Ammissione alla Scuola Galileiana - 16/09/2005 Soluzioni dei Problemi di Fisica
Problema 1. Siccome il moto ´e circolare uniforme, la forza gravitazionale esercitata da una stella sull’altra deve corrispondere alla forza centripeta,
MRω
2= GMM (2R)
2,
dove R `e il raggio di ciascun orbita e la velocit`a angolare `e ω = 2π/T . Da qu`ı si ricavano rispettivamente raggio e velocit`a,
R =
Ã
MGT
216π
2!1/3
, v = Rω.
L’energia meccanica risulta dalla somma delle due energie cinetiche e dall’energia potenziale gravitazionale,
E = 2
³1/2Mv
2´− GM
22R = − GM
24R .
Dato che la variazione relativa di T `e piccola, `e lecito differenziare le espressioni che danno R in funzione T , ed E in funzione di R e sostituire i differenziali con le differenze finite,
∆R R = 2
3
∆T
T = −0.67%, ∆E
E = − ∆R
R = 0.67%.
Si noti che sia il raggio che l’energia diminuiscono, dato che E < 0. (All’ultima domanda si pu`o anche rispondere senza usare il calcolo differenziale, calcolando E e R per un valore del periodo dato da T + ∆T , e poi valutando differenze e rapporti).
Problema 2. I moti possibili sono due: I) i corpi si muovono con le stesse velocit`a ed accelerazioni, II) B scivola rispetto ad A. Nel primo caso si avrebbe l’accelerazione (comune) a =
M +mF, e la forza corrispondente agente su B sarebbe F
B= ma =
M +mmF. Per F = 50N si ottiene F
B= 4.5N, mentre per F = 200N si ha F
B= 18.2N.
D’altra parte, la forza d’attrito statico massima che il corpo A pu`o esercitare sul corpo B `e data da F
s= µ
smg = 9.81N. Quindi, per F
B< F
s, che `e il caso di F = 50N, i due corpi si muovono insieme, con accelerazione a =
M +mF= 4.5m/s
2. Per F
B>
1
F
s, corrispondente al caso F = 200N, i corpi hanno accelerazioni differenti, date dalle equazioni di Newton,
a
B= µ
dg = 8.83 m/s
2, a
A= F − mµ
dg
M = 19.1 m/s
2.
Problema 3. La soluzione del problema si basa sulla legge di Stevino per un fluido in condizioni statiche con densit`a ρ
l, cio`e, p
2− p
1= −ρ
lg (z
2− z
1), dove p
i`e la pressione corrispondente alla quota z
i. Siccome la pressione sulla superficie del liquido `e quella atmosferica, si ottiene per le forze di pressione sui lati rispettivamente superiore e inferiore del cubo,
F
sup=
µ
p
a+ L 2 ρ
lg
¶
L
2, F
inf=
µ
p
a+ 3L 2 ρ
lg
¶
L
2.
La tensione della fune T si ricava dalla condizione che la somma delle forze agenti sul cubo `e nulla,
T + F
inf− F
sup− P = 0 ⇒ T = P + F
sup− F
inf,
dove P = mg = 4450N `e il peso del cubo nel vuoto. La spinta di Archimede `e data da F
inf− F
sup= ρ
lg L
3.
Problema 4. Il numero di moli n pu`o essere calcolato applicando l’equazione di stato per i gas ideali p
0V
0= nRT
0, una volta determinata la pressione p
0. Quest’ultima pu`o essere derivata imponendo l’equilibrio delle forze agenti sul pistone,
p
aS + Mg − p
0S = 0 ⇒ p
0= p
a+ Mg S . Si ottiene,
n = (p
a+ Mg/S)V
0RT
0.
Una volta introdotto il blocco di rame a temperatura T
1> T
0il sistema si stabilisce a una temperatura di equilibrio T , intermedia tra T
0e T
1. Siccome il contenitore `e isolante, il calore ceduto dal rame, Q
r, deve essere uguale a quello assorbito dal gas, Q
g. L’equazione Q
r= Q
gdeterminer`a T . Sfruttando il calore specifico del rame si ha Q
r= mC(T
1− T ).
Per calcolare Q
gsi pu`o usare il primo principio della termodinamica. Tenendo conto
2
che durante la fase di riscaldamento il gas si espande compiendo lavoro, a pressione p
0costante, si ha,
Q
g= ∆U + L = 3
2 nR∆T + p
0∆V.
L’equazione di stato con p
0costante fornisce ∆V = nR∆T /p
0, e si ricava in definitiva Q
g=
52nR∆T =
52nR(T − T
0). Eguagliando i due calori si ottiene,
T =
5
2
nRT
0+ mCT
15
2
nR + mC .
Problema 5. L’energia immagazzinata inizialmente nel condensatore B `e U
0= q
2/2C
B. Una volta chiuso l’interruttore, durante la fase transiente il circuito `e equivalente a un circuito RC in cui i due condensatori sono in serie, con capacit`a equivalente C = C
AC
B/C
A+ C
B. La costante di tempo risulta quindi τ = RC = RC
AC
B/C
A+ C
B.
Le energie immagazzinate nei due condensatori al termine della fase transiente sono date da U
A= q
2A/2C
A, U
B= q
B2/2C
B, dove le cariche di equilibrio si ricavano dalle equazioni,
q
A+ q
B= q, q
AC
A= q
BC
B⇒ q
A= C
AC
A+ C
Bq, q
B= C
BC
A+ C
Bq.
Sostituendo si trova
U
A= C
Aq
22(C
A+ C
B)
2, U
B= C
Bq
22(C
A+ C
B)
2.
L’energia totale finale U
A+ U
B= q
2/2(C
A+ C
B) risulta minore dell’energia iniziale U
0, la differenza essendo stata dissipata nella resistenza per effetto Joule.
Problema 6. Trovandosi in presenza di un campo elettrico uniforme le traiettorie degli elettroni sono parabole, il cui asse `e ortogonale alle lastre. Fissata una parabola denoti- amo la direzione del suo asse con y e quella ortogonale all’asse e appartenente al piano della parabola con x. La velocit`a degli elettroni al momento dell’emessione ha quindi com- ponenti cartesiane v
x= v sin φ, v
y= v cos φ, dove v `e determinato da 1/2mv
2= 5eV , con m la massa dell’elettrone. Applicando la conservazione dell’energia meccanica all’istante
3
in cui gli elettroni raggiungono la lastra B si ha, 1
2 m(v
2x+ v
2y) = 1
2 m(v
B2x+ v
B2y) + e∆V.
Dato che lungo x non agisce nessuna forza si ha inoltre v
x= v
xB. D’altra parte, la condizione limite per cui gli elettroni riescono a raggiungere la lastra B corrisponde a v
By= 0. Sostituendo si trova, con φ = 60
o,
1
2 mv
y2= e∆V ⇒ ∆V =
1 2
mv
2e cos
2φ = 5 4 V.
La superficie colpita dagli elettroni sulla lastra B `e un cerchio di raggio R, delimitato dai vertici delle parabole limite. Dato che per queste parabole si ha v
yB= 0, il tempo di volo degli elettroni corrispondenti `e dato da t = v
y/a
y, dove l’accelerazione lungo y `e data dall’equazione di Newton, a
y= eE/m. Lo spazio percorso lungo x nello stesso intervallo di tempo d`a il raggio del cerchio in questione,
R = tv
x= v
xv
ya
y= sin φ cos φ mv
2eE = sin φ cos φ
1 2