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ADELINA ALLA SCALA NELL'IMPERIALE REGIO TEATRO MILANO GALLA STAMPERIA DI GIACOMO PIAOLA RAPPRESENTARSI. ia p^iiiittveta 3efC attuo 4 8»o*

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(1)
(2)
(3)

ADELINA

RAPPRESENTARSI

NELL'IMPERIALE REGIO TEATRO

ALLA SCALA

ia p^iiiittveta 3efCattuo 48»o*

MILANO

GALLA

STAMPERIA DI GIACOMO PIAOLA

diiincantro al detto I. R. Teatro.

(4)
(5)

PERSONAGGL

VARNER,

ricco proprietario;

Sig. Filippo Galli.

A^DELINA

, di lui figlia.

Signora' Elisabetta

Ferrom

€AR£OTTA,

altra figlia.

Signora Elena Baduera.

IRNE VILLE.

Sig.

Gaetano

Cris^elli.

SIMON-E

,

Maestro

del Yillaggio:

Sig.

Nicola De

Grecie.

FIRMINO,

s^rvo d'Erneville.

Sig^ Giuseppe

Binaghi»

Una Pastorelm*

eACClATORK

Villici:

-Ea scena è in

un

J^illaggió presso Zurigo.

La

musica è del sig.

Maestro Pietro Generall

La Scena

è

nuova

^ disegnata e dipinta

dd

sig.

Alessandro Sanquirico.

(6)

Suppìimenti alle

prime

parti cantanti SignoraSerafina Rubini. Signora Paola Monticelli.

Sig.Gio. CarloBerretta.Sig.Francesco

Del MedicOc

Maestro

al

Cembalo

Sig.

Vincenzo

Lavigna.

Primo

J^iolino,

Capo d

Orchestra

Sig.

Alessandro

Rolla.

^Itro primo

T^ioUno in sostituzione al Sig.

Rolla

Sig.

Giovanni

Cavinati.

Primo

J^iolino de*

Secondi

Sig. Pietro Bertuzzi.

Primo

T^iolino per i Balli Sig.

Ferdinando

Pontelibero.

Primo

Violoncello al

Cembalo

Sig.

Giuseppe

Storioni.

Primi

Clarinetti

a

perfetta vicenda.

Sig. Pietro Tassistro.

Sig. Felice

Corradi Primo Corno

di

Caccia

Sig.

Agostino

Beloli.

Primo Fagotto

Sig.

Gaudenzio

Lavarla»

Primo Contrabbasso

Sig-

Giuseppe AndreolL

Suonatrice

d^^rpa

Signora

Teresa Vergani vedova

gabione.

(7)

Direttore del

Coro

Sig.

Gaetano

Bianchi.

Copistaf e proprietario delia

Musica

Sig.

Giova

niu Ricordi*

Marchinisti Signori

Francesco

e Gervasc», fratelli Pavesia

Capi

Illuminatori

Tonamaso Alba. —

Sig.

Antonio Moruzzì.

Capi

Sarti

Da uomo Da donna

Antonio

Rossetti. Sig,

Antonio

Majoli.

yittrezzisla

Sig.

Raimondo

Fornarì,

Berrettonaro

Sig.

Giosuè

Parravicino.

Parrucchiere

Sig.

Innocente

Bonacina.

(8)

9'

PERSONAGGI

BAJLLER{ff€.

Ini'

mt

ove e Compositore de^Balli Sig. Taglioni Salvatore.

"PrimiBallerini serj

Signora TaglioniPeraiid. - Sig.Taglioni suddetto.-Signora ConliMai?ia«

Sig. Moniicini Anèoniq.

.Signora .CìqUì Cai^oiina.

Primi Balleriniper leparti serie Sig. Molinari Nicola.

Signora Piglia Rachele.

PrimiBallerini di mezzo carattere Signori

Trigambi Pietro, Francolini Giovanni, Ciotti Filippo, Baranzoui Giovanni^;Raraacini Antonio, BedottiAntozuQ.

Altri Ballerinip^r leparti

Sig.TrabattoniGiacomo.-Sig.BianciardjCarlo.-Sig. SileyAntonio.

MaestridiMallo,edArteMimicadell'Accademia deglilLRR,Teatri Signori

La-Chapelle Luigi,

Garzia Urbano.

Vii»le«ieuv«Carlo*

Allievi dell'Accademia suddetta Signore

Alìsio Carolina, GregoriniAdelaide, Rossi Francesca, RinaldiLucia^

GrassiAdelaide,^OlivieriTeresa,ZampiizziMaria, Bianchi Angela^

TrezziGaetana,Valenza Giuseppa,Valenza Carolina, TiscardiGiovanna, Guaglia Gaetana, Ravina Ester, Elli Carolina, Carcano Maria_^

Cesarani Adelaide, Novellau Luigia, Cesarani Rachele, RebaudengoClara, CarboneTeresa., CasatiCarolina,

Turpiui Giuseppa, Migliavacca Vincenza.

Signori

Mastini Federico, TrabattoniAngelo, Casati Giovanni.

Corpo di Ballo 3i§aori Nelva Giuseppe.

Belloni Michele.

Goldoni Giovanni.

Arosio Gaspare.

Parravicini Carlo.

Prestinari Stefano.

Zanoli Gaetano.

Rlnioldi Giuseppe.

Cilterio Francesco.

Corticelli Luigi.

T^digìieri Francesco.

Conti Ferwio, Cipriani Giuseppe.

Rossetti Marco.

Maessani Francesco.

Gavotli Giacomo.

Signore Ravarini Teresa.

Albuzio Barbara.

Trabattoni Francesca.

Bianciardi Maddalenat

^'usi Antonia.

Nelva Angela.

Barbini Casati Antonia.

Rossetti Agostina.

Feltrini Massimiiiana.

Bertoglio Rosa.

Massini Caterina.

Mangiuj Anna.

Costaniagna Eufroaia.

Bedotti Teresa.

Pitli Gaetana.

J?onzoniMalia.

^upplimenti aiprimi Ballerifù Signora Piglia Rachele.

Sig..Ciotti FilipjK).

Sigo BaranzoniGiovauru.

Sig.TrabotoìiiAj?gelao

(9)

ATTO UNICO.

SCENA PRIMA.

La

decorazione rappresanta

una

deliziosa

veduta

nella Svizzera.

Rupi

altissime in lontananza , di- vise

da

cadute d'acqua , che

vanno

a formare il

lago di Zurigo.

Due

di queste rupi sono unite da:

rustico ponte, sotto cui scorre

un

ruscello. Dallo spazio delle divisioni delle rupi si scorgono

amene campagne,

e colline. Alla destra dello spettatore la casa di Varner. Il casino di

Simone

alla sini-- atra, e altra casa sulFalto,

Simone

escirà dal suo casinoy affettando

V

aria del poeta imasato.

Sim. JElcco

il sol che spunta fuori,

E nta

all^erba, e ai fiori, (poi

da

con

compiacenza) Che

bel dir!..»

Scioglie il canto Vaugeletto..,

Va scherzando

il zeffiretto...

(come

sopra)

Meglio

ancoto

E., (ma no:)

cioè... (neppure.)

La

verdura...

(Eh,

che

verdure!)

Non entriamo

ora in materibus^

E pensiamo

a

merendar.

Ego sum

persona

prima

,

Che amo amas

di mangiar.

(10)

8-

. . .

Sono

grandi occupazioni Gli scolari, le lezioni

,

E

ci vuole il

manducamus, Ver

potersi sostentar.

Passeggiamo,

un

po'studiamo

,

Poi

veniamo

a

manducar,

(parte: indi

si sente il preludio

una canzone,

cantata poi

da

ì^amer.J

SCENA

II.

ì^arner,

con

fuciley Cacciatori^ indi

5ònone»

poi Carlotta.

J^ar.

j\

irombrsi, amici, ali*

ombra

A

riposar.

^asta

cosi: Uri, liri, Uri.

All' albei^giar grato è il cacciar.

' Bello è'1 veder gli augei cader;

Ma quando

scalda il di

Meglio

è tornar a riposar.

Basta così : Uri, Uri, lui.

Carlotta!... Annetta!... Jacopo!... che fate?

{chiamando

y e crescendo di collera fino al comparire dt Pillici)

I^on c*è alcun?

dove sonU

.

quanto

tardate?

Da merendar

portate

qua:

In allegria , in libertà.

Che

bel piacer

mangiar

e ber

Sènza

rimorsi, senza pensier> {poi

mar-

E

sollevar 1'

umanità

!. . catoj

Oh

, si, si, si. . .

Caro

piacer

,

primo dover Questo

per

me sempre

sarà.

Qui

tutti, qui, a

merendar, In

allegria, in libertà:

Bravi! così! liri, Uri, Uri, Uri.

(11)

Sim, (^compariscef allegra al veder la tavola)

Oh

, si vales , vale, valeo.

p^ar, 11

buon

giorno,

ma

di core :

Se

vi piace, fate onore ,

Qui

v'è sol cordialità, Sini.

Mihi gaudeo

del favore,

Di

si gran cordialità.

Car. *)

Ecco

i fiori a

Don Simone,

*) (escendo) (offerendogli

un

mazzetto)

Ecco un

bacio al

mio

papà.

Sim.

Obbligato alla Carlotta.

Var, Tardi

assai questa mattina, (burbero^

Car, x^spettavo r Adelina.

J^ar. Ella pure ov'è? che fa? (c. 5.)

Car.

A momenti

qui sarà.

Sim.

Buona

figliai...

ì^ar.

Non

vorrei... (c. s.)

iVm.

Manducamus.

Var^

(con dispetto)

Manducamus.

(pcn sor- Bel latino in verità! ridtndo)

a

5

Qui

tutti, qui, a

merendar:

In allegria, in libertà.

^"ar.Car.Godo

a

veder

^ t i

r-L u 1

mangiare,

e ber!

kim.

Che

bel piacer ^ '

a 5 Possa mill'anni durar cosi!

Var. Mio buon

amico!.,, Sim.

Oh

libi gralulor!

Car.

Mio buon

papà!...

a 5 11 ciel benefico i vostri di

Per

voi, per noi conserverà.

Sim*

E

il

manducamini

conserverà.

(iTemici

vanno

riportando latavola, e si ritirano)

(12)

P^arner^ Simi^ne

e

CarloìÈm. | Siìn.llàcco

ben

cominciata

Una

bella .giornata, ortu

^lìs:

Dice bene

il proverbio,

ar. (òurhero)

Terminasse

Ancl>e

cosi.

Ma

.. .

Sim.

Cosa

yi 4i$tuirl>a?

/^"nr.Cosa! cosa!.,. (in ,€<^Seraf Car, (^ngemia)

Papà!

T^ar. Ws. -via. ^(c,

Cur. Vorrei.,.

VarJV^

a pulire il casinp Siilla rupe^

CarMa

, se . . .

jFctr.

A momenti

attendo (impazientandosi^

Il signor forastiero a cui lo ven4o.

WsL là: mettilo air.or dine . fa presto.

CarMa

,

prima

...

jf^ar.

Cosa!

(più impaziente^

Cor. (con sorriso)

Caro papà

mio!...

J^ar.CheI . . . (c. 5.)

Car.

Un

bercio.

jP'ar.

A

te.

(commosso,

e

con

irast^

porto frejxato)

C,a^,

Sono

contenta: addio.

{allegraj saldando parte)

SCENA IV,

f^arner, e Simone,

^/m.vjhe

spiritino eh'è colei! ... lo dice ]Bene il proverbio: talis pater, talis Filius, o filias: voi padre felice!

J^ar.

Oh

si, felicei Intanto

(amaramente)

?^on ritorna

nemmen

questa nijaltina

(13)

II

La

signora Abelina:

Oggi dovea

venire.

Da

sei mesi Ella è presso suo zio.

si ricorda

Quasi

più di suo padre. Essa

mi

scrive

Sempre

raro! .. . e poi

Da poco

in qua si riservata! ...

Oh!

io

50

già quel che

ho

da far: stia con suo zìo»

£im.Eh\

niente:

appena

arriva

La

si abbracciarsi bacia, e poi banchettOo^

I nostri anti<:hi padri che sapeano'

Quello

che si faceano,

sempre

a tavola Finian le loro feste.

In

vino veritas.

E

voi pure dovete in si bel giorno Celebrare il ritorno

Di

una figlia si cara, 51 bella e virtuosa.

P^ar.

E

voi credete

Don Simon,

ch^

mia

figlia

,

Sia proprio. . .

Sim.

MiraMliaj

e col Petrarca

La

fe' natura, e poi ruppe lo stampo.

E

poi figlia rara

E'stata

mia

scolara: e si suol dire,

Dai

frutti vedi l'albero.

Var. Ah! Simone!

Essa

è

la sola

mia

consolazione.

Lo

sa 5

c

tarda a venire]

Ohi mi

farò sentire.

Slmi.

Eh!

niente... e poi

Adesso

è in quell'età...

che

...

mi

capite

.

Ed

essa

ha un

coricino.

ì^ar.

Ohi

si:

un buon

€Ore>

^im.Si bellina ...

Var.

Innocente.. .

Sim, Virtuosa...

Legge

, scrive,

ha una

testa. . . tutti quanti

Le

voglion be-ne , e anch'io .., si..

(14)

12

^an.

(burbero) Basta, basta.

Pranzate oggi con noi? (co7i cxmfidcìiza) Sim, {contento)

Oh

! libi

gr

alias, ì^ar Voi

leggeremo

Gesner.

Sim,

Vclonlieri.

Dice

11 proverbio : -post

prandium

stahis^

Post cenam

ambulabis.

^mbvlarnus,

Adesso un

po'

anche

noi, poi

manducamus,

"

Var.VJ un

latin che vi piace. {sorridtndo)

Sim.

Amico mio

,

Lo

scroccamìni è buono.

Var, Ohi

il credo anch'io.

(partono)

SCENA V.

Comparisce

sul ponte rustico

Adelina

con pic- colo fardello dietro le spalle,

accompagnata da una

fanciulla: essa si

fermo

y

sembra commossaf

sospira,

guarda

la casa paternay e scende lenta tristissima.

Simone a

suo tempo.

Ade.

ce

suon, mi

scendi al cor,

Ma non

cahiii il

mio

dolor.

Bel soggiorno, io torno a te,

Ma tremante

inoltro il piè.

Ah

di

me Che mai

sarà ?

Pace

pili per

me non

v'è:

INon v'è più felicità ,'-

Che

farò ?. .. chi

consiglia/

Quale

stata! quale orroi:!...

Cielo, errai

,

Ma

tu lo sai

Per

chi imploro il tuo favor.

Va

in casa, Annetta, guarda

Se

c'è il signor Maestro. *)

Dove mai

(ia fanciulla parte)

(15)

i5 Ci porta

una

passione sconsigliata !

Che

son io divenuta!

•..oh

sventurata!

(s'

appoggia ad un

albero) Sini.

{guardando

Vorologio)

C'è tempo

al

mezzodì... Questa

mattina

Mi

par piuttosto lunga.,, oh, T Adelina! ...

'ravvisandola)

La ben

venuta! noi

v'aspettavamo:

Banchetto o^^gi per voi.

Ade,

(a

mezza

voce) Signor maestro! . . .

ó'im

Che

cosai... avete gli occhi rossi, rossi!...

Pare

che abbiate pianto! . , .

Che

lagrim uccie!. . .

Ade.

(con espressione)

E quanto

Pianger ancor

dovrò

, se voi.. . signore.. .

^l'm.lo?

Ade,

:

non

più riserve... questo core,

Debole...

è

un

anno!... voi

mi

conoscete,

E mai non

v'accorgeste! .

Sim. (imbrogliato) (Sta a vedere...) Cioè... credea... volea... già... voi... sicuro...

Perchè non

proseguite?

Ade.E

voi

non mi

capite? (con espressione) Sim. {lusingandosi)

(Oh!

è

innamorata

Del

suo signor Maestro.)

Ade,

(con soggezione)

Avea

pregato

L'amica mia

di scrivermi... ecco, è questa

La

lettera. ^la presenta)

Sim. (allegro)

Per me?

... e contien?..

.

Ade. U arcano

Del mio povero

cor. ..

ma non

leggete

Finché non

sono via.

Sim.

Come

volete.

Ade,Se

voi

m'abbandonate,

(con forza) Disperata, avvilita

Abbandonar

anch'io saprò la vita, (entra

m

ca5a di Sim.)

(16)

i4

SCENA

VI.

Simone^

poi J^arner.

Sim.i^on t'abbandono,

no: presto leggiamo:

Che

belle paroline che

m*

aspetto!

L*avrà

dettata lei: cara! sentiamo. {apre la lettera^ legge, e

ad

ogni parola mostra segni di sorpresa, collera e compassione^

Oh

!

veh

! . . .

bon

! . . . bagattelle! .. .

Addio

banchetto! eh via!... no,no.

Ah

ragazze!

Due

testimonii !

dunque

Tatto est validuni^

Ed

io credea, volea . . . cara innocente!

E Varner

!

oh,

F

ammazza...

cospettone, Ci son'io, la

vedremo... (pensando fra

se) T^ar. (escendo allegro)

Oh, Don Simone!

Andiamo

al

manducamus

: è arrivata

La mia

Adelina.

Sim. (imbrogliato) Si?

J^ar,

Me

T

hanno

detto:

Voglio proprio che stiamo allegramente.

iSim

Allegramente

! (c. s. e

malanconico)

J^ar,

E

cosa?...(sorpreso,

guardandolo)

Sim. (con dispiacere)

E

niente niente:

E

intanto

qualcheduno

. . .

Piangerà, tremerà.

Var.

(più sorpreso)

Chi

?

Sim. (marcato)

Se

sapeste! .. .

i^ar.

Che

cosa? (curiosamente)

Sim.

Cosa

grossa! (con

importanza)

Var. Ed

è?... (c. 5.)

Sim, (prendendo per

mano

T^ar.) Sul serio

,

Buon Varner!

Var,

(fa lo stesso)

Buon Simone

! . .

.

(17)

i5

SCENA VII.

Adelina

j esce^ vede suo

padre

,

trema

y e si cela.

^de. C3h

ciel!

mio

padre!

Sim

lo vi scopro

un

segreto,

ma

. . .

Var,

(deponeilfacile presso

un

albero^ Parlate.

{con deirinteresse}

-^Je.(Che

fa egli

mai?)

Sim. Sappiate .. .

ma

bisogna

Darmi

parola che compatirete...

Sicché

mi

promettete1 . . .

J^ar.lo

non

sono già

un

orso, (in collera) Sim, (gli

la lettera)

A

voi: leggete.

Ade.lu^ mia

lettera! (colpita)

Oh Diol (vuolrU

tirarsi^

Sim.

le

fa

cenno di fermarsi) P^ar.Chì scrive?

Sim. (marcato)

Un'

infelice.

J^ar.

A

chi è diretta?

Sim,

AWr

pietà.

F^ar. (apre la lettera,

guarda

agitato il carat-

terej si rassicuray indi legge)

9> Signore, ascoltate le voci d^

una

colpevole,

fi e compiangetela: la paterna autorità

ne

>tfremerà,

ma

compassione.

Eh

!

sempre

queste.

Sim. Sequere.

Var.jt

Sono

dieciotto mesi che

da un

giovine stra-

ff nierofui chiesta inisposa mentre

mio padre

i) era lontano; inesperta^ innocente, sensibile

9>fui sedotta

ad

acconsentire

non ammettendo

V esso dilazione.

Furono

presenti al nostro

99

matrimonio due

testimonj.

Mancava

però

"

V

assenso paterno.

Sciagurata 1 e costei. . .

^de.( Oh mio Dio

!)

(18)

i6

Sim. Finitole.

l^'^arV egli promise chiederìo poscia al caro etrop- V

po

offeso

mio padre

f

Essa

ha un

padre !

Sim.

E

sentite

Come ne

parla? dulcis

amor

patricB

y

Dulce

ridere suos.

Var.lo

agghiaccio tutto, e brucio.

w

ma poco dopo

sparì: divenni

madre.., che

ìf sarà di questa creatura infelice! Se il di

ft lei

padre non

torna,., se il

mio non mi

per- V

dona

.. . inorridite ... la

mia

risoluzione è

fppresa... io sf^no

abbandonafa,

disperata...

9>

un

colpo solo, sì... torrà

entrambe

a tanta

9} sventura (colpito esclama)

Giusto

Cieli correte... andate,

L' infelice ...

ah

no, fermate ..

.

Quai

delitti! quale orrore! ^sigetta su

Ah fremendo

il cor

mi va

1 dtunsedile) Siin.

Non

andate in irascimini:

Siete

uomo

, avete un core

,

Che

provato

ha

pur d*

amore

La

gran possa: er^o pietà. {V'ar,colVoc-

chio torbidoy fisso sempre sulla lettera^

Sim, Vosservaattefitoecerca calmarlo)

Ade. Dio

possente,

Dio clemente

, {contutta espr.)

Parla tu del padre al core :

Calma

il ?:iusto suo furore

,

Per mia

figlia , o Ciel pietà.

f^ar.

Par

eh'eli'

ami

ancor suo padre. frileg'-

Sim. Un momento

sol fu pazza.

gendo) Var, E

tradita e resa

madre

.. (con

compas- Sim. Gran

dolor a

una

ragazza. sione)

ar. Sciagurata !

-^rie. (

Oh Dio

che

pena!

)

Var, E

sua figlia !

Ade.

( Io reggo appena.)

(19)

*7 jP^ar.

[

Voi mi

avete il cor colpito ,

Mio malgrado

intenerito:

E

quel povero suo padreI

Mi

figuro il suo rossore ,

Di

dolore morirà.

Sim. iQuella misera colpito

M'

ha del pari e intenerito.

a

5 i

Fa

pietade quel

buon

padre...

Ma

di padre il forte

amore

Spero

alfin che vincerà.

-c-^Je.

Ah,

l'avesse

almen

colpito!

Egli

sembra

intenerito :

Son

pentita, o caro padre,

Deh

perdona

un

tale errore ,

[

O

il dolor ra' ucciderà, (breve silenzioy T^ar,

Ah

, si. . . (con

emozione

alzandosi)

Sim.

(Quest* è il

momento

). (fa

cenno ad

uddelina a^ncinarsi) yide.

(Pia

forza

non mi

sento), {s

avanza) Var. Simone

!

(guardando

fisso 6im.) Sim.

Ebben

?..

.

Far.

, Costei....

^de. E

avanti voi. (tremante)

yar. (

colpito e con impeto)

Tu

sei? Perfida !. .

.

^de. Oh Dio!...

Sim. (fra Var.

e

Ade.

)

Che

fate ?

Insanus

es?

Ade,

{desolota

a

Sim.) Lasciate:

O

avrò

da

lui la

morte

,

O

il

mio perdono

avrò.

J^ar. No.^^

no

: ti scosta, fuggirai, f

fremente)

Ade. Ck

io fugga ? {piange}

Sim. (seguendo

Var.)

Parcetote.

Var,(fiero)Ì!Ìon mai.

Ade. (come

sopra)

Perdon

....

Var. (come

sopra) JNo, lasciami

(20)

i8 jide.

Var.

Sim.

Ade.

Sim.

Ade.

Deh

!

un

solo sguardo

almeno

, (con

Un

sguardo e partirò, tuttosentimento)

(a

(con tutto impeto)

(cade)

Ade.

f

Sim.

a

6

Vanne

,

non ho

più figlia:

Rossor di

mia

famiglia

Ti

maledi ....

Uh

taceteI

Oh

padre

mio

!

Var,)

Vedete

,

Ella già

muore

....

(senza

guardarla)

Allora

Dovea

perir....

Ch'io rauora? (riavendosiecon

Voi

lo volete, o padre, sentimento)

Ebbene

, io morirò. (^risoluta e per partire: alle ultime parole si volge) Sì, la

morte

...

mi

lasciate;

E mia

figlia... inteso

avete?

Maledirmi!... invan sperate;

No,

più.

ben

per

me non

v'ha.

Partirò,

ma almen perdono, Caro

padre ,

almen

pietà.

Non

niorieris,..

dove andate? (ad Ade.)

CW

ella est

mater

riflettete : (a Var.)

Fulchra

fcBmina sperate,

Tutto

in

ben

terminerà.

Ma

che core! via,

perdono

,

Partirà,

ma almen

pietà.

Oh

qnal giorno ! là fermate ,

Viva,

si: più

non

chiedete,..

Chi

1 pensava:

oh

figlie ingrate!

La mia morte

ella sarà.

Parti ,

va

,

non

v'è perdono.

No

,

non

meriti pietà. {Sim.

conduce

Ade,

nelsuocasino:

Var.

sale allerupi)

(21)

^9

SCENA

Vili.

Carlotta e Firmino.

Fir.

Sicché abbiamo

Vonore di parlare All'amabile

Varner?

Car. (con riverenza)

A

Carlotta.

Fir. Bel

nome

interessante.

E

il signor

Varner

E' in casa?

Car.

Non

lo so;

ma

d'ordinario

A

quest'ora c'è

sempre:

vo'a vedere, Attendete

un momento.

{entra in casa)

Fir.

Con

piacere.

Bel paese la Svizzera, e più belle

Queste

Svizzerottine

Ingenue

, s^raziose I per

esempio Questa

Carlotta....

Car. (tornandoJ Egli

non

c'è.

Fir.

Mi

spiace.

Venivamo

per prendere le chiavi

Del

casin sulla rupe.

Car.

Ah

siete voi ?

Fir. Precisamente io

no, ma siamo

noi,

Che leggemmo

sui fogli di Zurigo

Questo

casino in vendita: sul fatto

Con

chi n è incaricato

contrattammo

Mille e seicento seudi, e lo

comprammo.

Car.

E

chi è

con

voi?

Fir. Cioè con chi son io?

Col

giovine il più amabile, il più

buono

:

Veniamo

or dall'America, e siccome

Ama

le belle viste , è

un amatore

Della

campagna,

e qui poi.., (congalanteria)

Car.

Se

volete

Aspettare

mio

padre , starà poco.

Fir. Aspetto

anche M.

Erneville : intanto

Possiamo

fra di noi.

Bella Carlotta..

.

(22)

Car, Fir.

Entriam.

Sono

con

voL

(entrano in casa di Var.)

SCENA IX.

Erneville dal ponte rustico.*

Firmino

e Carlotta

a

suo tempo.

e ridenti colli,

ameni campi, Cuna

di lei che

adoro,

alfm vi miro, Io vi saluto alfm.

Pur dopo

tanti

Vani

sospiri e pianti

A

voi

mi

guida

amore

,

^

E

di

speme

e piacer

mi colma

il core.

Ai

respirar quest* aure

Fra

così

ameni

o^^getti

,

Farmi

che s ^ipra l'anima

Ai

dolci e Cdtri affetti,

E

fra soavi

immagini

M'illude e

calma amor.

Ma

se un crudele obblio...

E

se tradito

oh Dio!

Qual

gelo al cor

mi

scende

,

E accende

- il

mio

furori

Ah

!

no

,

non

è possibile

,

E' troppo

mio

quel cor;

Amor me

lo predice

,

Sarò

felice - ancor.

Cara

illusion ,

non mi

lasciar, consola

Questo

misero cor da tanto

tempo Dolente

, oppresso.

Cosa

avrà

mai

detto

Quand*

io

temendo

i vezzi, i pianti suoi Partii senza vedeila,

onde

all'armata Raggiunger il

mio

corpo? {impaziente)

(vedendo

escir Fir. dalla casa di ar,)

Ebben, Firmino?

(pausa e poi

con

trasporto)

(23)

'2

Tir,

Non

c è il padrone:

mancano

le chiavi.

Car.

Viene mio

padre.

ìu\

11 signor

Yarner

?

Ern. (colpito)

Varner

!

SCENA X.

Varner cupo

e pensoso

ode

il suo noine^

e volgendosi

/^dr."Eccoml

, siete voi forse, o signore , . .

jt^rnAÌ

compratore

del casin.

jf^ar.

Perdono

:

Voi m'

avrete aspettato. . .

Ern. {sempre

guardandolo)

TSo

Tenete:

{cava dal portafoglio

una

ricevuta)

Ecco

la ricevuta del

danaro

In Zurigo contato

Al

Vostro incaricato. {la mostra a T^ar.) T^ar.fcco le chiavi. (gli

dà una

borsa condelle Carlotta , tu -ucconipa^riah.

Se mai

chiavi) V*0{corre quaU-ln , cosa ordinerete,

Ern

\\x\\\\ì\ , va ^sV;.nll , poi t'aspetto

Voi Adunqut'

siete?.. {Fir. e Car, partono)

Var {cupamente Un

infehce.

Ern

yivamrnt^j II padre

Jjtjil Aci» 'ma.

T'^ar. [con fitnco)

Che

?. ..

come

il sapete? J)ove ininso 1 avi^te ?

Da

chi? ia qual

modo? oh mio

dolore!indegna Perfida figliai...

Ern. ^ (

Oh Dio

! )

Dnnqu'

ella ... (agitate^}

Var

(fiero)

Paga

il fio della sua colpa.

Lunge

da

un

padre ch'ella

amar non

seppe

Con un

vii sedultor.. . nella ftiiseria. .

.

(24)

-25

Ern Oh

Ciefel

^ ^ i^óhpltt!)

Var. Voi

piangete? ffreddamtnte)

No

3

non

la

compiangete

:

Soffra , peni , patisca . ella

ha

tradito (con forza)

Suo

padre, il sno

dover,

la sua famiglia.

Me

cr^mpiangete,

me

:

non ho

più figlia.

(frementedirabbia epassioneentra nella

sua

casa)

SCENA XL

Erneviìle indi Adelina.

Ern.

A. che

venni?

ch^

intesi ? (pausa pai gettandosi

a

sedere)

Tutto

tradir cosi

mentr

io per lei... .

A

chi donati

avea

gli affetti mieif {si copre

il volto colle

mani) Ade. Ah prima

di partir potessi

almeno

{timida"

mente

dalla casadi ò^im.ossers^andointorno}

Rivedere, abbracciarla

mia

CarlottaJ{avanza) Ern.Sìf abborrirla , scordarla, {s'alza per partire)

ylde.Chì

mai

? \sHncontrano)

Ern

.{ravvisandola)

Che

veggo?

Tu?

{con fremito)

Ade.

{con trasporto) Erneville 1

Ern.

ffiero) ^ Arresta*

Scellerata!

mi

lascia, fuggi.^

Ade,

(sorpresa)

E

questa

accoglienza ....

Ern,

(come

sopra)

Che

meriti.

Ade.

(con passione)

Non ^i...

Arzi.

Tutto

pur troppo.

(amaramente)

Ade. Ebben

, apriaii

dunque Le

tue braccia.

Ern,

Va

: scostati.

Ade.

{con tenerezza e pena)

Crudele

f

Cosi tratti Adelina?

\

(25)

^m.

CTn' infedele...

^de

Io infedele 1

Oh

il più iTigrato,

E

che pur

amo

ancora più

che amai!

Disonorata ,

abbandonata

....

£rn. (fremente)

E

poi

Vilmente

in seno a

nuovo amor

scordasti...

^de

lo che dici tu

mai

?

firn, (con forza)

So

tutt<) e basti.

Taci:

non

hai difese

,

Palese è '1 tradimento:

Deir amor mio mi

pento^

Ti

lascio al tuo rossor. (per partire^

^(fe.

Ferma

: innocente io sono, Squarciarmi il cor potrai :

Vedrai

se ognor t'

amai

^

Quanto

^* adoro ancor!

Come

seduce

un'anima

L' accento dell'

amor.

D'olce ti sceada alF

anima L'accento delFamor.

Ma

, il f:eduttor per cui

Freme

tuo

padre

1

(teneramente) ingrato1

Sei tu^ nè t'ho svelato.

E

per ,me dungijej . .. {colpito^

Oh

quanti Versai sospiri e {>iaiitii

Anima mia

,

perdono

:

Ap piedi tuoi

mi

vedi. (a suoipiedi)

Se

fida ancor

mi

eredi (rialzandolo)

Ti perdonò

il

mio

cor pni abbrac- eiamdosi e con trasporto)

^Stringimi al seno, son lieto appieno :

Mai

più lasciarsi ,

sempre

adorarsi

Quai

dolci palpiti! qua! vivo giubilo!

Oh

inespximihiie felicitaci {entramj nella casa di òini,)

(26)

^4 SCENA XIL .%

Varner a un

villico, poi Simone.

a a Soffinghen , e prega a

nome mio La mia

sorella a venir qui. Sei leghe Si posson fare a piedi e presto.*) lo trovo

Questo

il miglior partito, *) {ilnllico parte) Sì, e

domani

ese^^uirlo, {pensoso)

SimW

tt^mpo è brutto; (uscendoe

guardandolo) Siamo

jn burrasca... eh niente : ci son io :

l)ice il proverbio :

un

bravo

marinaro

Ya

a Seconda del vento.

Caro Varner

!

J^ar.AdAìo

, m-nestro , addio. .. {^cupamente)

Forau per lungo tempo.

Sim. Non

intelligo.

P'r/r.

Domani

io parto.

A

sessant*anni io

debbo

Lasciare il suol natio. (c. 5.)

Sim.

Ma

puossi a tutto

Molto ben

riparare: per

exemplum Può

pic;cervi quel giovane, ed allora

Firmar

col vostro assenso

Il fatto

matrimonio

Colla cara Adelina,

par.

Niente, niente.

Ei potrà riparar la di lui colpa:

Colei

giammai

la sua.

Sim. Dunque

. .

.

T^ar. Lasciate

Di

parlarmi per lei, di lei.

Sim, {marcato

e con cahlo) Pensate Ch'è disperata, et

mater

T^ar.

E doveva

Pensar che aveva un

padre» un

uom

d'onore..*

Una

figlia di

Varner! che

rossoreI

Sim hh amicone

l al contrario,

(27)

25

Bisogna perdonar : dice il proverbio:

j

Fa

agli altri quello

che

per te vorresti*

Sicché....

P^iGrr.

No

, per tai colpe

Non

v'è perdon.

!>tm. Quest'è troppo rigoris:

i

La

colpa

non

fu sua

^ar.

Di

chi?

>Ym. amoris.

Falsus est, eh'

amor

sit

Un

fanciul bendati^ gli occhi;

Son

bazzeccole pei sciocchi,

E

ad

probandum sumu$

qua.

Natus amor

est

cum mundus

J'jFg'o senex

tamquam

cuccus:

Di

malizie in

conseguenza

E' maestro d'esperienza,

E

in

un puro

coricino

Entra

dentro pian pianino,

E

la povera puella

Sente amore,

e

non

lo sa.

Cupio

cupis in volgare SI traduce per

bramare

:

O^ni donna

per natura

Est

fragilis creatura :

Cupit questi , cupit quella ,

La

cagione è chiara e bella. .

.

E

per questo il

Dio

di

Gnido

E' chiam^ito

anche Cupido

;

E

(Cupido frasconcello

Sa

pii tarla

come

va.

Sicché

dunque

parcetntey

In

(Bttrnum videtoU^,

E

in un dolce

manducamus

Ritorniamo

ai

buon umor,

(partono)

(28)

^6

Emenlle

a

mano con Adelina

, .poi Simone.

I?rn Jbjsci,

men

:

non

c è alcuno, anjdiamo.

^de. O amore

E

di sposa e di

madre

in piè

mi

reggi.

Sim.DoYe

andate? 'Fermatevi.

^de. Oh Maestro

I

Come

poss io qui più restare? Il padre

JE'implacabile.

Sim. Eh

il padre

Si placherà, lo spero.

Voi

restate in

mia

casa(ad )

E

voi salite cSubito la collina, e ivi nascosto (ad Ern,)

In

qualche p^^rte il

tempo Opportuno

attendete.

^de.E mia

figlia

dovrò

si lungo

tempo

Lasciarf

Ern. La

cara figlia

Che

abbracciare desio?

£im. U

abbraccerete

Ma

per ora dovete Lasciarla , e qui restar,

^de.

Lasciarla

oh Dio

1

Qual pena, amico mio!

quale esigete Sagrifizio crudel !

ma

lo volete ?

E' necessario ... e facciasi: su lei

Vegli del ciel , del zio

Tamor

pietoso*

O

sposo ! (ad Ern.) allor che 'Stende

Le

tenerelle braccia, e che sorride

Se

la vedessi! ...

ah

il cor

mi

divide.

Quel

suo tenero sorriso.^

La

vezzosa età innocentej

Quel

gentile

amabil

viso^

Di

natura il suon possente

(29)

/ 2^

Teglia il ciél , che al padre in seno Destar possano pietà!

Ma

se inai... (crudel pensiero!)

Su

lei pure il destin

mio

! . .

.

'

Se

Tediasse il padre I

oh

Diof!

Che

di lei , di

me

sarà?

j

Ma

in ciel v'è

un Nume

I Giusto, pietoso ,

Che

padre, e sposo

Mi

serberà.

E

rAdelina

Tra

il padre , e vei^

I giorni suoi Lieti trarrà.

Vado

.. . o cai-i I qua!

momenti

Saran questi pel

mio

cojre ! Il

perdon

del genitore

Tutti noi consolerà. {entra ed

Em.

monta

sulla collina)

SCENA XIV.

Simone,

indi

Varner.

Sim.

me

adesso : possibile!

Oh

disgrazia,

oh

accidente,

oh

fiero eccessoì!

Fino ad

or

mai

successo.

Far.Simone

quali grida cosa è nato I

Sim.lo sono spaventato.

J^ar.

E

perchè

mai?

iSim.Udite, e inorridite:

andando

io sopra Della collina , ascolto

un

grido , osservo^

E vedo

dalla

cima

Del più celato

monte

Una donna

slanciarsi e rotolarsi

Verso

del fiume sottoposto, in cui L'infelice a quest'ora

^iSe

Boa

è

morta

converrà cJie

mora.

(30)

l^ar

Che

sento

mai

1 Ohlrtiè

mi trema

il core.

Sim.

Che

ue dite?

f^ar.

Non

so.

Sim.

Lo

so

ben

io.

J^ar

Quale

presentimento!

Ah

la

mia

figlia tosse . . ^

Sim.

(E

turbato... dubita

va

bene.) .

I^ar.

Ma

di ciò

che

ne dite?

Che

pensate I Forse per caso ... per disgrazia. . .

Sim. O

forse

Vittima disperata dell'amore...

Deir

odio.. . del rigore ...

J^ar.

Oh Dio!

qual penàf

Accorrete

,

Simone

,

domandate

Come mai

?.. Ch'ella sia ?... Presto. . .

Sim,

(Va

bene.)

Corro

e ritorno. {parte)

jy^ar.

Ah

il piè

non mi

sostiene

Se Adelina

. ..

oh penderò

!...

Ah mai non

siaI

Deh

tu proteggi o Ciel la figlia mia.

I^ar.

Oh

natura , ti sento :

?uanto mai

possente sei 1

u trionfi in tal

momento De'

miei sdegni , del

mio

cor.

Ehi,

Carlotta, olà, Carlotta I C^erso la sua rasa) Car.

Papà mio

,

che comandate

l {fi$ctndo)

Var,

Corri,

monta

la collina»

Car,

A

cercare

d'Adelina?

Var. A

saper

d

un' infelice

Cosa

accade , e

che

si dice :

Ah

la misera sua sorte

Nasce

forse dal rigor.

(31)

SCENA ULTIMA,

Simone^

poi tutti.

Sim. V.ialessi di ritorno,

Son

qui tutto sudato.

f^ar.

Ancor non

siete andato!

5/m. Ci sono novità,

Var. E

che ? (furioso)

Sim^

Per viam

trovai

,

Oh mirum

!

T^ar.

E

chi

mai

!

(come

sopra)

Sim.

Di

lei l'afflitto conjuge

Che

il caso narrerà.

T^ar.

Fia

vero? (sorpreso)

Sim. Eccolo qua.

(segnando

Ern., T^ar.

Che

I voi, si^^nor? narrate, che viene Sim.

E

il tutto se vi lice. agitato)

Ern. Son

io queirinfelice,

Che

pace più

non

ha.

T^ar.

Come?

infelice? voi

Giovine

, ricco.

.

Ern.

E

poi!... (con passione)

Non forman

le ricchezze

Ognor

felicità.

J^ar. Spiesjatevi, signore.

Sim.

(Ben cominciando

va.)

Ern. LiR scelta del

mio

core, (conespresssione)

La

sposa

mia

diletta.

Da

fiero genitore

(Var.va

turbandosi) Scacciata, maledetta!...

Fuggi, lasciommi al barbaro

E

più crudel dolore

,

E

adesso oppresso , e misero

Che mai

di

me

sarà?

(32)

ì^ar. (Chef irtfpsif oHirnè! che jsilplti!) {ngh Situi (E'scQ>5'o: va benone.) tatissimo]

Mrni

(

Ca^me

agitata

ho

l'

anima

!)v

W'^mi' voi', signor

Simone

!

Siete- già entrambi

muti

!-

Erm-

I^a

mia

situ^izionè .

3imi Infan regma

jiihasi

P^ar, Presto,.per carità. (inquietissiìTtù]

£,rn.

Dunque...

sappiate...

1^ar.>^(yihrazioneyedespressione) Ebbenpe!...

Ern.

Il padre suo..-.

Adelina...

J^ar,

Mia

figlia! ... ^ (colpità)

Sinv.

Poverina?...

(cenniverse

Ern.

Si^. . . disperata... la sua casa}

Var: Oh

Dio!^

Che

fece!..

.

Ern^^

Andò

..

.

Var. Ma

dove!..,

Mdco

A- piè

d'un

padre

buono

(correa^pieS di suo padre^ e gli abbraccia^

A' chiedere

perdono

5,

Ad

implorar pietà.

Wa?^- t (

Giu^o

eieL!

che

colpo è qtiesto?

fe

Keller

più*il

mio

cor

non

sa.)

y jìde^

Emi

€ar:

a

6

'Il

momento

, o ciel, sia questqi^,

i

Ghe

glii desti in sen pietà;)

•fìm.Fir.f

(Che

stupendo colpo è questo!

( Più- isesistere ei

non

sa.)

p^ar: Alzati*. .. vki : voi pur sorgete: Cintene'

Siim

non

peperciV,

non

vi

movete,

mojl J^ar.

Cornei anche

voi!...

Sinii Io?... sono quello,

Che

tutta ropera guidai bel btfUof

E come

dicesi , tutto va in gloria,.

A

lieto fine la vQ^guidaf»

(33)

5e

Ern.uddeJ)è1ì^ v'arrendete, signor,

cedetev

A

questa misera, che quivi supplicau.

jy^ar.

Chi può

resisterei:., si, vinto aveter (con affezione)^

Venite , tutti voglio abbracciar, Sim.

Or lauda finem

possogridar, (conterdoy

ErmAde. Oh

quanto, o padre, vi voglio amar!' Sim. Car. Fir,

Più

bel

momento

chi

può

gustar!

Ade. Sarò

feliceI nè sogno è il

mio

I

Oh

padre!

oh

sposo!

amico

I...

oh

Dio!!

IMaggior contento

non

so bramar.

J^ar. Sii

buona

madre... sii

buona

sposa...

TuttL

Maggior

contento

non

so bramar;

Per

lunghi anni a noi ritorni

Un

si bel di.

E

fra il giubilo

d'amore, Fra

i piacer d'

un

lieto core5,

Sien felici i nostri giorni

Ognor

cosi

Fine;

(34)
(35)
(36)

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