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Introduzione
Il principio di libertà di stabilimento delle persone giuridiche costituisce una delle premesse perché possano essere agevolate ed incentivate operazioni di mobilità internazionale, le quali rappresentano un elemento chiave nella creazione di un mercato unico. Per questa ragione l’elaborato affronta il tema della mobilità internazionale delle società nel quadro delle previsioni normative europee, all’interno del quale si collocano le discipline vigenti nei due Stati membri presi in considerazione all’interno dell’elaborato, Italia e Repubblica Ceca. Tale approccio comparativo consente, infatti, di ricostruire l’impatto dei fenomeni di mobilità internazionale in ordinamenti tra loro assai distanti per storia e cultura giuridica.
Per quanto riguarda il caso della Repubblica Ceca, in particolare, è stato ritenuto interessante considerare la normativa emanata in materia di operazioni societarie internazionali da uno Stato solo recentemente entrato a far parte dell’Unione, che a partire dal 1 gennaio 2012 ha introdotto una riforma della legge in materia di operazioni societarie internazionali (legge n. 125/2008) nella quale si disciplina espressamente il trasferimento di sede da e verso la Repubblica Ceca.
Come vedremo nel corso dell’elaborato, il trasferimento di sede costituisce uno degli aspetti più controversi della mobilità internazionale e, in mancanza di una apposita direttiva o regolamento comunitari, l’averne fornito una disciplina organica può essere considerato un incentivo alla mobilità e un importante esempio in tal senso.
In questa cornice di riferimento la ricerca offre in primis un’analisi
introduttiva degli articoli del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea in
materia di libertà di stabilimento delle persone giuridiche, evidenziando le
problematiche specifiche nell’attuazione di tale disciplina attraverso il confronto
con l’analogo diritto conferito alle persone fisiche. Dopo avere ricostruito il
percorso tracciato dall’Unione in materia societaria, passeremo quindi ad
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analizzare le direttive ed i regolamenti emanati dalle istituzioni europee al fine di uniformare la disciplina vigente nei singoli Stati membri. Analizzeremo inoltre gli strumenti di matrice sovranazionale del GEIE e della Società Europea, introdotti tramite apposito regolamento come strumenti di agevolazione della mobilità internazionale, operando una valutazione in termini di effettività, ossia considerando quanto le innovazioni apportate da tali strumenti abbiano inciso sul compimento di operazioni transfrontaliere da parte delle società.
Costituiranno oggetto di analisi anche alcune sentenze della Corte di Giustizia (Commisione contro Francia, Segers, Daily Mail, Centros, Überseering, Inspire Art, SEVIC, Cartesio), che consentono di ricostruire l’interpretazione delle norme del Trattato in materia di libertà di stabilimento e le tappe principali che ne hanno scandito l’evoluzione nel corso degli anni.
Una volta ricostruito il contesto normativo e giurisprudenziale a livello sovranazionale, l’analisi si concentrerà sui due casi nazionali e sulle norme da essi adottate con incidenza diretta sulla mobilità internazionale. Verranno in particolare analizzate la disciplina italiana e quella ceca applicabile ai trasferimenti di sede da e verso l’estero, aspetto che presenta le maggiori problematicità in merito agli effetti e alla determinazione della legge applicabile.
Per quanto riguarda in particolare il caso italiano, verranno particolarmente considerate le norme del Codice civile e il sistema di diritto internazionale privato, concentrandosi in particolar modo sull’articolo 25 della legge 218/1995, il quale detta i criteri per stabilire la legge applicabile alle società commerciali.
Per quanto riguarda, invece, la Repubblica Ceca presenteremo le fonti rilevanti per l’oggetto della nostra analisi e ci concentreremo sulla legge in materia di operazioni societarie internazionali con particolare riguardo alla riforma del 2012 inerente ai trasferimenti transfrontalieri di sede.
L’approccio seguito nel corso dell’elaborato è quello di valutare in concreto
l’effettività delle previsioni che attribuiscono il diritto di stabilimento alle persone
giuridiche, considerando in particolare quanto tali previsioni siano conformi
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