

seguito riepilogati:

2.2.1 LA STRUTTURA FINANZIARIA

Obiettivo di tale analisi è esaminare l’incidenza delle singole componenti delle fonti e degli impieghi sul totale rispettivamente del passivo e dell’attivo dello Stato Patrimoniale, e le relazioni tra queste.

Si tratta di un’analisi di tipo “verticale” in quanto mira ad analizzare il peso dei diversi componenti delle attività e passività.

22

Bilancio AdF SpA : http://www.aeroporto.firenze.it/ Bilancio SAVE SpA : http://www.veniceairport.it/

Valori in migliaia di euro

2011 2012 2011 2012 2011 2012 Rimanenze - - 628 494 855 1.012 Liquidità differite 16.583 17.035 12.594 10.272 52.676 56.893 Liquidità immediate 9.664 10.748 3.498 4.670 9.183 48.908 Attivo corrente 26.247 27.783 16.720 15.436 62.714 106.813 Attivo immobilizzato 93.816 98.089 61.172 72.713 307.060 300.911 Passivo corrente 34.883 30.259 31.845 32.606 83.548 84.788 Passivo consolidato 27.309 33.470 8.761 16.425 38.204 72.335 Mezzi propri 57.870 62.143 37.286 39.118 248.022 250.601 Capitale permanente 85.180 95.613 46.047 55.543 286.226 322.936

Totale attivo / passivo 120.062 125.872 77.892 88.149 369.774 407.724

AdF SpA

(35)

31 Essa permette inoltre di osservare le variazioni intervenute da un esercizio all’altro, così da comprendere la dinamica degli investimenti e dei finanziamenti nel tempo.

I principali indici e quozienti23 calcolati sono i seguenti:

23

Indici: derivano dal rapporto tra una voce e il totale del raggruppamento a cui appartiene. Quozienti: dati dal rapporto tra una voce e un’altra voce appartenente allo stesso raggruppamento. Margini: dati dalla differenza tra voci di bilancio.

Anno 2012

Indice di elasticità Attivo corrente degli impieghi Totale attivo Indice di rigidità Attivo immobilizzato degli impieghi Totale attivo Quoziente di elasticità Attivo corrente degli impieghi Attivo immobilizzato Quoziente di rigidità Attivo immobilizzato degli impieghi Attivo corrente

Indice di

consolidamento Capitale Permanente del passivo Totale passivo Indice di incidenza Passivo corrente del passivo corrente Totale passivo Indice di autonomia Mezzi propri finanziaria Totale passivo Indice di dipendenza Passivo (lungo+breve) finanziaria Totale passivo

= = 0,49 0,24 PASSIVO ATTIVO = = = = = 0,51 = 0,76 SAVE SpA 0,18 0,26 AdF SpA 0,56 0,61 SAT SpA 0,22 0,28 0,78 3,53 0,37 4,71 0,74 0,35 0,63 2,82 0,82 0,44 0,21 0,79 0,21 0,39

(36)

32 La composizione degli impieghi è tanto più elastica quanto maggiore è il peso percentuale delle attività correnti. In generale, un alto grado di elasticità consente all’azienda maggiore flessibilità e quindi una più elevata capacità di adattamento alle mutevoli condizioni di mercato.

Gli indici riportati evidenziano per tutte le società una rigidità molto alta (e quindi una elasticità ridotta) degli impieghi e delle fonti.

Questo è dovuto principalmente agli ingenti investimenti in immobilizzazioni, sia materiali che immateriali, necessari allo svolgimento dell’attività di gestione aeroportuale.

L’indice di autonomia finanziaria è tra i più utilizzati nella valutazione della performance finanziaria. Esso analizza il rapporto tra patrimonio netto e totale del passivo, misurando l’incidenza delle fonti proprie dell’azienda (apporti dei soci o autofinanziamento) sulle fonti di finanziamento complessive.

Ne deriva che più tale indice è alto, migliore è la performance finanziaria della società, visto che meno rilevante risulterà il peso dei debiti verso terzi sul totale delle fonti; peso che viene misurato dall’indice di dipendenza finanziaria, che

cresce al crescere dell’indebitamento aziendale.24

Tutte le società aeroportuali riportate hanno una percentuale di autonomia finanziaria che va da 0,44 a 0,61.

SAT si colloca in una posizione intermedia (0,49). Questo prova la presenza di equilibrio tra le fonti di finanziamento e dunque un’ottima capitalizzazione in

24

(37)

33

quanto l’impresa viene finanziata in parti pressoché uguali dai soci e dai terzi. 25

2.2.2 LA SITUAZIONE FINANZIARIA

L’analisi della situazione finanziaria consente di verificare la presenza di un equilibrio tra le fonti e gli impieghi. In altre parole, permette di valutare se gli investimenti sono stati finanziati con fonti idonee; per questo si tratta di un’analisi di tipo “orizzontale”.

In generale infatti, gli investimenti durevoli (Attivo Immobilizzato) devono essere finanziati con fonti a medio-lungo termine (Capitale Permanente), mentre le attività correnti devono essere finanziate con passività a breve termine.

Con i concetti di breve o lungo periodo non ci si riferisce a precisi intervalli di tempo validi per tutti i casi e per tutte le situazioni: dipendono dal tipo di attività svolta dalla società e dallo scopo della particolare analisi.

In Economia Politica con il termine “breve” periodo si intende un periodo di tempo talmente ridotto da non permettere l’adeguamento di tutti i fattori produttivi al cambiamento o alla decisione intrapresa: cosa invece teoricamente possibile nel “lungo” periodo. Si usa dire infatti che nel lungo periodo tutti i fattori diventano variabili (quindi non esistono fattori fissi), in quanto corrisponde a un intervallo di tempo talmente ampio da permettere a tutti questi di adeguarsi, e quindi di variare.

25

P. Pisoni e A. Devalle, “Analisi di bilancio: la valutazione della performance patrimoniale tra

(38)

34 In Bilancio le attività o le passività si distinguono tra correnti e non correnti a seconda che sia previsto il realizzo o l’estinzione entro o oltre il periodo successivo, che solitamente coincide con i 12 mesi.

Le più importanti misure utilizzate per l’analisi della situazione finanziaria sono le seguenti:

In una situazione ideale in cui gli impieghi non correnti sono finanziati con capitale proprio, il quoziente di struttura primario sarebbe pari a 1. L’equilibrio tra fonti e impieghi non viene comunque pregiudicato se le immobilizzazioni sono finanziate, oltre che con capitale proprio, anche con debiti verso terzi rimborsabili a medio/lungo termine.

L’insieme del capitale proprio e delle passività non correnti (detto capitale permanente) deve essere superiore a quello delle immobilizzazioni; in caso

Anno 2012

Valori dei margini in migliaia di euro

Quoziente di struttura = primario Quoziente di struttura = secondario Quoziente di disponibilità Margine di struttura primario Margine di struttura secondario Margine di tesoreria primario Margine di tesoreria secondario -35.880 -27.936 21.013 22.025 -17.664 0,83 1,07 1,26 -50.310 -17.170 0,76 0,47 Mezzi Propri Attivo immobilizzato = Attivo corrente

AdF SpA SAVE SpA

0,54

-33.595 -35.946

Liquidità immediate + Liquidità Differite - Passivo Corrente

=

Liquidità immediate - Passivo Corrente =

Mezzi Propri - Attivo immobilizzato =

=

Passivo corrente Capitale Permanente

Attivo immobilizzato

Capitale Permanente - Attivo immobilizzato

0,92 -2.476 -19.512 SAT SpA -2.476 0,63 0,97

(39)

35 contrario significa che queste ultime sono in parte finanziate con debiti di breve periodo. In presenza di equilibrio, il quoziente di struttura secondario deve pertanto assumere valori superiori a 1. Questa condizione si verifica soltanto per SAVE, ma anche SAT si avvicina molto al risultato avendo un indice pari a 0,97.

Specularmente, se l’impresa ha una buona solidità patrimoniale, anche il quoziente di disponibilità segnala una corretta correlazione tra attività correnti e passività correnti: i debiti di prossima scadenza sono coperti da attività che possono essere convertite in moneta entro un breve periodo di tempo. Tale indicatore deve quindi essere superiore a 1; se inferiore, esso segnala che l’impresa non è in grado di estinguere i debiti a breve termine con le attività correnti.

Anche in questo caso, l’unica società a conseguire tale valore è SAVE, ma anche SAT riesce a raggiungere un indice pari a 0,92.

Quindi, le più importanti relazioni da rispettare sono due:

I. Attivo corrente > Passivo corrente

II. Attivo immobilizzato < Capitale permanente

Tali relazioni saranno rispettate con margini di struttura26 e di tesoreria positivi.

26

Poiché nella realtà è abbastanza raro che il capitale proprio riesca a coprire l’intero fabbisogno finanziario derivante dalla copertura delle attività immobilizzate, si fa riferimento quasi sempre al margine secondario di struttura.

Allo stesso modo è assai raro anche riuscire a coprire tutti i debiti a breve con le sole liquidità immediate, per questo si fa riferimento al margine di tesoreria secondario.

(40)

36 Occorre precisare che, come specificato anche nelle note esplicative al Bilancio, i risultati di SAVE sono influenzati da un importante finanziamento pluriennale

ottenuto sul finire dell’esercizio.27

Questo è confermato confrontando i dati relativi all’anno 2011 sotto riportati, in cui anche SAVE ha quozienti di disponibilità e di struttura secondario inferiori a 1 e margini secondari negativi.

2.2.3 I FLUSSI FINANZIARI

L’analisi della performance finanziaria termina con l’analisi dei flussi, che consente di esaminare i flussi in entrata e in uscita generati dall’attività d’impresa (operativa, di investimento o di finanziamento).

27

Da Bilancio 2012 SAVE SpA

Anno 2011

Valori dei margini in migliaia di euro SAT SpA SAVE SpA

Quoziente di struttura = primario Quoziente di struttura = secondario Quoziente di disponibilità Margine di struttura primario Margine di struttura secondario Margine di tesoreria primario Margine di tesoreria secondario 0,62 Passivo corrente Attivo immobilizzato = Attivo corrente 0,81 Attivo immobilizzato Capitale Permanente 0,91 0,93 Mezzi Propri -20.834 -23.886 0,75 0,53 0,75

= Mezzi Propri - Attivo immobilizzato -35.945

Liquidità immediate - Passivo Corrente -25.219 -74.365

-59.038

-15.125

Capitale Permanente - Attivo immobilizzato -8.636

-28.347 AdF SpA 0,61 -21.689 -15.753 0,75

= Liquidità immediate + Liquidità Differite

- Passivo Corrente -8.636

= =

(41)

37 Il documento nel quale sono riepilogati è il Rendiconto Finanziario, che analizzeremo nel prossimo paragrafo.

2.3 IL RENDICONTO FINANZIARIO

2.3.1 IL PROSPETTO DI BILANCIO

Dal punto di vista finanziario il Bilancio offre solo un’immagine statica dell’equilibrio che deve sussistere tra finanziamenti e investimenti.

Conto Economico e Stato Patrimoniale risultano insufficienti per effettuare un’analisi completa della dinamica finanziaria d’impresa, ossia per stabilire a quali fonti di finanziamento l'impresa è ricorsa e quali sono state le varie forme di impiego.

Il Rendiconto Finanziario rappresenta il principale schema contabile in grado di consentire tale analisi, sia in ottica retrospettiva che prospettica (a seconda dei diversi obiettivi di informazione).

I principi contabili internazionali IAS/IFRS (per la precisione lo IAS 1 che si occupa dei documenti che compongono il bilancio), considerano il Rendiconto Finanziario obbligatorio.

In Italia tale obbligo sussiste solamente per una parte molto ridotta di società, tra cui quelle quotate che sono tenute all’applicazione di tali principi contabili. Le altre devono invece osservare il Codice Civile, che all’articolo 2423 prevede tra i prospetti obbligatori soltanto lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota Integrativa.

(42)

38 Questo strumento consente di spiegare come si è passati da una certa composizione del capitale investito e delle fonti di finanziamento a un’altra, se e in che misura la gestione operativa assorbe o genera risorse, qual è la politica degli investimenti perseguita, con quale tipologie di finanziamenti (e a quali costi) si sia data adeguata copertura ad eventuali fabbisogni.

Lo scopo è quello di esaminare la formazione e la dinamica dell’equilibrio finanziario dell’impresa, ossia se l’azienda è in grado di far fronte alle necessità di investimento con idonei mezzi finanziari.

2.3.2 CONCETTI DI “FONDO” E “FLUSSO”

Il Rendiconto Finanziario rappresenta un prospetto riassuntivo delle variazioni (flussi) intervenute nelle grandezze (fondi) patrimoniali e finanziarie di

un’impresa tra un periodo e l’altro, aggregate per aree gestionali omogenee.28

Il FONDO (o stock) è un valore istantaneo, che esprime una certa consistenza a una certa data.

Il FLUSSO è un valore cinetico, che esprime un determinato movimento nel periodo.

Per flusso finanziario si intende la variazione, finanziariamente rilevante, intervenuta negli elementi di due stati patrimoniali successivi.

28

U. Sostero, P. Ferrarese, “Analisi di bilancio. Strutture formali, Indicatori e Rendiconto Finanziario”, 2000

(43)

39 È possibile analizzare le relazioni esistenti tra loro utilizzando due tipologie di

indici:29

 Indici di rotazione: Flussi/Stock

Quante volte un dato stock ritorna attraverso un dato flusso. Es: Indice di rotazione del capitale investito

Ricavi di vendita (Flusso) Capitale Investito (Stock)

 Indici di durata: Stock/Flussi

Quanto tempo gli stock “stanno fermi”, cioè quanto tempo impiegano per ritornare in termini di flusso.

Es: Tempo medio incasso da clienti

Crediti comm.li * 360 (Stock) Ricavi + Iva (Flusso)

2.3.3 LA GRANDEZZA-FONDO DI RIFERIMENTO

Il Rendiconto Finanziario studia i flussi in relazione all’impatto che generano su un certo aggregato finanziario di cui vengono analizzate le variazioni:

- esogene (esterne all’aggregato di riferimento)

- endogene (variazioni che ne modificano la composizione interna)

29

(44)

40 Gli aggregati-fondo più utilizzati sono:

 IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO

Tale aggregato corrisponde alla differenza tra attivo e passivo corrente.30

L’Attivo Corrente, denominato anche Capitale Circolante Lordo,

rappresenta le voci di bilancio che hanno un veloce ciclo di realizzo31

all’interno della gestione32, ed è composto da:

 Rimanenze

(Giacenze di magazzino di materie, semilavorati, prodotti e merci)

 Liquidità differite

(Crediti e altre attività con una prevedibile liquidabilità a breve)

 Liquidità immediate

(Denaro prontamente disponibile presso l’impresa o gli istituti bancari).

Il Passivo Corrente è invece composto da tutte le fonti di finanziamento che scadono a breve (entro l’esercizio): debiti commerciali, debiti tributari e debiti finanziari a breve, ecc..

30

Vedere schema dello Stato Patrimoniale riportato nei paragrafi precedenti 31

Per cosa si intenda con logica di “breve” e “lungo” periodo si rimanda al paragrafo 2.2.2 32

Questi tipi di realizzi derivano dall’attività operativa dell’impresa. Altri tipi di realizzi possono derivare dall’attività di investimento (ad esempio attraverso la dismissione di immobilizzazioni) e di finanziamento (ad esempio attraverso la compravendita di azioni).

(45)

41 Possono essere individuate diverse dimensioni del CCN: quello commerciale e quello operativo hanno una dimensione più ristretta di quello finanziario (appena descritto).

Una variazione positiva (incremento) di CCNC indica la presenza di un

fabbisogno33 di finanziamento generato dalla gestione operativa corrente,

mentre una variazione negativa (decremento) CCNC indica la capacità

del ciclo di generare risorse finanziarie.34

La scelta di questa grandezza fondo presenta alcuni limiti che ne riducono parzialmente l’utilità in fase di analisi delle performance aziendali:

 la presenza di alcuni valori soggetti a valutazione (es: rimanenze, svalutazione crediti)

33

In generale, ogni variazione in aumento dell’attivo e ogni diminuzione del passivo e del capitale netto (componenti negativi di reddito) determinano un fabbisogno finanziario; viceversa, ogni diminuzione dell’attivo e ogni aumento del passivo e del netto (componenti positivi di reddito) costituiscono una fonte di risorsa finanziaria.

34

S. Marasca, L. Marchi, A. Riccaboni, “Il Controllo di Gestione”, 2013

+ + -

+/

-+/- Altri crediti e debiti operativi

Capitale Circolante Ne tto Ope rativo (CCNO)

Crediti verso clienti Rimanenze finali Debiti verso fornitori Ratei e risconti operativi

Capitale Circolante Ne tto Comme rciale (CCNC)

(46)

42  ricomprende grandezze finanziarie che non sono immediatamente

utilizzabili come mezzi di pagamento (es: scorte di magazzino).

Per ovviare a tali limiti, o quanto meno circoscriverli, il CCN viene spesso affiancato al margine di tesoreria (liquidità immediate + liquidità differite – passivo corrente), che non considera le rimanenze, elemento soggetto a valutazione e non immediatamente liquidabile.

Positivo Negativo

· Situazione di equilibrio finanziario · Il CCN non può essere negativo

a breve se il margine di tesoreria è

· Ridotta entità delle rimanenze positivo

= Situazione ottimale = Impossibile

· Possibili tensioni di liquidità · Le immobilizzazioni sono finanziate

· Equilibrio finanziario complessivo da debiti correnti

· Scarsa liquidità

· Mancanza di equilibrio finanziario

= Scarsa liquidità = Situazione critica

Positivo Negativo M a r g in e d i te so r e r ia

Capitale Circolante Ne tto

(35)

 LA LIQUIDITÀ

L’aggregato-fondo “liquidità” fa riferimento alla disponibilità di moneta e

temporanei sostituti.36

35

P. Pisoni, A. Devalle, “Analisi di bilancio: la valutazione della performance finanziaria attraverso gli

indicatori di struttura e situazione finanziaria”, rivista “Il Fisco” n. 24/2013

36 IAS7

(47)

43 Presenta una configurazione meno capiente di quella del Capitale Circolante Netto. Alcune variazioni si trasformano da cause endogene nei flussi di circolante a cause esogene di flussi monetari (es: variazione del c/c passivo). Altre variazioni prima esogene, che esercitavano un impatto sulla grandezza “circolante”, ora non sono più significative rispetto alla “liquidità” (es: variazione delle scorte nel conto economico).

Tale grandezza è preferita dallo IAS7.

 ALTRE

Tra le possibili configurazioni alternative al CCN e alla liquidità, le principali sono:

- la liquidità netta, calcolata come differenza tra le disponibilità liquide e i debiti a breve verso gli istituti di credito;

- la posizione finanziaria netta corrente, calcolata sottraendo le fonti di finanziamento a breve acquisite da terzi dalle liquidità e dai titoli prontamente liquidabili. È un valore di estremo interesse in quanto esprime l’ammontare dei finanziamenti eccedente gli investimenti prontamente liquidabili e dunque aventi un maggior grado di rischio.

- la posizione finanziaria netta, calcolata come la precedente, ma sottraendo anche le passività finanziarie a medio-lungo termine.

(48)

44 2.3.4 LA FORMA ESPOSITIVA

Il Rendiconto Finanziario presenta i flussi finanziari dell’esercizio classificandoli in base alla tipologia o alla natura delle operazioni che li ha generati.

I flussi finanziari sono solitamente distinti nelle seguenti tre aree di attività:

I. Attività operativa (o di gestione reddituale)

Comprende tutti quei flussi che derivano dalle voci presenti nel Conto Economico

II. Attività di investimento

Fa riferimento alla gestione dell’attivo immobilizzato che determina fabbisogni (es: acquisizione immobilizzazioni) e fonti (es: cessioni effettuate)

SCHEMA DI RENDICONTO FINANZIARIO A. Flussi finanziari dell’attività operativa

B. Flussi finanziari dell’attività di investimento C. Flussi finanziari dell’attività finanziaria

D. Flusso netto generato dalla gestione (A ±B±C)

E. Disponibilità liquide iniziali

(49)

45 III. Attività di finanziamento

Comprende la gestione dei capitali di terzi (es: nuovi finanziamenti, rimborsi di quelli in essere) e del capitale proprio (es: pagamento dei dividendi, aumento/diminuzione del capitale sociale)

Di seguito uno schema riepilogativo:

Per quanto riguarda l’area reddituale, il passaggio dal reddito d’esercizio al flusso di risorse finanziarie generato da tale gestione implica modalità di calcolo basate sulla distinzione tra componenti di reddito monetari e non monetari:

Gestione operativa

Proventi patrimoniali e finanziari

Oneri finanziari Proventi e oneri straord. Imposte Immob.ni immat.li Immob.ni mat.li Immob.ni finanz.

Attività correnti finanz. Capitale di terzi Capitale proprio Gestione caratteristica Gestione del CCNO Gestione pag.to TFR

U. Sostero, P. Ferrarese (2000)“Analisi di bilancio. Strutture formali, Indicatori e Rendiconto Finanziario”

Area delle attività di finanziamento Cause esogene Cause endogene LIQUIDITA' ∆ Cassa ∆ C/c bancari

(50)

46  I componenti di reddito monetari sono rappresentati da costi e ricavi misurati da variazioni di liquidità o da variazioni nei debiti o crediti a breve scadenza.

Ad esempio: costi acquisto materie, imposte, interessi attivi e passivi, ricavi di vendita prodotti.

 I componenti di reddito non monetari sono quei costi e quei ricavi che non danno luogo a variazioni finanziarie nelle disponibilità liquide o nei crediti o debiti a breve termine.

Ad esempio: ammortamenti, accantonamenti.

È possibile calcolare tale flusso tramite due metodi alternativi:

1. Metodo diretto

Vengono indicate le principali categorie di incassi e pagamenti, mettendo in contrapposizione entrate e uscite.

2. Metodo indiretto

L’utile o la perdita d’esercizio sono rettificati dagli effetti delle operazioni di natura non monetaria, da qualsiasi differimento o accantonamento di precedenti o futuri incassi o pagamenti operativi, e da elementi di ricavi o costi connessi con flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento o finanziaria.

Lo IAS 7 suggerisce l’adozione del primo metodo, poiché esso fornisce informazioni utili riguardo alla stima dei flussi finanziari futuri. Il secondo metodo resta però quello maggiormente utilizzato.

(51)

47 2.3.5 ANALISI PER FLUSSI DI S.A.T. SpA

Il Rendiconto Finanziario SAT viene presentato suddiviso per aree di formazione dei flussi di cassa, applicando il metodo indiretto.

(52)

48 Si può notare che la società, oltre a creare liquidità operativa (7,18 milioni di euro) sta effettuando molti investimenti (tale attività drena liquidità per 8,06 milioni di euro). Il fatto che l’impresa investa in attività è sintomo di vitalità. Gli investimenti sono in gran parte finanziati dall’attività operativa, ricorrendo anche al finanziamento di terzi per la parte che l’azienda non riesce ad autofinanziare.

Alla luce di tali movimentazioni, SAT riesce ad assicurarsi un flusso monetario del periodo positivo (1,08 milioni di euro).

Per valutare con maggiore attendibilità la solvibilità dell’impresa è utile calcolarne la posizione finanziaria netta e il rapporto tra quest’ultima e il patrimonio netto (quoziente di indebitamento finanziario)

La Posizione Finanziaria Netta (PFN) indica:

• se positiva, l’eccedenza delle disponibilità liquide e dei crediti di finanziamento a breve rispetto ai debiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine;

• se negativa, l’insufficienza delle disponibilità liquide e dei crediti di finanziamento a breve rispetto ai debiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine.

In questo caso parliamo di indebitamento finanziario, che esprime l’esposizione netta dell’impresa nei confronti dei finanziatori.

P.F.N.

P.F.N. corrente

disponibilità liquide + crediti di finanziamento a breve - debiti di finanziamento a breve, medio, lungo periodo

disponibilità liquide + crediti di finanziamento a breve - debiti di finanziamento a breve

P.F.N. disponibilità liquide + crediti di finanziamento a breve- debiti di finanziamento a breve, medio, lungo periodo

P.F.N. corrente

disponibilità liquide + crediti di finanziamento a breve - debiti di finanziamento a breve

(53)

49 Indebitamento Finanziario Netto di SAT SpA37:

Al 31 dicembre 2012, SAT ha una Posizione Finanziaria Netta negativa per 7,67 milioni di euro.

Essa è causata da una PFN corrente positiva di 10,75 milioni di euro (+1,08 milioni di euro rispetto al 2011) ed una PFN non corrente negativa per 18,42 milioni di euro dovuto al maggior utilizzo di un finanziamento a lungo termine

concesso a SAT per importanti investimenti infrastrutturali.38

37

Prospetto da includere nel Bilancio delle società quotate a seguito della comunicazione CONSOB prot. n.6064293 del 28 luglio 2006

38

Bilancio 2012 SAT SpA: http://www.pisa-airport.com/aeroporto_di_pisa_152.html

Valori in Euro/000 31.12.2012 31.12.2011 Var. Ass. 2012/2011

A. Cassa 8 13 -4

B. Altre disponibilità liquide 10.739 9.651 1.088

C. Titoli detenuti per la negoziazione 0 0 0

D. Liquidità (A) + (B) + (C) 10.748 9.664 1.084 E. Crediti finanziari correnti 0 0 0

F. Debiti bancari correnti 0 0 0

G. Parte corrente dell’indebitamento non corrente 0 0 0

H. Altri debiti finanziari correnti 0 0 0

I. Indebitamento finanziario corrente (F)+(G)+(H) 0 0 0 J. Indebitamento finanziario corrente netto (I) – (E) – (D) -10.748 -9.664 -1.084

K. Debiti bancari non correnti 18.416 14.870 3.546

L. Obbligazioni emesse 0 0 0

M. Altri debiti non correnti 0 0 0

N. Indebitamento finanziario non corrente (K) + (L) + (M) 18.416 14.870 3.546

(54)

50

Anno 2012

SAT SpA AdF SpA SAVE SpA

A.PFN corrente finale 10.748 (5.830) 46.372

B.Indebitamento finanziario non corrente (18.416) (7.145) (40.935)

PFN totale (A+B) (7.668) (12.975) 5.437 PFN Mezzi propri 0,33 -0,02 Quoziente di = 0,12 indebitamento finanziario

È inoltre comprovata la solidità finanziaria della Società, visto il contenuto livello d’indebitamento e il rapporto Posizione Finanziaria Netta/Patrimonio Netto pari a 0,12 al 31 dicembre 2012.

2.4 L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA GESTIONE FINANZIARIA

Molteplici sono i benefici che porta una corretta gestione e pianificazione finanziaria.

Tra questi:

 CORRELAZIONE TRA RENDICONTO FINANZIARIO E INDICI DI REDDITIVITÀ FUTURI

Attraverso una ricerca svolta dal Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Pisa, in collaborazione con ANDAF (Associazione Nazionale dei Direttori Amministrativi e Finanziari), sono state studiate le correlazioni

(55)

51 intercorrenti tra i rendiconti finanziari e le performance reddituali di un campione

di società quotate presso la Borsa Valori di Milano.39

In particolare si è cercato di dimostrare che i risultati evidenziati nel Rendiconto Finanziario riescano a dare indicazioni sugli andamenti dei risultati economici futuri e dunque che una corretta gestione finanziaria produca effetti positivi anche su questi ultimi.

Dalla ricerca è emerso che le società che hanno subito peggioramenti più rilevanti dei risultati economici negli anni 2008-2009, già negli anni passati (2004-2007) avevano mostrato trend negativi dei cash flow.

Benché come già detto solo una quota molto ristretta delle aziende italiane sia obbligata alla sua redazione, il Rendiconto Finanziario è un documento essenziale ai fini di una corretta gestione delle risorse monetarie e ha inoltre una capacità predittiva degli indici di redditività futuri.

 IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA

Negli ultimi anni il Comitato di Basilea40 per la vigilanza bancaria ha riformato

la normativa sull’adeguatezza patrimoniale delle banche attraverso i nuovi

39

A. Tron, G. Greco, “Crisi di impresa, flussi finanziari e performance economiche. Evidenze di una

ricerca empirica svolta su società quotate”, rivista “Il Fisco” 17/2012

40

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria è un'organizzazione internazionale istituita dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974. Il suo scopo è quello di promuovere la cooperazione fra le banche centrali e altre agenzie equivalenti per perseguire la stabilità monetaria e finanziaria, concordando politiche comuni volte ad evitare che normative,

(56)

52

accordi di Basilea41, secondo i quali la quota minima di capitale di vigilanza che

le banche devono detenere (salvo alcune eccezioni) non dipende più soltanto dall’entità del prestito, ma anche, e soprattutto, dal rischio che esso comporta. Ogni volta che una banca concede un prestito, infatti, deve accantonare una certa parte del proprio patrimonio (maggiore tanto più rischiosa è l’operazione) per far

fronte alla possibilità che il prestito non venga rimborsato.42

Scopo principale della normativa è quello di ridurre il rischio di crisi degli istituti bancari; per questo motivo si cerca di spingerli a valutare con maggior attenzione il rischio di ciascuna operazione, analizzando più dettagliatamente la futura capacità del cliente di rimborsare il debito.

A questo scopo la banca si avvale dei sistemi di rating, attraverso i quali procede alla valutazione dell’affidabilità dell’impresa, ossia della sua capacità di ripagare il prestito nel periodo di tempo stabilito.

In base al rating attribuito al cliente, viene determinata la quota di capitale da accantonare e quale prezzo (costo per l’impresa) e condizioni di rimborso offrire.

comportamenti e procedure difformi all’interno dei singoli sistemi finanziari nazionali possano portare a conseguenze negative sul sistema finanziario globale.

Gli accordi emanati devono essere ratificati dai singoli Governi e Parlamenti. 41

In termini generali, mentre il primo accordo di Basilea (1988) prevedeva requisiti patrimoniali uguali per qualunque prestito, l’accordo Basilea II (2004) prevede la possibilità di valutare più approfonditamente il rischio di un singolo prestito e quindi di differenziare gli accantonamenti patrimoniali in funzione della “rischiosità”. A seguito della crisi finanziaria, è stato emanato il Basilea III (2010) che prevede requisiti maggiormente prudenziali, al fine di migliorare la stabilità e la gestione del rischio da parte delle banche per ridurre l’impatto di eventuali crisi.

42

A.B.I., “Conoscere il Rating - Come viene valutata l’affidabilità delle imprese con l’Accordo di

(57)

53 Per i motivi sopra illustrati oggi le imprese non possono più affidare all’improvvisazione la propria politica finanziaria.

Le società con rating migliori (dovuti a valutazioni positive degli equilibri dell’azienda) riusciranno più facilmente, in misura maggiore e a condizioni e prezzi migliori ad accedere al credito.

Una corretta gestione e un’efficace pianificazione finanziaria producono effetti positivi sull’entità degli oneri finanziari.

(58)
(59)

55

CAPITOLO 3

PIANIFICAZIONE E CONTROLLO

3.1 IL CONTROLLO DI GESTIONE

Una volta chiarito cosa si intenda per dinamica finanziaria d’impresa, occorre procedere ad approfondire i concetti di “controllo di gestione”, “pianificazione” e “controllo” in senso stretto.

Attraverso il controllo di gestione l’azienda è costantemente in grado di conoscere quali siano i piani e gli obiettivi da perseguire, in che modo e in che misura sta riuscendo in tale scopo, se è possibile attuare eventuali necessarie azioni correttive.

Per questo motivo viene denominato anche “controllo dei risultati”: mira alla definizione dei risultati da perseguire e verifica se la gestione si sta svolgendo in

(60)

56 applicazione di ciò che era stato precedentemente pianificato, mettendo in primo piano i risultati a prescindere dalle modalità con cui vengono perseguiti.

Può avvalersi di numerosi strumenti: la contabilità analitica, i piani strategici, il budget, i report, l’analisi degli scostamenti, gli indici, i sistemi premianti.

Strumenti di pianificazione Strumenti di controllo Aree di controllo

( F. Novel l i , M. Gus s a go (1991) "Controllo di gestione e reporting aziendale" )

Budget investimenti Controllo investimenti Investimenti Finanza Struttura CONTROLLO DI GESTIONE

(61)

57 Il CdG prevede 3 momenti principali:

I. La Pianificazione Strategica

(identificazione degli obiettivi di medio-lungo periodo e delle iniziative e risorse necessarie al loro raggiungimento)

II. La Pianificazione Operativa (o Programmazione)

(sulla base di quanto previsto nei piani pluriennali, si definiscono i risultati di breve periodo da raggiungere e le relative modalità)

III. Il Controllo

(verifica e monitoraggio dell’andamento aziendale, misurando gli scostamenti tra preventivo e consuntivo (feed-back) e proponendo eventuali azioni correttive necessarie anche in corso d’opera (feed-forward).43

43

Processi di feed-back: si basano sulla misurazione e analisi dei risultati finali proponendo interventi correttivi per il futuro.

Processi di feed-forward: procedono alla misurazione di risultati intermedi e alla proiezione degli effetti sul periodo restante, permettendo di attuare azioni correttive senza attendere il risultato finale.

(62)

58 Il Controllo di Gestione

Pianificazione strategica

Obiettivi di m./l. periodo

Programmazione

Obiettivi di breve periodo

Azione correttiva

Implementazione

Decisioni, azioni, risultati

Misurazione

Confronto tra obiettivi e risultati Feed-back

S. M arasca, L. M archi, A. Riccaboni (2013), “Il Controllo di Gestione”

Scopo del CdG dovrebbe essere quello di monitorare costantemente l’andamento della gestione, cercando di orientare i comportamenti verso ciò che era stato programmato.

Come precedentemente anticipato44, la Società Aeroporto Toscano SpA ha

dovuto negli ultimi anni modificare il proprio sistema di contabilità analitica e di controllo di gestione in generale per adeguarsi ai cambiamenti che hanno investito il settore aeroportuale.

Tale attività è svolta da una funzione autonoma (Reporting & Control) che risponde direttamente alla Direzione.

44

(63)

59

3.2 LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

La strategia dell’azienda viene definita tramite un piano strategico che copre un arco temporale solitamente di 3-5 anni, revisionato annualmente.

Questo prospetto parte dallo studio della situazione di partenza (ambiente,

scenario competitivo, risorse disponibili) e da un’ analisi SWOT45 per formulare

diverse strategie alternative e poi scegliere quella migliore.

Lo scopo è dunque la definizione degli obiettivi di medio-lungo periodo cui l’azienda deve tendere, identificando anche le linee di condotta e le risorse necessarie al loro raggiungimento.

Al processo di redazione prendono parte tutte le funzioni e i vari piani vengono più volte rivisti, collegati tra loro e sintetizzati poi nei prospetti che compongono il piano globale: il piano economico, finanziario e patrimoniale.

45 A n al is i in te rn a Streights Punti di forza Weaknesses Punti di debolezza A n al is i es te rn a Opportunities Opportunità Threats Minacce

(64)

60 3.2.1 LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA IN S.A.T.:

IL PIANO TRIENNALE

In SAT la pianificazione strategica è frutto di un processo iterativo che coinvolge la Direzione Generale e tutte le funzioni aziendali (in particolar modo Administration & Financial Control, Reporting & Control e Commercial & Marketing).

Lo strumento utilizzato è il Piano Triennale: partendo dagli assunti strategici e dalle ipotesi di traffico aereo futuro, vengono valorizzati i ricavi futuri e associati i costi e gli investimenti necessari allo sviluppo dell’attività prevista.

Redatto annualmente nel mese di luglio, contiene le previsioni per i tre anni successivi. L’attenzione si concentra soprattutto sugli aspetti economici, anche se non vengono trascurati gli investimenti e gli aspetti finanziari.

Tale piano inoltre, dopo aver mostrato i dati del percorso che si è scelto di perseguire, mostra diversi scenari futuri possibili (sensitivities).

(65)

61

3.3 LA PIANIFICAZIONE OPERATIVA: IL BUDGET

La pianificazione operativa (o programmazione) permette di tradurre la pianificazione strategica in termini analitici per l’anno successivo.

Essa si attua tramite il budget: “un programma d’azione espresso in termini quantitativi, usualmente monetari, che copre un predefinito arco temporale, solitamente un anno”.46

Non è ipotizzabile una gestione senza programmazione, ormai fondamentale e indispensabile, soprattutto nel contesto economico attuale, in cui i risultati si

perseguono con maggiore difficoltà rispetto al passato.47

Il budget guida l’azienda nel rispetto delle linee guida fissate verso il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Opera inoltre una funzione di coordinamento tra le diverse aree aziendali ed è collegato spesso a sistemi premianti.

La costruzione del prospetto si sviluppa in una serie di fasi tra loro coordinate attraverso la redazione di varie tipologie di budget che possono essere riassunte nello schema seguente:

46

S. Marasca, L. Marchi, A. Riccaboni, “Il Controllo di Gestione”, 2013 47

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