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Il carme per Montecassino
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DI ATENEO - SALERNO
Il carme per Montecassino
Testo, traduî^ione e commento a cura di
Nic o l a Ac o c e i.laIn tutto rOccidente, ha detto con autorevole giudizio il Ber-
taux, nulla vi era al tempo di Desiderio che fosse paragonabile
alla basilica cassinese. Ed un altro storico francese, il Gay, ha
a sua volta notato: la bellezza dei mosaici colpì così vivamente
i contemporanei che essi vi scorsero il principio di un’èra nuova,
perché si vedeva in un paese latino rinascere un’arte il cui segreto
— si pensava — era andato perduto da secoli.
È comprensibile pertanto come Alfano — che, fine ed esperto
letterato dal gusto classicamente educato, seppe congiungere ad
un austero misticismo una sensibilità aperta a tutte le voci della
cultura e dell’arte, nel solco di una lunga tradizione la quale
mette capo a Paolo Diacono — abbia voluto dedicare alla illu
strazione della basilica desideriana uno dei più importanti, forse
il migliore, tra i suoi carmi.
Il poeta Alfano, ha detto il Ronca, è della schiera dei monaci
che amano cantare le fortune del loro monastero; « il loro chio
stro li interessa assai più di cento città italiane: quella è la loro
città, quello il loro regno; ivi è la loro storia »,
C’è stato un critico francese dell’ottocento, l ’Ozanam, che,
nell’atto di riprodurre direttamente dal Codice cassinese 47 il
lungo carme alfaniano su Montecassino, lo giudicò un « opuscu-
lum non ineiegans, nec inutile
». Lo studioso giustificava quel
suo apprezzamento col rilevare che la descrizione in versi —
combaciante con quella, in prosa, tramandata dalla Cronaca di
Leone Marsicano, il quale sembra commenti fedelmente il testo
poetico del Nostro — è un prezioso sussidio storico per la rico
struzione degli aspetti della rinascita artistica del sec, XI,
Non si dimentichi che della basilica desideriana, purtroppo
distrutta nei secoli, rimangono, come documentazione, fonti quasi
esclusivamente letterarie.
Anche il Bertaux rilevò, nel nostro carme, un duplice aspetto:
di eloquente squarcio lirico e di documento storico rievocante le
fasi e le caratteristiche della basilica eretta da Desiderio.
L ’alto slancio ritmico, che è poi anche nel metro adottato,
l’afflato mistico e poetico del carme ben corrispondevano — se
condo il Manitius — al sentimento che animava Alfano nel can
per la coraggiosa e geniale iniziativa di Desiderio abate, suo
antico confratello e amico.
È proprio grazie al sentimento ispiratore che il carme dall’ari-
dità del documento si innalza alla vita della poesia.
Questo è il motivo per cui ci siamo accinti al non agevole
compito di interpretare e commentare, per la prima volta in ma
niera integrale e organica, il complesso carme. Tentativi recenti di
parziale interpretazione, ad opera anche di qualche valente studioso,
non ci sembrano felicemente riusciti perché appoggiati ad un
testo molto malsicuro.
A tale inconveniente — giustificabile in parte per la mancanza
di un’edizione critica delle liriche di Alfano e per il difettoso
coordinamento dei singoli studi al riguardo — abbiamo cercato
di ovviare raffrontando la lezione dell’Ozanam a quella successiva
del Caravita, che, giudicando ancora inedita la poesia, tornò a
trascriverla dallo stesso Cod. 47. La lezione da noi costituita potrà
apparire poco scientificamente condotta — un po’ troppo libero
sembrerà soprattutto l’uso dell’interpunzione, che abbiamo voluto
piegare a dar più forte risalto al senso — ma non certo arbitraria.
Il Caravita, che pur fu uno studioso serio, incorse anche in
un’altra inesattezza. Poiché il codice da lui consultato presenta ano
nimo il carme — e anonimo lo disse in epoca più recente R. Van
Marie — egli pensò potesse essere opera di Leone Marsicano. Ed
invece l’attribuzione della lunga lirica al nostro Alfano è fuori di
ogni contestazione.
A nostro giudizio i) carme in lode di Montecassino si può divi
dere in tre parti.
La prima parte (che, dopo i quattro esametri iniziali, abbraccia
i vv. 5-64) tratta, a guisa di lunga introduzione, un argomento
teologico-mistico; il dovere, da parte dell’uomo, di esser grato a
Dio dell’altissima dignità, umana e soprannaturale, a lui conferita
nella creazione e nella redenzione; di qui l’impegno a superare
attivamente e individualmente, nei vari stati di vita, l’insita
fragilità morale.
10
ha una maggiore estensione, da v, 65 a v. 179) è ad andamento
storico-descrittivo. Dopo la rappresentazione della facies amoena
della valle del Liri su cui si eleva l’erta collina del monastero, il
poeta tratteggia a rapidi tocchi la fondazione e le fortunose vicende
secolari delle fabbriche del cenobio, finché non si giunge al « pa
dre » Desiderio che attua la decisione di abbattere i vecchi,
fatiscenti muri, per far luogo alle nuove, organiche strutture. Il
poeta rievoca con animo commosso e con la precisione di un
testimone oculare le laboriose fasi della erezione della basilica,
le preziose opere marmoree e musive, gli splendidi corredi litur
gici che l’arricchirono.
La terza parte (che va da v. 180 a v. 219) può considerarsi
la conclusione del carme: è un inno a questa domus monastica,
che, superando in bellezza le meraviglie artistiche dell’antichità,
corrisponde veramente alla promessa fatta da Dio a S. Benedetto,
e con l ’incanto paradisiaco dell’arte e della musica avvicina le
anime al Signore. Gli ultimi versi sono una pressante implorazione
della grazia e del premio per la comunità cassinese.
Pare a taluni — ed è l’innegabile impressione che provoca una
rapida lettura — che la prima parte sia impacciata dal procedi
mento discorsivo e dottrinale e che estrinseco sia il passaggio alle
altre due parti, le quali hanno invece momenti di autentica e vi
brante poesia: e sono i versi in cui Alfano imprende « a descrivere
il luogo, a narrare l’opera di Benedetto e poi la decadenza del
monastero, a celebrare infine la ricca mirabile ricostruzione del
l’abate Desiderio, la pia vita dei monaci in quella piccola cerchia
vicina al cielo, simile al Paradiso nella bellezza primaverile, nella
dolcezza dell’aria, delle musiche e delle preghiere salienti a Dio »
(G. Falco).
L ’unità poetica del carme è invece difesa — dopo il Manitius
— dal Raby, che all’analisi di questo « superbo ed alto componi
mento » dedicò due intere, e più, pagine della sua classica tratta
zione della Poesia latina medievale. È un’analisi penetrante, preoc
cupata di sottolineare la forte e naturale connessione con la quale
le varie parti della lirica si strutturano nell’insieme, e come le
immagini si susseguano artisticamente espresse: o che celebrino
il tema della creazione e della redenzione (un tema che esce
dairambito della retorica e della filosofia), o che — in connessione
stretta con tal tema — riproducano la ridente valle del Liri e
rievochino la storia pluricentenaria della Badia, e poi lo splendore
dei marmi dei mosaici degli ori, i quali fanno della basilica e del
monastero quasi un varco aperto verso il cielo.
Senza tener presente un preciso modello — dice il Raby —
il nostro poeta volle imitare la struttura e la maniera di una grande
ode politica di Orazio.
Recentemente, uno dei più accreditati indagatori della storia
dell’arte italiana, il Bòttari, nell’esaminare i rapporti tra l’architet
tura siciliana e quella campana del Medioevo, ha operato un sostan
ziale mutamento di prospettiva riguardo alla provenienza di molti
elementi stilistici comuni ai monumenti delle nostre regioni, sotto
lineando la preminente funzione storica che la Badia cassinese ha
svolto anche nel campo artistico durante l’età romanica, come
faro irradiatore di rinnovate tecniche architettoniche e decorative
nelle provincie meridionali; « Nel nome di Montecassino, che fu
uno dei centri più attivi, se non il più attivo, della vita e della
cultura del Medioevo per tutta l’Europa, si viene così a restituire
prestigio e carattere all’architettura campana del Medioevo ». Que
sta, diversamente da quanto è dato di constatare per quella più
antica di età longobarda, non è « una inerte ripetizione, anche se
ne conserva o ne riprende gli schemi, di quella classica e paleo-
cristiana, bensì un orgoglioso e meditato recupero di cultura e
di tecnica ».
Della esemplarità di tal rinnovamento « era ben consapevole
l’abate Desiderio, quando con fervore di apostolo faceva spianare
la cima del monte per farvi sorgere la nuova basilica e il nuovo
monastero, e dava mano a trasportare, su per l’erta salita, colonne,
capitelli, epistili acquistati a Roma, e convocava maestri amalfitani
e maestri lombardi per avviare la costruzione, e mandava messi
a Costantinopoli per avere mosaicisti e intarsiatori per la decora
zione; ed era ben consapevole Leone Marsicano che questi fatti
rievoca con accenti ai quali la minuzia non toglie un certo calore
di epopea. È in questo spirito che bisogna intendere l’architettura
12
campana, e però quando in costruzioni come il Duomo di Salerno
0 quello di Ravello troviamo inseriti elementi classici, dobbiamo
ritenere che essi, nel ritmo rinnovato delle luci e delle proporzioni,
stanno come incastri preziosi, come citazioni dotte, allo stesso
modo dei versi degli antichi poeti che Alfano inserisce nei suoi
carmi o della metrica classica che rinnova con meticoloso
impegno ».
Le parole del critico — le quali ancora una volta avvicinano
1 nomi delPabate Desiderio e dell’arcivescovo Alfano, che già in
vita furono avvinti da una perfetta consonanza di ideali religiosi
e artistici — non si risolvono in un estrinseco, anche se felice,
spunto comparativo, ma adombrano, ci pare, una verità storica più
complessa: l’interdipendenza d’ispirazione tra documenti letterari
e monumenti delle arti figurative, come del resto era nella natura
eminentemente unitaria di tutta quell’epoca, e come anche il nostro
carme sta a dimostrare.
Le spassionate conclusioni degli studi storici più recenti, nei
vari domini della cultura, stanno così restituendo al Medioevo il
volto di una civiltà originale e creatrice.
Versus de situ,
constructione et renovatione Casinensis coenobii
Mons bone, salveris, pads dator atque quietis,
qui fadlis Regni via crederis esse superni:
tu lapides illos servas in pectore fixos,
aula quibus caeli constructa notatur haberi.
Quanta tibi, bone Christe, tua
dignus imagine debet homo,
vis animi penetrare nequit,
lingua retexere nec poterit
ullius arte magisterii;
rhetoris interit offidum,
finis et ars studiosa perit;
nec sua dogmata philosophos
plus satis ingeniosa iuvant,
se quibus omnia scire putant.
Creditor, haec numerare vales,
quem data praemia nulla latent:
tu lucra solus et exigere,
cedere qui fads imperio,
quicquid habetur in orbe, suo.
10
per la ricostruzione di Montecassino
Sii da Dio protetto, o monte santo, donatore di pace e
di quiete, che sei reputato quasi agevole via al Regno su
perno: tu conservi infisse nel fianco quelle vive pietre
di cui (la Scrittura) dice che è costruita la reggia del Cielo.
Quali pegni di gratitudine ti debba, o dolce
Cristo, l ’uomo degno di te che ne sei il mo
dello, non potrebbe comprendere un intelletto
per quanto acuto, e non saprebbe esprimere la
lingua con tutti i precetti dei grammatici.
Si arrende a tal difiìcoltà l’abilità del retore,
cede pure la dialettica, l ’arte del definire; e
non soccorrerebbero ai filosofi i loro fin troppo
acuti sistemi, con cui pensano di tutto com
prendere.
Tu solo, che creditore sei, puoi numerarli, per
ché non ti sfugge alcimo dei doni concessi all’uo
mo: tu solo anche puoi ottenere quel che ti
si deve da lui, al cui cenno fai piegare le crea
ture tutte del mondo.
10
Che, anzi, per la tua compassionevole bontà
a lui concedesti beni davvero più grandi; giac
ché, al fine di farlo essere a Te coerede nell’alta
dimora del Cielo, volesti per tua elezione mo
rire sulla croce.
20
Ed a suo onore inoltre ridonda che tu assume
sti l ’umana natura, con cui luminoso siedi sul
trono del Padre: tu, nato da una Vergine con
inaudito prodigio, uomo a un tempo e Dio onni
potente.
25
Finora agli Angeli abitatori del Cielo era in
dispregio l ’aspetto dell’uomo: adesso, poiché un
Uomo è loro signore, l’umana sua sembianza
riveriscono e ad essa tributano, con religiosa
compiacenza, adorazione.
30
Ed angeli ed uomini, affinché perfetta ne sia la
convivenza, tu stringi in patto eterno: onde
una sola nazione per Te sembra essersi costi
tuita tra la terra e il cielo: un immenso regno
splendente.
35
Ma d’una tale costituita legge soltanto una pic
cola parte degli umani si giova, per raggiun
gere il gaudio del mondo angelico, anzi per
riacquistare ormai il premio che la colpa d’A
damo aveva fatto smarrire.
40
18
Praeterito vitiata malo,
nulla manet sine labe caro;
crimine labitur assiduo,
rursus et ipse resurgit homo:
sic habet ex fidei merito.
45
Poena modo datur ex scelere,
gratia redditur ex opere
nempe bono; ñeque militiae
splendida quisque potest aliter,
te duce, signa movere tuae.
50
Dantibus his operam studiis,
vivere das, ope multiplici;
cumque nec omnibus una satis
regula sit, tamen officii
huius erunt habiles meritis.
55
Virginibus, viduisque, viris,
coniugibus, simul atque sacris
ordinibus patet aula poli:
plus operantibus at monachis
notior haec solet esse, magis.
60
Ecce, Casinus abundat eis,
mons venerabilis, aula Dei,
mons Sion altera, dux fidei,
mons ubi iura Deus populo
scripta suo tribuit digito.
Guasti dall’antico male, tutti son contagiati
dal peccato; ma, se incorre in frequenti colpe,
nuovamente trova l ’uomo la forza per risor
gere: e questo egli ottiene dalla forza della
fede.
45
A chi s’involge nel male è solo riservata la
pena: ma piove la Grazia su chi pratica il bene;
e non altrimenti potrebbe l ’individuo innal
zare, dietro la guida tua, la fiammante insegna
della tua milizia.
50
Innumeri mezzi di spiritual vita tu dài a chi
s’applica a questo operoso impegno; e, benché
non a tutti sia imposta una norma sola di vita,
tutti potranno però aspirare alla ricompensa per
una stessa impresa.
55
Alle vergini, alle vedove, agli uomini, ai co
niugi, ed insieme agli insigniti dei sacri ordini
è aperta la reggia del Cielo: ma ai monaci che
più virtuosamente operino suole essere molto
più familiare.
60
Ecco, di tali cenobi ti è ripieno M. Cassino:
venerando monte, dimora di D io, monte che è
una seconda Sion, guida della fede, monte dove
Dio ha largito al popolo la legge scritta dal suo
dito.
20
Tu, Sapientia summa Patris,
qui, dubio sine, cuncta sapis,
da fades ut amoena loci
huius, ut est, referatur, eo,
quod tibi complaceat, studio.
70
Scire volentibus hoc animus
fert modo dicere, nam reliquum
in bonitate tua remanet,
qui famulantibus hic merita
multiplici pietate paras.
75
Italiae iacet in gremio
montibus obsita planities;
pampinus hanc viridis decorat;
est nemorosa parum, sed aquis,
fructibus et variis, Celebris.
80
Rebus in omnibus haec locuples
indigenis, sed et hospitibus
est locupletior: bine etenim
est iter urbis Apostolicae,
totius orbis adhuc dominae.
85
Collibus eius oliva decens,
cedrus et alta cupressus inest;
cetera, partibus a Boreae,
in sua Liris amoena mens
et rigat, atque rigando fovet.
Tu, o somma Sapienza del Padre, che infallibil
mente ogni cosa conosci, deh! fa’ che l ’aspetto
sereno di questo luogo sia da me esattamente
ritratto, con tale amoroso impegno che possa
riuscirti gradito.
70
Soltanto questo il mio ingegno riesce a dire
a quanti son desiderosi di sapere: il resto ri
mane ascoso nel segreto della tua bontà, o Dio,
che a coloro che qui ti servono prepari, con infi
nita larghezza, il guiderdone.
75
Si stende, al centro d’Italia, una pianura
stretta da monti; il verde pampino l’adorna; è
poco boscosa, però gremita di acque e di frutti
delle più varie specie.
80
Di molteplici beni essa è generosa agli abi
tanti, ma più ancora pei pellegrini è ospital
mente prodiga: di qui infatti s’apre la strada
per Roma, città degli Apostoli ed ancor oggi
signora del mondo.
85
Sui suoi colli allignano l ’ulivo leggiadro, il
cedro e l ’alto cipresso; la restante zona, a
settentrione, è irrigata e resa feconda dal Tiri,
fluente tra amene sponde.
22
Mons ibi, « Caria » nomen habens,
omnibus eminet; ipse quidem
pectore moenia prisca nimis
pertulit, in quibus ara fuit
qua perhibetur Apollo coli.
95
Hic pater ante monasterium
constituit Benedictos, habens
pignora Luminis aetherei,
plebs quibus, inscia, daemonicis
eriperetur ab opprobriis.
100
Sed Patris omnipotentis idem
indicio ruit; eximie
postque refulsit, et bine cecidit;
inde domus, renovata, diu
mansit, in bis quoque temporibus.
105
Quod bene condita non fuerat,
casibus agnita signa dabat:
materies lubricabat et ars;
cella nec una monasteri!
officiis erat apta suis.
no
At patris omnia consilio,
hoc dare carmine quem nequeo,
diruta rite fuere solo;
sunt modo cuius et arbitrio
lumine praedita continuo.
Là, un monte denominato « Cairo » sovrasta
l’intero paesaggio: esso appunto su un contraf
forte che gli è nel fianco serbò mura antichis
sime, dove era l’altare sul quale, come racconta
(Gregorio), fu venerato Apollo.
95
Qui un giorno costruì il suo monastero il
padre Benedetto, che aveva seco l ’aiuto e la
luce dell’alto; onde l ’ignara moltitudine fu
affrancata dall’ignominia di Satana.
100
Ma il monastero, per arcano disegno di Dio
onnipotente, rovinò una volta, e poi di nuovo
risplendette, e ancora cadde; daccapo rinno
vata, la costruzione durò a lungo, fin proprio
ai tempi nostri.
105
Innalzata, però, con poco salde fondamenta,
presentava chiari i segni dei guasti operati dai
crolli: tutto, materiale ligneo e strutture, ce
deva; e non un locale solo del monastero era più
adatto alla sua destinazione.
no
E perciò l ’edificio tutto, per decisione dell’abate
il cui nome non potrebbe essere portato dalla
metrica, fu raso opportunamente al suolo, ed
ora, col suo deciso impulso, è rapidamente tor
nato alla luce.
24
Nomen ob hoc operantis opus
nec reticere valet penitus;
nominis usus et ut proprii
postulat, anterior poterit
syllaba, longa, brevis fieri.
120
Ergo licebit et expedit hic
nomen inesse Desiderii,
qui dedit, o Benedicte, tibi
tam pretiosa domicilii
praemia, ductus amore tui.
125
Marmoreo foris est lapide
intus et ecclesiae paries
splendidus hic; tamen haud facile
ducta labore vel arte rudi
omnis ab Urbe columna fuit.
130
Undique cetera lata loci,
pondere praenimio pretii,
empta fuere. Nec Hesperiae
sufficiunt satis artifices:
Thracia merce locatur ad haec;
135
his labor in vitrea potius
materia datur eximius;
nam, variata coloribus, haec
sic hominis decorat speciem,
non sit ut alter in effigie.
Il nome di questo ricostruttore — così grande
è l ’opera — non è giusto passare del tutto in
silenzio; e, come richiede l’uso prosodico dei
nomi propri, si potrà prendere per breve la
prima sillaba, lunga per natura.
120
Sarà dunque permessa ed è anzi opportuna la
presenza, qui, del nome di Desiderio, che, o
Benedetto, a te ha fatto il dono d’una così
splendida dimora, sospinto da un devoto amore
per te.
125
Di lucidi blocchi marmorei, aH’esterno e all’in-
terno, son qui rivestite le pareti della Chiesa;
e non certo agevolmente, ma con gran fatica e
con tecnica ardua, le singole colonne furon tratte
da Roma.
130
Dalle più svariate sedi e con forte dispendio di
danaro furono acquistati gli altri copiosi mate
riali. Né furono sufficienti e all’altezza del com
pito i costruttori italiani: anche artisti bizantini
furono per la bisogna ingaggiati a pagamento.
135
A questi ultimi fu affidata a preferenza la pre
giata lavorazione a mosaico, che, col vario com
binarsi dei colori, riproduce a tal perfezione la
figura umana che la realtà non appare tradita
dall’arte.
26
Lustra decem novies redeunt,
quo patet esse laboris opus
istius urbibus Italiae
illicitum; peregrina din
res, modo nostra sed cfficitur.
145
Hic alabastra nitere lapis
porphyreus viridisque facit;
bis, Proconissa, pavita simul,
sic sibi marmora conveniunt,
ut labor hic mare sit vitreum.
150
Tanta decoris in hoc rutilât
gloria, Roma quod ipsa sua
pluris, ut aestimo, non faciat:
sic quoque vota Desiderii
convaluere benigna patris.
155
Aurea vasa, vel alterius
ponderis ingenui potius,
gemma quibus pretiosa nimis
enitet, aut micat, aut rutilât,
huc ope contulit innumera.
160
In casulis, trabeisque, stolis
maximus est numerus pretii:
ara grysea labore suo
plus pretiosa refulget, et aes
carius exsuperant bifores.
Si compiono quattro secoli e mezzo da che
la tecnica d’una tale arte appariva ignorata
dalle città d’Italia: ma essa, divenuta per noi
a lungo straniera, ridiventa ora nostro patri
monio.
145
Qui all’alabastro conferiscono rilievo marmi ros
so-porpora e verdi; e insieme con questi, per pa
vimento della chiesa, i marmi di Proconneso si
rispondono così simmetricamente che l ’effetto
d’insieme sembra quasi un mare di cristalli.
150
Tanto fasto di bellezza splende in questo tem
pio che perfino Roma, io penso, non può rite
nere di maggior pregio i suoi; così davvero si
è realizzato il disegno del cuore del padre
Desiderio.
155
Vasellame d’oro, o di altro molto ricco mate
riale — su cui preziosissime gemme splendono,
rilucono, lampeggiano — qui egli raccolse con
ingenti spese.
160
Nei sacri paramenti — pianete, piviali, stole
— è incalcolabile valore: l’aureo altare per le
sue premure raggia di superiore opulenza; e le
porte, a due bande, vedono aumentato di pre
gio il fine bronzo (per le geminature d’argento).
28
Omnia paene, quibus locus hic
conclecoratLir et est Celebris,
sponte pia pater ipse dedit:
sunt nova, sunt bona, sunt solida,
ad sua digna sat officia.
170
Patricios, comitesque, duces
sustulit hue bonitatis ope:
et, satis undique clara domus,
fulget in orbe, velut speculum
soils in aethere perspicuum.
175
Quis meliora, Gasine, tin's
moenia porticibus statuit?
Aurea non domus ipsa Cyri,
non Salomonis opus valuit
sedibus his rutilare magis.
180
Atria lustiniana situm
hunc sibi diligerent satius;
est tibi grande nimis meritum:
fertur ubique, sub aethre, tuum
sanctius esse domicilium.
185
Tu, speciosa fenestra Dei
próxima liminibus superis;
unde videntur ad haec animae
tendere; mundus et bine hominis
visus ab unius est oculis.
Il complesso e le parti tutte, quasi, per cui è
bello e frequentato questo luogo, ha creato con
religiosa iniziativa il padre Desiderio: tutto è
nuovo, solido, bello, davvero confacente alle
varie destinazioni.
170
Nobili, conti, duchi ha egli richiamato qui con
l’incanto della bontà: per ogni dove è celebre
il monastero; esso brilla nel mondo, come
brilla nell’aria il vivido disco del sole.
175
Chi, o Montecassino, ha innalzato strutture
superiori ai tuoi portici? Non la famosa reg
gia di Ciro, non il tempio di Salomone po
trebbero gareggiare in fulgore con questo monu
mento.
180
La basilica di S. Sofia, eretta da Giustiniano,
preferirebbe mutare le parti con te, o Montecas
sino; una ben grande fama tu hai: per ogni dove
si pensa che, sotto la volta celeste, augusta e
santa fra tutte sia questa tua stanza.
185
Tu, varco suggestivamente aperto all’alta dimora
di D io; da te le anime pare che abbiano ad essa
una facile via; di qui, dagli occhi mortali di
un solo, fu estaticamente contemplato l’uni
verso.
30
Ut paradisus amoenus Eden,
omne soli superas specimen;
eius aromatibus redoles:
deliciae tibi non aliae
simt, nisi forte suae, pariles.
195
Cantica conficis angelicis
consona vocibus atque modis;
corde videris et ore Deum
poscere continuis precibus
crimine prò popoli, potius.
200
lam poteris, pater, angelicis
pollicitis, Benedicte, frui:
ditior est domus ista satis
quam fuit hactenus: at meritis
fac sit, ut ante, beata tuis.
205
Tu bone, tu pie, tu Domine
sánete, Deus Pater omnipotens,
cui nihil est dare difficile,
hic habitantibus aethereae
da liqueat, peto, lucis iter.
210
Sic placeat modo nostra tibi
contio, prisca velut placuit,
integra quae penitus meruit
partibus huius ab hospitii
lucida regna subire poli.
Come il paradiso ameno dell’Eden, tu superi
ogni attrattiva della terra; della sua pura fra
granza sei pregno:
e pari al tuo non è
altro incanto, se non, forse, quello appunto
dell’Eden.
195
I sacri canti, che tu moduli, sono concordi
alle voci e alle armonie degli Angeli; con il
cuore e le labbra, in preghiera ininterrotta, non
fai che placare Iddio, in espiazione dei delitti
del mondo.
200
O padre Benedetto, tu puoi ormai godere di
quello che ti fu promesso dal Cielo: la tua Casa
è molto più decorosa che un tempo; fa’ ora
che sia, come per l’innanzi, ricca delle virtù
tue.
205
O buono, o pietoso, o santo Signore, Dio
Padre onnipotente, che non sei restio al donare:
concedi, ti supplico, che a quelli che qui abitano
si apra chiara la via al cielo stellato.
210
D eh!, la nostra odierna comunità sia a te cara,
come ti fu cara l ’antica, che tutta intera meritò
di entrare, dalla sede di questa casa ospitale,
nei regni luminosi del Cielo.
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d i A lfa n o da S a lern o di A .
L
entini (in « B u U e ttin o d e ll’I s t it u t o S to ric oI ta l. p e r il M , E . » , n . 6 9 , R o m a , 1 9 5 7 , p p . 2 3 3 sg., e t p assim ). È da leg g ere an ch e la v o ce A lfa n o , re d a tta d allo stesso a u to re, p e r il D iziona rio
biografico d eg li Italian i (v . I I , R o m a , 1 9 6 0 , pp. 2 5 3 - 2 5 7 ) . A ltr i r ife rim e n ti
c ritic i sul C arm e son o n e l m io stu d io : L a figura e l ’o p era d i A lfa n o I
d i S a lern o , P . I , p ro filo b io g ra fico ; P . I I , A lfa n o n e lla c ritic a m o d ern a (in
« R asseg n a S to r. S a le m . » , X I X , 1 9 5 8 , p p . 1 -7 4 ; X X , 1 9 5 9 , p p . 1 7 -9 0 ). S u i com p lessi p ro b le m i s to r ic i, le g a ti a l l ’esam e a rtistic o e te cn ic o d elle v arie s tru ttu re e d ella d eco razio n e d e ll’a n tica b a silica d esid erian a di M o n te ca ssin o , cred o u tile in d icare un so lo saggio, m o lto b e n c o n d o tto ed e sa u rie n te m e n te in fo rm a to an ch e s o tto l ’a sp e tto b ib lio g ra fic o : A .
P
antoni,
L a basilica d i M o n teca ssin o e q u ella d i S a lern o ai te m p i d i S. G re g o rio V I I , in « B e n e d ic tin a » , X , R o m a , 1 9 5 6 , pp. 2 3 -4 7 . C e n n i b ib lio g ra fic i son o p u re n elle n o te seg u en ti.
V v . 1-4 - I l m o n te « a cu i C assin o è n e lla c o sta » — co m e lo c a ra tte riz
zerà D a n te co n ica s tic a b re v ità — fu in fin ita m e n te ca ro al c u o re d el n o stro A lfa n o ch e in m o lti a ltri p u n ti d ella sua o p e ra p o e tic a c a n tò il cen o b io o m o n im o ch ia m a n d o lo , s em p lic e m e n te , c o l so sta n tiv o m a sc h ile : C asinu s. N e l 2 ° in n o d ed ica to a S . M a u ro , d iscep o lo d i S . B e n e d e tto , il p o e ta ad esem p io d ice: « il d o lce su o lo di C a ssin o ; C asini d u lc e so lu m » (c fr .
D
reves-B
l u m e,
A n a lecta H y m n ic a m e d ii aevi, X X I I , L eip z ig , 1 8 9 5 , n . 3 3 6 ) . I l cen o b io
cassin ese è d e tto n e l v . 1 d el n o stro c a rm e : d o n a to re di p ace e d i q u ie t e ; a ltro v e d allo stesso A lfa n o il san to p a tria rca B e n e d e tto è rip e tu ta m e n te ch ia m a to : fu n d a to r p la cid a e q u ietis h u ju s ; fu n d a to r q u ie tis ( P in n o p er S . M a u ro ,
D
reves-B
l u m e,
X X I I , n . 3 3 7 ; C arm e a T e o d in o , inG. G
ie s e-BRECHT,
L ’istru zio n e in Italia n e i p rim i seco li d e l M . E ., F ire n z e , 1 8 9 5 ,p. 8 3 ) ; l ’esp ressio n e è c e rta m e n te m u tu a ta d alla B ib b ia { I s ., 3 8 , 1 1 ; 6 6 , 1). N el V . 2 son o ra p id a m en te acce n n a te - e saran n o p iù c h ia ra m e n te r i c h ia m a te n el sèg u ito d el ca rm e, vv. 1 9 0 -1 9 4 - le c e le b ri v isio n i ch e p re c e d e tte ro e acco m p ag n aron o la m o rte di S . B e n e d e tto ; tali ep iso d i son o rico rd a ti s in te tica m e n te dal p o eta an ch e n e ll’in n o litu rg ic o in o n o re d el S a n to
(D
reves-B
l u m e,
X X I I , n . 8 5 , s tro fe 17 e 1 8 ). L ’in n o (le cu i in iz ia li stro fich e c o s titu isc o n o un in te re ss a n te esem p io d i a c ro stico a lfa b e tic o .3 6
suH’esem p io di S e d u lio e V e n a n z io F o r tu n a to ) n o n fa ch e v erseg g iare il ra cco n to agiografico d el 2 ° lib r o d ei D ia lo g h i d i G re g o rio M ag n o. L ’im m ag in e, a n c h ’essa b ib lic a { E p h ., 2 ,2 1 sg .; I P t., 2 ,5 sg .; A p o c ., 3 ,1 2 ; 2 1 ,1 0 -2 7 ) , d e lle v iv e « p ie tre » - g li e le tti - d i cu i è c o s tru ita la R egg ia d el c ie lo , la c e le s te G e ru s a le m m e , p ia cq u e an ch e a ll’an o n im o au to re (c. V i l i s ec.) d e ll’in n o litu rg ic o p e r la d ed icazio n e d elle c h iese : U rb s beata
H ie ru s a le m , / dieta pacis visto, / q u a e co n s tru itu r in co elis / vivis e x
la p id ib u s (c fr .
D
reves-B
l u m e,
I I , L eip z ig , 1 8 8 8 , n . 9 3 ) . I n m a n ife sta d ip en den za da u n ’e sp re ssio n e di q u e s t’in n o {e x p o liti la p id es) e c o n p iù am p io rife rim e n to al fe rv o re sp iritu a le d ella co m u n ità m o n astica d e ll’epoca d esid eria n a , A lfa n o - n e ll’o d e I n la u d e m m o n a ch o ru m C a s in e n s iu m : « G au - d ete , in s ti, m ite s e t p acifici » - im m ag in a d i assiste re ad u n a scena nel P a ra d iso ta n te v o lte da lu i c a n ta to : il p ad re B e n e d e tto v ed e assu rgere n e lla g lo ria c e le s te le an im e d i a lcu n i m o n a ci cassin o si: « C e rn it in sign es
legis su a e d o g m a te / in t e r Ígnitos e t co n d en so s la p id es / n ito re m iro co ru sca re p a rit e r; / m ira tu r o p u s et laudat a rtificem , / in d e sch o la rem rim a tu r o rig in em . / A c c e d it M a u ru s, H o n o ra tu s, P la cid u s / et Constan- tin u s, F a u stu s et S im p liciu s; / b ea to P atri o m n es ita r e fe r u n t : / Q u o s sic
m ira ris e x C asino p r o d e u n t ; f no s ex p o liv it n o ster D es id e riu s »
(D
reves-B
l u m e,
L , L eip zig , 1 9 0 7 , n. 2 6 3 ) .V v . 5 - 3 9 - Q u e s te sei s tro fe in iz ia li d el ca rm e v ero e p ro p rio , tu tte
in te se ad e sa lta re la n u o va d ig n ità ch e l ’u o m o h a a cq u isito d opo la re d en zio n e, p o tre b b e ro tro v a re u n p u n tu a le co m m e n to in a lcu n i tra tti d el p rim o c a p ito lo d el D e na tu ra h o m in is d i N e m e sio , u n o s c ritto d ella c u ltu ra g re co -cristia n a d el sec. I V - V tra d o tto in la tin o p ro p rio da A lfa n o : « . . . E t p r o p te re a m icro co sm u s vo ca tu r in ta n tu m su b lim a iu s a D e i p ra escien tia , u t p r o p te r e u m sin t o m n ia e t p ra esen tia e t fu tu ra , p r o p te r q u e m D e u s h o m o fa ctu s est, p e rt in g e n s ad in c o rru p tio n e m m or- ta lita tem q u e i g n o r ans. I n caelis re g n a i ad im a gin em et sim ilitu d in em D ei fa ctu s, c u m C h risto d e g it, fìlius D e i est, o m n i p rin cip a tu i ac potestati p r a e s i d e t . . . O m n ib u s p rin c ip a tu r, o m n ia te n e t, g a u d e t in o m n ib u s, an- gelis e t D e o l o q u i t u r . . . D eo c o o p era tu r, d o m u s et te m p lu m D e i fit »
(N
e m e s iiE
pisco pi P re m n o n P h y sico n . . . R e c o g n o v it C .B
urhkard,
L ip sia, 1 9 1 7 , p p. 2 2 sg .). I l c o n c e tto e F im m a g in e d ella m istica co m u n ità d el c ie lo e d ella te rra si tro v a n o p erò a n ch e in a ltri p u n ti d e ll’o p era di A lfa n o : c fr. ad es. il 3 ° v . d el I in n o in o n o re d i S. M a tte o : « . . . C o elis o liq u e laeta fit resp u b lica »
(D
reves-B
l u m e,
X X I I , n. 3 2 1 : n e ll’in n o è d ettoch e l ’u o m o p o ssied e « il tip o d ella p iù alta b e lle z z a : fo rm a m s u p rem a e pul-
c h ritu d in is » ). L ’a fferm azio n e d e ll’in su fficien za d ei c u lto r i d el T r iv io e dei
filo so fi n e i c o n fro n ti d ella sp ecu lazio n e te o lo g ica e m istic a (v v . 8 sgg.) va in s e rita e sp ieg ata n e l c o n te sto . A lfa n o , ch e p u r fu c u lto re raffin ato d elle
h u m a n a e littera e, d im o stra an ch e in a ltri m o m e n ti u n analo go a tteg g iam en to :
P o etry in th è M id d le A g e s , I , O x fo r d , 1 9 3 4 , p. 3 8 2 ) . I l g recism o d o g
m ala d el V . 1 2 , com e ab b ia m o v is to , n o n è iso la to in A lfa n o : c fr. an ch e
il V. 7 d el I in n o p e r S . C r is tin a ( Dr e v e s- Bl u m e, X X I I , n . 1 1 3 ) . L ’O zan am n el V. 3 3 h a le tto h u n c ; m i p a re p re fe rib ile la lez io n e d el C a ra v ita : hanc.
V v . 4 0 - 6 4 - L a coscien za d ella fra g ilità m o ra le , p ro p ria d ella c o n
d izio n e u m an a, e la p ersu a sio n e d ella su p rem azia d ella G ra z ia e d ella v irtù o p ero sa e p u rifica trice fu ro n o tem i a sce tici ca ri ad A lfa n o : e b b e ro un p iù largo sv ilu p p o n e lla O ratio s eu C o n fessio m etrica , ch e si ria l la ccia al n o stro carm e an ch e p e r i v ersi d ed ica ti a ll’a b a te D e s id e rio e al cen o b io ca ssin ese: « T u D e s id e r a m em o ra , P a ter o p tim e, p a tris: / tu d esid eriis s e m p e r ad esto s u is ; / lu m in a , lu m in ib u s to tu m q u ib u s aspicìs o rb e m , / c e r n e su o stu d io q u a n ta C a sin u s h a b e t; / c e r n e d o m iciliu m q u o d te cu sto d e re g a t u r ; / agm in a iu s sa n ctu m c e r n e p ro fessa tu u m »
(A
gocella,
op. cit., I , p. 2 ; I I , p. 9 0 ) . L ’esp ressio n e « b ra v iu m » (v . 4 3 )è già n e lla V u lg a ta ( I C o r., 9 , 2 4 ) ; A lfa n o ad o p era lo stesso te rm in e , sem p re con la p en u ltim a b re v e , an ch e n e ll’in n o già c ita to I n la u d e m m on acho -
rtim C a sin en siu m (v . 3 ).
V . 6 3 - D u e c e n to m o n a ci circa e b b e M o n te ca ssin o a ll’ep o ca di
D e sid e rio : « F a ctu m est u t intra ip su m fe r m e b ien n iu m ad s e c u n d u m
c irciter cen te n a riu m co n grega tio n is lo ci b u iu s se n u m e r u s p o rre x is s e t »
(c fr .
L
eonisM
arsicani e tP
etriD
iaconi C h ro n ica m o n a steriiCasi-n eCasi-n sis, ed.
W . W
attenbach,
M o n u m . G e r m . H is t ., S. S ., V I I , H an n o -v erae, 1 8 4 6 , p. 7 2 2 [ I I I , 3 0 ] ) .
V v . 6 7 - 6 9 - Q u a lc u n o , n e l v. 6 7 , c o llo ca la v irgo la d op o la p aro la altera, ed allo ra la trad u zio n e s a re b b e q u e lla da n o i su g g erita; q u alch e
altro su gg erisce di p o rre la v irg o la d opo S io n (co m e p o rte re b b e il r i ch iam o b ib lic o ) ed a llo ra la trad u zio n e d o v reb b e e sse re : « M o n te d i S io n , secon d o c e n tro d ella fe d e ». (N o n si d im e n tic h i ch e dtix è n o m e d i g e n ere co m u n e). I l d iv ario n o n è g ran d e. L ’im p o rta n te è te n e r p re s e n te - com e q u alch e tra d u tto re n o n h a fa tto - ch e il p o e ta fa q u i u n d u p lice acco sta m e n to : egli asso m ig lia M o n te ca s s in o , d o n d e fu d iffu sa la R eg u la
m o n a sterìo ru m , p rim a a S io n (v . 6 7 ) e p o i al m . S in a i (v v. 6 8 sg .). S io n
in sen so s tr e tto è l ’a rce di G e ru sa le m m e , il « m o n te san to » (P s ., 2 ,6 ; 4 7 [ 4 8 ] , 2 sg g .); in sen so larg o è la stessa G e ru s a le m m e , p er cu i è d e tto co l so lito p a ra lle lism o : « D e S io n e x ib it le x e t v e r b u m D o m in i d e l e r u -
salem » { I s ., 2 ,3 ). S u l m o n te S in a i, com e è n o to , M o sè e b b e da D io le
tav o le s c ritte d ella L eg g e ( E x ., 3 1 ,1 8 ; 3 4 ,2 8 ) . Q u e s t’u ltim o p arag o n e, ch e fu s fru tta to d agli am an u en si m o n a stici (c fr . C o d . cass. 2 9 3 ) , si
trovava esp resso in u n d is tic o fa c e n te p a rte d ei v e rsi ch e serv iv an o da d id ascalie p er le v a rie ra p p resen ta z io n i m u siv e d ella b a s ilica e d e ll’a trio e ch e , oggi è sta to a c ce rta to , fu ro n o d e tta te d al N o stro : « H a e c d o m u s
3 8
ed ita q u o n d a m ». I n u n ’a ltra co p p ia d i esa m e tri A lfa n o pren d ev a isp i
razio n e dai v ersi ch e C o s ta n tin o M ag n o v o lle risa lta sse ro a m o saico su l l ’a rco m ag giore d ella b a s ilica v a tica n a : « 17/ d u c e te patria iustu s po-
tia tu r a d ep ta / b in e D es id e riu s p a ter ha n c tib i co n d id it aulam » (c fr .
C h ro n ic . C a sin ., I l i , 2 8 ; ed . c it ., p . 7 1 8 e n o te ; G .
F
alco,
S u ll’a u ten ticità d e lle o p e r e d i A lfa n o , in « B o lle ttin o d e ll’I s t . S to r. I ta l. » , X X X I I ,
1 9 1 2 ,
p.
5 ; A .L
entini,
R a ssegn a c it ., L X I X , 1 9 5 7 , p . 2 3 8 , con l ’elen cod elle e d izio n i e la b ib lio g ra fia ).
V v . 8 5 - 9 4 - L a v a lle d el L ir i co s titu iv a , a llo ra co m e oggi, una
g ran d e v ia n a tu ra le d i co m u n icazio n e tra l ’I ta lia m erid io n ale e q u ella c e n tra le (v ia L a tin a ). R ic o r r e fre q u e n te m e n te n e ll’o p era p o etica di A l fa n o l ’id ea c h e la R o m a d el C r istia n e sim o - cio è la c ittà d egli A p o sto li - sia an co ra e sem p re la sig n o ra d el m o n d o , q u ale era sta ta u n g iorn o l ’a n tica R o m a : c fr.
A
gocella,
op. cit., I I , p p. 4 5 sgg. A n ch e n e ll’innoin o n o re d i S . B e n e d e tto (/. c ., v. 4 0 ) A lfa n o rico rd a le am en e sponde d el L ir i: L iris a m o en a.
V v . 9 5 - 9 6 - S i tra tta in d u b b ia m e n te d el m. C airo (m . 1 6 6 9 ), la
v e tta p iù a lta d elle M a in a rd e . A lfa n o d ice « C aria » : m a è ev id e n te il fe n o m e n o d i m e ta te s i. Su u n o sp ro n e di tal m o n te, im m in e n te sul fium e R a p id o , fu e r e tto il m o n a stero . P e r tu tta la d escrizio n e l ’au to re trae e le m e n ti d alla sto ria e d alla con o scen za d ir e tta d ei p o sti.
V v . 9 6 - 1 0 4 - I l p o eta si isp ira ad u n n o to passo d ei D ialogh i ( I I , 8 )
d i S . G r e g o rio M a g n o , da cu i tra rrà isp irazio n e p u re l ’A lig h ie ri n el fam oso ep iso d io d el X X I I d el P a ra d is o : « C a stru m n a m q u e, q u o d C a sin u m d icitu r, in
e x ce lsi m o n tis la tere situ m e st; q u i v id elicet m o n s d isten so sin u h o c id em ca stru m re c ep it, s e d p e r tria m illia in altum se s u b rig en s, v elu t ad aera ca cu m en te n d it; u b i v etu stissim u m fa n u m fu it , in q u o e x a n tiq u o ru m m o re g e n tiliu m ab stu lto ru stico ru m p o p u lo A p o llo c o leb a tu r... I b i ita qu e vir D e i p e rv e n ie n s , co n triv it id o lu m , s u b v e rtit aram , su ccid it lu co s, a tq u e in ipso tem p io A p o llin is o ra cu lu m B ea ti M a rtin i, u b i v ero ara eiu s d e m A p o llin is fu it, o ra cu lu m sancti co n stru x it J o h a n n is ; et co m m o ra n tem c irc u m q u a q u e m u l
ti tu d in em p ra ed ica tio n e co n tin u a a d fid em vocabat » (C fr .
G
regoriiM
agniD ialogi, a cu ra di U .
M
oricca,
R o m a , 1 9 2 4 , p p. 9 4 sgg. I n « F o n ti p erla sto ria d ’Ita lia p u b b lic a te d a ll’I s t . S to r. I ta l. » ). L ’altu ra d i M o n teca ssin o fu fo rse l ’a cro p o li d ella s o tto s ta n te , an tich issim a c ittà d i C a ssin o , com e d i m o stra n o an co ra ogg i i re s ti d i im p o n e n ti m u ra d i c in ta e com e anche l ’in d ag in e a rch eo lo g ica ha c o m p ro v a to : c fr. T .
L
ecciso tti,
M o n teca ssin o : la vita, l ’irra d ia zio n e, I I ed iz., F ire n z e , 1 9 4 7 , p p . 17 sgg.V v . 1 0 5 - 1 0 9 - S o n o , n e lle gran d i lin e e , co rrisp o n d e n ti a lle risu ltan ze
s to ric h e q u e s te n o tiz ie d i A lfa n o su lle v a rie v icissitu d in i a cu i an d aron o sog g e tte , n ei seco li a n te rio ri a ll’X I , le fa b b ric h e d ella B ad ia . D is tr u tta una
p rim a v o lta dai L o n g o b a rd i ( 5 7 7 - 5 8 9 ) , essa era riso rta g razie s o p ra ttu tto alle cu re di P e tro n a ce (m o rto n e l 7 5 0 ) ; n u o v am en te rasa al su o lo d ai S a ra cen i (n e ll’8 8 3 ) , era sta ta fin a lm e n te rip ris tin a ta d a ll’a b a te A lig e rn o ( 9 4 9 - 9 8 6 ) . L e altern e fa si d elle d istru zio n i e d elle rico stru z io n i son o s ta te ra c co n ta te m o lte v o lte , d o p o L e o n e M a rsica n o {C h ro n . C as., I , 2 , 4 , 4 4 ; I I , 3 ) , da tu tti g li s to ric i d e ll’A b b a z ia : c fr. p a rtic o la rm e n te M .
I
nguanez,
s.
v.
M.on-tecassino, in « E n c ic l. I ta l. » , X X I I I , p . 7 3 1 ; T .
L
eccisotti,
o p . c it., p p.2 3 , 2 8 sgg., 3 8 , 4 6 sg ., 181 sg g .; G .
F
alco,
P a g in e sp a rse d i storia e d i vita, M ilan o -N ap o li, 1 9 6 0 , p p . 5 8 sgg. A n ch e ai n o s tri g io rn i tu tto Ìl m on d ociv ile ha c o n sta ta to co n am m irazio n e co m e l ’A b b a z ia ca ssin ese sap p ia tr o v are, n e ll’o ra tr is te d ella d eso lazio n e, il p ro d ig io so a n e lito d ella rin a scita .
Wv. 1 1 0 - 1 1 5 - D a q u e sto p u n to le p a ro le d i A lfa n o tro v an o u n co m
m en to c o n tin u o (d ire i in te n z io n a le ) n el ra c co n to d i L e o n e M a rsic a n o : « D e lla b a silica e r e tta d a D e s id e rio n e l q u in q u e n n io 1 0 6 6 - 1 0 7 1 ab b ia m o , c o m ’è n o to , u n a d escriz io n e c o n te m p o ra n ea ab b a sta n z a p re cisa , fo rn ita pu re d i v a rie m isu re, n el C h ro n ic o n di M o n te ca ssin o di L e o n e M a rsica n o e P ie tro D ia co n o . G ià il B e r ta u x n e l suo fo n d a m e n ta le v o lu m e s u ll’arte n e ll’Ita lia m e rid io n a le n e aveva d a ta v a ri an n i o r so n o u n ’in te rp re ta z io n e in term in i m o d ern i, tu tto ra so sta n z ia lm e n te v alid a, p u r n o n av en d o a d i sp osizion e i p rezio si r ilie v i d i M o n te ca s s in o , co m e si p resen ta v a ag li in izi d el C in q u e ce n to , e seg u iti d a A n to n io e B a ttis ta da S an g allo . . . D a q u e sti rilie v i, fa tti q u an d o eran o ap p en a in iz ia te q u e lle tra sfo rm a z io n i grad u ali ch e o b lite ra ro n o la fisio n o m ia m ed io ev ale d i M o n te ca s s in o , in u n io n e alle già rico rd a te d escrizio n i d el C h ro n ic o n , la b a s ilica e il m o n a ste ro d i D e s i d erio em erg o n o d alla lo ro lo n ta n a n z a m u ltis e co la re , e p o sso n o tu tto ra essere o g g etto di stu d io e d ’in d ag in e » (A . Pa n t o n i, art. cit., p. 2 4 ) . D e lla corag g iosa d ecisio n e p resa d a ll’a b a te D e sid e rio d i a b b a tte re p re lim in a rm en te la v ecch ia, fa tisc e n te co stru z io n e d ice L e o n e M a rsic a n o : « . . . a d v e te re m di-
ru en d a m ecclesia m , e t n o va m p u lch riu s a tq u e a u gu stiu s a edifican da m n o n sin e d iv in o in stictu a n im u m a p p u lit, . . . su p ra d icta m bea ti B e n e d ic ti e cc le siam tam pa rv itate q u a m d e f o r m i a t e th esa u ro tanto ta n ta eq u e fra tru m con- grega tio n i p ro rsu s in co n g ru a m , e v e rte re a fu n d a m en tis a ggressu s est. E t qu o n ia m in ipso m o n tis v e rtice co n stru cta , et v e n to ru m v e h e m e n tih u s fla- b ris q u a q u a v ersu m p a tu era t, et ign eis f r e q u e n t e r fu e ra t attacta fu lm in ib u s, s t a t ili e iu s d e m m o n tis saxeam cristam ig n e f e r r o q u e e x c in d e r e , et q u a n tu m spatium fu n d a n d a e basilicae p o sset su fficere, lo cu m in im o d e fo s s u m q u o
fu n d a m en ta ia ceret co m p la n a re » ( I I I , 2 6 ; ed . c it., p p . 7 1 6 sg.).
V v . 1 1 6 , 1 2 0 - 1 2 6 - I l n o s tro ca rm e si co m p o n e, d o p o i q u a ttro esa
m e tri le o n in i in tro d u ttiv i, d i q u a ra n ta tré s tro fe p e n ta s tic h e d i te tra p o d ie d a ttilic h e c a ta le ttic h e in syllabam (s ch e m a : u u , - ) . È u n verso da S erv io ch ia m a to m e tru m a lcm a n icu m ; raro p resso g li a n tic h i, fu fr e q u e n te in v ece n ella b assa la tin ità co m e m e tro c o n tin u a to : A lfa n o fo rse
4 0
p rese co m e m o d elli P ru d e n z io {P e rist., I l i , C a th e m ., I l i ) , e T e ren zian o M a u ro ( 1 9 7 8 sg g .), ad o p eran d o V h o m o io teleu to n : ad es. n e lle s tro fe I V (in i), V I I (in a ), V i l i (in u ), I X (in o ), X (in e ). L o schem a m e trico del v erso a d o p erato n o n p o tre b b e co m p o rta re , co m e a ltri tip i di v e rsi, la p re senza d el n o m e D ë s id ë r iu s , se n o n c o n u n a licen z a p ro so d ica, di cui si serv e ap p u n to A lfa n o ren d en d o b re v e (in te si) la p rim a silla b a d el n o m e: è in u tile a v v e rtire ch e d i sim ili lib e r tà si serv e c o n u n a c e r ta freq u en za il N o stro , co m e a ltri. L ’u so d ei n o m i p ro p ri, a cu i si ap p ella A lfa n o , perm ise an o m alie p ro so d ich e p ersin o a V ir g ilio , co m e rico rd a u n tra tta tis ta m o d ern o : « L a q u a n tité des v o y elles n ’e st pas to u jo u rs la m êm e; dans certain s m o ts (p re sq u e to u jo u rs des nom s p ro p re s), e lle p eu t v a rier selo n les e x i g en ces
de
la m é triq u e »(W .
J .W . K
o ster,
T ra ité d e m é triq u e g r e c q u e suivi d ’u n p réc is d e m é triq u e latine, I I e d ., L ey d e, 1 9 5 3 , p. 3 1 6 ) . U n a an co ra m agg io re lib e r tà m e tric a , e p ro p rio p e r lo stesso n o m e di D e s id e rio , si cre d e tte le c ita l ’a u to re d i u n a p o esia an o n im a s c ritta ad esa lta z io n e d el grand e a b a te: essa c o n sta d i q u in d ici s tro fe di q u a ttro d im e tri a n ap estici c a ta le ttic i; le in iziali d elle s tro fe fo rm a n o l ’a cro stico D es id e riu s abbas. N o n co n te n to di aver c o sì rico rd a to l ’illu s tre n o m e, l ’a u to re lo tra scrisse a tu tte le tte r e n ella lir ic a : « D o m in o t r ib u e n te d u ca tu m , / B e n e d ic tu s a d ista bea tu s / v en ien s
loca, scu lp tile stravit / D o m in o q u e d o m u m fabricav it. / E r u s o m n ip o ten s ait ip si / q u o n ia m , m eritis B e n e d ic ti, / lo cu s h ic sacer a tq u e v e re n d u s / fo r e t a m p lio r efficien d u s. / S é rie s data caelitus o rb i, / u b i tem p o ra m ulta rev o lv it, / D es id e riu s istius arcis / re g im e n cap ien s nim is auxit. / I n ea ve te r a o m n ia stravit, / nova p ro tin u s aedificavit, / satus ip se d u cu m B ene- v en ti / h o m o p r o g e n ie ren id en ti. j . . . f R atio n e q u it intim a re ri, / n e q u it os la b iu m q u e fa teri / sacra vascula q uan ta paravit, / q u ib u s et la p id u m d eco ra v it. / I b i sard ius et ch risop assu s / nitet, ac speciosa sma- ra g d u s; / sim u l em ica t his am eth istu s, / radiat precio sa iacynthus. / V arias q u o q u e G ra ecia v estes / d é d it a rtificesq u e s c ie n te s ; / tribu it sua m arm ora R o m a / q u ib u s est d o m u s ista d e c o ra j . . . j B orea s solet ardua quot- q u o t / foliis iuga sp a rg ere, tot tot f titulos tu lit h ic variorum / varia ex re g io n e lib ro ru m j . . . j S im u l et m o d o q u i s u m u s istic / fo r e cras sim ul a n nu at illic, / s a cietq u e g re g e s paradisus, / q u ib u s e x stet ovile C asinus »
(e d . E .
D
ü m m ler,
in « N eu es A rch iv » , X , 1 8 8 4 , p . 3 5 6 ) . A b b ia m o rip o rta to m o lti v ersi d e ll’a c ro stico p er la gran d e affin ità d el suo c o n te n u to c o l te sto del ca rm e ch e stia m o co m m en ta n d o ed an ch e p erch é lo stesso a cro stico da talu n o è s ta to su p p o sto d ella scu o la d i A lfa n o o sen z ’a ltro a lu i a ttrib u ito (c fr . A .L
entini,
R a ssegn a c it., p p . 2 2 3 sg.).V v . 1 2 7 - 1 2 9 - T r a le m in ia tu re ch e ad o rn an o il C o d . V a tic . L a t. 1 2 0 2
(c h e tra l ’a ltro ha tra m a n d a to l ’a c ro stico d i cu i a lla p re c e d e n te n o ta ) è la rap p resen ta z io n e d e ll’a b a te D e s id e rio im m ag in ato n e ll’a tto di o ffrire a S. B e n e d e tto u n g ru p p o d i co d ici e le n u o ve co stru z io n i d ella B a d ia : sono
d elin ea te le sagom e d elle d ue ch iese d i S . M a rtin o e d i S . B e n e d e tto — che cam pegg iano n ello sfon d o — e d e ll’a trio , v is ib ile in p rim o p ian o . L a d id a scalia im m ed iatam en te s o tto p o s ta a lle figu re d ic e : « C u m d o m tb u s, m iro s
p lu res P a ier a ccip e libro s ». L a rap p resen ta z io n e è sto ric a m e n te m o lto im
p o rta n te, p erch é — sia p u re stilizzan d o li — rip ro d u ce fe d e lm e n te i tra tti d e ll’ep o ca: il cod ice fu ese g u ito s o tto l ’a b a te D e s id e rio a M o n te ca ssin o ed
è
una d elle più a lte e sp ressio n i d ella m in ia tu ra ca ssin ese (c fr . M .I
ngua-NEZ
- M .A
very,
M in ia tu re cassin e si d e l sec. X I illustranti la vita d i S.B e n e d e tto , M o n te ca ssin o , 1 9 3 4 , tav . I ; G. De
F
rancovich,
P ro b le m i dellapittu ra e della scu ltu ra p rero m a n ica , n e lla m iscellan ea « I p ro b le m i com u n i
d e ll’E u ro p a p o st-caro lin g ia ». S p o le to , 1 9 5 5 , p p. 4 7 9 , 4 8 9 ) . I l m o tiv o , p o e tico e ico n o g rafico , d ella « o ffe rta » d ella ch iesa è rip e tu to n eg li affresch i (sec. X I ) d e ll’ a b sid e di 5 . A n g e lo in fo rm is (C ap u a) d ove si sco rg e l ’a b ate D e sid e rio ch e sorregg e in m an o il m o d ello d ella c h iesa : la te sta è cin ta dal n im b o q u ad rato ch e lo d esig n a co m e p erso n ag g io v iv e n te (c fr . G . De
F
rancovich,
op. cit., pp. 4 8 0 sgg.; O .M
orisani,
G li a ffresch i d i S. A n g elo in fo rm is, C ava d ei T ir r e n i - N a p o li, 1 9 6 2 , p p. 3 4 sg.). A n ch e q u esta figuram i sem b ra im p o rta n te , p erch é fa p a rte di u n c ic lo p itto ric o co n tem p o ra n eo alla b a silica d esid erian a ed è n ella scia d ella stessa c o r re n te a rtistic a e re li giosa. N e llo stile di 5 . A n g e lo in fo rm is m i p are di sco rg ere d elle so m i glianze co n p a rtic o la ri a rc h ite tto n ic i d el D u o m o di S a le rn o , ch e a sua v o lta fu m o d ella to seco n d o le lin e e d ella ch iesa ca ssin ese.
V v . 1 3 0 - 1 3 7 - I l C h ro n ic o n d i L e o n e M a rsica n o n el lu n g o c a p ito lo 2 6 °
d el lib ro I I I {e d . cit., pp. 7 1 6 sg g .), d op o av er d e s c ritto i lav o ri p re lim in a ri d ella d istru z io n e d elle v ecch ie fa b b ric h e e d ello sp ian am en to d ella cim a m o n tan a, si a ttard a a tra s m e tte re i d a ti a rc h ite tto n ic i d ella stru ttu ra m ar m orea d ella n u o va b a s ilica , i cu i m a te ria li fu ro n o tra s p o rta ti co n m em o ra b ile ard im en to da R o m a . P o ic h é ta li d a ti son o sta ti esa m in a ti n u m ero se v o lte so tto il p ro filo a rtistic o e te cn ic o , ci lim itia m o a tra scriv e rn e i tr a tti ch e possano serv ire alla illu stra z io n e d ei v ersi a lfa n ia n i: « O rd in a tis ig itu r q u i
ha ec toto n isu et instantia su m m a p e rffc eren t, ip se (D e sid e rio s ) in terea R o m am p ro fe ctu s est, et q u o s q u e am icissim os a llo q u en s, s im u lq u e larga manti p ecu n ia s o p o rtu n e d isp en sa n s, co lu m n a s, bases, e t lilia (i. e . e p isty lia ), n e c no n et d iv erso ru m co lo ru m m a rm o ra a b u n d a n te r c o e m ìt ; illa q u e o m n ia ab U rb e ad p o rtu m , a p o rtu a u tem R o m a n o p e r m a re u s q u e a d tu rre m d e G ariliano, in d e q u e a d S u iu m , navigiis co n d u ctis in g e n ti fidu cia d etu lit. A b in d e v ero u s q u e in h u n c lo cu m p la u stro ru m v eh icu lis n o n s in e la b o re m axim o c o m p o r t a v it . . . T a n d e m ig itu r to tiu s basilicae ad itu m c u m difficul- tate n o n parva spatio co m p la n a to , et n ecessa riis o m n ib u s a b u n d a n tissim e apparatis, co n d u ctis p ro tin u s peritissim is artificibu s (ta m A m a lfita n is quam
e t L a m b a rd is), e t iactis in C h risti n o m in e fu n d a m en tis, c o e p it e iu s d e m ba