AVIP
ELICITAZIONE DI PARLATO INFANTILE
Specifiche sulla scelta di materiali e metodo di conduzione del dialogo
1) MATERIALI PER L'ELICITAZIONE DI PARLATO INFANTILE
La tecnica del MAP TASK usata con gli adulti per l'elicitazione dei dialoghi da analizzare ed etichettare secondo le specifiche del progetto AVIP si è ritenuta inutilizzabile, per le eccessive difficoltà presentate, con i bambini di cinque e sette anni, da noi scelti come campione.
Sulla base di una ricognizione della letteratura circa la valutazione del versante espressivo del linguaggio dei bambini di età prescolare e scolare (Bortolini, 1992; Ciprianiet al., 1993; Devoni&Pizzuto, 1998; Laudanna&Burani, 1993; Rustioni, 1996; Rustioni, 1997), si è ritenuto opportuno utilizzare, per l'elicitazione dei dialoghi con i bambini la tecnica e il materiale del test per la valutazione fonologica del linguaggio infantile di Umberta Bortolini (P.F.L.I.[Prove per la valutazione Fonologica del Linguaggio Infantile]). Tale test fornisce un'analisi qualitativa della produzione fonetico-articolatoria del soggetto attraverso la denominazione di immagini ed è utilizzabile con tutti i tipi di linguaggio infantile sia normale che patologico.
Il test è composto da novanta figure di cui:
- settantaquattro figure che stimolano la produzione delle parole;
- tre storielle da proporre al bambino in sequenza chiedendogli di raccontare l'avvenimento che le figure rappresentano.
Esso permette di rilevare la produzione del bambino in situazioni comunicative reali e ha il vantaggio, attraverso la scelta operata dall’autore sulle parole iconizzate nelle immagini, di comprendere tutti i fonemi del linguaggio adulto in tutte le posizioni possibili.
Questo metodo di raccolta viene definito "semistrutturato" in quanto la situazione comunicativa resta abbastanza informale, ma il soggetto è sollecitato a parlare attraverso stimoli opportunamente scelti; inoltre mantiene i vantaggi dei metodi di raccolta di materiale parlato naturale, in cui si ottiene un campione di produzione sufficientemente spontanea in un contesto poco controllato.
Differentemente dalle usuali applicazioni per le quali questo materiale è stato predisposto, in questo caso il PFLI non è stato impiegato per una valutazione delle caratteristiche fisiologiche o patologiche (p.es. semplificazione della struttura fonotattica e alterazione dei processi fonologici) del linguaggio del bambino. Scopo del progetto AVIP
è invece la semplice raccolta di parlato, scaturito dall'osservazione e commento alle immagini, e la successiva trascrizione ortografica e etichettatura fonetica e fonologica.
Naturalmente il parlato elicitato con questa tecnica ha caratteristiche prevalentemente monologiche e si differenzia in questo dai dialoghi registrati per gli adulti dalle altre unità del progetto.
Le settantaquattro figure rappresentano oggetti ed eventi che il soggetto in esame deve descrivere sollecitato da domande come: “Cosa vedi in questa figura?”. Non sono state usate domande del tipo “cos’è?”, che implicano un compito di denominazione, perché stimola la produzione di parole isolate.
Nell’ambito del progetto AVIP sono state utilizzate le prime 32 figure, sufficienti per ottenere un campione di parlato ampio in cui sono tra l’altro presenti i ventuno fonemi della lingua italiana nelle diverse posizioni della parola.
Le tre storielle sono state proposte in sequenza chiedendo al bambino di raccontare l’avvenimento che le figure rappresentano: una storiella è composta di sei scenette, una storiella di cinque e una storiella di quattro, per un totale di quindici figure.
2) CONDUZIONE DELLA SESSIONE DI ELICITAZIONE
Le figure stimolo sono state proposte al bambino che ricopre il ruolo del Follower, dall’esaminatore, che ricopre quello di Giver, estraendole una alla volta dalla scatola e chiedendogli di descriverle. Ciascuna sequenza di immagini (che rappresentano le tre storielle) è stata proposta, chiedendo al bambino di osservarla con attenzione e di raccontare quello che rappresentano.
Quando il bambino non descrive spontaneamente le figure o le scenette l’esaminatore può intervenire moderatamente con domande per stimolare la conversazione. In casi estremi il Giver può descrivere l’immagine e successivamente, dopo aver esaminato altre figure o dopo un po’ di conversazione, può riproporla al bambino.
Nel dialogo P02 la descrizione è stata realizzata così da un soggetto normoudente:
F147: il papà , la mamma #<pl><RUMORE># qui c'è un bambino che
sta<aa> st+ sta mangiando quattro ciliegine<ee> quattro ciliegine rosse, questa bambina sta<aa> sta raccogliendo le fragole e le sta mettendo<oo> nel cestino
Riportiamo adesso il dialogo (P02) tra una bambina normoudente e il Giver sulla storiella precedentemente illustrata:
G166: pure secondo me #<RUMORE><pl># vedi qua che succede ? questa
storia ?
F167: <inspirazione> allora una signora che<ee> che sta uscendo colla<aa>
colla sua bambina e qui fa molto freddo cogli alberi che gli cadono le foglie secche a terra
G168: e che cosa ci sta ? <pb> molto ? F169: molto<oo> <pb> freddo
G170: e poi molto ?
F171: vento <f. vocale> qui<ii> la bambina perde il cappello G172: come mai ?
F173: perché<ee> il vento se lo sta portando via <pl> qui c'è un signore
colla macchina e la signora dice <inspirazione> <eeh> mi date un passaggio ?
G174: però che succede ?
F175: <inspirazione > che la bimba poi<ii> ritrova il cappello perché il
cappello<oo> è rimasto<oo> <pb> #<RUMORE a terra#
G176: #<RUMORE>bravissima#
Dal soggetto ipoacusico (S01) la descrizione dell’immagine è stata effettuata così:
F063: <sospiro> <pl> <ehm> la bambina mangia tante cilie_gine e poi la bambina <schiocco di lingua> è con delle fragole sul prato e pre+ / e mette sul cestino
Riportiamo il dialogo (S01) con l’esaminatore sulla storiella in sequenza.
G076: non si fa lazzaroni ! <pl> <RUMORE> ecco qua è l'ultima vai
abbiamo finito
F077: <schiocco di lingua> la mamma e il bambino camminando poi
<schiocco di lingua> il cappello scappa perché soffia il vento forte e poi <schiocco di lingua> poi all'improvviso arriva l'auto <schiocco di lingua> po<oo>+ <ehm> <pl> il co+/ la bambina è disperata perché il ca+ il cappello si è strappato
Un problema costante nella registrazione del materiale raccolto con i bambini udenti è stata una moderata presenza di rumore nell’ambiente; infatti, per uniformare il campione, è stato scelto un gruppo di bambini appartenenti alla stessa scuola elementare e le registrazioni sono state effettuate in un aula isolata, ma non sufficientemente silente nella sede stessa della scuola.
Questo non si è verificato nel dialogo con il soggetto ipoacusico la cui registrazione è avvenuta in una camera insonorizzata dell’Istituto di Audiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II”.
In entrambi i casi i soggetti erano seduti ad una scrivania di fronte all’esaminatore con microfoni unidirezionali posti a trenta centimetri circa dalla bocca; era presente nella stanza una terza persona che, seduta vicino al bambino cambiava le immagini.
La maggiore difficoltà nel lavoro con il bambino ipoacusico si è rivelata proprio l’interazione con il Giver e il conseguente scambio dialogico, in quanto il soggetto non udendo e non guardando il Giver, perché intento ad osservare le figure non era in grado di interagire e di creare spontaneamente un dialogo se non dopo ampia e ripetuta sollecitazione. Di conseguenza, mentre i dialoghi con i bambini udenti presentano un maggior numero di turni mediamente più brevi, intervallati dalle domande e dagli interventi del Giver, quello con la bimba ipoacusica, pur avendo una durata maggiore, è costituito da un minor numero di turni che si presentano mediamente più lunghi.
BIBLIOGRAFIA
Bortolini, U., 1992, "Metodi di valutazione fonologica", in La logopedia in Europa, Atti
del I Congresso della parola e del linguaggio, Atene, Torino: Omegna Edizioni.
Cipriani P., Chilosi A.M., Ciuti A., Pfanner L., 1993, L'acquisizione della morfosintassi
in italiano-Frasi e processi. Padova: Unipress.
Devoni A., Pizzuto E., 1998, "Lo sviluppo grammaticale". In Sabbadini G (a cura di),
Manuale di Neuropsicologia dell'Età Evolutiva, Bologna.
Laudanna A., Burani C., 1993, Il lessico: processi e rappresentazioni, Roma: La Nuova
Italia Scientifica.
Rustioni D., 1996, "La competenza narrativa infantile, aspetti evolutivi e richieste
poco conosciuta a scuola, Centro Psicopedagogico per lo Studio e la Prevenzione
delle difficoltà di apprendimento, Milano,15-16 novembre 1996.
Rustioni D., 1997, "Indagine conoscitiva delle relazioni tra i sistemi di comprensione e