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Rassegna storica salernitana. A.19, n.1/4(1958)

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(1)

RASSEGNA STORICA

S A L E R N I T A N A

(2)

R A S S E G N A

S T O R I C A

S A L E R N I T A N A

A CURA DELLA SOCIETÀ SALER N ITAN A DI STORIA PATRIA Direttore : E. G U A R I G L I A

Com itato di Redazione: A. COLOM BIS V. PA N EBIA N CO M. A D IN O L FI Segretaria di Redazione

Direzione e Amministrazione: Salerno Via F. Cantarella, 7 Redazione : presso il Museo Provinciale di Salerno

A B B O N A M E N T O A N N U A L E

per l’ Italia L. 2000 per 1’ Estero L. 2 500 Fascicolo separato L. 800 Fascicolo doppio L. 1400

Anno X IX (1958) N . 1-4

S O M M À R I O

A. Acocella La figura e l’opera di Alfano I di Salerno (sec. XI)

Profilo biografico . . . pag. 1

Varia :

A. Schiavo L’ architettura negli avori di Salerno e ipotesi

sulle loro origini . . . » 75

D. Sim. Leone O. S. B. La Bibbia dell’ abate Raynaldo e

il miniatore del ’300 Cicco de Senis . . . » 87 B. Cappelli - Note su alcuni monumenti medievali di

Te-giano . . . 94

P. Are. Pergamo O. F. M. Il convento della SS. Trinità

di Baronissi . . . * 1 0 1

In mtmoriam: Giuseppe Zito . . . » 142

ATTI DEL CENTRO DI STUDI DI M E D IC IN A MEDIOEVALE

L. C a s s e s e • Agostino Nifó a Salerno . . . . pag. 3

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-RASSEGNA STORICA

S A L E R N I T A N A

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Ricorrendo il IX Centenario della consacra­ zione d i Alfano I ad Arcivescovo d i Salerno com'è stato, quest'anno, ricordato con Vapposizio ne d i una la p id e n ell A trio d e l Duomo a bbia mo ritenuto doveroso, p e r questa Rassegna, ri chiamare V attenzione degli studiosi su una delle maggiori figure della cultura europea nel M ed io evo, quale ind u b b ia m en te fu A lfano: gloria di Salerno e, quindi, d Italia.

Siamo, perciò, assai grati al rev. prof. Nicola Acocella che, con vero in telletto d am ore, ha vo luto delineare questo profilo biografico d i Alfano, che riportiam o nel presente volu m e, rinviando al successivo la p u b b lica zio n e d i un saggio critico sull'opera d i Alfano, con cui il nostro apprezzato collaboratore offre agli stu diosi una com pleta rassegna critica sulla fortuna d ì A lfano nella cri tica moderna. ­ ­ ­ ­ ' ' ­ ­

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La figura e l’opera di Al[ano I di Salerno

(sec. XI)

P R O F I L O B I O G R A F I C O

1 . LA NASCITA E LA FAMIGLIA.

Alfano nacque a Salerno, p r o b a b ilm e n te nel secondo decennio del secolo XI.

Le c ro n ach e e i d o cu m en ti, che di lui p a r la n o , non ne h a n n o tram andato Fanno di nascita, co n fo rm e m e n te a i r a b i t u d i n e degli a n tichi, che in genere no n si p reo c c u p a v an o di fissare u n a sim ile data, per personaggi anche im p o r ta n ti.

Soltanto in base a calcoli c o n g ettu rali, sono state p ro p o ste m a in epoca piuttosto recen te delle date, che oscillano tr a il 1010 (D e Santi) e il 1020 (D e Renzi). L ’o p in io n e oggi p iù c o m u n e m e n te seguila si appoggia a ll’a u to rità dello S chipa. il quale pensa che A. sia nato tra il 1015 e il 1020. Nè è p ensabile che si riesca m ai a stab ilire u n a data cronologicamente sicura p a rte n d o da talu n i vaghi p u n ti di r i ferimento, costituiti dai posterio ri, e p iù rile v a n ti, episodi della vita del Nostro, o da espressioni generiche che è dato cogliere qua e là nei suoi scritti, che p u re talvolta p re se n ta n o notevole interesse storico.

Nulla, o ben poco, p e r l ’indagine che ci interessa, p o tre b b e si gnificare un p artico lare caratteristico, t r a m a n d a to da A m ato di Mon-

tecassinn (1. IV, c. 39): questi assicura che nel 1062 Alfano, reduce da u n fortunoso viaggio in O riente, d im o stre rà un aspetto v en erab ile, per la « gran b a rb a » da levantino, la q u a le suscitò, secondo il cro n i

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sta, lo s tu p o re di R o b e rto il G uiscardo. I n d e t e r m i n a t a p e r la sua stessa la ta accezione e p e r il contesto in cui è a d o p e r a ta è p u re l ’età (senectus) che il Nostro rif e r ir à ad u n p e rio d o d ella sua vita, in u n lungo c o m p o n im e n to p o lim e tric o a sfondo auto b io g rafico , da lui r e d a tto , come è stato rilev ato , in to rn o a ll’a. 1077 : la Oratio seu Con• fessio metrica (v . 111).

Q u est’a m p ia lirica ( c h e a lte rn a , in 415 versi, b r a n i in distici eie* giaci a b ra n i in esa m e tri d attilic i c o n tin u a ti, c o rris p o n d e n ti alle p arti di u n mistico dialogo tra l ’a u to re e il Cristo) r i e n t r a , p e r il c a ra tte re misto di p r e g h ie r a e confessione, nella tra d iz io n e di q u e lla tip ica l e t t e r a t u r a in tro sp e ttiv a a ttrav erso cui p a r la r o n o di sè, con c ristian a u m iltà , som m i in te lle tti, da S. G regorio di N azian zo e da S. Agostino al P e tr a r c a , ed è, da questo p u n to di vista, m o lto u tile p e r la co m p ren sio n e dei c a ra tte ri e dei tem i che circolano in tu tta l’o p e r a di Alfano e p e r la delin eazio n e d e ll’in te r io r e r i t r a t t o s p ir itu a le di lui, sp e c ia lm e n te n e l l ’u ltim o p e rio d o della sua v i t a ; m a n u lla , o quasi, dice dello svolgim ento esterio re e cronologico dei m o m e n ti d e lla b io grafia del N ostro, come ci si p o tr e b b e a tte n d e r e d al titolo.

La b io g rafia di A. sarà p e r ta n to d esu n ta e ric o stru ita dalle fo n ti che sa ra n n o in d ic a te : la Oratio seu Confessio metrica q u a n tu n q u e t r o p p o diffusa, e a p p e s a n tita da a b ili m a f r e d d i artifici r e t o rici e da eccessivi ric h ia m i biblici e teologici, e p p u r e n o n priva a t r a t t i d ’intensa vib razio n e lirica p u ò c o m p le ta re il pro filo b io grafico del Nostro, se sia assunta come esposizione p ro g r a m m a tic a d e ll’id eale ascetico q u ale fu vissuto da u n o S p irito p r o f o n d a m e n te re ligioso del M edioevo. Si vedrà così, fu o ri dagli schem i di u n a s to rio grafia sorpassata, che in A lfano convissero e si a rm o n iz z a ro n o sen tim e n ti solo in a p p a r e n z a c o n tr a s ta n ti: la coscienza della fra g ilità e d ella colpa, p r o p r i e della condizione u m a n a , accanto ad u n virile e dignitoso senso agonistico della v irtù operosa e p u rif ic a tr ic e ; la con sapevolezza accorata del d o m in io del m ale e di S a ta n a sul m o n d o , d ila n ia to dagli odi e m a c c h ia to dal peccato d ’origine, e insiem e l ’e sa lta n te p e rsu a sio n e d ella su p re m a z ia d e lle a rm i della F e d e e della G razia, con tro gli a lle tta m e n ti e la v a n ità delle ricchezze e d e lla p o t e n z a ; il tim o re della severità d el G iudice divino, im p la c a b ile nella c o n d a n n a , e u n a confidenza filiale n e lla b o n tà m iserico rd io sa del R e d e n to re , che, col suo esem pio e il suo aiu to , in c ita al b ene l ’u o m o , sollevandolo « oltre l’antico o n o r ».

A nche della fam iglia di A lfano si h a n n o p o c h e notizie sicure. L eo n e M arsicano ( C h ro n . Cas., I I I , 7) dice di lui che fu u n nobilissì

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-mas clcricus ; dallo stesso cronista e (la A m ato ( / . c.) si sa che ebbe fratelli che saran n o accusati di aver p a rte c ip a to , con altri « p a r e n ti e amici » del p rin c ip e , alla congiura che spense G u a im a rio V .

Non su altre testim onianze che su queste, si sono fo n d a ti tu tti gli glorici successivi che h a n detto Alfano o, g e n e ric a m en te , lo n g o b ard o di nobile origine, o a d d i r i t t u r a im p a r e n ta to con la fam iglia dei p rin c ip i longobardi di Salerno ( 1). Non p a re degna di esser presa in c o n s id e ra zione l ’asserzione di q u a lc h e scrittore ( 2 ) che v o rreb b e Alfano nato dalla fam iglia dei conti dei M arsi, p e rc h è a tale discendenza risalgono di solito i genealogisti q u a n d o vogliono assegnare u n 'o r ig in e e le tta alle famiglie italiane.

Il nom e A 1 f a n u s ( Alfanus e non A lph an u s è la pili esatta g r a fia di esso, così come è a ttestata dalla collazione paleografica di quasi tutti i d o cu m en ti autentici d e ll’epoca) fu diffusissimo nella o n o m a sti ca, e persino nella toponom astica, di tu tta l 'a re a lo n g o b a r d a ; q u a lc u no a p p u n to l’h a detto di d erivazione linguistica lo n g o b a rd a ( 3 ) . C er to. dal Codex D iplom aticus Cavensis e da altre fonti si ricava l'e s i stenza di q u alch e « Alfano » che vive « secondo la legge dei L ongo bardi ». C o o rd in a n d o tu tti questi sparsi e le m e n ti ed a ltri labili in dizi, taluni autori (4 ) sostengono che tu tte le persone che p o rta ro n o il nome di « A lfano », e q u in d i anche il N ostro, fu ro n m e m b ri di un ceppo unico, di stirp e lo n g o b a rd a , e legato da p a re n te la con i p r i n cipi regnanti. Ma lo S chipa (5 ) sottolinea il pericolo delle g en eralizza zioni, pe rc h è già dal sec. IX era avvenuta la m escolanza dei nomi

tra s tirp e lo n g o b ard a e latin a. Solo più tard i si può r i n tra c c ia re a Salerno u n a casa degli A lfan idi (6).

(1) Ad es. De l Pe z z o, Racconto istorico d. città d i Sulerno ( m s . della Bibl. Naz. di N ap oli) cit. in De Sa n t i, M em orie d e lle F am iglie nocerine, N ap oli, 1887,

II, p. 84, n. 2 ; cfr. anche G. Gi e s e b r e c h t, L istru zione in Italia nei p rim i secoli del M edio E vo, trad. ital., Firenze, 1895, p. 54; M. Sc h i p a, Alfano I arcivescovo di Salerno, S*lerno, 1880, p. 9; ecc. E da notare chè Leone Ost. determ inò esp li.

eitamente, per l abate Desiderio, che era parente dei principi longobardi di B ene, vento e Salerno ( C hron. Cas., I l i , 1 4).

(2 ) Ca n d id a Go n z a g a, M em orie d elle fam iglie n o b ili, III, 207.

(3 ) W. Br u c k n e r. D ie Sprache d e r Langobarden, Strassburg, 1895, p. 220;

U. We s t e r b e r g h, n e ll indice al Chronicon Salernitanu m , Stoccolm a, 1956, p. 333; P. Ca p p a r o n i, Il « De quattu or hum oribus corporis hum ani » d i A lfano..., Roma,

1928, p. 9, nota. Recentem ente il Serra ha sostenuto la derivazione latina del nom e. (4) Ad. es. M. De Sa n t i, op. c it., I, pp. 13 sgg., e passim ; v. anche tav. I.

(5) M. Sc h i p a, S toria d e l P rin cipato longobardo d i S alern o , in « Arch. Stor. p.

prov. napol. », XII (1887), p. 110, n. 1.

(fi) Pe t r i An s o l i n i De Eb u l o, De rebus Siculis carm en, e d . Rota. RR .II.SS.2, XXXI, w . 456 s g ., e p. 64 n. ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ’ ' -’

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U n do cu m en to d e ll’Arch. cav., del 1041, dice che tali « Petrus et Alfanus, clerici et m edici, filii quondam P e tri clerici et m edici », d a n n o in censo, col b e n e p la c ito di A m ato arcivescovo di Salern o , u n a te r r a in N o cera, che i d u e tengono in beneficio da p a r t e d e ll'a rc iv e sc o vo stesso (C D C ., V I, p p . 142 sgg.). Lo S chipa ( 1 ) r itie n e che q u e ll’Al- fano chierico e m edico possa benissim o essere il nostro, contro l ’avviso del De R enzi, che, con arg o m e n ta z io n e n o n co nvincente, pensò t r a t ta rsi di altro p re c e d e n te m edico, e p e r ta n to stabilì u n elenco p r o g re s sivo dei m edici sa le rn ita n i di nom e A lfano che talv o lta h a in g en erato confusione ( 2). R ite n ia m o , ad ogni m odo, che sia o p p o r t u n o con servare al N ostro la n u m e ra z io n e , o rm a i invalsa n e ll’uso, di « A l f a n o I », così p e r d istin g u e rlo dal suo o m o n im o successore sulla cat te d r a arcivescovile, come p e r situ arlo , se si vuole, nella serie dei m e dici che p o r ta r o n o il nom e di A lfano (3).

2. LA FORMAZIONE CULTURALE A SALERNO E ALTROVE.

Le p rim e notizie, sto ric a m e n te accertate, su A lfan o , e che r i g u a rd a n o episodi f o n d a m e n ta li e d e t e r m in a n ti della sua vita, si rife- scono a ll’anno 1054 ( e non al 1055, come pensò il M a n itiu s ) e sono q u e lle con cui egli a p p a r e alla r ib a lta d ella storia nel celebre Chroni- con Casinense di Leone Ostiense ( l i b r o I I I , cap. 7).

E r a n trascorsi i p r im i q u a r a n t a n n i , circa, d e lla sua vita, anni di ferv id a opero sità in te lle ttu a le , q u a li forse il N ostro no n conoscerà m a i p iù .

Dalle p a ro le con cui il cronista lo p re s e n ta , a p p a r e che fin da a llo ra A lfano, prudentissim us et nobilissim us clericus, aveva il segreto di s a p e r conciliarsi subito la benevolenza e il risp e tto di q u a n ti l ’av vicinassero, ob m axim am eius p ru d en tia m . E r a p r o f o n d a m e n te versa to nella musica e n ella m e d ic in a : m iram cantandi p e r i t i a m , et medi- cìnae artis scientiam non p a rv a m habebat.

(1 ) M. Sc h i p a, A lfano / .. ., cit., p. 11 in n.

(2) S. De Re n z i, Storia docum en tata d. Scuola m ed. d i Salerno, N ap oli, 1857,

p. 167. . C f r . C . Ca r u c c i, Un com une d e l nostro M ezzogiorno, Subiaco, 1947, pp.

24, 72, 83, 87.

(3 ) Solo per amore di com pletezza ricordiam o che si ha notizia di un altro A lfano chierico e m edico nel 1078: S . De Bl a s i o, Series prin c ip u m qui Longobardo rum aetate Salerni im peraru n t, N ap oli, 1785, App., p. XXL Un altro A lfano, an

cora, detto soltanto chierico, e probabilm ente già morto nel 1054, è ricordato in

C .D .C ., V II, 258. Cfr. purè A. Sin iv o, Vicende d ella Scuola e d ell a lm o C ollegio salern., Salerno, 1950, pp. 114 sg g . ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ '

(11)

Lo S chipa avanza l'ipotesi che il N ostro abbia stu d ialo la medi* cina alla scuola del famoso G u a r im p o to (1). N o n era, di certo, sol tanto u n medico p ratico , se nel 1054, costretto ad uscire f o r tu n o s a mente da Salerno, riuscì a p o r ta r via da casa con sè eiusdem artis co dices nonnullos: un a collana di testi a m o ro sa m e n te raccolti e custodi ti negli anni della pensosa giovinezza. La m ed icin a (fisica) a p p a r t e neva nel M. E. al grado su p e rio re degli studi, d o p o il T riv io e il Q u a d riv io ; r a p p r e n d i m e n t o della m usica era in se p a ra b ile da quello della g ra m m a tic a e della retorica p e rc h è essa trovava posto a p p u n to tra le discipline del Q u ad riv io ( 2 ) : b a stereb b e già solo q u esta con statazione a darci la m isu ra degli interessi c u ltu ra li del giovane, b r i l lan te chierico, se non soccorressero ta n ti altri e le m e n ti di giudizio ad avvalorare e a m p lia re u n a tale deduzione.

Alfano, poi, nella sua successiva esp erien za di monaco e di p r e lato, avvertirà il bisogno di in teg rare la c u ltu ra giovanile con la d o t trina delle discipline sacre. E, infatti, se di lu i d irà Leone Ostiense, con giudizio complessivo, che A. era stato l'uomo p iù d o tto dei nostri te m p i, « qui et scientia et e lo q u e n tia i n c o m p a r a b ilite r lune polle- bat » (3), P ie tr o Diacono avrà cura di aggiungere che fu anche « vir in scripturis sonctis eruditissimus et notitia ecclesiasticorum dogma- tum ad p len u m ìnstructus » (4 ), a p re n d o così la stra d a a ll’elogio, p iù incisivo e p iù com prensivo, che sul N ostro p ro n u n z ie rà m olto più lardi u n b e n e m e rito dei nostri s l u d i: « Philosophus, theologus, ac orator celeberrim ae opinionis, poctica eq u e artis disertissim us » (5). Ma è c h iaro , come del resto h a n n o osservato quasi tu tti gli studiosi che di lui si sono occupati, che a S alerno ha messo Alfano le basi del suo c orredo c u ltu ra le .

N el corso del lungo, paziente tirocinio giovanile, egli aveva coni* piu to m etodici studi di g r a m m a tic a , di reto rica, di tu tte le a r ti lib e ra li ( p e rs in o di a s tro n o m ia ); e ra riuscito a scaltrirsi nella conoscen za della lingua greca, oltre che d ella la tin a , assim ilandosi la p a rte migliore d e ll’antica l e t t e r a t u r a ; e fin a lm e n te s’era a d d e stra to alla r i cerca e ru d ita e s p e rim e n ta le su specifici a rg o m en ti di m e d ic in a (6).

(1 ) M. Sc h i p a, A lfano /...., cit., p. 9.

(2 ) A. V isca rd i, Le O rigini, M ilano, 1957, pp. 35, 95, 151, 157 sg. (3) Epist. dedic. al Chron. C as.f M G H , SS, V II, 574 sg.

(4 ) Chron. Casin., I l i , 35; MGH., SS., V II, 728; P. D iac., De viris ili. Casin., c. 19 : A. L e n tin i, Rassegna d e lle p oesie d i Alfano da Salerno, in « B ullett. d. Ist. Stor. It. per il M.E. », Roma, 1957, p. 214.

(5 ) Il M ari n ell ediz. di P. D iac., P. L., v. 173, 1029. , (6 ) Gli elem en ti che concorsero a sostanziare la cultura di A. si possono de •umere anzitutto dall esame interno delle sue opere: cfr. ad es. M . Ma n i t i u s, .

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I n g enere, gli s c ritto ri che si sono occupati di A lfan o , in te n d o n o la qualifica di « clericus », che gli è a t t r i b u i t a da Leone, nel senso s tre tto di « a d d e tto alla chiesa » e q u in d i di « in iziato alla v ita ec clesiastica », e n o n in quello generico di « dotto », come spesso fu i n teso nel M .E . il te rm in e ( 1). Certo è p e rò che A lfano in questa p r i m a p a r te della sua vita doveva avere smesso il p ro p o sito di av a n z a re n e l l ’acquisizione degli o rd in i sacri, se an c o ra nel 1058, come v edrem o, n o n aveva assunto il p re s b ite ra to .

La d o ttr in a , solida e vasta, che A. si è fo rm a ta n e lla sua giovi­ nezza, a Salern o , è u n a p ro v a sto ric a m e n te v a lid a « d e ll’esistenza de' mezzi di u n a b en regolata istru zio n e scientifica », com e b en vide il De R enzi ( 2 ) , e non solo nel cam p o d e lla m ed icin a, m a an c h e in quello della g i u ris p ru d e n z a e delle lettere. Cosi si spiega il fatto che, in quegli an n i, Salerno fu p a t r i a di A lfano e di A m ato, « vale a dire del p iù e r u d ito d e ’ poeti e del p iù copioso degli storici allo r v iv e n ti » (3 ), di G u a ife rio , e di m edici fam osi nel m on d o .

D e i r a m b i e n t e c u ltu ra le della sua città, p e r q u e l che si riferisce agli studi di m e d ic in a , lo stesso Alfano lascerà p iù ta r d i u n a te stim o n ian za d ir e tta , in u n q u a d r o vivo e p a l p i t a n t e di nostalgici rico rd i, con i fam osi versi d e ll'o d e A d G uidonem (vv. 21 22):

T um m edicin ali tantum flo re b a t in arte posset ut hic nullus languor h abere locum .

E n o n e r a solo affetto di figlio quello che isp irav a ad Alfano tali p a ro le , se p iù ta r d i un o storico anglo, O rd erico V itale (see. XII), p a r lando p r o p r io di questo p e rio d o , r ic o rd e rà u n fisico che nel sec. XI

G eschichte d e r lateinischen L iteralu r des M itte la lte rs, II, M onaco, 1923, p. 619;

la sua conoscenza del greco è esplicitam ente dichiarata nei codici che hanno con servato il suo trattato dei P olsi e la sua traduzione di N em esio : v . P. Ca p p a r o n i,

I l «.Tractatus d e pu lsibu s » d i A ..., Rom a, 1936, p. 14; C. Bu r k h a r d, N em csii cp . prem n on P h ysicon .... a N . A lfano... in L atinum translatu s, L ipsia, 1917, p. 5;

P. O. Kr i s t e l l e r, La Scuola d i Salerno, trad. di A. Ca s s e s e, Salerno, 1955, p. 19. Come è detto esplicitam ente per un argomento (« stu diose... pulsu um n otitiam

p e r q u i s i v i »), si potrebbe dire per tutti gli argom enti di m edicina toccati dal

Nostro, anche se gli originali dei suoi trattati m edici non siano a noi giunti. (1 ) F . Ug h e l l i, Ita lia Sacra, V II2, 380; G . Gi e s e b r e c h t, o. c., 54; M.

Sc h i p a, A lfano /..., cit., p. 11; G . Pa e s a n o, M em orie p e r servire alla sto ria d ella Chiesa Salernitana, I, p. 112; G . Fa l c o, Un vescovo p o e ta d e l sec. X I, Alfano d i Salerno, in « Arch. d. Soc. Rom. di st. patria », XXXV, (1911), p. 443. Alla stessa ip o tesi accede in fondo anche A. Si n n o ( V icende d. Scuola..., cit., pp. 16

sg.), che' pure v o lle sostenere il carattere laicale d ella Scuola di Salerno. (2 ) S. D e R e n z i , o. c., p. 189.

(3 ) M. Sc h i p a, S toria d . P rin cipato, cit., p. 553.

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-fu « in urbe Psalernitana, ubi maxim ae medicorum Scholae ab anii* quo tem p o re habentur » (1).

Certo, la città m e d ite r r a n e a , « g areggiante n e lla c u ltu r a con le m igliori di O ccidente » (2 ), possedeva da tem p o u n a Scuola, che da u n recente autorevole studioso è d e tta « a b uon d iritto fam osa come la p rim a U niversità d e ll’E u r o p a m edievale e com e un o dei p rim i e più cospicui centri di m ed icin a » ( 3), e da u n altro studioso, che p u re ha girato l’E u r o p a a rin tr a c c ia r e i codici della m ed icin a p r e s a le rn ita n a , « la p r im a g ra n d e scuola m edica d e ll'O ccid en te » (4).

Anche d alle opere di A. gli storici del d ir itto h a n n o tra tto p r e ziose testim onianze sulla organizzazione della c u ltu ra a Salern o . E ’ stato così messo ac u ta m e n te in rilievo, dal P e r la , come A lfano, il q u a . le « sentì l ’antico id eale di R o m a , e ad esso ricongiunse, egli amico di Gregorio V II, il concetto della su p re m a z ia di R o m a p a p a le », a b bia, in d u e sue lirich e, espressioni tecniche (« tueri publìca iura », « ut stringai solitis legibus o rb e m ») che lasciano in tra v e d e re il r i n a scente concetto dello Stato latino e u n ’in tu iz io n e del valore storico del diritto quale forse n o n e b b e ro i glossatori, « che si a ffa tic h era n n o poi su la le tte ra d e ’ testi no n sem p re ragg iu n g en d o il senso vero e la idea d o m in a tric e ». Da questi accenni e da tu tto il c o n ten u to d e ll’ode a lfaniana A d R o m u a ld u m causidicum Salernitanum il P e r l a trae la prova « del culto degli studi g iu rid ici in Salerno nel secolo X I: stu di che no n p otevano r ig u a r d a r e se n o n a p p u n to il d iritto ro m a n o ». E p e rta n to conclude: « Salerno d u n q u e nel secolo XI, m olto p r im a della scuola di B ologna, e c o n te m p o r a n e a m e n te a ’ p r im i b a r lu m i di u n a scuola e di u n collegio d ’avvocati nella greca R a v e n n a , di cui p a r la S. P i e r D am ian o , aveva già u n collegio di avvocati e u n a g iu ri

sp ru d en za colta, che si giovava d e ’ lenocinii della fo rm a , cui s’i n t e ressava il popolo p e r i bisogni della vita g iu rid ica » (5).

(1) 0 . Vi t a l e, H istoriae ecclesiasticae lib r i X I I I , ed. D uchesne, « Scriptor.

Hist. Normann. », p. 477 ( Psalernitana è nel testo).

( 2 ) M. Sc h i f a, Stor. d. Princ., cit., p. 533; R. Tr i f o n e, I fra m m en ti d elle consuetudini d i Salerno, Rom a, 1919, p. 17.

(3) P . 0 . K r i s t e l l e r , o. c. , p p . 5, 13.

( 4 ) A. Be c c a r ia, I c odici d i m edicin a d e l p erio d o presalernitano, Roma,

1 9 5 6 , p . 7 7 .

(5 ) R. Pe r l a, D el D iritto romano giustinianeo n. provin ce m erid. d Italia prim a d e lle assise normanne, in «Arch. stor. p. le prov. napol. », X (1885), pp. 164 sgg.

Cfr. anche le analoghe conclusioni d ello Sc.h u p f e k, in « Atti d. Lincei », IT, 1886, p. 365; M. Sc h i p a, St. d . P rinc., cit., 533; C . Ca r u c c i, Un com une d. nostro M ezzogiorno n. M .E., Subiaco, 1947, pp. 19, 131, 155, e la bibliogr. cit.; A. Si n n o,

Vie. d. Scuola, cit., pp. 7 sgg.

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(14)

H a supposto il Sinno ( 1) che A lfano a b b ia ricevuto, a lm e n o in p a r te , la sua fo rm azio n e le tte r a r ia e scientifica nel m o n a ste ro s a le r n ita n o di San B e n e d e tto , che fu anche fio re n te cen tro c u ltu r a le e di cui po i il N ostro sarà p e r breve tem p o abate. L ’a m b ie n te e il tono de lla c u ltu ra in San B en e d e tto di S alerno son d o c u m e n ta ti, p e r il sec. X, da tu tto il sottofondo d o ttr in a le e scolastico che è d ie tro il Chronicon Salernitanum (s c ritto p r o p r i o in q u el chiostro), secondo le risu ltan ze degli studi recen ti di M. M an itiu s e U. W e s te rb e rg h ( 2 ) ; alcuni a u to ri h a n n o an c h e a fferm ato che annessa al m o n astero c’era u n 'i n f e r m e r i a , che avrebbe p o tu to costituire u n p o ’ il la b o r a to r io sp e rim e n ta le p e r qu elle nozioni p r a tic h e e d id a ttic h e di m e d ic in a che venivano i m p a r t i t e nelle scuole c e n o b iali (3). E ’ p r o b a b ile che le tra d iz io n i c u ltu ra li di San B e n ed etto c ontinuassero fino ai tem pi di A lfano, an c h e p e r i r a p p o r t i che in te rc o rse ro tr a questo m o n astero e M ontecassino, nel circolo di q u ella che può dirsi l'in te r n a z io n a le c u ltu ra le b e n e d e ttin a del M. E. I n una città di p o c h e m ig lia ia di a b ita n ti, re c in ta da possenti m u ra , i m u tu i influssi tr a scuole ceno bia li e scuole laicali (se ne esistettero) dovevano essere la n o rm a e n o n l ’eccezione.

Dal contesto di due c o m p o n im e n ti poetici di A lfano, il Falco h a tra tto la conclusione che il Nostro allargò i suoi orizzonti in te lle t tu a li uscendo p e r un p o ’ da S alerno e f r e q u e n ta n d o il centro c u l t u r a le , a llo ra i m p o r ta n te , di Aversa (4 ). E, certo, l ’esaltazione di Aversa come di u n a città che il fervore delle d isp u te filosofiche r e n d e non « d issom igliante da Atene » ( A d Goffrit episcopum Aversanum ) e la r a p p r e s e n ta z io n e di G uglielm o, il « g ra m m a tic o », acclam ato e f o r tu n a to tra i d o tto ri di q u e lla città p r i m a che indossasse l ’abito m o n a stico a M ontecassino ( A d G uilielm u m eiusdem loci grainmaticum), h a n n o u n colorito locale così vivo da r e n d e r e p la u sib ile la su p p o siz io ne del Falco.

A n ch e i precisi accenni a ll’am b ie n te c u ltu ra le e all’u b icazio n e del m o n astero di S. C lem en te di C a sa u ria , n e ll’A bruzzo, c o n te n u ti n e ll ode A d Transmundum pueruin scholasticum, possono esser

(1 ) A. Si n n o, V icende d. Scuola..., cit., p . 16. ( 2 ) A. Vi s c a r d i, Le O rigini, c i t ., p . 1 6 .

( 3 ) A. V i s c a r d i , o. c., p. 57 ; a p. 5 3 1 si parla espressam ente d ell insegnam ento della m edicina a M ontecassino. Il primo istituto osp italiere della città di Sa lerno fu quello annesso alla Chiesa di S . Massimo, secondo il Si n n o, Vicende dei B en ed ettin i e d i S. M assimo d i Sai., in « Arch. Stor. d. prov. di Sai. », IV ( 1 9 3 4 ) , 57 sgg. ( 4 ) G . F a l c o , o . c. , p . 4 4 3 . ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­

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presi come indice di u n a sia p u r breve d im o ra in quel centro, che si distingueva p e r il fervido interesse con cui vi si coltivavano la r e to r i ca e la filosofia.

Della d im o ra di Alfano a S. Sofia di Benevento e a M ontecassino direm o a suo tem p o . Basti qui rilev are che dei fecondi contatti c u l turali che il Nostro ebbe nella cerchia dei dottissim i m onaci cassinesi d ell’epoca ( t a n t o che A. viene di solito i n q u a d r a to n e ll’a m b ie n te d e l la c u ltu ra di M ontecassino) in cui con m ir a b ile concordia si con ciliava l’am ore ai sacri studi con il p iù vario interesse p e r tu tte le arti lib e ra li e le scienze p ro fa n e sono a m p ie e precise testim o nianze i carm i alfan ian i A d A tto n e m episcopu m Tlieatinum e A d Theodinum monachimi Casinensem.

Queste u ltim e com posizioni m e tric h e del Nostro, come anche quelle p re c e d e n tem e n te ric o rd a te , sono sto ric a m e n te notevoli p e rc h è contengono p u n tu a li e c a ratteris tici accenni a ll’organizzazione degli studi, n e ll’I ta lia M e rid io n a le , q u a n d o già e ran o p e r tr a m o n t a r e i vivaci e rissosi staterelli long o b ard i.

Le feconde esp erien ze s p ir itu a li di B enevento e M ontecassino furono, però , esperienze della m a tu r ità , che p e rfe z io n aro n o e a m p l i a rono come si è detto sopra u n a c u ltu r a già f o n d a m e n ta lm e n te e organicam ente acquisita a Salerno, dove ebbe la p r im a istituzione anche G uaiferio, squisito versificatore c o n te m p o ra n e o di A., dove più ta r d i si fo rm e ra n n o due tra i maggiori scritto ri del sec. X II: R o m u a ld o G u a rn a e P ie tro da E b o li ( 1 ) .

Dopo tutto, al Nostro in seguito sarebbe m a n c a ta q u e lla lunga calm a che sola p e rm e tte il p ro fo n d o assorbim ento di ogni studio.

Degli aspetti e del significato della c u ltu ra a lfa n ia n a si d irà a m p ia m e n te , nelle pagine in cui sarà critic a m e n te v a lu ta ta la sua opera.

(1) A. Vi s ca r d i. o. c., pp. 179, 210 sg., 230. sgg., 239 Che Salerno fosse un centro dei più vari interessi culturali, può desumersi anche d all attività degli

agiografi e dei litu rgisti: cfr. A. Vis c a r d i, ib id ., p. 417. . I I Gay (L Italia m eri, dionale e l im pero bizantino..., trad. ital., Firenze, 1917, p. 556) afferma che

« Salerno e Montecassino sono i due centri ove la rinascita delle lettere e degli studi si m anifesta con maggiore intensità, ove appaiono gli uom ini più notevoli di questa epoca, i soli che con le loro opere abbiano lasciato un nome » : tra que sti Alfano. ­ ­ ­ — ­ — ­ ­ — — ­ ­

(16)

— lo

3. L UCCISIONE DI GUAIM ARIO V E LA CRISI SPIR ITUA LE

DI ALFANO (1052 1053).

N e ll’ode di A lfano A d G uidonem è im m a g in o s a m e n te r a p p r e s e n ta ta la flo rid a situazione, econom ico politica, a ttra v e rs a ta d a lla S alerno d ella sua giovinezza studiosa, d u r a n te il v e n tic in q u e n n io del p r i n c i p a to di G u a im a rio V ( p a d r e di Gisulfo I I e di Guido). T a le r a p p r e s e n . ta zione pu ò essere stata in p a r te d e tta ta d a l se n tim e n to nostalgico d e l l ’au to re, m a è so stan zialm en te esatta, p e rc h è A. a p o tè ip e r b o le g giare p e r c a rità di p a t r i a o necessità di m e tric a , m a n o n m e n tire del tu tto » (1).

C a n ta il p o e ta , rivolto a G u id o :

« Discendenza da stirp e regale vantava colu i d i cui ti si celebra

fig lio : il p rin c ip e G uaim ario, grande con d o ttiero .

S o tto il reggim ento d i co stu i, Salerno, ch è ora ristretta in angustie, fu p iù flo rid a d i R om a, regina d e l L a zio :

i Lucani, i B eneventan i, i C alabresi, i Capuani,

e i P u gliesi, tu tti, furono, in guerra d o m a ti, suoi su d d iti.

I l G arigliano segnava l in izio d e l suo d o m in io , la città d i R eggio il ter m in e : m a non fu bastevole a Salerno d isp o rre d i tanta p o ten za :

l arricchì in fa tti d i rare m ercan zie e d i oro q u e ll O riente su lle cui regioni a m pia s avvolge l o rb ita d e l so le;

e p erfin o C artagine, che già fu am biziosa em u la d e lla poten za d i R om a, s affrettò a d are abbon dan ti d o n a tivi in pegno d i pace.

I re d i G erm ania ricevettero m o lte v o lte , in dono m unifico, la pregiata m oneta d ella sua zecca.

E ra, in qu el tem p o , Salerno tanto fio ren te nell arte della m edicin a che in essa nessun m orbo aveva la forza d i allignare (2).

Il G u a im a rio a cui A. dà l ’a p p e lla tiv o di « M agno » è c o m u n e m en te c onsiderato, d opo gli s tu d i dello Sch ip a, il V di q u e l n om e. Associato al tro n o dal p a d r e , G u a im a rio IV , nel 1018, eb b e, giovanis simo, il p o te re da solo nel 1027 e resse il p r in c ip a to sino al 1052. A m a to di M ontecassino n ella sua Storia d e i N orm anni ne tracciò u n r i t r a t t o r a p id o e nervoso ( I I , 2), e ne cantò r i p e t u t a m e n t e le lodi in siem e con q u elle di Salerno ( I I , 7, 11), con e n tu siasm o e concetti a n a lo g h i a q u e lli di A lfano.

A ll’esaltazione dei du e scritto ri s a le r n ita n i del sec. XI fa riscontro, in F r a n c ia , nel sec. X II Benoit de Sain te M aure che, con piglio leg g e n d a rio e in accento ro m a n z o , disse:

(1 ) M. Sc h i p a, S to ria d. P rin c., cit., p. 526.

( 2 ) Al f a n o, A d G uidonem fratrem p rin c ip is Salernitani, v v . 7 22 ( t r a d . mia).

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(17)

l i

ft De Salerne est Walmaohe dux qui seixante anz regna e plus » (1).

F u certo u n m om en to p a r tic o la r m e n t e felice quello che il p r in c i pato lo n gobardo di Salerno visse sotto G u a im a rio V, e che A lfano volle e te rn a re .

Egli, d o m in a n d o p e r cinque lustri le vicende p o litic h e d e ll’I talia m e rid io n a le tanto da a p p a r i r e la figura p iù e m in e n te di uom o di stato di quel t e m p o ; destreggiandosi a b ilm e n te tr a i due g ra n d i poteri tra d iz io n a li ( l 'i m p e r o germ anico e quello bizan tin o ) e le nuove forze che si sco n treran n o p e r la su p re m a z ia sul Mezzogiorno (M u s u lm a n i e N o r m a n n i) ; s fru tta n d o le riv alità dei piccoli stati, p o tè c o n s id e ra r si, tra il 1046 e il 1047, signore ed a rb itro , sotto un titolo o l ’altro, di tu tta l ’Ita lia m e rid io n a le dal G arig lian o a Reggio.

E Salerno, c ap itale del vasto e m u ltifo rm e d o m in io , a rric c h ita dai traffici col r e tr o te r r a e più con le regioni tr a s m a r in e , p u re in mezzo ad episodi di feroci assedi e in te r m in a b ili guerrig lie, poteva d a re ai suoi figli e ai lo n ta n i sp e tta to ri l’im pressione di u n a g r a n dezza non p iù vista (2).

Ma il disegno di G u a im a rio fu di breve d u r a ta , come quello di A rechi II nel sec. V i l i ( 3 ) e quello di P a n d o lfo C a p o d ife rro nel sec. X. T u tti e tre questi tentativi e ran o m in a ti da u n esiziale p a r t i colarismo, vizio organico della s tirp e l o n g o b a r d a ; il p ia n o sarà r i preso ed a ttu ato , con ben altro vigore strategico e politico, dai N o r m anni.

Già si accentuava il declino della gloria di G u a im a rio , q u a n d o u n a congiura di palazzo ne stroncava la giovane esistenza, il tre giu gno del 1052.

A lla congiura si rico n n ette la xibellione di Amalfi ( a p r i l e 1052). a cui non furo n o estranee le m ene b i z a n tin e ; m a la t r a m a fu ordita in Salerno e p e rfin o , nello stesso palazzo principesco, da q u a ttr o co gnati di G u a im a rio , da altri congiunti del p rin c ip e tra cui q u e l

(1) W alm ache è dal lat. W aim arius. Evidentem ente lo scrittore francese (cit. in De B a r t h o l o m a e i s , ed. di A m a t o , Storia d e i N orm anni, Rom a, 1 9 3 5 , p. 4 2, n. 1) fece un sol personaggio di Guaimario IV e G. V. A m bedue i principi, come è noto, protessero i Normanni.

( 2 ) M. Sc h i p a, Storia d. p rin cip a to , cit., p. 5 3 3 sgg.

( 3 ) A rechi II m orì e fu sepolto a Salerno. N on c è quindi bisogno di rife rirsi alla dimora che il Nostro fece a Benevento per spiegare l am m irazione ch« egli dimostra anche per quel lontano capo longobardo. Cfr. G. Fa l c o, SulUauten

ticità d. opere d i A ., « Bull. Ilst. Stor. Ital. » 3 2 , 1 9 1 2 , p. 2 .

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-l 'E d e r r a d o fig-l io de-l conte L a n d e m a r io che so-lo n e-l -lug-lio 106Ò ebhc da Gisulfo I I la restitu zio n e dei b en i ( 1 ) e anche dai fra te lli di A lfano.

Costui p ia n g e rà p iù ta rd i in versi accorati ( 2 ) la m o rte del « p a d re d e lla p a t r i a », con lo stesso se n tim e n to commosso che è dato rin tr a c c ia r e in tu tti i cronisti che n a r r a r o n o gli a v v e n im e n ti di quegli a n n i, e con la realistica d e te rm in a z io n e di p a rtic o la r i i q u a li tro v e r a n n o u n p iù diffuso racconto in A m ato , che h a lasciato la p iù a tte n d ib ile descrizione di quel « g i o r n o del p ia n to e d e ll’am arezza » (3).

Le tu m u ltu o se vicende attraverso cui, d opo l ’effim ero trio n fo dei c o n g iu ra ti, si giunse con l ’a iu to dei N o r m a n n i al ris ta b ilim e n to del p o te re del figlio del p r in c ip e tru c id a to , Gisulfo I I ; l ’in te rv e n to , d a p p r i m a benefico poi se m p re p iù esigente e tra s m o d a n te , dei N o r m a n n i ; le discordie intestine anche n e ll'a m b ito d e lla stessa fam ig lia p r i n c ip esca; la p o litica c o n t r a d d itto r ia di Gisulfo I I che, statista di certo in fe rio re al p a d r e (4 ), non sep p e d estreggiarsi nel groviglio p olitico di quegli a n n i e oscillò da u n ’a llean za a ll’a ltra e vide assottigliarsi pro g ressiv am en te il d o m in io p a te r n o tutto ciò n o n r i e n t r a nelle linee di questo studio, anche p e rc h è è stato ben c h ia rito dagli storici, i q u a li h a n d im o stra to q u a le p ro fitto d o cu m e n ta le si possa a ttin g e re p e r la cronaca di q u ei giorni d a lla citata ode a lfa n ia n a A d Gui d o n em (5).

L ’accento commosso di quei versi di A lfano, q u a n d o cantò la gloria del p r in c ip a to di G u a im a rio V e di questo esecrò la cru d e le uccisio n e ; la designazione, che del Nostro farà alcuni anni dopo G i

sulfo I I , ad a b a te di S. B en e d e tto e ad arcivescovo della città, esclu dono in m odo p e r e n to r io che A. avesse avuto alcuna consapevolezza dei p ia n i dei c o n g iu rati, come, contro il div erso avviso del G ieseb rech t,

(1 ) CDC., V i l i , 139 sg.

(2 ) N ella cit. ode A d G u idon em , vv. 23 sgg.

(3 ) Am a t o Di Mo n t e c a s s i n o, Storia d e N orm an ni, a cura di V. De Barto

lom aeis, III cc. 27 sg., pp. 142 sgg. Diverso fu il sentim ento, diversa la prospet. tiva storica, nei riguardi d e ll uccisione di G., in S. P ier D am iani : P. L., v. 145, col. 439.

(4 ) D e B a r t h o l o m a e i s , ed. c it., p . XLVII : m eno severo il giudizio dello S c h i p a ( S to ria d. P rin c., 546 sg.): «G isu lfo ebbe forse attitudini di principe non i n f e r i o r i a i m igliori della sua nazione ». L inquietudine e il disorientam ento degli s p i r i t i , anche tra gli uom ini di chiesa, di fronte alle difficoltà politiche di questi a n n i , sono ben rispecchiati da un episodio narrato da A m a t o , o . c., I l i , 3 8 , p p . 151 sg.

( 5 ) M. Sc h i p a, Il M ezzogiorno d Italia a n teriorm en te alla M onarchia, B a r i , 1923, pp. 167 sgg.; V. D e Ba r t h o l., ed. cit., p p . XLVII sgg., 147 sgg.

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ben vide lo S c h ip a ; il quale a tal r ig u a rd o mise l ’accento an ch e sulla n o ta « pietà » del N ostro, che non poteva non t r a tte n e r lo da ogni connivenza in qu ella oscura congiura ( 1).

A nche se pu ò ritenersi fo n d a ta la supposizione dello S ch ip a ( 2 ) , che ritie n e la seconda designazione collegata al desiderio di Gisulfo di ingraziarsi, a suo tem p o , il p a p a Stefano IX, avversario dei N o r m a n n i ; o l ’ipotesi del M an itiu s (3 ) che pensa piu tto sto ad u n p re c e dente interv en to pacificatore di V itto re I I, no n è da p e n sa re che Gisulfo avrebbe p ro ced u to ad u n a designazione così im p e g n a tiv a , se su Alfano avesse gravato u n solo sospetto di tra d im e n to . Con i fratelli del Nostro, che furono tra i p ro m o to ri della riv o lta , Gisulfo non usò alcuna clem enza, anche dopo l’elevazione di Alfano (4).

Ma l’o rrid o spettacolo di q u e lla strage cru d ele, l ’in d u b b ia r e s p o n sabilità dei fra te lli in essa e Alfano avrà ragioni di t r e p i d a r e p e r la loro sorte, secondo la testim o n ian za di Leone Ostiense e di A m ato (5 ) provocarono nel suo s p irito u n a p ro fo n d a crisi sp iritu a le , che poi sfocerà nella vocazione m onastica e che tra sfo rm e rà il n o b ile « chierico », b rilla n te e acclam ato p e r la sua eru d iz io n e , in u n asceta e in un v enerato u o m o di chiesa. L ’odiosità che circo n d av a, in seguito a quel luttuoso fatto, i suoi c ongiunti, e che p r o b a b ilm e n te lo co­ strinse p e r q u alch e anno a vivere a p p a r t a t o , im m erso nei suoi studi, spiega il tim o re di Alfano di uscire da Salerno, p r o p te r quorundam inim icantium illi tim o rem , nel m o m en to in cui D esiderio lo c h ia m e rà presso di sè a Benevento.

Un voto egli fo rm id ò , in quel p e rio d o di angosciosa m a tu ra z io n e ascetica, il voto di recarsi pelleg rin o al Santo Sepolcro, a p la c a m e n to d e ll’in tim o travaglio e ad espiazione di colpe non sue. N ella ferrea società dei secoli di mezzo non in fre q u e n ti erano tali m anifestazioni di crisi risolutive. E d Alfano da quel m o m en to ascenderà a n c o r di p iù nella estim azione di q u a n ti lo conosceranno, a S alerno, a Bene vento, a Firenze nella curia di V itto re II, a M ontecassino, dove si concluderà la p are n te si del suo esilio d alla città natale.

(1) M . S c h i f a , Alfano I, cit., pp. 10 sgg; v. G . G i e s e b r e c h t , o.c. , pp. 55 sg. (2 ) M. Sc h i p a, I l M ezzogiorn o..., cit., p. 170. Alla stessa o p i n i o n e p a r e a c c e d a E. Pq n t i e r i, I N orm anni nell Italia M eridionale, P . I (Corso a c c a d e m i c o d ell a. 1947 48 n ell Università di N ap oli), p. 145.

( 3 ) M . M a n i t i u s , o.c. , p . 6 1 9 .

(4 ) S toria d e i N orm anni, ed. cit., p. 210.

(5 ) Chron. C asin .f III, 7 ; S toria d. N orm anni, 1. c.

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4. CON IL MONACO DESIDERIO A S. SOFIA DI BENEV ENTO E ALLA CURIA DI VITTOR E II A FIR EN ZE (1054 1055).

Gli episodi f o n d a m e n ta li e decisivi della vita di A lfano, che si svolgono tra la seconda m età dell*a. 1054 e il m arzo del 1058 ( l ’a m i cizia con D esiderio e la d im o ra dei due a Salern o , B en ev en to , F i r e n z e ; la professione religiosa del N ostro e l’esp erien za m onastica in com p a g n ia di D esiderio e di F e d e ric o di L o r e n a ; la n o m in a ad abate di S. B e n ed etto di S alerno e la successiva elevazione alla dig n ità arci- vescovile, p re c e d u ta d alla consacrazione sacerd o tale) tu tti questi episodi sono stati tr a m a n d a t i , nel Chronicon Casinense, da Leone Ostiense ( n . nel 1046 c.), che, giovane m onaco a M ontecassino al te m p o di D esiderio, aveva conoscitito il N ostro ed era stato p r e d ile tto da lui, e q u in d i disponeva di tu tti gli e le m e n ti p e r u n fedele rico rd o ( 1).

Segtiiamo il suo sem plice, lim p id o racconto, in te g ra n d o lo con q u a lc h e breve osservazione esplicativa.

« D e s id e r io ( i l n o b ile lo n g o b a rd o b e n e v en ta n o D a u fe rio , da gio « vane resosi monaco in S. Sofia di B e n e v e n to ), c a d u to in grave e s a u r i re m en to p e r la severa astinenza e le m olte vigilie, si recò a Salerno « in cerca di cure m ed ic h e ».

Questo viaggio avveniva a m età circa del 1054 e c e rta m e n te dopo la m o rte di Leone IX, com e si ricava dal contesto della cronaca e come già rilevò lo S ch ip a (2). D esiderio era già stato p r e c e d e n te m e n te a S alerno, ospite del consanguineo G u a im a rio V, a ll’epoca della sua c o n tra sta ta vocazione m onastica ( 3 ) .

« E, m e n tre egli colà d im o ra v a c o n tin u a a ra c c o n ta re l ’Ostien- « se , gli si legò in g ra n d e am icizia u n nobile e s a p ie n te ch ierico , di « n o m e A lfano, che poi occupò la c a tte d ra arcivescovile d ella stessa « città.

« L ’an im o di costui con fr e q u e n ti esortazioni egli an d av a inducen « do a ll’a b b a n d o n o del m o n d o : e fin a lm e n te da lui o tte n n e la pro « messa che d iv e n te re b b e m onaco, con la condizione che gli fosse « p r im a concesso di recarsi in p ellegrinaggio a G e ru s a le m m e , come

( 1 ) Il racconto d i Le o n e Os t i e n s e è i n Chronicon Casinense, III, 7 : M G H., SS., V II, 7 0 1 . Sui rapporti tra Leone e Alfano, cfr. le odi del Nostro A d Pnn.

du lfu m , v. 7 5 , e A d T h eodin u m , v . 1 0 3 ; e d inoltre Wa t t e n b a c h, ed. del Chron.

Cas., in M .G .H ., SS., V II, p. 5 5 1 ; Gi e s e b r é c h t, o. c., p. 8 6 , n. 1 ; Ma n i t i u s

o .c ., p. 6 3 3 .

(2 ) M. ScHirA, A lfano L cit., p. 11. ( 3 ) Chronic. Casin., I l i , 4. _ ' -­ ­ ­ — - -­ — —

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-« da g ra n te m p o aveva divisato. D o p o ch é tra i due fu ro n presi tali ac « cordi, Desiderio rito r n ò a Benevento e dopo pochi giorni fece cn « rau n icare ad A lfano che lo raggiungesse.

« Giacché questi rifiu ta v a o, p iu tto sto , tem eva di uscire da Saler « no, di nuovo D esiderio andò da lu i, e dopo averlo rivestito della « sua cocolla m onastica a causa dei tim o ri che incuteva l ’ostilità « di taluni verso A lfano lo trasse n o tte te m p o d a lla città e con se lo « condusse a Benevento ( 1).

« Qui, no b ili e chierici co m in ciaro n o a f r e q u e n ta r e A lfano e a te. « nerlo nella dovuta considerazione p e r la sua g ra n d e s ap ien za ; e nel « f r a tte m p o il p ro p o sito del viaggio a G e ru sa le m m e p rese a ra ttie p id ir s i « nel suo cuore, m e n tre an d av a d ic h ia ra n d o che non si s a re b b e m ai e « p e r nessuna m a n ie ra a llo n ta n a to dal fianco di D esiderio.

« Cosi trascorsero i due q u alch e tem p o nel m o n astero di S. Sofia. » (L a d im o ra a Benevento si p rotrasse forse sino alla p rim a v e r a del 1055. N on p a re d alle p re c e d e n ti p a ro le di Leone che A lfano già a B e nevento avesse, come q u alcu n o h a afferm ato , iniziato can o n ic a m en te la vita religiosa).

« Q u a n d ’ecco si diffuse la fam a che il p a p a V itto re ( I I ) d ’oltre i

k m onti era venuto a R om a ( a p r i l e 1055) e che si s a re b b e spinto dalle « nostre p a rti.

« A lfano, a tte r r ito da u n tale a n n u n zio p e rc h è era indotto a pen- « sare che i suoi fratelli a v reb b ero p o tu to essere in c rim in a ti p e r l ’ue « cisione del p rin c ip e G u a im a rio , decise di raggiungere e p rev en ire « il Pontefice. ( E ’ noto che V itto re I I ed E n rico I I I e ra n decisi ad ap- « poggiare, contro i suoi nem ici, Gisulfo II).

« Possedeva in m isu ra m ira b ile l’arte del canto ed aveva u n a co « noscenza non su p erficiale di m ed ic in a , di cui aveva p o r ta to con sè da « casa alcuni testi ; e p e rta n to sperava di dovere o tte n e re benevolo ere « dito nella curia del sommo P ontefice.

« Dopo aver p r e p a r a to e raccolto u n a notevole q u a n tità di medici- re n a li, secondo le possibilità del m o m e n to , si diresse in T oscana dal « ro m a n o Pontefice, in co m p ag n ia d e ll’arcivescovo di B enevento. Tro « v arono il P a p a che risiedeva in F ire n z e ».

L ’arcivescovo di B enevento, di cui qui si p a rla , è U ld erico , che. m eritò, alla sua m o rte, u n epitaffio m etrico, dedicatogli da A lfano.

E ’ s to ricam en te accertato ch e V itto re I I celebrò, il 4 giugno 1055.

)

1 (1 ) Lo stesso stratagemma era stato escogitato a suo tempo per consentire a Desiderio di uscire inosservato da Benevento al fine di seguire la chiamata al chiostro: Chron. Casin., I l i , 4.

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-u n Sinodo a F iren ze, a c-ui p r o b a b ilm e n te p a r te c ip ò I l d e b r a n d o . I n quel torno di tem p o Alfano raggiunse F i r e n z e ; l’epoca precisa è con tro v e rsa : il P a e sa n o p r o p e n d e p e r u n a d a ta verso la P a s q u a del 1055; il G ieseb rech t, p iù v ero sim ilm e n te , p e r il giugno dello stesso a n n o ( 1). N on è escluso che l ’incontro sia avvenuto anche p iù ta rd i.

A F iren ze, dice Leone, i due am ici « in breve te m p o conseguirò « no, d u n q u e , il p iù gran d e grado di fa m ilia r ità presso di lui e fu r o n « tr a t t a t i con rig u a rd o . Si fe rm a ro n o colà p e r u n certo p e r i o d o ; m a « D esiderio, avendo a p p re so da fonte c erta che il P a p a n o n sa re b b e « venuto da queste p a r ti ( 2) e che anzi in u n prossim o fu tu r o si sareb « be d ire tto di là dai m o n t i ; in siem e, co n sid e ra n d o d el tu tto in u tile « al suo disegno la d im o ra nella c u ria p o n tific ia , prese ad insistere con « ogni sollecitudine presso A lfano p e rc h è chiedesse subito al Pontefice « il perm esso di r ito r n a r e .

« N o n m o lti giorni p r i m a i m onaci cassinesi avevano eletto, a loro « a b ate, P ie tr o , il quale p e r o tte n e r e l’a p p ro v a z io n e a tale elezione a « veva p r o p r io a llo ra m a n d a to due c o n fratelli al P a p a (3 ).

« D esiderio, q u in d i, cogliendo l’occasione o p p o r t u n a e da lungo « tem p o agognata, si rivolge insiem e con A lfano al r o m a n o P o n tefice : « tu tti e d u e gli si p ro s tra n o ai piedi e chied o n o licenza di p a r t i r e . « Gli rivolgono, in p iù , la p r e g h ie r a che si degnasse di in d iriz z a rli, allo (( scopo di i n t r a p r e n d e r e u n a p iù religiosa n o r m a di vita, al m o n a ste ro « cassinese, p e r il tr a m ite di quei due m o n aci che di lì e r a n v e n u ti a « lu i, e di p re s e n ta rli con u n a sua le tte ra c o m m e n d a tiz ia a ll’a b ate e ai « confratelli.

« Accondiscese il P a p a e, giusta le loro p re g h ie re , fu ro n o in d iiiz « zati con quei co n fratelli al cenobio di M ontecassino.

« F u ro n o accolti o n o rev o lm en te d a l l ’a b a te e, associati alla c om u. « n ità , vi d im o ra ro n o p e r q u a lc h e te m p o circ o n d a ti da u n a n i m e sim

(1 ) G . P a e s a n o , o. c., I, p. 113; G . G i e s e b r e c h t , o.c. , p. 56.

(2 ) Enrico III era stato costretto, già nel nov. 1055, a ripassare precip ito, sam ente le A lp i, privando così il Papa del suo aiuto contro i Norm anni.

( 3 ) Pietro succedeva a R icherio, morto l’i l dicem bre 1055 ad Aterno. Sulla rinascita di M ontecassino al tem po di R icherio, il suo prim o abate « riform alo a,

è da leggersi la dotta m o n o g r a f i a di W. W Ù H R , D ie TFiedergeburt M ontecassinns un ter seincm ersten Ref >rmabt R ich er von N ic d er altaicìi (in « Studi Gregoriani », III, Roma, 1 9 4 8 , p p . 3 6 9 s g g .) . Ho notata un im precisione sul nostro A. a p. 4 3 8 . E detto a p . 4 4 2 sg . che la riluttanza di V ittore II a confermare P ietro va ricer cata nel bisogno che si aveva di un sicuro difensore del Papato e delITm pero nel M ezzogiorno, mentre Pietro era troppo amico dei N orm anni: cfr. anche L. To s t i, S to ria d e tta badia d i M onte Cassino, t. I, N ap oli, 1842, pp. 208 sgg.

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-« patia p e r l’e se m p la re tenore di vita e p e r l ’u m iltà . Da quello stesso « abate o tten n ero la consacrazione m onastica.

« Uno, fra tu tti, gioì in m odo p a rtic o la r e della loro v e n u ta : Fede

n rico ».

E ra , questi, F ed erico di L o re n a , u n o dei p iù e m in e n ti co lla b o ra to ri del p a p a r i fo rm a to re Leone IX, dopo la cui m o rte s’era reso m onaco di M ontecassino (1).

Secondo il G iesebrecht e il K e h r (2 ), questi avven im en ti si svol­ sero all inizio d e l 1056: u n a tale d e te rm in a z io n e cronologica, segui, ta da tu tti, è esatta p e rc h è com bacia p e r f e tta m e n te con u n ’a ltra che con essa è in in tim o r a p p o r t o e che è e sp lic ita m e n te s ta b ilita (3).

5. LA PROFESSIONE MONASTICA A MONTECASSINO (1056 1057).

Il contesto del racconto di Leone Ostiense p o rta a cre d e re co­ me si è sopra accennato che solo a M ontecassino, e non p r im a , Al fano emise la professione m onastica e ricevette la relativ a « consa crazione ». Questa è l ’in te rp re ta zio n e d a ta d a l l ’U ghelli (4), il q u a le af ferma che il Nostro a M ontecassino depose il « cin g u lu m clericalis m ilitiae », e dal G iesebrecht (5). Diverso era il caso di D esiderio, a n che p e r quel che dice e sp lic ita m e n te A m ato (6).

La d im o ra a M ontecassino di A lfano d u r a t a circa u n anno e mezzo e b b e u n ’im p o rta n z a decisiva p e r il corso u lte rio re della sua vita. La feconda esperienza m onastica nel cenobio cassinese ne plasm ò l'a n im a , p e r sem p re . V ed rem o come d a l l ’esame della sua o p e ra p o e ti ca risaltino con vivezza la sua venerazio n e p e r il « p a d r e » B e n ed etto e p e r M auro, il p rim o d iscep o lo ; la p e re n n e p re d ile z io n e p e r M o n tecassino, p e r i co n fratelli in religione, p e r D esiderio, che resterà sempre il « suo » ab a te . A nche salito ai fastigi della c a r r ie r a ecclesia stica, egli si considererà e sarà se m p re considerato « m o n a c h u s » di

(1) G . De Bl a s i i s, La insu rrezione pugliese e la conquista normanna, N ap oli,

II, 1864, pp. 19 sg.

(2) G . Gi e s e b r e c h t, o .c ., p. 56; P. F. Ke h r, R egesta P ontificum R om a, norum. Italia P ontificia, V III, B erlino, 1935, p. 137, N. 72.

(3) Chron. Casin., III, 9 : si dice in questo luogo che dai suddetti fatti allo

in izio d el 1058 intercorse un non plen u m biennium . (4) F. U g h e l l i , o. e., v. V II, p. 380.

(5 ) G i e s e b r e c h t , o. c . , p. 56. Le parole del G . non sono ben rese n ella trad.

italiana. i \

(6 ) Am a t o, S toria d e i N orm anni, III, c. 52, p. 174.

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M ontecassino, in cui spesso sen tirà il bisogno di to r n a r e . E D esiderio a lui u n giorno c o m m e tte rà l ’incarico di scrivere q u e l Chronicon della A bbazia che, dopo il suo u m ile rifiu to , sarà in tr a p r e s o da L eo n e Ostien. se e p o rta to a te rm in e da a ltri illu stri c o n tin u a to ri (1 ). A M ontecassino sarà conservato relig io sam en te il p iù au to rev o le codice dei suoi c arm i.

V e d re m o che il G ie seb rech t ( 2 ) attrib u isc e a F e d e ric o di L o re n a , u n o dei p ro ta g o n isti d ella rifo rm a del sec. XI, l ’iniziazione dei due gio vani m onaci. D esiderio e A lfano, agli ideali della lib e r tà ecclesiastica: in re a ltà la p a r o la di F ed erico cad d e su u n te rre n o già p r e p a r a t o : D e siderio era stato p r e c e d e n te m e n te n e l l ’in tim ità di p a p a Leone IX e dei suoi c o lla b o ra to ri U m b e rto e F e d e ric o stesso, a B en ev en to ( 3 ) ; e A lfano, si vedrà in seguito, aveva avuto m o d o di conoscere gli a m b ie n ti p ro p u g n a to r i della rin ascita religiosa.

Lo storico tedesco pensa an ch e che i tre am ici F e d e ric o , D esi d erio, A lfano co n statan d o il d ila g a re degli interessi c u ltu ra li nei m on aci, ch e si recavano fuori del chiostro p e r il desid erio di a p p r e n d e re , g iu d icaro n o co n c o rd e m e n te che n o n bisognasse ostacolare u n tal

m o v im e n to , b a d a n d o solo a g u id a rlo secondo il c a ra tte re della profes. sione m onastica e a vantaggio e decoro d e ll’O rd in e . P e r l ’im p u lso dei tre illu m in a ti religiosi cassinesi r ifio riro n o le l e tte r e nel m o n astero b e n e d e ttin o , e a tale « renovatio » che to cch erà il c u lm in e sotto il regim e ab b a z ia le di D esiderio (1 0 5 8 1 0 8 7 ) e che A lfano c a n te rà ognuno di essi im presse u n p a rtic o la r e c a ra tte re (4).

Sulle b e n e m e re n ze che M ontecassino h a acquisito a vantaggio della c u ltu ra , n o n p en siam o che sia necessario so fferm arci, p e r c h è è stato ta n te volte a u to re v o lm e n te scritto (5). Piace r i c o rd a re , p e rc h è rif e r ita p r o p r i o a ll’epoca n ostra, u n a v alu ta z io n e n o n certo sospetta, anche se u n p o ’ c aricata nelle t i n t e : « N o n p u re in qu esti studi (sacri), che p e r altro d ovean essere loro p r o p r i , i M onaci Cassinesi si se g n a la ro n o , m a si distinsero ancora p e r le b u o n e le tte re e v a ria e r u d iz io n e ; e q u el poco che si sapeva presso di noi a questi t e m p i, in loro e ra ris tre tto , e q u a lc h e cognizione, c h e se n ’avea, ad essi la doveano le nostre P r o

(1 ) Cfr. l Epistola dedicatoria al C hron. Casin., in M G H ., SS., V II, pp. 574 ?g. (2 ) O. c ., pp. 56 sgg. C è tutta una teoria recente che vorrebbe rintracciare le origini della riforma gregoriana nel m ovim ento spirituale della Lorena: cfr. R. Mo r g h e n, G regorio V II, Torino, 1945, pp. 24 sg.

(3 ) Chronic. Casin., I l i , 7.

(4 ) Cfr. anche M. Sc h i p a, Una tria d e illu stre d i M ontecassino, in « Casinen

sia », M ontecassino, 1929, pp. 157 sgg. (5) Cfr. T. L e c c i s o t t i , M ontecassinoz, F irenze, 1947, pp. 52 sg., 142 sgg., 173, 181 sgg., 203. ­ ­ ­ — ­ — ­ — - — ­ ­

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-vincie » ( 1). A Montecassino « u m a n e sim o e ascetismo si fondono nel grande ideale b en ed e ttin o d e ll’ora et lobora » (2).

In questo am b ie n te , alla cui creazione A lfano collab o rò , in cui completò la sua form azio n e, in cui spesso to rn ò quasi in p r o p r i a n a turale d im o ra , bisogna collocare, d opo che in S alerno, la p ro d u z io n e lette ra ria del Nostro ( 3). Ma ?a f r a te r n a convivenza nella serena ed austera p ra tic a m onastica e n e ll'o p e ro sa attività di studio dei no stri tre amici a M ontecassino non d u rò , dicevam o, a lungo.

F ederico di L o ren a, d opo la r in u n z ia di P ie tro , veniva p r o c la m a to abate del cenobio eassinese il 23 maggio 1057, e il 2 agosto, alla m orte di Vittore II. era ad u n a n im ità esaltato in R o m a alla c a tte d ra pontificia. Assunse il nom e di Stefano IX e conservò la reggenza della abbazia (4).

Desiderio fu eletto p r im a « p rep o sto » di S. B enedetto di C a p u a nel 1057 (5 ) e poi, all’inizio del 1058, successore di Stefano IX nella sedia a b b aziale e a pocrisario della sede apostolica a C ostan tin o p o li.

Il nostro Alfano fu da Gisulfo. nel 1057, c h ia m a to nella n ativa Salerno a reggere San B e n e d e tto ; e di lì a poco, nel m arzo del 1058. designato ad occupare la c a tte d ra arcivescovile della stessa c ittà : u n a c a rrie ra ecclesiastica degna della sua fam iglia (6).

Ma. p rim a della se p a ra z io n e dal c onfratello diletto, D esiderio e b be u n a visione profetica, che Leone Ostiense r e p u tò degna di esser t ra m a n d a ta ai posteri (7).

« In quei giorni Desiderio ebbe u n a visione da non passarsi in ft silenzio: e il seguito dei fatti ne c onferm ò poco dopo la veridicità.

« Gli sem brava di trovarsi, in com pagnia di Alfano, in u n ’alta e « s p len d id a to rre, sita in prossim ità della sala c a p ito la re : in essa a p . « pariva, seduto su un trono m olto a d o rn o , lo stesso p a d r e B enedetto. « P oiché i due, stu p iti a ta n ta visione, restavano timorosi e non

osava-( 1 ) P. Gi a n n o n e, Istoria c iv ile d. Regno d i N apoli, t. II, 1. X, c. 11; ediz. V e.

nezia, 1766, p. 92.

(2 ) F. Ga g l i u o l o, T esti d i poesia religiosa d. origini, N ap oli, 1958, p. 89.

( 3 ) Buone notazioni sugli aspetti della cultura eassinese e su ll apporto ad essa dato da Desiderio, Alberico, A lfano, Pietro N ap oletano, A m ato, si possono leggere in A. L e n t i n i , A lberico di M ontecassino..., « Studi Gregoriani » , IV , Roma, 1952, pp. 55 sgg.; I'd., G regorio V II..., ibidem , V, 1956, pp. 281 sgg.

(4) G. D e B l a s i i s , o.c., II, 1 8 6 4 , pp. 2 4 sgg. Vedere in W . W u h r , o.c. , 4 4 3 sgg., una valutazione, in com plesso non benevola, d elle vicende che portarono F e derico alla carica abbaziale, e anche del suo breve pontificato.

( 5 ) Chron. C asin., I l i , 8. Cfr. S c h i f a , Alfano I, cit., p. 12. (6)M. M a n i t i u s , o.c. , p. 619.

(7) Chron. Casin., IH , 8; M GH., SS., V II, 702.

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Figura

fig lio :  il  p rin c ip e   G uaim ario,  grande  con d o ttiero .
Fig.  1    La  cattedra  di  Massimiano. -
Fig.  4    Particolari  del  palioffo. -
Fig.  5    Particolari  del  palioNo. -

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