L'ECONOMISTI
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, .FINANZA, COMMERCIO, B A N C H I , FERROVIE, INTERESSI P R I V A T I
Anno XIX - Voi. XXIII Domenica 3 Luglio 1892 N. 948
TRASFORMAZIONE DI TRIBUTI
Neil' ultimo n u m e r o facendo alcune osservazioni alla Perseveranza, abbiamo rilevato quali motivi c i facevano accettare il principio esposto dall'ori. Gio-litti che se rimaneggiamento di gravezze dovevasi fare, erano ìe classi più povere che dovevansi alleggerire, accrescendo gli oueri degli abbienti. E d a b -biamo detto che l'attuale sistema tributario è il prodotto di un vecchio e disadatto empirismo c h e d o -manda radicali riforme, sulle quali ci p r o p o n e v a m o di fare qualche considerazione.
Ed eccoci infatti a trattare l'argomento c h e rico-nosciamo vastissimo, ma che crediamo sia stato m e n o del necessario studiato sotto l'aspetto della distribu-zione dei tributi tra le diverse classi sociali.
Non abbiamo bisogno di ripetere essere innanzi tutto nostro convincimento che debba essere limitata al più possibile l'azione dello Stato, specialmente se lo Stato dispone di mezzi limitati ; a parte tulle le ragioni teoriche o di indole generale che suffragono la n o -stra opinione per propugnare tale limitazione, vi è una ragione tutta pratica, della quale si deve tener conto in quei casi nei quali, c o m e è per l'Italia, e c o m e lo sarà per molto tempo, i mezzi c o i quali lo Stato può esercitare la sua azione sono limitati e si trova perciò sempre dinanzi al famoso esempio d e l prin-cipe di Bistnarck, quello del lenzuolo troppo stretto per le persone che dovrebbe coprire. E d infatti non vi è chi n o n veda che, col sistema parlamentare specialmente, la distribuzione della azione dello Stato di fronte ai cittadini è affidata quasi completamente alla influenza politica, per cui, non avendo m o d o di dare egualmente a tutti, si dà agli uni e si nega agli altri, o si da poco agli uni per dar molto agli altri, con criteri che nulla hanno a c h e vedere colla giustizia distributiva, ma che sono invece il prodotto di vecchie ragioni politiche o , peggio, di c o n s i d e -razioni personali in nessun m o d o lodevoli.
Se mai vi fosse bisogno di fatti per dimostrare la verità del nostro asserto, basta pensare alle due leggi 1879 e 1 8 8 3 sulle ferrovie da costruirsi, alle leggi sull'aumento di grado di alcune università, alla recente legge sulle preture, p e r c o m p r e n d e r e quali Steno le basi della giustizia distributiva nel nostro paese.
Ma dato il principio della minor possibile azione dello Stato, rimane sempre u n grosso nucleo di spese che gli sono e gli resteranno per molto tempo ancora attribuite, le quali rappresentano, c o m e è j
naturale, altrettante gravezze sui contribuenti.
La recente evoluzione dei bilanci di quasi tutti i principali Stati d'Europa ha trasformato le entrate principalmente cou questo criterio: — un tempo le entrate si ottenevano specialmente dalle proprietà immobiliari ; poi a poco a poco venne colpita la proprietà mobiliare, ma finalmente l'ubi consistam delle situazioni finanziarie dei diversi Stati v e n n e spinto verso i c o n s u m i : la imposta sui redditi i m -mobiliari e -mobiliari colpiva specialmente le classi più agiate, quella sui consumi andò a riversarsi s p e -cialmente sulle classi meno abbienti.
E c o m e abbiamo avuto m o d o di provare nell'ar-ticolo già citato dell'ultimo n u m e r o dell' Economista, le classi m e n o abbienti sono colpite in una p r o p o r -zione veramente eccessiva. L a classe dirigente c h e guida il carro dello Stato e perchè è o si pretende di essere più dotta e d illuminata, avrebbe dovuto se-guire, a costo della impopolarità, i dettami della scienza della finanza nell'imporre i tributi sulle popolazioni, cercando quelle imposte che meglio soddisfacevano ai canoni della scienza. Ma invece così in Italia c o m e in molti altri Stati d ' Europa, prevalse 1' empirismo più grossolano, e parve che fosse buona misura di G o v e r n o preferire quelle gravezze che, per quanto più costose nella percezione, p e r quanto di una distri-buzione necessariamente ingiusta e talvolta iniqua, nel cattivo senso della parola, sembrassero però più tollerabili.
E non vi ha dubbio c h e tassando il pane, l o zucchero, il caffè, il petrolio, i vestiti meno costosi, cioè i generi di prima necessità col sistema dei dazi, si allontanava grandemente il contribuente dalla tassa e quindi la gravezza si faceva pagare quasi inconsciamente. Pelare la gatta in modo che non gridi, è diventato il canone fondamentale che regge la finanza di molti Stati; ma non si è c o m p r e s o che l'effetto di tale sistema diventa tanto più pericoloso, quanto più abilmente è applicato. È possibile c h e la gatta p e r molto tempo non si accorga del danno da cui viene colpita e si lasci strappare ad u n o ad uno molti peli, n o n avvertendo il piccolo d o -lore singolo c h e le viene arrenato ; m a viene poi il m o m e n t o c h e vede e sente ad u n tratto tutto il guasto che l e è stato portato, ed allora la ribellione è tanto p i ù risoluta, quanto p i ù lunga è stata la inconscia pazienza.
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vicissitudini generali del mercato. Ma quando si sono moltiplicati questi abili stroraenti finanziari, si t r a -ducono in una misura di malessere così intenso che la ricerca della causa, e in ogni m o d o la ribellione per la sofferenza, diventono inesorabili.
Noi non possiamo essere sospettati di socialismo, nel senso di vagheggiare la eguaglianza e c o n o -mica per mezzo della azione dello Stato, e n e m m e n o possiamo essere sospettati di volere c h e i ricchi sieno sopraffatti, ma pare a noi c h e l'ordinamento tributario esistente, e peggio ancora l'indirizzo g e n e rale c h e presiede alla distribuzione dei tributi, r a p -presenti u n socialismo a rovescio, nel quale la classe dirigente — che è sempre la abbiente — aumenti le spese dello Stato p e r mezzo di quelle imposte, dette a larga base, le quali sono principalmente a g -gravi sulle classi non abbienti.
Cercando pertanto un criterio c h e possa essere di guida nel difficile problema della distribuzione d e i
tributi, noi v o r r e m m o distinguere bene le spese in due grandi gruppi :
1.° quelle spese che veramente hanno carattere generale, cioè che sono dirette a vantaggio di tutta la popolazione ;
2." quelle spese che invece, p e r quanto indi-rettamente, e talvolta molto indiindi-rettamente, sono fatte a vantaggio di tutte le classi sociali, realmente però non g i o v a n o che alle classi abbienti.
Per le prime spese tutti c o n c o r r a n o effettivamente ed inesorabilmente in proporzione dei loro averi e le tasse sui consumi integrino la gravezza delle tasse dirette; m a p e r le spese del secondo gruppo, quando o c c o r r a n o e quando ci vogliano, provveda e concorra soltanto la classe direttamente interessata a che si facciano.
Se prendiamo gli ultimi bilanci, ad esempio, tro-viamo alcuni elementi c h e ci sembrano i n stridente contraddizione c o i principi che abbiamo posti.
Nei due bilanci 1 8 8 1 e 1 8 9 0 - 9 1 (ci serviamo c o m e sempre dei consuntivi) mettendo assieme le imposte dirette, le tasse sui consumi, e le spese militari, a b b i a m o le seguenti c i f r e :
1881 1890-91 differenza milioni milioni milioni
Imposte dirette (esclusa la ritenuta sugli interessi
del debito) 330 343 + 13 ' Entrate sui consumi e lotto 515 610
-}-Spese militari 256 403 -j- 147
il che vuol dire c h e malgrado le e c o n o m i e d e l -l' ultimo anno, nel decennio i 881 —1890—91 le spese militari si sono aumentate di 1 4 7 milioni e c o n -corsero a sostenere l ' a u m e n t o , le imposte dirette con 1 3 milioni, le tasse sui consumi con 9 5 milioni.
E qui senza entrare per ora n e l fitto di una q u e stione troppo grave p e r essere trattata p e r i n c i -denza, ci d o m a n d i a m o : l ' i n t e r e s s e di mantenere l e spese militari al di là di quel punto che, per e s e m -pio, bastava all'Italia nel 1881 ( 2 5 6 milioni marina compresa) è eguale in tutte le classi sociali ? — E se no, non sono le più ricche quelle c h e d o v r e b -bero più direttamente contribuire alla incolumità della patria c h e vuol dire, oltreché difesa di alti ideali, difesa delle sostanze e delle ricchezze c h e essa c o n t i e n e ?
L o studio del m o v i m e n t o delle diverse entrate nei bilanci potrebbe dar luogo a molte osservazioni, ci limitiamo, ad esporre sommariamente questo c o n
-cetto, che ci par degno di considerazione.
LA RIFORMA DELLE CASSE DI RISPARMIO IR FRANCIA
1)
L e questioni più importanti sollevate a proposito della riforma delle Casse di risparmio in Francia, si possono ridurre a quattro e c i o è : l ' i m p i e g o dei fondi delle Casse di risparmio ; il limite imposto ai depositi e ai versamenti ; l'interesse coucesso ai depositanti ; la repartizione facoltativa del portafo-glio. C o m e è facile intendere questi sono i punti fondamentali dell'ordinamento e c o n o m i c o delle Casse e giova esaminarli c o n qualche larghezza.
Quanto all' impiego dei fondi delle Casse di r i -sparmio in virtù della legge 31 marzo 1 8 3 7 la Cassa dei depositi e delle consegne è obbligata di c o n -vertire le s o m m e che riceve in rendita di Stato. D' altra parte, s i c c o m e essa ha bisogno di s o m m e immediatamente disponibili pel servizio dei r i m -borsi così le o c c o r r e u n fondo di cassa, c h e essa inscrive i n u n conto corrente speciale col T e s o r o . A m b e d u e questi impieghi sono soggetti a critiche.
L ' i n v e s t i r e s o m m e ingenti in rendite di Stato ha il difetto dal punto di veduta e c o n o m i c o di assor-bire il denaro s u tutta la superficie del paese e di toglierlo così alle imprese private nelle quali p o -trebbe essere fecondo, per riversarlo nel mercato dei titoli pubblici, dando così u n indirizzo fittizio al credito dello Stato, facilitando la emissione di nuovi prestiti e spingendo lo Stalo ad accrescere le spese. Quanto all' impiego di una certa somma in conto corrente c o l T e s o r o esso è pure assai pe ricoloso. È a giusta ragione che si è potuto deplorare in Francia la facilità c o n la quale i ministri delle finanze hanno potuto procurarsi d e i fondi mediante l ' a u m e n t o continuo, in qualche m o d o occulto, di quel conto corrente. E c o n esso c h e spesso si è fatto fronte alle spese straordinarie dei grandi lavori pubblici e delle spedizioni coloniali. Così n e l 1 8 8 7 il signor Carnot, allora ministro delle finanze, ha introdotto nella legge di finanza una proposta colia quale si stabiliva c h e nell' avvenire il denaro delle Casse di risparmio n o n potesse essere messo in conto corrente al di là di cento milioni.
Per evitare questi abusi e pericoli, la C o m m i s -sione della Camera si è preoccupata di allargare il c a m p o d ' i m p i e g o dei fondi delle Casse di rispar-mio. Essa ha proposto di investirli non soltanto in valori di Stato, m a anche in obbligazioni diparti mentali, dei c o m u n i , delle c a m e r e di c o m m e r c i o , in obbligazioni fondiarie e comunali del Crédit fonder. D' altra parte quantunque il conto corrente limitato a 1 0 0 milioni fosse a s u o giudizio insufficiente quale fondo di scorta, essa non ha voluto, rammen-tando gli antichi eccessi, aumentare questo debito fluttuante del Tesoro, m a ha accordato alle Casse, per supplire alle possibili deficenze del detto f o n d o , di formarsi u n portafoglio francese e straniero per una s o m m a massima di cento milioni. La Cassa dei
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depositi potrebbe costituire questo portafoglio non solo con effetti di c o m m e r c i o francesi ma anche con cambiali sull' estero, il c h e le permetterebbe nei tempi difficili di avere dei crediti in o r o su alcuui paesi. Sui vantaggi che da questo sistema derive rebbero non o c c o r r e insistere.
La Camera ha seguito la sua Commissione e d ha approvato il relativo art. 1 ° salvo una piccola s o p -pressione di parola, di molta importanza per le con-seguenze c h e ne derivano. Essa aveva scartato le proposte Hubbard e L o c k r o y , secondo le quali le Casse sarebbero divenute autonome, ma la responsa-bilità dello Stato non sarebbe c o n questo cessata. Sistema illogico e poco opportuno. Però la Camera ha accettato u n emendamento Siegfried c o l quale cancellando dall' art. 1 ° la parola « negoziabili » a g -giunta ai valori e autorizzando il prestito diretto ai comuni, viene c o n c i ò a stabilire una concorrenza notevole al Crédit fonder nello stesso tempo c h e accresce la non disponibilità dei fondi impiegali. Ma è possibile che la Camera ritorni sulla deliberazione 0 che il Senato la emendi n e l senso di n o n auto-rizzare i prestiti diretti fatti dalle Casse ai c o m u n i , tanto più p e r la opposizione c h e il Credilo fondiario non ha mancato di fare alla deliberazione ap-provata.
Le varie dottrine in conflitto a proposito dell'impiego dei depositi, in generale si sono di nuovo u r tate in occasione dell' impiego dei fondi c h e c o s t i -tuiscono il patrimonio personale delle Casse di risparmio. Questo patrimonio si c o m p o n e di e c o n o -mie ottenute sulle spese di amministrazione, della differenza tra l'interesse percepito dalla Cassa dei depositi e delle consegne e di quello pagato ai d e -positanti, si c o m p o n e pure della dotazione dei primi fondatori, di doni e legati d ' o g n i natura. Esso ha dunque u n carattere affatto speciale e c h e non p u ò essere confuso col fondo dei depositi. Per l ' i m p i e g o del patrimonio personale, che non ammonta del r e -sto per tutte le Casse che a 7 0 milioni circa, l'ar-ticolo 11 del progetto votato dalla Camera dà una maggiore libertà. Esso potrà essere impiegato n o n soltanto secondo le prescrizioni dell'art. 1° relative ai depositi, ma anche in valori locali a condizione che questi valori emanino da istituzioni, quali il Monte di Pietà o d altri stabilimenti riconosciuti di utilità pubblica o d in azioni e obbligazioni di Società di costruzione e abitazione a b u o n mercato.
Dopo avere c o n l'art. 1 1 surricordato accordata una certa libertà di impiego del patrimonio pèrsonaie delle Casse di risparmio ordinarie, la C o m m i s -sione creava c o n l'art. 1 2 una categoria di Casse di risparmio dette libere, alle quali essa accordava una autonomia mollo maggiore. Quell'articolo e r a così concepito : « L e Casse di risparmio ordinarie, che in virtù dei loro statuti sono interamente auto-nome e si amministrano da s e stesse, c h e n o n sono fondate, controllate o amministrate diretta-mente o indirettadiretta-mente dai c o m u n i , dipartimenti o stabilimenti pubblici e che posseggono u n patrimo-nio personale, potranno, sopra loro domanda, essere autorizzate p e r decreto a operare esse medesime 1 impiego dei depositi che avranno ricevuti al 3 1 dicembre dell' esercizio trascorso sino alla c o n c o r -renza d ' u n a somma equivalente a quattro volte
ammontare del loro patrimonio, senza c h e questa somma possa eccedere il quarto dei detti depositi, he Casse di risparmio ordinarie così autorizzate
prenderanno Ja denominazione di Casse di rispar-mio Ubere. »
Questo articolo, sul quale i fautori e gli avversari della libertà si sono vivamente disputati la vittoria, è stato respinto dalla Camera a debole m a g g i o r a n za. Y i era in esso tuttavia qualche cosa c h e m e r i -tava d ' e s s e r e sperimentato, perchè il sistema c h e esso tendeva a introdurre in Francia è praticato un poco dappertutto, e specialmente da noi e in Austria ha dato eccellenti risultati. Esso ha il grande v a n taggio di liberare lo Stato da una e n o r m e r e s p o n -sabilità c h e non ci è alcuna ragione di addossargli. E assurdo, anche accettando p e r un momento il si-stema francese, di obbligare le numerose società di risparmio organizzale da proprietari, commercianti, piccoli impiegati ec. c o m e ad esempio la Fourmi, i Prévoyants de l'avenir, ecc., a versare tutti i loro depositi alla Caisse des Dépóts et Consignations e di imporre la garanzia dello Stato a chi non la doman-da. Ma il passo era tale che avrebbe richiesto u n ardire piuttosto raro tra i legislatori delia Camera francese, in maggioranza soliti a chiedere l ' i n t e r -vento dello Stato anziché a sopprimerlo. — E p p u r e era ed è il solo m o d o per distrarre il risparmio dalle v i e alle quali accorre presentemente e per ri-chiamarlo alle libere istituzioni, indipendenti dallo Stato e in gra fo forse di dare un interesse più alto. Invece secondo alcuni le misure più efficaci p e r opporre una diga alla marea crescente dei depositi e per giungere gradatamente a rimborsarne la m a g -gior parte, o n d e scemare la responsabilità dello Stato non possono consistere che nella limitazione dei ver-samenti e nella riduzione dell' interesse concesso ai depositanti.
Riguardo a queste due questioni il Thiers nel 1 8 3 0 , nel suo rapporto fatto in n o m e della commissione parlamentare dell'assistenza e della previdenza p u b -blica, a proposito dei 3 5 0 milioni di depositi delle Casse di risparmio, vale a dire d'una somma dieci volte minore di quella che o r a dovrebbero rimborsare, il Thiers diciamo si esprimeva in questi t e r -mini : « Bisogna essere sinceri verso il pubblico; ora il promettere di rimborsare sempre a vista dei d e p o -siti per c u i si promette pure di dare u n interesse e che c i si obbliga a investire p e r farli fruttare, è promettere l'impossibile, è esporsi necessariamente a mancare di parola. Non bisogna promettere che ciò che si può mantenere. » Ora dire c h e le Casse di risparmio possono rimborsare a vista è naturalmente una mezza bugia, specie dato il sistema vigente in Francia e per renderla m e n o grave bisogna da u n lato togliere ogni artifizio nel richiamare a s é il r i -sparmio e dall'altro impiegare i fondi depositati in m o d o cauto e oculato.
Una banca che ha qualche milione di depositi, n e impiega una parte, ad esempio, in rendite francesi per ipotesi, un' altra parte in consolidato inglese, un' altra parte ancora in obbligazioni federali 'degli Stati Uniti e via dicendo. In questo m o d o essa è
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sua esecuzione pratica. L'interesse dei depositanti come quello del Tesoro pubblico, esigono che la istituzione delle Casse di risparmio sia ricondotta a più giuste proporzioni.
I mezzi proposti dalla- Commissione e che sono
stati votati col suo progetto, consistono a restrin-gere a 3 0 0 fr. per quindicina i versamenti nelle casse di risparmio ed a limitare i versamenti a n -nuali a 2 0 0 0 franchi, senza tener conto dei rimborsi. Che c i ò sia sufficiente non lo crediamo. Un emen-damento limitante i versamenti a 3 0 0 franchi per quindicina e a 1 0 0 0 fr. quelli annuali è stato r e -spinto, ma evidentemente andava più a fondo della questione. V i è però una disposizione che limita a 5 0 0 franchi i rimborsi a vista e per le s o m m e più forti stabilisce il termine di tre mesi, ma è una clausola piuttosto illusoria e lo si vedrebbe facil-mente in un periodo di crise.
Ci rimangono da esaminare gli altri due punti, e lo faremo in un altro articolo.
L'INFLUENZA DELLE VARIAZIONI DEI PREZZI
sul commercio dell'Italia coll'cslero nel decennio 1881-1890
È noto che per rendere comparabili le statistiche del commercio coll'estero riguardanti un periodo di tempo di più anni, occorre tener conto delle varia-zioni dei prezzi, che modificano in u n senso o in un altro la massa dei valori scambiati. N o n senza qualche utilità, quindi, l'ufficio statistico della D i -rezione generale delle Gabelle ha fatto u n o studio sull'azione che i mutamenti dei prezzi medi stabiliti dalla Commissione centrale doi valori per le dogane hanno esercitato durante il decennio 1 8 8 1 - 1 8 9 0 sulle cifre complessive del nostro c o m m e r c i o coll'estero. Questo studio è slato inserito nel volume degli atti della delta Commissione, e noi n e riferiamo i dati più importanti.
Per conoscere la detta azione esercitata dal m u tamento dei prezzi medi sono stati applicati alle quan-tità delle merci importate ed esportate in ognuno dei dieci anni 1 8 8 1 - 1 8 9 0 , i valori definitivi fissati per quest'ultimo anno, voce per voce, dalla Com-missione centrale sui valori doganali. Una difficoltà non lieve però si presentava all' attuazione di tale lavoro, quella cioè di adattare i valori stabiliti per ogni voce della tariffa attualmente in vigore, alle voci della tariffa preesistente. Questa, oltre all' es-sere molto più ristretta nella classificazione delle merci, raggruppava talvolta in una sol voce più pro-dotti c h e ' l a tariffa del 1887 distribuì poi in due e più categorie. Tale difficoltà è stata superata r a g -gruppando opportunamente le rispettive quantità e formando delle medie, prendendo per base le i m -portazioni e le es-portazioni del 1 8 9 0 .
Eeeo le cifre della importazione e della esporta-zione, ottenute secondo i valori di ciascun anno para-gonate con quelle ottenute secondo i valori del 1 8 9 0 .
tu S s - ; o « T « > -w 1 s S g, e? fi» r* HM O I> CO «O CO (M co SD CO SO oo o> co of oo
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Se rappresentassimo — dice lo stadio del quale ci occupiamo — graficamente le cifre del nostro commercio, tenendo per base i valori del 1 8 9 0 , ve-d r e m m o , contrariamente a quanto risulta ve-dalle sta-tistiche di ciascun anno considerato in sò e per sè, che il movimento di entrata seguì, rispetto alle quan-tità una curva costantemente ascendente fino a tutto l'anno 1887, mentre il c o m m e r c i o di esportazione si mantenne, nel corso del decennio, presso a poco allo stesso livello, ad eccezione degli anni 1883 e 1887, nei quali si verificò una maggior uscita di prodotti del nostro suolo e specialmente di vini e di oli, e del 1 8 9 0 , che segna un notevole decre mento dovuto alla fallanza dei raccolti nella prece-dente campagna.
3 luglio 1892 429 A N N I E C C E D E N Z A D E L L ' I M P O R T A Z I O N E S U L L A E S P O R T A Z I O N E Differenze A N N I Secondo i valori stabiliti anno per anno
Secondo i valori dei 1 8 9 0 Differenze 1881 7 5 , 0 5 5 , 2 7 3 8 0 , 0 7 5 , 8 4 4 — 5 , 0 2 0 , 5 7 1 1882 7 5 , 2 4 8 , 5 3 9 8 2 , 4 8 4 , 9 5 5 - 7 , 2 3 6 , 4 1 6 1883 9 9 , 7 7 5 , 4 4 2 9 6 , 6 1 0 7 5 8 -T- 3 , 1 6 4 , 6 8 4 1884 2 4 7 , 8 4 9 , 1 8 7 2 6 1 , 9 5 7 , 2 8 8 — 1 4 , 1 0 8 1 0 1 1885 5 0 9 , 1 1 0 , 8 3 3 5 5 1 , 6 8 7 , 5 5 0 - 4 2 , 5 7 6 , 7 1 7 1888 4 3 0 , 0 1 2 , 1 6 3 4 8 1 , 9 5 4 , 2 7 5 — 5 1 , 9 4 2 , 1 1 2 1887 5 9 9 , 8 7 1 , 3 7 3 6 4 8 , 0 0 8 , 1 7 2 - 4 8 , 1 3 6 , 7 9 9 1888 2 8 2 , 6 6 7 , 0 4 3 2 6 0 , 4 0 3 , 7 5 7 + 2 2 , 2 6 3 , 2 8 6 1889 4 4 0 , 5 0 8 , 4 8 6 4 3 6 , 7 9 0 , 9 0 1 -+- 3 , 7 1 7 , 5 8 5 1890 4 4 0 , 8 2 5 , 1 5 9 4 4 0 , 8 2 5 , 1 5 9 —
Secondo queste cifre I' eccedenza della importa-zione sulla esportaimporta-zione resulta, ad ecceimporta-zione degli anni 1 8 8 3 , 1 8 8 8 e 1889, più grande di quella c h e figura nelle statistiche. Ma il valore rappresentante la differenza tra I' importazione e l'esportazione non dev'essere accolto senza restrizioni ; giacché le merci in esportazione, essendo quasi tutte esenti da dazio di uscita e mancando per conseguenza il riscontro delle riscossioni, le dogane, non tenute a calcolare esattamente la quantità delle merci dichiarate in esportazione, n e valutano I' ammontare con cifre a p prossimative, che da esperienze fatte sono quasi s e m -pre inferiori al vero.
Per dare un' idea sommaria del nostro movimento di entrata e di uscita nel corso del decennio, sono state divise tutte le merci descritte nella tariffa in quattro grandi c a t e g o r i e : 1 . ° generi alimentari; 2." materie necessarie alle industrie greggie; 3.° m a -terie necessarie alle industrie lavorate ; ì.® prodotti fabbricati. E per dar m o d o di vedere le variazioni av-venute nel periodo suindicato in ciascuno dei citati gruppi, sono state prese per base le unità di valore fissato nel 1890. E c c o le cifre relative, che, ripe-tiamo, sono ottenute sulla base dei valori doganali pel 1 8 9 0 : I M P O R T A Z I O N E Anni Generi alimentari Materie necessarie alle industrie, greggie Materie necessarie alle industrie, lavorate Prodotti fabbricati Totale m i 2 0 8 , 1 3 9 , 3 3 8 3 1 1 , 0 8 4 , 1 4 6 1 8 1 , 8 3 7 , 4 7 1 3 3 3 , M A - M . 1 9 7 , 1 8 4 3 2 7 , 8 8 3 , 8 4 8 1 7 2 , 0 6 2 , 0 9 6 3 4 9 , 1883:237,782,111 3 3 1 , 5 7 5 , 7 5 8 1 9 7 , 3 8 2 , 8 3 2 3 8 8 , 1884 2 6 2 , 3 2 1 , 6 6 2 3 6 0 , 7 4 6 - 3 4 4 2 1 3 , 9 8 4 , 2 4 3 4 1 8 , 1886 4 0 9 , 9 7 6 , 1 1 8 3 9 4 4 9 0 , 0 8 4 2 1 2 , 6 7 9 , 6 3 1 4 5 2 . 1888 3 8 4 , 2 4 3 , 8 7 8 4 1 1 , 2 8 2 , 6 3 6 2 3 2 , 7 4 2 , 5 0 7 4 5 2 , 188 7 4 2 0 , 0 8 2 - 6 2 1 4 7 4 , 0 2 7 , 4 2 6 2 4 7 , 8 0 3 , 0 8 2 5 3 7 , « S S 2 7 4 , 3 9 1 , 7 8 0 3 9 8 , 8 3 0 , 1 6 3 1 8 8 , 9 3 2 . 2 6 7 3 4 8 " S 9 3 6 4 , 0 1 7 , 1 3 9 4 5 6 , 7 7 3 , 6 4 1 2 2 0 , 1 3 6 , 8 2 2 3 6 0 , I S S O 3 1 8 , 8 1 0 , 9 3 0 4 6 8 , 6 2 4 , 1 4 7 2 1 0 , 5 3 2 , 9 2 9 3 1 8 ,
X
7 5 8 , 8 0 9 , 1 , 0 3 1 , 8 1 9 , 7 6 4 5 2 9 , 9 7 0 1 , 0 5 4 , 3 4 4 , 7 9 8 2 8 6 , 1 1 0 1 , 1 5 1 , 9 9 6 . 8 3 1 4 4 0 , 2 3 7 1 , 2 5 5 , 4 6 2 , 4 8 8 4 5 5 , 3 2 8 1 , 4 6 9 , 6 0 1 , 1 6 1 0 6 . 8 , 4 4 6 1 , 4 8 0 , 9 3 4 , 4 6 7 5 7 8 , 6 8 1 1 , 6 7 9 , 4 9 1 , 7 8 0 8 0 6 , 2 9 2 1 , 2 1 0 , 2 4 0 , 8 0 2 9 7 2 , 8 8 4 1 , 4 0 1 , 9 0 0 , 5 0 6 6 1 7 , 8 2 2 1 , 3 1 6 , 5 8 5 , 8 2 8 E S P O R T A Z I O N E 3 , 7 2 9 , 6 1 2 ' , 5 1 2 , 7 2 7 1 . 9 4 1 , 3 2 1 ' , 8 3 7 - 6 1 6 1 6 3 , 1 5 9 , 1 8 5 , 1 7 6 , I S S I 3 5 6 , 1 8 8 2 3 8 ' , 1888 4 4 2 . I S 8 4 ; 3 8 7 , „ . , „ , „ , , „ 1 8 8 5 3 1 1 , 3 4 0 , 7 7 4 1 6 6 , 1888,361,°°*»"• — 1887415, 1 8 8 8 2 9 2 , 1 8 8 9 2 7 8 , 1890255, 3 0 0 , 2 8 7 , 2 9 5 . 2 8 9 , 1 7 1 , . , 3 8 0 , 5 3 1 . . . . 3 , 8 2 9 , 9 7 4 1 5 9 , 1 , 3 1 8 , 4 4 1 1 7 5 , Ì , 9 1 5 , 1 0 5 1 8 0 , ' , 2 2 9 , 1 9 0 1 7 1 , 8 5 8 , 0 7 4 0 9 4 , 1 5 6 1 7 8 , 8 7 8 3 3 0 , 5 8 2 6 6 9 , 4 1 5 2 9 1 , 8 4 9 , 2 1 6 3 2 3 , 5 3 1 , 6 5 9 3 1 0 , 9 7 8 , 7 4 7 3 4 8 , 2 2 4 , 3 1 7 3 5 6 , 4 1 0 , 6 7 6 3 1 1 , 4 3 8 , 6 2 5 9 6 4 , 6 8 4 6 1 7 , 0 5 0 5 7 9 , 2 3 1 0 8 3 , 5 7 8 7 8 7 , 9 8 7 1 0 5 , 4 1 4 0 6 6 , 6 6 3 0 0 5 , 1 0 7 3 2 0 , 9 7 5 . 1 3 0 , 7 1 7 , 6 9 9 1 3 5 , 2 8 8 , 2 7 6 1 3 1 , 6 4 8 , 8 2 4 1 3 9 , 7 5 7 . 7 7 1 1 4 8 , 8 1 9 , 8 4 4 1 4 1 , 9 6 2 , 4 5 8 1 4 6 , 0 1 6 , 5 3 1 1 3 3 , 4 7 2 , 8 9 4 1 4 9 , 9 6 5 , 0 7 6 1 3 7 , 7 9 9 , 8 2 8 9 5 1 , 7 4 3 , 9 2 0 9 7 1 , 8 5 9 , 8 4 3 1 . 0 5 5 , 3 8 6 , 0 7 3 9 9 3 , 5 0 5 , 2 0 0 9 1 7 , 9 1 3 , 6 1 1 9 9 8 , 9 8 0 , 1 9 2 1 , 0 4 1 , 4 8 3 , 6 0 8 9 4 9 , 8 3 6 , 7 4 5 9 6 5 , 1 0 9 , 6 0 5 8 7 5 , 7 6 0 , 6 6 9Questi calcoli, istituiti, temiamo, c o n uno scopo tendenzioso o se si vuole col preconcetto di far passare per buoni i risultati della riforma doganale del 1 8 8 7 vanno accettati con molte riserve e non crediamo abbiano altro valore c h e quello di un semplice fronto statistico, dal quale è pericoloso di trarre con-clusioni risolute.
DEL prote;
Nel Journal des Economistes il sig. 6 , d e Moli-nari esamina i primi risultati del protezionismo in Francia colle seguenti considerazioni, c h e per la i m -portanza dei fatti a cui si riferiscono, crediamo di riportare testualmente, tanto più che in parte almeno possono servire anche p e r l'Italia.
« Quante volte — dice l'illustre direttore del Jour-nal des Economistes — quante volte abbiamo ten-tato di porre in guardia gli industriali contro le fallaci promesse dei fautori della campagua prote-zionista ! Esaminate cor, cura, dicevamo loro, la situazione che sarà creata dall'aumento delle tariffe, e fate diligente calcolo di quello c h e potrete guadagnare o perdere. La vostra produzione annua a m monta, secondo le statistiche ufficiali, a circa 1 2 m i -liardi, mentre la produzione dei prodotti esteri concorrenti n o n supera in media i 6 0 0 milioni ; pertanto la industria nazionale, anche se chiudesse ermeticamente i confini ai prodotti esteri, n o n p o -trebbe aumentare che del 5 0|0, ma è noto c h e anche al tempo della Restaurazione, l'epoca p i ù fio-rente p e r il protezionismo, la Francia continuò ad importare dall'estero e nel periodo dal 1 8 2 7 al 1 8 3 6 circa, la importazione raggiunse il 7 1|2 per cento della produzione totale, mentre sotto il regime libe-rale del 1 8 6 0 questa proporzione si è appena rad-doppiata. Non potete quindi avere altra speranza che in una diminuzione nella stessa proporzione, e quindi la Francia invece di compe>are prodotti esteri p e r 6 0 0 milioni, n e compererà per 3 0 0 , cioè appena il 2 1|2 p e r cento della produzione totale, c h e sarà pertanto il massimo guadagno possibile per la industria nazionale che le può essere accordato dal r i -pristino del protezionismo. Ma di fronte a questo gua-dagno v i è una perdita possibile poiché la Francia esporta annualmente da 1 8 0 0 a 2 0 0 0 milioni di p r o -dotti manufatti, cioè all'incirca il 1 3 0|o della sua produzione totale; questo 1 3 per cento può essere perduto in causa del rifiorire del protezionismo in due m o d i :
1.° P e r l'effetto naturale della imitazione del protezionismo e delle rappresaglie di c u i è fattore;
2.° P e r 1' aumento delle spese di produzione, conseguenza pure naturale ed inevitabile del prote-zionismo.
L' E C O N O M I S T A
consumi. S e il mercato interno diventerà m e n o ao oessibile al produttore estero, diventerà anche più ristretto al produttore nazionale. In quanto ai mer-cati esteri le conseguenze saranno ancora peggiori, perchè l'industria francese si troverà i o concorrenza colla industria inglese, germanica, belga, svizzera, austriaca, senza aver m o d o di farsi rimborsare dal consumatore 1* aumento delle spose dì p r o d u -zione ; poiché, c o m e è noto, il consumatore non ha alcun interesse di preoccuparsi della provenienza del prodotto, perchè egli non cerca altra rosa se non la buona qualità ed il buon mercato. Prima c h e fosse ristabilito il protezionismo, I* industriale fran-cese poteva sostenere sebbene non senza contrasto, la concorrenza dei paesi libericambisti c o m e l ' I n -ghilterra, o semi-protezionisti c o m e il Belgio, la Svizzera e la Germania ; ma lo potrà ancora ? Non perderà essa sui 1 8 0 0 milioni della sua esporta-zione molto più di quello che n o n guadagnerà sui 6 0 0 milioni di importazioni estere? E il risultato finale del ripristino del protezionismo in Francia, non sarà quello di aumentare su tutti i mercati esteri la clientela del l a v o r o estero a spese del lavoro
francese ? . E c c o il linguaggio che abbiamo tenuto agli i n
-dustriali, i quali, dobbiamo aggiungere, non ci ascol-tarono gran fatto. Gli economisti sono considerati c o m e teorici e tutti credono c h e le teorie nulla ab-biano di c o m u n e c o i fatti; — gli industriali invece si attengono ai fatti : esaminiamo adunque i fatti.
A h b i a m o sotl'occhio i dati del c o m m e r c i o estero della Francia durante i quattro primi mesi di que-st'anno. Osserviamo dapprima che la importazione di « oggetti manufatti » invece di diminuire si è au-mentata da fr. 2 0 7 , 6 3 0 , 0 0 0 a 2 3 9 , 2 9 7 , 0 0 0 a paragone del corrispondente periodo 1 8 9 1 ; cioè ha dato in quattro mesi l'aumento che non a v r e b b e dovuto rag-giungere, secondo i calcoli dei dottori del protezio-nismo, c h e durante tutto il corso dell'anno, poiché la tariffa protezionista doveva « scoraggire le i m -portazioni dannose ». È una prima disillusione.
E c c o n e però una seconda.
Mentre le importazioni di « prodotti manufatti » sorpassavano di f r . 5 1 , 6 6 7 , 0 0 0 quella dei quattro primi mesi del 1 8 9 1 , le esportazioni degli stessi prodotti scendevano, da fr. 6 1 8 , 6 3 5 , 0 0 0 a fr. 5 3 1 , 8 2 7 , 0 0 0 , cioè di 8 6 , 8 0 8 , 0 0 0 . Questi sono i fatti !
1 protezionisti veramente ci dicono c h e le importazioni si sono aumentate in m o d o così straordinario d u -rante il mese di gennaio in previsione dell' inasprimento della tariffa; e sia p u r e ! Ma a quanto a m -montò tale a u m e n t o ? F u di franchi 5 5 , 3 0 5 , 0 0 0 ( 9 7 , 2 1 5 , 0 0 0 contro 4 1 , 9 1 0 , 0 0 0 ) cioè di una s o m m a soltauto'di 3 , 6 3 8 , 0 0 0 superiore a l l ' a u m e n t o avuto nei quattro mesi. In base d u n q u e a questi calcoli il protezionismo non « scoraggirebbe le importazioni dannose » c h e finn alla concorrenza di 11 milioni circa all'anno. E c c o a c h e si riduce il benefìzio che il protezionismo procurerà al lavoro nazionale ; ma per contro la esportazione, avendo perduto in quattro mesi fr. 8 6 , 8 0 8 , 8 0 0 , cioè per tutto l'anno, s u p -posto che il m o v i m e n t o decrescente continui, fran-chi 2 5 8 , 2 4 2 , 0 0 0 il bilancio del lavoro nazionale, durante il primo anno si presenterebbe c o s ì :
Guadagno franchi 10,914,000 Perdita . » 258,242,000
dal restringimento del mercato interno, sotto I' in-fluenza dell' aumento delle spese di produzione e dei prezzi. In conclusione la protezione farà perdere al lavoro nazionale una somma di profitti e di sa-lari venticinque volte superiore a quella che gli farà guadagnare.
1 protezionisti pretendono, e noi non lo dimentiche-r e m o , c h e la diminuzione delle espodimentiche-rtazioni sia semplicemente accidentale, ma, dalle notizie che c o m i n -ciano a pervenirci sulla situazione fatta alle industrie di esportazione col ripristino del protezionismo, t e -m i a -m o assai c h e tale accidente n o n divenga u n o slato di cose permanerne. »
E qui l'illustre direttore del Journal des Eco-nomintes raccoglie da altri periodici alcune notizie sulle condizioni' rovinose nelle quali si trovano i fabbricanti c h e lavoravano per la esportazione. Cita ire fabbriche di ricami meccaniche, che occupavano l ' a n n o scorso 2 1 6 donne adulte o fanciulle m i n o -renni, e c h e oggi ne hanno appena 74, le quali non lavorano che sette ore al giorno mentre la giornata normale era di 1 0 o r e ; — dice c h e la passaman-teria è in una condizione anche peggiore perchè molle fabbriche sono già c h i u s e ; che la esportazione al di là dei Pirenei è ' d i v e n u t a quasi impossibile ; e infine conclude :
« Speriamo che i risultati della pratica protezio-nista provochino, nell'opinione degli stessi industriali, una reazione favorevole alle teorie degli economisti ; ma frattanto non sarà m e n o vero che il protezioni-smo avrà inflitto al lavoro nazionale u n a perdita forse irreparabile ; proteggendo a spese della espor-tazione francese il lavoro estero. »
LA STORIA E LA STATISTICA DEI METALLI PREZIOSI
Y .
Quinta periodo dal 1871 al 1891 (continuazione)
Alla fine del 4 8 7 3 il deprezzamento crescente del-l'argento c o m i n c i ò ad inquietare l'opinione pubbli-ca. Ti valore relativo dell'oro che nel 1 8 7 1 era di 1 5 , 5 9 nel d i c e m b r e 1 8 7 3 toccava 1 6 , 2 6 e il metallo bianco affluiva in massa nelle zecche dell'Untone latina. G f i stati contraenti si videro forzati a restrin-gere dapprima la coniazione degli scudi da 5 franchi (convenzioni del 3 1 gennaio 1 8 7 4 , 5 febbraio 1 8 7 5 e 6 febbraio 1 8 7 6 ) e poco d o p o a sospenderla c o m -pletamente (convenzione del 5 n o v e m b r e 1 8 7 8 ) . Dal
1 8 6 5 le quantità di scudi coniati dai vari paesi fu-r o n o le seguenti : F fu-rancia 6 2 5 , 4 6 6 , 3 8 9 ffu-ranchi; Bel-gio 3 5 0 , 4 9 7 , 7 2 0 f r a n c h i ; Italia 3 5 9 , 0 5 9 , 8 2 0 franchi; Svizzera 7 , 9 7 8 , 2 5 0 franchi ossia un totale 1 3 4 3
mi-lioni di franchi. . L'interruzione nella coniazione degli scudi u a r
3 luglio 1892 L ' E C O N O M I S T A 431
cessanti variazioni, più che il deprezzamento stesso, turbavano il c o m m e r c i o .
Nessun paese più dell' Inghilterra soffriva per q u e -sto stato di cose e c i ò per la sua importante parteci-pazione nel c o m m e r c i o del m o n d o e le sue relazioni strettissime con l ' I m p e r o delle Indie d o v e l'argento è solo in uso. La Camera dei Comuni giudicò d u n que utile di nominare il 3 marzo 1 8 7 6 una C o m missione incaricandola di studiare le cause del d e -prezzamento dell' argento e i suoi effetti sul corso del cambio tra l'India e l'Inghilterra. Il presidente e il relatore della Commissione fu il signor Goschen, l'attuale Cancelliere dello scacchiere. Il rapporto f u pubblicato il 3 luglio 1 8 7 6 . Esso indicava c o m e cause principali del deprezzamento : la scoperta di nuove miniere agli Stati Uniti, la sostituzione del tipo d'oro al tipo d'argento in Germania, la decrescenza delle esportazioni di argento alle Indie in seguito all'uso dei Council bills e finalmente l'interruzione della coniazione nei paesi della Unione latina. P e r ciò che riguarda i pagamenti fatti alle Indie dal 1 8 6 8 6 9 al 1 8 7 1 7 2 le cifre erano state di 4 0 m i -lioni di sterline in argento e 2 9 mi-lioni e 1 / 2 in tratte; dal 1 8 7 2 7 3 al 1 8 7 5 7 6 i pagamenti in a r gento non salivano più che a 16 milioni e 1 / 2 m e n tre i pagamenti con tratte raggiungevano i 5 0 m i -lioni e 1 / 2 di sterline.
Poco tempo dopo la presentazione di questo r a p -porto al Parlamento inglese, il Congresso degli Stati Uniti credette ancor esso di dover nominare u n a commissione per ricercare le cause e gli effetti delle variazioni sopravvenute nel valore relativo dei d u e metalli preziosi e discutere la istituzione del doppio tipo. Una legge del 1 4 gennaio 1 8 7 5 aveva fissato pel 1879 la ripresa dei pagamenti in specie metal-liche e perciò la questione presentava u n interesse ancor maggiore. Il rapporto della Silver Commission presentato al Congresso nel marzo 1 8 7 7 preconizzava il ritorno alla moneta d'argento e domandava c h e fossero organizzate delle conferenze internazionali allo scopo di fissare di c o m u n e a c c o r d o il valore relativo legale dei due metalli. Nel 1 8 7 8 il G o v e r n o americano era favorevole alla legge del 1 8 7 3 e n e desiderava il mantenimento ; m a nel Congresso i partigiani del doppio tipo si trovavano in maggio-ranza. Per prevalere contro il voto del Presidente questa maggioranza doveva essere di d u e terzi e allo scopo di ottenerla si ricorse a u n c o m p r o messo; il dollaro d ' a r g e n t o ricompariva c o m e s e -condo tipo monetario ma il G o v e r n o coniava questa nuova moneta, in ragione di un minimum di 2 milioni di dollari p e r mese. La legge Bland soltanto c o m e chiamasi spiacque fin dal principio tanto ai d i f e n -sori del tipo aureo quanto a quelli del bimetallismo e si era d ' a c c o r d o a credere che questo n u o v o s i -stema non tarderebbe ad essere abbandonato. La legge del 2 8 febbraio 1 8 7 8 è tuttavia rimasta in v i g o r e senza modificazioni lino al 1 8 9 0 . Si cercherebbe in-vano nella storia monetaria universale u n a legge più irrazionale la quale abbia esercitato una influenza più decisiva.
Durante il tempo in c u i rimase in vigore cioè dal 1 8 7 3 al 1 8 9 0 più di 3 7 0 milioni di dollari, standard d'argento sono stati coniati e questa coniazione non ha assorbito m e n o di 9 milioni di c h i -logrammi di metallo bianco, ossia circa u n terzo della produzione totale di quell'epoca.
All'indomani stesso d e l voto della legge Bland e
per rispondere al desiderio c h e era stato espresso dal Congresso di vedere aprirsi delle conferenze in-ternazionali, il governo degli Stati Uniti si rivolse alla Francia dove la proposta ebbe favorevole acco-glienza. Gli inviti furono diramati ai vari paesi e questi aderirono, eccettuata la Germania, c o s i c c h é la conferenza potè adunarsi a Parigi dal 1 0 al 1 9 agosto 1 8 7 8 .
' Nel m a g g i o 1 8 7 9 la Germania aveva già effet-tuato il ritiro di 1 , 0 7 9 , 7 3 4 , 4 0 0 marchi di moneta d'ar-gento la fusione della quale aveva prodotto 1 1 , 5 5 3 , 0 0 0 libbre d'argento fino. Sopra questa quantità 4 , 2 7 1 , 0 0 0 libbre erano state consacrate alla coniazione di 4 2 7 milioni di marchi in monete nuove dell' Impero. Quanto al di più alla fine del 1 8 7 3 erano state vendute 6 , 7 2 7 , 0 0 0 libbre di metallo al prezzo di 5 3 9 , 2 0 5 , 5 7 5 marchi c o n una perdita di 8 9 , 4 8 4 , 0 7 3 marchi di cui 6 1 , 9 1 1 , 9 8 0 marchi ( 1 0 , 3 2 p e r c e n t o ) per effetto del deprezzamento dell' argento. La quan-tità di monete antiche d ' argento esistente ancora a quell'epoca iu Germania può essere valutata a 4 0 0 o 4 5 0 milioni di marchi compresevi i Vereinsthaler austriaci.
L ' i n f l u e n z a dei partigiani del bimetallismo c h e rappresentavano gl'interessi dell'agricoltura c o m e gravemente minacciata dal ribasso dell'argento, d e -terminò il cancelliere a interrompere al 1 9 maggio la vendita di questo metallo per conto del G o v e r n o . Era stato predetto che l'argento, dopo l'adozione di tale misura risalirebbe ai corsi antichi, ma la p r o -fezia non si realizzò e si potè convincersi così c h e la influenza esercitata dalle vendite della Germania era stata molto esagerata.
Dal 1 8 7 8 al 1891 la storia dell'argento in Europa è poco interessante, è agli Stati Uniti che si trova allora concentrato l'interesse della questione m o n e -taria. Subito dopo il voto del Bland bill il G o v e r n o aveva fatto tutti i suoi sforzi per ottenere dal C o n gresso l'interruzione delle coniazioni di argento p r e -scritte da quella legge. L e sue sollecitazioni furono vane. L a coniazione dei dollari standard d ' argento si effettuava ogni anno c o n f o r m e m e n t e al minimum legale e s o m m e sempre p i ù considerevoli si a c c u -mulavano n e i sotterranei della Tesoreria.
Il seguente prospetto dà a 1 2 anni di distanza la composizione dell'incasso, c o m p r e s o ' ' o r o e la carta monetata, del T e s o r o degli Stati Uniti e la circolazione :
Situazione Situazione
al 1" luglio 1878 al lo luglio 1890
M O N E T E
Tesoro | Circolazione Tesoro Circolazione
Oro monotato, doli. 25,000,000 321,304,106 374,258,923 Dollari Standard
d'argento 16,059,828 1,209,251 323,804,555 56,278,749 Certificati d'oro... — — 26,732,120 130,830,859
Id. d'argento 1,455,520 7,080 3,983,513 297,556,238 Biglietti di Stato.. 25,775,121 320,905,895 11,992,039 334,688,977
Id. delle Bando
nazionali 12,789,923 311,724,361 4,365,838 181,604,937
4 3 2 L ' E C O N O M I S T A 3 l u g l i o 1 8 9 2
si vede così che sopra i 3 2 3 , 8 0 4 , 3 5 5 dollari stan-dard d ' argento racchiusi nelle casse pubbliche nel luglio 1 8 9 0 , 2 6 , 2 4 8 , 3 1 7 dollari soltanto appartene-vano propriamente al Tesoro. Dal 1 8 7 7 al 1891 la coniazione dei dollari agli Stati Uniti ha assorbito 9 , 7 6 0 , 0 0 0 chilogrammi d'argento fine. S e nel f e b -braio 1 8 7 8 il Congresso avesse votato il manteni-mento del tipo aureo unico stabilito dalla legge del 1 8 7 3 la catastrofe temuta dal sig. Goschen non avrebbe potuto essere differita e non si p u ò dire qual cifra il prezzo dell'oro avrebbe raggiunta. Mal-grado le enormi quantità consumate con la conia-zione dei dollari americani, la differenza tra il valore mercantile dell'argento e il suo valore monetario non faceva che accentuarsi. 1 partigiani dell'argento nel Congresso reclamavano la libera coniazione, i loro avversari domandavano l'abrogazione della legge del 1 8 7 8 e n è gli uni n ò gli altri n o n raggiunsero il loro scopo.
Il prospetto seguente indica il movimento della circolazione monetaria sotto 1' influenza della legge del 1878. Le riserve del Tesoro uon vi sono incluse :
Anni Oro S o fa © O o 0 ©3 © s « o t) milioni di dollari 1878 805.8 82.5 53.6 44.4
_
311.4 313.9 1879 862 6 123.7 11 1 54 1 14.8 1.2 327.7 330.0 1880 1,022.0 261.3 22.9 48.4 7.5 12 2 329 4 340.3 1881 1,147.9 328.1 32.2 47 9 5.2 52.6 327.7 354.2 1882 1,188 8 358 4 33 8 47.2 4.9 63.3 325.3 356. 1 1888 1,236.6 346 1 39.8 48 2 55 0 78.9 321.4 347.3 1884 1,261.6 341 5 40.3 45.3 87.4 96.5 325.8 324.7 1886 1,286.6 348.3 45.3 51.3 118.1 93 7 318 7 311.2 1888 1,264.9 364 9 60 2 48.2 84.7 95.4 310.2 301 4 1887 1,353.5 391.1 60.6 50.4 98 0 154.4 3-29 1 270.0 1888 1,384.3 377.3 58.0 52.0 134 8 218.6 306 1 237.6 1889 1,495.0 375 9 57.6 52.9 116.7 276.6 325.5 199.8Dopo lunghe discussioni la legge Bland fu abro-gata con quella del 1 2 luglio 1 8 9 0 conosciuta sotto il nome di legge W i n d o m . I corsi dell'argento c h e si erano u n poco rialzati all'epoca del voto di quella legge sono in seguito ridiscesi più bassi c h e mai. E c c o per concludere l'indicazione di questi corsi sul mercato di Londra pel 1 8 9 0 e 1891.
MESI I S S O 4 8 » ! MESI Cors o medi o i Cors o \ massimo / Cors o minim o Cors o ^ medi o Cors o 1 massimo / \ Cors o minim o ^
pence pen ce pence pence pence pence G e n n a i o . 4 4 ì 4 4 £ 4 4 | 4 8 £ 4 8 • 4 7 f F e b b r a i o . 4 4 4 4 | 4 4 | 4 5 i 46 \ 4 4 . f M a r z o . . . 4 3 | 4 4 f 4 4 | 4 4 1 4 5 £ 4 4 i A p r i l e . . . 4 5 £ 4 8 4 8 4 4 £ 4 5 4 3 i M a g g i o . . 46 # 4 7 J 4 7 ì 4 4 | 4 4 £ 4 4 i G i u g n o . . 47 A 4 9 4 9 4 5 £ 4 5 £ 4 4 f L u g l i o . . . 4 9 -1 5 0 i 5 0 i 4 6 £ 4 6 f 4 5 j f A g o s t o . . 52 \ 5 4 £ 54 £ 45 TV 4 5 \ 4 5 f t S e t t e m b r e 5 3 5 3 | 5 3 | 4 5 A 4 5 -s~ I 6 4 4 f i O t t o b r e . . 5 0 51 i 5 1 £ 4 4 A 4 5 4 4 £ N o v e m b r e 4 7 i 4 8 A 49 A 4 3 | 43 f 4 3 £ D i c e m b r e 48 £ 4 9 i 4 9 i 4 3 i 4 3 £ 4 3 £
In riassunto può dirsi quanto alla questione del-l'argento eh' essa riinane più che mai oscura e in-certa. I tentativi fatti per rialzare e consolidare i corsi di quel metallo non pare siano stati fortunati. D'altra parte sarebbe prematuro di affermare c h e le misure prese agli Stati Uniti per arrestare il ri basso dell'argento abbiano fallito al loro scopo. Tale almeno è l'opinione del dottor Soetbeer dalla recente opera del quale abbiamo tratte queste notizie. Ma dopo la sua pubblicazione la storia monetaria ha an-cora da registrare i seguenti f a t t i l i . " L'insuccesso verificatosi a Washington sulla proposta pendente a ristabilire la libera coniazione dei dollari d'argento; 2.° Il ribasso crescente del metallo bianco c h e al principio di maggio u. s. si quotava a Londra al disotto di 40 pence ed ora è a 4 0 1 / 8 pence; 3." l'in-vito indirizzalo dagli Stati Uniti alle potenze europee allo scopo di convocare una nuova conferenza m o -netaria internazionale; 4.° Il progetto di riforma mo-netaria nell'Austria Ungheria con la sostituzione del tipo aureo a quello d'argento. Di alcuni di questi fatti abbiamo già tenuto occasione, ma di tutti d o -vremo ancora occuparci in seguito.
Rivista (Economica
La riforma dell' imposta sulle bevande in Francia — Disposizioni relative alle Banche nella Gran Bret-tagna — Il commercio della Germania — Il Con-gresso degli economisti ad Anversa — Il Regno Unito e le sue colonie nel 1891.
L a r i f o r m a d e l l ' i m p o s t a s u l l e b e v a n d e i n F r a n -cia. — Il relatore della Commissione del bilancio ha presentato alla Camera francese la relazione sul disegno di legge p e r la riforma dell' imposta sulle bevande.
L ' accordo della Commissione col ministro delle finanze proponente si è stabilito sulle basi seguenti:
Il dazio consumo generale sulle bevande è fis sato a 2 franchi per ettolitro pei vini, 1 franco per ettolitro pel sidro e 3 0 centesimi p e r ogni grado alcoolico per la birra.
La carta di circolazione viene abolita; il proprie-tario resta libero di far circolare i prodotti del suo raccolto senza pagare i 5 5 centesimi rappresentanti il diritto di circolazione.
Per la vinificazione, dazio fisso di fr. 3 7 , 5 0 fino a 1 1 ° 9 gradi; al di là supplemento di dazio eguale a metà del diritto sufi' alcool fino a 15°.
È mantenuto il privilegio dei distillatori agrarii, sottoposti però a nuovo regolamento. I distillatori di professione sottostanno alla tassa di esercizio.
Questa parte della legge di finanza, staccata dal progetto di bilancio pel' 1 8 9 3 , sarà discussa e ap-provata prima che le Camere francesi si separino.
D i s p o s i z i o n i r e l a t i v e a l l e B a n c h e n e l l a Gran Brettagna. — Alla Camera dei Comuni è stato pre-sentato nei giorni scorsi un disegno di legge ten-dente a modificare le condizioni alle quali la Banca d'Inghilterra e la Banca d'Irlanda fanno alcuni servizi per conto dello Stato. L e principali disposi-zioni di questo disegno di legge sono le seguenti :
3 luglio 1892 L ' E C O N O M I S T A 433
nazionale sarà pagata alla Banca d'Inghilterra u n a somma annuale calcolata sulla base di 3 2 5 lire sterline per ogni milione di questo debito fino a concorrenza di 5 0 0 milioni e sulla base di 1 0 0 ster-line per ogni milione al di sopra di 5 0 0 milioni. Tuttavia la somma da pagarsi annualmente alla Banca n o n potrà essere inferiore a 1 6 0 mila lire sterline.
Per la Banca d ' Irlanda questo compenso è fis-sato a 4 2 5 lire sterline per ogni milione fino a c h e l ' a m m o n t a r e del debito nazionale inscritto nei suoi libri non superi i 3 0 0 milioni. Pel di più di questa cifra la Banca non riceverà c h e 3 0 0 sterline per milione: le è poi garantita un'annualità di 8 , 0 0 0 sterline.
Il commercio della Germania. — L ' u l t i m a p u b
-blicazione statistica del Ministero del c o m m e r c i o im-periale fa ascendere il movimento degli scambi nel 1891 ad un valore di 7 3 2 6 milioni di marchi, con una diminuzione di 1 6 4 milioni rimpetto al 1 8 9 0 .
Le importazioni ascesero a 4151 milioni c o n 11 in meno, e le esportazioni a 3 1 7 5 milioni, anche queste in meno di 1 5 3 milioni sul 1 8 9 0 . L a e c c e -denza delle importazioni sulle esportazioni fu nel 1891 di 9 7 5 milioni, c o n l'aumento di 141 milioni in confronto alla eccedenza verificatasi nel 1 8 9 0 . Occorre però avvertire che l ' a n n o 1 8 9 0 fu v e r a -mente eccezionale p e r riguardo allo sviluppo del c o m m e r c i o germanico. Infatti le cifre citate del 1891 superano sempre e sensibilmente quelle di tutti gli anni anteriori al 1 8 9 0 .
Il Congresso degli economisti ad Anversa. —
Diamo qui il programma del Congresso degli e c o nomisti, c h e avrà luogo nel correute anno 'ad A n -versa dal giorno 8 al 1 4 a g o s t o :
la Sezione — Legislazione doganale.
Trattati di commercio.
Quali risultati hanno dato nei principali paesi i differenti sistemi applicati, rispetto ai produttori, consumatori ed operai ?
Si possono di già apprezzare i risultati dei bills Mac-Kinley ?
Se sì, quali sono stati questi risultati ?
Quali conseguenze avranno le n u o v e tariffe fran-cesi :
a) nei rapporti della Francia con gli altri paesi ; b) p e r le industrie d'esportazione della R e p u b -blica ;
c) p e r la prosperità interiore di questo paese e pel benessere de' suoi operai ?
Quali sono stati i risultati della reazione e c o n o mica inaugurata in Germania nel 1878 e quali s a -ranno le conseguenze della evoluzione dai nuovi trattati di c o m m e r c i o ?
Qual è la base di u n a buona legislazione d o -ganale ?
Sono preferibili i diritti ad valorem e i diritti specifici ?
Quale deve essere il maximum e la gradazione di questi diritti?
Si devono rispettare stati di transizione e c o m e ? Conviene avere molte tariffe, diritti differenziali e tariffe di penetrazione ?
I trattati di c o m m e r c i o sono essi utili almeno provvisoriamente ?
Devono essi contenere la clausola della nazione più favorita ?
2a Sezione — La regolamentazione del lavoro.
e specialmente :
a) limitazione delle o r e di lavoro ; b) minimo del salario ;
c ) lavoro a cottimo e ad impresa.
C o m e si potrà ottenere una buona statìstica i n -ternazionale del l a v o r o ?
In quali condizioni la limitazione delle o r e di lavoro è stata stabilita?
C o m e funziona e quali n e sono stati i risultati ? Quali sono state le conseguenze dell'iscrizione di un minimum di ore di lavoro e di salario nei c o n -tratti pubblici ?
Vi è m o d o di regolamentare il lavoro delle donne a d u l t e ?
La classe operaia ha essa interesse in una rego-lamentazione ufficiale del l a v o r o ?
Questa regolamentazione è essa possibile ? S e è possibile potrebbe essa essere altro c h e interna-zionale ?
Si potrebbe arrivare ad un a c c o r d o internazio-nale c o n una sanzione efficace?
L ' a c c o r d o internazionale deve esso estendersi a tutte le industrie e si p u ò procedere gradualmente per industrie speciali ?
Devesi prescrivere il lavoro a cottimo o ad i m prese ?
Quale influenza esercita il regime doganale p r o -tezionista sopra il salario ?
Il Regno Unito e le sue colonie nel 1891. —
11 quadro seguente, pubblicato dall' Economiste Frangais, dà la situazione in migliaia di unità.
Unità RegnoUn. Indie ingl. Colonie Totali
Superficie M. q. Popolazione Ab. Introiti del
bilancio . L. st. Spese del bil. » Debiti . . . . » Import, tot. » Esport, tot. » Import, prò v. dal R. Unito » Esport, dest. al R. Unito » Navigazione. Entrate e sortite. . Tonn. 121 1 , 8 0 0 7,312 9,234 37,888 284,652 20,063 342,603 89,304 63,813 49,988 203,106 86,083 61,854 49,723 197,661 689,944 158,722 269,112 1,117,778 452,645 63,014 179,590 697,520 288,700 79,025 161,861 529,586 — 46,878 63,599 110,477 - 29,935 64,612 94,547 74,283 7 , 3 1 5 87,811 199,411 11 tonnellaggio della marina mercantile risulta a 7 , 9 7 8 , 5 3 8 tonnellate per il Regno Unito, a 1 , 0 2 4 , 9 7 4 tonnellate per il Canada, a 2 3 5 , 3 6 5 tonnellate p e r l'Australia e la Nuova Zelanda ecc.
La rete ferroviaria del Regno Unito misura m i -glia 2 0 , 0 7 3 , quella dell' India 1 6 , 9 9 6 , quella delle colonie 2 6 , 7 6 7 ; in tutto 6 4 , 8 3 6 miglia.
Alle superficie e d alle popolazioni, c h e figurano nella suddetta situazione, bisogna aggiungere, sotto la rubrica Protettorati e spese d'influenza 2 , 2 4 0 , 4 0 0 miglia quadrate (Asia 1 2 0 , 1 0 0 , Africa 2 , 1 2 0 , 0 0 0 ) e 3 6 , 1 2 2 , 0 0 0 anime(Asia 1 , 1 1 2 , 0 0 0 , Africa 3 5 , 0 0 0 , 0 0 0 , Oceano Pacifico 1 0 , 0 0 0 ) .
1 / Impero britannico c o m p r e n d e r e b b e d u n q u e una estensione superficiale di 1 1 , 4 7 5 , 0 5 7 miglia q u a drate ( 2 9 , 7 0 6 , 6 2 8 chilometri quadrati) e d una p o -polazione di 3 7 8 , 7 2 6 , 0 0 0 anime.
Le ferrovie nell' Austria-Ungheria. — A l 31
-434 L' E C O N O M I S T A 3 luglio 1892
lometri di strade ferrate, c h e diedero u n introito lordo di 6 4 , 7 3 7 , 7 1 6 fiorini, corrispondenti a fiorini 2 3 3 6 a chilometro (lire italiane 5 7 4 6 ) .
Al 3 1 marzo del 1891 la rete ferroviaria austroungarica misurava 2 6 , 8 3 6 chilometri, i quali d i e -dero u n introito lordo di 6 6 , 8 6 4 , 9 7 7 fiorini, pari al reddito chilometrico di fiorini 2 4 9 2 (lire ita-liane 6 1 3 0 ) .
Diminuzione a carico del 1 8 9 2 :
Reddito lordo complessivo, fiorini 2 , 1 2 7 , 2 6 1 . Id. chilometrico i d . 1 5 6 .
Il commercio dell'Italia col Levante.
Dalla relazione trasmessa dal Console italiano a Salonicco al Governo, togliamo alcuni ragguagli sul m o d o di potere aumentare i nostri rapporti c o m -merciali c o l Levante.
Attualmente, s e c o n d o la relazione, il m o v i m e n t o d ' i m p o r t a z i o n e e di esportazione fra Venezia e S a lonicco ha poca importanza e si riduce all' i m p o r -tazione da Venezia di limitata quantità di conterie, di tessuti o merci varie in transito provenienti dalla Germania, e di p o c o riso di scelta qualità, ed a l -l' esportazione p e r Venezia, negli anni di buon rac-colto locale, di cereali, cioè frumento, frumentone, segala. Però quest' anno, malgrado l'eccezionale ab-bondanza del raccolto in Macedonia, n o n si sono esportati cereali p e r 1* Italia a motivo della forte r i -chiesta e degli alti prezzi della Germania, della Fran-cia e dei paesi del Nord di Europa. S i esportano pure per Venezia bozzoli e pelli, ma in gran parte in transito.
L'Italia potrebbe colà importare panni tessuti, filati di lana e cotone, derrate alimentari, vino, oli, m o -bili di non molta spesa, e d esportare vini.
L e principali case di c o m m e r c i o di Salonicco sono italiane. Esse fanno operazioni di banca e trattano affari di importazione e d esportazione in genere.
Il movimento c o m m e r c i a l e di Salonicco segna una corrente piuttosto pronunziata p e r 1' A u s t r i a Ungheria e p e r la Germania. Quest' ultima s p e c i a l -mente ha saputo imitare gli articoli di c o n s u m o locale, che anni fa venivano esclusivamente dalla Francia, ed offrendoli a prezzi molto p i ù vantaggiosi, p e r -venne ad accaparrarsi in gran parte il mercato. P e r ò è sempre ancora l'Inghilterra c h e spedisce a S a -lonicco la più considerevole quantità di filati mani-fatture e tessuti di ogni genere, e c h e ne esporta in maggior quantità i cereali, per cui la bandiera c o m -merciale inglese ha tuttora il sopravvento. L a Fran-cia conserva pure c o n Salonicco notevoli scambi e nel 1891 n e esportò molto grano p e r supplire alla deficienza del suo raccolto. C o n l'Italia le relazioni commerciali accennano invece a diminuire, piuttosto che a crescere, e d importanti quantità di riso, di caffè e di altri generi, c h e anni addietro venivano direttamente da Genova, o r a arrivano invece da A m b u r g o e da Trieste.
Rilevantissima è l'importanza c o m m e r c i a l e di Sa-lonicco, c h e provvede alle popolazioni di tutta la Macedonia, e d è ormai centro del transito fra la Serbia e l ' O c c i d e n t e . Molto gli g i o v ò la ferrovia per Belgrado e Vienna, e n u o v o incremento avrà il
c o m m e r c i o di Salonicco dalla linea in costruzione per Monartia, che attraversa paesi fertili e produttivi. Quando poi prendano forma definitiva i progetti di allacciare direttamente Salonicco e Costantinopoli da un lato e d all' Adriatico dall' altro, questa piazza sarà la più importante dell'Oriente.
La relazione crede c h e u n consorzio di c o m m e r -ciali e di industriali del Veneto, c o m e d'altre parti, che mandasse, c o m e fanno appunto l'Austria e la Germania, dei commessi viaggiatori indirizzati a per-sone competenti per studiare la speciale domanda e vi provvedesse poi c o n costanza e d unità di tipo, potrebbe dare grande sviluppo ai rapporti commer-ciali tra questa piazza e Venezia e l'Italia tutta, ma non da alcun affidamento preciso, perchè tutto d i penderà dal campionario c h e il consorzio v e n e -ziano potrà ivi spedire, dai prezzi e condizioni di c o m p r a e vendita, e solo dopo alquante espe-rienze, sarà ovvio di formulare u n giudizio.
CASSA DI RISPARMIO I TERNI NEL 1891
Il rendiconto del 1 8 9 1 presenta una ragguarde-vole diminuzione degli utili ricavati in confronto di quelli ottenuti nel 1 8 9 0 , giacché mentre nel 1 8 9 0 la cifra degli utili si elevò fiuo a L . 4 5 , 4 8 9 . 8 6 dei quali p e r L. 3 5 , 4 2 8 . 1 0 andarono in aumento di c a pitale, nel 1891 n o n superarono la cifra di L i -re 2 2 , 0 8 5 . 1 9 , dei quali il patrimonio dell'Istituto si a c c r e b b e soltanto di L . 1 2 , 9 2 6 . 2 8 . È vero che i resultati finanziari di un' amministrazione n o n si misurano soltanto alla stregua degli utili, m a bensì dal complesso delle operazioni compiate, c h e resul-tano dalle situazioni mensili, ma la differenza fra i d u e anni di confronto essendo abbastanza rilevante non abbiamo potuto a m e n o di mettere in evidenza il fatto, che è derivato specialmente dalla diminu-zione di circa u n milione n e l capitale amministrato e dalle perdite sensibili sui fondi pubblici e valori industriali, che ascende a L . 1 8 , 9 7 4 . 4 0 .Premesse queste brevi considerazioni passeremo ad esaminare i capitoli più importanti della gestione.
Il m o v i m e n t o dei depositi ebbe per effetto di ac-crescere il n u m e r o degli straordinari, diminuendo quello degli ordinari, c o m e apparisce dal seguente specchietto :
Al 3 1 dicembre 1 8 9 0 la s o m m a degli straordi-nari ascendeva a L . 6 4 9 , 6 7 9 . 1 5 contro u n totale di ordinari per . » 4 , 2 9 8 , 7 8 7 . 1 8 In tutto L . 4 , 9 4 8 , 4 6 6 . 3 3
11 1 8 9 1 dà negli straordinari. L . 1 , 0 1 4 , 9 7 6 . 8 1 contro u n totale di ordinari . . » 3 , 9 9 5 , 6 4 1 . 7 5 In tutto L . 5 , 0 1 0 , 6 1 8 . 5 6 In più alla fine del 1 8 9 1 . . . » 6 2 , 1 5 2 . 2 5
3 luglio 1892 L ' E C O N O M I S T A 435
I mutui ipotecari aumentarono per la somma di L. 9 8 , 0 0 6 . 7 7 .
II portafoglio ebbe il seguente movimento :
D A R E A V E R E Numer o t degl i 1 effett i Somme Numero , degl i effett i Somme Operazioni del 1 8 9 1 . . . . 7,208 6,881,836.30 7,168 7,089,404.24 Rimanenza al lo gen-2,264 2,627,056.75 Rimanenza al 1* gen-2,264 2,627,056.75 2,304 2.419,488.81 2,304 2.419,488.81 9,472 9,508,893.05 9,472 9,508,893.05 9,472 9,508,893.05 9,472 9,508,893.05
s o m m e che perfettamente bilanciano e che raggiun-gono la cifra di L . 1 9 , 0 1 7 , 7 8 6 . 4 0 .
Il movimento dei conti correnti da i seguenti r e -sultati :
CONTI C O R R E N T I
con Istituti di credito CONTI C O R R E N T I con privati
Dare Avere Dare Avere
Rimanenza al 31 di-cembre 1890 . . . 106,361 73 » » 615,607.32 » » Somme addebitate. 1,333,794.03 » » 1 9 3 , 4 0 3 . - » » a accreditate. » 1,285,116.47 » » 148,098.09 Interessi liquidati. 10,274-38 » » 30,345.45 » » Rimanenza al 31 di-cembre 1891.... •» » 165,313.67 » » 691,257.68 1,450,435.14 1,450,430.14 839,355.77 839,355.77 1,450,435.14 1,450,430.14 839,355.77 839,355.77
11 capitale netto di proprietà dell' Istituto ascen-deva alla fine del 1 8 9 2 a L . 5 1 4 , 5 5 4 . 3 8 e il fondo per perdite eventuali a L . 2 1 , 7 5 7 . 4 9 . Gli utili netti erogati in opere di beneficenza, e p e r il fondo pen-sioni s o m m a n o a L . 8 , 1 4 7 . 9 5 .
Il dazio sai vini in Inghilterra
La riluttanza della Spagna nel concedere le clausole del trattamento della nazione più favorita e il d i -scorso di lord Salisbury, che arieggava a rappresasaglie commerciali, avevano fatto temere c h e l ' I n -ghilterra avrebbe aggravato i dazi sui vini, il c h e avrebbe danneggiato anche il nostro c o m m e r c i o , c h e invia in quel paese vini di bottiglia. A questo r i -guardo I 'Economist di L o n d r a ricorda c h e il signor Goschen, nel suo discorso sul bilancio, accennò alla possibilità di aumentare il dazio sul vino alla fine di questo mese, quando scadrà il trattato inglese colla Spagna. « Il Parlamento — disse egli — r i -corderà il trattato c h e f a c e m m o colla Spagna n e l 1886. Il dazio f u allora diminuito in favore degli
Spagnuoli, e c o n risultati c h e io c r e d o essere stali vantaggiosissimi per ambidue le nazioni. La Spagna migliorò la sua tariffa in favore dell'Inghilterra, e noi migliorammo la nostra scala (alcoolica) in f a vore della Spagna. Adesso gli Spagouoli hanno d e nunziato il trattato c h e noi ottenemmo colle c o n -cessioni fatte nel 1 8 8 6 . A me pare che non si debba lasciar credere, n è in Ispagna i è a'trove, che, se le concessioni fatte alla Gran Bretagna nel 1 8 8 6 fossero revocate, questa lascierebbe alla Spagna i vantaggi fiscali concernenti i suoi viui ad essa a c -cordati nel 1 8 8 6 . V i sono forti ragioni fiscali p e r le quali noi d o v r e m m o imporre u n p i ù grave d a -zio sopra I' alcool fra i 2 6 e i 3 0 gradi. V i sono molte ragioni, ma non vorrei proporre c i ò nel b i -lancio, perchè n o n vorrei, per così dire, forzare prematuramente la mano dei nostri amici s p a g n u o -li, o mettere il c o m m e r c i o del vino nell' eccita-zione c h e sorgerebbe, se noi avessimo ad imporre adesso una scala la quale non entrerebbe in vigore che fra alcuni mesi, perchè noi non potremmo mu-tare il nostro dazio prima della fine di giugno ; ma 10 eredo cosa giusta il dire colle intenzioni più ami-chevoli che, se si ritirassero le concessioni fatte a noi, l'Inghilterra avrà la mauo libera riguardo al dazio sui vini. Confido sinceramente che questi ne-goziati possano pervenire a risultalo soddisfacente rispetto ai d u e Stati ». Disgraziatamente, aggiunge l ' E c o n o m i s t , i negoziati eolla Spagna, invece di procedere regolarmente, sono stati interrotti ; m a sembra che qualunque cosa possa fare la Spagna, 11 G o v e r n o inglese non abbia più l'idea di aumen-tare i dazi sul vino. Rispondendo ad una domanda fattagli s u questo proposito, il signor Balfour disse che « nessuna mutazione potrebbe farsi senza una legge, e c h e nessun'altra legge sarebbe possibile durante questa sessione ». E c h e c c h é possa pensarsi di questa sua affermazione, almeno solleverà il c o m -mercio del vino da una incertezza disturbatrice.
Infatti il signor Balfour lunedì annunciò alla Ca-mera dei c o m u n i che, in seguito al voto in terza lettura sui bilanci, la Camera stessa sarebbe stata sciolta il giorno 2 8 .
11 movimento dei metalli preziosi nei primi due mesi del 1892
Il Ministero di agricoltura, industria e c o m m e r c i o ha pubblicato la consueta statistica sul m o v i m e n t o dei metalli preziosi in Italia, la quale c o m p r e n d e il periodo dal I " gennaio 1 8 9 2 a tutto febbraio. A p -parisce da questa statìstica che il movimento c o m • plessivo dei metalli preziosi ascese nei primi 2 mesi del 1 8 9 2 a L . 2 7 , 6 9 3 , 7 6 7 delle quali L . 5 , 6 0 7 , 5 3 5 appartengono alla importazione, e L. 2 2 , 0 8 6 , 2 3 2 alle esportazioni.
436 L' E C O N O M I S T A 3 luglio 1892
L' oro e 1' argento nel movimento dei primi d u e mesi del 1 8 9 2 stanno nelle seguenti proporzioni:
Oro in verghe, in polvere, in rottami
e monete L. 7,216,290 Argento (in monete) » 20,477,177
Totale . L. 27,693,767
Il seguente specchietto riassume la misura degli scambi monetari fra l'Italia, e gli altri paesi.
Importazione Esportazione in Italia dall'Italia Francia L . 3,018,674 19,210,851 Austria-Ungheria. . » 1,429,324 745,954 Romania » 460,535 » » Germania » 282,300 1,980,950 Svizzera » 219,715 1,298,672 Grecia » 32,810 104,440 Belgio » 14,855 294,613 Africa » 132,522 50,990 Asia » 132,522 30,233
CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCE
Camera di Commercio di Arezzo. — Passò
al-l' ordine del giorno sulla domanda di stanziare il suo c o n c o r s o pecuniario p e r i' Esposiziono interna-zionale di Chicago, e deliberò di far vive d o m a n d e al Ministero di agricoltura e c o m m e r c i o perchè sia revocato il decreto che proibisce 1* introduzione in Francia del bestiame proveniente dall'Italia, non esi stendo malattie infettive c o m e la febbre aftosa.
Camera di Commercio di Padova. — A p p r o
-vava il conto consuntivo del 1891 nelle s u e cifre totali di L . 3 6 , 1 6 5 p e r l'entrata e di L . 3 0 , 8 4 5 . 3 4 per l'uscita e di L . 5 , 3 1 9 . 6 6 quale residuo attivo di cassa e la situazione patrimoniale al 51 d i c e m -bre p. p. nel totale attivo di L . 7 2 , 7 1 1 . 9 1 , n o n c h é quella della Cassa di previdenza a benefizio degli impiegati in L . 1 1 , 4 4 1 . 5 0 .
Camera di Commercio di Udine. — Il
Mini-stero delle Finanze avendo domandato se i limiti per la minuta vendita d e l fieno e dell'avena, fissati dai comuni di Spiliinbergo e di Sequals agli effetti del dazio c o n s u m o da essi proposto, sieno conformi agli usi locali del c o m m e r c i o , la Camera, udita la relazione della presidenza, e d escludendo dalla discussione i motivi fiscali della proposta, risponde al quesito rettificando i termini, posti dai due C o n sigli comunali, fra la vendita al minuto e all' i n -grosso del fieno e dell' avena.
Mercato monetario e Banche di
emissione La situazione del mercato inglese è invariata, lo sconto a tre mesi è tra 1 e 7(8 0|0, i prestiti g i o r -nalieri sono negoziali a 1 0|0- De richieste d ' oro per conto di Parigi che si erano manifestate in p r i n -cipio di settimana sono andate ce.-sando in seguito all'aumento del chèque s u Parigi.11 prezzo dell'argento è disceso nuovamente a 4 0 116 per oncia. A Londra si fa strada la convinzione che la Conferenza monetaria indetta dagli Stati Uniti non approderà ad alcun risultato pratico. Perciò pare che una parte della speculazione, la quale si era messa all'aumento sull'argento, abbia realizzato; onde il nuovo ribasso sul prezzo del metallo.
La Banca d'Inghilterra al 3 0 giugno aveva l'in-casso di 2 7 , 8 1 9 , 0 0 0 sterline in aumento di 1 5 1 , 0 0 0 , il portafoglio era aumentato di quasi 2 milioni di sterline, là circolazione di 8 5 7 , 0 0 0 , e i depositi del T e s o r o di 8 6 4 , 0 0 0 .
L ' E c o n o m i s t crede c h e appena c o m i n c i e r a n n o i movimenti del raccolto, non solo le importazioni d'oro da quella parte cesseranno e c h e avverrà u n movi-mento inverso.
Agli Stati Uniti sono alquanto diminuite le e s p o r -tazioni di oro che nelle precedenti settimane furono invece assai copiose. Il saggio dello sconto è assai irregolare e chiude tra 2 e 3 0|Q- Il c a m b i o su Londra è ora a 4,87 1|2, quello su Parigi a 5,17.
L' ultima situazione delle Banche associale di Nuova Y o r k presenta le seguenti variazioni, l ' i n casso era aumentato di 5 milioni e mezzo, i d e p o -siti diminuirono di oltre 5 milioni e glt sconti e le anticipazioni di 1 , 3 3 0 , 0 0 0 dollari.
Sul mercato francese lo sconto è ora a U 1 ( 4 Og) e c i ò perchè i bisogni della fine del semestre ren-dono m e n o abbondanti i capitali disponibili. Si crede c h e la Banca diminuirà presto il suo saggio di sconto che è ora a 2 1 ( 2
0|0La situazione della Banca di Francia al 3 0 g i u -gno indica la diminuzione di 2 milioni e mezzo all'incasso, I' aumento di 1 6 8 milioni al portafoglio e dì 1 2 5 milioni nella circolazione.
N o n ostante i bisogni della fine del mese, il mer-cato tedesco continua ad essere sempre più prov-veduto di capitali disponibili.
Il saggio dello sconto privato dopo avere toccato il 2 0 | o ' è tornato a 1 5|4 0|(), la liquidazione si è effettuata senza alcuna difficoltà.
La situazione della Eeichsbank al 2 3 giugno i n -dica l'incasso di 1 0 9 7 milioni di marchi in lieve diminuzione, il portafoglio era di 5 3 4 milioni in aumento di 1 5 milioni, la circolazione c r e b b e di oltre 5 0 milioni.
Il ribasso della rendita all' estero è venuto in mal punto ad arrestare i nostri cambi sulla via della discesa. Però la reazione non è stata grave, per m o d o che si rimane intorno ai corsi di sabato scorso.
Però domina o r e la fermezza, la quale non man-cherebbe di tradursi in un n u o v o inasprimento, appena il ribasso della rendita prendesse piede. S e -gniamo il chèque su Francia iniorno a 1 0 5 , 0 5 ;
quello s u Londra a 2 5 , 9 4 ; quello sulla Germania a 1 2 7 , 3 0 .
Nel mercato dello sconto la situazione non è m u -tata: il saggio rimane segnato fra 3 1 [4 e 4 per cento.