Bibelot 21 (2015) 3
Lettera dal presidente
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Bibliopride 2016
Sandra Di Majo
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Se ne è parlato nell’ultima riunione dei Comitati esecutivi nazionale e regionali, tenutasi a Roma il 21 novembre scorso, in coda al Congresso nazionale MAB. “Bibliopride” è stato fin dall’inizio pensato come una forte manifestazione di advocacy a livello nazionale: i bibliotecari sono usciti allo “scoperto” per far sentire la loro voce, l’ orgoglio di lavorare, da professionisti, in istituti in grado di incidere positivamente sulla crescita complessiva della società. Dato il suo carattere nazionale, anche se il cuore dell’iniziativa ha visto protagonista di anno in anno località differenti , tutte le biblioteche 1
sono state invitate a partecipare con loro specifiche iniziative.
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Giunti alla quarta edizione è interessante tentare un primo bilancio dell’esperienza. Sempre di alto livello il programma proposto nelle varie edizioni; altrettanto evidente però una flessione della partecipazione. Qualche esempio può darne un’idea immediata: in Toscana solo alcune biblioteche pubbliche (di Ente locale) hanno proposto iniziative (spesso peraltro inserendole nel programma di quelle promosse dalla Regione o dal Ministero); mancano invece le biblioteche pubbliche statali, le biblioteche delle Università e tutte le molteplici altre che costellano il patrimonio bibliotecario della Regione . L’andamento 2
nazionale non si discosta molto da quello
toscano. Ricco e suggestivo anche per la d i m e n s i o n e i n t e r n a z i o n a l e d a t a a l l a manifestazione, il programma di iniziative realizzate a Milano nei due giorni centrali (22 e 23 maggio), ma ben inferiore a quanto si sarebbe auspicato, la partecipazione delle biblioteche della Regione ospitante e delle altre . 3
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Le ragioni sono certo molte e di diversa natura: il peso del lavoro in cui tutte le biblioteche sono quotidianamente coinvolte, la costante contrazione del numero dei bibliotecari, almeno di quelli “strutturati” e dei bilanci, forse una caduta di fiducia in questa modalità di “advocacy” o in generale nelle attività di advocacy; la ripetitività di anno in anno che smorza l’entusiasmo e ne rende vago il significato. Dalla discussione svoltasi a Roma sembra al momento chiara la volontà di proseguire nell’esperienza. “Bibliopride” deve continuare rafforzando il suo carattere originario e la sua specificità: non una manifestazione di protesta, ma una grande “festa” di biblioteche e bibliotecari, aperta a tutti i cittadini.
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Ancora incerto invece, l’orientamento sulle modalità organizzative. Conviene evitare la “dispersione” concentrando l’iniziativa in una sola Regione verso cui far confluire tutto l’impegno di idee, lavoro, risorse ed incoraggiando la partecipazione diretta dei bibliotecari nella località prescelta? Se questa soluzione venisse accolta, si dovrebbe facilitare la partecipazione di soci e non, anche attraverso il contenimento dei costi di viaggio e soggiorno. Solo accennata, ma da non tras curare, la propos ta di includere
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Alla prima edizione, svoltasi a Napoli (Ottobre 2012), hanno fatto seguito quelle di Firenze (Ottobre 2013),
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di Lecce (Ottobre 2014), di Milano (Maggio 2015).
A. M. Tammaro, Bibliopride 2015 in Toscana, Bibelot 21, 2015, n. 2.
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Sul sito web dell’AIB sono consultabili i programmi ed i dati relativi alle varie edizioni di Bibliopride,
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Bibelot 21 (2015) 3 “Bibliopride” nel Congresso annuale
dell’Associazione ( o il viceversa?). Si dovrebbe allora rinunciare a Roma come sede abituale del Congresso e individuare di anno in anno una sede differente riprendendo un’antica consuetudine, per molti aspetti positiva.
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Tenendo presente l’impegno richiesto nella fase organizzativa, è auspicabile arrivare rapidamente ad una decisione risultante, per quanto possibile, da una consultazione ampia che implichi e responsabilizzi la generalità dei soci.
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