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L’incontro con l’America nella letteratura russa: l’immaginario e

la realtà nelle opere di Vasilij Aksenov (1970-1980)

Luizetta Falyushina

♦eSamizdat(XI), pp. -♦

L

A metamorfosi dell’immagine dell’America nel-la letteratura russa del periodo sovietico è sta-ta così significativa che già da tempo è divensta-tasta-ta un oggetto complesso e gratificante di studi lette-rari. Nel periodo pre-rivoluzionario e rivoluziona-rio l’America viene spesso vista come un “antimon-do” rispetto alla Russia, oppure come un paese sot-to il potere del “diavolo giallo” (M. Gor’kij)1, dove governano capitalisti-sfruttatori, privi di scrupoli e avidi di guadagno2.

Negli anni Venti e Trenta diventa tipico un at-teggiamento duplice verso l’America: da un lato la classe dirigente sovietica vede negli Stati uni-ti il suo principale rivale poliuni-tico ed economico e si augura che presto l’auspicata rivoluzione proletaria mondiale distrugga completamente il sistema ca-pitalista3, dall’altro nutre interesse per l’esperienza economica e industriale americana. Così, ad esem-pio, nell’opera di B. Pil’njakO’key: amerikanskij roman [Okay: un romanzo americano, 1931],

no-nostante il prevalere dello spirito di propaganda so-vietica e l’accesa denuncia dell’ingiustizia socia-le americana, si percepisce chiaramente l’apertura dello scrittore nei confronti di un’altra cultura, di un’altra mentalità.

Una fase qualitativamente nuova nella

trattazio-1

M. Gor’kij,V Amerike, Berlin 1906.

2

Si veda N.N. Bolchovitinov, “Obraz Ameriki v Rossii”, Amerikan-skaja civilizacija kak istoričeskij fenomen. Vosprijatie SŠA v amerikanskoj, zapadnoevropejskoj i russkoj obščestvennoj mysli, a cura di Idem, Moskva 2001, pp. 430-448.

3

Il noto giornalista N. Pomorskij nel suo saggio “Кak my priehali v New York” [Come siamo arrivati a New York] pubblicato sul quo-tidianoPravda il 10 settembre 1925, descrive New York come una

megalopoli che con i suoi grattacieli suscita nell’anima ogromnu-ju zlobu [una rabbia enorme] edesprime la certezza che la rivo-luzione del proletariato presto distruggerà etot urodlivyj gorod

[questa città mostruosa], N. Kubanev,Obraz Ameriki v russkoj literature, Moskva-Arzamas 2000, p. 415.

ne del tema americano si apre con la pubblicazione del saggio di Il’f e PetrovOdnoetažnaja Amerika

[L’America a un piano, 1936], che ha una tonali-tà diversa rispetto alle opere precedenti: senza pre-giudizi e senza eccessiva polemica, addirittura con un tono bonario, esprime il desiderio di capire l’es-senza della vita americana, con tutti i suoi contra-sti. In questo caso gli autori si sono allontanati dal-la visione stereotipata dell’America come nemico, ponendo le basi per un nuovo approccio nella rap-presentazione letteraria degli Stati uniti, approccio che ha dato i suoi frutti più significativi tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, durante il breve periodo di distensione dei rapporti internazionali tra l’Unione sovietica e gli Stati uniti. Durante la guerra fredda gli scrittori sovietici si sono trovati di nuovo a essere fortemente condizio-nati dalla politica estera dell’Urss. La campagna anti-occidentale – e in primo luogo anti-americana – affermava che al posto del fascismo tedesco, con-siderato in genere il primo nemico della libertà e del-la democrazia, era subentrato l’imperialismo ame-ricano. Pertanto, tutto quello che faceva parte del sistema occidentale (compresa la cultura e lettera-tura americana) veniva dichiarato nocivo, corrotto e ostile alla cultura sovietica. In letteratura il tema americano doveva avere una trattazione negativa, si cercava così di creare l’immagine di un’America volgare e primitiva4.

La svolta arrivò a settembre del 1959, quando N.S. Chruščev fece una visita ufficiale negli Usa; ciò segnò l’inizio del periodo del disgelo nella poli-tica estera soviepoli-tica, che rese possibile un’apertu-ra nei un’apertu-rapporti internazionali. Insieme con la

svol-4

(2)

 eSamizdat2016 (XI) ♦La letteratura di viaggio in area slavofona ♦ ta ufficiale negli anni Cinquanta-Sessanta, la

vi-sione positiva dell’America venne supportata an-che da altri fattori, come ad esempio il ricordo e la gratitudine del popolo russo per l’interven-to degli Stati uniti come alleati durante la secon-da guerra mondiale. La varietà e la molteplici-tà degli oggetti inviati come aiuti umanitari dal-l’America alimentarono la percezione di una qua-lità più alta della vita dei cittadini americani, in-sinuando, nella consapevolezza del russo comune, un sentimento di sfiducia nei confronti del sistema socialista-comunista. Nonostante gli effetti della guerra fredda e la pervasiva propaganda ideologi-ca anti-ameriideologi-cana, nella mente della generazione post-staliniana si andava rafforzando l’interesse per lo stile di vita americano5.

Per quanto riguarda l’intelligencija degli anni

Sessanta, alla curiosità e al desiderio di riscoprire la cultura occidentale, e in particolar modo quella americana, si aggiunse un altro fattore di notevole importanza: il rifiuto di credere nell’immagine uffi-ciale dell’America come mostro dell’ingiustizia po-litica e sociale, e anche la maturata e generalizzata non accettazione del modo di vivere sovietico. Pur rimanendo separati dal resto del mondo dalla “cor-tina di ferro”, molti intellettuali russi sono riusciti a coltivare gli interessi pro-occidentali e a realizzare quelpovorot k Zapadu [la svolta verso l’Occidente]

che caratterizza il periodo del disgelo.

Vasilij Aksenov (1932-2009) è lo scrittore che forse meglio di altri è riuscito a rappresentare la ge-nerazione dei cosiddetti šestidesjatniki6 e a de-scrivere l’avvenuta mitologizzazione dell’America, che si può senz’altro definire come uno dei tratti pe-culiari della letteratura degli anni Sessanta. Nel-le sue opere di quel periodo l’immagine del mon-do occidentale e nello specifico dell’America si mo-stra nella sua veste affascinante e attraente, e viene percepita attraverso la sfera artistico-culturale (in particolare, il cinema, la musica e la letteratura).

5

Si veda P. Vail, A. Genis,60-e. Mir sovetskogo čeloveka, Moskva

2001, pp. 64-74.

6

Glišestidesjatniki rappresentano una corrente di scrittori

sovie-tici fiorita in Unione sovietica negli anni Sessanta sull’onda del disgelo.

Quali erano i presupposti di tale intensa attra-zione, per non dire infatuaattra-zione, per gli Stati uni-ti? Aksenov ricorda che il suo primo incontro con l’America era avvenuto in maniera indiretta durante la seconda guerra mondiale. Come per la maggior parte dei cittadini sovietici che pativano il freddo, la fame e le altre sofferenze della guerra, per lui, allo-ra bambino, l’immagine positiva di questo gallo-rande stato si basava su fatti concreti come l’improvvisa abbondanza di cibo che arrivava dagli Usa grazie agli aiuti umanitari.

По продовольственным карточкам стало возможным иногда получать невиданные доселе продукты: белое мягкое (для на-мазывания на хлеб) сало– лярд, яичный порошок для омле-тов или просто для посыпки поверх сала, мясные консервы, ветчинные консервы [. . . ], сгущенное молоко, сухое молоко в пакетах с непонятными английскими надписями, пакетики чаю на одну заварку и т. д. Поставки продовольствия в рамках lend-lease (“в долг-с-рассрочкой”) не только уберегли миллионы детей от исто-щения и рахита, они также подняли общее настроение. Еда прибывала к нашим желудкам, в общем-то, в мизерных ко-личествах, однако народ вроде бы стал понимать, что он не одинок, что о его детях пекутся в далеких странах7.

Questi oggetti-simbolo americani che furono di-stribuiti alla popolazione dell’Unione sovietica gra-zie agli accordi con gli alleati, sono rimasti a lun-go un favoloso ricordo per il popolo russo e han-no contribuito a creare nell’immaginario collettivo il mito americano. La forte attrazione per la vita

ne-gli Stati uniti era alimentata anche dalle immagini cinematografiche e dalla musica jazz d’oltreoceano che veniva ascoltata clandestinamente captando le stazioni radio occidentali.

Джаз в те времена был и в самом деле американским “сек-ретным оружием”. Радиостанция “Голос Америки” в Танже-ре каждую ночь пеТанже-редавала двухчасовую джазовую програм-му. Мечтательные русские мальчики пятидесятых годов рос-ли под звуки элрос-лингтоновского Take train A и под бархатные 7

“Con le tessere alimentari è diventato possibile ricevere ogni tanto prodotti mai visti prima: il lardo bianco e morbido (per spalmar-lo sopra il pane), l’uovo polverizzato per fare omelette o semplice-mente per metterlo sopra il lardo, la carne in scatola, il prosciutto in scatola [. . . ], il latte condensato, il latte in polvere nelle confezioni con incomprensibili scritte in inglese, il tè in singole bustine e altro. Questo approvvigionamento alimentare nel quadro dellend-lease

(‘in debito a rate’) non solo ha risparmiato a milioni di bambini la fame e il rachitismo, ma ha anche risollevato lo spirito generale. Il cibo arrivava al nostro stomaco in quantità del tutto esigue, ma sembrava che la gente iniziasse a capire che non era più sola, e che in paesi lontani si preoccupavano dei loro figli”, V. Aksenov,

(3)

L. Falyushina,L’incontro con l’America nella letteratura russa: l’immaginario e la realtà nelle opere di Vasilij Aksenov (1970-1980)  перекаты голоса джазового комментатора Уилиса Кановера. Музыку записывали на допотопных магнитофонах, а потом играли сами на полуподпольных джазовых вечерах, неред-ко сопровождавшихся драками с неред-комсомольснеред-кой дружиной и вмешательством милиции. Клочки музыки, обрывки информации создавали золотое свечение ауры, поднимавшейся над горизонтом на закате, над недоступным и таким желанным Западом и над самым западным Западом, над Америкой8.

A confermare le parole di Aksenov sul significato che si attribuiva alla musica jazz nell’Unione sovie-tica, si possono riportare molte altre testimonian-ze lasciate dai suoi contemporanei, come ad esem-pio il noto jazz-man di quel periodo Aleksej Kozlov e il critico musicale Efim Barban9. Questi ultimi sottolineano che in quegli anni il jazz, al di là del-la sua valenza propriamente musicale, era percepito come simbolo di quella libertà di cui, nel paese so-vietico, si sentiva la mancanza in maniera tangibi-le; inoltre, aveva per milioni di ascoltatori un fascino straordinario che contribuiva a mitizzare l’America. Oltre alla musica, l’altro canale di avvicinamen-to al mondo americano erano i film di Hollywood. Già dopo la fine della seconda guerra mondiale, nei cinema sovietici iniziarono a essere proiettati molti film americani e tedeschi, che erano stati presi come “bottino di guerra” in Europa occidentale; si tratta-va pretratta-valentemente di commedie musicali o senti-mentali in bianco e nero. A partire dalla fine degli anni Cinquanta la percentuale di film hollywoodiani proiettati in Russia cominciò ad aumentare sempre più, grazie al grande successo riscosso10. A

pro-8

“Il jazz in quei tempi era una vera e propria ‘arma segreta’ america-na. La radiostazione ‘La Voce dell’America’ a Tangere trasmetteva ogni notte un programma jazz di due ore. I giovani sognatori della Russia degli anni Cinquanta crescevano con i suoni della melodia di EllingtonTake the A train e con la voce vellutata del

commen-tatore di jazz Willis Conover. La musica veniva registrata su regi-stratori obsoleti e poi ascoltata durante le serate semi-clandestine di jazz, che spesso erano accompagnate dalle risse con le squadre di komsomol e dall’intervento della polizia. Questi frammenti di mu-sica e briciole di informazione creavano il barlume dorato dell’aura che si alzava al tramonto sopra l’orizzonte, sopra l’Occidente, così inaccessibile e così desiderabile, e sopra l’Occidente più occidenta-le che c’era: sopra l’America”, Idem,V poiskach grustnogo bebi,

Moskva 2011, p. 19.

9

Si veda A. Kozlov,Kozel na sakse,Moskva 1998; E. Barban, Čer-naja muzyka, belaja svoboda, Ekaterinburg 2002; V. Feiertag, Istorija džazovogo ispolnitel’stva v Rossii, Sankt-Peterburg

2010.

10

Per dare solo un’idea della loro enorme popolarità in Unione sovie-tica riportiamo alcuni numeri: il film di avventureThe magnificent

posito di questo diffuso spirito di ammirazione nei confronti del cinema americano Aksenov racconta:

После войны в Германии в руки советских властей попало немалое число так называемых трофейных фильмов. В боль-шинстве своем это был сентиментальный хлам или нацист-ские антибританнацист-ские подделки, но было также несколько фильмов из американской классики тридцатых годов. Стран-ным образом власти в поисках источника дохода пошли на идеологический компромисс и пустили эти фильмы в прокат. [...] Прокат трофейных фильмов был незаконным в право-вом отношении, поэтому они шли под другими названиями. The stage-coach, например, назывался Путешествие бу-дет опасным,Mr. Deeds goes toWashington – Под вла-стью доллара, The roaring twenties– Судьба солдата в

Америке. [...] обрезались все титры, так что мы не знали име-ни име-ни Джона Уэйна, име-ни Джеймса Кегиме-ни, и в таком виде филь-мы выпускались на экран. Я смотрел Путешествие будет опасным не менее десяти раз, Судьбу солдата в Америке не менее пятнадцати раз. Было время, когда мы со сверст-никами объяснялись в основном цитатами их таких филь-мов. Так или иначе для нас это было окно во внешний мир из сталинской вонючей берлоги11.

Infine un’altra componente rilevante che ha con-tribuito alla formazione dell’immagine positiva del-l’America e la cui importanza non si può sottova-lutare, è la letteratura americana. Quasi tutti gli scrittori šestidesjatniki hanno subito la profonda

influenza di grandi scrittori americani come F.S. Fi-tzgerald, W. Faulkner, J. Dos Passos, J.D. Salin-seven (con Yul Brynner) uscito nelle sale cinematografiche

sovie-tiche nel 1962, fu visto da 63,7 milioni di spettatori; la commedia

Some like it hot (con Marilyn Monroe) uscita in Urss nel 1966, fu

vista da 43,9 milioni di spettatori; il film storico-drammatico Spar-tacus (con Kirk Douglas) uscito inUrss nel 1967, fu visto da 63

milioni di spettatori. Questi film sono stati tra i leader indiscussi della distribuzione cinematografica sovietica di quel decennio. Si veda S. Jutkevič, Ju. Afanas’ev,Kino: enciklopedičeskij slovar’,

Moskva 1986, pp. 219, 274, 408.

11

“Dopo la fine della guerra in Germania, nelle mani dei sovietici è capitato un gran numero di film presi come trofeo. In maggioran-za, si trattava di robaccia sentimentale oppure di pellicole naziste di carattere antibritannico, ma c’erano anche alcuni classici america-ni degli anamerica-ni Trenta. Stranamente, il governo sovietico, alla ricerca di una fonte di profitto, fece un compromesso ideologico e li inserì nella grande distribuzione cinematografica. [...] Poiché questo era illegale dal punto di vista giuridico, i film erano distribuiti con titoli diversi da quelli originali.The stage-coach per esempio si

chiama-vaIl viaggio sarà pericoloso, Mr Deeds goes to Washington – Sotto il potere del dollaro, The roaring Twenties – Il destino di un soldato in America. [...] tutti i titoli originali erano tagliati,

perciò noi non conoscevamo i nomi né di John Wayne, né di James Cagney; i film uscivano in proiezione in questo modo. Ho guar-datoIl viaggio sarà pericoloso almeno dieci volte, Il destino di un soldato in America almeno quindici volte. C’erano dei

perio-di in cui parlavamo tra coetanei con le citazioni tratte dai film. A ogni modo, per noi questi rappresentavano una finestra sul mondo esterno dalla puzzolente tana di Stalin”, V. Aksenov,V poiskach grustnogo bebi, op. cit., pp. 18-19.

(4)

 eSamizdat2016 (XI) ♦La letteratura di viaggio in area slavofona ♦ ger, J. Steinbeck, ma lo scrittore americano più

po-polare del momento era indubbiamente Ernest He-mingway. La prosa di Hemingway ha avuto gran-de influenza sul processo letterario di quel periodo a tutti i livelli: nei suoi romanzi i lettori russi han-no trovato gli ideali che hanhan-no contribuito a mo-dificare la visione del mondo di un’intera genera-zione. Per molti, l’eroe lirico hemingwayano per-sonificava l’immagine ideale dell’uomo americano, immagine che veniva largamente condivisa e con-siderata un modello da imitare: non si trattava di un super-man, ma di un intellettuale che sa vive-re in una vive-realtà difficile e imperfetta, un uomo co-raggioso, ironico, capace di difendere la propria in-dipendenza, libero nei rapporti con le donne e con un proprio codice d’onore. Gli intellettuali sovie-tici degli anni ’60, dalla somma di tutti questi fat-tori, ricavavano l’immagine dell’uomo occidentale, libero e individualista, al quale avrebbero voluto so-migliare. Aksenov riassume così il motivo del ge-nerale innamoramento per Hemingway nell’Unione sovietica: В разгаре хемингуэевского бума конца пятидесятых и начала шестидесятых“Папа” был идолом российского студенчества и интеллигенции разых возрастов и направлений. [...] Культ Хэмингуэя возник в России от того, что его лирический герой совпал с идеализированным, то есть неверным, а может быть, как раз очень верным, в некотором астральном смысле, образом американца; он воплощал в себе то, чего так дра-матически не хватало русскому обществу,– личную отвагу, риск, спонтанность12.

Possiamo sostenere che l’avvenuto contatto del pubblico sovietico con varie forme culturali e arti-stiche americane ha contribuito a creare un’imma-gine positiva dell’America. Per sottolineare anco-ra questa nuova sensazione di ganco-rande affinità crea-tasi con la cultura americana, si riporta una frase emblematica di un altro noto esponente della cultu-ra deglišestidesjatniki, il poeta Iosif Brodskij: “в

те годы [...] мы были больше американцами, чем

12

“Nel pieno del boom per Hemingway della fine anni ’50 – inizio anni ’60, ‘Papà’ era l’idolo degli studenti e dell’intelligencija russa

di tutte le età e di tutti gli orientamenti. [...] Il culto di Heming-way è nato in Russia poiché il suo eroe lirico coincideva con un’im-magine idealizzata, forse non vera o, forse, addirittura molto vera, in senso mitico, di uomo americano. Egli incarnava quelle qualità che così disperatamente mancavano nella società russa: coraggio individuale, rischio, spontaneità”, Ivi, pp. 178-179.

сами американцы”13. Probabilmente, questa affer-mazione potrebbe essere condivisa da molti scrittori di quella generazione, compreso Vasilij Aksenov.

Indubbiamente, nella produzione letteraria di Aksenov, l’America occupa un posto di rilievo in quanto questo paese da luogo immaginario è suc-cessivamente diventato per lui una realtà concreta: nel 1980 egli ha lasciato l’Urss e si è stabilito negli Stati uniti. È importante sottolineare che nel pa-norama della letteratura russa sovietica, Aksenov è riuscito a esprimere il mito americano in modo par-ticolarmente avvincente e originale. Insieme ad al-tri scrittori dissidenti del suo tempo (V. Vojnovič, A. Sinjavskij), egli sosteneva l’idea di uno svilup-po culturale condiviso da tutta l’umanità, verso un unico obiettivo e vedeva nell’America l’immagine di un paradiso perduto, un sospirato mondo di liber-tà, punto di riferimento per la possibile svolta della Russia verso valori democratici e liberali. Egli cre-deva che si potesse giungere alla salvezza e all’ar-monia dell’umanità attraverso l’unione di due va-rianti di civilizzazione moderna, dove il materiali-smo americano viene compensato dalla spiritualità russa garantendo la condizione della libertà intel-lettuale dell’individuo. Aksenov sottolineava la par-ticolarità della sua posizione di dissidente non solo politico, ma anche sociale, culturale e, si potrebbe dire facendo riferimento alla famosa espressione di Andrej Sinjavskij, “stilistico”14.

Man mano che la situazione socio-culturale nel-l’Unione sovietica e nel mondo cambiava, Aksenov mutava la sua visione dell’America. Nell’arco di due decenni (1970-1980) possiamo evidenziare le seguenti fasi dell’evoluzione di questo mito:

- la prosa sull’America scritta nell’Urss negli anni ’70;

- le opere che descrivono l’America dal punto di vista di un immigrato da poco arrivato negli Usa

13

“In quegli anni [...] noi eravamo ancora più americani degli americani stessi”, I. Brodskij, Sočinenija Iosifa Brodskogo,

Sankt-Peterburg 2000, VI, p. 19.

14

Si riferisce alla famosa frase pronunciata da A. Sinjavskij, rilascia-ta durante un’intervisrilascia-ta in Francia nel 1973 dopo che fu costret-to a lasciare l’Unione sovietica: “Мои расхождения с советской властью чисто стилистические” [Le mie divergenze con il potere sovietico sono puramente stilistiche],Progulki s A. Sinjavskim. Materialy konferencii, Moskva 2011, pp. 11-19.

(5)

L. Falyushina,L’incontro con l’America nella letteratura russa: l’immaginario e la realtà nelle opere di Vasilij Aksenov (1970-1980) 

(prima metà degli anni ’80);

- la prosa americana della fine degli anni ’80, scritta nel periodo in cui avviene la disgregazione del sistema sovietico.

Nel ripercorrere l’evoluzione dell’immagine del-l’America in Aksenov, partiamo dalla sua prima

opera sul tema americano, Kruglye sutki

non-stop [Ventiquattro ore non-non-stop, 1976], scritta

su-bito dopo il suo primo viaggio negli Usa avvenu-to nel 197515. Probabilmente è uno dei raccon-ti più pittoreschi del viaggio in America all’interno della letteratura sovietica, divenuto un best-seller subito dopo la pubblicazione nella rivista lettera-ria Novyj Mir. L’America descritta da Aksenov in questo saggio era totalmente diversa dall’immagi-ne ufficiale proposta dai mezzi di comunicaziodall’immagi-ne di massa sovietici, che mettevano in luce in partico-lare i drammatici contrasti sociali. Al contrario, i lettori di Aksenov scoprivano, attraverso il suo rac-conto, che gli americani conducevano una vita ric-ca di interessi professionali, intellettuali e culturali e che caratterialmente non erano tanto diversi dai russi. Il giornalista Dmitrij Petrov ricorda così la sua prima impressione dopo aver lettoKruglye su-tki non-stop: “Поразило исходящее от него

[тек-ста] ощущение свободы, рождавшее внутреннюю уверенность: это то, что надо...”16.

Dal punto di vista stilistico, quest’opera si diffe-renzia significativamente dal tipico “diario di viag-gio”, in quanto combina in sé elementi di fantasia con meditazioni del narratore sulla sua esperienza americana. Insieme alla descrizione dei luoghi geo-grafici e delle impressioni di viaggio, l’autore svilup-pa molto abilmente un percorso fantastico svilup-parallelo. Così, in questo testo troviamo sia la voce dell’auto-re Vasilij Aksenov (che in prima persona condivide con i lettori le proprie impressioni e riflessioni ame-ricane), sia la narrazione condotta in terza perso-na, dove l’eroe principale è un personaggio fittizio di

15

V. Aksenov, “Kruglyesutki non-stop”,Novyj mir, 1976, 8, pp.

51-122.

16

“Mi ha colpito la sensazione di libertà che veniva dal testo e che faceva nascere una certezza interiore: è questo che ci ser-ve...”, D. Petrov “Aksenov – čelovek neisčerpaemoj sud’by”,

Naša gazeta, 13 febbraio 2013, disponibile all’indirizzo

in-ternet: <http://nashagazeta.ch/news/14927>(ultimo accesso, 16/09/2016).

nome Moskvič. Si intrecciano così vari piani narra-tivi: la descrizione della realtà, le digressioni liriche e il quadro fantastico dei personaggi fittizi.

Per molti versi, l’effetto frizzante e in un certo senso carnevalesco di quest’opera è dovuto anche al tono di ironia penetrante, a volte bonaria, a volte pungente, tipica dell’autore. Effettivamente, come sottolinea il critico Aleksandr Kabakov, l’ironia era un tratto distintivo dello stile letterario di Aksenov:

Вася, как бы ни старался, не мог преодолеть свое, Богом дан-ное ему чувство смешного. Не мог и баста! Он ведь всегда все писал вроде бы всерьез, а получалось совсем наоборот [. . . ] Вот смотри, даже в таком общеупотребительном жан-ре, в котором хотя бы один раз в жизни, но практически все литераторы отметились,– путевые заметки. Все его совет-ские и антисоветсовет-ские путевые заметки – и Под знойным небом Аргентины, и Круглые сутки нон-стоп, и В по-исках грустного бэби – полны иронии, издевки, выдум-ки. [. . . ] Все эти книги написаны иронически, некоторые на-писаны просто комически. Он абсолютную серьезность не понимал и не любил17.

Oltre a far trasparire nel testo un costante atteg-giamento ironico, per rendere ancora più dinami-ca e divertente l’opera, Aksenov presta particola-re attenzione alla forma e alla struttura interna, che organizza con grande cura e abilità.

I due piani di narrazione (quello dell’autore-protagonista e quello di Moskvič) si alternano con una regolarità quasi perfetta. Tutti i capitoli dedi-cati a Moskvič portano il titolo di Typical Ameri-can Adventure, seguito dalla numerazione

ascen-dente (Part I, Part II, e così via) e da un sottotitolo. Qualche critico ha valutato l’introduzione nel testo del personaggio fittizio e delle sue fantastiche av-venture come un espediente dell’autore per dare al racconto più spessore e colmare così le lacune

for-17

“Vasja non riusciva a nascondere il suo senso delcomico innato,

dato da Dio, nemmeno sforzandosi. Non ci riusciva e basta! Sem-brava che scrivesse delle cose serie, ma il risultato era l’esatto contrario [. . . ] Persino in un genere così comune come gli ap-punti di viaggio, in cui praticamente tutti gli scrittori almeno una volta si sono cimentati. Tutti i suoi appunti di viaggio, sovieti-ci e antisovietisovieti-ci(Sotto il cielo stellato dell’Argentina, Venti-quattro ore non-stop, Alla ricerca del baby triste) sono pieni

di ironia, derisione, invenzione. [. . . ] Tutti questi libri sono scritti in maniera ironica, a volte persino comica. Lui non capiva e non amava la serietà assoluta [. . . ]”, A. Kabakov, E. Popov,Aksenov,

Moskva 2011, disponibile all’indirizzo internet: < http://book-online.com.ua/read.php?book=6762&page=75>(ultimo accesso, 16/09/2016).

(6)

 eSamizdat2016 (XI) ♦La letteratura di viaggio in area slavofona ♦ matesi a causa della scarsità di esperienze vissute

da Aksenov durante il soggiorno negli Usa:

The latter [surreal adventure story], termed by its authorA Typi-cal American Adventure, heavily compensates for the

unevent-ful life on campus that limited the authenticity of Aksenov’s American experience (which he expanded only later when he was forced by the Soviets to emigrate). [...]

This rather contrived buffoonery makes one suspect that Ak-senov has little of substance to report about his journey. However, for the Soviet reader, who was tired of grey and monotonous existence, even the mention of petrol stations [...] was enough to make him or her feel dazzled18.

A questo proposito notiamo che una delle carat-teristiche principali dello spazio americano in Kru-glye sutki non-stop è la sua dinamicità, che

sim-boleggia il progresso irrefrenabile (non-stop), e che per Aksenov è motivo di ammirazione; infatti, al-la base del movimento e delal-la velocità, c’è al-la liber-tà, e proprio in questo consiste il miracolo america-no. Secondo lo scrittore, la società americana, al di là dei suoi aspetti negativi (come la standardizza-zione, l’inquinamento, l’industria del gioco), rima-ne il leader indiscusso rima-nel mondo perché garanti-sce la libertà in tutte le sue forme, e prima di tutto garantisce la libertà intellettuale.

Senza dubbio, possiamo considerare Kruglye

sutki non-stop come il tassello iniziale nella serie

delle opere “americane” di Aksenov, in cui avvie-ne la creazioavvie-ne e l’elaborazioavvie-ne del mito occiden-tale. In questo testo, nella visione degli anni ’70, l’America si presenta nella sua veste radiosa e affa-scinante, circondata da un’aura fantastica, a metà tra l’immaginario e il reale.

Il secondo testo dedicato al tema americano pre-so in considerazione in questo articolo è il romanzo

V poiskach grustnogo baby [Alla ricerca del baby

triste, 1987] che fu scritto da Aksenov durante i pri-mi anni dell’epri-migrazione tra il 1984-1985 e venne pubblicato, in russo e in inglese, nel 1987.

Pur essendo immigrato da poco tempo ma già in-tegrato nella nuova società, Aksenov in questo ro-manzo esprime la sua visione dell’America da un punto di vista del tutto singolare: quello di uno scrittore che riesce a vedere il nuovo paese adottivo

18

A. Rogachevskii, “The cold war representation of the West in Russian literature”,Cold War Literature: Writing the Global Conflict, a cura di A. Hammond, Routledge 2006, p. 38.

con una acutezza particolare proprio perché si trova ancora al confine tra due culture, cioè tra essere un

outsider e un insider rispetto alla nuova realtà.

Quest’opera presenta un’evidente continuità con

Kruglye sutki non-stop sia per il tono ironico

del-l’opera che per la struttura narrativa. Anche in que-sto libro sono affiancati due piani narrativi: quel-lo della descrizione della realtà, condotta in prima persona dall’autore facendo uso del tempo presen-te, e quello della fantasia, delegato all’eroe lirico e trasportato nel tempo passato. Il tema principale del romanzo ruota intorno a un complicato proces-so di immedesimazione nel nuovo ruolo che la vita offre all’autore: egli si trasforma da scrittore rus-so a scrittore americano. Osserviamo qui un ve-ro e pve-roprio caleidoscopio: i ritratti dei personaggi della realtà americana, la descrizione del loro modo di vivere, i memoirs dedicati alla vita nell’Unione

sovietica e persino il diario lirico, con la dettaglia-ta ricerca di sé nella realtà di oggi e in quella di ie-ri. Anche l’immagine dell’America subisce alcuni cambiamenti che si manifestano chiaramente nel-la scelta dei titoli: il sotto-capitolo “Американская ностальгия” [Nostalgia americana] è seguito da “Американские разочарования” [Delusioni ame-ricane], e poi da “Американское очарование” [Fa-scino americano] (che, a giudicare dal numero delle pagine dedicategli, è in netta prevalenza!).

InV poiskach grustnogo baby l’autore rivede il

suo mito giovanile dell’Occidente in generale e del-l’America in particolare interpretandolo in maniera diversa. La sua non è una semplice demitizzazione dell’America, si tratta piuttosto di un tentativo di avvicinamento alla sua immagine reale, della sco-perta in essa di quelle realtà fondamentali che non vedeva prima, da lontano, perché offuscate dalla sua visione idealizzata. Qui Aksenov rimane anco-ra abbastanza filoamericano, specialmente quando confronta la società sovietica con quella statuniten-se, e sottopone la realtà e le abitudini del suo paese d’origine a una critica dura e sarcastica. Notiamo tra l’altro che questo atteggiamento verso la patria è provocato da rimpianti personali e dall’amarezza nel ricordare i luoghi dove sono rimasti i suoi cari: “Большевики изгнали меня с моей родины,

(7)

отре-L. Falyushina,L’incontro con l’America nella letteratura russa: l’immaginario e la realtà nelle opere di Vasilij Aksenov (1970-1980) 

зали путь к дорогим могилам, однако души вита-ют вне их власти и вставита-ют перед изгнанниками в воспарениях американской земли”19.

Dall’altro lato, dietro la patina dorata che alterava l’immagine dell’America reale, cominciano ad ap-parire i primi segni di amarezza e di disillusione nei confronti del “sogno americano”. Pian piano que-sti sentimenti prenderanno sempre più posto nel-le opere successive. Così, per esempio, Aksenov paragona l’esilio alla morte: “эмиграция отчасти похожа на собственные похороны, правда, после похорон вегетативная нервная система все-таки успокаивается”20.In un altro momento, introduce l’immagine di unarazdavlennaja babočka

[farfal-la schiacciata]21: la visione idilliaca della vita ame-ricana che per anni aveva accompagnato la vita del-l’autore ora si scontra con episodi della vita reale e l’America inizia a perdere il suo fascino. Nel cor-so della narrazione l’eroe lirico scopre i lati nascosti e poco attraenti della società americana; si scon-tra con il quarto bumažnoe telo [corpo di carta]

della burocrazia americana e con il quinto finan-sovoe telo [corpo delle finanze]22, con un’implaca-bile rigidità delle regole, e comincia a temere che questa eccessiva regolamentazione limiti la libertà dell’uomo23.

Tuttavia, nonostante questi momenti di disillu-sione, Aksenov non abbandona l’idea di trovare in America la possibilità di un riscatto, addirittura di una rinascita; non a caso attraverso tutto il roman-zo passa come un leitmotiv il frammento della can-zone Melancholy Baby che gli ricorda la sua

gio-vinezza: “every cloud must have a silver lining”. . . Aksenov rimane convinto della propria scelta e

so-19

“I bolscevichi mi hanno cacciato dalla mia patria, mi hanno tagliato la strada per le tombe dei miei cari, ma le loro anime aleggiano al di fuori del loro potere e si innalzano davanti all’esule sollevandosi dalla terra americana”, V. Aksenov,V poiskach grustnogo bebi,

Moskva 2011, p. 315.

20

“L’emigrazione assomiglia un po’ ai propri funerali, solo che dopo i veri funerali il sistema nervoso vegetativo si calma definitivamente”, Ivi, p. 6.

21

Ivi, p. 7.

22

Secondo l’eroe lirico di quest’opera, l’uomo è costituito da cin-que corpi dei quali i primi tre sono: fisičeskoe [fisico], astral’noe

[astrale],duchovnoe [spirituale], Ivi, p. 112.

23

A proposito degli effetti delbumažnoje telo sulla vita delle persone,

si veda il romanzo di Idem,Bumažnyj pejzaž [Paesaggio di carta],

Ann Arbor 1983.

stiene la sua idea che proprio l’America rappresenta l’unica vera alternativa al totalitarismo, quell’ulti-mo asilo,the last frontier, sul quale sono poste le

speranze del mondo libero24.

La fine degli anni ’80 rappresenta un nuovo pe-riodo nell’evoluzione creativa di Vasilij Aksenov e nella sua visione dell’America. Prima di tutto, sul-lo sfondo dei radicali cambiamenti della perestroj-ka egli si rivolge con nuovo interesse verso la realtà russa; inoltre, nelle interviste, inizia a fare un’aper-ta critica del sistema americano evidenziando la sua crescente delusione e il graduale sgretolamento del suo mito.

Nei due saggi della fine degli anni ‘80, Žiteli i bežency [Residenti e profughi, 1989] e Čuvstvo Rossii [Il sentimento della Russia, 1989] come

ne-gli altri scritti e interviste di quel periodo, Aksenov cerca di riassumere la sua esperienza di scrittore in esilio: analizza i problemi con i quali si è scon-trato al suo arrivo negli Usa, il suo difficile radi-carsi nella nuova realtà linguistica, iniziando così a prendere coscienza della sua insoddisfazione in-teriore che lo porta a teorizzare la necessità di una fuga dalla realtà circostante verso un ideale spesso irraggiungibile.

Aksenov ritorna ad analizzare la sua visione giovanile e in qualche modo ingenua dell’Ameri-ca: quando semplici nomi geografici americani (ad esempio “Peoria, Illinois”) suonavano per lui co-me una tromba d’argento, e nel noco-me “Minnesota” gli sembrava di sentire “какое-то обнадеживаю-щее просвистывание, как бы последний шанс”25. Ora quei nomi per lui non sono più illusori ma so-no semplicemente dei segni linguistici che deso-nota- denota-no una realtà ben definita. Lo scrittore, dopo l’i-niziale euforia seguita al trasferimento negli Stati uniti, appare sempre più critico nei confronti della società e della cultura americana; egli riconosce in quella realtà la stessa tendenza al livellamento delle persone, dalla quale a suo tempo era fuggito:

Изгнанный из советского колхоза восточноевропеец или русский на Западе попадает в колхоз иного рода...

основан-24

Idem,V poiskach grustnogo bebi, op. cit., p. 303.

25

“un fischiettio incoraggiante, come se fosse un’ultima chance”, Idem, “Žiteli i bežency”, Idem,Odno splošnoje Karuzo, Moskva

(8)

 eSamizdat2016 (XI) ♦La letteratura di viaggio in area slavofona ♦ ный на массовом богатстве. [...] В суперцивилизированном, компьютеризованном, почти полностью уже классифициро-ванном и калькулироклассифициро-ванном мире возникает новый плебс, одержимый самоудовлетворением и дешевым гедонизмом.... Сможет ли когда-нибудь этот новый плебс загореться массовым индивидуалистическим вдохновением?26

Aksenov si rende conto che sia la realtà sovietica che quella americana non sono congeniali alle sue ricerche spirituali e non possono soddisfare la sua nostalgia interiore; sente un’insoddisfazione esi-stenziale ma non può trovare un paradiso terrestre né in America né tanto meno ritornando in quel-la nuova “schizofrenica” Russia che si era venuta a creare dopo il crollo dell’Unione sovietica27.

Durante l’ultimo decennio della sua vita Akse-nov prende sempre più le distanze dall’America: “Американским писателем я не стал ни в коей ме-ре. Они меня не приняли– или я их”28,e ancora “Америка – это мой дом, но я не почувствовал

себя американцем и никогда не почувствую”29.

Vivendo tra America, Francia e Russia Aksenov

26

“Un uomo dell’est-Europa o un russo esiliato dal kolchoz sovietico, nell’Occidente si ritrova in un kolchoz di altro tipo. . . basato sulla ricchezza di massa. [. . . ] In un mondo super-civilizzato, compu-terizzato, quasi completamente classificato e calcolato appare una nuova plebe ossessionata dall’autocompiacimento e dall’edonismo da quattro soldi. . . Potrà mai questa nuova plebe entusiasmar-si in massa per un’ispirazione individualistica?”, Idem, “Krylatoe vymirajuščee”,Literaturnaja gazeta, 27 novembre 1991, p. 12.

27

Si veda l’intervista di Yu. Kovalenko con V. Aksenov, Rus-sian Bazaar, 27 (427), 2004, disponibile all’indirizzo

inter-net: <http://russian-bazaar.com/en/content/5469.htm>(ultimo accesso, 16/09/2016).

28

“Non sono diventato uno scrittore americano; o loro non mi hanno accettato oppure io non ho accettato loro”, V. Aksenov, “Amerikanskim pisatelem ja ne stal”, Inostran-naja literatura, 2003, 1, disponibile all’indirizzo internet:

<http://magazines.russ.ru/inostran/2003/1/aksen.html> (ulti-mo accesso, 16/09/2016).

29

“L’America è la mia casa, ma non mi sono mai sentito un ameri-cano e non mi ci sentirò mai”,Russkaja literatura XX veka. Pro-saiki, poety, dramaturgi, a cura di N. Skatov, Moskva 2005, I, p.

33.

ha dato prova della sua condizione di cosmopolita, come egli stesso si definiva30.

In conclusione, come abbiamo potuto constatare dall’analisi di alcune sue opere, il rapporto di Vasi-lij Aksenov con l’America è stato molto complesso: egli la amava, ma alla fine l’ha lasciata per riavvici-narsi all’Europa e alla Russia. Sicuramente, nel suo sogno americano giovanile egli vedeva non l’Ame-rica reale, ma una personale proiezione di quell’A-merica che si era impressa nella sua immaginazione negli anni ’50-’60 a Leningrado quando leggeva i romanzi di Hemingway e ascoltava la musica jazz. Arrivato negli Stati uniti Aksenov credeva effetti-vamente di trovarsi nel paese dell’utopia, ma realiz-zò molto presto che l’utopia era ben lontana e che c’erano piuttosto molti problemi e molte sfide da af-frontare. Le opere di cui abbiamo proposto un’ana-lisi testimoniano il percorso che ha condotto Akse-nov dalla mitologizzazione alla demitologizzazione dell’America.

www.esamizdat.it Luizeta Falyushina, “L’incontro con l’America nella letteratura russa: l’immaginario e la realtà nelle opere di Vasilij Aksenov (1970-1980)”,eSamizdat,  (XI), pp. -

30

Si veda l’intervista di A. Morozov con V. Aksenov, No-vye izvestija, 26 febbraio 2006, disponibile all’indirizzo

inter-net: < http://www.newizv.ru/culture/2006-02-26/41120-vasilij-aksenov.html>(ultimo accesso,16/10/2016).

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