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La De Sono nel 2015 conferisce borse di studio sotto l Alto Patronato del Presidente della Repubblica

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Academic year: 2022

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La De Sono nel 2015

conferisce borse di studio sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

La De Sono,

grazie al sostegno della famiglia Camerana, organizza tra il 2015 e il 2016

alcuni cicli di perfezionamento con Thomas Demenga, in memoria del figlio Giovanni.

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Conservatorio Giuseppe verdi Piazza Bodoni 6 Torino

Ingresso libero PER GIOVANNI

Lunedì 23 Novembre 2015, ore 20.30

thomas demenGa violoncello e maestro concertatore

amedeo FenoGlio violoncello Clara rada Gomez

violoncello Gaëlle leFebvre

violoncello alessio pianelli

violoncello aliCia rieCkhoFF

violoncello

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JOHAN SEBASTIAN BACH

(1685-1750)

«Meine Seele erhebt den Herrn», dalla Cantata BWV 10

«Durch Adams Fall ganz verderbt», BWV 637 (arrangiamento per quattro violoncelli di T. Demenga)

Improvvisazione per sei violoncelli

JOHAN SEBASTIAN BACH

«Das alte Jahr vergangen ist», BWV 614

«Herr Gott, Nun schleuss’ den Himmel auf», BWV 617 (arrangiamento per quattro violoncelli di T. Demenga)

JOHAN SEBASTIAN BACH Sarabanda dalla Suite n. 4 in mi bemolle maggiore BWV 1010

(arrangiamento per sei violoncelli di T. Demenga e A. Pianelli)

ALESSIO PIANELLI

(1989)

«Sulla Quarta»

(prima esecuzione in Italia) thomas demenGa

alessio pianelli violoncelli

Improvvisazione per sei violoncelli

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JOHANN SEBASTIAN BACH

«Ich ruf ’ zu Dir, Herr Jesu Christ», BWV 639 (arrangiamento per quattro violoncelli di T. Demenga)

NICCOLÒ PAGANINI

(1782-1840)

Capriccio n. 24

(arrangiamento per due violoncelli di T. Demenga) thomas demenGa

alessio pianelli violoncelli

SAMUEL BARBER

(1910-1981)

Adagio per archi op. 11

(arrangiamento per sei violoncelli di Ekachai Maskulrat)

NICCOLÒ PAGANINI Variazioni sul Mosé di Rossini (arrangiamento per due violoncelli solisti e ensemble

di violoncelli di T. Demenga e A. Pianelli) thomas demenGa

alessio pianelli violoncelli solisti

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Oggi si realizza un desiderio che avevamo nel cuore da tanti anni.

Ci è sembrato naturale ricordare Giovanni con Thomas Demenga, suo punto di riferimento musicale e umano. Il 23 novembre,

data di nascita di Giovanni, è stato scelto dallo stesso Thomas, perché

- come lui ha sottolineato -

Giovanni era una persona luminosa.

La scelta del Conservatorio è scontata:

è qui che Giovanni si è musicalmente formato con il maestro Renzo Brancaleon

assieme ai suoi compagni e amici.

Francesca, Oddone, Benedetto, Flavia

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P E R G I O V A N N I

Risale al 1977 il mio primo incontro con Francesca e Gio- vanni Camerana. Avevo venticinque anni, e venni a Torino con Antonio Meneses, Julius Berger, Michael Flaksman e al- tri studenti a suonare per il nostro maestro Antonio Janigro al Conservatorio di Torino. Giovanni aveva tredici anni, era molto giovane. Incominciò a venire con Francesca a Berna tutti i mesi. Era molto sensibile, buon musicista, ansioso di imparare; era anche molto serio, ma con una bella passione per la musica. Era davvero un piacere lavorare con lui; e l’ho seguito per vari anni, trasmettendogli la mia concezione dell’interpretazione. Vengo dalla scuola di Janigro: l’idea di unire i problemi della tecnica violoncellista e della musicali- tà, senza tenerli separati. La tecnica non si deve applicare alla musica, ma deve integrarsi con lo stile e con il linguaggio musicale. Dopo Janigro ho studiato a New York con Le- onard Rose e Mstislav Rostropovicˇ. Sono tutte state espe- rienze fondamentali, perché un giovane musicista deve fare come l’ape, che cresce nutrendosi di tanti fiori diversi. Non c’è un segreto nel mio modo di insegnare, ma semplicemen- te esperienza di vita e musica, e aver suonato con moltissimi interpreti differenti. Recentemente ho insegnato al Conser- vatorio di Torino, nell’ambito di una masterclass finanziata dalla De Sono con il sostegno della Compagnia di San Pa- olo. Conoscevo già studenti italiani: penso ad esempio ad Alessio Pianelli o Amedeo Fenoglio, entrambi impegnati nel concerto di questa sera. Ritengo che gli italiani abbiano una bellissima tecnica, e un modo pulito di suonare il violon- cello; e in questo ritrovo un insegnamento fondamentale di Janigro. Nella scuola italiana rilevo una forte distanza dalla modalità romantica dei russi: quel tipo di interpretazione poco neutra, con la quale ho sempre avuto qualche pro- blema. Penso a un modo di suonare con troppo vibrato o troppo suono, che finisce per schiacciare il significato della composizione. In Italia questo non succede, si privilegia un livello interpretativo più neutro: lo apprezzo e lo noto anche nei giovani studenti.

Thomas Demenga

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Trascendente e immanente

«Il ricordo di Giovanni è affidato alla prima parte. Ho pensato che il compositore che meglio avrebbe potuto rap- presentare questo momento fosse Bach, per la grandezza e la profondità spirituale della sua musica. Ho riflettuto che cosa mi sarebbe piaciuto fare e ho deciso di suonare con alcuni miei allievi violoncellisti. Ho così approntato alcune trascrizioni di Corali intervallati da due improvvisa- zioni: un contributo personale offerto da me in collabora- zione con i miei studenti. Ovviamente abbiamo ragionato con calma su che cosa avremmo voluto fare: non si tratta pertanto di brani totalmente improvvisati. Ma al tempo stesso non abbiamo voluto provare troppo per mantenere quell’aura di imprevedibilità propria delle improvvisazioni.

La speranza è che queste possano creare una connessione tra i Corali bachiani e la musica dei nostri giorni, con il pensiero rivolto alla bella persona che era Giovanni. La pri- ma parte, che è concepita come un unico blocco, prevede inoltre un pezzo di Alessio Pianelli, Sulla quarta, basato sulla quarta Suite per violoncello, in modo da instaurare una connessione tra il modello originale e il Bach rivisto da un occhio contemporaneo».

Con queste parole Thomas Demenga ha scelto di illustrare la parte commemorativa di questo concerto: una serie di brani che ruotano attorno a Johann Sebastian Bach, forse il compositore più spirituale di tutto il Settecento: basti pen- sare alla consuetudine di “timbrare” ogni manoscritto con la dicitura «in nomine Jesu». La maggior parte degli arran- giamenti in programma rielabora pagine tratte dalla raccol- ta dei Corali: brani pensati per una collettività vocale, che tuttavia mantengono inalterata la loro profondità spiritua- le anche nella veste strumentale. In queste composizioni la complessità polifonica si fa da parte, per lasciare la parola a una fraseologia lineare, scandita da frequenti pause riflessi- ve: uno stimolo alla meditazione, alla preghiera rassicuran- te. Le melodie sono spesso tratte dal repertorio tradizionale dei canti liturgici; in alcuni casi una stessa linea viene riu- tilizzata più volte, anche se all’interno di tessiture polifoni-

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che originali. Ma è il senso di raccoglimento l’aspetto che ci colpisce della produzione, la capacità di elevare l’uomo verso il trascendente, senza passare attraverso complesse articolazioni polifoniche. Qualcosa che ritroviamo senza dubbio nella Suite n. 4, un brano nato per violoncello solo che Alessio Pianelli ha rivisitato in maniera personale: «Sul- la Quarta nasce nel 2015 da una sorta di sogno, o incubo, in un periodo in cui studiavo assiduamente la Suite n. 4 di Bach, giorno e notte, un po’ con il violoncello moderno alla ricerca di risonanze impossibili, un po' con il violon- cello barocco, con molta più risonanza e maggiore natura- lezza di fraseggi e respiri. Cambia continuamente aspetto e carattere, a volte molto improvvisamente e con poco senso, proprio come accade nei sogni».

La seconda parte rovescia il clima spirituale in una di- mensione immanente: «un concerto commemorativo non deve però necessariamente essere triste – ha preci- sato Demenga - e con questa idea ho scelto i brani della seconda parte, per portare nel concerto anche un po’ di vita e di virtuosismo». Il discorso non vale, naturalmente, per l’Adagio di Barber; lavoro (nato per orchestra d’ar- chi, ma questa sera eseguito nell’arrangiamento per sei violoncelli di Ekachai Maskulrat) che si è guadagnato qualche anno fa la palma di «brano più triste della storia musicale» nell’ambito di un concorso indetto dalla NBC.

Data e luogo di nascita spiegano tutto: l’Austria del 1936.

Barber, assieme al compagno Gian Carlo Menotti, faceva l’americano in Europa, e sentiva tutta l’angoscia di quel continente pronto a esplodere. La pagina nacque come movimento lento del Quartetto n. 1, ma due anni dopo si trasformò in un brano sciolto per ampio organico. E alla prima esecuzione, avvenuta sotto la bacchetta di Ar- turo Toscanini presso il Rockfeller Center di New York, i presenti ebbero subito l’impressione di aver trovato la colonna sonora della loro epoca: da condividere con il mondo intero, grazie all’immediato favore dello strumen- to radiofonico.

Lo slancio vitale invece esplode nelle altre due pagine in

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programma. Il Capriccio n. 24, tratto dalla celebre raccolta per violino solo di Paganini (1817): monumenti di virtuo- sismo nei quali confluiscono tutte le conquiste strumen- tali dell’Ottocento: pizzicati con la mano sinistra, corde

“picchiettate” con l’archetto, suoni nasali ottenuti usando l’arco vicino al ponticello, pizzicati nervosi, evanescenti suoni armonici, lunghi passaggi su una sola corda, “scor- dature”. Molte di queste soluzioni erano già conosciute dal violinista settecentesco Pietro Antonio Locatelli; ma fu solo con Paganini che arrivarono a trovare un impiego massiccio, divenendo pane per i denti dei grandi virtuosi.

Il ventiquattresimo Capriccio (rielaborato da Demenga per due violoncelli) è forse la cima della montagna, con le sue 11 demoniache variazioni che avrebbero affascinato anche tanti compositori dell’Ottocento, Liszt su tutti.

La stessa fibra virtuosistica emerge nelle Variazioni del 1819. Erano gli anni in cui Rossini stava travolgendo l’Europa, e l’aria «Dal tuo stellato soglio» infuocava tanti ascoltatori. Tra questi c’era anche Paganini, rossiniano del- la prima ora, sempre alla ricerca di melodie splendide, da trasformare sulle corde del suo camaleontico violino. «Dal tuo stellato soglio» divenne così il tema di una serie di variazioni intitolata Sonata a preghiera. Il brano cominciò a circolare nella versione per violino e orchestra, mandan- do immediatamente il pubblico in delirio: non solo per la scelta altamente virtuosistica di scrivere l’intera composi- zione sulla quarta corda (espediente al quale Paganini ri- correva spesso per sbalordire le sue platee), ma soprattutto per gli effetti speciali cercati sullo strumento ad arco: suoni

«sul ponticello» nasali e aspri, moti perpetui inarrestabili, frequente ricorso all’evanescenza degli armonici (ottenuti sfiorando delicatamente la corda). Una pagina così spet- tacolare e nello stesso tempo intensa non poteva rimanere un’esclusiva dei violinisti: motivo per cui esiste arrangiata anche per altri strumenti ad arco (contrabbasso o violon- cello): la versione in programma, firmata da Demenga e Pianelli, rielabora la scrittura originale per un ensemble di soli violoncelli.

Andrea Malvano

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Giovanni se n’è andato E ha lasciato un grande Grande vuoto.

Dentro di me Questo è certo.

I ragazzi che muoiono anzitempo Cause incerte, lasciano vuoto.

Dicono essere cari agli Dei.

Amo gli Dei come tanti Amo Dio come uno

Credo all’unità, al quadrato Ai casi e alle coincidenze

Meravigliose, che puoi cogliere solo se attento Il cerchio

Oggi

Torna rotondo.

Flavia

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Thomas Demenga è nato a Berna, in Svizzera, nel 1954, ha studiato con Walter Grimmer, Antonio Jani- gro, Leonard Rose e Mstislav Rostropovicˇ. Ha inoltre approfondito gli studi di musica da camera con Claus Adam, Felix Galimir e Robert Mann alla Juilliard School di New York. Solista, compositore e docente rinomato a livello internazionale, è considerato uno dei più im- portanti violoncellisti della sua generazione. Si è esibito in festival e centri musicali di rilievo in tutto il mondo e ha condiviso il palcoscenico con partner quali Heinz Holliger, Gidon Kremer, Thomas Larcher, Paul Meyer, Aurèle Nicolet, Hansheinz Schneeberger, Thomas Zehetmair e Tabea Zimmermann. Tra i direttori con cui ha collaborato si annoverano Moshe Atzmon, Myung- Whun Chung, Charles Dutoit, Claus Peter Flor, Ho- ward Griffiths, Heinz Holliger, Armin Jordan, Okko Kamu, Mstislav Rostropovicˇ, Dennis Russell Davies, Wolfgang Sawallisch, Sándor Végh, Mario Venzago e Hiroshi Wakasugi.

Ha suonato con la Berliner Sinfonie-Orchester, l’Orche- stra Sinfonica di Berna, la Boston Symphony Orchestra, la Junge Deutsche Philharmonie, la Kammerorchester di Basilea, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, l’Or- chestre de la Suisse Romande, il Nieuw Ensemble di Amsterdam, la ORF-Symphonieorchester di Vienna, la Sinfonieorchester di Basilea, la Sinfonietta Basel, la Ton- halle-Orchester di Zurigo, la Westdeutsches Rundfunk Symphonie-Orchester e la Zürcher Kammerorchester.

I suoi interessi artistici sono principalmente rivolti al confronto tra gli stili delle diverse epoche. Come compo- sitore e interprete della musica del Ventesimo e Ventune- simo secolo dà una nuova dimensione all’interpretazione sia della musica barocca sia del repertorio classico e ro- mantico. Nel 1991 è stato il primo compositore svizzero a ricevere il primo premio per la composizione Solo per due dalla commissione della Tribune Internationale des Compositeurs e dal 1980 tiene un corso per studenti e

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solisti alla Hochschule für Musik di Basilea. Nell’ago- sto 2000 è stato Compositore in Residenza del Festival

«Young Artists in Concert» di Davos, dove in seguito è stato nominato Direttore artistico. Ha partecipato al Festival di Lucerna del 2003 come «Artiste étoile», suc- cedendo a Sabine Mayer (2000), Anne-Sophie Mutter (2001) e Alfred Brendel (2002). Recentemente ha ese- guito le Suites di Bach mescolate a lavori moderni presso la Wigmore Hall di Londra.

ameDeo Fenoglio ha studiato nel Conservatorio di Torino violoncello con Sergio Patria e Massimo Macrì, e composizione con Giulio Castagnoli. Con il sostegno della De Sono ha seguito masterclasses tenute da Thomas Demenga, Rafael Rosenfeld, Niklas Eppinger e Nata- lia Gutman, e ha frequentato il corso di violoncello di Giovanni Sollima presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Attualmente è iscritto al Master of Arts in Music Performance presso la Hochschule für Musik di Basilea nella classe di Thomas Demenga. Ha colla- borato con diverse orchestre, e con l'Orchestra del Tea- tro Regio di Torino nel 2014 ha partecipato ai Festival musicali di Stresa, Ravello ed Edimburgo. Suona in trio con Giuseppe Locatto e Giorgia Delorenzi, con i quali ha partecipato ai corsi di Alexander Lonquich, presso l'Ac- cademia Musicale Chigiana di Siena, e del Trio Debussy all'Accademia di Musica di Pinerolo. Nel 2013 ha vinto una borsa di studio della Fondazione CRT nell'ambito del "Master dei Talenti Musicali".

Clara raDa gomez è nata a Madrid, dove ha iniziato lo studio del violoncello a undici anni, proseguito suc- cessivamente a Saragoza. Nel 2010 ha iniziato a perfe- zionarsi in Svizzera, presso la Zürcher Hochschule der Künste sotto la guida di Roel Dieltiens, e nel 2015 ha completato il suo ciclo di studi con Thomas Demenga presso la Hochschule für Musik di Basilea. Durante gli

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anni della formazione, ha completato il suo profilo arti- stico dedicandosi intensamente alla musica da camera, in Spagna e in Svizzera; ha inoltre suonato in diverse orche- stre sotto la direzione di interpreti quali Arturo Tamayo o Sir Neville Marriner. Attualmente si sta dedicando al lavoro sulla pedagogia della musica e sull’interpretazione della musica antica con strumenti originali.

gaëlle leFebvre si è diplomata nel 2011 presso la Haute École de Musique de Genève nella classe di Denis Severin. Successivamente si è perfezionata con Thomas Demenga presso la Hochschule für Musik di Basilea, conseguendo un master in performance musicale con la menzione d’eccellenza. I suoi interessi sono orientati tan- to verso il repertorio cameristico quanto verso la produ- zione orchestrale. Ha seguito masterclasses con i membri del Quartetto «Ysaÿe» e del Quartetto «Talich», con Phi- lippe Muller, Yvan Chiffoleau, Pieter Wispelwey e Nata- lia Gutman. Ha eseguito numerosi concerti in Svizzera, Francia e Germania, collaborando con orchestre di fama internazionale. Attualmente sta seguendo un master in pedagogia musicale presso la Hochschule für Musik di Basilea nella classe di Thomas Demenga.

Alessio Pianelli è nato in Sicilia nel 1989, si è diplo- mato al Conservatorio «Vincenzo Bellini» di Palermo sotto la guida di Giovanni Sollima. Successivamente ha conseguito un master presso la Hochschule für Musik di Basilea, dove tutt'ora risiede e continua il perfeziona- mento nella classe di Thomas Demenga. Ha partecipato alle masterclasses di Vito Paternoster, Massimo Polidori, Mario Brunello, Reinhard Latzko, Maria Kliegel, Enrico Bronzi, Giovanni Gnocchi, Valentin Erben.

Ha inoltre ottenuto riconoscimenti in molti concorsi na- zionali e internazionali quali la Rassegna d'Archi di Vit- torio Veneto, il Primo Premio e il Premio Speciale «Città di Porec» all'International Cello Competition «Antonio

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Janigro» in Croazia. Nel 2011 ha ricevuto dal governo svizzero lo Stipendium der Schweizerischen Eidgenossen- schaft. Dal 2009 al 2011 ha ricoperto il ruolo di Primo violoncello nell'Orchestra 1813 di Como e nell'Orchestra dell'Ente Luglio Musicale Trapanese. Ha suonato da soli- sta con orchestre quali la Jugend Basel Kammerorchester Birseck, l'Orchestra degli Incontri Internazionali di Ge- race, l’Arkedemos Ensemble, l’Orchestra giovanile della Sinfonica di Palermo, I Musici di Parma e l’Aargauer Sin- fonie Orchester. Con l'Avos Piano Quartet, il Tryton Duo (violoncello e chitarra) e l’Ambra Piano Trio ha effettua- to tournées in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Giappone. Nel 2013 ha pubblicato Prelude, album di debutto discografico per l’etichetta Almendra Music con musiche per violoncello solo di Bach, Weinberg, Demen- ga (prima incisione mondiale), Tsintsadze e Musorgskij (prima incisione mondiale). Nel 2013 ha vinto la Prima edizione del Premio «Renzo Giubergia».

aliCia rieCkhoFF è nata nel 1993 a Lausanne, dove ha studiato sotto la guida di Susan Rybicki-Varga. Nel 2010 ha vinto il Primo Premio al Concours Suisse de Musique pour la Jeunesse di Ginevra. Dal 2011 al 2015 ha seguito i corsi di perfezionamento tenuti da Thomas Demenga presso la Hochschule für Musik di Basilea. Durante l’an- no accademico 2013-2014, ha vinto una borsa Erasmus per studiare a Lipsia nella classe di Peter Bruns presso la Musikhochschule. Attualmente sta seguendo un master di interpretazione con Thomas Demenga a Basilea. Tra i docenti con cui ha studiato si annoverano inoltre Franz Helmerson, Wolfgang Emanuel Schmidt, Wolfgang Bo- ettcher, Truls Svane, Martin Ostertag. Ha suonato con la Loh-Orchester Sondershausen e l’Orchestre des Collèges et Gymnases Lausannois.

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262/73, Via Nizza 10126 Torino tel. 011 664 56 45 fax 011 664 32 22 desono@desono.it www.desono.it

©studiolivio.it

Presidente Carlo Pavesio Vice Presidente Benedetto Camerana Direttore Artistico Francesca Gentile Camerana Carlo AcutisSoci Giulia Ajmone Marsan Vittorio Avogadro di Collobiano Benedetto Camerana Flavia Camerana Giovanni Fagiuoli Luca Ferrero Ventimiglia Gabriella Forchino Gianluigi Gabetti Gabriele Galateri di Genola Alberto Emilio Gavotti Enrico Gentile Francesca Gentile Camerana Paola Giubergia Fabrizio Manacorda Giorgio Marsiaj Beatrice Merz Guido Mazza Midana Remo Morone Silvia Novarese di Moransengo Carlo Pavesio Flavia Pesce Mattioli Giuseppe Pichetto Giuseppe Proto Flavio Repetto Malvina Tabusso Sella Thomas Tengler Camillo Venesio

Amici della De Sono Anna Accusani Trossi, Domitilla Baldeschi, Francesco Bernardelli, Bruno e Maria Luisa Bonino, Cristina Camerana, Marco Camerana, Niccolò Camerana, Paolo Cantarella, Annibale e Consolata Collobiano, Carlo Cornacchia, Antonia Ferrero Ventimiglia, Lucrezia Ferrero Ventimiglia, Arnaldo Ferroni, Paolo Forlin, Daniele Frè, Italo e Mariella Gilardi, Mario e Gabriella Goffi, Lions Club Torino La Mole, Riccardo Malvano, Fany Maselli, Mariella Mazza Midana, Carina Morello, Tiziana Nasi, Roberta Pellegrini, Carola Pestelli, Pro Cultura Femminile, Fabrizio Ravazza, Franca Sarietto, Silvia Sodi, Silvia Trabucco

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