Facoltà di Ingegneria
NUCLEO DI VALUTAZIONE
RELAZIONE 2003
Sommario
1. Premessa 2. Introduzione
3. Mandato, metodo e criteri di lavoro 4. Tendenza degli immatricolati e degli iscritti 5. Strutture disponibili
6. Tirocini 7. I laureati
8. Sbocchi dei laureati triennali
9. La valutazione della didattica nell’anno accademico 2002/2003 10. Verifica di massima risorse/offerta didattica
11. Dinamica studentesca in rapporto al numero di docenti 12. Verifica della mobilità degli studenti in ambito internazionale 13. Conclusioni
1. Premessa
La relazione che qui si presenta è licenziata al dicembre 2003. Essa, pertanto, tiene conto anche di alcuni dati (come quelli relativi alle immatricolazioni) relativi all’anno accademico 2003-2004, che non è ancora concluso.
Il lavoro di segreteria è stato svolto dalla Sig.ra Anna Grimaldi, Responsabile dell'Ufficio di Segreteria della Presidenza della Facoltà di Ingegneria.
2. Introduzione
La valutazione interna alle facoltà e ai corsi di studio è ormai una tematica consolida- ta, se si pensa che molte università avevano iniziato autonomamente a sperimentare si- stemi di controllo sulle proprie attività, in particolar modo sulla didattica, ancor prima che la legge 537/93 istituisse espressamente i Nuclei di Valutazione, specificandone i compiti principali.
La valutazione di ogni attività e del sistema universitario per quel che ci riguarda è d’altra parte un’esigenza sentita a tutti i livelli e in tutti i paesi più avanzati. In questo campo subiamo in Italia un ritardo che va colmato al più presto. In ambito universitario ad evidenziare questa necessità era stata la CRUI che, in ossequio a quanto previsto dalla legge istitutiva del MURST (168/89), alla fine degli anni Ottanta aveva costituito al suo interno un gruppo di lavoro, composto da delegati dei rettori di tutte le università italiane, con lo scopo di predisporre un documento che ponesse le basi all’omogeneizzazione dei sistemi di valutazione interni agli atenei italiani. Tale documento è stato utile guida e ri- ferimento sicuro per molte università.
In realtà le prime comparazioni fra le diverse università italiane si sono avute solo do- po il 1996, anno di nomina dell’Osservatorio per la valutazione del sistema universitario.
La legge 370/99 ha poi decretato l’unificazione dei Nuclei di Valutazione della didattica con quelli della ricerca e quelli per il controllo delle risorse e della gestione amministra- tiva in un unico Nucleo di Valutazione di ateneo. La stessa legge ha previsto all’articolo 2 l’istituzione del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario.
Il funzionamento del Comitato, che ha sostituito l’Osservatorio, è stato disciplinato con D.M. 4 aprile 2000, n. 178 e la sua costituzione è stata disposta con D.M. 4 aprile 2000, n. 179.
L’Università di Salerno ha voluto conservare all’interno delle Facoltà uno specifico Nucleo di Valutazione della didattica che dovrà fornire al Nucleo di Valutazione di Ate- neo (NVA) gli elementi necessari alla redazione dei documenti di valutazione richiesti dalla legge 370, in particolare quello che ha la scadenza del 30 aprile di ogni anno.
Nella sua relazione relativa all’anno 2000, il NVA lamentava la disomogeneità dei da- ti provenienti da Facoltà e Dipartimenti, pur ric onoscendo la necessità di avviare processi di autovalutazione da parte delle strutture periferiche. Probabilmente si potranno con il tempo contemperare le due esigenze fornendo uno schema tipo di raccolta dati valido per tutto l’ateneo, lasciando poi all’autonomia delle sedi periferiche la possibilità di acquisi- zione di altri dati di loro specifico interesse.
È in ogni caso da condividere lo spirito che ha animato il NVA nell’interpretare la propria funzione come stimolo alla costruzione, che si consolidi nel tempo, di un metodo sia di autovalutazione (non attività occasionale e saltuaria, ma prassi di osservazione con- tinua), sia di organizzazione mirata alla qualità, con il pieno e consapevole coinvolgimento di tutti gli attori deputati al perseguimento degli obiettivi predefiniti.
Tali concetti sono contenuti sia nei documenti del CNVSU sia nelle proposte della Conferenza dei Presidi delle Facoltà d’Ingegneria Italiane (CoPI), in merito alla valuta- zione e all’accreditamento dei corsi di studio in ingegneria.
La Conferenza dei Presidi ha affrontato tale tema sempre parallelamente allo sviluppo del dibattito sulla riforma degli ordinamenti didattici, ritenendolo quasi parte integrante della riforma stessa. Infatti valutazione e accreditamento dei corsi di studio non sono solo strumenti utili per favorire la qualità dei corsi stessi e per il riconoscimento accademico e professionale dei titoli di studio – quindi, in quanto tali, quasi un diritto nei confronti de- gli allievi, delle famiglie e del mondo del lavoro – ma si configurano anche come la con- tropartita dell’autonomia degli atenei e della flessibilità nella formulazione degli ordina- menti didattici.
Non a caso già nel novembre del 1999 – in un Convegno svoltosi proprio presso la Facoltà di Ingegneria di Salerno – l’allora Collegio dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria presentò una prima proposta di sistema di accreditamento dei corsi di studio di ingegne- ria, basata sulla valutazione dei corsi stessi secondo la metodologia, consolidata a livello internazionale, dell’auto-valutazione seguita dalla valutazione esterna e sul rispetto di predefiniti requisiti minimi. Alla luce dell’esperienza compiuta con l’attuazione della ri- forma, la Conferenza dei Presidi ha poi elaborato tale proposta sotto forma di progetto per l’istituzione del SINAI (Sistema Nazionale di Accreditamento dei Corsi di Studio di Ingegneria), sulla quale si aspetta ancora la risposta del Ministero (al quale è stato pre- sentato nel 2002 e poi ancora del 2003).
È opportuno riportare integralmente quanto contenuto nel documento SINAI in merito a ciò che si intende per accreditamento:
«È ormai opinione comune che gli elementi chiave da considerare per l’accreditamento di un corso di studio siano:
• gli obiettivi di apprendimento, definiti in termini di capacità che si prevede di con- ferire allo studente alla fine del processo cognitivo;
• il processo formativo, articolato in metodologie e risorse, materiali e umane;
• i risultati, definiti in termini di capacità e conoscenze, effettivamente ottenuti da gli studenti alla fine del processo.
Il primo punto presuppone la definizione di requisiti formativi minimi, che debbono essere comuni ad ogni specialità dell’ingegneria, che rendano validi e credibili gli o- biettivi di apprendimento e che debbono essere incorporati dal corso di studio nel suo piano formativo.
La definizione dei requisiti formativi minimi è oggetto di uno dei gruppi di lavoro del- la rete tematica H3E: è opinione condivisa infatti che la comparazione dei programmi di studio ai fini del mutuo riconoscimento accademico e professionale dovrebbe basarsi appunto sugli obiettivi formativi, definiti come una lista di attributi che possano essere effettivamente valutati, piuttosto che su una lista di insegnamenti. A questo riguardo gli obiettivi formativi stabiliti in ABET 2000 sono considerati un importante riferimento an- che a livello europeo.
Gli altri due punti richiedono, in generale, una valutazione del corso di studio, che, a sua volta, può essere articolata in:
• valutazione della didattica, a partire dai suoi specifici obiettivi formativi e con riferimento alle metodologie e risorse che consentono di raggiungerli effettiva mente;
• valutazione dell’organizzazione, che consente di rendere credibile l’effettiva applicazione delle procedure di osservazione e controllo della didattica (Assicu- razione della Qualità).
A questo riguardo vale la pena osservare che alcuni sistemi di accreditamento (ad esempio ABET) privilegiano la valutazione della didattica alla valutazione dell’organizzazione; altri, in particolare quelli che si ispirano alle ISO 9000, privilegia- no invece la valutazione dell’organizzazione
In ambito europeo il problema della assicurazione della qualità e del mutuo ricono- scimento dei titoli di studio in ingegneria è attualmente oggetto di studio e ricerca da parte di un gruppo di lavoro della rete tematica H3E (Higher Engineering Education for Europe), costituitasi nell’ambito del programma SOCRATES della U.E. per iniziativa delle associazioni SEFI (Società Europea per la Formazione degli Ingegneri), CESAER (Conference of European School for Advanced Engineering Education and Research) e BEST (Board of European Students of Technology)».
Un altro aspetto da sottolineare nell’ambito delle facoltà di ingegneria è il rapporto con il tessuto produttivo territoriale. In un sistema dell’educazione sempre più globale e dell’economia sempre più competitivo diventa essenziale stabilire un rapporto solido e continuativo tra università, mondo industriale ed enti locali, mirato alla costituzione di un’organizzazione basata sui principi del “Total Quality Management” (TQM). In questa prospettiva la qualità non è associata semplicemente a particolari competenze accademi- che. Essa rappresenta la combinazione di valori, impegno e principi etici. In questo qua- dro d’insieme s’inserisce una nuova filosofia di educazione e di intervento che è quella della crescita sostenibile all’interno del nostro pianeta.
I principi fondamentali del TQM sono validi indipendentemente dalla dimensione dell’istituzione coinvolta.
Aspetti peculiari del TQM sono: la centralità del cliente (nelle sue esigenze presenti e fu- ture), l’impegno del vertice ed il coinvolgimento attivo del personale, la pianificazione e
l’attitudine proattiva (anziché reattiva) alla problematica gestionale, il governo dei pro- cessi ed il miglioramento continuo, rapido e in profondità. Questi aspetti costituiscono i
“criteri” del modello TQM per le Piccole e medie Imprese, e di fatto si tratta di caratteri- stiche riscontrate generalmente in quelle che riescono ad ottenere il successo desiderato.
Trasferire questa filosofia d’intervento all’Università non è semplice. Innanzitutto è necessario individuare e definire la figura del “cliente”, in particolare sarebbe fortemente limitativo considerare gli studenti solo clienti. Essi infatti, oltre ad essere fruitori di un servizio, dovrebbero entrare a pieno titolo nell’organizzazione universitaria e contribuire al suo pieno sviluppo e al perseguimento dei suoi fini.
D’altro canto, in un sistema TQM universitario, in particolar modo in una Facoltà d’Ingegneria, potrebbe essere per molti versi più opportuno individuare il cliente privile- giato nel mondo della produzione e delle professioni. Purtroppo nonostante ormai si ab- bia piena consapevolezza in Italia e in Europa dell’urgenza di una più stretta collabora- zione tra istituzioni deputate all’alta formazione e il mondo economico aziendale, questo rapporto resta ancora fortemente insufficiente.
3. Mandato, metodo e criteri di lavoro
Il mandato ricevuto dal Nucleo di Valutazione di Facoltà si può sintetizzare, in base a quanto detto:
• nel valutare l’attrattività e la produttività della Facoltà, esaminando i trend di immatricolati e laureati, la percentuale degli abbandoni degli studi e le cause che la determinano, il numero medio di anni necessari per il conseguimento dei titoli di studio;
• nel verificare l’organizzazione della didattica, anche in relazione alle risorse di- sponibili;
• nel valutare la mobilità in uscita ed in ingresso degli studenti, in ambito interna- zionale;
• nell’esaminare l’andamento della stipula di convenzioni con aziende ed enti e- sterni, finalizzate prevalentemente a tirocini per laureandi;
• nello stimolare un processo di autovalutazione costante che porti al miglioramen- to continuo della qualità dell’insegnamento e dei percorsi formativi;
• nel verificare l’efficacia della metodologia di autovalutazione.
Il metodo di lavoro del Nucleo è stato collegiale. Si è proceduto con una valutazione prevalentemente qualitativa, mirata ad accertare il perseguimento degli obiettivi formati- vi, ma anche quantitativa, attraverso l’esame degli indicatori di rendimento e dei dati sta- tistici a disposizione.
Preliminarmente il Nucleo di Valutazione ha ritenuto di dover contestualizzare le pro- prie considerazioni ad opportuni riferimenti spaziali e temporali. In tal senso si è dovuto assumere una data a partire dalla quale esaminare l’evoluzione dei dati significativi e ci si è posti il problema di paragonare tali dati e la relativa evoluzione a quelli registrabili in altre facoltà di ingegneria aventi caratteristiche analoghe – per localizzazione, dimensio- ne, intesa in primo luogo come numero di studenti, offerta didattica, ecc. – a quelle dell’Ateneo salernitano.
Il riferimento temporale è stato semplice stabilirlo, assumendo come base per alcuni aspetti il 1998, quando la Facoltà ha attivato, in via sperimentale perché il D. M. 509/99 non era stato ancora varato, il Nuovo Ordinamento degli Studi, e per altri il 2001. In tale anno, infatti, si sono avuti i primi laureati triennali del Nuovo Ordinamento e, con l’avvio delle lauree specialistiche, la Facoltà ha completato l’offerta didattica messa a punto per l’attuazione della riforma degli studi varata con il D. M. 509/99.
Il riferimento spaziale, invece, non è stato possibile stabilirlo, atteso che in Italia nes- sun’altra Facoltà di Ingegneria ha messo in moto procedure di valutazione complessiva, paragonabili a quelle avviate dalla Facoltà di Salerno con l’istituzione di questo Nucleo di Valutazione. Pertanto, talvolta i dati esaminati sono stati paragonati a quelli medi nazio- nali, desumibili da analisi di organismi nazionali (quali il CNVSU - Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario, la CoPI, la CRUI, il CUN).
Nel merito del lavoro svolto va detto che il Nucleo ha operato sulla base di dati uffi- ciali acquisiti dall’Ateneo. Tutti i dati analizzati infatti – ad eccezione di quelli sugli sbocchi dei laureati triennali, frutto di un’indagine promossa direttamente dal Nucleo, con la collaborazione del prof. Mauro Caputo – sono stati forniti dalla Segreteria di Presiden- za della Facoltà di Ingegneria, dalla Segreteria Studenti della stessa Facoltà, dalle struttu- re centrali dell’Ateneo di Salerno deputate alla statistica.
Il Nucleo ha anche ritenuto di non procedere a duplicazioni, ma di acquisire tutti i dati utili già esistenti in tema di valutazione – ad esempio: valutazioni dei corsi di insegna- mento effettuati dagli allievi; rapporti su tali valutazioni condotti a cura della Facoltà; re- lazioni di auto-valutazione dei corsi di studio inseriti nel progetto CampusOne, relazioni delle Commissione di valutatori esterni su tali corsi – ai quali espressamente si rinvia.
Sulla base di tale materiale il Nucleo ha effettuato le proprie valutazioni.
In questa prima fase vi sono state numerose difficoltà, alcune irrisolvibili o non risol- vibili in tempi brevi.
Ad esempio, per la difficile reperibilità di dati in merito, non è stato agevole condurre valutazioni sull’utilizzazione di tutte le risorse impiegate. D’altra parte, l’insediamento della Facoltà di Ingegneria in un campus universitario che non ha uguali in Italia, fa sì che molti servizi sono comuni all’intero Ateneo e non è possibile enucleare le spese che, per la loro organizzazione ed erogazione, possono essere ascritte alla Facoltà di Ingegneria.
Si è poi optato di non esprimere valutazioni in tema di ricerca: vuoi perché essa viene condotta nelle strutture dipartimentali, che godono di una propria autonomia rispetto alla Facoltà; vuoi perché in tema di valutazione della ricerca sono appena stati definiti, in sede ministeriale, criteri e procedure e prevista l’istituzione di appositi Comitati, anche a livel- lo di Ateneo.
Pertanto questa prima valutazione è stata limitata essenzialmente agli aspetti più espli- citamente riconducibili alla Facoltà: in primo luogo all’offerta e all’organizzazione della didattica. In tale ambito sono stati esaminati soprattutto aspetti di carattere generale e complessivo, in merito alla capacità di attrazione della Facoltà, alla sua produttività, alla formazione e alla collocazione dei laureati, all’utilizzo delle risorse di personale docente e di attrezzature per la didattica.
4. Tendenza degli immatricolati e degli iscritti
Le immatricolazioni annue alla Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Salerno sono cresciute, nell’arco di tempo 1998/99 – 2003/04, da 534 a 806 studenti (+50.9%). Lo svi- luppo più consistente si è avuto nell’anno accademico 2003/04, soprattutto per effetto del rilevante incremento delle immatricolazioni alle lauree specialistiche. Queste ultime, nel complesso, assorbono oggi 119 laureati di primo livello, pari al 14.8% di tutti gli imma- tricolati (v. Tab. 1).
Tab. 1 - Trend immatricolati alla Facoltà di Ingegneria.
CORSO 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04
Ingegneria Ch imica 56 59 52 60 60 60
Ingegneria Civ ile 127 133 152 128 142 168 Ing. Civile per l’Ambiente e il Terr. 76 69 66 74 143 155 Ingegneria Elettronica 150 170 191 253 204 165 Ingegneria Meccanica 125 121 145 143 138 139 TO TALE 534 552 606 658 687 687
Specialistica Ing. Alimentare 4
Specialistica Ing. Ch imica 13 37
Specialistica Ing. Civile 3 24 26
Specialistica Ing. per l’Amb. e il Terr. 3 14 14
Specialistica Ing. Elettronica 5 27 28
Specialistica Ing. Meccanica 2 4 10
TO TALE 13 82 119
Totale Immatricolati L.T. e L.S. 534 552 606 671 769 806
Nel raffronto con le altre Facoltà di Ingegneria (v. Tab. 2, fonte CoPI), quella di Sa- lerno, insieme con Bergamo, Parma, Perugia e Taranto, presenta tassi di crescita positivi nell’intero quinquennio.∗
La crescita, anche senza particolari picchi, può dunque essere considerata una costante dell’andamento delle immatricolazioni.
Procedendo con l’analisi, si può osservare che, dei cinque corsi triennali di laurea, gli sviluppi maggiori si sono avuti per l’Ingegneria civile per l’ambiente e il territorio (155 immatricolati nel 2003 rispetto ai 76 del 1998) e per l’Ingegneria civile (da 127 a 168 immatricolati). In decremento risultano le immatricolazioni in Ingegneria elettronica (da una punta annua di 253 agli attuali 165 iscritti), mentre più o meno stabili appaiono quelle dell’Ingegneria meccanica e dell’Ingegneria chimica (che con i suoi 60 immatricolati è il Corso meno frequentato).
Da notare che nell’ultimo anno si è raggiunto un maggiore equilibrio nelle immatric o- lazioni ai vari Corsi, fatta eccezione per l’Ingegneria chimica.
Per quanto attiene dunque ai trienni, quello che ha visto raddoppiare gli iscritti è l’Ingegneria civile per l’ambiente e il territorio, mentre con il più elevato numero di im- matricolati si pone l’Ingegneria civile. Un’ultima considerazione, importante per l’eventuale futuro ampliamento dell’offerta formativa, è che mediamente il numero di immatricolati nell’anno 2003-2004 è risultato essere di 135 studenti per Corso di laurea triennale.
Passando alle lauree specialistiche, attivate a partire dall’anno 2001/02, il totale degli iscritti nei tre anni è stato pari a 214 unità, con una punta nell’ultimo anno di 119 imma- tricolazioni. Tenendo conto delle sei lauree specialistiche, risulta pertanto un numero me- dio di iscritti pari a circa 20 studenti, con numeri veramente modesti per l’Ingegneria ali- mentare (4 immatricolati) e l’Ingegneria meccanica (10 immatricolati).
Anche se i dati non sono definitivi – e va a tal proposito considerato in particolare che non pochi degli studenti immatricolati alla Facoltà nel periodo di sperimentazione del Nuovo Ordinamento (ossia nel triennio dal 1998-99 al 2000-2001) hanno optato per il conseguimento della laurea quinquennale del Vecchio Ordinamento – fermi restando questi numeri apparirebbe dunque consigliabile un riaccorpamento di alcune lauree spe- cialistiche.
Considerando tutti gli iscritti alla Facoltà (v. Tabb. 3, 4, 5 e 6), si può rilevare che negli ultimi quattro anni, ovvero dall’avvio delle lauree triennali, sono aumentati da 3.618 nel 2000 a 4.135 nel 2003 (+14,3%).
∗ Per la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, nei primi tre anni accademici presenti, le cifre comprendono le sole matricole. Gli ultimi tre anni accademici, invece, considerano gli i- scritti al I anno, considerando anche i passaggi di facoltà e/o ateneo. Non è stato possibile risalire anche per i primi tre anni accademici al numero degli iscritti (fonte CoPI).
Tab. 2 - Trend immatricolati alle Facoltà di Ingegneria in Italia (fonte CoPI).
UNIVERSITÀ 1998/ 99 1999/ 00 2000/ 01 2001/ 02 2002/ 03 2003/ 04
% a.a.
98-99
% a.a.
99-00
% a.a.
00-01
% a.a.
01-02
% a.a.
02-03
Bari 1.291 1.321 1.275 2,3 -3,4
Basilicat a 172 142 202 319 345 439 -17,4 42,2 53,0 8,1 27,2 Bergamo 172 207 268 460 523 538 20,3 29,5 71,6 13,7 2,9
Bologna 1.550 1.686 8,8
Brescia 618 645 561 782 792 820 4,4 -13,0 39,4 1,3 3,5 Cagliari 1.029 958 1.109 989 967 955 -6,9 15,7 -10,8 -2,2 -1,2 Calabria 676 717 961 1.109 1.317 1.254 6,0 34,0 15,4 18,7 -4,8 Cassino 283 260 382 311 304 445 -8,1 46,9 -18,6 -2,2 46,4 Castellanza-LIUC n.a. 15 83 73 75 79 n.a. 45,3 -12,0 2,7 5,3
Cesena/Forlì n.a. n.a. n.a. n.a. 432 431 n.a. n.a. n.a. n.a. -0,2 Ferrara 201 169 241 385 376 428 -15,9 42,6 59,7 -2,3 13,8 Firenze 818 765 688 867 946 1.012 -6,5 -10,0 26,0 9,1 6,9 Genova (*) 789 802 707 848 838 842 1,6 -11,8 20,0 -1,2 0,4 L’Aquila n.a n.a. n.a. 743 831 885 n.a. n.a. n.a. 11,8 6,5 Lecce 298 322 441 600 515 466 8,0 37,0 36,0 -14,2 -9,5 Messina 365 254 222 389 414 363 -30,4 -12,6 75,2 6,4 -12,3 Modena 342 367 407 541 501 460 7,3 10,9 32,9 -7,4 -8,2
Napoli 2.102 2.150 2.140 2.411 2.501 2.723 2,3 -0,5 12,6 3,7 8,8 Padova 1.617 1.581 1.596 1.862 1.931 2.115 -2,2 -0,9 16,7 3,7 9,5 Palermo 1.089 1.061 1.101 1.971 1.264 1.236 -2,6 3,7 79,8 -35,8 -2,2 Parma 508 557 575 599 621 700 9,6 3,2 4,2 3,6 12,7 Perugina 488 490 568 572 644 654 0,5 16,0 0,7 12,6 1,5
Pisa 1.221 1.483 1.490 1.708 1.505 1.507 21,4 -0,4 14,6 -11,9 0,1 Polit. MI (Ing. Ind.) 785 868 1.093 1.060 949 981 10,6 26,0 -3,0 -10,4 3,3 Polit. MI (I Fac.) 442 379 499 419 523 515 14,2 31,7 -17,8 24,8 -1,3
Polit. MI (Ing. Sist.) 856 976 1.038 1.010 14,0 6,3 -2,7
Polit. MI (Inform.) 1.026 1029 1.499 1.442 1.253 1.142 0,3 45,6 -3,8 13,0 -8,8 Reggio Calabria 197 255 340 345 330 371 29,0 33,3 1,4 -4,3 12,4 Reggio Emilia 92 154 125 146 148 139 67,0 -18,8 16,8 1,3 -6,0 RM (Campus B.) n.a. 42 49 40 41 51 n.a. 16,6 -18,0 2,5 24,0 RM “La Sapienza” 1.778 1.784 2.068 2.188 2.913 2.815 0,3 16,0 5,8 33,0 -3,4 Roma Tre 557 590 566 818 928 681 6,0 -4,0 44,0 13,6 -26,6
Salerno 534 604 643 658 687 697 13,0 6,4 0,7 4,4 1,4
Sannio 355 336 316 -5,3 -6,0
Siena 143 128 201 187 231 202 -10,5 57,0 -7,0 23,5 -12,5 Taranto 159 162 185 191 272 308 1,8 14,0 3,2 42,0 13,2 Polit. TO (IV Fac.) 251 250 293 270 281 326 -0,4 17,0 -7,8 4,0 16,0 Udine 444 411 544 602 684 704 7,4 32,3 10,6 13,6 -2,9 TOTALE 19.196 19.601 22.663 28.527 31.127 31.571 2,1 13,5 20,5 9,1 14,20
Tab. 3 - Numero di Iscritti e Immatricolati della Facoltà di Ingegneria nell’anno accademico 2000/01.
TITOLO DI STUDIO N° ISCRITTI
N° IMMATR. DIPLOMA IN INGEGNERIA CHIMICA 10 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELLE INFR ASTRUTTURE 13 - DIPLOMA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 20 - DIPLOMA IN INGEGNERIA MEC CANICA 11 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELL’ AMBIENTE E DELLE RISORSE 10 - LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA 365 52
LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE 1.144 152 LAUREA IN ING. CIVILE PER LA DIF. SUOLO E PIAN. TERR. 11 - LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE PER L’AMBIENTE E IL TERR. 196 66 LAUREA IN INGEGNERIA DELLE TECNOLOGIE INDUSTRIALI 6 -
LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 1.107 191 LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA 725 145
TOTALE 3.618 606
Tab. 4 - Numero di Iscritti e Immatricolati della Facoltà di Ingegneria nell’anno accademico 2001/02.
TITOLO DI STUDIO N° ISCRITTI
N° IMMATR. DIPLOMA IN INGEGNERIA CHIMICA 7 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELLE INFRASTRUTTURE 12 - DIPLOMA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 16 - DIPLOMA IN INGEGNERIA MECCANICA 6 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE 7 - LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA 388 60
LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE 1.140 128 LAUREA IN ING. CIVILE PER LA DIF. SUOLO E PIAN. TERR. 9 - LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE PER L’AMBIENTE IL TERR. 244 74 LAUREA IN INGEGNERIA DELLE TECNOLOGIE I NDUSTRIALI 5 -
LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 1.210 253 LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA 796 143 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA C IVILE 3 3 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA PER L’AMB. E IL TERR. 3 3 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ELETTR ONICA 5 5 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA MECCANICA 2 2
TOTALE 3.853 671
Tab. 5 - Numero di Iscritti e Immatricolati della Facoltà di Ingegneria nell’anno accademico 2002/03.
TITOLO DI STUDIO N° ISCRITTI N° IMMATR.
DIPLOMA IN INGEGNERIA CHIMICA 4 -
DIPLOMA IN INGEGNERIA DELLE INFRASTRUTTURE 9 - DIPLOMA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 11 - DIPLOMA IN INGEGNERIA MECCANICA 5 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELL’AMBIENTE E DELLE R ISORSE 4 - LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA 377 60
LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE 1.049 142 LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE PER LA DIF. SUOLO E PIAN. TERR. 8 - LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO 358 143
LAUREA IN INGEGNERIA DELLE TECNOLOGIE INDUSTRIALI 5 - LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 1.211 204
LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA 806 138 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA CHIMICA 13 13
LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA CIVILE 27 24 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA PER L’AMB. E IL TERR. 17 14 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 32 27 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA MECCANICA 6 4
TOTALE 3.938 769
Tab. 6 - Numero di Iscritti e Immatricolati della Facoltà di Ingegneria nell’anno accademico 2003/04.
TITOLO DI STUDIO N° ISCRITTI N° IMMATR.
DIPLOMA IN INGEGNERIA CHIMICA 3 -
DIPLOMA IN INGEGNERIA DELLE INFR ASTRUTTURE 6 - DIPLOMA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 8 - DIPLOMA IN INGEGNERIA MECCANICA 3 - DIPLOMA IN INGEGNERIA DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE 1 - LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA 331 60
LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE 1.070 168 LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE PER LA DIF. SUOLO E PIAN. TERR. 6 -
LAUREA IN INGEGNERIA PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO 469 155 LAUREA IN INGEGNERIA DELLE TECNOLOGIE INDUSTRIALI 5 -
LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA 1.207 165 LAUREA IN INGEG NERIA MECCANICA 812 139 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ALIMEN TARE 4 4
LAUREA SPECIALSITICA IN INGEGNERIA CHIMICA 50 37 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA C IVILE 53 26 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA PER L’AMB. E IL TERR. 31 14 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ELETTR ONICA 60 28 LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA MECCANICA 16 10
TOTALE 4.135 806
In rapporto agli iscritti totali, nell’anno 2003/04 primo è il Corso in Ingegneria elettro- nica (1.207 iscritti pari al 29,2% del totale), secondo quello in Ingegneria civile con 1.070 iscritti. Nel complesso questi due Corsi di laurea assorbono il 55% degli studenti. Inclu- dendo anche l’Ingegneria meccanica il totale sale al 75%.
5. Strutture disponibili
La Facoltà ha proceduto, nell’anno accademico 2002/03, a ristrutturare alcune aule, aumentandone il numero, e guadagnando posti. Si è passati, così da 24 a 34 aule e da 2.830 a 3.077 posti. In funzione dell’aumento del numero degli iscritti è però peggiorato, il rapporto posti aule/iscritti, che si è ridotto per i triennalisti da un coefficiente pari a 1,567 a uno uguale a 0.952 (vale a dire a poco meno del 40%). Questo rapporto, rispetto a tutti gli iscritti, è rimasto pressoché invariato. Da ciò deriva la constatazione che l’aumento del numero totale degli iscritti è stato bilanciato dalla maggiore capienza otte- nuta con la ristrutturazione delle aule.
Tab. 7 - Rapporto posti aule/iscritti.
A.A. 2000/2001
Numero aule Posti aule Iscritti triennale
Posti aule/iscritti
24 2.830 1.805 1,567
Iscritti tutti
3.618 0,782 A.A. 2001/2002
24 2.830 2.282 1,240
Iscritti tutti
3.853 0,734 A.A. 2002/2003
34 3.077 3.801 0,952
Iscritti tutti
3.938 0,781
6. Tirocini
L’attività di tirocinio presso le aziende, gli enti pubblici e le categorie professionali rappresenta un elemento qualificante della nuova laurea trie nnale, che prevede crediti formativi specifici per lo svolgimento di stage. Questi ultimi sono ritenuti un utile stru- mento di prima introduzione dello studente nel mondo del lavoro e, comunque, un mezzo di collegamento tra imprese e Università.
La Facoltà ha stipulato opportuni Protocolli di Intesa con gli Ordini degli Ingegneri delle Provincie di Salerno e di Avellino al fine di promuovere e regolamentare le conven- zioni per i tirocini presso studi professionali. Un protocollo in merito è stato sottoscritto anche con l’Associazione dei Costruttori di Salerno per i tirocini presso imprese di co- struzioni. Analoghe iniziative sono in corso con altre organizzazioni del mondo delle pro- fessioni, dei servizi e delle imprese.
Anche se l’attività di tirocinio deve essere intesa in modo appropriato sia da parte del- le aziende che non devono concepirla come fonte di approvvigionamento di risorse uma- ne a costo zero e senza alcun obbligo formativo, sia dallo studente, che deve vederla co- me un’opportunità da utilizzare al meglio per il completamento del suo curriculum, dove- rosi sono gli sforzi che l’Università deve compiere per stipulare accordi e convenzioni con le categorie interessate. È difatti nell’ambito di tali convenzioni che si moltiplicano, poi, le occasioni di stage per gli studenti.
I dati che il Nucleo di Valutazione ha ricevuto dalla Facoltà non consentono tuttavia di conoscere, per tutti i Corsi di laurea, gli enti e le imprese convenzionate. In particolare, questo non vale per l’Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio che nell’anno 2002/03 ha attivato 25 tirocini, di cui 8 presso aziende, 11 presso enti pubblici, 1 presso uno studio professionale e 5 presso consorzi. Questi stage sono cresciuti a 35 nell’anno 2003/04 con prevalenza nel settore dell’analisi ambientale.
Per gli altri Corsi di laurea, relativamente all’anno 2002/03 le Convenzioni e gli stage sono stati i seguenti:
CONVENZIONI STAGE
ELETTRONICA 27 50
CIVILE 52 45
MECCANICA 21 27
CHIMICA 16 18
In totale, dunque, i tirocinanti sono stati 165, con il maggior numero nel Corso d’ingegneria elettronica. Se si suppone che il tirocinante nell’anno 2002/03 si sarebbe po- tuto teoricamente laureare nell’anno successivo, si dovrebbe concludere che, rispetto ai 417 laureati, il 40% avrebbe avuto l’opportunità di compiere lo stage. Naturalmente, pur essendo criticabile la costruzione di questo rapporto, può essere utile calcolarlo per se- gnalare, in ogni caso, la necessità di accrescere nel tempo gli sforzi della Facoltà per po- tenziare questo tipo di attività formativa.
7. Laureati
Considerando gli anni 2001, 2002 e 2003 i laureati del vecchio ordinamento sono stati 756, quelli del nuovo ordinamento 275, per un totale di 1.031 laureati, ai quali vanno ag- giunti 6 laureati alla Lauree Specialistiche. Senza considerare questi ultimi – che sono intervenuti solo a fine 2003, quindi non è possibile effettuare paragoni con i dati prece- denti –, in complesso i laureati sono cresciuti dai 285 del 2001 ai 322 del 2002 (+13%) e, infine, ai 424 del 2003 (+48.8% rispetto al primo anno).
Scendendo nell’analisi ai singoli Corsi di laurea, si rileva che il maggior numero di laureati riguarda l’Ingegneria civile (31%) e l’elettronica (29%), quello minore (3%) l’Ingegneria ambientale. Notevole appare, però, la crescita nel 2003 dei laureati del nuovo ordinamento in Ingegneria meccanica e chimica.
Il rapporto laureati/iscritti è nettamente migliorato negli ultimi tre anni, risultando pari al 7,9% nel 2001, all’8,4% nel 2002 e al 10,6% nel 2003.
Tab. 8 - Laureati nel triennio 2001–2003.
VECCHIO ORDINAMENTO NUOVO ORDINAMENTO * CORSO DI
LAUREA 2001 2002 2003 TO T. 2001 2002 2003 TO T. TO TALE V.A.
TO TALE compl.
%
AMBIENT E --- --- --- --- 3 17 13 33 33 3,2
CIVILE 85 79 77 241 6 31 35 72 313 30,3
MECCANI-
CA 47 53 67 167 3 9 30 42 209 20,3
ELETTRO-
NICA 92 56 80 228 5 31 35 71 299 29,0
CHIMICA 44 32 44 120 0 14 43 57 177 17,1
TOTALE 268 220 268 756 17 102 156 275 1.031 100,0 (*) Non sono state considerate le Lauree Specialistiche.
Il rapporto laureati/immatricolati, considerando il triennio 2000-2002, risulta pari al 50%, con valori che presentano un’escursione molto ampia dall’11% dell’Ingegneria am- bientale al 95% dell’Ingegneria chimica. Il rapporto migliora dall’anno 2000/01 (47%) al 2002/03 (55.1%) (v. Tab. 9), anche se in effetti il rapporto è più elevato tenendo conto che negli ultimi due anni si sono aggiunti gli immatricolati alle lauree specialistiche.
Tab. 9 - Rapporto Laureati/Immatricolati nel triennio 2000– 2002.
2000-2001 2001-2002 2002-2003 * TOTALE
CORSO DI
LAUREA Laureati Imm. Laureati Imm. Laureati Imm. Laureati Imm.
AMBIENTE 3 66 17 77 13 157 33 300
CIVILE 91 152 110 131 112 166 313 449
MECCANICA 50 145 62 145 97 142 209 432
ELETTRONICA 97 191 87 258 115 231 299 680
CHIMICA 44 52 46 60 87 73 177 185
TOTALE 285 606 322 671 424 769 1.031 2.046
Rapporto
Laureati/imm. 47.0 48.0 55.1 50.4
(*) Escluso i laureati alla Specialistica.
Come, inoltre, si rileva dalla Tab. 10 relativa ai laureati del nuovo ordinamento nel triennio 2001-2003, la durata media del corso di studi è pari a 4,36 anni, con un valore minimo di 3,43 per Ingegneria civile per l’ambiente e il territorio e massimo (5,38) per Ingegneria civile.
Tab. 10 - Laureati del nuovo ordinamento nel triennio 2001–2003.
CORSO DI LAUREA ANNO AMB. E
TERR. CHIMICA CIVILE ELETTRON ICA MECCANICA
TOTALE FACOLTÀ
2001 2 0 6 5 3 17
2002 17 14 31 31 9 102
2003* 13 43 35 35 30 156
TOTALI 33 57 72 71 42 275
Durata media del corso di
studi (in anni) 3,43 3,63 5,38 3,47 5,14 4,36 Voto b ase (/30) 25,92 25,65 25,29 25,99 25,13 25,60
Votazione
finale media 100,53 99,73 98,13 101,21 97,32 99,30 (*) Escluso i laureati alla Specialistica.
Il dato testimonia una netta differenza fra i Corsi triennali, che si frazionano in due gruppi: Ingegneria ambientale, chimica ed elettronica con valori abbastanza vicini a quel- la che dovrebbe essere la norma; Ingegneria civile e meccanica con valori, invece, molto elevati. Si tratta di differenze molto significative che dovrebbero fare riflettere sull’equilibrio di carico didattico da ricreare fra i vari Corsi triennali istituiti nella Fa- coltà.
Valori molto più vicini si hanno, per converso, nel voto base, ma non nella valutazione finale di laurea: il primo si situa tra il 25 e il 26 trentesimi in tutti i casi; mentre il secondo varia dal 97,32 circa dell’Ingegneria meccanica all’oltre 101 dell’Ingegneria elettronica.
Questo significa che il punteggio mediamente assegnato per la prova finale varia note- volmente da Corso a Corso. Sia il dato sulla diversa durata media sia quello sulla diffe- rente valutazione della prova finale confermerebbero, dunque, l’esigenza di una maggiore uniformità di valutazione degli studenti tra i Corsi triennali esistenti.
8. Sbocchi dei laureati triennali
Particolarmente significativi sono i risultati di un’indagine svolta su un campione ab- bastanza ampio di laureati triennali (274 unità), per rilevare quali sbocchi avessero trova- to dopo il conseguimento della laurea di primo livello.
Come appare dalla Tab. 11, il dato che colpisce di più concerne la massiccia iscrizione alla laurea specialistica (quasi l’80% del campione) e la quota veramente limitata dei la u- reati che hanno trovato un lavoro stabile (5%) o precario (3%). Per completare questo quadro complessivo, occorre inserire un 10% che è in cerca di lavoro e un ulteriore 5%
che non è risultato reperibile.
Tab. 11 - Situazione laureati triennali della Facoltà di Ingegneria di Salerno.
CORSO DI
LAUREA OCCUPATI LAVOR ATORI PRECARI *
IN CERCA DI LAVORO
ISCRITTI ALLA LA UREA SPECIALISTICA
NON
REPER IBILI TOTALE
MECCANICA
V.A. 9 3 8 18 3 41
% 22 7 20 44 7 100
AMBIENTE E TERRITORIO
V.A. 1 --- 1 29 2 33
% 3 --- 3 88 6 100
CIVILE
V.A. 1 3 8 52 7 71
% 1 4 11 74 10 100
ELETTRONIC A
V.A. 2 2 6 60 1 71
% 3 3 8 85 1 100
CHIMICA
V.A. --- --- 4 53 1 58
% --- --- 7 91 2 100
FACOLTÀ
V.A. 13 8 27 212 14 274
% 5 3 10 77 5 100
(*) Tirocinanti, collaboratori coordinati e continuativi.
Oltre ai valori totali, che confermano la tendenza volontaria od obbligata (per mancan- za di occasioni di lavoro) al proseguimento degli studi, meritano un commento la più ele- vata percentuale di laureati in Ingegneria meccanica che sono entrati nel mondo del lavo- ro (circa il 30% del totale) e quella addirittura nulla dei laureati in Ingegneria chimica.
I dati ottenuti dall’indagine campionaria sui laureati, che si consiglia di ripetere si- stematicamente ogni anno, devono consentire alla Facoltà di riflettere sulle prospettive di assorbimento lavorativo in rapporto al Corso di laurea prescelto in modo da utilizzare tali elementi di conoscenza per un più efficace orientamento delle matricole.
9. La valutazione della didattica nell’anno accademico 2002/2003
La Facoltà, come già fatto in precedenza, ha predisposto, a cura della dr.ssa Maria Guerra e del prof. Maurizio Guida, il Rapporto sulla valutazione della didattica nell’a.a.
2002/2003. Sono stati monitorati 205 dei 221 insegnamenti attivati per le la uree triennali mediante la raccolta di circa 11.000 schede di valutazione.
I dati ottenuti, tuttavia, non sono del tutto comparabili con quelli degli anni precedenti perché si è ritenuto opportuno cambiare in parte il questionario di rilevazione.
Dall’indagine emergono elementi di particolare interesse sui tassi di soddisfazione e sui profili medi degli insegnamenti.
Il primo dato, degno di nota, concerne gli abbandoni, visto che circa il 10% degli stu- denti intervistati ha cambiato fino a due volte Facoltà o corso di studio, con percentuali più elevate per l’Ingegneria civile (11.7%) e meno elevate per Ingegneria chimica (6.4%).
Purtroppo, questo dato accomuna i cambiamenti di Facoltà e di Corso di laurea, che as- sumono un valore differente e che non permettono di conoscere l’elemento più importan- te, che è quello relativo all’abbandono della Facoltà. Il nucleo suggerisce, pertanto, nella prossima indagine di rilevare separatamente abbandoni e cambiamenti del Corso di laurea.
Circa il profitto degli studenti, sono significativi i risultati relativi agli anni d’iscrizione al Corso di studio, al numero di esami sostenuti e alla votazione media con- seguita. Per quanto riguarda il primo dato, è risultato che il 19.3% degli intervistati ha quattro o più anni d’iscrizione (con valori più elevati per Ingegneria chimica e meno ele- vati per Ingegneria dell’ambiente). Questo valore sarebbe peraltro più signific ativo se, dal campione, si scorporassero solo gli studenti attualmente iscritti per più di tre anni, in mo- do da conoscere l’effettiva percentuale di studenti che non riesce a completare il Corso di studio nei tre anni previsti.
A testimoniare la difficile progressione di carriera, vi sono poi i dati relativi alla per- centuale di esami sostenuti, che nel 33% dei casi è inferiore al 40% di quelli previsti nei piani di studio e che solo nel 21% dei casi oscilla tra l’81 e il 100%. Anche in questo ca- so, tuttavia, la rilevazione potrebbe essere migliorata, incrociando il dato degli esami so- stenuti con quello dell’anno di iscrizione dello studente.
Per quanto riguarda, infine, la votazione media, prevalgono i voti medio-bassi (37%
degli studenti intervistati ha una media inferiore al 24 ed un ulteriore 26% ha una media tra 24 e 26). Gli studenti più “brillanti” si concentrano nei Corsi di laurea in Meccanica e in Chimica, mentre la situazione meno “brillante” si ha per il Corso in Ingegneria civile.
Molto soddisfacente, infine, è il tasso di frequenza visto che più dell’80% degli studenti segue assiduamente le lezioni.
Comparando i dati relativi all’anno accademico 2002/03 con quelli dell’anno prece- dente, si può rilevare un lieve peggioramento, prevedibile per quanto riguarda gli anni d’iscrizione, meno prevedibile per gli abbandoni e le votazioni medie. Al riguardo, occor- re peraltro osservare che, in più casi, l’elevata incidenza delle mancate risposte potrebbe rendere meno significativi i confronti temporali.
Per quel che concerne gli aspetti organizzativi della didattica appare condivisibile il giudizio complessivamente positivo, espresso nel rapporto di valutazione, sull’insegnamento e sul Corso di studi prescelto e quello meno positivo sul carico di stu- dio, ritenuto eccessivo, e sull’organizzazione complessiva del corso di studi. Relativa- mente a quest’ultimo dato, va infatti sottolineato che il 40% degli studenti intervistati e- sprime un giudizio negativo. Su questa valutazione sarebbe opportuno approfondire l’indagine a livello dei singoli Corsi di laurea, per individuare i principali elementi di in- soddisfazione e gli interventi possibili per ridurli.
In rapporto al profilo medio degli insegnamenti, emerge, tra gli altri, un dato decisa- mente negativo sull’adeguatezza del materiale didattico e, vic eversa, un giudizio molto positivo sull’interesse e il grado di soddisfazione verso l’insegnamento ricevuto.
Su questi dati, che possono rappresentare segnali di grande importanza per migliora- re l’offerta didattica, sarebbe opportuno promuovere una discussione nell’ambito dei singoli Corsi di laurea. A tale fine di segnato interesse sono i dati relativi ai vari Corsi e ai singoli insegnamenti riportati negli allegati 2 e 3 del rapporto sulla valutazione didatti- ca della Facoltà ed, ancora, l’allegato 4 in cui sono rilevati i tassi di soddisfazione per cia- scun insegnamento impartito nel trie nnio.
Per quanto riguarda, infine, i suggerimenti proposti dagli studenti intervistati, dall’indagine emerge una convergenza di pareri, a prescindere dal Corso di laurea fre- quentato, sull’utilità di migliorare i supporti didattici e di fare maggiore ricorso ad appli- cazioni concrete. Tra le principali differenze si possono segnalare la maggiore esigenza di ridurre il carico di studi e di accrescere le conoscenze di base per il Corso di Ingegneria ambientale.
10. Verifica di massima risorse/offerta didattica
Un’importante verifica che il Nucleo ha ritenuto di fare attiene al rapporto tra le risor- se disponibili e l’offerta didattica attuale, finalizzata anche all’esame di un suo possibile ampliamento, oggetto di Studio di Fattibilità da parte della Facoltà.
Allo stato sono attive le seguenti lauree di primo livello e specialistiche.
Classe delle lauree in scienze dell’architettura e ingegneria edile (Classe 4):
nessuna;
Classe delle lauree in ingegneria civile e ambientale (Classe 8):
Ingegneria Civile,
Ingegneria civile per l’ambiente e il territorio;
Classe delle lauree in ingegneria dell’informazione (Classe 9):
Ingegneria Elettronica;
Classe delle lauree in ingegneria industriale (Classe 10):
Ingegneria Chimica, Ingegneria Meccanica;
Classe delle lauree specialistiche in ingegneria chimica (Classe 27/S):
Ingegneria Alimentare, Ingegneria Chimica;
Classe delle lauree specialistiche in ingegneria civile (Classe 28/S):
Ingegneria Civile;
Classe delle lauree specialistiche in ingegneria elettronica (Classe 32/S):
Ingegneria Elettronica;
Classe delle lauree specialistiche in ingegneria meccanica (Classe 36/S):
Ingegneria Meccanica;
Classe delle lauree specialistiche in ingegneria per l’ambiente e il territorio (Classe 38/S):
Ingegneria per l’ambiente e il territorio.
Complessivamente sono attivati, quindi, 5 corsi di laurea triennale e 6 di laurea spe- cialistica.
Ai fini della prima verifica di massima, considerata la situazione attuale della docenza (riportata in allegato) si fanno le seguenti ipotesi di lavoro:
1. Per erogare i 5 corsi di laurea, a regime, è necessario attivare insegnamenti e/o attività per 60*3*5=900 crediti (compresi quelli per insegnamenti a scelta dello studente ed eventuali tirocini) per le lauree triennali e 60*2*6=720 per le lauree specialistiche.
2. Gli immatricolati complessivi (per la Facoltà) a regime vengono quantificati tra le 600 (dato medio degli ultimi aa.aa.) e le 800 unità (proiezione per gli a.a. 2004-2005 e seguenti, ottenuta tenendo conto di un eventuale effetto di incremento derivante dall’introduzione di nuovi corsi di studio).
3. Conseguentemente, considerati:
• i limiti alla numerosità di riferimento (100) e massimi (150) previsti dai requisiti minimi indicati dal CNVSU per le lauree delle Facoltà d’Ingegneria;
• la sovrapponibilità di molti moduli didattici del 1° e del 2° anno a più corsi di laurea;
• l’inevitabile (anche se si dovrà operare in modo da renderlo quanto più piccolo possibile) “calo fisiologico” dal 1° al 2° anno;
• la possibilità di accorpamenti per alcuni moduli didattici del 2°
3° anno delle lauree;
si può ritenere che il numero di crediti effettivamente da erogare possa essere ridotto di un coefficiente di accorpamento 0,9 (il che significa ipotizzare che 1,5 corsi su dieci pos- sano essere accorpati ad altri, e che vengano pertanto organizzate mediamente 9-10 aule per gli 11 corsi): 1620*0,9=1458 crediti.
4. La Facoltà ha avuto a disposizione, nell’a. a. 2002/03, 81 professori (ordinari, as- sociati, ruoli ad esaurimento) e di 49 ricercatori (considerando in questo numero anche i 2 professori stabilizzati), cui vanno sommati i concorsi in atto: 3 per professore ordinario, 6 per professore associato, 10 per ricercatore. Complessivamente, pertanto, il prossimo anno la Facoltà si presume si possa disporre di ulteriori 19 docenti per un totale di 149 docenti, se si volesse considerare come nuova docenza solo quella relativa ai ricercatori si arriverebbe a un numero ridotto pari a 140, composto presumibilmente da 87 professo- ri e 53 ricercatori.
5. Ad ogni docente titolare di insegnamento si ipotizzi di assegnare – mediamente – moduli didattici per complessivi 12 crediti di insegnamenti di titolarità.
6. Si ipotizzi inoltre che possano essere assegnate supplenze interne di 9 crediti per ricercatore
7. La quantità di supplenze da assegnare necessariamente all’esterno della Facoltà (per insegnamento di lingua inglese, altre materie, ecc.) viene stimata in un minimo di 6 crediti per corso di la urea (totale 30 crediti).
8. Si può inoltre ipotizzare di ricorrere a docenze esterne (contratti, ecc.), o comun- que di necessitare di docenze (tirocini, prove finali, ecc.), per altri 30 crediti.
Sulla base di tali ipotesi (da considerarsi di larga massima, e da verificarsi necessa- riamente all’interno delle classi per i singoli corsi di la urea) la situazione risulta essere la seguente: