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Aristotele - "Maestro di color che sanno", parte terza: logica, dialettica, retorica e poetica

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(1)

Aristotele

“Maestro di color che sanno”

Parte terza: la logica

(2)

L’organon aristotelico

• Le opere dedicate alla logica sono riunite

in quel gruppo denominato da Alessandro

di Afrodisia (grande commentatore di

Aristotele appartenente al II-III sec. d.C.)

Organon, ad indicare che lo logica è

scienza che studia la correttezza del

ragionamento e che, per tale motivo

attraversa tutte le altre, diventando

(3)

Forma e contenuto

• La logica ha un carattere formale, dove per forma intendiamo ciò che si contrappone a contenuto (non usiamo qui il termine in senso strettamente metafisico-aristotelico). Se il contenuto di un pensiero è ciò che vuole esprimere il pensiero stesso, la sua forma è il modo in cui è espresso, sono i legami tra le proposizioni e i nessi tra i pensieri. Una stessa forma può essere usata per esprimere contenuti diversi. Per esempio, quando io dico se piove, allora mi bagno, la forma della locuzione è SE X allora Y, una forma in cui è possibile esprimere innumerevoli diversi contenuti (come ad es. se corro allora sudo, se mangio allora ingrasso, se vedo

(4)

Il carattere formale della logica e i

suoi riferimenti ontologici

• Per Aristotele, la logica, cioè la scienza che

studia la correttezza formale dei ragionamenti, è

formale e tuttavia le strutture del pensiero

riflettono le strutture dell’essere, cioè i nessi del

pensiero, quando il pensiero è corretto, riflettono

i nessi della realtà vera e propria. Per questo il

Filosofo dice che l’analitica (come la chiama lui)

studia l’essere come vero e facendo ciò al

(5)

La condizione della verità di un

discorso

• Un discorso è vero in quanto unisce o

disgiunge al proprio interno ciò che è unito

o disgiunto nella realtà. Per esempio se io

dico la penna è rossa (penna + rosso) e

se tali elementi (penna e rosso) sono uniti

anche nella realtà, allora la mia

affermazione è vera, altrimenti (per

esempio se nella realtà la penna è

(6)

Un ragionamento vero

• Per avere un ragionamento vero, ossia un discorso più complesso sulla realtà, è necessario che il punto di partenza sia vero, cioè che le sue premesse siano vere. • Guardiamo per esempio al seguente ragionamento: le

automobili hanno quattro ruote, la mio opel è un automobile, dunque la mia opel ha quattro ruote: tale ragionamento conclude ad una verità (la mia opel ha quattro ruote) perché parte da due premesse vere (le automobili hanno quattro ruote e la mia opel è un automobile) ed è corretto – lo vedremo in seguito –

(7)

Gli elementi più semplici di ogni

discorso: i termini

• La logica parte dallo studio degli

elementi più semplici del discorso,

cioè i singoli termini, che riflettono i

singoli concetti, che si dicono

“senza connessione” e che, una

volta

connessi,

formano

una

(8)

Comprensione ed estensione

• I termini hanno una

• Comprensione: cioè contengono nel loro significato più o meno note caratteristiche dell’oggetto che indicano, per esempio il termine uomo significa animale razionale (con tutto ciò che riguarda l’animalità e la razionalità); “animale razionale” è la comprensione del termine “uomo”.

• Estensione: cioè si riferiscono ad un numero più o meno grande di individui: il termine uomo si riferisce a tutti gli uomini, e ha un’ estensione chiaramente maggiore del

(9)

Genere specie individuo

• In base all’estensione di un termine è possibile generare delle classi che contengono altre classi e che a loro volta sono contenute in classi ancora diverse.

• La classe contenente è chiamata GENERE, la classe contenuta è chiamata SPECIE. Può essere solo contenuto di classi - e non contenente - il termine che significa INDIVIDUI.

• Per esempio il termine uomo è contenuto nel genere “animale” e a sua volta è genere della specie “italiano”, il quale a sua volta è genere della specie “milanese”, che a sua volta è genere della specie “insegnanti del Gonzaga”, la quale contiene diversi individui tra cui il sottoscritto,

(10)

Genere e specie sotto il profilo della

comprensione e dell’estensione

• Il termine contenente deve avere meno note caratteristiche che quello contenuto, quindi avrà minore comprensione il genere rispetto alla specie. Infatti deve essere più vago e “generico”, proprio per potere contenere un maggior numero di classi. Per esempio il termine animale è più vago e generico del termine “uomo”, infatti se io dico “animale”, comprendo anche l’ “uomo”. Se io, viceversa, dico “uomo”, dico qualcosa di più specifico di “animale”, infatti dico “animale + razionale + un sacco di altre prerogative” che sono proprie solo degli uomini e non degli animali.

• Quindi quanto maggiore è l’estensione del genere, cioè il numero di individui cui si riferisce, tanto minore deve essere

(11)

I generi sommi

• Mentre a livello più alto di comprensione

(e più basso di estensione) vi sono le

sostanze prime, cioè i sinoli di materia e

forma che costituiscono gli individui, al

livello più alto di estensione (e più basso di

comprensione) vi sono le dieci categorie,

cioè i generi sommi dell’essere, i concetti

più generali con cui si dice la realtà.

(12)

La definizione

• Quando io voglio spiegare il significato di un

termine devo riferirmi alla classe che

immediatamente lo contiene (genere prossimo)

e alla differenza specifica, cioè a quella

caratteristiche che dentro la classe ritaglia la

particolarità della specie cui si riferisce il

termine. Per esempio, il genere prossimo che

contiene l’uomo è animale, ciò che invece

differenzia la specie uomo da tutti gli altri animali

è a razionalità. Quindi la definizione di uomo

(13)

Le proposizioni

• Ma quando definiamo qualcosa, già siamo in un altro ambito della logica, poiché la definizione non è più un singolo termine ma una proposizione, una frase che contiene una connessione di termini di cui si può predicare la verità o falsità.

• La logica studia solo questo tipo di proposizioni (la cui forma più semplice è riducibile alla formula S è P, dove per S vi è un soggetto qualsiasi e per P un predicato qualsiasi), escludendo le preghiere, le invocazioni, le imprecazioni, gli ordini etc. Il discorso studiato dalla logica è quello descrittivo di una realtà, in termini tecnici un discorso apofantico.

(14)

La classificazione aristotelica delle

proposizioni (De interpretatione)

Le proposizioni si possono qualificare per essere

• Universali in cui il predicato si applica a tutti gli individui di una data classe (“tutti gli uomini sono mortali”: il predicato “mortale” è applicato a tutti i membri della classe “uomo”);

• Particolari in cui il predicato di applica solo ad alcuni membri di una data classe (“qualche uomo è ricco”);

• Affermative: il predicato afferma qualcosa del soggetto; • Negative: il predicato nega qualcosa del soggetto.

(15)

Universale affermativa

Sia le universali, sia le particolari, quindi

possono essere affermative o negative:

Universale affermativa: Tutti gli S sono P”

(16)

Universale negativa

Universale negativa: “Nessun S è P”

(17)

Particolare affermativa

Particolare affermativa: “Qualche S è P”

P

s

che sono p

(18)

Particolare negativa

Particolare negativa: “Qualche S non è P”

S che NON sono P S che sono P P S

(19)

Le proposizioni singolari

• Oltre alle proposizioni universali e

particolari vi sono anche proposizioni

singolari: quelle che riguardano un singolo

individuo. Per esempio:

Julia Roberts è un’attrice.

Anche queste ultime possono essere

negative:

(20)

Il quadrato degli opposti

• Le proposizioni universali e particolari

possono essere messe in relazione fra

loro. Così Aristotele determinò questa

relazione secondo uno schema che poi i

logici medievali rappresentarono in questo

modo:

UA UN

C contrarie

(21)

Rapporti tra le proposizioni

• Le proposizioni contrarie NON POSSONO ESSERE ENTRAMBE

VERE ma POSSONO ESSERE ENTRAMBE FALSE, poiché

ammettono un terza possibilità (nel nostro esempio: “qualche uomo è intelligente”)

• Le proposizioni contraddittorie NON POSSONO ESSERE

ENTRAMBE VERE E NON AMMETTONO UNA TERZA POSSIBILITÁ (secondo il principio del terzo escluso). La

contraddittorietà è dunque la forma più radicale di opposizione

• Le proposizioni sub contrarie POSSONO ESSERE ENTRAMBE

VERE, MA NON ENTRAMBE FALSE (vi è qui un’opposizione debole,

solo relativa alla quantità della proposizione

• Le proposizioni sub alterne HANNO UNA RELAZIONE DI

IMPLICAZIONE dalla subalterna universale (subalternante) alla

subalterna particolare (subalternata) e non viceversa. Se quindi Tutti gli uomini sono intelligenti, allora anche Qualche uomo è intelligente (e non

(22)

Asserzione, possibilità e necessità

• Vi sono nelle proposizioni dei modi di

attribuzione del predicato al soggetto.

Infatti non solo si può dire che S è P

secondo l’attribuzione dell’asserzione, ma

anche S è possibile che sia P, secondo

l’attribuzione della possibilità; e infine S è

(23)

Linguaggio pensiero ed essere

• Per Aristotele questi elementi sono legati necessariamente. Anche se le parole di un determinato linguaggio sono convenzionali e variano da lingua a lingua, le immagini mentali – i concetti - cui si riferiscono sono le stesse per tutti e sono immagini di oggetti identici per tutti. Quindi il discorso è modellato sullo stato delle cose, che dà origine all’immagine mentale. Poi il discorso stesso potrà essere espresso in parole diverse a seconda delle lingue, ma la sintassi, cioè la connessione delle parole in un dato modo (affermazione, negazione, etc.) è dato dall’essere delle cose di cui noi percepiamo la forma.

(24)

I sillogismi

• Negli Analitici primi, dopo aver nel De

interpretatione trattato le proposizioni, lo

Stagirita passa al ragionamento e in

particolare al sillogismo che egli ritiene di

aver scoperto e formalizzato. Tale

ragionamento

è

costituito

da

tre

proposizioni interconnesse fra loro di cui le

(25)

Proposizioni e termini: la struttura

del sillogismo

Vediamo ora un sillogismo esemplare:

1) Tutti gli uomini sono mortali

2)I filosofi sono uomini

3)I filosofi sono mortali

1) È la premessa maggiore

2) È la premessa minore

(26)

Il sillogismo esemplare

1) Tutti gli uomini sono mortali

2)I filosofi sono uomini

3)I filosofi sono mortali

Vi sono al suo interno 3 concetti o termini:

Quello presente sia nella premessa

maggiore sia nella minore (uomini) è il

termine medio, mentre “mortali” è

(27)

Inclusione

• La correttezza e necessità della conseguenza è data dal fatto che l’estremo maggiore è il termine che ha una estensione maggiore (è più universale e racchiude il maggior numero di elementi; nel nostro caso l’insieme dei mortali). La prima proposizione dice che il termine medio (uomini) è incluso nell’insieme dei mortali. La seconda proposizione contiene l’estremo minore che ha l’estensione minore (filosofi) e dice che questo è incluso nel termine medio (uomini). Quindi se i filosofi sono inclusi nell’insieme degli uomini e gli uomini nell’insieme dei mortali, è necessario che pure i filosofi siano inclusi nell’insieme dei mortali. Come si vede, il termine medio (uomini) fa da cerniera fra gli altri due e permette di concludere che l’estremo minore è incluso in quello

(28)

visualizzazione

1) Tutti gli uomini (U) sono mortali (M)

2)I filosofi (F) sono uomini (U)

3)I filosofi (F) sono mortali (M)

muF

U

(29)

Le figure del sillogismo

• In base alla posizione occupata dal termine medio nelle premesse, Aristotele distingue varie figure del sillogismo. • A) La prima figura è quella in cui il termine medio è

soggetto nella premessa maggiore e predicato nella minore

• B) La seconda è quella in cui il termine medio è predicato in entrambe

• C) La terza è quella in cui è soggetto in entrambe

• D) Vi è infine un quarta figura, non studiata da Aristotele, ma dai logici medievali, in cui il termine medio è

(30)

Sillogismi nelle varie figure: la seconda figura (il medio è predicato in entrambe le premesse)

• A)La prima figura è quella esemplare che abbiamo già trattato

• B) “nessun albero (estremo maggiore) è razionale

(medio)”; “tutti gli uomini (estremo minore) sono razionali

(medio)”; “nessun uomo (estremo minore) è un albero

(estremo maggiore)”.

U

Uomini Esseri razionali

(31)

Sillogismi nelle varie figure: la terza figura (il medio è soggetto in entrambe le premesse)

• C) tutti gli uomini (medio) sono razionali (estremo maggiore)”;

• Tutti gli uomini (medio) sono animali (estremo minore); • Qualche animale (estremo minore) è razionale (estremo

maggiore).

uomini Animali

Esseri razionali

(32)

Sillogismi nelle varie figure: la quarta figura (il medio è predicato nella premessa maggiore e soggetto nella

premessa minore)

Questa figura è stata studiata da Teofrasto, allievo di Aristotele, e da Galeno.

“Tutti gli uomini (estr. maggiore) sono animali (medio)” “tutti gli animali (medio) sono esseri viventi (estr. minore)” “Qualche essere vivente (estr. minore) è uomo (estr.

maggiore)”.

(33)

I modi del sillogismo 1

• Per ciascuna figura ogni proposizione che

compone il sillogismo può essere di 4 tipi:

universale affermativa (a) o negativa (e)

particolare affermativa (i) o negativa (o)

Mnemonicamente tali proposizioni vengono

contrassegnate attraverso le vocali delle

parole latine AdfIrmo e nEgO dove la

primo vocale si riferisce alla proposizione

universale e la seconda a quella

particolare.

(34)

I modi del sillogismo 2

• I quattro tipi in combinazione fra loro nelle tre proposizioni danno 64 modi del sillogismo, che moltiplicati per le quattro figure danno 256 possibilità di combinazione. Di queste però solo 19 sono valide, cioè danno vita ad una deduzione corretta (sono 4 per ogni figura). I logici medievali hanno loro dato dei nomi mnemotecnici, per ricordarsi di quale tipi di proposizione erano composte le due premesse e la conclusione. Per esempio il sillogismo

(35)

Modi validi del sillogismo

I figura (SP) II figura (PP) III Figura (SS) IV figura (PS)

Barbara Cesare Darapti Bramantip Celarent Camestres Disamis Camenes Darii Festino Datisi Dimaris Ferio Baroco Felapton Fesapo Bocardo Fresison Ferison

(36)

Classificazione dei nostri esempi

Nella seconda figura il sillogismo da noi esemplificato, è chiamato cEsArE: poiché è formato da una premessa maggiore universale negativa (E), una premessa minore universale affermativa (A) e infine una conclusione universale negativa (E).

Nella terza figura l’esempio da noi fatto riguarda un sillogismo chiamato dArAptI, perché le due premesse erano entrambe universali affermative (A A) e la conclusione una particolare affermativa (I).

Infine nella quarta figura, dove abbiamo una universale affermativa nella maggiore (A), una universale affermativa nella minore (A) e una particolare affermativa nella conclusione, il sillogismo è del tipo brAmAntIp.

Le consonanti, invece, indicano in questo sistema (consistente, lo ricordiamo, in uno sviluppo medievale della logica di Aristotele) la

(37)

Esempio di sillogismi validi per prima figura

(cfr. www.treccani.it)

Sillogismo Premessa magg. Premessa min. Conclusione

barbara Tutti gli uomini

sono mortali Tutti i filosofi sono uomini I filosofi sono mortali celarent Nessun animale è

pietra ogni uomo è animale nessun uomo è pietra darii Ogni uomo è

ragionevole qualche animale è uomo dunque qualche animale è ragionevole

ferio Nessun pazzo è

essere normale qualche uomo di genio è pazzo dunque qualche uomo di genio non è essere normale

(38)

Esempio di sillogismi validi per seconda

figura (cfr. www.treccani.it

)

Sillogismo Premessa magg. Premessa min. Conclusione

cesare Nessun pesce respira per mezzo dei polmoni

ogni balena

respira per mezzo dei polmoni

dunque, nessuna balena è pesce camestres Tutto ciò che

nuoce alla società è da punire

nessuna virtù è da

punire dunque nessuna virtù è nociva alla società

festino Nessun animale è

albero qualche vivente è albero dunque qualche vivente non è animale

(39)

Esempio di sillogismi validi per la terza

figura (cfr. www.treccani.it)

Sillogismo Premessa magg. Premessa min. Conclusione

darapti Tutti i pesci sono

vertebrati tutti i pesci sono animali acquatici alcuni animali acquatici sono vertebrati disamis Qualche animale è

pennuto;;

ogni animale è vivente dunque qualche vivente è pennuto datisi Ogni animale è vivente qualche animale è

uomo dunque qualche uomo è vivente

felapton Nessun animale è albero

ogni animale è vivente dunque qualche vivente non è albero

bocardo Qualche animale non è

uomo ogni animale è vivente dunque qualche vivente non è uomo

ferison Nessun vizio è amabile qualche vizio reca

(40)

Esempio di sillogismi validi per la quarta

figura (cfr. www.treccani.it)

Sillogismo Premessa magg. Premessa min. Conclusione

bramantip Ogni uomo è animale ogni animale è corpo dunque qualche corpo è uomo

camenes Le ambizioni smodate

sono dannose nessuna ambizione dannosa è ammirevole dunque nessuna ambizione ammirevole è un’ambizione

smodata dimaris Qualche animale è

uomo ogni uomo è ragionevole dunque qualche essere ragionevole è animale fesapo Nessuna azione

volontaria è priva di fine;;

ogni fenomeno privo di fine è meccanico

dunque qualche cosa che è meccanica non è azione volontaria

(41)

Validità del sillogismo

• Un sillogismo è valido quando le conclusioni sono dedotte in modo corretto

Tutti gli uomini sono mortali Socrate è uomo

Socrate è mortale

è un sillogismo valido, mentre Tutti gli uomini sono mortali

Socrate è mortale Socrate è uomo

è un sillogismo non valido perché dal fatto che sia Socrate sia gli uomini appartengono all’insieme dei mortali, non si deduce che Socrate appartenga all’insieme degli uomini.

(42)

Verità del sillogismo

• Il seguente sillogismo:

Tutti gli uomini volano

Socrate è un uomo

Socrate vola

è valido ma non è vero. Perché? Perché parte da

premesse di cui almeno una (la maggiore nel

nostro caso) non è vera. Dunque un sillogismo

vero parte da premesse vere. Se un sillogismo

(43)

Come si ottengono premesse vere?

(1)

• La tematica è stata svolta da Aristotele negli Analitici

secondi. Il problema è tutto nel punto di partenza del

sillogismo e nella verità che esso può esibire:

• Il fatto che le proposizioni non siano contraddittorie – non si può dire per esempio “ogni vivente è morto”, oppure “tutti gli scapoli sono sposati” - è solo una condizione necessaria alla verità delle premesse, ma non sufficiente. Vi sono infatti molte proposizioni non contraddittorie, ma egualmente non vere (“tutti gli elefanti pesano 10 chili” non è contraddittoria, ma non è vera).

(44)

Come si ottengono premesse vere?

(2)

• Le proposizioni universali da cui si parte potrebbero essere costruite per induzione, cioè attraverso l’osservazione di un numero importante di casi e la loro generalizzazione (vedo tante volte uomini morire e generalizzo dicendo “tutti gli uomini sono mortali”). Il guaio è che per essere corretta l’induzione dovrebbe avere sottomano TUTTI i casi possibili. Altrimenti è sempre probabile che sopraggiunga un caso che smentisca la generalizzazione. Dunque l’induzione mi permette di avere un discreta probabilità che le

(45)

Come si ottengono premesse vere?

• Alla fine Aristotele è costretto ad affermare che dei principi

non vi è conoscenza, perché essi sono i punti di partenza delle conoscenze. E se nei sillogismi le premesse di ogni singolo ragionamento, rinunciando all’induzione per voglia di esattezza,possono essere dedotte da premesse ancora più universali, si arriva ad un punto, ai principi più universali della scienza stessa (come lo sono per esempio gli assiomi della geometria) in cui non è possibile andare oltre. Allora bisognerà dire che di tali principi la mente umana ha una intuizione immediata: intuisce cioè coglie in modo subitaneo e sicuro, la loro verità. Ebbene fondamentale nel sillogismo scientifico, che è definito da Aristotele come il sillogismo valido e al tempo stesso vero, è l’intuizione della verità delle premesse, in cui ha un certo ruolo l’esperienza, ma nel quale gioca un ruolo preponderante una capacità innata

(46)

Il principio fondativo di tutta la

logica

• Tutta la costruzione logica poggia su un

principio che Aristotele non ha enunciato nelle

opere logiche, ma nella Metafisica, poiché esso

ha anche un chiaro aspetto ontologico (che il

Filosofo ritiene di primaria importanza). Questo è

il principio di non contraddizione. Dal punto di

vista ontologico esso afferma che “è impossibile

che una stessa cosa sia e assieme non sia”; dal

punto di vista strettamente logico esso afferma:

“è impossibile che un stessa cosa assieme

(47)

La non-contraddizione

• Dal punto di vista logico la formulazione

aristotelica sottolinea che non si può

pensare di attribuire allo stesso oggetto,

secondo il medesimo punto di vista e nello

stesso tempo, un attributo e il suo

contrario. Per esempio non posso dire che

questo libro, adesso e da questo mio

punto di vista, al tempo stesso è rosso e

(48)

La dimostrazione

• Come di tutti i principi del sapere, del principio di

non contraddizione vi è una conoscenza intuitiva

e non dimostrabile. Tuttavia la verità di questo

principio, che dice in sostanza che non è

possibile contraddirsi, si può dimostrare in modo

“controfattuale”, facendo vedere che chiunque lo

voglia negare, lo deve utilizzare. Infatti chi voglia

negare il principio di non contraddizione, vuole

negarlo e basta, e non vuole negarlo e al tempo

stesso affermarlo (violando il principio stesso).

(49)

Il principio su cui poggia l’edificio

del sapere

• Il principio di non contraddizione, che poi verrà associato a quello di identità (una cosa è identica a se stessa e non può essere al temo stesso se stessa e un’altra) e del terzo escluso (tra un affermazione e la sua negazione non vi è vi di mezzo, non vi è una terza strada), è la pietra su cui deve poggiare ogni sapere. Infatti ad ogni scienza si chiede innanzitutto di non essere contraddittoria, altrimenti il suo oggetto non è pensabile. Se essa deve descrivere la realtà, non può farlo in modo da contraddirsi, altrimenti sicuramente sbaglia (il principio ha infatti anche una valenza ontologica, cioè anche l’essere non è possibile che al tempo stesso sia e non sia). Certo, come si è già detto a proposito delle premesse del sillogismo, la non-contraddizione è solo una condizione necessaria perché una scienza sia vera, e non sufficiente. Bisogna poi verificare che l’affermazione unisca nel discorso ciò che è effettivamente unito nella realtà. Tuttavia il fondamento di validità preliminare di un

(50)

La dialettica o il ragionamento

debole

• Il sillogismo che parte da premesse vere è

da

Aristotele

chiamato

“sillogismo

scientifico”.

Esiste però

anche

un

ragionamento che parte da premesse solo

probabili (Topici) “accettabili da tutti,

oppure dalla grande maggioranza, oppure

da coloro che sono oltremodo illustri”.

Questo è il sillogismo dialettico, che serve

(51)

L’eristica

• L’ultima forma di sillogismo è quello

eristico, usato dai sofisti nelle loro dispute.

Si tratta di un sillogismo “ingannatore” che

parte da premesse che APPAIONO vere,

ma non lo sono.

(52)

La retorica

• E’ arte finalizzata alla persuasione e utilizza ragionamenti che partono da premesse comunemente ammesse. E’ utilizzata dai politici e riguarda argomenti attorno ai quali gli uomini e le comunità sono chiamati a prendere una decisione. In particolare la retorica utilizza uno speciale sillogismo, chiamato ENTIMEMA, in cui i passaggi logici sono saltati e da una premessa si passa direttamente alla conclusione: è un sillogismo che utilizza due proposizioni (generalmente la premessa maggiore e la conclusione), sottointendendo la terza. Esso è utilizzato per necessità di sintesi e di efficacia degli argomenti, in cui conta più sottolineare la conclusione raggiunta che non i passaggi attraverso i quali è stata raggiunta.

• Il secondo tipo di ragionamento usato dalla retorica è l’esempio. Esso corrisponde all’induzione: si enunciano casi per illustrare

(53)

La poetica

• In generale per poetica si ntende aristotelicamente

l’arte del produrre (poiein=fare). Ciò comprende

tutto quanto riguarda le tecniche, che aiutando a

produrre manufatti utili, e le “arti belle”, che

producono oggetti belli a vedersi e a contemplarsi.

Nell’opera intitolata “La poetica”, tuttavia, il termine è

usato in senso più ristretto, a significare le arti che

usano la voce e il suono (principalmente dunque la

poesia

accompagnata

dalla

musica),

differenziandosi così dalle arti belle che noi

chiamiamo “figurative” (per es. la pittura e la

(54)

Imitazione

• Le arti poetiche, così come sono intese

nell’omonimo testo, si fondano sull’imitazione,

cioè raccontano imitando ciò che succede nella

realtà, riproducendo nel racconto una seconda

realtà che ha il carattere della verisimiglianza,

descrivendo non esattamente ciò che è

avvenuto, come fanno le discipline storiche, ma

ciò che è verisimile e ciò che è POSSIBILE che

avvenga.

(55)

Il valore conoscitivo dell’arte

• L’arte

in

generale,

basandosi

sull’universale possibile, ha un alto valore

conoscitivo, poiché tende a configurarsi

come rappresentazione dell’essenza delle

cose. In questo Aristotele si distanzia

notevolmente dal suo maestro Platone e

dalla sua idea dell’arte come copia della

copia della realtà.

(56)

Catarsi

• Particolare importanza politica e sociale riveste poi l’arte tragica, cioè la forma d’arte immortale che è stata propriamente inventata dai Greci (di cui si ricordano i tre grandissimi maestri, Eschilo, Sofocle, Euripide). Essa raccontando la sua trama in modo serio ma affascinante, genera negli spettatori pietà e terrore, purificando l’animo da queste passioni (catarsi=purificazione). La catarsi si genera assistendo ad uno spettacolo in modo da provare, in un contesto artificiale, quelle passioni dalle quali ci si deve liberare. La liberazione è proprio una sorta di scarico emotivo (diremmo con linguaggio freudiano), che

(57)

La funzione sociale della poesia

Ancora una volta, contrariamente a Platone, Aristotele dunque valorizza la dimensione creativo-artistica. In particolare nella città i poeti dovevano per Platone essere banditi, in quanto la loro opera abbindolava con un fascino finto la gente, allontanandola dal

ragionamento corretto e dalla spassionata

contemplazione della verità. Proprio per questo ultimo scopo i poeti erano utilizzati spesso dai tiranni per legittimare con le favole il loro regime irrazionale ed oppressivo. Per Aristotele, al contrario, la funzione dei poeti era quella duplice di instradare gli uditori alla considerazione di verità universali e di purificare il loro animo da passioni distruttive per il singolo e per la convivenza civile.

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