PARTE II: STUDIO CLINICO
1.
INTRODUZIONE
Il medico di terapia intensiva si affida sempre più spesso all’ecografia toracica per ottenere risposte immediate in numerose situazioni critiche. Utilizzando una semeiotica semplice e standardizzata il polmone risulta accessibile agli ultrasuoni, nonostante l’opinione ancora persistente della loro limitata utilità in questo campo di studio. Non solo il versamento pleurico ma anche lo pneumotorace, la sindrome interstiziale e il consolidamento alveolare hanno precisi equivalenti ecografici che possono guidare la gestione clinica del paziente. Associata alla valutazione ecografica cardiaca, vascolare ed addominale, l’esplorazione del polmone permette di ottenere una visione completa del paziente critico.
Gli studi fino ad oggi effettuati sull’ecografia polmonare hanno stabilito il legame tra la aerazione alveolare e la presenza di precisi artefatti ecografici, peraltro facilmente riconoscibili anche dopo breve training.
L’anestesia generale, la ventilazione artificiale, gli interventi chirurgici addominali maggiori, la posizione supina obbligata, determinano alterazioni funzionali e morfologiche responsabili della riduzione dell’ossigenazione che frequentemente viene osservata in terapia intensiva. [24]
L’aumento dell’acqua extravascolare polmonare, l’atelettasia e gli addensamenti polmonari sono evenienze comuni nei pazienti ricoverati in UTI. Lo shunt, ossia la presenza di aree polmonari perfuse ma non ventilate, aumenta dall’12% del soggetto sveglio all’810% del soggetto anestetizzato. La capacità funzionale residua (FRC) si
riduce di 0,81 l dall’ortostatismo al clinostatismo, per ridursi ancora di 0,40,5 l dopo induzione dell’anestesia. Durante anestesia anche la compliance del sistema respiratorio si riduce da una media di 95 a 60 ml/cmH20, questo sembra essere dovuto principalmente alla riduzione della compliance polmonare.[24] La chirurgia addominale aggiunge un’altra causa di riduzione del FRC, in particolar modo la chirurgia sull’addome superiore.
Reclutamento alveolare significa ripristinare l’aerazione in regioni non areate del polmone, sia che la ridotta aerazione sia dovuta a collasso alveolare oppure ad edema interstiziale o alevolointerstiziale. Queste regioni possono essere “aperte” (open the lung) e mantenute tali (keep the lung open) se viene applicata una PEEP sufficiente.
L’aumento dell’ossigenazione arteriosa è comunemente usata per la valutazione dell’efficacia del reclutamento polmonare.
2.
OBIETTIVI DELLO STUDIO
Gli obiettivi del presente studio sono:
• valutare la sensibilità dell’ecografia al miglioramento dell’aerazione polmonare valutata attraverso l’ossigenazione arteriosa (rapporto PaO2/FiO2) e la compliance polmonare
• ricercare la correlazione tra score ecografico e PaO2/FiO2
• ricercare la correlazione tra grado di variazione ecografica e grado di variazione del rapporto PaO2/FiO2
• valutare le variazioni emodinamiche indotte dalla manovra di reclutamento, utilizzando il sistema “pressure recording analitycal method” (PRAM)
3.
MATERIALI E METODI
E’ stato condotto uno studio prospettico su pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia addominale maggiore nel periodo postoperatorio presso la IV Unità di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Pisana. Sono stati valutati pazienti giunti in UTI direttamente dalla sala operatoria, intubati per via orotrachale, ventilati meccanicamente e sedati profondamente con infusione continua di propofol (24 mg/kg) che è stata mantenuta per tutta la durata dello studio. Sono stati esclusi dallo studio pazienti con pressione sistolica inferiore a 100 mmHg, pressione arteriosa media (MAP) inferiore a 65 mmHg, anamnesi positiva di broncopneumopatia cronica ostruttiva e pazienti con pneumotorace, pneumomediastino, enfisema sottocutaneo o una condizione clinica che controindicasse l’esecuzione di manovre di reclutamento. All’ingresso in UTI è stata impostata una ventilazione basale a volume controllato CMV (continous mandatory ventilation) con VT 8 ml/kg di peso corporeo ideale (PBW), PEEP 5 cmH2O, ed una FiO2 tale da mantenere una SpO2 >90%. Figura 1. Schematizzazione della raccolta di dati nel presente studio. T0 RM T1 T2
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5’ 60’
La pressione di picco (Ppicco), la pressione di plateau (Pplat), la compliance polmonare e le resistenze inspiratorie (Rinsp) sono state registrate dopo l’impostazione della ventilazione basale (T0) e successivamente dopo 5’ e 60’ dal termine delle manovre di reclutamento (rispettivamente T1 e T2).
I parametri emogasanalitici (PaO2, PaO2/FiO2, PaCO2, pH, HCO3) sono stati ottenuti tramite prelievo arterioso a T0 e successivamente a T1 e T2.
Un sistema di monitoraggio della curva arteriosa è stato utilizzato per le rilevazioni emodinamiche attraverso un agocannula in arteria radiale collegata direttamente al sistema MostCare, che utilizza il metodo di analisi Pressure Recording Analytical Method (PRAM) e negli stessi intervalli di tempo sono stati raccolti i seguenti parametri: pressione arteriosa sistolica, diastolica e media (MAP), frequenza cardiaca, CCE (cardiac cicle efficiency), dP/dT (velocità di pressione), CI (indice cardiaco). Questo sistema effettua rilevazioni ogni 3 secondi e restituisce una media calcolata su 30 secondi. In questo studio abbiamo preso come riferimento per T0, T1 e T2 la media dei valori del minuto a cavallo del periodo di interesse. Per il valore corrispondente alla manovra di reclutamento alveolare (Trm) abbiamo fatto riferimento al valore corrispondente ai 30 secondi in cui veniva realizzata la manovra. L’ecografia del torace è stata effettuata con sonda lineare con frequenza di 8 MHz. Il paziente è stato esaminato in posizione supina. Per ogni paziente sono state valutate complessivamente 11 regioni toraciche localizzate tramite punti di repere anatomici. Nell’emitorace sinistro sono stati valutati il 2° e 3° spazio intercostale sulla linea emiclaveare e dal 2° al 4° spazio intercostale sulla linea ascellare media. Nell’emitorace destro sono stati valutati dal 2° al 4° spazio intercostale sia sulla linea emiclaveare che sulla ascellare media. E’ stato assegnato uno score per ogni regione polmonare osservata, in base all’aspetto ecografico visualizzato, in accordo con la Tab. 1.
Pattern ecografico Score N normale (linee A) 0 A linee B separate ≥7mm 1 B linee B confluenti <7mm 2 C white lung 3 D Addensamento 4 Tabella 1. Score ecografico utilizzato nello studio clinico. Nel caso in cui in una singola regione di interesse siano stati osservati aspetti ecografici diversi, è stato considerato l’aspetto peggiore, ossia quello corrispondente ad un punteggio più alto. Ad ogni paziente è stato quindi assegnato uno score globale determinato dalla somma dei punteggi di ogni regione. Ne deriva che un paziente con 11 regioni di interesse normali (N) otterrà il minimo punteggio (0) ed un paziente con aspetto ecografico di addensamento (D) in tutte le regioni osservate realizzerà il punteggio più alto (4x11= 44). Il pattern ecografico “N” è stato assegnato nel caso in cui nell’intero campo esaminato siano visibili esclusivamente linee A, riverberi orizzontali segno di una normale aerazione polmonare. Il pattern ecografico “A” è stato assegnato ai campi che presentino una o più linee B separate tra di loro da almeno 7 mm, segno di sindrome interstiziale (le seguenti caratteristiche definisco le linee B: riverberazioni verticali iperecogene con stretta origine pleurica, estesi a tutto schermo, mobili con gli atti respiratori).
Il pattern ecografico “B” è stato assegnato ai campi caratterizzati da più linee B confluenti, ossia separate da una distanza inferiore ai 7 mm, segno di sindrome alveolo interstiziale.
Il pattern ecografico “C” è stato assegnato al white lung ecografico, determinato dalla presenza di linee B compattate che rendono il background polmonare iperecogeno, segno di una maggiore espansione interstiziale o di un iniziale flooding alveolare. Il pattern ecografico “D” è rappresentato dalla presenza di almeno un addensamento polmonare. L’esame ecografico basale è stato effettuato a T0 e ripetuto dopo 5’ e 60’ dal termine della manovra di reclutamento (T1 e T2). Manovra di reclutamento alveolare A partire dalla ventilazione basale, la modalità di ventilazione veniva posta in CPAP e la PEEP incrementata fino a 30 cmH2O per un periodo di 30 secondi, al termine dei quali la ventilazione veniva reimpostata sui parametri basali mantenuti fino al termine dello studio. Per assicurare la sicurezza del paziente il limite di Ppicco è stato impostato a 40 cmH2O e le manovre di reclutamento sono state interrotte qualora si fossero verificate: riduzione della pressione sistolica < 80 mmHg o superiore al 30% rispetto al valore basale; aumento della frequenza cardiaca > 140 bpm o superiore al 20% rispetto al valore basale; SpO2 < 88%. Analisi statistica I dati, espressi come media e deviazione standard, sono stati analizzati avvalendosi del Test t di Student. Sono stati considerati significativi valori di p<0,05. Il presente studio è da intendersi come studio pilota all’interno di uno studio di validità dell'ecografia utilizzando come gold standard il rapporto PaO2/FiO2. A questo scopo sono state calcolate sensibilità al miglioramento e specificità dell’ecografia polmonare.
4.
RISULTATI
Sono stati reclutati 8 pazienti le cui caratteristiche demografiche ed antropometriche sono riassunte in Tab. 2.
I dettagli degli interventi chirurgici ai quali sono stati sottoposti i pazienti sono schematizzati in Tab. 3, che riporta anche la tipologia dell’intervento (elezione o urgenza) e la durata di ogni intervento. Sesso 4 M, 4 F Età 71±7 anni Peso 83±14 kg Altezza 168±10 cm BMI 29±5 kg/m2 Tipologia chirurgia 6 elezione, 2 urgenza Durata intervento 3,1±2 ore APACHE II 26±3 FiO2 0,5±0 Tabella 2. Caratteristiche demografiche ed antropometriche (medie ± deviazioni standard).
Sesso / Età Intervento Tipologia Durata
M / 64 Aneurismectomia aorta addominale Elezione 5h F / 69 Laparotomia esplorativa in addome acuto Urgenza 1h 15’ M / 82 Cistectomia radicale + Resezione anteriore del retto per ETP Elezione 5h 45’ F / 60 Resezione ileale per ETP mesenterico Elezione 1h 15’ F / 74 Emicolectomia sx in occlusione intestinale per ETP Elezione 4h 30’ M / 71 Prostatectomia radicale per ETP Elezione 4h 30’ M / 70 Gastrectomia per ETP Urgenza 2h 15’ F / 75 Surrenectomia per massa non producente (+ splenectomia + resezione gastrica) Elezione 2h 15’ Tabella 3. Tabella riassuntiva degli interventi chirurgici a cui sono stati sottoposti i pazienti coinvolti nello studio.
Per nessun paziente è stato necessario interrompere la manovra di reclutamento. La fattibilità dello studio ecografico del torace è stata del 100% ed il tempo necessario per effettuarlo è stato inferiore ai 5 minuti per ogni paziente.
I parametri emogasanalitici valutati nei tre tempi diversi (Tab. 4) sono stati confrontati tra di loro utilizzando il Test t di Student; è risultata una differenza significativa (p<0,05) tra i valori del rapporto PaO2/FiO2 misurati a T1 e T2 rispetto ai valori basali (T0). Non è invece risultata significativa la differenza dei valori tra T1 e T2. Non significative sono risultate anche le differenze nei tre tempi degli altri parametri emogasanalitici valutati (PaCO2, pH, HCO3).
T0 T1 T2 p
Emogasanalisi
PaO2/FiO2, mmHg 288,9±73 334,6±95 a 340,6±110 a a p<0,05
PaCO2, mmHg 35±4,7 33,6±3,2 33,5±3,2 pH 7,39±0,04 7,40±0,03 7,40±0,03 HCO3, mmol/l 20,2±1,4 20,3±1 20,2±1,3 Meccanica respiratoria Compliance, ml/cmH2O 49,3±13,3 53,8±14,8 b 55,6±14,7 b <0,007 Ppicco, cmH2O 20,8±3,7 20,3±3,8 20,1±3,6 Pplat, cmH2O 20,3±3,7 20,3±3,8 19,9±3,7 Rinsp, cmH2O/l/s 13,6±2,5 14,8±4,7 14,8±5,1 Eco Score 8,5±5,6 4,1±5,2 c 4,6±5,5 c c <0,005 Tabella 4. Valori medi dei parametri emogasanalitici, respiratori e dello score ecografico a livello basale (T0), a 5’ e 60’ dalla manovra di reclutamento (T1, T2). I valori di p sono riferiti rispetto a T0.
Dall’analisi statistica dei parametri respiratori è risultata una differenza significativa (p<0,007) tra la compliance polmonare misurata a livello basale (T0) e dopo 5’ dal termine delle manovre di reclutamento, mentre la differenza risulta perdere di significatività dopo 60’ (T2) (p<0,08) avendo in questo studio scelto un valore limite per
p di 0,05. Per gli altri parametri valutati non si è osservata una variazione significativa
(Tab. 4).
Alterazioni del quadro ecografico basale (T0) si sono presentate in tutti i pazienti osservati. La valutazione statistica dello score ecografico ha messo in evidenza una variazione significativa (p<0,005) tra il punteggio misurato a T1 e T2 rispetto al punteggio basale (T0) come mostrato in Tab. 4.
I grafici riportati in Fig. 2 mostrano l’andamento temporale di PaO2/FiO2, della compliance e dello score ecografico in ognuno dei pazienti esaminati. A 5’ (T1) dalla manovra di reclutamento si è verificato un aumento della PaO2/FiO2 in 7 pazienti su 8, un solo paziente ha presentato una riduzione del valore, con una differenza media di +45,5 mmHg (range 23/+122,2 mmHg). Nell’intervallo tra T1 e T2, 4 pazienti su 8 hanno mostrato un ulteriore incremento del valore di PaO2/FiO2, mentre 4 pazienti hanno presentato una riduzione. Al termine dello studio (T2) 7 pazienti su 8 hanno presentato un incremento del valore, con una differenza media tra T0 e T2 di +51,7 mmHg (range 34,4 /+181,4 mmHg).
La compliance polmonare è incrementata in tutti i pazienti a 5’ dalla manovra di reclutamento rispetto al valore basale (incremento medio +4,5 ml/cmH20, range 0,711 ml/cmH20). Nell’intervallo tra T1 e T2 solo 2 pazienti hanno ulteriormente incrementato il valore della compliance. A 60’ dalla manovra di reclutamento 7 pazienti hanno ottenuto un aumento del valore rispetto al basale (incremento medio +6,3 ml/cmH20, range 0,7 /+27,5).
0 100 200 300 400 500 600 T0 T1 T2 P aO2 /F iO2 ( m m H g ) 20 30 40 50 60 70 80 90 T0 T1 T2 Co m p lia n ce ( m l/c m H2 0)
0 5 10 15 20 25 T0 T1 T2 E co S co re
Figura 2. Andamento dei valori individuali del rapporto PaO2/FiO2 (in alto), della compliance polmonare (al centro) e dello score ecografico (in basso). Lo score ecografico si è ridotto in tutti i pazienti a 5’ e a 60’ dal reclutamento rispetto al valore basale, con una riduzione media di 4,3 punti (range 2/9) a 5’ e di 3,8 punti (range 1/9) a 60’. Tra T1 e T2 si è verificato un miglioramento del quadro ecografico (riduzione dello score) in un solo paziente e due pazienti hanno presentato un quadro invariato.
Mediamente la PaO2/FiO2 e la compliance polmonare hanno presentato un miglioramento rispetto al valore basale sia a 5’ che 60’ dalla manovra di reclutamento, mostrando un ulteriore incremento anche tra T1 e T2 (Fig. 2). Anche l’andamento medio dello score ecografico mostra un miglioramento del quadro polmonare sia a 5’ che a 60’ rispetto al basale, pur mettendo in rilievo un lieve peggioramento tra T1 e T2 che comunque non risulta statisticamente significativo (p= 0,1) (Fig. 3).
Figura 2. Andamento temporale medio di PaO2/FiO2 e Compliance. * p<0,05 rispetto a T0
Figura 3. Andamento temporale medio di PaO2/FiO2 e Score Ecografico. * p<0,05 rispetto a T0
Correlando i valori basali di ogni paziente dello score ecografico e di PaO2/FiO2 abbiamo osservato una correlazione lineare illustrata in Fig. 4. Pur con il limite dello scarso numero di pazienti è possibile vedere come maggiore è il punteggio ecografico (e quindi peggiore è il quadro polmonare), minore risulta l’ossigenazione arteriosa.
0 5 10 15 20 25 150 200 250 300 350 400 450 PaO2/FiO2 Ec o Sc or e Figura 4. Correlazione tra i valori basali dello score ecografico e della PaO2/FiO2.
Lo stesso sembra verificarsi tra la differenza del valore di PaO2/FiO2 registrato a 5’ dal reclutamento e quello basale, e la differenza tra gli score ecografici registrati nello stesso intervallo temporale. Infatti ad un maggior incremento di PaO2/FiO2 sembra corrispondere una maggiore riduzione del punteggio ecografico (Fig. 5). 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 40 20 0 20 40 60 80 100 120 140 variazione PaO2/FiO2 va ria zi on e Ec o Sc or e
Figura 5. Correlazione tra la variazione del rapporto PaO2/FiO2 e variazione dello score ecografico tra T0 e T1.
L’esiguità del nostro campione porta a risultati piuttosto interlocutori in merito alla stima di sensibilità e specificità dell’ecografia. Il metodo di calcolo viene illustrato nelle Tab. 5, 6 e 7 ed i primi risultati ottenuti sembrano suggerire l’opportunità di ampliare la casistica in considerazione dei valori apprezzabili di sensibilità, specificità e VPP (valore predittivo positivo). La distribuzione dei pochi soggetti arruolati nelle celle consentiva il calcolo degli indicatori di interesse. Quanto detto è particolarmente evidente per le letture effettuate tra T0 e T1 e tra T0 e T2. Sensibilità =VP VPFN = a ac Specificità =VP FPVN = a BD VPP=VP VPFP= a ab Figura 4. Tabella e formule di calcolo per la valutazione di sensibilità, specificità e valore predittivo positivo di un test. Popolazione + Risultato test + ac BD a+bc+d a+c b+d
Sostituendo i valori osservati in questo studio alle formule di calcolo mostrate in Fig. 4, otteniamo: Sensibilità =7 70=1 Specificità =0 10=0 VPP=7 71=0,88 Sensibilità =2 22=0,5 Specificità =4 13=0, 75 VPP=3 23=0, 67 Sensibilità =7 70=1 Specificità =0 10=0 VPP=7 71=0,88 Tabelle 5,6,7. Calcolo di sensibilità, specificità e valore predittivo positivo dello score ecografico rispetto al rapporto PaO2/FiO2. Nota: nelle caselle + sono stati inseriti i pazienti che hanno presentato un miglioramento rispettivamente di PaO2/FiO2 e dell’eco score.
T0T1 PaO2/FiO2 + Eco Score + 70 10 80 7 1 8 T0T2 PaO2/FiO2 + Eco Score + 7 1 8 0 0 0 7 1 8 T1T2 PaO2/FiO2 + Eco Score + 22 13 35 4 4 8
La sensibilità, in questo caso, indica la capacità dell’ecografia nell’identificare correttamente un paziente che abbia avuto un miglioramento del rapporto PaO2/FiO2. La specificità indica la capacità di identificare un soggetto che non abbia avuto un miglioramento dell’ossigenazione, basandosi sull’osservazione ecografica. Il nostro studio mostra una sensibilità dell’ecografia tra T0, T1 e il valore finale T2, compresa tra il 50 100% ed una specificità, laddove è stata possibile calcolarla, del 75%.
Il valore predittivo positivo (VPP) di un test, nel nostro caso, risponde alle domande: se l’ecografia mostra un miglioramento del quadro polmonare e qual è la probabilità che quel paziente abbia avuto un miglioramento dell’ossigenazione arteriosa. I risultati ottenuti in questo studio mostrano un valore predittivo positivo compreso tra il 6788%.
Il monitoraggio emodinamico tramite PRAM è stato effettuato in 7 su 8 a causa di uno spegnimento accidentale dello strumento. In Tab. 8 sono riportati i valori medi dei parametri valutati a tempo T0 (basale), durante il reclutamento (Trm) e a 5’ e 60’ dalla manovra di reclutamento (T1 e T2). Tabella 8. Risultati del monitoraggio emodinamico (medie e diviazioni standard) T0 Trm T1 T2 Pressione sistolica, mmHg 135,3±21 115,9±16 a 140,8±22 b 133,7±14 Pressione diastolica, mmHg 67,1±11 63,6±10 c 69,4±8 65,5±10 MAP, mmHg 89,9±12 81±10 d 93,2±10 e 88,2±11 Frequenza cardiaca, bpm 69,7±22 70,6±20 75,6±19 73,3±24 CI, l/m2 2,93±1,02 2,58±0,77 f 3,19±1,29 2,88±0,88 CCE 0,001±0,230 0,195±0,358 0,111±0,354 0,015±0,235 dP/dT, mmHg/s 1,21±0,35 0,99±0,28 f 1,31±0,20 b 1,31±0,29
a p<0,005 rispetto a T0; b p<0,005 rispetto a Trm; c p<0,007 rispetto a T0; d p<0,0007 rispetto a T0; e p<0,05 rispetto a Trm; f p<0,05 rispetto a T0
50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 130,0 140,0 150,0 T0 Trm T1 T2 Sistolica MAP HR Figura 5. Andamento temporale medio di pressione arteriosa sistolica, media e della frequenza respiratoria.
La pressione arteriosa sistolica e la pressione arteriosa media hanno presentato una riduzione significativa (p<0,05) al momento del reclutamento (Trm) rispetto al valore basale (T0). Dopo 5’ dalla manovra i parametri si ristabiliscono sui valori basali. La frequenza cardiaca invece non subisce modificazioni significative durante la manovra mantenendosi costante per tutta la durata dello studio (Fig. 5). L’indice cardiaco (CI) durante la manovra subisce una riduzione significativa rispetto ai valori basali per poi ristabilirsi sui valori prereclutamento già dopo 5’dal termine. Lo stesso si verifica per il parametro dP/dT (indice di velocità di pressione). Il CCE (indice dell’efficienza cardiaca) non subisce invece variazioni statisticamente significative (p>0,05) (Fig. 6).
0,50 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 T0 Trm T1 T2 dP/dT CI CCE Figura 6. Andamento temporale medio dell’indice cardiaco, del CCE e del dP/dT.
5.
DISCUSSIONE
I risultati ottenuti in questo studio hanno messo in evidenza la presenza di alterazioni basali ecografiche in tutti i pazienti arruolati. Segni ecografici di aumento dell’acqua extravascolare polmonare e, in alcuni casi, di microatelettasie, sono giustificati dall’arruolamento di pazienti profondamente sedati, ventilati artificialmente e osservati durante il periodo postoperatorio di chirurgia addominale maggiore. La riduzione dell’edema interstiziale e la apertura di aree collassate ad opera della manovra di reclutamento potrebbero essere alla base della riduzione dello score ecografico rispetto ai valori basali osservati. Questa osservazione concorda con studi [27,28] che hanno messo in evidenza la relazione tra la EVLW (extra vascular lung water) e il reclutamento polmonare. Luecke et al, [27] hanno osservato l’esistenza di una correlazione tra la riduzione della EVLW (misurata con la tecnica della termodiluizione) e la riduzione di aree non ventilate dopo un manovra di reclutamento, proponendo la misura della EVLW come parametro per il monitoraggio del reclutamento alveolare al letto del paziente. L’aumento dell’ossigenazione arteriosa è comunemente usata per la valutazione del reclutamento, sebbene lo scambio gassoso sia influenzato anche da altri fattori, come la perfusione polmonare.
L’ecografia del torace, attraverso i risultati ottenuti in questo studio pilota, mostra una buona sensibilità (50100%) e specificità (75%) nei confronti della valutazione emogasanalitica dell’ossigenazione arteriosa durante il reclutamento alveolare. Il ruolo dell’ecografia del torace nella valutazione del reclutamento alveolare trova in letteratura un solo studio [29], che peraltro non confronta la tecnica con il parametro emogasanalitico, ma mette in relazione la aerazione polmonare osservata all’eco con quella osservata alla TC, trovando una correlazione lineare positiva tra le due tecniche. Possiamo quindi dedurre che, determinando il reclutamento l’aumento dell’aerazione polmonare, si abbia una riduzione di aree non ventilate ma perfuse (shunt) con conseguente aumento dell’ossigenazione arteriosa.
L’utilizzo di manovre di reclutamento dopo anestesie prolungate, potendo ridurre l’incidenza di atelettasie postoperatorie e migliorando l’ossigenazione, sembra favorire un rapido recupero del paziente. L’uso dell’ecografia consente di stimare il grado di aerazione del parenchima polmonare e si offre come nuovo strumento per ricercare l’efficacia delle manovre di reclutamento in condizioni di danno polmonare severo (ALI e ARDS), offrendosi come metodica non invasiva e facilmente eseguibile a letto del malato.
I risultati ottenuti dallo studio emodinamico concordano con i dati presenti in letteratura. La manovra di reclutamento, determinando un aumento della pressione intratoracica, determina alterazioni emodinamiche influenzando il precarico. Nielsen et al. [26] hanno osservato tramite ecografia transesofagea in pazienti sottoposti a manovre di reclutamento, una riduzione significativa dell’area telediastolica del ventricolo sinistro, indice di una riduzione del precarico. Questo è probabilmente uno dei motivi principali di riduzione della pressione arteriosa, dell’indice cardiaco e del dP/dT osservati in questo studio. L’assenza di variazione statisticamente significativa della frequenza cardiaca non era attesa. La riduzione della pressione arteriosa media e dell’indice cardiaco avrebbe dovuto accompagnarsi ad un aumento della frequenza cardiaca. Alcuni studi [26,30] in letteratura riportato lo stesso fenomeno. Questo può essere spiegato con l’attivazione per via riflessa del nervo vago causata dello stiramento del tessuto polmonare.
6.
CONCLUSIONI
Tradizionalmente l’ecografia trova indicazione in patologie addominali, vascolari e cardiache. L’utilizzo nella valutazione del polmone è una pratica non ancora diffusa e introdotta solo di recente.
Essa come dimostrato dal ttest correla significativamente con il rapporto PaO2FiO2, che costituisce attualmente il parametro oggettivo più semplice da ottenere e più utile tradizionalmente per quantizzare il miglioramento clinico del paziente. L’ecografia del torace, è non solo una tecnica non invasiva, ma essendo eseguibile a letto del paziente può costituire per il medico rianimatore un utile ausilio per quei pazienti che, per particolari problematiche cliniche, non siano mobilizzabili o trasferibili in reparti di diagnostica avanzati. Inoltre la procedura può essere eseguita in qualsiasi momento e soprattutto rapidamente. Infine poichè lo studio che ne deriva non è così dettagliato come la TC, a causa del piccolo numero di reperi, l’addestramento dell’operatore è piuttosto rapido. L’esiguità del campione, tuttavia, costituisce un limite di questo studio. È necessaria, quindi, una casistica più ampia per confermare i risultati promettenti che sono stati ottenuti.
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