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SISTEMA AVANZATO TEORICO-APPLICATIVO PER L ESTRUSIONE DEI TERMOPLASTICI

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Academic year: 2022

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SISTEMA AVANZATO TEORICO-APPLICATIVO PER L’ESTRUSIONE DEI TERMOPLASTICI

ANALISI DEL PROCESSO DI ESTRUSIONE

AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO EFFETTUABILE SU ESTRUSORI MONOVITE ESISTENTI Allo stato attuale le nuove richieste di mercato e la necessità di proporre soluzioni innovative, fanno si che chi gestisce linee di estrusione di vario tipo e per i più svariati settori di impiego, trovi di grande attualità tre esigenze prioritarie:

• Fornire prodotti con specifiche tecniche e dimensionali sempre più restrittive, utilizzando gli im- pianti e il materiale adisposizione

• Gestire la linea di estrusione esistente in modo economicamente vantaggioso utilizzandone al massimo le capacità tecniche e produttive

• Valorizzare quanto disponibile, prima analizzandone a fondo le caratteristiche e il funzionamento, poi successivamente implementandovi tutto quanto risulta funzionale ad un sostanziale incremen- to delle caratteristiche dell’impianto, riguardanti sia l’aspetto tecnico che il vantaggio economico di gestione

Molto spesso gli impianti disponibili sono abbastanza datati magari usati per un unico prodotto oppu- re inutilizzati perché ritenuti poco redditizi. Inoltre non è raro riscontrare, anche in diverse condizioni operative, fenomeni di variabilità dei parametri che definiscono il processo produttivo, molto difficili da controllare.

Capita quindi che dopo aver valutato quanto esistente e immediatamente disponibile, ci si ponga una serie di domande del tipo:

1. E’ possibile stabilizzare la portata dell’ estrusore per poter poi di conseguenza contenere le varia- zioni dimensionali del profilo estruso?

2. E’ possibile aumentare la produttività dell’ estrusore pur rimanendo entro limiti di qualità del pro- dotto finale?

3. E’ possibile capire il funzionamento della vite utilizzata e predisporre inoltre una serie di dati utili per identificarne le caratteristiche di comportamento?

4. E’ possibile modificare in alcuni punti la vite esistente?

5. E’ possibile determinare le caratteristiche di una nuova vite stabilendone già in fase di progettazio- ne le caratteristiche migliorative rispetto aquella esistente?

6. E’ possibile migliorare il ventaglio di utilizzabilità dell’estrusore rendendolo facilmente adattabile alla lavorazione di materiali con caratteristiche molto diverse tra di loro?

7. E’ possibile aumentare la capacità di miscelazione della massa fusa, da parte della vite esistente, per ricavarne un significativo miglioramento delle caratteristiche di omogeneità del prodotto finale?

8. E’ possibile migliorare le caratteristiche, non tanto di funzionamento, quanto di funzionalità del sistema di termoregolazione esistente?

9. E’ possibile effettuare un controllo strumentale sul funzionamento globale dell’estrusore esistente?

10. E’ possibile prima quantificare e poi ottenere un risparmio energetico significativo senza ridurre la funzionalità dell’estrusore esistente?

11. E’ possibile creare un nuovo sistema di supervisione per comando e controllo dell’estrusore strut- turato in modo tale da consentire la validazione del ciclo produttivo?

12. E’ possibile definire una struttura teorica complessa e articolata, fortemente collegata alla pos-

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sibilità di produrre indicazioni di progetto soluzioni inventive e sistemi gestionali appropriati, utili nell’insieme per progettare, costruire e gestire in modo efficace un estrusore di tipo molto partico- lare derivato concettualmente da una tecnica di estrusione radicalmente innovativa?

La risposta ad ognuna delle dodici domande precedenti è sicuramente affermativa.

Possiamo quindi analizzare ogni quesito in modo dettagliato, fornendo le risposte risolutive conse- guenti ad ogni punto preso in esame.

E’ da notare che tutto quanto verrà descritto in seguito, contiene in sé concetti unici ed originali e inol- tre non costituisce solo ed unicamente una raccolta di considerazioni prevalentemente teoriche ma si tratta di un insieme di risultati di grande interesse prativo, meticolosamente studiati e verificati, ed in più facilmente riproducibili sia in laboratorio che in ambiente industriale, ad immediato vantaggio per l’utilizzatore.

Va inoltre tenuto continuamente presente che i dodici punti trattati e conseguentemente le risposte relative, non sono scollegate tra di loro, ma fanno parte di un unico insieme avente come oggetto la ricerca applicata e finalizzata alla definizione di principi teorici e pratici estremamente innovativi aventi immediato riscontro nell’applicazione industriale.

A proposito della vastità degli argomenti trattati, va comunque ricordato che esiste anche uno studio teorico applicativo comprendente tutta la linea di estrusione, analizzata prendendo in considerazione 500 punti diversi. A titolo di esempio, solo per la vite, ne vengono considerati ed esaminati in modo dettagliato ben 65.

Passiamo ora ad esaminare e dare una risposta alle dodici domande che più riguardano le problema- tiche e le esigenze dell’operatore, sempre e comunque mai scollegate da quelle del progettista e del costruttore.

Allo stato attuale dei fatti queste tre competenze sono purtroppo sempre distanti tra di loro, con le conseguenze che capita spesso di verificare in termini di staticità dello stato dell’arte relativo al pro- cesso di estrusione.

Quanto di seguito analizzato, proprio per colmare questa grande lacuna è fatto in modo da essere utili a diverse competenze e specializzazioni professionali, fino ad arrivare ad interessare chi si occu- pa di ricerca pura.

DOMANDA 1

E’ sicuramente possibile. Uno dei problemi più grandi che ci si trova a dover affrontare ed in modo particolare nella realizzazione dei profili, coestrusi o rivestiti, è proprio quello della variazione della portata dell’estrusore, a volte erroneamente indicata come pulsazione.

Naturalmente le cause di questo problema sono molteplici e saranno esaminate in seguito contestual- mente all’analisi di altri problemi.

Qui si prende in considerazione solo ed esclusivamente quanto inerente e in relazione con il riempi- mento della vite in zona tramoggia.

Ad ogni estrusore, alimentato da granulo di qualsiasi tipo e forma (quindi polvere esclusa, ma non del

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tutto), può essere applicato, nella zona che collega la tramoggia al cilindro, un dispositivo particolare

~ n la funzione specifica di mantenere costante l’alimentazione della vite indipendentemente da ogni altra condizione.

Questo stabilizzatore di portata è un dispositivo che può essere costruito su misura e applicato a qualsiasi tipo di estrusore. Con questa soluzione, tutte le variazioni di portata derivanti da irregolarità dell’alimentazione saranno definitivamente eliminate.

In alcuni casi, la variazione di portata è stata ridotta dal 4% allo 0,5%, con immediato riscontro positi- vo sulla stabilità dimensionale del profilo estruso.

A titolo di esempio si riporta l’istogramma a) per un totale di 8458 rilievi dimensionali b) effettuati su un tubo con Ø est. 3,98 c) prodotto alla velocità di 102 mt/1’

d) si sono ottenuti risultati significativi riassumibili in:

- deviazione standard σ = 0,0072 mm

- 53,24% dei rilievi corrispondenti con il diametro nominale - 96,96% dei rilievi compresi in 3 σ

- 99,54% dei rilievi compresi in 6 σ - 0% fuori diametro minimo

- 0% fuori diametro massimo - Cp=Cpk=3,24

- 99,99% dei rilievi compreso in 0,04 mm.

- 100% dei rilievi compreso in 0,05 mm.

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DOMANDA 2

Anche se non sempre in modo molto significativo, è certamente possibile aumentare la portata di un estrusore.

Naturalmente ciò non è ottenibile unicamente aumentando il numero di giri vite, ma anche e partico- larmente curando in modo efficace:

- la taratura dei termoregolatori scegliendo la configurazione dei parametri interni il più efficace possi- bile, tenendo conto delle condizioni operative esistenti.

- il profilo deIle temperature, impostato adottando quello più efficace compatibilmente con le caratteri- stiche dell’estrusore e il tipo di materiale e di prodotto da realizzare.

In via preliminare comunque è sempre consigliabile effettuare una efficace analisi strumentale riguar- dante il controllo della funzionalità di tutto quanto facente parte del sistema di termoregolazione, sia nell’insieme che nelle singole parti.

Per questa operazione è possibile utilizzare un’insieme di apparecchiature progettate e realizzate per questo impiego specifico.

In modo particolare, attraverso questo insieme di apparecchiature è possibile controllare e verificare:

- l’integrità ed in modo particolare la corretta funzionalità delle resistenze

- l’efficacia del sistema di ventilazione, adattandolo alle esigenze di ogni singola zona da raffredda- re. Lo scopo di questa operazione è quello di diversificare la modalità e l’efficacia di intervento, (per ogni zona) tenendo quindi conto delle molteplici esigenze di termoregolazione, e relativo equilibrio ed autostabilità, diverse tra di loro.

Il risultato finale è quello di rendere l’efficacia del sistema, funzionale alla massima utilizzabilità delle caratteristiche proprie dell’estrusore.

- il corretto funzionamento delle termocoppie per il rilievo della temperatura, prevedendone, nel caso che se ne evidenziasse la necessità, la sostituzione con altre di tipo più adatto.

Questo tipo di controllo è molto importante ed è sempre e comunque da prendere in considerazione, in quanto, nel corso di questo tipo di verifica, accade che su estrusori di vario tipo utilizzati normal- mente e senza che si evidenzino particolari anomalie, si riscontra sempre che almeno il 20% delle sonde e conseguentemente delle zone controllate non funzionano regolarmente, impedendo quindi anche in questo caso di utilizzare al massimo la potenzialità dell’estrusore.

L’incremento di produttività, anche se minimo, va comunque ricercato in quanto sempre associato ad un vantaggio economico certo e anche alla perfetta conoscenza nonché ad una corretta ed efficace utilizzazione di quanto esistente.

DOMANDA 3

La vite è sicuramente una delle parti più importanti e caratterizzanti le specifiche tecniche e funzionali dell’estrusore.

Comprenderne a fondo l’essenza; significa cogliere l’opportunità di utilizzare al meglio quanto esi- stente.

Il principio di funzionamento è molto semplice, mentre le numerose varianti costruttive derivanti da scelte tecniche, risultanti da mediazioni tra esigenze contrastanti, permettono di identificarne la tipolo- gia, le caratteristiche eil funzionamento globale.

Si mette in evidenza quindi la necessità di definire la vite mettendo in essere una nuova struttura di tipo teorico e pratico concettualmente molto avanzata e in grado di individuarne con precisione anali- tica:

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- le forme geometriche che la definiscono sia nelle linee essenziali che nel dettaglio.

- la tipologia costruttiva che ne identifica a grandi linee le molteplicità di utilizzo - le caratteristiche e le modalità di funzionamento in normali condizioni operative - l’impiego ottimale in funzione del tipo di mat~riale e prodotto da realizzare

- il bilancio energetico, utile per considerazioni sia di tipo funzionale che di tipo economico - il costo di gestione, mai considerato ma molto importante

Allo scopo, vengono individuati, codificati e presi in esame 65 punti diversi

Ora, se utilizzando i punti individuati, andiamo ad analizzare il comportamento funzionale dell’estruso- re esistente ne ricaveremo dei dati estremamente interessanti, impossibili da ottenere con altri sistemi e utili in modo particolare proprio per identificare le caratteristiche di comportamento della vite.

DOMANDA 4

In funzione delle considerazioni fatte al punto 3) , è sicuramente possibile, dopo aver identificato in modo preciso quanto esistente, ipotizzare alcune semplici correzioni o modifiche associandole ai risultati ottenibili e successivamente verificabili. Si può procedere con questo metodo, rispettando.l’e- quilibrio costi benefici fino all’ottenimento di risultati sicuramente molto interessanti.

E’ importante far notare che in seguito ad esperienze e dati già consolidati, anche piccole modifiche accuratamente definite ed eseguite portano sicuramente all’ottenimento.di risultati molto interessanti.

E’ sorprendente constatare quanto è ottenibile agendo unicamente sul tratto finale della vite o addirit- tura sul semplice puntale utilizzato come tappo per la parte finale della vite stessa.

DOMANDA 5

La naturale logica e pragmatica continuazione di quanto esposto nei 2 punti precedenti, consente sicuramente di realizzare una evoluzione migliorativa finalizzata alla progettazione e successiva utiliz- zazione di un nuovo tipo di vite identificata da caratteristiche generali accuratamente definite.

L’utilizzazione appropriata e metodica di dati concreti e verificati consente ·sicuramente di iniziare un programma migliorativo in grado di produrre vantaggi certi e sicuri.

Nella realtà produttiva si è rilevata molto utile l’opportunità di seguire un programma ben definito per predisporre apposite schede finalizzate alla conservazione alla valorizzazione e all’utilizzazione prati- ca immediata di queste prime esperienze e dati consolidati.

A supporto e conferma di quanto esposto, posso fornire numerosi dati relativi a risultati già ottenuti facilmente ripetibili da parte dell’operatore.

DOMANDA 6

Seguendo e soprattutto mettendo in pratica quanto riportato nei punti precedenti, per ogni estrusore disponibile possono essere almeno progettate poi eventualmente costruite e utilizzate alcune viti con caratteristiche marcatamente diversificate, ottenute mettendo in pratica sia considerazione teoriche che esperienze pratiche già verificate.

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Aumentare la versatilità dell’estrusore è un fatto sicuramente molto importante, in quanto consente di utilizzare al meglio anche le teste di estrusione disponibili, potendo contare sull’ottenimento di una massa fusa con elevate caratteristiche di omogeneità, mantenimento della temperatura e stabilità della portata.

Volendo, per un estrusore particolare, individuato dall’operatore, possono essere approntati due o anche tre tipi di vite, in modo da poter confrontare i dati rilevati, ricavandone indicazioni molto impor- tanti.

Oppure, e questo sarebbe ancora più interessante e utile per ulteriori sviluppi, cosa che posso con- fermare per esperienza diretta, si potrebbe realizzare una vite modulare ad elementi componibili e intercambiabili tra di loro. In questo modo risulta possibile valutare sia il risultato complessivo che il risultato parziale collegato al comportamento di ogni singolo elemento. I dati che se ne ricavano sono molto utili in quanto l’ottenimento del risultato avviene per approssimazioni successive ben definibili e semplici da gestire anche se costituiscono una novità per l’operatore.

Per esperienza personale, posso sicuramente affermare che la soluzione della vite componibile offre vantaggi oltre che per la ricerca e lo sviluppo, anche per la produzione standard in quanto consente di gestire razionalmente i problemi collegati alla produzione industriale.

Spesso infatti, la semplice sostituzione della parte terminale o anche del solo puntale, permette di ottenere risultati molto vantaggiosi, altrimenti irraggiungibili, e per di più con costi molto ridotti.

DOMANDA 7

Spesso capita che il flusso del materiale in uscita dalla vite pur avendo ottime caratteristiche globali, necessiti di una ulteriore miscelazione finalizzata ad una più efficace dispersione di coloranti o cari- che aggiuntive.

Allo stato attuale, è possibile ·reperire miscelatori statici molto efficaci, in grado di produrre una buona azione miscelante. Tuttavia, l’esperienza pratica, (particolarmente verificata nei casi in cui da materia prima viene preparata miscelando tra di loro diversi materiali con caratteristiche più varie e formula- zioni più disparate direttamente nella tramoggia di alimentazione) ha posto in evidenza la necessità di poter disporre di due priorità,riferiteall’aspettoqualitativo, molto difficili da realizzare insieme, e preci- samente:

- aumento della qualità di miscelazione, rispetto aquella ottenibile con i sistemi statici

- possibilità di convogliare verso l’uscita il flusso miscelato, nella forma più adatta.rispetto alla testa di estrusione disponibile e inoltre al tipo di profilo da realizzare.

A questo scopo, può essere applicato, tra l’estrusore e la testa di estrusione, un dispositivo particola- re di concezione unica ed altamente innovativa, in grado di miscelare in modo estremamente efficace il flusso in uscita dalla vite.

Questo dispositivo miscelante può essere progettato in varie forme in funzione dell’estrusore esisten- te e delle teste di estrusione disponibili.

Il principio di funzionamento, di tipo dinamico, consente con semplicità di ottenere ottimi risultati.

Può essere costruito con forme e soluzioni tecniche particolari comprendenti anche parti sostituibili, in modo da poterne sfruttare al massimo il principio di funzionamento.

Altro punto molto importante è quello di poter operare con un basso consumo energetico, argomento questo, sempre molto interessante.

DOMANDA 8

Indubbiamente il sistema di termoregolazione è una parte molto importante dell’estrusore.

A proposito di quanto riguarda la termoregolazione del cilindro vengono riportati 33 punti molto impor-

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tanti. Per la testa di estrusione invece, valgono altre considerazioni del tutto particolari, che variano in funzione ed in relazione delle diverse varianti applicative.

Attualmente il mercato mette a disposizione dell’utilizzatore una vasta gamma di componenti ( termo- regolatori singoli o uniti per formare unità centralizzate, termocoppie, resistenze, relè statici, ventilato- ri, ecc...) di grande qualità e prestazioni, molto utili per realizzare sistemi di termoregolazione completi molto interessanti.

Allo stato attuale, utilizzando quanto il mercato mette a disposizione, è possibile realizzare sistemi per controllo temperature molto validi e in gradi di mantenere in modo stabile i valori di temperatura rilevati, perfettamente coincidenti con quelli impostati.

Molti anni di ricerca e verifiche pratiche hanno comunque messo in evidenza che questa condizione di lavoro (temperature impostate e rilevate coincidenti) pur essendo importante non è sufficiente a garantire il regolare ed efficace funzionamento dell’estrusore.

E’ a tutti noto infatti che al variare delle condizioni di impiego le condizioni di equilibrio delle tempera- ture sono più difficili da realizzare ed inoltre ottenibili in modo diverso per ogni singola zona.

E’ a tutti noto inoltre che anche in presenza di stabilità delle temperature, spesso non corrisponde un altrettanta stabilità delle caratteristiche rilevabili sul prodotto finale.

Ne deriva pertanto una considerazione molto importante, ovvero che il concetto di corretto funziona- mento e il concetto di corretta funzionalità sono due cose diverse e non necessariamente coincidenti.

Questo vale a dire che per alcuni oppure per la totalità dei termoregolatori funzionanti in modo regola- re, le condizioni di variabilità necessarie al mantenimento della stabilità termica indicata, determinano una condizione di variabilità del processo incontrollata e incontrollabile.

Quanto affermato, spessissimo rilevato e facilmente dimostrabile, rappresenta un principio teorico e un elemento pratico concreto che sintetizza in sé il limite tecnico più importante del processo di estru- sione, come attualmente conosciuto e condotto.

Per superare questo problema è stato ideato progettato e messo a punto un nuovo sistema di termo- regolazione basato sul funzionamento di un termoregolatore di tipo innovativo, che oltre che a man- tenere uguali il valore letto e il valore impostato della temperatura, è in grado di segnalare, corregge- re, e in più anche stabilizzare le condizioni di variabilità necessarie al mantenimento di uno stato di equilibrio, dove il funzionamento e la funzionalità sono coincidenti.

Praticamente il nuovo tipo di termoregolatore, oltre all’indicazione e al mantenimento in modo coinci- dente dei valori di temperatura programmati e impostati, è in grado di fornire anche un dato supple- mentare da gestire con modalità appropriate e disponibile per essere utilizzato come allarme.

In pratica questo nuovo termoregolatore è in grado di segnalare l’uscita dal campo di funzionamento ottimale del sistema di termoregolazione completo.

Se per esempio si programma un valore di temperatura non compatibile con il processo, con le tem- perature adiacenti, oppure si va ad operare con un numero di giri vite non compatibile con i corretti parametri funzionali dell’estrusore, lo strumento pur funzionando regolarmente, segnala l’anomalia.

Con questo nuovo tipo di termoregolatore, non si rende più necessario procedere alla configurazione funzionale programmando opportunamente i parametri interni dello strumento, poiché il tutto avviene in modo autonomo, riconoscendo e quindi considerando le mutevoli condizioni operative tipiche del processo di estrusione.

Si tratta di una specificità operativa del nuovo strumento che rende il sistema di termoregolazione una componente perfettamente integrata con le esigenze globali del processo di estrusione.

Adottando il nuovo sistema di termoregolazione si possono ottenere con semplicità ed immediatezza i seguenti vantaggi:

- miglioramento qualitativo del profilo estruso

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- possibilità di realizzare un funzionamento di tipo semi-adiabatico - risparmio energetico

- semplificazione delle gestione operativa

- aumento significativo delle caratteristiche di autostabilità relative al funzionamento dell’estrusore - facilità nel ristabilire le più varie condizioni operative.

Un ulteriore pregio, forse il più importante, di questo innovativo sistema di termoregolazione è rappre- sentato dalla possibilità di utilizzare i nuovi dati relativi alla termoregolazione, ed inoltre le modalità di ottenimento del risultato, per definire e soprattutto validare in modo efficace il ciclo di produzione.

Cosa molto difficile qa realizzare con i sistemi tradizionali.

Sia lo strumento singolo, che il sistema di termoregolazione completo realizzato utilizzando un PLC ed un software opportunamente realizzato, sono estremamente semplici da utilizzare.

Si utilizzano quindi gli strumenti impostando i valori di temperatura utilizzati normalmente secondo esperienze già consolidate.

Nel corso del funzionamento, oltre ad adempiere alla normale funzione di termoregolazione, i nuovi tipi di strumento saranno anche in grado di fornire dati molto utili per valutare:

- il posizionamento della termocoppia fornendo eventualmente i dati per trovare un alloggiamento più efficace - la funzionalità del tipo di termocoppia usato, fornendo le indicazioni utili per sceglierne un tipo più adeguato alle esigenze tipiche della zona da controllare.

- l’efficacia dell’elemento riscaldante, sostituendolo, nel caso se ne evidenzi la necessità, con uno più adatto per potenza riscaldante per tipo di costruzione o per modalità di funzionamento.

- la corretta ed adeguata funzione di raffreddamento esercitata del ventilatore, fornendo quindi i sug- gerimenti utili per adeguarne la portata d’aria, oppure convogliando il flusso intorno al cilindro in modo più adeguato.

Il nuovo sistema di termoregolazione quindi, sarà in grado di svolgere due funzioni molto importanti:

- effettuare la termoregolazione in modo efficace

- fornire tutte le indicazioni utili per poter intervenire e consentire all’estrusore di operare in condizioni di massima funzionalità

I vantaggi che l’operatore può ottenere adottando sui propri estrusori il nuovo sistema di termoregola- zione, sono enormi e anche molto importanti.

DOMANDA 9

Il grande numero di variabili che intervengono nel funzionamento dell’estrusore e la necessità di quantificarle in modo oggettivo ha posto in evidenza l’utilità di poter disporre di strumenti utili al con- trollo funzionale delle zone di termoregolazione.

Lo scopo del controllo strumentale è comunque duplice:

- valutare in modo oggettivo e preciso le caratteristiche tecniche e funzionali di un estrusore

- ricercare ed evidenziare in modo rapido ed efficace i limiti tecnici per l’impiego ottimale dell’estruso- re durante il funzionamento.

DOMANDA 10

Oltre che in modo corretto ed efficace, è necessario che l’estrusore funzioni anche in modo economi- camente vantaggioso.

E’ sorprendente constatare come il dato relativo al consumo energetico non venga mai considerato.

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Ad esempio per l’automobile è sempre indicato il consumo di carburante. Invece non capita mai di trovare tra le caratteristiche tecniche di un estrusore, quanti Watt di potenza sono necessari per ogni Kg. di prodotto estruso.

E’ importante a questo punto far notare come anche piccoli risparmi valutati nell’arco di tempo di fun- zionamento dell’estrusore (anche fino a 20 anni) possono portare a risultati economici significativi.

Il dato relativo al consumo energetico è quindi uno dei primi da rilevare per una corretta valutazione sia economica che tecnica. Inoltre non va mai dimenticato un concetto molto importante: un estrusore funzionante in modo corretto non spreca energia.

La risposta alla domanda posta è quindi sicuramente affermativa, ed è importante prender in esame tutto quanto offre il mercato in termini di sistemi e materiali per coibentazione utilizzabili sia per il cilin- dro che per la testa di estrusione.

Il principio del risparmio energetico va considerato con molta attenzione quando l’estrusore opera in ambiente con aria condizionata, eliminando così sia il costo relativo alla produzione di calore inutile, sia il costo necessario per doverlo smaltire tramite l’impianto di condizionamento.

DOMANDA 11

La necessità di ottenere un’ottima qualità del prodotto finale in modo semplice e soprattutto ripetitivo rende di importanza primaria la possibilità di poter contare su un sistema di controllo efficace e gesti- bile in modo molto pratico.

Dopo aver dato una risposta e soprattutto una soluzione concreta alle domande precedenti, è possi- bile (anche utilizzando i dati e i risultati fomiti da alcune apparecchiature descritte precedentemente) programmare un PLC utilizzando un software appositamente elaborato in grado di controllare il siste- ma di termoregolazione completo e in più tutti gli altri parametri più significativi che caratterizzano e intervengono nel processo di estrusione.

Sarà così possibile definire un ciclo di produzione completo avente come propria caratteristica pecu- liare il contenimento della variabilità dei parametri controllati all’interno di un inviluppo molto ristretto e quindi, di conseguenza, validare il ciclo completo, associandolo in modo ripetibile alla qualità del prodotto finale.

DOMANDA 12

Nell’esame di tutti i punti trattati precedentemente, per ottenere dei risultati interessanti si è visto che in buona sostanza vanno modificati molti particolari ed altri ancora sono da costruire con nuove tipo- logie, seguendo sempre soluzioni di immediato interesse e risultato pratico.

In modo particolare va sottolineato che il risultato ottenuto è solidamente ed oggettivamente collegato sia ad una nuova struttura costruttiva che ad un nuovo sistema di controllo e gestionale.

In estrema sintesi, procedendo come indicato nei punti precedenti, se ne ricava un vero e proprio AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO DELL’ESTRUSORE ESISTENTE

ed in più un insieme di

PRINCIPI PROGETTUALI COSTRUTTIVI E GESTIONALI PER UN ESTRUSORE CONCETTUALMENTE INNOVATIVO

E’ naturale che se non si deve per forza tenere conto di limiti e vincoli derivanti dal dover operare su materiale già esistente, risulta possibile l’adozione di soluzioni progettuali e costruttive altamente innovative e funzionali all’ottenimento di risultati sia tecnici che economici di sicuro interesse.

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