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ASPETTI ORGANIZZATIVI DELLE SCUOLE DI CALCIO: ANALISI COMPARATIVA E PROGETTAZIONE DI UNA NUOVA STRUTTURA

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UNIVERSITA' DI PISA

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN STRATEGIA MANAGEMENT E CONTROLLO

TESI DI LAUREA

ASPETTI ORGANIZZATIVI DELLE SCUOLE DI CALCIO:

ANALISI COMPARATIVA E PROGETTAZIONE DI UNA NUOVA STRUTTURA

Relatore Candidato

Prof.ssa Zifaro Maria Grossi Giulia

ANNO ACCADEMICO 2015/2016

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INTRODUZIONE...3

CAPITOLO 1: EVOLUZIONE DEL CALCIO, NORME GENERALI PER LO SVOLGIMENTO DELL'ATTIVITA' GIOVANILE E CARATTERISTICHE DEL SETTORE 1.1 Evoluzione storica delle imprese calcistiche...6

1.2 Governance del calcio e attività giovanile agonistica...11

1.3 Norme generali per lo svolgimento delle attività giovanili...14

1.4 La creazione del giocatore …...19

1.5 Soggetti coinvolti , organigramma del settore giovanile e scuole di calcio …...27

CAPITOLO 2 :MANAGEMENT, STRATEGIA, STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELLE SOCIETA' DI CALCIO 2.1 Il Management: dalle teorie classiche alle scuole contemporanee...40

2.2 Il sistema azienda e la sua declinazione in ambito calcistico...46

2.3 Il sistema di informazioni esterne: Il ruolo del bilancio...53

2.4 L'analisi strategica: teorie e applicazioni nel settore calcistico... 55

2.5 La componente organizzativa …... 61

2.6 Le relazioni e le diverse forme organizzative …...64

2.7 Organigramma e struttura delle società calcistiche …... 69

2.8 Controllo di gestione e pianificazione delle società di calcio …... 76

CAPITOLO 3 : ANALISI ORGANIZZATIVA DI ALCUNE SCUOLE DI CALCIO PRESENTI SUL TERRITORIO ; SAN GIULIANO FOOTBALL CLUB, SCUOLA DI CALCIO MDA, SCUOLA DI CALCIO PISTOIESE E ACADEMY , ASD FORZA RAGAZZI 3.1 introduzione...…...81

3.2 ASD San Giuliano Football Club …...82

3.3 Scuola di calcio MDA...87

3.4 Academy e Scuola di calcio Pistoiese …... 94

3.5 ASD Forza Ragazzi...99

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CAPITOLO 4: PROGETTAZIONE DI UNA SCUOLA DI CALCIO

4.1 Premessa...106

4.2 L'organizzazione ''ottimale'' di una scuola di calcio …...108

4.3 La struttura organizzativa e l'organigramma...113

4.4 Le varie fasi del processo di pianificazione...116

4.5 Analisi degli aspetti economici e importanza della funzione logistica...119 CONCLUSIONI

APPENDICE BIBLIOGRAFIA RINGRAZIAMENTI

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INTRODUZIONE

Il calcio rappresenta un ''Gioco tra due squadre, composte da undici giocatori l'una, che competono con l'obiettivo di far entrare il pallone nella porta avversaria colpendolo solo con i piedi o con la testa.''1

Ma il calcio non si limita ad una mera definizione, non è solo un gioco, nella storia è stato influenzato ed ha a sua volta contaminato quasi tutti i campi che riguardano la nostra società.

Perché dedicare una tesi magistrale in organizzazione aziendale alle società di calcio? Come si legano calcio ed economia aziendale?

Nel primo capitolo si è cercato di fornire le risposte a questi interrogativi verificando come dall'inizio degli anni'90 il calcio abbia cambiato la sua fisionomia. Si è passati dal considerarlo un semplice divertimento, e questo ci avrebbe condotto ad una analisi dal punto di vista ludico, a considerarlo come una vera e propria industria.

Ci ò ci consente di valutare la dimensione economica e organizzativa del fenomeno calcistico, impossibile fino agli anni'90, in quanto non considerata come componente del sistema economico. Progressivamente, l'attività sportiva è stata organizzata e strutturata in base alle logiche aziendali. I fattori che hanno contributo alla crescita sono molteplici, primo fra tutti lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, giornali e trasmissioni televisive, i quali hanno portato, all'interno dell'industria sportiva, enormi quantità di denaro.

Altro fattore è stata la possibilità dei calciatori di trasferirsi liberamente da una società a un'altra2, ciò ha fatto crescere i salari.3

Lo studio della gestione della società, nel corso degli anni si è ampliato, partendo da principi economici che regolano la classica impresa adattandoli alla realtà sportiva.

Il calcio quindi ad oggi rappresenta una fonte di crescita in grado di far muovere intere economie in modo diretto ed indiretto, ma non solo, è in grado di offrire una grande opportunità sociale ed è da sempre oggetto di grandi sogni soprattutto da parte dai giovanissimi che auspicano di diventare, un giorno, grandi campioni. Oltre agli aspetti economici, quindi, il calcio assume valenza sociale, essendo lo sport più seguito a qualsiasi livello, dai professionisti ai dilettanti, rappresenta infatti un fenomeno che accomuna tutte le persone senza distinzione alcuna.

Nel secondo capitolo l'attenzione si orienta sul calcio, analizzato alla stregua di qualsiasi altro settore dell'economia e con gli strumenti propri dell'analisi economica, strategica e organizzativa. La nostra ricerca è focalizzata per questo sui settori giovanili delle società calcistiche, perché è da

1 http://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/calcio.php 2 Sentenza Bosman, Corte di Giustizia 1995

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qui che bisogna partire per fare in modo che la macchina organizzativa della società calcistica funzioni. Perché è dalla buona gestione di questo settore che la società riesce a garantire una continuità all'interno del contesto economico in continuo cambiamento.

Il settore giovanile delle società di calcio è stato realizzato al fine di favorire la formazione agonistica dei giovani, ma non rappresenta l'unico scopo, in quanto, di rilevante importanza, risulta anche l'insegnamento morale nei confronti degli allievi. Si tratta di una crescita che si sviluppa in maniera sana e secondo i rispetto di principi educativi al fine di formare, non solo buoni calciatori ma, soprattutto, dei soggetti responsabili, leali e capaci di seguire le regole dentro e fuori dal campo.

Bisogna dunque fare in modo che i bambini vengano accolti in un ambiente che li metta a proprio agio ed abbiano la sensazione di essere tutelati e seguiti dalla società sportiva proprio come se fossero una piccola realtà sociale 'ideale'.

Per fare questo la società deve fornire ai bambini il soddisfacimento dei propri bisogni relativi all'auto-realizzazione, la stima, il senso di appartenenza e la sicurezza4. L'insegnamento del gioco del calcio offre agli adulti l'opportunità di insegnare lezioni di vita e portare esempi. Allo stesso tempo il gioco deve essere percepito dai bambini come divertimento, piacere, deve favorire la socialità, la collaborazione, permettere di manifestare al ragazzo la propria personalità e sviluppare capacità intellettive.

L'organizzazione di questo settore diventa quindi di fondamentale importanza perché questo grande gioco che è il calcio abbia una funzione economico sociale oltre che ludica e per far si che una società acquisisca importanza e continui nella sua crescita.

Affinché il settore giovanile sia funzionale è necessario creare una buona struttura organizzativa al fine di fornire stabilità e continuità. Lavorando per uno scopo comune, con gli stessi uomini e per un preciso periodo, si potranno sfruttare al meglio le risorse utilizzate.

Il progetto per la realizzazione della scuola di calcio viene creato dal responsabile tecnico, che ne determina i modi, le tappe da seguire e gli obiettivi che la società si è proposta.

Il punto di partenza è rappresentato dalla presa di coscienza della situazione in cui si trova la società in quel momento, prendendo in considerazione anche l'ambiente economico in cui andrà a inserirsi, concorrenti e strutture limitrofe. Successivamente viene definito l'intento, la filosofia di base della società, che può orientarsi verso: il sociale, scopi puramente economici, crescita tecnica o metodologia di una società satellite. Le fasi successive presuppongono la definizione di obiettivi generali, particolari, modalità e tempi di esecuzione.

Infine viene definito il fabbisogno di personale e le risorse necessarie per lo svolgimento delle

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attività. Oltre alle classiche figure, vengono anche inserite delle figure specifiche, soprattutto per i più piccoli, che siano in grado di seguire i bambini nella crescita tecnica, ma in particolare umana. Il responsabile del settore giovanile deve essere una persona qualificata, esperta e competente, in grado di definire il progetto tecnico, stabilire i rapporti con genitori, allievi, ente, federazione e scegliere uno staff di supporto efficiente. Questo deve essere scelto in totale autonomia: gli istruttori sono ricercati all'interno dell'albo degli allenatori ufficiali, formati dai corsi della FIGC.

Il personale dell'organizzazione deve essere composto quindi da persone competenti, esperte, preparate che sappiano indirizzare le risorse in direzione della realizzazione di una struttura in grado di sostenersi.

Nel capitolo 3 sono riportate le interviste con i direttori sportivi delle società di calcio a cui è stato somministrato un questionario relativo alle motivazioni che hanno portato alla costituzione della società, alla struttura realizzata, a gli obiettivi di medio/ lungo periodo ed eventuali criticità di costituzione. L'individuazione dei vari modelli di business ha consentito di identificare i punti di forza e di debolezza di suddette società.

Alla luce di quanto stato affermato, il quesito che ha mosso l'intera ricerca è:

Esiste un modello ideale dal punto di vista strutturale e gestionale per il settore giovanile?

Nel capitolo 4, partendo infatti dalla definizione della vision e dalla mission, sono stati definiti i pilastri su cui tale struttura verrà realizzata.

Per la composizione della funzione risorse umane sono state identificate delle figure altamente formate, competenti, con requisiti particolari che consentano un adeguato svolgimento dell'attività agonistica. E' stato rilevante, ai fini della nostra analisi, andare a identificare le criticità di costituzione che si sono verificate all'interno delle realtà che sono state analizzate, evidenziando come i finanziamenti, la logistica e la raccolta fondi, rappresentano delle peculiarità che vanno prese in considerazione nel momento in cui viene presa la decisione di progettare una scuola di calcio, soprattuto per garantirsi continuità all'interno di un ambiente economico turbolento.

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CAPITOLO 1

EVOLUZIONE DEL CALCIO, NORME GENERALI PER LO SVOLGIMENTO DELL' ATTIVITA' GIOVANILE E CARATTERISTICHE DEL SETTORE

1.1 Evoluzione storica delle imprese calcistiche

Il calcio è lo sport nazionale degli italiani e tanti sono gli argomenti che possono essere affrontati in tema calcistico. Da un punto di vista organizzativo è interessante capire quali sono i passi che devono essere compiuti per costruire una squadra di calcio. Dietro una squadra di calcio grande o piccola che sia il primo step è la costituzione della società che sarà garante di tutte le pratiche economiche e legali della squadra, una volta fondata occorrerà definire un obiettivo chiaro. E' utile ripercorrere tappe evolutive delle imprese calcistiche considerando diversi periodi.

Nel primo periodo l'attività calcistica degli anni '50 fino agli anni '70 era svolta mediante la forma di associazione sportiva. Nel 1942 con la legge 426 veniva istituito il Comitato Olimpico Nazionale Italiano il ''CONI'' e definita le società sportive come associazioni senza scopo di lucro.

Figura 1. Principali numeri del calcio in Italia Fonte: Report calcio 2012

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L'obiettivo del report del calcio è quello di fornire informazioni sia dal punto di vista organizzativo, relativamente al numero di tesserati e addetti ai settori giovanili, sia dal punto di vista economico, attraverso l'analisi del volume di affari complessivo, dei costi totali e del valore economico prodotto dal settore. La crescente presenza dei media e divieto di scopo di lucro portarono ad un aumento dei ''mecenati ''che investivano ingenti patrimoni per avere successo.

I due fattori portarono a un aumento dei ''mecenati'' che investivano ingenti patrimoni per ottenere successo. Il presidente ''mecenate'' è un imprenditore di successo che investe nella squadra spinto o dalla passione o al fine di ottenere un ritorno di immagine. In questo caso vi è un approccio di tipo soggettivo che ha come conseguenza la mancata pianificazione strategica.5

Nel corso degli anni si alimentò un circolo vizioso che portò all'indebitamento crescente che preoccupò la Federazione Italiana Giuoco Calcio , la ''F.I.G.C ''.

La motivazione dell'indebitamento risiede nell'aumento del debito pubblico in Italia negli anni '90; l'elevato stock di debito pregresso e il conseguente aumento di interessi hanno portato a quella situazione.6

Le associazioni sportive si erano dimostrate inadeguate e il consiglio federale della FIGC decretò il loro scioglimento e la trasformazione in spa con l'obbligo di approvazione di uno statuto tipo e la decretazione di natura professionistica.

Nel secondo periodo, che va dagli anni '80 fino alla metà degli anni'90 viene emanata la prima legge 91/81 sullo sport professionistico, che fornisce una direttiva in materia sportiva, prima di allora vigeva un regime di grande incertezza giuridica, relativamente al rapporto tra atleta e società o tipologia stessa di società. (Carta 2005)

Il decreto prevedeva la trasformazione in SPA o SRL per tutte le società che concludevano contratti con atleti professionisti e inoltre ha apportato innovazioni relativamente all'equiparazione al lavoro subordinato del rapporto tra società e atleta e all' abolizione del vincolo sportivo.

il rapporto di lavoro tra società e calciatore è stato regolato secondo due vincoli: rapporto di lavoro, relativo al rapporto giuridico; vincolo sportivo.

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Figura 2 Cambiamenti della legge 91/81 Fonte: Nostra elaborazione

La figura numero 2 mostra i cambiamenti apportati dalla legge 91/81 mettendo in evidenza le caratteristiche del periodo precedente alla sua emanazione e la nuova impostazione prevista dalla legge.

Tra i principali cambiamenti della 91/81vi è l'introduzione all'interno del panorama giuridico dell'indennità di preparazione e promozione (IPP)7come premio da riconoscere alle società per la formazione dell'atleta ma che invece risultò una continuazione del vincolo sportivo.

Si può affermare che nel suo complesso la legge 91/81 determinò un aumento del potere contrattuale dei calciatori dovuto ad una perdita di controllo delle società. Ciò provocò un importante incremento del costo del lavoro e diede un ulteriore impulso a una dinamica riconosciuta come uno dei maggiori problemi per la stabilità finanziaria dei club.

Il terzo periodo che va dagli anni '90 fino ad oggi, si caratterizza per l'emanazione della sentenza

7L. 91/81, art. 6, comma 1: Cessato, comunque, un rapporto contrattuale, l'atleta professionista e libero di stipulare un nuovo contratto. In tal caso, le federazioni sportive nazionali possono stabilire il versamento da parte della societa firmataria del nuovo contratto alla societa sportiva titolare del precedente contratto di una indennita di preparazione e di promozione dell'atleta professionista, da determinare secondo coef ficienti e parametri fissati dalla stessa federazione in relazione alla natura ed alle esigenze dei singoli sport.

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Bosman8 e dei diritti televisivi con l'avvento delle pay tv /pay per view.

La "sentenza Bosman" stravolge il sistema di "regole" che fino ad allora aveva governato la "tratta" degli sportivi. Nasce così il "parametro zero''. Una formula che racchiude il diritto del giocatore senza contratto di trovare una nuova squadra, senza che alla vecchia sia dovuto alcunché. Non solo, la sentenza va oltre la richieste degli avvocati di Bosman e equipara il mercato calcistico a qualunque mercato lavorativo comunitario, con la conseguenza che i "tetti" dei giocatori stranieri appartenenti alla Comunità europea non hanno più ragione di esistere. Una rivoluzione, anche se in realtà si è semplicemente adeguata la disciplina del mondo sportivo a quella vigente in tutti gli altri campi. Dimenticando però che lo sport ha una sua peculiarità e l'assenza di distinzioni di nazionalità tra i calciatori, dovrebbe coerentemente essere accompagnata da una nazionale europea e da un campionato europeo per club. Rivoluzione sì, ma adagio: non è ancora tempo di Stati Uniti d'Europa.

Quindi questa sentenza consente ai calciatori professionisti aventi cittadinanza dell' Unione Europea di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto con l'attuale squadra. Un altro fenomeno che si è verificato in quegli anni è stato l'introduzione della pay tv, la quale ha portato ad un secondo shock il secondo. E' la conseguenza dei fenomeni commerciali che si sono verificati in quegli anni e che avvicinano sempre di più il calcio ad un business, con diverse forme di ricavo.9

8 Nel 1990 il 26enne Jean Marc Bosman, ex nazionale belga under 18 e under 21 è giocatore del Liegi col contratto in scadenza e l'avviso di cercarsi un ingaggio da un'altra parte. Trova un accordo per la stagione successiva con i francesi del Dunkerque, seconda divisione. Il passaggio salta per la richiesta di indennizzo della società belga, fuori dalla portata del club francese. L'atteggiamento del Liegi è quello che al tempo hanno tutte le società: da un lato non sono disposte a rinnovare un contratto a un giocatore di cui non hanno più necessità e dall'altro vogliono monetizzare la massimo la sua cessione.E cosi jean-Marc si trova nella condizione assurda di chi è costretto a non svolgere la propria professione perchè il via libera per poterla esercitare dipende da un ex datore di lavoro.

Sino a quando Bosman decide di portare il suo caso all'esame della corte di giustizia europea.

La carriera di Bosman si interrompe qui: nel 1990 a 26 anni. Ci vorranno cinque anni prima che venga emessa la sentenza del giudice comunitario che gli dà ragione su tutta la linea, riconoscendogli anche un indennizzo di circa 400mila euro. Gliene avrebbero dovuti dare molti di più i suoi colleghi. Si guarderanno bene dal farlo. Né tantomeno gli sarà facile trovare una squadra dove riprendere a giocare.

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Figura 3 Evoluzione legislativa dagli anni' 60 fino ad oggi -Fonte Braghero,Perfumo, Ravano 1999

La figura 3 mette in risalto l'evoluzione delle norme che hanno regolato le società calcistiche professionistiche e i loro effetti più significativi dagli anni '60 agli anni '2000.

Questa situazione è continuata fino allo scoppio della bolla, si aprì con l'inizio del nuovo millennio, una stagione turbolenta di vicissitudini giudiziarie: Caso calciopoli, scommesse.

Da pochissimi anni vi è un'altra rivoluzione: il Financial Fair Play (ffp).

Il ffp è un insieme di regole, relativamente a indicatori economico finanziari, volti a ridurre i disavanzi dei club e a favorire politiche d'investimento. Si applica alle squadre richiedenti la licenza Uefa. Le principali innovazioni apportate sono relative al pagamento dei debiti scaduti, alla maggiore trasparenza e al progressivo azzeramento del disavanzo di bilancio.

La novità più rilevante riguarda l'imposizione da parte dell'Uefa, del principio di economicità sportiva dei club, attraverso il vincolo di deficit.

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• lo scostamento non maggiore di 5 milioni; • l'entrata in vigore sarà graduale;

• contano solo spese e ricavi rilevanti.

Il ffp rappresenta un altro importante passo avanti nella direzione di acquisire maggiore responsabilità economico finanziaria dei club.

1.2 La governance del calcio e l'attività giovanile agonistica 1.2 La governance del calcio e l'attività giovanile agonistica

Il CONI è un'organizzazione nata nel 1914 che disciplina, regola, gestisce le attività sportive nazionali.

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano è un ente pubblico, posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali. E' la confederazione delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive sportive associate a cui è affidata l'organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale. Esso si occupa di stabilire le regole degli sport praticati, mira a fornire una preparazione sportiva che deve procedere di pari passo con la formazione culturale e professionale dell'atleta. I compiti svolti dal CONI sono eseguiti nella massima autonomia e nel pieno rispetto delle regole imposte dal CIO (comitato olimpico internazionale).

All'interno del CONI ogni sport ha costituito una propria federazione; quella del calcio è la Federazione Italiana Giuoco Calcio .

Nel 1898 a Torino venne costituita con la denominazione di Federazione Italiana Football e riconosciuta dalla Federazione Italiana nel 1905. Nel 1909 venne aggiunta la denominazione Federazione Italiana Giuoco Calcio.

La FIGC è un associazione riconosciuta con personalità giuridica di diritto privato, con lo scopo di promuovere e disciplinare l'attività del giuoco del calcio. I dirigenti dell'ordinamento federale sono tenuti a :

• osservare i principi di lealtà;

• confrontarsi con le regole del giuoco del calcio adottate all'international football association; • rispettare gli statuti, i regolamenti e le direttive della FIFA e della UEFA.

La FIGC esercita numerose funzioni tra cui si ricorda: • cura delle relazioni calcistiche internazionali;

• disciplina sportiva e gestione tecnico organizzativa e economica delle squadre nazionali; • tutela medico-sportiva;

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• promozione della scuola tecnica nazionale e dei vivai giovanili anche attraverso la disciplina;

della fissazione degli obiettivi programmatici del settore tecnico e del settore per l'attività giovanile e scolastica.

L'iscrizione alla FIGC è il primo passo per la ''realizzazione'' della società, dall'inserimento all'interno della federazione si avvia l'attività sportiva. L'iscrizione è richiesta anche al settore giovanile agonistico.

L'attività giovanile è ad indirizzo competitivo e si configura principalmente attraverso i risultati delle gare e il comportamento disciplinare in campo e fuori di atleti, tecnici e dirigenti. Partecipano all'attività agonistica le categorie giovanissimi e allievi.

Nella categoria Giovanissimi possono prendere attività alla categoria giovanissimi i calciatori che, anteriormente al 1 Gennaio dell'anno in cui ha inizio la stagione sportiva, abbiano compiuto anagraficamente il dodicesimo anno di età, e che nel medesimo periodo, non abbiano compiuto il quattordicesimo.

La figura 4 riepiloga i limiti di età della categoria giovanissimi

Figura 4. Categorie giovanissimi e giovanissimi B

Fonte :Comunicato ufficiale 2016/17 della FIGC

L'attività della categoria giovanissimi si articola in campionati e precisamente : • Campionato Nazionale Under 15 serie A e B ;

• Campionato Nazionale Under 15 divisione Unica Lega Pro; • Campionato Regionale Giovanissimi;

• Campionato Provinciale E Locale Giovanissimi. • Campionato Categoria allievi under 17 e under 16

Nel Campionato Regionale under 15 le squadre che partecipano hanno l'obbligo di utilizzare un allenatore abilitato al settore tecnico con qualifica federale UEFA o istruttore giovani allenatori Nel Campionato Regionale giovanissimi le squadre che partecipano hanno l'obbligo di utilizzare un allenatore abilitato al settore tecnico con qualifica federale UEFA o istruttore giovani allenatori .

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In presenza di casi particolari, il presidente del comitato regionale LND, in accordo con il presidente regionale dell'AIA, può consentire l'utilizzo di tecnici non qualificati che abbiano frequentato i corsi CONI-FIGC.

Nel Campionato provinciale o locale giovanissimi le società devono avere in organico un tecnico con qualifica federale UEFA o allenatore di III Categoria rilasciata dal settore tecnico oppure di un istruttore di una scuola calcio che abbia seguito e superato con esito positivo il corso della FIGC. La Categoria Allievi si divide in :

Categoria allievi under 17 nella quale possono partecipare all'attività allievi, i calciatori che, anteriormente al 1 Gennaio dell'anno in cui ha inizio la stagione sportiva, abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e che nel medesimo periodo non abbiano compiuto il sedicesimo. Categoria allievi under 16 nella quale possono partecipare all'attività, i calciatori che, anteriormente al 1 Gennaio dell'anno in cui ha inizio la stagione sportiva, abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e che nel medesimo periodo non abbiano compiuto il quindicesimo.

Figura 5. Categoria allievi e allievi B Fonte Guida FIGC

Nella figura 5. sono riportate la categoria allievi e la categoria allievi Fascia B con relative fasce di età e eventuali possibilità di partecipazione.

L' Attività delle categoria allievi si articola in: • Campionato Nazionale Under 17 serie A e B;

• Campionato Nazionale Under 17 divisione Unica Lega Pro; • Campionato Nazionale Under 16 serie A e B;

• Campionato Regionale Allievi;

• Campionato Provinciale o Locale Allievi;

Nel Campionato Nazionale Under 17 e Under 16 serie AeB le squadre che partecipano hanno l'obbligo di utilizzare un allenatore abilitato dal Settore Tecnico con qualifica federale UEFA o istruttore Giovani Calciatori( ante 1998) o allenatore III Categoria (ante 1998).

Iscritto nei ruoli ufficiali dei tecnici regolarmente tesserato per la stagione sportiva in corso.

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allenatore abilitato dal settore Tecnico con qualifica federale UEFA o istruttore Giovani calciatori. Nel Campionato Provinciale o Locale Allievi fatte salve le disposizioni e gli obblighi previsti dai campionati nazionali e regionali, le società dovranno avere un organico tecnico con qualifica federale UEFA o istruttore giovani calciatori.

Un ragazzo per poter essere selezionato e, prendere parte a una delle sovra citate categorie, è sottoposto a un provino.

Vengono considerati PROVINI le modalità attraverso cui una società convoca un giocatore di un altra società presso la propria struttura per sottoporlo a una prova, prevedendo un futuro inserimento nella società.

Le società affiliate, che nel corso della corrente stagione sportiva intendano sottoporre a prova giovani calciatori di età inferiore agli anni 16. Sono tenute a richiedere preventiva autorizzazione, per il tramite del comitato regionale territorialmente competente, al Settore Giovanile e Scolastico della FIGC che provvederà a concedere la relativa autorizzazione tenendo in considerazione:

• le società possono sottoporre a prova un giovane di età compresa tra i 12 e il 6 anni rispettivamente compiuti entro il 1 Gennaio dell'anno in cui ha avvio la stagione sportiva, previo rilascio del nulla osta da parte della società di appartenenza del giovane e che questo sia residente nella medesima regione o in provincia limitrofa alla sede della società;

• soltanto alle società che dimostrano di essere in possesso di tali requisiti può essere concessa la possibilità di sottoporre a prova giovani calciatori di età compresa tra i 10 anni compiuti e 12, residenti nella medesima regione e o calciatori di età compresa tra i 12 e 16 anni provenienti da altra regione.

I requisiti minimi necessari sono:

• la presenza di un tecnico con qualifica federale nel gruppo squadra in cui viene inserito il bambino;

• la situazione disciplinare adeguata;

• la presenza di un esperto di aspetti socio relazionali, ai fini di una più corretta valutazione sull'inserimento del bambino nel gruppo squadra e a testimonianza del clima educativo; • il possesso per i requisiti minimi per il riconoscimento come Scuola di Calcio.

1.3 Norme generali per lo svolgimento delle attività giovanili.

La prima norma è il tesseramento dei calciatori .

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1. ''Piccoli Amici''; 2. Giovani;

3. Giovani dilettanti; 4. Giovani di serie; 5. Giovani stranieri.

La classifica è definita in funzione della categoria di riferimento. Per i Campionati Allievi e Giovanissimi organizzati ufficialmente a livello nazionale, regionale, provinciale e locale, è obbligatoria l'applicazione della seguente tabella al cui interno sono riportati i punti che vengono attribuiti durante lo svolgimento dell'attività agonistica. E' da considerarsi non ammessa o esclusa dai campionati Regionali o Giovanissimi o Allievi, la squadra Giovanissimi o Allievi che abbia superato i 100 punti di penalizzazione nel conteggio finale.

Tabella riassuntiva dei punteggi attribuiti durante l'attività agonistica Figura 6: Fonte Guida settore giovanile FIGC 2015

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Al suo interno si trovano tutte le categorie con la precisazione dell'anno di nascita che presuppone la partecipazione alla categoria, i diversi tempi di gioco, le dimensioni del campo e delle porte, del pallone e infine eventuali procedure e variazione ai regolamenti.

Schema riassuntivo delle modalità di svolgimento delle attività nelle gare delle categorie giovanili Figura 7.Fonte Guida settore giovanile FIGC 2015

IL vivaio può assumere, all'interno della società sportiva, un ruolo più o meno strategico. Il SG può portare a contributi finanziari, come minori spese di acquisto di giocatori o plus valenze in caso di cessioni.

Nel libro ''Bilanci sulle società sportive'' 10, Mancin descrive l'importanza dell'investimento nel SG '' l'investimento che caratterizza il settore giovanile rappresenta una leva strategica di primaria importanza, non solo per le società di minori dimensioni. L'organizzazione dell'attività sportiva giovanile promossa originariamente per rispondere a esigenze socio-educative ha da tempo travalicato i limiti dell'iniziativa a scopo sociale per diventare uno dei settori di attività in grado di contribuire efficacemente alla gestione eco-sportiva delle società calcistiche.''

La citazione porta a riflettere su dei punti per capire il ruolo che il SG ricopre nel più ampio contesto dei club.

10 Il Bilancio delle società sportive professionistiche normativa civilistica e principi contabili nazionali e internazionali, M. Mancin , CEDAM, 2009

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In primis il vivaio ha seguito l'evoluzione subita dall'intero movimento calcistico. Si sta gradualmente abbandonando la dimensione ludica e sociale per arrivare a una dimensione commerciale.

Emerge poi l'importanza strategica di questa leva, nell'immaginario collettivo, un SG rappresenta energia potenziale in grado di attuarsi e rilasciare benefici.

Esistono infatti società che puntano alla valorizzazione dei propri giovani talenti per trarre dalla loro vendita plus valenze necessarie al sostenimento dell'intero club.

Un ulteriore riflessione che emerge dalle parole di Mancin è la relazione tra dimensione del club e l'investimento nel settore giovanile. Dopo la sentenza Bosman, vigeva la convinzione che le liberalizzazioni appena introdotte avrebbero reso più economico l'acquisto del giocatore. Alcune società ridussero al minimo imposto dalla legge l'investimento nel SG. Mancin mostra che tale idea si è dimostrata sbagliata.11La storia ha mostrato che gli ingaggi, i prezzi e i diritti sono aumentati e non diminuiti. Questo ha fatto si che l'attenzione si spostasse nuovamente sul settore giovanile ,anche i grandi club si prestano alla valorizzazione dei vivai.

Le tappe di un elementare processo di progettazione e programmazione per una società calcistica del settore giovanile secondo un articolo di Eugenio Toti 12 sono:

A) situazione sociale in cui è inserita la società; B) definizione degli obiettivi generali;

C) definizione degli obiettivi specifici;

D) quantificazione degli obiettivi specifici generali; E) approvazione;

F) valutazione.

Nella situazione sociale in cui è inserita la società, la valutazione della situazione economica, demografica, sono aspetti da considerare. Conoscere il numero delle società calcistiche che gravitano sul bacino ad esempio il numero di campi sportivi, palestre e strutture.

Nella definizione di obiettivi generali si procede con la definizione di linee strategiche che vuole perseguire la società. Gli obiettivi generali definiscono in pratica la filosofia della società. Prima importante era il risultato, oggi le società calcistiche che nel suo interno hanno un settore giovanili, devono privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo in tutti i suoi elementi.

Gli obiettivi specifici possono essere di natura tecnica, tattica, organizzativa e finanziaria. La vittoria di un campionato, la valorizzazione del proprio settore giovanile, la ricerca e valorizzazione

11 Il bilancio delle società sportive professionistiche normativa civilistica e principi contabili nazionali e internazionali M.Mancin, Padova Cedam 2009

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dei talenti, ricerca e sperimentazione di una didattica e di una metodologia comune.

Nella quantificazione degli obiettivi specifici deve essere legata alle reali potenzialità della società, alle risorse umane e economiche. La scelta dei tecnici è un obiettivo specifico di gran rilevanza. L' approvazione si esplicita nel fatto che una società sportiva deve essere definita come un gruppo di persone motivate che lavorano insieme per il raggiungimento degli obiettivi, le ostilità dei gruppi generano tensioni e è pertanto necessario definire correttamente i compiti assegnati.

Infine la valutazione è un momento ben preciso nella realtà della società, è bene programmare riunioni per fare valutazioni intermedie dell'operato e eventualmente correggere le strategie che si sono rivelate poco efficaci per raggiungere gli obiettivi.

Un contributo relativo al ruolo strategico che il SG assume all'interno di una società proviene da Lago, Baroncelli e Szymansi13.

Essi associano il settore giovanile al concetto di innovazione e affermano che:

''Alla stregua di una qualsiasi azienda, anche il club di calcio basa la sua competitività futura sulle attività di innovazione, che nella fattispecie possono intendersi come capacità di rinnovare o mantenere l'eccellenza nella prestazione caratteristica. Il direttore sportivo può essere infatti definito come il responsabile delle attività di approvvigionamento, e il settore giovanile e le scuole di calcio come unità di ricerca e sviluppo''.

Questo perché la possibilità di una squadra di mantenere una posizione di leadership è connessa alla sua capacità di rinnovare e migliorare le proprie risorse sportive.

La connessione tra innovazione e SG è supportata anche dalle raccomandazioni contabili. Esse infatti assimilano le operazioni di investimento nel vivaio a operazioni di ricerca e sviluppo, in quanto necessari per la creazione e la preparazione di una risorsa fondamentale per l'impresa.

Tali costi trovano spazio nel bilancio sotto la voce B.I.7 costi del vivaio predisposta nel piano dei conti federali a modifica degli schemi di bilancio civilistici.

Questi costi sono contabilizzati globalmente, come un unica unità. Oltre che a ragioni contabili e di controllo di gestione, tale scelta implica a difficoltà di assegnare correttamente un costo e quindi un valore. Ciò è dovuto all'aleatorietà che contraddistingue ogni valutazione, generata dal tempo che intercorre tra l'acquisto e il realizzo dell'investimento del calciatore.

Questa è una criticità tale per cui non tutti i i ragazzi che militano nelle categorie giovanili riusciranno a diventare professionisti.

A ciò si deve aggiungere anche i ragazzi che vengono ceduti in società di serie minori. Il punto è capire se questi pochi talenti giustificano l'investimento nell'intero SG.

La risposta a questa domanda è legata al singolo caso specifico, è possibile comunque effettuare

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una considerazione generale. Fin quando i prezzi del mercato dei diritti delle prestazioni sportive rimarranno sufficientemente alti da incentivare le società a ricorrere al vivaio, è ragionevole pensare che questi pochi giocatori possano essere venduti.

L'associazione del SG ad un dipartimento di R&S permette di fare un assunzione circa gli obiettivi stessi dell'attività, si cerca pertanto di fornire soluzioni innovative per il core business.

1.4 La creazione del giocatore

Il SG crea valore attraverso un processo a 4 fasi sequenziali. 1. Osservazione;

2. acquisizione; 3. formazione; 4. impiego.

L'osservazione consiste nella presa visione delle partite più interessanti e l'individuazione dei profili più meritevoli da parte degli osservatori. Alla conclusione della partita compilano una scheda di sintesi della partita rilevando se sia stato notato qualcuno. Se si individua un soggetto interessante verrà rimandato successivamente un osservatore per valutare il giovane.

Se il giocatore continua a piacere, gli viene offerto un periodo di prova nella società interessata, in accordo con la società proprietaria del cartellino, che dura dai due allenamenti a un mese.

Alla fine di tale periodo la società sceglie se provare ad acquistarlo, passando poi alla fase successiva .

Nella figura 8 è riportata la catena del valore al cui interno sono riportate le attività di supporto tra che includono infrastrutture,staff,logistica e supporto alle formazioni e le attività primarie che si identificato con l'osservazione, acquisizione, formazione e impegno.

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Figura 8 catena del valore Fonte: Nostra elaborazione

La fase dell'acquisizione comporta la negoziazione e l'acquisto del cartellino del giovane.

Questo implica non solamente la necessità di offrire una giusta contropartita alla società detentrice del cartellino ma anche l'obbligo di convincere il ragazzo e la sua famiglia con una proposta soddisfacente. Se si trova un accordo avviene il trasferimento e il giocatore entra a far parte del nuovo settore giovanile. Se ciò non accade non avverrà il trasferimento.

La fase di formazione prevede un attività che prende avvio nel momento in cui il giocatore è in squadra.L'obiettivo è il miglioramento delle qualità umane tecniche fisiche e tattiche.

Questa fase prevede una verifica annuale sulla bontà dell'investimento da parte della società; alla fine di ogni stagione si osserva il livello tecnico raggiunto dal giocatore e la sua crescita rispetto all'anno precedente.

Il mercato dei giocatori del SG è diverso da quello degli adulti in quanto a una minore età corrisponde a minore movibilità e ciò è dovuto alle leggi federali che impongono vincoli.

L'impiego è la fase conclusiva e si distingue in tre momenti:

• i ragazzi possono essere liberati per inidoneità. La società valuta che il soggetto non è adeguato e non in possesso dei requisiti necessari. In questo caso il ragazzo si sposta verso società di categoria inferiore. La società sportiva di solito non trae profitto da queste operazioni;

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• i ragazzi possono essere ceduti poiché richiesti da un altra squadra, in questo caso l'altra squadra offre un compenso per ottenere le prestazioni sportive e la società che lo detiene reputa tale compenso maggiore del valore del giocatore. In queste operazioni spesso entra in gioco la volontà del giocatore stesso;

• i ragazzi possono essere inseriti nella prima squadra dei club.

Ognuna delle precedenti fasi si configura come ultima fase di creazione di valore, ovvero l'impiego. Un importante approfondimento merita la fase strategica nella quale si verifica l'osservazione del giocatore in quanto fase più difficile e delicata del processo di creazione del valore.

Nel mercato del settore giovanile è rilevante riuscire ad arrivare più velocemente ai giovani. Per far ciò possono essere messe in atto due diverse soluzioni;

• procedere unicamente a un'osservazione fatta con una struttura interna alla società; • procedere all'osservazione mediante l'utilizzo di terze società da legare alle società stesse. La prima soluzione prevede che ogni società recluti un numero di persone che prendano visione delle partite e che selezionino i ragazzi più interessanti. In termini organizzativi questo livello di osservazione comprende diversi canali. Il primo è relativo alla struttura implementata dalla società per questo specifico obiettivo; in questo caso l'osservatore si configura come un collaboratore. Un secondo canale di reperimento di informazioni viene da un network informale di amicizie che ogni responsabile del settore giovanile si è costruito.

In linea generale esistono poi delle best practies adottate in tutte le società. Anche l'area geografica d'interesse dipende dall'età che si osserva. Infatti la federazione ha posto dei vincoli di trasferimento fuori regione e fuori paese. L'insegnamento del gioco del calcio, ha un valore formativo, in quanto offre agli adulti che seguono i giovani calciatori, varie opportunità di insegnare lezioni di ''vita''. I ragazzi che si recano al campo hanno bisogno di divertirsi e imparare, pertanto i giovani giocatori hanno diverse possibilità cognitive tra le quali ricordiamo:

• il rispetto delle regole,degli avversari, dei compagni e lo sviluppo dell'attenzione; • il dare il meglio di se;

• il saper accettare i limiti propri e dei propri compagni; • il capire l'importanza dell'umiltà e della generosità.

Il valore formativo del gioco realizza e sviluppa alcuni fondamentali obiettivi educativi in quanto favorisce la socialità e la collaborazione con i compagni e il rispetto degli avversari, lo sviluppo e le capacità motorie e le capacità intellettive, richiedendo continui adattamenti.

Quando si parla di insegnamento si fa riferimento anche a tre elementi: Agonismo violenza e fair play.

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La competizione è il confronto come occasione per misurare le proprie abilità, rapportandole a quelle degli altri. L'agonismo sfrutta la competizione per manifestare un desiderio interiore, spesso esagerato, di raggiungere l'altro atleta impegnato nel confronto.

Gli eccessi si trasformano in fatti negativi come l'inganno, la scorrettezza, la provocazione dell'avversario.

Il lato formativo e educativo dello sport si mostra in tutta la sua forza soltanto quando un fair play viene posto al centro dell'attenzione di tutti. Al fair play deve essere pertanto attribuita la massima priorità da parte di coloro che favoriscono e promuovono esperienze sportive.

Nel 1975 il CIFP (comitato internazionale fair play) pubblicò la carta del fair play, un documento che racchiudeva i concetti fondamentali. Questo documento è un decalogo internazionale dei nobili principi cui chiunque pratichi lo sport dovrebbe ispirarsi.

Di seguito è riportata una tabella al cui interno si trovano i dieci punti su cui esso si fonda.

Le regole del Fair Play Figura 9: Fonte Guida figc 2012

I ragazzi che vengono selezionati sono osservati sulla base delle prestazioni, del comportamento e del talento il quale rappresenta un'attitudine o un’abilità naturale che permette ad un soggetto di primeggiare e di differenziarsi dalla media in un’arte, professione, scienza o attività sportiva. Nel calcio si possono individuare vari tipi di talento: atletico, tecnico, tattico, agonistico e della personalità. Quando in un ragazzo si trovano associate più di una di queste qualità, il giovane si trova in possesso di un potenziale più alto.
 Cosa si intende con “talento calcistico”?. Il talento calcistico è posseduto da colui che manifesta facilità nel rapportarsi con la palla e riesce a “leggere” prima degli altri l’evolversi del gioco.
Nel calcio giovanile si parla di talento dopo i quattordici anni, quando si sono consolidate anche le abilità atletiche, la personalità, lo spirito agonistico e la fantasia. 
L’allenatore non deve trattare il giocatore come un fenomeno o pretendere che ogni volta che tocca il pallone faccia una giocata vincente; i dirigenti e la famiglia devono essere coscienti ma

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non dovranno riversare troppe aspettative né caricare di eccessive responsabilità il ragazzo.
Il giovane talento deve imparare a mettersi a disposizione della squadra le proprie qualità.



Il giovane che sceglie di impegnarsi in qualsiasi sport merita rispetto e stima da parte dei genitori i quali lo dovranno stimolare ed incoraggiare, facendo comprendere che lo sport è divertimento, voglia di stare insieme, senza gelosie o false ambizioni, di ostacolo alla crescita sportiva e di individuo.
Tra i sei ed i quattordici anni, il genitore di solito assiste alla pratica calcistica del figlio. A volte i genitori sono protagonisti di situazioni spiacevoli, che creano problemi ed ostacoli per una attività sportiva serena.
Chi osserva attentamente un incontro di settore giovanile si rende conto che il vero protagonista delle partite è il genitore: è il più carico di tensioni, si dispera se la squadra sbaglia un tiro in porta, esulta per la segnatura di una rete.

Il bambino rimuove quasi subito l’errore o la sconfitta, dispiaciuti solo per l’idea di dover ascoltare una “predica” quando arriverà a casa. Al genitore può capitare inconsciamente di vedersi realizzato attraverso il proprio figlio, proiettando su di lui i desideri che non è riuscito a realizzare da giovane. I genitori sono convinti di farlo per il bene dei figli ma possono arrivare a condizionare negativamente il rendimento, alterando lo sviluppo psicologico del ragazzo.14
L’attività sportiva è uno dei mezzi migliori per maturare e crescere: lo sport spinge il giovane ad impegnarsi, a migliorare, a mettersi alla prova, stringendo rapporti sociali, comprendendo il sacrificio e l’umiltà, assumendosi delle responsabilità e diventare membro di una collettività dove esistono diritti e doveri. 

L’esperienza calcistica in alcuni momenti investirà il bambino in modo anche più intenso di quella scolastica coinvolgendolo nella sua globalità psico – fisico – cognitiva.
I giovani calciatori hanno le seguenti opportunità educative:
rispettare regole, avversari e compagni, sviluppare l’attenzione, rendersi utile,
 dare il meglio di sé, non sentirsi mai arrivati, saper accettare i limiti propri e dei compagni, capire l’importanza dell’umiltà e della generosità.

Il genitore deve stimolare ed incoraggiare la pratica sportiva, lasciando che la scelta dell’attività sia fatta dal bambino. 
Instaurare un giusto rapporto con l’allenatore per fare in modo che al bambino arrivino dei segnali coerenti dagli adulti di riferimento.
Lasciare che il bambino sia libero di esprimersi in allenamento ed in gara, educandolo così all’autonomia.
Non esprimere giudizi sui compagni o fare paragoni: è una delle situazioni più antipatiche che si possano verificare tra i grandi ed i piccoli.
Evitare i rimproveri a fine gara. Dimostrarsi invece interessati a sapere come vive i vari momenti della gara ed evidenziare eventualmente i miglioramenti. Aiutarlo a porsi obiettivi realistici ed aspettative adeguate alle sue capacità. 
Offrire più opportunità per una educazione sportiva globale: rispetto degli impegni e delle priorità (scuola), dei propri indumenti, degli orari, dei compagni, delle autorità, dell’igiene personale. Il genitore deve cooperare con

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l’allenatore per raggiungere questi obiettivi. 
Essere presenti non solo fisicamente nei momenti di difficoltà: incoraggiare, sdrammatizzare, far capire gli aspetti positivi, salvaguardare il benessere psicologico del bambino.
Avere un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto al risultato. Saper perdere è molto più difficile ed importante di saper vincere. Nello sport e nella vita non ci sono solo vittorie e dopo una caduta è importante sapersi rialzare.15

Ciò che spinge a lavorare sempre nella maniera migliore e cercando di superare i propri limiti è la motivazione .16

Il gruppo di giovanissimi si caratterizza per una distribuzione di dati che portano a evidenziare diversi fattori motivazionali, rispetto a quelli evidenziati nel calciatori di età superiore.E si distinguono in:

1) acquisizione di status – ossia il desiderio di diventare importanti;

2) rinforzi intrinsechi -importanza del ruolo svolto dalle persone più significative nel favorire il coinvolgimento sportivo;

3) forma fisica -ottenimento e mantenimento della forma fisica; 4) abilità-bisogno di miglioramento;

5) competizione -gare, rapporto con l'allenatore;

6) amicizia-desiderio di stare con gli altri e instaurare rapporti; 7) divertimento- svago ,spirito di squadra;

8) esercitarsi in gruppo -desiderio di fare esercizio, lavoro di squadra; 9) spendere energia -scaricare il nervosismo, piacere di stare fuori casa.

Rilevante è anche la sfera tecnica17, vi deve infatti essere corrispondenza e continuità tra i parametri delle prestazioni.

Dalla figura 10 emerge come la sollecitazione didattica che investe la sfera tecnica deve essere preposta al fine di realizzare un' efficace capacità di azione. Gli obiettivi didattici specifici devono stimolare l'apprendimento di forme di movimento devono tendere all'automazione e alla coordinazione del gesto.

15 Carta dei diritti dei bambini FIGC

16 Adelman e Wood (1976) identificano l'affiliazione (l'opportunità di stabilire relazioni interpersonali significative) ,l'eccellenza (l'acquisizione di abilità sportive per primeggiare su qualcuno ), lo stress(l'opportunità di svolgere attività eccitanti) e infine il successo (l'acquisizione di status di prestigio , come motivi principali alla base del coinvolgimento in una disciplina sportiva .

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Figura 10.Guida FIGC esordienti Fonte: Guida Figc 2015

Gli obiettivi didattici specifici devono stimolare l'apprendimento di forme di movimento che devono tendere all'automatizzazione.

Ad una sempre più efficace capacità di rendere stabile il proprio comportamento a fronte dell'incertezza e della precarietà della situazione.

Nella figura 11 viene illustrato il percorso formativo, relativo al fattore tecnico coordinativo, facendo in particolare attenzione ai movimenti e le azioni compiute da i giovani allievi.

Figura 11. percorso formativo tecnico-coordinativo fonte: Guida FIGC 2015

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Il carico di allenamento orientato alla formazione tattica individuale e collettiva rappresenta una quota complessiva rilevante nella formazione del giovane calciatore.

La strutturazione di comportamenti più specifici, verrà realizzata quando le esigenze prestazionali abbinate a una maggiore maturità psicofisica richiederanno una spiccata specializzazione e maggiori capacità di attenzione da parte del giovane calciatore.

Come la componente tecnica ha il suo sviluppo, anche quella tattica, contenuta all'interno della figura 12, possiede un suo dinamismo. Di seguito sono riportati i comportamenti che devono essere compiuti dai ragazzi, i quali sono appresi prevalentemente attraverso una metodologia induttiva.18

Figura 12 attori tecnico-cognitivi Fonte: Giuda FIGC 2015

Figura 13 fattori tecnico-cognitivi Fonte :Giuda FIGC 2015

Nelle tavole precedenti si evince che anche la competenza tattica possiede un suo dinamismo didattico: resta inteso come i concetti e i comportamenti tattici devono essere appresi attraverso una metodologia induttiva.

18 Metodo in cui vengono messe in evidenza le capacità dell'alunno di scoprire in modo autonomo e fare esperienze sotto la guida dell'insegnante. Www.ideacalcio.net

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1.5 Soggetti coinvolti , organigramma del settore giovanile e Scuole di calcio

I soggetti coinvolti nel settore giovanile sono molteplici.

Il responsabile del settore giovanile deve essere un tecnico qualificato, preparato e con un carattere estremamente paco ed in grado di mediare con tutte le persone che sono di contorno alla Società. Egli ha il compito di effettuare il progetto tecnico, scegliere gli allenatori ed il restante staff.

Chiede i report hai singoli allenatori attraverso delle schede di valutazione molto semplici per ogni atleta oltre alle presenze agli allenamenti ed i minuti giocati da ognuno.

Il responsabile della Scuola Calcio deve avere le stesse caratteristiche del responsabile del settore giovanile ma in più deve avere una certa predisposizione nei confronti dei bambini più piccoli e dei loro genitori, cercando di farne un po’ da chioccia.

Il direttore sportivo del settore giovanile è colui che deve verificare i tesseramenti, il cambio di società di giocatori con e l’eventuale richiesta di premi di preparazione, se quelli che usciranno dalla squadra Juniores non troveranno collocazione avrà il compito di collocarli da altre parti in maniera di non perdere magari il controllo di questi ragazzi e magari dargli anche la possibilità di esprimersi in categorie appropriate. I dirigenti sono nello stesso tempo il cervello e l’ossatura della società, oltre a reperire i fondi necessari per svolgere l’intera attività, dedicano il loro tempo a fare in modo che tutte le persone ai vari livelli siano coinvolte e garantiscono che la macchina funzioni e sia organizzata nel migliore dei modi.

Lo staff tecnico per il settore giovanile deve essere composto da persone di fiducia della società e non deve essere lasciato libero arbitrio agli allenatori di potersi inserire in queste scelte, in quanto loro in genere passano da una squadra all’altra mentre lo staff rimane. In genere è composto da preparatori dei portieri, medico, massaggiatori, psicologo, preparatori atletici, ecc.

I responsabili di leva hanno il compito di supportare la società nell’organizzazione della singola squadra, fare da tramite tra i genitori, l’allenatore e la stessa società. Adempiere ad alcuni compiti come: materiale da gara, documentazione per la gara, presenze agli allenamenti, controllo certificati medici e tesseramenti. Relativamente ai genitori sicuramente è giusto che si preoccupino della vita del figlio, ma non devono invadere dei campi come quello tecnico o la vita della squadra, poi i livelli di “intrusione” cambiano in base all’età. I genitori devono cercare di non essere loro ad esasperare l’agonismo dei figli con inutili liti a bordo campo, che poi magari degenerano tra i giocatori delle due squadre.

Molte volte il ragazzo ammortizza la sconfitta o l’errore in pochi minuti invece ci sono genitori che ancora giorni dopo accusano il colpo. Devono corrispondere atteggiamenti coerenti tra i genitori, gli

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allenatori ed i dirigenti, per non creare un malessere del ragazzo, evitando giudizi su compagni ed allenatori, rimproveri di fine gara.

La figura 14 mostra l'organigramma del settore giovanile 19

Figura 14 . Esempio di organigramma del settore giovanile Fonte: Guida Figc 2015

La prima caratteristica di una struttura sociale che intende porsi con continuità l'obiettivo dell'efficienza è quella di essere stabile nel tempo20, e ciò si concretizza lavorando per uno scopo comune con le stesse persone, per un determinato periodo, in modo da poter utilizzare al meglio le risorse. Una moderna società deve avere dirigenti preparati, i quali si possono identificare anche in manager. Per rispondere alle esigenze della società, i dirigenti si devono specializzare nelle varie funzioni per cercare inoltre di migliorare l'immagine del club.

Quindi fra i punti di forza si trova la capacità di sviluppare le conoscenze approfondite, si possono ottenere obiettivi funzionali e è la struttura preferita quando si tratta di un unico prodotto, in questo caso specifico , della gestione dell'attività agonistica giovanile.

19 Allegato guida FIGC 20 Www.sporteasy.com

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Tra i punti di debolezza si trova la possibilità che in capo al direttore sportivo si abbiano un accumulo di decisioni al vertice e questo può portare a uno scarso coordinamento.

I punti di debolezza possono essere superati, già come precedentemente affermato, attraverso un'adeguata preparazione dei soggetti responsabili.

L'attività giovanile della Federazione Italiana Giuoco Calcio viene seguita dal settore Giovanile e scolastico: organizza l'attività dei giovani dai 6 a 16 anni. In particolare, la sezione che si occupa delle Scuole di calcio è l'attività di base.

Questa progetta e coordina le iniziative e emana regolamenti che disciplinano l'attività dei bambini . Le scuole di calcio che svolgono attività nel settore giovanile sono più di 6900 e sono classificate come: scuole di calcio Qualificate, scuole di calcio Riconosciute, e centri calcistici di base. 21

La differenza tra i tre tipi di scuole di calcio, risiede in una differente ricerca di requisiti di qualità tecnica, organizzativa e didattica.

Nell'attività di base, il settore giovanile e scolastico prevede un sistema di riconoscimento22, il quale a seconda delle caratteristiche individua tre diverse tipologie:

• Centri calcistici di base: società affiliate alla FIGC che svolgono attività in almeno una delle tre categorie di base, ma che non possiedono i requisiti minimi per prendere la denominazione di scuola di calcio;

• Scuole di calcio Riconosciute: affiliate alla FIGC , possono attivare una scuola di calcio, secondo le norme contenute all'interno del Comunicato Ufficiale n°1 del Settore giovanile scolastico;

• Scuole di calcio Qualificate: affiliate alla FIGC e sono in possesso di ulteriori requisiti. Le società non possono costruire nel loro ambito un centro di avviamento al calcio, possono, per lo svolgimento delle attività didattiche e formative delle categorie, organizzare delle scuole di calcio .23

Tutte le società che svolgono attività giovanile nelle categorie di base devono essere in possesso dei criteri seguenti e devono rispettare gli adempimenti relativi a:

• impianto sportivo idoneo per l'avviamento e l'insegnamento del gioco del calcio; • attrezzature idonee;

• diffusione e consegna della ''carta dei diritti del bambino''; • nomina di un dirigente responsabile della scuola di calcio;

• partecipazione obbligatoria del responsabile tecnico e del dirigente responsabile, alle

21 Www.settoregiovanile.figc.it

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riunioni organizzative presso le delegazioni; • medico di riferimento;

Per ottenere il riconoscimento di una scuola di calcio Qualificata , è necessario possedere: • affiliazione di almeno due stagioni sportive in FIGC;

• tesseramento di almeno tre tecnici qualificati iscritti all'albo del settore tecnico della FIGC; • tesseramento del responsabile tecnico in possesso di qualifica tecnica;

• collaborazione con lo psicologo;

• numero minimo di bambini per categoria Piccoli amici minimo 10, Pulcini minimo 14, Esordienti minimo 18;

• attrezzature idonee per l'insegnamento;

• partecipazione a tornei, eventi e manifestazioni;

• realizzazione di un progetto in convenzione con un istituto scolastico;

La scuola di calcio Qualificata non è solo in possesso di competenze tecniche, ma svolge una serie di attività collaterali, che consentono di sviluppare altre aree.

Le scuole di calcio Riconosciute, invece per poter ottenere la qualifica, devono avere: • almeno un anno di affiliazione con la FIGC;

• rapporto istruttore allievi non inferiore a 1:20;

• tesseramento di almeno due tecnici iscritti all'albo del settore tecnico della FIGC; • programma di formazione tecnico, didattico educativo con la definizione degli obiettivi; • stesso numero minimo di bambini della scuola di calcio qualificata;

• partecipazione a tornei, eventi e manifestazioni; • attrezzature idonee;

Infine i centri calcistici di Base sono le società che non possiedono i requisiti precedenti e che partecipano ugualmente in almeno una delle categorie Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti.

È necessario inoltre nominare un dirigente e un responsabile tecnico per la società e per le categorie.

Di seguito è riportata un esempio di documentazione necessaria per la costituzione di una scuola di calcio fornita dalla FIGC24.

24 http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/57.$plit/C_2_ContenutoGenerico_2524955_Detta glioAreaStampa_lstAllegati_2_upfAllegato.pdf

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In questa sezione devono essere inseriti gli scopi principali ,i motivi che hanno portato alla formazione della società sportiva, l'importanza attribuita al contesto di riferimento.

Deve essere messo in evidenza la formazione individuale del giovane e non il raggiungimento dei risultati.

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E' opportuno indicare gli obiettivi che la società si prefigge di raggiungere come ad esempio: obiettivi prioritari in relazione ai bisogni primari dell'organizzazione, gli obiettivi specifici, quindi sia obiettivi di medio che di lungo termine, un adeguato sistema di formazione.

Struttura organizzativa del settore giovanile

Per far comprendere bene le relazioni e l'ordine gerarchico all'interno del club, la società dovrà indicare le caratteristiche dell'organizzazione e le dovrà illustrare graficamente attraverso

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l'organigramma.

Obiettivi tecnici e educativi per fasce di età

Vengono inseriti gli obiettivi relativi alle varie aree, tecnica, tattica, fisica, psicologica, sociale e anche il tipo di educazione alimentare e gestione del tempo libero , per ogni singola categoria. Nella compilazione di queste tabelle, il responsabile del settore giovanile, dovrà coinvolgere il personale a disposizione, definendo un percorso alla cui conclusione emergano i contributi forniti da tutti.

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Verifica e valutazione del programma di formazione dei giovani calciatori

Devono essere specificati le modalità di valutazione che vengono applicate nella società, i tempi, e controllare il raggiungimento degli obiettivi. Devono inoltre essere indicati dal responsabile del settore giovanile i soggetti coinvolti nel processo.

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Devono essere indicati eventuali iniziative di formazione

Organigramma del settore giovanile

Al suo interno devono essere riportate le varie squadre con i loro tecnici e il personale di supporto

(38)

In questa tabella devono essere inseriti il numero totale di squadre e il numero totale di calciatori che vengono tesserati per ogni categoria

Squadre/ attività sportiva/ tecnici

Responsabili del settore giovanile e delle attività di base

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Staff sanitario

Preparatori atletici

Preparatori motori

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il responsabile del settore giovanile, i tecnici (indicando la qualifica di ciascuno), i medici, il personale sanitari, altri esperti dedicati alla formazione dei giovani come i preparatori atletici e i preparatori motori.

Programma impianti di allenamento

Le infrastrutture vengono riportate all'interno della precedente tabella nella quale devono essere indicate le opzioni che ciascuna organizzazione mette a disposizione.

Strutture e servizi

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La società deve riportare le attività di carattere educativo che vengono effettuate nel corso della stagione sportiva.

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CAPITOLO 2

MANAGEMENT, STRATEGIA, STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELLE SOCIETA' DI CALCIO.

2.1 Il Management: dalle teorie classiche alle scuole contemporanee

Il termine management indica un gruppo di persone che controlla e dirige un organizzazione, elemento indispensabile per coordinare l'attività di due o più persone nel raggiungere l'obiettivo comune.

Figura 15. Il management. Fonte: Gravina,2012

Nella figura 14 sono riportate le componenti umane, fisiche e finanziarie necessarie per il conseguimento degli obiettivi aziendali e inoltre le attività rilevanti come pianificazione, organizzazione, guida e controllo che permettono di ottenere gli scopi aziendali e di accertarsi che la gestione si stia svolgendo in condizioni di efficienza e efficacia.

Le teorie classiche di management fanno riferimento ad una visione meccanicistica della realtà, influenzate dalle correnti filosofiche.

Secondo Taylor(1911) il lavoratore era visto come un esecutore motivato al lavoro e alla remunerazione, che varia in presenza di premi di produzione e di prestazioni di cottimo.

Secondo questa concezione organizzare significa: • programmare le fasi del lavoro collettivo; • assegnare compiti specifici a ogni mansione;

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• codificare al meglio il funzionamento degli strumenti e degli uomini.

Taylor osserva la fabbrica, all'interno della quale si trovano gli operai, e sostiene che il cuore della modernità risieda nella catena di montaggio.25

Sulla base delle sue ricerche espone il modo attraverso cui si può rendere efficace l'organizzazione e si può migliorare la produttività. Dopo aver preso visione della realtà delle fabbriche, si rende conto che vi è disorganizzazione, un cattivo utilizzo dei dipendenti e bassi salari.

Egli elabora una teorie, sulla base delle teorie di Adam Smith (1776), la quale focalizza l'attenzione sulla specializzazione dei ruoli.

'' un operaio non addestrato in questa manifattura che, a causa della divisione del lavoro, svolge tutte le funzioni, produrrà uno spillo al giorno. Ma se tale manifattura si divide in tante attività specializzate , la produttività sale enormemente ''26

Partendo dalle teorie di Smith, Taylor definisce il concetto di organizzazione scientifica del lavoro, la quale comporta una rivoluzione mentale attraverso l'identificazione di:

• potenzialità di aumento della produttività: è possibile immaginare una potenziale riduzione dei prezzi e conseguente aumento dei consumi in modo da generare un surplus;

• una nuova natura dei rapporti tra uomo e lavoro: nell'impresa pertanto tutti devono cambiare il rapporto con le controparti;

• una trasformazione dell'organizzazione: gli operai devono riconoscere l'importanza di sostituire vecchie convinzioni con la nuova conoscenza.

L'organizzazione scientifica del lavoro presuppone anche l'inserimento di nuove figure come capi reparto, istruttori, ispettori e riparatori.

Quindi per Taylor, affinché una ''fabbrica'' possa essere definita efficiente, necessita, oltre agli operai , di diverse professionalità.

Fayol27 (1841-1925) considera l'intero processo: definizione obiettivi, pianificazione, organizzazione, coordinamento e controllo, tutto finalizzato a raggiungere gli obiettivi.

Identifica sei funzioni dell'azienda: • tecniche, relative alla produzione;

• commerciali con riferimento all'acquisto, alla vendita, allo scambio; • finanziarie riguardanti la gestione dei capitali;

• di sicurezza per la protezione di persone e beni;

• contabili relative alle informazioni sull'andamento ambientale;

25 Introduzione alle principali teorie organizzative www.piaggia.it

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• amministrative e direttive riguardo alla programmazione, all'organizzazione, al comando e al coordinamento.

Secondo Fayol, ai livelli più bassi di ogni struttura aziendale, corrispondono compiti esecutivi,e a mano a mano che si sale invece, sono richieste maggiori attitudini al coordinamento e alla supervisione.

La funzione direttiva rappresenta quella di maggiore rilievo e si caratterizza per 28 l'universalità in quanto in tutti i tipi di azienda è necessario programmare, organizzare e coordinare e per l'interessare diversamente tutti i campi.

I compiti svolti dalla funzione direzionale sono molteplici e sono relativi: • alla programmazione e valutazione delle prospettive future;

• all'organizzazione per la fornitura di risorse necessario in modo da consentire il corretto svolgimento delle funzioni;

• al comando ,in modo da formare l'organizzazione;

• al coordinamento per garantire armonia all'interno dell'impresa.

Secondo il sociologo Max Weber (1864-1920) la struttura organizzativa deve tendere al raggiungimento degli obiettivi.

Weber29 afferma che la burocrazia è l'unico strumento capace di far fronte alle esigenze della società moderna, individua nelle strutture burocratiche gli elementi per il perseguimento dell'efficenza operativa.

La burocrazia si caratterizza per regole scritte, gerarchia piramidale dei dipendenti e dipendenti stipendiati e si basa su tre principi fondamentali:

• la divisione del lavoro; • la gerarchia dell'autorità;

• la formalizzazione di regole e delle procedure.

Il funzionamento quotidiano dell'organizzazione è affiato a tre figure differenti; ai progettisti, i quali studiano i comportamenti umani, e sono coloro che pensano, agli esecutori i quali attuano la conoscenza esecutiva accumulata e formalizzata, e infine i controllori, coloro che conoscono l'archivio contenitore delle relazioni situazioni-comportamento corretto, verificano anche la corretta attuazione degli stessi.

Nella sua teoria emerge la distinzione tra potere e autorità30. Il potere è espresso da qualsiasi possibilità di fare valere in un contesto sociale la propria volontà, mentre l'autorità consiste nella

28 Progettazione organizzativa I. Franco, CEDAM, 2011 29 Economia e società ,Weber 1992

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