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CSE SANITÀ Federazione Professioni Sanitarie, Sociali, Tecniche e Amministrative

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CSE SANITÀ

Federazione Professioni Sanitarie, Sociali, Tecniche e Amministrative

Via Aniene, 14 – 00198 ROMA

tel. 0642010899 – 0642000358 – fax 0642010628 sito internet: www.cse.cc e-mail: cse@cse.cc

Roma, 29 marzo 2016

Al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin

Sottosegretario di Stato alla Salute Dr. Vito De Filippo

Presidente della Conferenza delle Regioni On. Stefano Bonaccini (E.R.)

Coordinatore della Commissione Salute Assessore On. Antonio Saitta (Piemonte) LORO SEDI

Oggetto: Applicazione della Legge 251/2000 e ss.mm.ii., istituzione dei servizi per le cinque aree professionali sanitarie e sociali, valorizzazione delle professioni e attuazione dell’integrazione socio-sanitaria.

Gentile Signor Ministro,

On. Beatrice Lorenzin,

Gentili On.li In indirizzo,

Scriviamo in merito all’annosa questione riguardante la mancata attuazione della Legge 251/2000 e successive modificazioni e integrazioni e la conseguente mancata istituzione – nelle Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere – dei servizi delle professioni sanitarie e del servizio sociale professionale, ai quali dovrebbero essere preposti dirigenti professionisti appartenenti alle professioni di cui alla stessa legge, individuati attraverso idonea procedura selettiva e che, secondo il dettato normativo, dovrebbero far parte del Collegio di direzione aziendale.

Lo Stato e le Regioni – come si legge nel testo normativo – promuovono, nell'esercizio delle proprie funzioni legislative, di indirizzo, di programmazione ed amministrative, la valorizzazione e la responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni sanitarie e del servizio sociale professionale, al fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute.

Sono passati oltre quindici anni e il dettato legislativo aspetta ancora di essere attuato, il diritto alla salute non è ancora garantito pienamente e le professioni invece di essere valorizzate vengono ulteriormente penalizzate: per il mancato rinnovo contrattuale, con la conseguente riduzione degli stipendi; per il blocco del turn over e l’aggravio dei carichi di lavoro; con la mancata istituzione dei servizi sanitari e sociali e il conseguente disagio lavorativo, derivante anche dai

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2 crescenti rischi professionali e dal blocco di ogni possibilità di carriera. Il tutto a danno dei cittadini utenti, che trovano nelle strutture sanitarie servizi ridotti e personale sempre più stanco e demotivato.

Per i professionisti del comparto della sanità, che la scrivente organizzazione rappresenta, continuano ad essere limitate le opportunità di lavoro, in particolare per i giovani. L’impossibilità di trovare occupazione riguarda sia il settore del pubblico impiego, penalizzato dal pluriennale blocco delle assunzioni e dalla conseguente quasi totale mancata indizione di concorsi, sia il settore privato, sia l’attività libero-professionale che in questi anni non è stata adeguatamente supportata.

Per il Servizio Sociale Professionale, un momento importante era stato la istituzione del Tavolo tecnico intersindacale presso codesto Ministero, che nel 2010 aveva prodotto un apposito Documento, sottoscritto da tutte le sigle sindacali e dall’Ordine Nazionale, fatto proprio dall’allora Ministro della Salute; lo scorso anno il CNOAS, in accordo con il SUNAS, appartenente alla Federazione CSE Sanità, ha inviato una proposta di integrazione del Patto per la Salute, in particolare degli artt. 6 e 22; lo stesso SUNAS ha inviato una richiesta di incontro, che non ha avuto esito.

Vogliamo cogliere l’occasione per sottolineare, ancora una volta, relativamente all’area del Servizio Sociale, la necessità di attuare la Legge n. 27/2006 (art. 1-octies) e la Legge n. 189/2012 (art. 8) – cd Legge “Balduzzi” – per dare organicità funzionale alla prevista, sempre decantata ma non ancora realizzata, “integrazione con il sociale” ed al conseguente “sociale a rilevanza sanitaria”.

Lo SPIF AR, anch'esso parte della scrivente Federazione, con lettere inviate a Lei, signor Ministro, ed ai giornali, ha sollecitato il Suo Ministero ed il Parlamento ad intervenire per tutelare la professione dall’esercizio abusivo ed i servizi resi dai fisioterapisti nelle strutture sia pubbliche che private accreditate, nonché la richiesta dell’accreditamento diretto delle Professioni di Area Riabilitativa.

La mancata attuazione della Legge 251 e ss.mm.ii. ha sminuito valori e principi inestimabili dei professionisti del comparto, quali la ricerca e l'applicazione di competenze specialistiche e/o dirigenziali, fondate sulla loro responsabilità e la loro attività di programmazione e produzione di servizi ed interventi per i cittadini, ispirati a criteri di qualità e appropriatezza. A tal fine, ci pregiamo di allegare alla presente – a titolo esemplificativo – quanto legiferato in Regione Sicilia nel merito con la L.R. n. 1/2010 con D.A. 10 agosto 2012 sui Criteri di funzionamento.

Molte altre sono le questioni che meriterebbero riflessioni più approfondite ed interventi risolutivi, come i guasti prodotti dalla cd legge Fornero e la mancata attuazione dell’ormai famoso

“comma 566”, gli insostenibili carichi di lavoro ed i rischi professionali, gli accreditamenti professionali e le false partite IVA, le ingiustificate differenze e carenze organizzative e contrattuali tra sanità pubblica e sanità privata, e via elencando.

Per tutto quanto esposto, la scrivente organizzazione sindacale chiede che venga fissato, in tempi brevi, un incontro – in analogia a quanto già fatto per le altre OO.SS. e nel rispetto di quanto aveva già dichiarato il sottosegretario On.le Vito De Filippo in un’intervista del 15 agosto, che parlava di cabina di regia e di tavolo unitario – per discutere delle questioni sopra accennate e tutt’ora aperte.

In attesa di un Suo cortese riscontro, si porgono distinti saluti

Per il Collegio di Presidenza CSE Sanità Dott. Marco Carlomagno

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