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er individuare le altezze di taglio ottimali dei foraggi al fine di ottenere il minor inqui- namento da terra possibile, pur sal- vaguardando la produzione in ter- mini di qualità e di quantità, il Crpa ha condotto una ricerca triennale con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Le prove si sono svolte su appezzamenti messi a disposizione da aziende agricole situate nel comprensorio delParmigiano-Reggiano e sono state utilizzate diverse tipologie di fal- ciatrici con e senza apparato di con- dizionamento, mettendo a confronto tre altezze di taglio differenti, cor- rispondenti a circa 4, 7 e 10 centi- metri.
La valutazione è stata effettuata determinando, nei campioni rac- colti, il contenuto di ceneri presenti dopo l’essiccazione in stufa, men- tre dal punto di vista qualitativo è stato valutato, limitatamente al secondo e terzo anno di prova, il contenuto di proteine, fibra grez- za, NDF (Fibra neutro detersa),
Le conclusioni di una ricerca del Crpa per determinare l’altezza di taglio ottimale per scongiurare
l’inquinamento da terra, salvaguardando qualità e quantità della produzione.
FORAGGIO, non sfalciare sotto i 7 centimetri
LA TECNICA / PROVE MECCANICHE
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Tab. 1 - Analisi qualitativa alle altezze di taglio effettuate nel corso del secondo anno di prove (2001).
LEGUMINOSE
ALTEZZA (cm) NDF ADF ADL FIBRA PROTEINE
4 49,8 36,3 10,2 28,1 14,9
7 49,2 35,1 9,0 26,4 18,0
10 50,2 34,9 8,7 26,6 16,0
TOTALE 49,7 35,5 9,3 27,0 16,3
n.s. n.s. * n.s. *
n.s. : non significativo all’analisi statistica - * : significativo STEFANO PIGNEDOLI,
ALBERTO ASSIRELLI Crpa, Reggio Emilia
ADF (Fibra acido detersa) e ADL (Lignina acido detersa). Durante l’intero ciclo di prove è stata anche effettuata la stima della produtti- vità, al fine di verificare l’eventua- le diminuzione della produzione raccolta legata all’aumento dell’al- tezza di taglio.
PRIMO ANNO DI PROVA (2000) Nel primo anno la prova è stata impostata con la finalità principa- le di mettere in evidenza l’inqui- namento da terra imputabile alla vicinanza del terreno alla pianta, senza considerare l’influenza del tipo di macchina operatrice o le sue modalità di conduzione. Per lo sfal- cio è stata utilizzata una motofal-
ciatrice a lama alternata con lar- ghezza di lavoro di 1,2 metri, con- dotta a mano.
Per quanto riguarda il contenuto di ceneri del foraggio sono stati effettuati due diversi confronti: in un primo tempo è stata eseguita l’a- nalisi della varianza fra tutti i cam- pioni raccolti; successivamente l’e- laborazione è stata effettuata sepa- ratamente per le due tipologie di prato prese in esame (prevalenza di leguminose o di graminacee). In entrambi i casi le differenze non sono risultate statisticamente signi- ficative.
Per quel che riguarda la produtti- vità delle colture è stata effettuata una stima della sostanza secca, prov-
L’ARTICOLO IN DIECI RIGHE A che altezza minima dal suolo va falciato il forag- gio per ottenere il miglior rapporto tra quantità e qualità? Il Crpa ha condotto un’indagine triennale su diversi appezzamenti situati nel com- prensorio del Parmigiano-Reg- giano, mettendo a confronto tre differenti altezze di taglio (4, 7 e 10 centimetri). La comparazione è stata effettuata considerando, nei campioni raccolti, gli indici di produttività e altri parametri qualitativi.
Tab.2 - Analisi qualitativa alle altezze di taglio effettuate nel corso del terzo anno di prove (2002).
LEGUMINOSE
ALTEZZA (cm) NDF ADF ADL FIBRA PROTEINE
4 59,7 33,9 39,9 33,2 13,9
7 58,3 39,7 39,7 33,0 16,2
10 58,6 39,6 39,6 33,0 15,1
TOTALE 58,9 37,7 39,7 33,1 15,1
n.s. n.s. n.s. n.s. *
n.s. : non significativo all’analisi statistica - * : significativo A sinistra:
una sfalciatrice al lavoro.
(Foto Arch. Crpa)
AVVISO AGLI OPERATORI AGRICOLI
Per evitare gravi conseguenze che possono pregiudicare la bieticoltura in Emilia-Romagna, si invitano gli operatori agricoli:
• in presenza di bietole prefiorite di qualsiasi specie (da foraggio, da orto, da zucchero, ecc.) che costituiscono un grave pericolo per i terreni destinati alla coltivazione, in quanto provocano infestazioni di piante che prefioriscono nelle annate successive, ad eliminare gli scapi fiorali che di volta in volta si presentano nei bietolai e nei terreni incolti;
• a procedere all’estirpazione delle piante prefiorite prima della fioritura, poiché si hanno danni ancora maggiori quando il fenomeno si verifica in prossimità di colture di bietole da seme.
Si ricorda che la legge regionale 19 gennaio 1998, n. 2 “Norme per la produzione di sementi di piante allogame. Abrogazione della legge regionale 6 luglio 1977, n. 30” prevede, per quanti “lasciano andare a seme piante inquinanti anche se spontanee” sanzioni amminnistrative da 258,23 a 1.549,37 euro.
Lotta al nematode della barbabietola “Heterodera schachtii”
Il comitato tecnico-scietifico istituiti a norma dell’art. 4 della legge regionale 2/1998 ricorda che la coltivazione di rafano oleifero resistente al nematode Heterodera schachtii contribuisce a ridurre l’infestazione dello stesso nematode a livelli tollerabili per la barbabietola da zucchero, ma che nel contempo va evitato l’inquinamento della produzione sementiera di ravanello da seme.
Pertanto vanno seguite queste indicazioni tecniche:
• nei terreni infestati da H. schachtii la coltivazione di piante ospiti nel nematode dev’essere programmata in rotazioni almeno quadriennali;
• nei terreni fortemente infestati dal nematode la coltivazione di piante di rafano resistente è necessaria per ridurre le infestazioni della barbabietola da zucchero a livelli tollerabili. La coltivazione del rafano oleifero può essere effettuata sia in estate, dopo quella del frumento, sia in primavera, eventual- mente nei terreni messi a riposo (set-aside);
• le coltivazioni di rafano oleifero resistente al nematode devono essere sfalciate prima della fioritura, sia per evitare inquinamenti alle produzioni sementifere circostanti (legge regionale 2/1998), sia perché il rafano oleifero resistente ha già svolto la sua azione biocida sul nematode nelle fasi vegetative precedenti alla fioritura;
• le piante di rafano oleifero resistente a H. schachtii emergenti dopo lo sfalcio debbono essere nuovamente tagliate prima della fioritura. Per i trasgres- sori sono previste le sanzioni amministrative da 258,23 a 1.549,37 euro contemplate dalla legge regionale 2/1998.
IL DIRETTORE GENERALE Dario Manghi
Direzione Generale Agricoltura
LA TECNICA / PROVE MECCANICHE
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vedendo a pesare l’intero contenuto delle parcelle: passando da un’al- tezza di taglio di 4 centimetri ad una di 7, nel caso del foraggio a preva- lente composizione di medica, si è registrata una perdita indicativa di 40 chilogrammi all’ettaro (kg/ha) di fieno per centimetro di altezza, men- tre nel secondo tipo di foraggio (a prevalente composizione di grami- nacee) tale perdita sale a 60 kg/ha per centimetro. Nell’intervallo da 7 a 10 centimetri tali valori aumen- tano fino ad oltre 80 kg/ha di fieno per centimetro nel caso del forag- gio a prevalenza di leguminose e ad oltre 200 kg/ha per quello di gra- minacee.
SECONDO ANNO DI PROVA (2001) Nel secondo anno le prove sono sta- te effettuate utilizzando quattro diverse tipologie di falciatrici rota- tive: una a tamburi trainata con apparato condizionatore a rulli in gomma, una a tamburi senza con- dizionatore portata, una a dischi portata con condizionatore in gom- ma e una, sempre a dischi, portata senza condizionatore.
Riguardo al contenuto di ceneri nel secondo anno sono state trovate dif- ferenze statisticamente significati- ve. In particolare si è riscontrato un generale maggior contenuto in cene- ri nei tagli effettuati ad altezze intor- no ai 4 centimetri. Per contro non si sono evidenziate differenze signi- ficative nei tagli effettuati a 7 e 10 centimetri . Anche il confronto fra le tipologie di falciatrici (dischi-tam- buri) non ha messo in luce diffe- renze significative tra i vari sistemi di taglio, come pure la tipologia del prato non sembra influenzare il teno- re in ceneri del foraggio.
Relativamente alla produzione, la diminuzione di foraggio raccolto passando da 4 a 7 centimetri di altez- za è stata per l’erba medica del 3,3%, mentre passando da 4 a 10 centi- metri il calo è stato del 6,5%.
Relativamente alle graminacee, pas-
sando da 4 a 7 centimetri si è sti- mato un calo produttivo di circa il 5%
e del 9,8% passando da 4 a 10 cen- timetri .
Per quanto riguarda i parametri qua- litativi l’analisi statistica è stata effet- tuata per tipologia di prato: per quel- lo a prevalenza di medica non sono state notate variazioni significative del contenuto di fibra grezza, ADL e ADF, mentre significative diffe- renze si sono riscontrate nel conte- nuto di lignina e proteine (tabella 1), con una diminuzione del primo parametro ed un conseguente incre- mento del secondo all’aumentare dell’altezza di sfalcio, ma con una leggera inversione di tendenza tra 7 e 10 centimetri.
TERZO ANNO DI PROVA (2002) Nel terzo anno sono state impiega- te due tipologie di falciatrici, entram- be di tipo rotativo, una delle quali provvista di apparato di condizio- namento. L’analisi dei risultati del- le prove effettuate nel terzo anno non evidenzia differenze significa- tive tra il contenuto percentuale di ceneri nelle diverse altezze di taglio, anche se come tendenza generale si è riscontrata in più casi una dimi- nuzione del contenuto in ceneri nei tagli effettuati a 7 e 10 centimetri di altezza.
Sotto l’aspetto qualitativo, la ricer- ca di variazioni significative del con- tenuto in proteine, fibra grezza, ADL NDF e ADF ha confermato i risul- tati ottenuti nel secondo anno rela- tivamente alle proteine, con varia- zioni significative per il prato di medica confrontando il foraggio sfal- ciato a 4 centimetri e quello taglia- to ad altezze superiori (tabella 2).
Con la medesima metodologia uti- lizzata l’anno precedente si è pro- ceduto alla valutazione della pro- duttività, riscontrando per le legu- minose una diminuzione percen- tuale del 3,9% passando da 4 a 7 centimetri e dell’8,1% passando da 4 a 10 cenitmetri. Nel caso delle gra-
minacee si è invece rilevata una riduzione del 5,3% passando da 4 a 7 centimetri e del 10,7% passan- do da 4 a 10 centimetri di altezza di taglio.
I RISULTATI FINALI
In tabella 3 sono rappresentati i con- tenuti percentuali medi in ceneri dei campioni raccolti durante le prove. I dati evidenziano una ridu- zione significativa del parametro ceneri solamente nella seconda anna- ta a seguito dell’innalzamento del piano di taglio; questo risultato è stato confermato dall’analisi stati- stica. Negli altri anni questa ten- denza risulta meno evidente o, come nel caso del primo anno, i dati sono piuttosto discordi.
Una possibile spiegazione può esse- re rappresentata dal fatto che nel corso delle prove eseguite nel secon- do anno i terreni si presentavano frequentemente umidi, essendosi verificate piogge in prossimità del- la raccolta; gocce e spruzzi causano il distacco di particelle dalla super- ficie del terreno, le quali possono poi andare ad imbrattare le parti basali delle piante in modo inver- samente proporzionale all’altezza.
La tendenza di fondo di un aumen- to delle ceneri quando gli organi della falciatrice operano molto vici- no al suolo si evince tuttavia pure dai dati del terzo anno, pur senza evidenza statistica.
Le prove di produttività hanno evi- denziato una diminuzione del forag- gio raccolto, ma la parte dello ste- lo lasciata in campo è prevalente- mente composta da fibra e caren- te di proteine: per tale ragione il calo produttivo può essere com- pensato dal miglioramento quali- tativo del foraggio e ciò risulta par- ticolarmente evidente per il forag- gio di medica.
Alla luce di queste considerazioni è consigliabile praticare lo sfalcio ad un’altezza superiore a 7 centi- metri, per garantire una riduzione dei rischi derivanti da inquinamento da terra e un miglioramento qua- litativo del foraggio raccolto. Ciò è ancora più auspicabile soprattut- to in terreni dal fondo irregolare e in condizioni climatiche sfavore- voli.■
Tab. 3 - Contenuto percentuale in ceneri dei campioni esaminati per anno di prova in funzione dell’altezza di taglio.
Anno di prova 3-4 cm(%) 6-7 cm (%) 9-10 cm (%) Significatività
2000 9,59 9,80 9,39 n.s.
2001 11,89 9,35 9,28 *
2002 9,16 8,79 8,89 n.s.
n.s. : non significativo all’analisi statistica - * : significativo