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Quando la Rete è senza rete

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Academic year: 2021

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Introduzione a: Quando la

Rete è senza Rete, diario

di una bibliotecaria troppo

per bene...

Gabriela Pinna

Quando la Rete è senza Rete è l’articolo che ha scritto il mio collega Andrea Brotini, che spiega i fatti che stanno accadendo all'interno dell'organizzazione della Rete Bibliolandia, la Rete documentaria della Provincia di Pisa. Una brutta faccenda, che ci sta colpendo nel vivo. Siamo bibliotecari e archivisti, per fare il mestiere che abbiamo sempre sognato, siamo dipendenti di cooperative che si occupano di appalti di servizi bibliotecari. Gestiamo segreterie, progetti multimediali, archivi, mostre, teniamo le biblioteche aperte, le facciamo rifiorire e rinvigorire. Facciamo promozioni alla lettura per i bambini, grande risorsa, come nel mio caso amministriamo software e facciamo anche corsi di formazione. Siamo delle macchine da guerra della Biblioteconomia, ma nonostante tutto qualcosa nell'ingranaggio si è bloccato. Io sono una bibliotecaria, ero una bibliotecaria troppo per bene, adesso provo a cercare altro, cerco di re-inventarmi, chi l'avrebbe mai detto, io che dicevo sempre: sono una bibliotecaria, soltanto una bibliotecaria, nient'altro che una bibliotecaria. Una cosa però si deve fare sempre, non smettere mai di aggiornarsi, formarsi e ampliare le proprio conoscenze. A seguire l'avvincente articolo, vi consiglio di leggerlo come un romanzo, può sembrare fantascienza, ma è la realtà.

Quando la Rete è

senza....rete

Andrea Brotini

Viene forse spontaneo usare una metafora circense, forse pensando ai continui salti mortali che oggi, come del resto molte altre

categorie di lavoratori, i bibliotecari professionali devono fare per arrivare alla fine del mese e per difendere la propria professionalità e il proprio posto di lavoro. Il sistema per Reti è da diversi anni la consolidata modalità di suddivisione delle risorse regionali, attraverso i Piani integrati della Cultura.

La rete documentaria della provincia di Pisa Bibliolandia, sostenuta dalla Regione, si può dire che è stata negli anni passati una Rete in crescita, per numeri statistici, per utenti, prestiti e servizi.

La crescita ha portato ottimismo: numerosi progetti speciali, erogazione di numerosi servizi: uguale, richiesta di professionalità. Le cooperative (ATI) titolari dell'appalto sono state sollecitate dal committente (Unione Valdera, Ente gestore della Rete) ad assumere personale, raddoppiato in 5 anni, passando da 10 a 20 operatori, causa anche della complessità di numerosi servizi, frammentati, sulle biblioteche e sugli archivi degli enti locali (un operatore arriva ad aprire settimanalmente anche 2, 3 biblioteche, 3 o 4 archivi di Ente locale dislocati su un territorio che copre quasi del tutto quello della provincia di Pisa), fino ai servizi cosiddetti di Rete (progetti legati agli archivi, alle biblioteche, trasporto libri per prestito interbibliotecario, promozione alla lettura, servizi multimediale, assistenza al software gestionale di Rete etc.).

P r o p r i o l a f r a m m e n t a r i e t à , l a p o c a lungimiranza delle cooperative, unita alle pressioni del committente, hanno fatto si che pochissimi saturassero i loro tempi parziali di lavoro.

Si lavora meno, si lavora tutti? Si, finchè ci sono i soldi...

Oltre che dei contributi regionali, la Rete si avvale economicamente delle quote che i Comuni versano all'Ente gestore, pagando del

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tutto o in parte i propri servizi e in piccola parte i servizi di Rete, sostenuti perciò fortemente dalla Regione.

Capita che la Regione, dopo le elezioni e la composizione della nuova giunta, non eroghi il contributo annuale, che di solito a primavera veniva decretato.

Capita che si speri che lo faccia in estate.

Capita che ad ottobre ancora non si sappia nulla.

Ed è qui che manca la...rete, che fa vacillare la Rete.

L'Ente gestore si trova un buco in bilancio notevole: e non trova di meglio che tagliare ore agli operatori, soprattutto a quelli che svolgono servizi di Rete (pagati con risorse regionali). Ed ecco le acrobazie per arginare il problema: primo taglio a giungo, secondo taglio a settembre, ferie e permessi forzati fino a dicembre, per la metà circa degli operatori. Molti lavoratori (tutti sindacalizzati da giugno) sono sotto il limite contrattuale di 16 ore settimanali (al commercio); prospettive per gennaio, ancora più funeste, quando si dovrà contare solo su risorse certe e non più, (troppo!) ottimisticamente su quelle regionali. E non è la sola cosa che rischia di far crollare tutta la struttura, perché la Rete è vulnerabile, e la cosa si è manifestata, oltre che sull'aspetto appena detto, anche su un altro fronte.

Gli Enti locali aderiscono alla Rete attraverso una convenzione. Possono avvalersi degli operatori di cooperativa per i loro servizi, alle tariffe con cui è stata aggiudicata la gara. Che non sono tariffe proibitive, se consideriamo la professionalità che l'operatore porta (tutti laureati, con esperienza di catalogazione, front office e tutto ciò che un operatore professionista sa dare).

Però capita che i Comuni, per difficoltà economiche ma spesso per scelte politiche, possano rinunciare di avvalersi del servizio. E l'operatore perde il posto.

Ovvio che nella convenzione non ci sia nulla di stringente, di obbligatorio, nessun capestro per chi decide di “uscire”. Perciò, si fa un favore all'Ente, lasciandolo “libero” di aderire e di godere dei servizi di Rete (software gestionale, interprestito, segreterie di coordinamento e di amministrazione) e di andarsene in qualsiasi momento, ma non si fa un favore al bibliotecario, che perde il posto.

E l'Ente non chiude la biblioteca, ma fa una gara per l'assegnazione del servizio: con delle richieste di professionalità, un orario di apertura minimo, etc. e con una base di gara al ribasso che scopri, prendendo la calcolatrice, che faranno tutto con circa 10 euro lordi all'ora (ed è qui che entrano in gioco le associazioni culturali con manodopera a basso costo).

O talvolta, si riciclano impiegati di altri settori, si formano, e si tiene aperta la biblioteca.

O, moda degli ultimi anni, ci si avvale del servizio civile o dei tirocini della Regione (es. Giovani si).

Questa, in breve e molto semplificata, tralasciando tecnicismi, la situazione degli operatori della Rete Bibliolandia da giugno fino ad oggi.

Magari simile ad altri colleghi bibliotecari ed archivisti.

Ovviamente, senza....rete.

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