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Matematica Discreta Lezione del giorno 14 ottobre 2009

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(1)

Matematica Discreta

Lezione del giorno 14 ottobre 2009

Se conveniamo che il simbolo 1 rappresentii “vero”e il simbolo 0 rappresenti “falso”, i possibili valori di verità della congiunzione PQ, in funzione di quelli di P e Q, sono schematicamente rappresentati dalle seguenti eguaglianze:

11=1 10=0 01=0 00=0

e si possono raccogliere in una tavola della verità come la seguente:

P Q PQ

1 1 1

1 0 0

0 1 0

0 0 0

oppure come la seguente (in cui alle righe si fanno corrispondere i valori di P, alle colonne i valori di Q, e nelle caselle all’incrocio fra righe e colonne i valori di PQ):

1 0 1

0

2) Disgiunzione logica

Dati due predicati P, Q, si chiama disgiunzione logica di P, Q il predicato che:

- ha come nome PvQ (si legge P or Q oppure P o Q)

- ha come testo i testi di P e Q separati dalla congiunzione “o” (quindi ha come variabili le variabili di P e quelle di Q)

- è falso solo per i valori delle variabili che rendono falsi sia P che Q, ed è vero per tutti gli altri valori delle variabili (quindi è vero per i valori delle variabili che rendono vero uno dei 2 predicati P, Q o entrambi)

Esempio:

Dati i 2 predicati (con campo di variabilità = numeri interi positivi):

P(x) = “x>10”

Q(y) = “y è pari”

la loro congiunzione logica è il predicato [PvQ](x,y)=”x >10 o y è pari”.

Tale nuovo predicato è falso solo per i valori di x che rendono falso P e i valori di y che rendono falso Q.

Per esempio

[PvQ](11,3)=”11>10 o 3 è pari” è una proposizione vera in quanto P(11)= “11>10”

è una proposizione vera, pur essendo Q(3) = “3 è pari”

una proposizione falsa.

Invece

[PvQ](9,5)=”9>10 o 5 è pari” è una proposizione falsa in quanto entrambe le proposizioni P(9), Q(5) sono false.

1 0

0 0

(2)

I possibili valori di verità della disgiunzione PvQ, in funzione di quelli di P e Q, sono schematizzati come segue:

1v1=1 1v0=1 0v1=1 0v0=0

La tavola di verità della disgiunzione logica PvQ è la seguente:

P Q PvQ

1 1 1

1 0 1

0 1 1

0 0 0

oppure:

1 0 1

0

3) Negazione logica

Dati un predicato P si chiama negazione logica di P il predicato che:

- ha come nome

P

(si legge not P o non P)

- ha un testo che è opposto di quello di P da un punto di vista logico (quindi ha le stesse variabili di P)

- è vero per tutti i valori delle variabili per cui è falso P, ed è falso per tutti i valori delle variabili per cui è vero P

Per esempio dato il predicato:

P(x) = “x>6” (con campo di variabilità x=numero intero positivo) la sua negazione logica può essere

P

(x)=”non è vero che x>6”

oppure, più elegantemente:

P

(x)=”x≤6”.

I possibili valori di verità della negazione logica

P

, in funzione di quelli di P, sono i seguenti:

1

=0

0

=1

La tavola di verità della negazione logica

P

è la seguente:

P

P

1 0

0 1

Implicazione logica

1 1

1 0

(3)

Dati due predicati P, Q, nelle stesse variabili, diremo che P implica Q (oppure: da P segue Q, o ancora: se P allora Q) quando tutti i valori delle variabili che rendono vero P rendono vero anche Q.

In questo caso scriveremo il simbolo PQ

Per esempio se sono dati i seguenti predicati (con campo di variabilità x=numero intero positivo):

P(x) = “x<4”

Q(x) = “x+3<9”

allora è vero che P implica Q perché i valori della x che rendono vero P sono esattamente x=1,2,3 e si verifica facilmente che essi rendono vero anche Q.

Spesso però i valori delle variabili che rendono vero P sono in numero infinito, e in tal caso non è possibile, come nell’esempio precedente, verificare singolarmente che ciascuno di essi rende vero anche Q.

In tal caso si ricorre a una dimostrazione logico-deduttiva: si suppone di avere un valore generico (ma non precisato) delle variabili che rende vero P (ipotesi), e attraverso dei passaggi intermedi (giustificati da conoscenze acquisite in precedenza) si cerca di dimostrare che tale valore rende vero anche Q (tesi).

Per esempio se sono dati i seguenti predicati (con campo di variabilità x=numero intero positivo):

P(x) = “x>7”

Q(x) = “x+2>6”

per dimostrare che PQ si potrebbe procedere operando i seguenti passaggi:

1) supponiamo che x sia un valore che renda vero P (ipotesi) quindi che x sia un intero positivo tale che x>7

2) applicando la proprietà delle diseguaglianze che permette di sommare ad ambo i membri lo stesso numero ottenendo una diseguaglianza ancora valida si ha x+2>9

3) osservando che 9>6 e che vale la proprietà transitiva dell’ordinamento dei numeri interi, da x+2>9 e 9>6 si ottiene x+6, quindi x rende vero anche Q (tesi)

E’ ovvio che se si vuole verificare invece che un predicato P non implica un predicato Q, allora non si deve procedere con una dimostrazione, ma bensì cercare almeno un valore delle variabili che renda vero P ma renda falso Q.

Nell’esempio precedente come visto si ha PQ, ma non è vero viceversa che QP, in quanto è possibile esibire valori di x che rendo vero Q ma falso P (per es. x=5).

Se sono dati due predicati P, Q, nelle stesse variabili, e se PQ ed anche QP, diremo che P, Q sono equivalenti (oppure che P se e solo se Q, o ancora P è condizione necessaria e sufficiente per Q): in tale caso scriveremo PQ.

In questo caso i valori delle variabili che rendono vero P coincidono esattamente con quelli che

rendono vero Q, quindi P, Q in pratica rappresentano la stessa affermazione da un punto di vista

logico.

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