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(1)

Le modalità di fi enagione

per migliorare la qualità del foraggio

Le prove hanno confermato una signifi cativa minore presenza di ceneri,

e di conseguenza un più basso inquinamento da terra, nei campioni di foraggio tagliato a un’altezza di 10 cm.

Contemporaneamente si ha una migliore qualità del foraggio raccolto

di Stefano Pignedoli, Alberto Assirelli

I

l Centro ricerche produzioni animali (Crpa) di Reggio Emilia ha eff ettuato una ricerca, della durata di tre anni (2003-2005), che mirava a valutare l’infl uenza dell’altez- za di taglio dei foraggio sull’inquinamento da terra.

Il progetto, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, ave- va come obiettivo principale quello di indagare sui proble- mi relativi alla salubrità e all’igiene degli alimenti zootecnici destinati alla produzione di latte da trasformare in Parmi- giano-Reggiano. Si trattava di ricercare i possibili fattori di contaminazione degli alimenti, specie di quelli prodotti in azienda, allo scopo di individuare gli eventuali elementi di criticità del sistema produttivo.

I foraggi, infatti, rivestono un’importanza fondamentale nell’alimentazione delle bovine da latte specialmente quan- do il latte viene destinato alla trasformazione in Parmigia- no-Reggiano. Il disciplinare del Consorzio di tutela del for- maggio Parmigiano-Reggiano impone, tra l’altro, che «nel- la razione giornaliera almeno il 50% della sostanza secca dei foraggi sia rappresentato da fi eni».

Da qui l’importanza vitale del processo di fi enagione e della massima garanzia riguardo all’assenza di contaminazioni in- desiderate, che potrebbero avere conseguenze sia sulla salute delle bovine che sulla produzione del formaggio.

Tra i batteri i clostridi sono fra i principali responsabili della comparsa di difetti, anche gravi, nei formaggi a lunga stagionatura, con ripercussioni importanti sulla qualità del prodotto fi nale con conseguente forte deprezzamento econo- mico. I clostridi sono batteri anaerobi che vivono nel terre- no in misura più o meno rilevante in funzione sia della sua tessitura (i suoli ricchi di scheletro contengono meno spore), sia della quantità e qualità delle concimazioni derivanti da deiezioni zootecniche.

Maggiore è la quantità di terra «raccolta» insieme ai forag- gi, maggiore è la probabilità di trovare inquinamento da spo- re di clostridi nel latte e di conseguenza nel formaggio. Per questo motivo sono stati monitorati i sistemi di fi enagione più utilizzati dagli agricoltori.

Si sono per questo messe a confronto diverse tecniche di

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raccolta dei foraggi affi enati in relazione al possibile inquina- mento da terra durante le operazioni di sfalcio, rivoltamento, andanatura e raccolta del prodotto.

Si è trattato dei due cantieri della fi enagione tradizionale (foraggio essiccato in campo e raccolto in rotoballe) e della fi e- nagione in due tempi con raccolta del foraggio sfuso. A questo confronto è stato sovrapposto quello tra due diverse altezze di taglio: una «bassa», a circa 5 cm da terra, e una «alta», a circa 10 cm dal suolo. La valutazione delle quantità di terra è stata eff ettuata determinando, nei campioni raccolti, il contenuto di ceneri presenti dopo essiccazione in stufa.

Le prove sono state condotte presso un’azienda di pianu- ra del comprensorio del Parmigiano-Reggiano, adottando il medesimo protocollo sperimentale ogni anno.

L’azienda in cui si sono svolte le prove era dotata di essiccatoio per l’essiccazione artifi ciale del foraggio sfuso. Per l’esecuzione delle prove sono state utilizzate le macchine aziendali, che rispon- devano perfettamente alle esigenze della sperimentazione.

Macchine utilizzate per la prova

Per lo sfalcio si è utilizzata una falciacondizionatrice nella quale, in seguito ad alcune modifi che tecniche (inclinazione

dei dischi e attacco a tre punti della trattrice), è stato possi- bile variare l’altezza di taglio in funzione del protocollo spe- rimentale.

Il rivoltamento è stato eff ettuato con un voltafi eno portato a 6 rotori; per l’andanatura è stato utilizzato un ranghinato- re stellare a elementi folli composto da 10 giranti; per la rac- colta si è utilizzato nel caso delle balle una rotoimballatrice a camera fi ssa, nel caso del fi eno sfuso un carro autocarican- te trainato.

Risultati del 2003

Nel primo anno di prova non si sono rilevate diff erenze statisticamente signifi cative all’analisi della varianza fra i campioni di foraggio prelevati a diff erenti altezze di taglio (tabella 1) per quanto riguarda il contenuto di ceneri. Ana- logamente, nessuna diff erenza statisticamente signifi cativa è stata rilevata per quel che riguarda i diversi parametri qua- litativi, ceneri in particolare e di conseguenza inquinamenti da terra, tra i diversi sistemi di raccolta.

L’eccezionalità dell’andamento meteorologico che ha con- traddistinto la fi enagione del primo anno di prova (2003) ha probabilmente infl uenzato in modo determinante i risultati.

Piano sperimentale e analisi effettuate

Gli appezzamenti prescelti (medicai) sono stati suddivisi in quat- tro parcelloni di forma regolare e di superfi cie indicativa superio- re a 5.000 m2 ciascuno. L’ampiezza del parcellone ha consentito di valutare l’infl uenza dell’altezza di taglio anche in rapporto alle successive operazioni di fi enagione (rivoltamento, andanatura e raccolta), condotte, come già detto, con modalità e attrezzature di ordinario impiego aziendale.

La prova è stata replicata con le medesime modalità al primo, al secondo e al terzo sfalcio per tutti e tre gli anni di sperimentazio- ne, utilizzando per le tre annate lo stesso prato di erba medica.

Come descritto nella tabella A sono state monitorate quattro tesi, corrispondenti a due altezze di taglio (5

e 10 cm) e due tecniche di raccolta (tra- dizionale, essiccazione artifi ciale), ripe- tendo la prova in ogni anno per tre vol- te, corrispondenti a 3 sfalci. Inoltre, nel corso di ogni prova il campionamento è stato ripetuto in concomitanza con le diverse fasi della fi enagione: sfalcio, ri- voltamento, andanatura e raccolta.

In ogni tesi e per ogni operazione di raccolta sono stati preleva- ti 6 campioni.

Ogni anno ne sono stati raccolti 264, per un totale di 792 campio- ni di foraggio prelevati e analizzati nei tre anni.

ANALISI EFFETTUATE. I campioni sono stati pesati alla raccol- ta e successivamente essiccati in stufa a 105 °C per determinare la sostanza secca. In un secondo tempo si è proceduto alla macina- zione per permettere le successive analisi qualitative.

La valutazione dell’inquinamento da terra è stata eff ettuata per via indiretta, determinando il contenuto in ceneri. Sono stati inoltre quantifi cati il contenuto di proteina grezza e le frazioni di fi bra per valutare il va- lore nutritivo del foraggio raccolto con le due tecniche. Per le analisi ci si è avvalsi del metodo della spet- trometria al vicino infrarosso (pro- teine, fi bra, NADF, ADF, ADL, ce- neri), mentre per la parte statistica è stato utilizzato il pacchetto SPSS/PC con analisi della varianza. • TABELLA A - Piano sperimentale adottato

nelle prove

Parcelle I II III IV

Altezza

di taglio basso basso alto alto

Cantiere tradizionale due tempi tradizionale due tempi

L’appiattimento della differenza è stato riscontrato nel 2003 anche sul contenuto in ceneri in funzione del cantiere impiegato.

TABELLA 2 - Percentuali di ceneri per fase di raccolta del cantiere di fi enagione nel 2003

Altezza

taglio Taglio

(%) Rivoltamento

(%) Andanatura (%)

Raccolta rotoballe

(%)

Raccolta autocaricante

(%)

Basso 9,4 9,7 9,4 9,5 9,8

Alto 9,4 9,9 9,5 9,6 10,0

Signifi catività n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

n.s. = non signifi cativo.

Le condizioni climatiche hanno limitato il livello produttivo appiattendo le eventuali differenze riscontrabili sulla qualità del foraggio.

TABELLA 1 - Confronto dei parametri del fi eno nel 2003

Altezza taglio Proteine

(%) Fibra

(%) NDF

(%) ADF

(%) ADL

(%) Ceneri (%)

Basso 15,6 31,4 53,9 37,5 8,37 9,5

Alto 15,8 31,0 53,8 37,2 8,2 9,6

Signifi catività n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

n.s. = non signifi cativo.

SPECIALE

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Clima molto secco con assenza pressoché totale di precipita- zioni, temperature al di fuori della norma e di conseguenza bassissime produzioni hanno fortemente limitato il livello produttivo dei medicai nei tagli estivi, con un inevitabile ap- piattimento delle eventuali diff erenze riscontrabili dai con- fronti fra i cantieri di raccolta.

Come evidenziato per il dato medio, anche sui campioni che corrispondono alle singole fasi di raccolta non si sono riscon- trate diff erenze statisticamente signifi cative per il contenuto di ceneri, come evidenziato in tabella 2.

Risultati del 2004

Nel secondo anno di prova, l’analisi statistica ha evidenziato una diff erenza fra le due altezze per le ceneri (P ≤ 0,05) e per la lignina (ADL) (P ≤ 0,01), con un contenuto signifi cativamen- te inferiore nella tesi taglio «alto» per entrambi i parametri (tabella 3). I dati analizzati per singola operazione (tabella 4) hanno evidenziato una signifi cativa diminuzione della per- centuale di ceneri nella raccolta eff ettuata con la fi enagione di tipo tradizionale tramite rotoballe. È interessante comunque notare che, indipendentemente dalla signifi catività del dato, si sono sempre trovati valori di ceneri maggiori nel foraggio tagliato ad altezza più bassa (con l’eccezione dell’essiccazione in due tempi dopo la raccolta con carro autocaricante).

Risultati del 2005

Per quanto riguarda l’intero set di campioni, l’analisi sta- tistica ha evidenziato una diff erenza signifi cativa fra le due altezze per le ceneri, con un contenuto signifi cativamente inferiore per la tesi

«alto», conferman- do in tal modo quan- to rilevato nell’anno precedente. Da no- tare anche il dato del contenuto in fi - bra grezza e frazio-

ni della fi bra, che nella stessa tesi risulta inferiore (tabella 5). Infatti lo sfalcio eff ettuato a un’altezza superiore lascia in campo un’aliquota maggiore di stelo, che ha un maggior contenuto di costituenti fi brose.

Le tendenze ben delineate nel dato medio e suff ragate dal- l’analisi statistica risultano confermate pure scorporando il dato per singole operazioni (tabella 6), anche se in pochi casi sono confermate dall’analisi statistica.

Nella fase del taglio non si sono riscontrate diff erenze stati- sticamente signifi cative fra la tesi «alto» e quella «basso». Co- me negli anni precedenti, dopo la fase di taglio non si sono riscontrate diff erenze. Nei campioni raccolti dopo il rivolta-

mento del foraggio il contenuto in ceneri fra le due altezze è risultato statisticamente non signifi cativo. Signifi cativo solo il dato della lignina con valori inferiori nel taglio «alto».

Nel processo della messa in andana del foraggio si sono ri- scontrate diff erenze statisticamente signifi cative nel dato relati- vo alla fi bra, con minori quantità di fi bra nella parcella tagliata a maggiore altezza.

Per la fase di raccolta, dal complesso dei campioni emerge una diff erenza signifi cativa per le ceneri, con un contenuto inferiore nei campioni prelevati con il taglio «alto».

Da rimarcare il fatto che alla raccolta, così come avvenuto al secondo anno, il contenuto di ceneri è signifi cativamente inferiore nelle tesi «alto», rispettando in tal modo l’ipotesi at- tesa alla presentazione del progetto. Da segnalare, seppur non fosse lo scopo specifi co della prova, la migliore qualità del fo- raggio confermata in tutti e tre gli anni di prova nei campioni provenienti dalla fi enagione in due tempi (tabella 7).

La migliore qualità che si è evidenziata nel foraggio destina- TABELLA 4 - Percentuali di ceneri per fase di raccolta del cantiere di fi enagione nel 2004

Altezza

taglio Taglio

(%) Rivoltamento

(%) Andanatura (%)

Raccolta rotoballe

(%)

Raccolta autocaricante

(%)

Basso 8,8 8,6 8,8 8,9 8,8

Alto 8,6 8,6 8,7 8,5 8,8

Signifi catività n.s. n.s. n.s. * n.s.

n.s. = non signifi cativo. (*) Signifi cativo per P ≤ 0,05.

Il cantiere che prevedeva la raccolta con rotoballe

ha evidenziato un contenuto in ceneri statisticamente inferiore quando veniva praticata un’altezza di taglio maggiore.

La maggiore altezza di taglio lascia in campo un più alto contenuto in fi bra presente nello stelo.

TABELLA 5 - Confronto dei parametri del fi eno nel 2005 Altezza taglio Proteine (%) Fibra (%) NDF (%) ADF (%) ADL (%) Ceneri (%)

Basso 12,7 32,6 59,6 39,9 7,1 8,5

Alto 13,0 31,6 59,2 38,8 6,8 8,3

Signifi catività n.s. ** n.s. ** * *

n.s. = non signifi cativo.

(*) Signifi cativo per P ≤ 0,05; (**) Signifi cativo per P ≤ 0,01.

Aumentando la quantità di terra raccolta insieme ai foraggi, cresce

la probabilità di inquinamento da spore di clostridi nel latte

Il contenuto in ceneri e lignina è risultato statisticamente inferiore con un’altezza di taglio più «alta».

TABELLA 3 - Confronto dei parametri del fi eno nel 2004 Altezza taglio Proteine

(%) Fibra

(%) NDF

(%) ADF

(%) ADL

(%) Ceneri (%)

Basso 13,2 34,3 58,3 39,8 8,0 8,8

Alto 12,6 33,5 57,8 38,9 7,6 8,6

Signifi catività n.s. n.s. n.s. n.s. ** *

n.s. = non signifi cativo.

(*) Signifi cativo per P ≤ 0,05; (**) Signifi cativo per P ≤ 0,01.

Andanatura con ranghinatore stellare

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TABELLA 6 - Percentuali di ceneri per fase di raccolta del cantiere di fi enagione nel 2005

Altezza taglio Taglio

(%) Rivoltamento

(%) Andanatura (%)

Raccolta rotoballe

(%)

Raccolta autocaricante

(%)

Basso 8,3 8,5 8,7 8,4 9,0

Alto 8,0 8,4 8,4 8,3 8,4

Signifi catività n.s. n.s. n.s. n.s. *

n.s. = non signifi cativo. (*) Signifi cativo per P ≤ 0,05.

Anche nel 2005 il contenuto in ceneri è risultato maggiore con altezza di taglio a 10 cm (taglio «alto»).

I cantieri che prevedono la fi enagione in due tempi (essiccazione) hanno evidenziato un maggior contenuto in proteina accompagnato da una minore presenza di fi bra.

TABELLA 7 - Confronto tra i cantieri (campioni prelevati dopo la raccolta o il confezionamento delle rotoballe)

Proteine

(%) Fibra

(%) NDF

(%) ADF

(%) ADL

(%) Ceneri (%) Anno 2003

Rotoballe 14,0 33,9 56,4 40,3 8,8 9,6

Essiccazione 16,3 31,1 53,5 37,3 8,5 9,9

Signifi catività ** ** ** ** n..s. n.s.

Anno 2004

Rotoballe 11,9 36,7 59,6 42,6 8,4 8,7

Essiccazione 14,3 32,3 56,3 37,3 7,7 8,8

Signifi catività ** ** ** ** * n.s.

Anno 2005

Rotoballe 11,4 33,0 58,3 40,2 6,6 8,3

Essiccazione 14,8 30,9 59,2 37,8 7,6 8,7

Signifi catività ** ** n.s. ** ** *

n.s. = non signifi cativo. (**) Signifi cativo per P ≤ 0,01; (*) Signifi cativo per P ≤ 0,05.

In assenza di condizioni climatiche eccezionali (2003) l’altezza di taglio

«alto» riduce il contenuto in ceneri.

10,0 9,5 9,0 8,5 8,0 7,5

Ceneri (%)

2003 2004 2005

Anni

Taglio basso Taglio alto

GRAFICO 1 - Contenuto di ceneri nei foraggi nei tre anni di prova to all’essiccazione artifi ciale può dipendere dal minor nume-

ro di operazioni meccaniche necessarie (meno rivoltamenti) e soprattutto da lavorazioni eff ettuate con il foraggio a umi- dità maggiore rispetto alla fi enagione tradizionale, con con- seguente riduzione delle perdite. In particolare, nel cantiere di fi enagione a due tempi si è notato l’aumento delle proteine correlato alla diminuzione della fi bra.

Conclusioni

Il progetto si proponeva di valutare la possibile diff erenza in contenuto di terra nei foraggi sfalciati ad altezze diff erenti.

A parte il primo anno di prova, durante il quale non sono stati rinvenuti i risultati attesi a causa delle particolari condizio- ni climatiche che, come descritto prece- dentemente, hanno caratterizzato in senso negativo tutta la fi enagione, nei due anni successivi i dati rilevati hanno confermato una signifi cativa minor presenza di ceneri nei campioni di foraggio tagliato a un’al- tezza maggiore (grafi co 1).

Il contenuto in ceneri dà una valutazio- ne indiretta dell’inquinamento da terra:

avere più ceneri oltre i limiti fi siologici

della pianta signifi ca avere una maggiore percentuale di ter- ra nel foraggio.

In particolare è nella fase di raccolta del foraggio che si sono riscontrate le maggiori diff erenze fra le percentuali di ceneri.

Questo ha evidenziato come sia questa l’operazione che mag- giormente infl uenza l’inquinamento e ciò è particolarmen- te importante dato che la raccolta è l’ultimo atto dell’intero cantiere di fi enagione. Una maggiore altezza del cotico erboso (ottenuta con il taglio «alto») salvaguardia di più dai possibili inquinamenti da terra durante le operazioni meccaniche.

Riguardo alle diverse tecniche di raccolta (tradizionale e in due tempi) c’è da notare che, nonostante la percentuale di ceneri sia stata sempre inferiore nel taglio «alto», nel se- condo anno le diff erenze statisticamente signifi cative si sono evidenziate nel cantiere tradizionale, mentre nel terzo anno il dato signifi cativo è stato rilevato nel cantiere di essiccazio- ne artifi ciale.

La migliore qualità del foraggio riscontrata nei campioni pro- venienti dalla fi enagione in due tempi conferma che il minor nu- mero di operazioni meccaniche (in particolare rivoltamenti) e la maggiore umidità del foraggio durante gli interventi salvaguar- dano dalle perdite qualitative dovute al distacco delle foglie.

Sempre riguardo alle qualità del foraggio, non è da temere la diminuzione della produttività derivante dallo sfalcio eff et- tuato a maggiori altezze in quanto la parte dello stelo lasciata

in campo è prevalentemente composta da fi bra e carente di proteine; per tale ragio- ne la piccola diminuzione produttiva può facilmente essere compensata da una mi- gliore qualità del foraggio e ciò risulta par- ticolarmente evidente per la medica.

Lo sfalcio praticato ad altezze maggio- ri favorisce, infi ne, un migliore ricaccio, poiché non danneggia la parte basale delle piante e permette una più rapida e unifor- me essiccazione anche negli strati inferio- ri, dato che il sollevamento del foraggio favorisce l’aerazione.

Alla luce di queste considerazioni è pos- sibile concludere che uno sfalcio praticato a un’altezza superiore ai 7-8 cm è sempre

consigliabile. •

Stefano Pignedoli, Alberto Assirelli Crpa - Reggio Emilia [email protected] Raccolta con carro autocaricante

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