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Das stadtbad. Vivere lo spazio pubblico tra terra e lago

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Academic year: 2021

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A Jojo, che abbia sempre la forza e il coraggio

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INDICE

Abstract

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16 66 78 85 20 70 28 74 44 52

1. IL TURISMO BALNEARE E I CAMBIAMENTI NELLA

STRUTTURA INSEDIATIVA

2. L’AREA DI PROGETTO

3. IL PROGETTO

1.1 Da mansio a stazione termale alpina

2.1 Studio dell’area di progetto

3.2 Das Stadtbad

1.2 L’Architettura del Wörthersee

2.2 Concorso per il municipio di Velden (2018) 1.3 Ville e stabilimenti balneari a Velden

3.1 Strategie di intervento

1.4 La tradizione balneare in Europa 1.5 La tradizione balneare oggi

DAS STADTBAD_

vivere lo spazio pubblico tra terra e lago

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ABSTRACT

La nascita dello spazio pubblico è intrinseco alla nascita dei villaggi, delle città, delle metropoli e fin dalle più primitive forme di aggregazione sociale l’uomo ha sempre sentito la necessità di momenti e luoghi da poter condividere con il resto della comunità. Essi avevano un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del gruppo, svolgevano una funzione catartica nei confronti delle paure e delle problematiche che si trovava ad affrontare e allo stesso tempo rappresentavano la possibilità di condivisione, la possibilità di sviluppare il senso di appartenenza che sta alla base della vita collettiva. Non potremmo neanche immaginare una città priva degli spazi di condivisione, sarebbe solamente un agglomerato di edifici privi di connessioni, isolati nella loro incapacità di relazionarsi con l’altro.

Ogni epoca storica, ogni contesto socio-culturale ha dato vita a spazi pubblici di natura assai diversa tra loro,con criticità e potenzialità contingenti ma con lo stesso valore sociale.

Al giorno d’oggi lo spazio pubblico sta vivendo una forte crisi; l’affermarsi di principi di disuguaglianza e disgregazione sempre più soggetti alle leggi di mercato ha portato alla negazione dell’ eterogeneità tipica del vivere sociale, all’ indebolimento dei valori di cittadinanza e alla privatizzazione dei beni comuni. Le condizioni di fruibilità e accessibilità hanno subito un sempre maggior degrado e lo spazio pubblico fatica ad assolvere le sue funzioni di catalizzatore sociale. La riappropriazione dello spazio pubblico e la riaffermazione della sua identità assumono quindi un ruolo di primaria importanza nei processi di riqualificazione urbana e nel futuro delle nostre città.

Nel mio progetto di tesi ho deciso di affrontare tale problematica elaborando un progetto che si ponesse come obiettivo la creazione di condizioni di accessibilità e fruibilità pubblica dello spazio, attraverso la de-privatizzazione

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e la riaffermazione dei principi di eterogeneità e condivisione.

L’interesse per il comune di Velden am Wörthersee è nato durante l’attività di tirocinio che inizialmente ha posto la mia attenzione su un bando di concorso voluto dalla città per riorganizzare gli uffici del comune e ripensare gli spazi pubblici circostanti. Analizzando l’area di progetto è emerso fin da subito una sproporzione tra quelli che erano gli spazi pubblici e gli spazi dedicati invece ad attività ricettive e commerciali di carattere privato. Tale assetto urbano ha gravato maggiormente sull’accessibilità pubblica del lago che si riduce a pochi episodi di scarsa qualità. Il problema di una sempre maggior privatizzazione delle sponde del lago è una problematica che ha coinvolto tutte le località che si affacciano sul Wörthersee; è cominciata agli inizi del ‘900 con l’affermarsi del turismo estivo e non si è mai interrotta.

Il 18 marzo 2017 il consiglio comunale ha deciso di sospendere per due anni la costruzione di ulteriori edifici in prossimità del lago al fine di preservarne l’accessibilità e salvaguardare gli elementi culturali e paesaggistici già fin troppo contaminati. In programma vi è l’elaborazione di un piano di sviluppo finalizzato alla realizzazione di un maggior numero di spazi aperti soprattutto in prossimità del lago. In quest’ottica ho voluto pensare in che modo si sarebbe potuto intervenire per restituire alla città e ai suoi cittadini uno spazio di qualità in grado di rigenerare il sempre più esclusivo rapporto con il lago.

Nella storia di Velden il confine tra terra e acqua ha svolto un ruolo da protagonista; divenuta meta di villeggiatura di una società che aveva riscoperto i benefici della cura del corpo e aveva cominciato a sviluppare il culto dello svago e del tempo libero, le sponde del lago erano il luogo in cui si consumava la vita pubblica. Il paesaggio suscitava un sempre maggior interesse nell’uomo e l’architettura si apriva e si proiettava in esso, rendendolo parte integrante. Moli e stabilimenti balneari divennero luogo d’incontro e condivisione, terreno fertile per lo sviluppo delle relazioni sociali e degli interessi comuni. Nel corso degli anni però, una sempre maggior privatizzazione degli spazi ha reso l’accesso al lago un privilegio di pochi, gli stabilimenti sono diventati un luogo protetto ed esclusivo di cui è possibile usufruire in base alle possibilità economiche; si è assistito ad un impoverimento degli spazi pubblici sia in termini quantitativi che in termini qualitativi.

Ripartendo da quella che è stata la tradizione balneare nelle località alpine

si è deciso di intervenire ripensando e ridisegnando il “waterfront” tramite una sequenza di spazi pubblici vari ed articolati, che dessero continuità al paesaggio ma allo stesso tempo fossero in grado di offrire un ampio e continuo dialogo tra gli elementi urbani e quelli paesaggistici.

Fulcro del progetto è l’edificio del nuovo bagno pubblico che va a completare il sistema di spazi pubblici insieme alla via commerciale “Am Corso” e Gemonaplatz.

L’edificio si sviluppa su due livelli; al primo piano vi è il bar che si relaziona principalmente con la città e la sua dimensione urbana offrendo, però, un punto di vista privilegiato sul lago e il paesaggio circostante. A quota -2m rispetto al livello della strada, troviamo la piattaforma in legno che ospita le attività legate alla balneazione quali sauna pubblica e piscine.

Si è cercato di non creare un confine netto tra la dimensione urbana e quella del lago favorendone un’interazione costante: i dislivelli sono mediati da rampe e scalinate che consentono un passaggio graduale da una realtà all’altra e l’alta permeabilità degli spazi favorisce un utilizzo flessibile e conferisce continuità agli ambienti. Altro elemento caratterizzante del progetto è la copertura a falde che si incastra con l’edificio tramite aperture e cambi di pendenza. Se tale movimento delle superfici da un lato richiama la tradizione architettonica locale dall’altro gli permette di soddisfare nel migliore dei modi le esigenze di spazi diversi tra loro che convivono al di sotto.

Prendendo spunto da altri progetti legati alla balneazione in cui la valorizzazione dello spazio pubblico e l’attenzione per le attività di carattere sociale e aggregativo sono al centro della progettazione, si è cercato di dar vita ad una realtà che sia in grado di suggerire modalità d’uso e di convivenza dello spazio che non compromettano la qualità di esso e che gli consentano di diventare una risorsa per la città.

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The birth of public space is intrinsic to the birth of villages, cities, metropoli-ses and since the most primitive forms of social aggregation man has always felt the need for moments and places to be able to share with the rest of the community. They played a fundamental role in the survival of the group, they played a cathartic function towards the fears and problems it faced and at the same time they represented the possibility of sharing, the possibility of deve-loping the sense of belonging that is the basis of collective life. We could not even imagine a city without shared spaces, it would just be a cluster of bu-ildings without connections, isolated in their inability to relate to each other. Every historical epoch, every socio-cultural context has given life to public spaces of very different nature, with contingent criticalities and potentialities but with the same social value.

Nowadays the public space is experiencing a strong crisis; the establishment of principles of inequality and disintegration increasingly subject to the laws of the market has led to the denial of ‘heterogeneity’ typical of social living, the’ weakening of the values of citizenship and the privatization of common goods. The conditions of usability and accessibility have been increasingly degraded and public space is struggling to fulfil its functions as a social ca-talyst. The re-appropriation of public space and the reaffirmation of its iden-tity therefore assume a role of primary importance in the processes of urban redevelopment and in the future of our cities.

In my thesis project I decided to address this problem by developing a project that would aim to create conditions of accessibility and public usability of space, through the de-privatization and reaffirmation of the principles of he-terogeneity and sharing.

The interest for the municipality of Velden am Wörthersee was born during the internship activity that initially focused my attention on a call for tenders

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wanted by the city to reorganize the offices of the municipality and rethink the surrounding public spaces. Analysing the project area, a disproportion between the public spaces and the spaces dedicated to private accommo-dation and commercial activities immediately emerged. This urban structure has had a greater impact on the public accessibility of the lake, which is reduced to a few episodes of poor quality. The problem of an increasing privatization of the shores of the lake is a problem that has involved all the places that overlook the Wörthersee; it began in the early ‘900 with the rise of summer tourism and has never stopped.

On March 18, 2017, the city council decided to suspend the construction of further buildings near the lake for two years in order to preserve its accessi-bility and preserve the cultural and landscape elements already too contami-nated. In the program there is the elaboration of a development plan aimed at the realization of a greater number of open spaces, especially near the lake. With this in mind, I wanted to think about how we could intervene to restore to the city and its citizens a quality space capable of regenerating the increasingly exclusive relationship with the lake.

In the history of Velden, the boundary between land and water played a leading role; it became a holiday destination for a society that had redisco-vered the benefits of body care and had begun to develop the cult of recre-ation and leisure, the shores of the lake were the place where public life was consumed. The landscape aroused a growing interest in man and the architecture opened and projected into it, making it an integral part. Pier and bathing establishment became a place of meeting and sharing, a fertile ground for the development of social relations and common interests. Over the years, however, an increasing privatization of spaces has made access to the lake a privilege of a few, the establishments have become a protected and exclusive place that can be used according to economic possibilities, there has been an impoverishment of public spaces in terms of both quantity and quality.

Starting from the bathing tradition of the Alpine resorts, it was decided to intervene by rethinking and redesigning the “waterfront” through a sequence of various and articulated public spaces, which would give continuity to the landscape but at the same time be able to offer a wide and continuous dialo-gue between urban and landscape elements.

The heart of the project is the building of the new public baths that completes

the system of public spaces together with the commercial street “Am Corso” and Gemonaplatz.

The building is on two levels; on the first floor there is a bar that mainly rela-tes to the city and its urban dimension, offering, however, a privileged point of view on the lake and the surrounding landscape. At -2m of the street level, we find the wooden platform that houses the activities related to swimming such as public sauna and swimming pools.

An attempt has been made not to create a clear boundary between the ur-ban dimension and that of the lake, favouring constant interaction: the diffe-rences in level are mediated by ramps and staircases that allow a gradual passage from one reality to another and the high permeability of the spaces favours flexible use and gives continuity to the environments. Another cha-racteristic element of the project is the pitch roof that fits into the building through openings and changes of slope. If this movement of the surfaces on the one hand recalls the local architectural tradition on the other hand allows it to meet in the best possible way the needs of different spaces that coexist below.

Taking inspiration from other projects related to bathing in which the enhan-cement of public space and attention to social activities and aggregation are at the center of the design, it has tried to create a reality that is able to suggest ways of use and coexistence of the space that do not compromise the quality of it and that allow it to become a resource for the city.

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IL TURISMO BALNEARE E I CAMBIAMENTI

NELLA STRUTTURA INSEDIATIVA

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Il comune di Velden am Wörthersee si trova in Carinzia, la regione più meridionale dell’Austria, in prossimità di Villach e non distante dai confini italiano e sloveno. Fin da un primo sguardo si può notare come la sua posizione strategica e la presenza del lago (uno dei più importanti dell’Austria) abbiano avuto un ruolo importante nella sua evoluzione e ne abbiano fortemente determinato il carattere. Fondata durante la dominazione romana Velden faceva parte della rete di stazioni di posta e luoghi di ricovero costruiti a sostegno della fitta maglia stradale che ha permesso all’Impero di controllare il vasto territorio conquistato e consentire la circolazione delle merci, dando vita così ad un rigoglioso mercato.

Nasce come mansio sulla strada che da Villach (Sanctium) portava a Virunum, da cui passava la strada principale che collegava l’Adriatico al Danubio, con un ramo che attraversando la Carinzia sud-orientale collegava Virunum alla via dell’Ambra.

Le mansiones, in età imperiale, erano stazione di posta messe a disposizione di coloro che viaggiavano per ragioni di stato ed erano interamente dedicate all’ospitalità del viaggiatore al fine di permetterne un adeguato riposo. Sorgevano lungo tutta la fitta rete stradale ad una distanza di circa 25/28 km l’una dall’altra, che corrispondeva ad una giornata di viaggio. Per coloro che invece non viaggiavano con incarichi ufficiali nacquero forme di ospitalità privata. Infatti, durante il primo periodo dello sviluppo viario le case in prossimità della strada erano tenute, per legge, ad offrire ospitalità ai viandanti e ciò probabilmente portò alla nascita di strutture dedicate quali le Cauponae di natura più modesta, o le Tabernae, più adatte a soddisfare le esigenze dei Patrizi; Intorno ad alcune di esse si sono in seguito sviluppate alcune delle città attuali.

Nel XII secolo Velden apparteneva politicamente al castello di Hohenwarth, che nel corso dei secoli è stato di proprietà dei conti do Ortenburg e Cilli, dell’ordine dei Cavalieri di San Giorgio e degli Asburgo.

1.1 DA MANSIO A STAZIONE TERMALE ALPINA

16 Via dell’Ambra Villach San Pietroburgo Venezia Velden Viruno Velden 17

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La sovranità di Velden, che era diventata indipendente nel 1603, passò in mano dei conti di Dietrichstein nel corso della Controriforma del 1629. La sovranità venne sciolta il 17 marzo 1849 con la lgge comunale che comprendeva le comunità catastali di Velden, Augsdorf, Duel, Lind, Emmersdorf, Kerschdorf, Köstenberg e sand.

Il primo gennaio 1850 questi territori divennero il grande comune indipendente di Velden, nel corso del XIX e XX secolo cambiò più volte le sue dimensioni in seguito alle riforme amministrative fino alla riorganizzazione comunale della Carinzia nel 1972/73 che riportò l’area comunale di Velden alle dimensioni che aveva più o meno nel 1850.

Da piccolo villaggio nato per accogliere funzionari statali e viaggiatori che percorrevano le strade dell’impero, Velden si è sviluppata fino a diventare un’importante località termale alpina, e una delle princiapali mete turistiche dell’ Austria; questo grazie soprattutto alla sua posizione e alla realizzazione di infrasrutture che l’hanno resa facilmente raggiungibile: l’apertura nel 1853 delle rotte via acqua, tramite battelli di linea, che permissero rapidi collegamenti tra le località del Wörthersee e l’innaugurazione nel 1864 della linea ferroviaria ebbero un’importanza decisiva nello sviluppo turistico di Velden.

Nella seconda metà del XIX secolo cominciò a diffondersi in Austria, così come in tutta Europa, la cultura della balneazione e anche Velden, nel 1864 assistette all’apertura del primo stabilimento che diede inizio a quello che sarebbe diventato un vero e prorio boom del turismo termale.

Il 13 marzo 1881 un grosso incendio distrusse la vecchia Velden rurale e contribuì alla sua trasformazione in località turistica balneare, si provvedette infatti ad una celere ricostruzione delle strutture affinchè fossero pronte per l’inizio della nuova stagione estiva.

A renderla ancora più internazionale contribuì la linea ferroviaria de Tauri, completata nel 1909 che con il suo tunnel attraversa la catena montuosa aprendo un importante collegamento con il nord. In seguito venne anche potenziata la rete stradale ed al giorno d’oggi, grazie alle autostrade, Velden è facilmente raggiungibile in auto da qualsiasi direzione.

Il nome “am Wörther See” è stato aggiunto al comune nel 1893 e il 2 maggio 1947 Velden è stato attribuito lo status di comune mercato (Marktgemeinde).

Velden nasce come

Mansio dell’impero romano Prima rotta marittima

1853

Innaugurazione line

ferroviaria Klagenfurt-Villach Un grande incendio distruggela vecchia Velden

Nasce il comune indipendente di Velden

Viene aperto uno dei primi centri di cura e benessere

Velden diventa Marktgemeinde

Blocco edilizio in prossimità del lago

piano di sviluppo che garantisca il libero accesso al lago preservando il paesaggio urbano e naturalistico

1864 1908 1947

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A caratterizzare le sponde del Wörthersee sono le numerose ville, Hotel e stabilimenti balneari, che facendosi spazio tra la vegetazione si affacciano sul lago. Sebbene non esista una vera e propria Architettura del Wörthersee è possibile riconoscere alcuni elementi peculiari che ricorrono nella tradizionale edilizia locale sviluppatasi principalmente nel XIX secolo.

Fino al Medioevo gli unici edifici a trovarsi in prossimità del lago erano castelli, fortezze o case nobiliari appartenenti al clero o a membri dell’alta società. L’uomo medievale rivolgeva il suo interesse al Wörthersee esclusivamente in virtù dell’abbondanza ittica che offriva una possibilità di sussistenza, ma come si può facilmente notare dai piani urbanistici tra 1827-1872, i centri abitati sorgevano a grande distanza dall’acqua. La ragione di tale scelta, se da un lato può essere spiegata dal carattere paludoso dei terreni in prossimità del lago, dall’altro non va dimenticato il contesto socio-culturale dell’epoca che vedeva in esso un pericolo in quanto le sue acque erano considerate possibile dimora di temibili mostri.

Quando, intorno al 1850, la realizzazione di importanti infrastrutture e il conseguente aumento del traffico rese la regione facilmente raggiungibile, si assistette anche alla nascita di numerosi cantieri e al sorgere di edifici in stile architettonico moderno per l’ epoca. I battelli a vapore incominciarono a trasportare oltre alle merci anche le persone, diminuendo notevolmente i tempi di percorrenza tra i vari paesini che si affacciano sul Wörth; la linea ferroviaria, che già consentiva un collegamento diretto e veloce con Vienna (appena 11 ore, che all’epoca erano un grande risultato), venne prolungata a sud verso l’Italia e ciò determinò un notevole impulso del turismo.

Tra il 1870 e il 1880 iniziò una vivace attività edilizia nelle città di Maria Wörth, Reifnitz, Krumpendorf, Pörtschach, Velden e numerose altre località lungo le rive del Wörthersee.

L’inizio dell’attività turistica ha portato alla costruzione di strutture alberghiere e infrastrutture parallelamente ad una suggestiva collezione di ville.

1.2 L’ARCHITETTURA DEL WÖRTHERSEE

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Possedere una casa in località in cui fosse piacevole passare i mesi estivi era in linea con lo spirito dell’epoca e ben presto molte case coloniche e le famiglie che le abitavano dovettero cedere il passo al boom edilizio che riguardò le sponde del Wörthersee;

Tale fenomeno interessò principalmente Pörtschach dove nel 1880 l’imprenditore Carl Ernst Wahliss acquistò i terreni e vi costruì 10 ville. Egli fu presto preso a modello da Hotelier Werzer e nacque così una vivace competizione edilizia che portò alla realizzazione di numerose ville ed edifici fortemente orientati verso il modello Viennese.

Tuttavia quella viennese non è l’unica influenza che si riscontra nell’architettura del Wörthersee. Essa infatti è il risultato di un mix di vari stili e la miglior descrizione che se ne può fare è l’individuazione dei suoi elementi caratteristici come la disposizione della pianta in stile casa inglese o gli elementi presi in prestito dallo Heimatschutzbewegung e dallo Schweizerstil, spesso mescolati con quelli della casa colonica carinziana. La compresenza di stili differenti, la convivenza di timpani classicisti con decori appartenenti all’Art Nouveau, diventa quindi un elemento caratteristico dell’Architettura del Wörthersee, fenomeno che rimane indipendente rispetto agli altri edifici esistenti in Carinzia e ai movimenti che si svilupparono a Vienna e nel resto d’Europa.

Negli anni 80 e 90 dell’ ‘800 l’influenza maggiore sull’Architettura delle ville del lago venne da Vienna e dagli scritti teorici di Heinrich Ferstel che con la fondazione della Wiener Cottage Verein, il 14 marzo 1872, dà vita ad una nuova idea di edificio. Ferstel fondò l’associazione per far fronte alla costante carenza di alloggi a Vienna e si ispirò al modello delle città-giardino inglesi. Il programma prevedeva la realizzazione di case unifamiliari e bifamiliari, i cosiddetti cottage, che avrebbero tutelato la libertà e il diritto di ciascun inquilino di godere di aria fresca, una giusta illuminazione e una vista adeguata, lontano da attività commerciali e produttive che generassero fumi, odori sgradevoli, rumori fastidiosi o che comportassero rischi di incendio. Per attuare tale programma vennero stilate una serie di regole fondamentali che i costruttori avrebbero dovuto rispettare:

- gli edifici non posso avere un’altezza superiore a due piani; - mantenere una distanza minima tra una villa e l’altra

- ogni gruppo di case deve formare un quadrilatero regolare al centro del quale si uniscono i giardini a formare un sistema di verde.

Villa Seehort, 1891_Pörtschach Architetto: Carl Langhammer Foto: H.Kramer, 2006

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L’ideale che era alla base del movimento dei Cottage ha presto portato anche alla realizzazione delle eleganti ville di famiglia, che, con le loro piante asimmetriche, erano concepite seguendo canoni estetici più che funzionali. Gli esempi più belli di queste ville storiche è ancora possibile trovarli lungo le sponde del Wörthersee dove l’architettura dell’epoca ha cercato un modo di vivere nella natura godendo di tutte le sue bellezze ma senza rinunciare alle abitudini, alle comodità e ai vizi della vita urbana; Edmund Tullinger nel 1881 scrisse:

“Ogni anno sono attratto da un’area dove terra e lago si uniscono in modo accogliente, dove le montagne eterne con i loro cumuli verdi e le foreste profumate guardano verso il basso su un paesaggio incantevole, dove la barca scivola liscia danzando sulle correnti, ondeggiando su e giù, come se fosse sinceramente salvato dall’allegria e dalla gioia dei suoi ospiti, dove nelle soleggiate giornate di sole il lago assomiglia a uno smeraldo, intorno al quale si allineano come diamanti bellissime ville e villaggi, dove quasi ogni punto offre al visitatore scorci incantevoli.”

Caratteristica essenziale di questa moda architettonica è quella di consentire un rapporto più stretto tra l’esterno e l’interno attraverso grandi aperture nell’edificio come verande, portici e balconi così da creare zone di transizione e mettere la casa e la natura circostante in rapporto reciproco. Questa tipologia di ville rispecchiava appieno il nuovo stile di vita emergente della classe borghese con la sua voglia di riposo e di svago e il culto per il tempo libero.

Franz Baumgartner (1876-1946) è considerato l’architetto più importante per i suoi numerosi edifici in Carinzia e, soprattutto nella regione del Wörthersee, il suo lavoro ebbe un’influenza decisiva sullo stile delle ville intorno al lago. Egli utilizzava elementi costruttivi tipici del castello e della villa tradizionale, quali basamenti e pilastri in pietra, bow window, logge, verande, frontoni, archi, tettoie con timpani ornamentali, torrette. Ha progettato le sue facciate in modo molto vario e ha mescolato stili diversi e spesso ricorrono nei suoi lavori elementi appartenenti allo Schweizerstil.

Sulle sponde del lago Wörthersee molti degli edifici che fungevano da elementi di passaggio dalla terra ferma all’acqua, quali rimesse per le barche,

Villa Miralago, 1891_ Pörtschach, Architetto: Carl Langhammer, Foto: H.Kramer, 2006 Villa Miralago, 1891_ Pörtschach, Architetto: Carl Langhammer, Foto: H.Kramer, 2006

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moli, stabilimenti balneari, erano decorati in stile Liberty che all’epoca era strettamente legato alla sfera privata e alla vita dell’alta società. Case monofamiliari e ville erano circondate da piccoli parchi, giardini e padiglioni musicali, alberghi e centri benessere, ristoranti, caffè-terrazza, impianti sportivi, così come barche e strutture per la balneazione; ecco dunque che nasce la prima forma di architettura del tempo libero.

Il legno, materiale naturale da costruzione tipico della regione, costituì la base per la progettazione decorativa e costruttiva di gran parte delle strutture balneari. Sebbene la pietra e il cemento armato abbiano ormai sostituito le costruzioni in legno, è possibile vederne alcuni esemplari ancora in ottime condizioni. Anche qui assistiamo ad un mix stilistico tra la tradizione edilizia rurale e l’architettura delle ville urbane. Le decorazioni e gli ornamenti sono presi in prestito, da un lato, dal gusto dell’epoca, dall’altro sono da attribuire alla finalità dell’edificio: trampolini, moli, padiglioni, stabilimenti e rimesse per le barche rappresentano una ristretta forma di architettura per lo più di servizio a ville, alberghi e pensioni; sono piccoli gioielli inseriti nell’ambiente, che creano un’atmosfera unica attraverso le loro forme e la loro capacità di mediare il confine tra terra e acqua.

Rimessa delle barche di Villa Cap Wörth, 1900_Südufer

See Restaurant, 1902_ Krumpendorf

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1.3 VILLE E STABILIMENTI BALNEARI A VELDEN

Hotel Kointsch_1909 Haus Klutzke_1930 Schloss Velden_(1603)_1892_2006 Strandhotel Bulfon_1898 Mösslacherhaus_1909 Villa Gessenharter_1930 Cafe Moro_1791 Hotel Hubertushof_1910 Villa Stelzer_1928 Kuranstalt Engstler_1906/07 Villa Sophie, 1910 Villa Sintschnig, 1929 Villa Gelbmann_1926 Hotel Carinthia_1924

Ville

1 6 2 7 3 8 11 12 13 14 4 9 10 5

Strutture balneari

Badeanstalt Bulfon Badeanstalt Schloss Badeanstalt Ulbing Kursaal Schloss 1 2 3 4 1 2 7 3 8 13 14 4 12 11 6 9 10 5 1 2 3 4

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Schloss Velden

Hotel Kointsch

Anno: 1909

Indirizzo:Velden, Karawankenplatz 2 Architetto: Franz Baumgartner

Costruito dal barone Bartholomäus Khevenhüller tra il 1590-1603 è diventato punto di riferimento della vita sociale del suo tempo. Nel 1762 un incendio distrusse gran parte dell’edificio rinascimentale, originariamente a tre piani, con quattro torri angolari poligonali e ampi edifici agricoli.

Il primo ospite delle terme nel senso moderno del termine fu il principe Johann di Liechtenstein nel 1832.

Viene quindi acquistato nel 1890 dall’industriale viennese di porcellane Ernst Wahliss che tra il 1891 e il 1892 lo fa ricostruire dall’architetto Whilelm Hess in stile neorinascimentale del 1600 e lo trasforma in un albergo.

Nel 1909 viene venduto al comune di Velden.

Tra gli anni ‘20 e ‘30 la restaurazione è a cura dell’architetto Franz Baumgartner.

Negli anni si susseguono diversi proprietari e ci saranno anche periodi di inattività.

Nel 2005 la società proprietaria dell’immobile intraprese grossi interventi di sistemazione e nel 2011 viene acquistato dall’attuale proprietario.

È uno dei primi edifici di Baumgartner in Carinzia e può essere considerato l’edificio chiave per la caratteristica architettura del Wörthersee. Qui sono già disponibili tutti i motivi che Baumgartner varierà in seguito in una forma così ricca e variegata. L’Art Nouveau, il romanticismo regionale, l’architettura rurale barocca e inglese hanno portato qui ad un vocabolario architettonico incredibilmente vario che può essere utilizzato in ogni situazione, quali possono essere contesti di vita pubblica o privata. Baumgartner ha creato un catalogo di strumenti per la cosiddetta architettura del Wörthersee, in grado di soddisfare tutte le esigenze di una sofisticata architettura ricreativa.

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Mösslacherhaus

Anno: 1909

Indirizzo:Velden, Karawankenplatz 1 Architetto: Franz Baumgartner

Questo edificio mostra la comprovata combinazione di romanticismo nazionale tedesco e stile country house inglese, a cui si può attribuire la sala centrale a due piani realizzata in legno.

La Mösslacherhaus forma un importante complesso urbano con altri due edifici di Baumgartner sulla Karawankenplatz, l’adiacente Hotel Kointsch e l’Hotel Carinthia, dall’altra parte della rotonda, conferendo alla piazza centrale di Velden ha un aspetto particolare.

Hotel Carinthia

Anno: 1924

Indirizzo:Velden, Karawankenplatz 3-4 Architetto: Franz Baumgartner

Negli anni ‘20 era ancora possibile integrare edifici alberghieri di grandi dimensioni con edifici di piccole dimensioni servendosi degli elementi architettonici tipici del Heimatschutzbewegung, soprattutto attraverso la dissoluzione formale della zona del tetto (timpani, lucernari, abbaini,etc.)

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Hotel Hubertushof

Anno: 1910

Indirizzo:Velden, Am Corso 19 Architetto: Franz Baumgartner

L’edificio è stato costruito come una villa da affittare con 2 unità abitative per piano. Della facciata dell’Hotel Kointsch, sempre di Baumgartner, qui non ritroviamo quasi nulla, resta solo la scala con vetrate secessioniste.

Oggi l’edificio presenta importanti modifiche alla facciata principale.

Strandhotel Bulfon

Anno: 1898

Indirizzo: Am Corso 11/seepromenade1 Architetto: Ritter Schurrde

La facciata e l’area d’ingresso sono state trasformate in modo incoerente rispetto allo stile originale: al piano superiore, al posto dell’originale struttura tripartita è stato installato un balcone continuo; La simmetria è stata distrutta, il portale d’ingresso centrale è sfigurato in modo evidente, cosicché l’edificio odierno non mostra nulla della sua precedente composizione di facciata.

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Villa Sophie

Anno: 1910

Indirizzo:Velden, Kirchenstrasse 11 Architetto: Franz Baumgartner

Sophie Mösslacher è stata cliente di Baumgartner per decenni. Questa villa corrisponde alle prime ville romantiche inglesi di Baumgartner con forti tradizioni locali.

Villa Sintschnig

Anno: 1929

Indirizzo: Velden, Kranzlhofener Strasse 5 Architetto: Franz Baumgartner

Intorno al 1930 Baumgartner enfatizzò l’orizzontalità delle facciate attraverso le cornici perimetrali della base inferiore e dell’architrave. La riduzione della decorazione crea un effetto cubico degli edifici.

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Cafe Moro

Anno: 1791

Indirizzo:Velden, Kirchenstrasse 11 Proprietario: Eduard Moro

Kuranstalt Engstler

Anno: 1906/07

Indirizzo: Velden, Kärntner Straße 3 Architetto: Josef Viktor Fuchs

Il progetto è stato originariamente disegnato dal maestro costruttore Heckel da Villach. Rivisitato poi da Josef Viktor Fuchs di Pörtschach, (che progettò anche l’adiacente stabilimento balneare Schloss), il costruttore Lukas Schranz realizzò la villa secondo il progetto di Fuchs nel 1906/07. L’annesso centro termale è stato costruito dal maestro costruttore Bulfon nel 1908.

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Haus Klutzke, 1930_ Rosentaler Strasse 10

Villa Gessenharter, 1930_ Rosentalerstrasse 12

Rosentaler Strasse

Si tratta di un sistema di ville tutte realizzate da Baumgartner.Le quattro ville sono situate in fila ininterrotta sul lato nord-occidentale di Rosentaler Strasse e formano ancora oggi un insieme quasi indisturbato.

Villa Stelzer, 1928_ Rosentalerstrasse 14

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Stabilimenti balneari di Velden

Badeanstalt Schloss Velden, 1905_ Josef Victor Fuchs

Kursaal Schloss, 1919_ Franz Baumgartner

Badeanstalt Ulbing,1910

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1.4 LA TRADIZIONE BALNEARE IN EUROPA

Per molto tempo, il tempo libero è stato riservato solo alla nobiltà. con l’Illuminismo, le condizioni cambiarono e il desiderio di allargare i propri orizzonti divenne sempre più popolare tra la borghesia. Oltre al desiderio di educarsi e di conoscere le culture straniere, è emersa la necessità di un’intensa esperienza della natura, di paesaggi incontaminati, di pace e relax lontano dai ritmi frenetici delle grandi città.

Già nel XVII e XVIII secolo Pyrmont, in Bassa Sassonia, e più tardi, nella prima metà del XIX secolo, le città tedesche di Wiesbaden, Bad Ems, Kissingen e Baden-Baden divennero centri termali di fama internazionale. Le località balneari sono un’invenzione britannica, anche se non c’è quasi più nulla che lo indichi. I primi e più famosi furono realizzati nel XVIII secolo a Scarbourough e Brighton.

All’inizio del XX secolo, in Gran Bretagna erano state fondate già una sessantina di località balneari. Erano come le terme dell’entroterra, inizialmente rifugi dell’aristocrazia e della borghesia, ma nel corso del tempo dovettero anche aprirsi socialmente.

L’esportazione nel continente del prototipo inglese di stabilimento ha portato ad una diffusione a livello europeo di località balneari, che si sono sviluppate sulle coste della Germania (sul Mar Baltico e Mare del Nord) e la Francia. Le terme austriache del XIX secolo erano conosciute in tutta Europa, le élite politiche e artistiche si trovavano a Karlovy Vary, Franzensbad, Marienbad e Teplitz-Schönau. A Baden, nei pressi di Vienna, si incontravano invece la famiglia imperiale e gli artisti di Vienna. L’imperatore Franz Joseph si recò a Baden dal 1803 al 1834, quando la famiglia imperiale trasferì la sua residenza estiva a Bad Ischl.1

Non solo il turismo termale, ma anche le località turistiche estive sono sempre state strettamente legate allo sviluppo della rete ferroviaria. La cosiddetta stazione turistica estiva borghese, che inizialmente si trovava nelle grandi città, prevedeva di solito un soggiorno più lungo della moglie,

Velden ,1950 1. Wallner, 1991, p.29.

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i figli e la maggior parte del personale durante i mesi estivi, mentre il capofamiglia in molti casi li raggiungeva solo nei fine settimana e si recava in viaggio d’affari durante i giorni feriali. Grazie ai collegamenti ferroviari che rendevano possibili viaggi a prezzi accessibili anche i membri della classe media furono presto in grado di trascorrere l’estate in campagna, sebbene con più parsimonia e non alloggiando nella propria villa.2

Rispetto al resto dell’Austria, i laghi della Carinzia, con le loro acque tiepide e il bel tempo, hanno avuto un vantaggio significativo.

Uno scritto dell’abate di Viktring del 1624 testimonia che i Gesuiti avevano già dei bagni a Pörtchach, sul lago Wörthersee e che una comunità di nobili e prelati frequentava la località balneare. Per molto tempo la gente del posto non ebbe alcuna familiarità con la balneazione e il lago era apprezzato unicamente per l’abbondanza di pesce.

Le città non si erano mai aperte verso l’ambiente circostante fino agli inizi del XIX secolo quando hanno cominciato a scoprire i loro dintorni e valorizzarne gli aspetti ricreativi; l’ampliamento degli orizzonti borghesi coinvolse anche klagenfurt che si modernizzò e si cominciarono a fare escursioni sulle colline circostanti e da lì ammirare la superficie turchese del lago Wörthersee. Alla base dello sviluppo della balneazione vi è la comprensione dell’importanza dell’igiene personale e della salute. Tali conoscenze, che già erano sviluppate nell’antichità, caddero in oblio per molti secoli e riacquistarono importanza solo alla fine del XIX secolo. Sebbene la balneazione, nella forma in cui la conosciamo oggi, si sia affermata molto tardi in Europa, ha una lunga tradizione.

La cultura dei bagni termali risale all’antichità, già i Romani infatti erano a conoscenza degli effetti curativi che avevano sulla salute e i centri termali avevano una vera e propria funzione sociale; erano luoghi di socializzazione e relax in cui i cittadini si recavano senza distinzione di classe sociale e vi passavano diverse ore dedicandosi non solo alla cura del corpo, ma anche della mente.

La tradizione balneare del

Wörthersee

2. Brusatti, 1984, p.83.

Velden,1929

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Con il declino dell’Impero Romano cadde in disuso anche la cultura termale e la conoscenza delle sorgenti d’acqua curativa rimase di dominio delle popolazioni che vivevano nelle immediate vicinanze; bisognerà aspettare l’inizio del XIII secolo per avere nuovamente testimonianze di persone che intraprendono un viaggio con il solo scopo di visitare località termali.

Ma solo nel XIX secolo emergerà di nuovo la consapevolezza del legame tra cura del corpo e salute, non affatto scontato prima d’allora. Tale conoscenza diviene una questione pubblica il cui obiettivo principale è rafforzare la salute dei lavoratori. Nelle grandi città furono costruite delle terme che dovevano essere disponibili a prezzi facilmente accessibili, soprattutto per le classi operaie, al fine non solo di prevenire malattie ed epidemie, ma promuovere anche un’elevazione morale attraverso la pulizia e la cura del corpo. Tuttavia non fu facile perseguire tale obiettivo, inizialmente non mancavano solo le strutture in grado di far fronte al numero di cittadini, ma a venir meno era proprio il desiderio della popolazione di fare il bagno; le grandi masse erano totalmente indifferenti o addirittura contrarie, convinte del fatto che il loro corpo non fosse adatto a tollerare il bagnato. Ci è voluto più di un decennio prima che le varie associazioni di sanità pubblica,medici si impegnassero a convincere la popolazione a provvedere ad un adeguato miglioramento della loro igiene personale.

Nelle città vengono costruiti dei bagni pubblici in cui era possibile trovare piscine, ma anche vasche e docce. All’epoca venne anche incoraggiata la realizzazione di strutture che rendessero possibile la balneazione stagionale in fiumi e laghi. Furono soprattutto le piscine coperte con acqua riscaldata, indipendenti dalle condizioni climatiche, a godere di grande popolarità. La quantità e le dimensioni dei bagni vennero calcolate in base al numero di abitanti e al bacino idrografico, così da far fronte alle reali necessità di ciascuna zona. La sempre maggior diffusione delle strutture per la balneazione, nate inizialmente per ragioni igienico-sanitarie, portò anche a sviluppare un desiderio di attività fisica in acqua; in prossimità di laghi e fiumi la balneazione divenne una vera e propria moda e si sviluppò il turismo termale che portò alla realizzazione di infrastrutture e servizi dedicati all’accoglienza e l’intrattenimento dei turisti quali alberghi, ristoranti, caffetterie, sale per concerti, etc. È così che si è sviluppato il turismo come lo conosciamo oggi e il prerequisito fondamentale fu l’ascesa della borghesia che sostituì la società feudale, determinando un grosso passo avanti nella

Militärschwimmschule, Klagenfurt 1923

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società, accompagnato da un’impennata della modernizzazione che vide nascere i visitatori estivi dei laghi. Fino agli anni novanta del ‘800 i principali centri termali dell’Austria si trovavano a nord delle Alpi ma con lo sviluppo del turismo e delle infrastrutture cominciarono a nascere stazioni termali anche in località più a sud, lungo la linea ferroviaria, fino a raggiungere il mare, che con le sue acque salate e il suo clima mite si contrapponeva alle località monostagionali del nord. Si assistette quindi ad un boom edilizio nella cosiddetta Riviera Austriaca, ovvero nell’Adriatico settentrionale, lo stile architettonico differiva poco da quello dell’entroterra anche se oggi di questa ricca architettura lignea non rimane quasi nulla.

Un esempio di cui abbiamo documentazione è il Bagno Maria a Trieste, uno stabilimento galleggiante costruito nel 1857 e distrutto da una tempesta nel 1911. La struttura in legno poggiava su travi a vista a loro volta poggiate su corpi galleggianti in ferro zincato. I forti ancoraggi mantenevano l’edificio nel sito prescelto; la struttura era raggiungibile solo tramite una scalinata era diviso in bagni per signore, uomini e famiglie; le cabine e le camere singole erano rivestite in legno e delimitate da una doppia parete anch’essa in legno. I corridoi e le piscine erano a cielo aperto ma potevano essere coperti con un sistema di tendaggi per proteggerli dagli agenti atmosferici, e vi era anche la possibilità di nuotare in mare aperto. Durante l’inverno lo stabilimento balneare veniva spostato in una posizione completamente protetta.

Bagno Maria, pianta e sezione Bagno Maria, Trieste

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1.5 LA TRADIZIONE BALNEARE OGGI

La cultura della balneazione, e di conseguenza anche i suoi edifici, hanno continuato a svilupparsi nel tempo. Non solo è cambiato il linguaggio formale ma sono stati sperimentati anche materiali più durevoli rispetto al legno: dopo la seconda guerra mondiale la costruzione dei bagni con materiali più resistenti è già consolidata e molti furono realizzati in cemento, considerato all’epoca un materiale moderno e adeguato ad edifici di tipo ricreativo, raggiungendo il suo apice negli anni ’60 e ’70.3

Al giorno d’oggi invece si è tornati all’uso del legno, che grazie a nuove tecnologie di conservazione ha una durata nel tempo maggiore. Il ritorno all’utilizzo di materiali naturali, oltre a motivi legati all’architettura tradizionale è da attribuire ad una crescente attenzione per l’ambiente e l’affermarsi di principi di ecosostenibilità. Tema centrale dell’architettura balneare rimangono lo svago e il tempo libero, lo stabilimento altro non è che un prolungamento dello spazio pubblico, elemento di mediazione tra la dimensione urbana e quella naturale, che permette ai cittadini di godere di tutti benefici dell’acqua e svolgere attività ricreative dalla forte valwnza aggregativa.

Gli esempi riportati di seguito descrivono in modo significativo le tendenze dell’architettura balneare alpina e dei fiordi nordici al giorno d’oggi, dove l’attenzione per la natura e per i cittadini hanno portato alla realizzazione di spazi dall’alto valore sociale e culturale.

Velden 3. Jäger-Klein, 2007, p.31

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Anno: 2010

Località: Lochau, Austria

Architetto: Karl Schwaerzler, Theo Lang Area: 936.0 mq

Un molo lungo 42 metri collega la struttura a palafitte situata sulla costa orientale del Lago di Costanza alla zona ricreativa omonima sulla riva. Utilizzando un vocabolario formale contemporaneo riprende la tipologia tradizionale del mar Baltico. Sulla piattaforma, sostenuta da 30 colonne in cemento armato, poggia una struttura semplice ad un solo piano. Ospita un ristorante vetrato (dalla cui terrazza i accede al solarium), così come spogliatoi, docce e servizi igienici. Le numerose persiane a libro, che costituiscono lo strato più esterno della facciata, e le porte scorrevoli in vetro dietro di esse, consentono un utilizzo flessibile dell’edificio; poiché il bagno può essere completamente aperto o, al contrario, chiuso e protetto, ad esempio, da intemperie, ciò permette una notevole varietà di combinazioni spaziali. L’uso del legno è una costante e gli architetti hanno fatto una scelta di sostenibilità utilizzando l’abete bianco proveniente dalle foreste vicine; il bagno è dotato di un sistema di ventilazione controllata e di recupero di calore, che permette di mantenere temperature gradevoli sia in estate che in inverno, nel pieno rispetto dell’ambiente.

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Anno: 2016

Località: Zurigo, Svizzera

Architetto:T. Emerson studio, ETH Zurich

Nato nell’ambito di MAnifesta 11 (European biennial of contemporary art), il progetto è stato realizzato dalla collaborazione di 32 studenti sotto la guida di Tom Emerson. Un’isola di legno che galleggia sul lago di Zurigo si propone come un frammento di spazio urbano racchiuso da 5 edifici: una torre, una tribuna, un bar, un solarium con cabine spogliatoio al disotto, una piscina centrale con schermo cinematografico, e tre generose scale che conducono al lago. In essa si condenano diverse attività di carattere culturale e sociale e funge da punto d’incontro per la comunità.

La struttura è realizzata quasi interamente in legno (abete rosso europeo) e tutti i giunti sono stati progettati per essere semplicemnte avvitati tra loro. Il risultato è un eccezionale spazio pubblico che galleggia sullo sfondo del centro cittadino.

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Il comune svizzero di Riehen, al confine con la città di Basilea, si trova nella valle del fiume Wiese, dove il progetto di Herzog & De Meuron va a sostituire il vecchio bagno ormai obsoleto, proponendo un innovativo concetto di tabilimento pubblico con tecniche naturali per il filtraggio dell’acqua e la piscina standard con forma geometrica viene sostituita da un lago balneabile, da qui è nata l’idea di sviluppare l’edificio riprendendo i tradizionali bagni in legno che sorgevano sul Reno. Il sito è schermato su due lati da un muro di legno di recinzione: a nord verso la strada e ad ovest da adiacenti proprietà private. Il perimetro meridionale rivolto verso il fiume è invece aperto, delimitato solo da una siepe verde. Sul fronte orientale, la recinzione in legno si fonde con l’edificio dei servizi, che incorpora l’ingresso e le strutture di supporto, mentre la parete lungo il confine settentrionale e occidentale offre un solarium di 200 m di lunghezza con poltrone reclinabili.

NATURBAD RIEHEN

Anno: 2014

Località: Riehen, Svizzera Architetto:Herzog & De Meuron Area: 15243 mq

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Il Limfjord stesso, il più grande paesaggio fiordo in Danimarca, è il grande potenziale del Parco del fiordo di Vestre. Qui si trova una natura vera: acqua, uccelli, pesci, campi, spiagge e prati, che insieme ad un’ampia varietà di attività fisiche e strutture all’aperto creano lo scenario per nuove esperienze attive legate alla natura e alla città. L’idea alla base del progetto è quella di incoraggiare il contatto diretto con il fiordo stabilendo una migliore accessibilità dalla terraferma al mare. Allo stesso tempo, il progetto mira a rafforzare la storia del paesaggio con una struttura edilizia multifunzionale che incornicia le numerose attività potenziali sull’acqua. Il taglio preciso tra i due spazi d’acqua è definito dall’istmo che unisce paesaggio e struttura costruita, proprio dove le esperienze di fiordo, attività e parco diventano un tutt’uno.

VESTRE FJORD PARK

Anno: 2017

Località: Aalborg, Danimarca Architetto: ADEPT

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Il porto di Copenhagen da zona industriale quale era è stato trasformato in un centro culturale e sociale della città. Lo stabilimento balneare è stato determinante in questa evoluzione. Si estende il parco adiacente sopra l’acqua, incorporando le esigenze pratiche e le richieste di accessibilità, sicurezza e flessibilità programmatica. Invece di imitare la tradizionale vasca da bagno coperta danese, l’ Harbour Bath offre un paesaggio portuale urbano con bacini di carenaggio, moli, rampe per barche, scogliere, parchi giochi e pontili. La piattaforma media il passaggio dalla terra all’acqua, rendendo possibile per i cittadini di Copenaghen fare il bagno nel centro della città. Le persone si recano all’Harbour Bath non necessariamente per fare esercizio fisico, ma soprattutto per socializzare, giocare e godersi il sole. Ciò significa che l’acqua non solo dovrebbe essere in grado di ospitare attività più interattive e ludiche rispetto al nuoto, ma la terra dovrebbe anche offrire un ambiente più accogliente e desiderabile. L’accesso è gratuito, ma per motivi di sicurezza i bagnini devono essere in grado di controllare il numero di visitatori.

COPENHAGEN HARBOUR BATH

Anno: 2003

Località: Copenhagen, Danimarca Architetto: PLOT = BIG + JDS Area: 2500 mq Continuità Sicurezza Accessibilità Playground Nuoto

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Velden am Wörthersee è un comune austriaco nel distretto di Villach-land, nel sud della Carinzia, non lontano dai confini italiano e sloveno. La cittadina, di quasi 9000 abitanti, si affaccia sull’estremità occidentale del lago Wörthersee. Località turistica molto conosciuta ed apprezzata ha cominciato a svilupparsi alla fine del XIX secolo, quando la realizzazione di importanti infrastrutture, quali la ferrovia, la strada dei Tauri e le rotte lacustri, hanno consentito l’affermarsi del turismo balneare. L’edificato, che fino ad allora manteneva una certa distanza dal lago, incominciò a spingersi fino alle sponde del Wörthersee dove vennero costruite ville private, alberghi, stabilimenti balneari e strutture ricettive e di servizio atte a soddisfare le esigenze di un numero sempre cresscente di visitatori e villeggianti.

Nel corso degli anni Velden ha mantenuto e sviluppato il suo carattere di cittadina turistica e ancora oggi è un’importante meta di villeggiatura non solo estiva, essa infatti grazie alle strutture dedicate alla cura del corpo, la presenza del Casinò e la vicinanza agli impianti sciistici è in grado di attirare visitatori anche nei mesi invernali.

In seguito ad ulteriori intensificazioni dell’attività edilizia, sempre più soggetta a logiche economiche e di privatizzazione, si è arrivati oggi ad una configurazione del territotrio in cui le sponde del lago sono monopolio di strutture ricettive e circoli privati riservati ad un’utenza dalle ampie possibilità economiche. L’alta privatizzazione del suolo ha portato ad un conseguente calo non solo in termini quantitativi ma anche in termini qualitativi dello spazio pubblico.

2.1 TUDIO DELL’AREA DI PROGETTO

Molo Banchina Strandpark 1:2000 SEZIONE C-C Seespitz club Seecorso Kurpark INFRASTRUTTURE EPOCA STORICA SPAZI APERTI E PERCORSI

LEGENDA

Parchi Verde comune

Parchi Privati (Castello) Percorsi pedonali pubblici Percorsi pedonali privati

1822-28 1920 1960 1920 Spazi aperti Edifici 1990 1990 2015 2006 In progetto

(concorso per il municipio di Velden, 2018) Strade regionali primarie Strade regionali secondarie Strade comunali Collegamento lacustre Molo

USO DEL SUOLO

Verde Servizi Residenziale Ricettivo Terziario Commerciale

Strutture ricreative private

(Club nautico,Casinò)

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Da un’analisi degli elementi presenti sul territorio ad emergere è la difficoltà degli spazi pubblici a trovare spazio tra le numerose strutture ricettive ed ancor più debole è il loro rapporto con il Wörthersee; Le occasioni che i cittadini hanno di accedere al lago in modo autonomo sono ridotte al minimo e per lo più mediate da strutture private che si sono negli anni garantite l’esclusiva delle sponde del Wörthersee.

I percorsi pedonali si interrompono e si adattano ai confini delle proprietà private e la tipologia di spazi pubblici esistenti è fortemente legata alle attività commerciali. Tuttavia negli ultimi anni il comune ha sostenuto una serie di interventi a favore della dimensione pubblica seguendo i principi di spazio condiviso come per il ridisegno di Am Corso del 2014, dove tramite il design urbano si è cercato di consentire una maggior integrazione tra le attività sociali e le esigenze dei trasporti, e il bando di concorso, conclusosi nel marzo del 2018, per la riorganizzazione del municipio e degli spazi pubblici circostanti.

Il 18 marzo 2017 il consiglio comunale ha deciso all’unanimità di sospendere per due anni l’attività edilizia al fine di evitare la continua realizzazione di barriere sul lago o in prossimità di esso. L’obiettivo è quello di preservare il libero accesso al lago per gli abitanti del luogo e i turisti, e il patrimonio urbano e paesaggistico già troppo inquinato, in vista di un piano di sviluppo da elaborare entro fine 2018, che creerà più spazi aperti e spazi verdi, soprattutto sulle rive del Wörthersee.4

SEZIONE A-A 1:2000 Gemonaplatz Kurpark Seespitz club Rosentalerstraße 1:2000 SEZIONE B-B Castello Schlosspark Molo Strandpark Seecorso SEESPITZ_club privato Strandbad Leopold FilialKirche Heilige Jakob

Municipio di Velden

Rosentalerstraße

Wahlisstraße See Corso

Am Corso A C C B B A

Parchi privati (castello, stabilimeneti) Spazi perti pubblici

Percorsi pedonali privati Verde pubblico Percorsi pedonali Progetto di concorso Edifici pubblici d’interesse Strade principali Molo d’attracco

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PROGETTO PER L’EDIFICIO DEL COMUNE DI VELDEN (2018)

Il comune di Velden ha indetto un bando di concorso per la riorganizzazione del municipio e la realizzazione di una nuova struttura che ospitasse unità abitative e attività commerciali. L’obiettivo del concorso, oltre la riorganizzazione degli uffici comunali, è il riassetto dello spazio pubblico circostante, tramite un disegno unitario che potesse collegare Rosentalerstraße e Gemonaplatz. A marzo 2018 è stato nominato vincitore il progetto dello studio AAPS che propone un sistema di tre edifici collegati tramite una sequenza di spazi pubblici situati a paino terra e collegamenti pedonali che permettono una libera e fluida fruizione degli spazi. Gli uffici comunali sono collocati nel primo edificio, ovvero la storica Villa Schranz mentre nei due complessi di nuova costruzione sono previste attività pubbliche e commerciali al piano terra e unità abitative in quelli superiori. Il programma funzionale e l’organizzazione degli uffici comunali secondo principi legati al grado di frequentazione dei vari servizi permette una convivenza armoniosa delle numerose attività che si svolgomo all’interno del complesso. Rosentalerstraße e Gemonaplatz vengono coleggate tra loro non solo tramite un acontinuità degli sapzi, ma anche tramite un disegno del suolo che riporta i motivi grafici della piazza anche su Rosentalerstraße. Anno: 2018 Architetto: AAPS Concorso: (Gemeindeamtsgebäude Velden am Wörthersee)

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In seguito alle analisi svolte si è deciso di intervenire in tale contesto seguendo i principi di fruibilità e accessibilità degli spazi con l’obiettivo di dare continuità alla dimensione pubblica e garantire un’offerta ampia ed eterogenea di modi d’uso. Gli strumenti che si sono utilizzati sono la deprivatizzazione delle sponde del lago, l’omogeneità del design urbano, la riorganizzazione della viabilità, e il rafforzamento dei collegamenti pedonali.

L’idea di dar vita ad uno stabilimento balneare pubblico nasce dalla volontà di ricostruire il rapporto tra il lago e la città e di rafforzarne la dimensione pubblica partendo proprio da quella che è stata la cultura balneare che da sempre ha influenzato lo sviluppo di Velden. Il progetto va inoltre a completare la sequenza di spazi pubblici dell’Am Corso e di Gemonapltz creando un sistema composto da tre diverse realtà che lavorano sinergicamente: - la via commerciale;

- la piazza del comune; - lo stabilimento balneare

Lo stablimento diviene dunque fulcro di un progetto più ampio che coinvolge l’intero centro cittadino e si serve di più elementi.

Particolare attenzione è rivolta ai percorsi pedonali; la realizzazione di nuovi collegamenti mette in contatto diretto i principali punti d’interesse, come la chiesa, il municipio e lo stabilimento, garantendo una maggior permeabilità e fruibilità degli spazi. Maggior sostegno alla maglia dei percorsi pedonali viene dato dalla piantumazione quale elemento costante lungo il percorso principale che attraversa per intero l’area costeggiando le sponde del lago e da cui si diramano i percorsi secodnari che lo connettono con il resto della città. È stato scelto di utilizzare l’acero montano, tipico di questa regione, inoltre già presente nello Strandpark e nel Kurpark.

Gli spazi verdi rappresentano un altro elemento di mediazione tra la dimensione urbana e il lago, e ve ne sono di due tipi: il parco lineare che si sviluppa lungo le sponde del Wörthersee e il Kurpark adiacente la piazza del comune. Mentre il primo si realziona da un lato con la strada e dall’altro con

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il molo e la banchina, il secondo si trova a convivere con una maggior varietà di situazioni, svolge il ruolo di vero e prorpio parco urbano e allo stesso tempo fa da sfondo allo stabilimento balneare.

Dal punto di vista della viabilità si è deciso di favorire una maggior pedonabilità di Gemonaplatz limitando il transito ai soli residenti, il collegamento con il See Corso avviene dunque in entrambi i sensi di marcia tramite Wahlisstraße. L’insieme di questi interventi ha dato vita ad un sistema vario e flessibile che vuole proporre un rinnovato rapporto tra città, elementi naturali e cittadini; è un progetto che vede nello spazio pubblico un valore imprescindibile e cerca di creare le condizioni necessarie perchè esso possa esprimere al meglio le sue potenzialità, offrendosi come risorsa per la crescita urbana e collettiva.

SISTEMA SINERGICO DI SPAZI PUBBLICI

PIANTUMAZIONE PERCORSI PEDONALI

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3.2 DAS STADTBAD

Das Stadbad, fulcro del progetto, si inserisce in una posizione strategiaca da cui assolve la sua funzioni di tramite tra la città e il Wörthersee. L’edificio si sviluppa su due livelli; al primo piano vi è il bar che si relaziona principalmente con la città e la sua dimensione urbana offrendo però, un punto di vista privilegiato sul lago e il paesaggio circostante. A quota -2m rispetto al livello della strada, troviamo la piattaforma in legno che ospita le attività legate alla balneazione quali sauna pubblica e piscine. L’accesso principale all’edificio avviene tramite un sistema di collegamenti verticali che dalla piazza permette di raggiungere i vari ambienti. Si è cercato di non creare un confine netto tra la dimensione urbana e quella del lago favorendone un’interazione costante: i dislivelli sono mediati da rampe e scalinate che consentono un passaggio graduale da una realtà all’altra e l’alta permeabilità degli spazi favorisce un utilizzo flessibile e conferisce continuità agli ambienti. Lo stabilimento è un vero proprio prolungamento dello spazio pubblico che dal kurpark si estende verso il lago e grazie alle sue piscine e le varie strutture per attività sportive e ludiche legate alla balneazione permette al visitatore un contatto diretto col lago. Per quanto riguarda l’edificio la continuità si è cercata nel rapporto tra interno ed esterno, il quale viene sempre mediato da ambienti di passaggio che consentono un cambiamento graduale e offrono riparo da agenti atmosferici sia durante i mesi invernali che quelli estivi.

Il rapporto con il lago rimane tema centrale di tutto il progetto e sia il caffè che la sauna si aprono verso di esso; il primo tramite un ampia terrazza

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da cui è possibile ammirare le sponde del Wörthersee. La sauna invece oltre al contatto visivo, possibile grazie ad un’ampia vetrata nell’area relax, consente al visitatore un accesso diretto all’acqua, sarà dunque possibile il tradizionale alternanrsi delle sedute negli ambienti caldi e i bagni nelle acque fredde del lago.

Altro elemento caratterizzante del progetto è la copertura a falde che si incastra con l’edificio tramite aperture e cambi di pendenza. Se tale movimento delle superfici da un lato richiama la tradizione architettonica locale dall’altro gli permette di soddisfare nel migliore dei modi le esigenze di spazi diversi tra loro che convivono al di sotto.

Ingresso sauna Spogliatoi Saune Docce Area relax Servizi igenici Cucina Terrazza Bar SEZIONE A-A PIANTA QUOTA 441m slm A B B A

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SEZIONE B-B

PROSPETTO OVEST SEZIONE A-A

PROSPETTO NORD

A

B

B

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4.1 BIBLIOGRAFIA

AICHHOLZER, Cosima (1995): Zur Geschichte der Wassereinbauten am Wörthersee in Kärnten (im 19. und 20. Jahrhundert); Diss. Wien

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BRUSATTI, Alois (1984): 100 Jahre österreichischer Fremdenverkehr. Historische Entwicklung 1884-1984; Wien; Wiener Verlag

KARNER; WEISS (1984): Der Wörthersee aus vergangen Tagen; Neumarkt; Eigenverlag

KITZLER, Doris (2008): Das Phänomen „Sommerfrische“ gestern und heute – eine fremdenverkehrsgeographische Annäherung unter besonderer Berücksichtigung des Kamptals; Diss. Wien

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OBERHAMMER, Monika (1983): Sommervillen im Salzkammergut: Die spezifi sche Sommerfrischenarchitektur des Salzkammergutes in der Zeit von 1830 bis 1918; Diss. Salzburg POZDENA-TOMBERGER, Angelika (1992): Die Kurorte und Seebäder an der österreichischen Riviera. Komponenten für die Entwicklung des Fremdenverkehrs im Küstenland.; Diss. Wien SCHLEYER, W. (1909): Bäder und Badeanstalten; Leipzig; Carls Scholtze Verlag

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TULLINGER, Edmund (1881): Die Bäder am Wörther-See und deren Umgebung; Wien; Braumüller Verlag

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SITOGRAFIA

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