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CAPITOLO 3.

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Academic year: 2021

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3. GENERALITA’ SULLE ALOPECIE

Col termine di “alopecia” si intende la diminuzione, l’assenza od anche il solo accorciamento dei peli in aree dell’organismo in cui solitamente esso è normalmente presente. La sola diminuzione della densità dei peli è meglio definita come alopecia parziale o ipotricosi (84). La perdita del pelo può avvenire in maniera totale o parziale, ovvero diffusa o circoscritta (58).

Data la grande varietà di cause patogenetiche che possono rendersi responsabili di questa alterazione cutanea, sono stati effettuati vari tentativi di classificazione delle alopecia in base a criteri eziologici. Tuttavia molte pubblicazioni in campo dermatologico rimandano ad una classificazione, basata sia su criteri clinici che istopatologici, coniata da Alhaidari (4).

Le alopecie vengono quindi classificate in:

A. Alopecie ereditarie

A.1. Distrofia o assenza dei follicoli piliferi

Alopecia ereditaria del cane nudo del Messico, del cane nudo Cinese e Peruviano. In questi casi l’alopecia è il risultato di una selezione del carattere fenotipico.

Ipotricosi ereditaria del Cocker, del Pastore belga, del Beagle, del Bichon frisé, del Basset hound, del Whippet, del Labrador e

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del Caniche. A differenza dei casi del punto precedente, queste ipotricosi sono di natura accidentale.

A.2. Displasia dei follicoli primari

Displasia follicolare del Siberian Husky. In questa affezione si verifica una ritenzione del pelo giovanile che assume un colore rossastro a partire dai primi due anni di vita dell’animale.

A.3. Anomalia della struttura del bulbo pilifero

Alopecia dei mutanti di colore.

Displasia follicolare dei peli neri.

Sono probabilmente due espressione della stessa

genodermosi. Nel primo caso l’alopecia riguarderà le zone di mantello di colore diluito (in Dobberman, Chihuahua, Whippet, Cocker, Setter Gordon); nel secondo caso si presenterà esclusivamente in corrispondenza delle zone di mantello color nero.

B. Alopecie acquisite

B.1. Alopecia acquisite traumatiche

Non cicatriziali

- Per grattamento: provocate dai traumatismi esercitati dall’animale sul pelo e sulla cute attraverso l’azione ripetuta del grattamento in risposta ad affezioni cutanee di tipo pruriginoso (dermatiti da contatto, atopie, allergie alimentari, piodermiti superficiali, dermatosi parassitarie pruriginose).

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- Per sfregamento: provocate da ripetute sollecitazioni meccaniche di lieve entità, in genere a livello di zone di contatto con il collare, che provocano fratture dei peli sottostanti.

• Cicatriziali

- Conseguenti a traumi chimici e fisici

- Alopecia da trazione dello Yorkshire terrier. Conseguente ad ischemie, ad emorragie o ad infiammazioni a livello papillare e peribulbare dovute a trazione prolungata dei peli da parte di accessori quali pinzette o fiocchetti utilizzati per raccogliere i peli in ciuffi o per discostarlo dagli occhi.

B.2. Alopecie acquisite non traumatiche

Non cicatriziali

- Per arresto del ciclo follicolare

o Disendocrinie: Ipotiroidismo, Cushing spontaneo o iatrogeno, ormoni sessuali, iposomatropismo del cane adulto o congenito, alopecia ciclica del fianco, alopecia X.

o Effluvio telogeno: caduta del pelo che si verifica due o tre mesi dopo un evento stressante di notevole entità con arresto improvviso del ciclo follicolare e sua successiva ripresa.

o Alopecie nutrizionali: sindromi da malassorbimento o da malnutrizione. Carenza di acidi grassi essenziali, di Vitamina A, B, C, E e di oligoelementi.

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o Alpecie tossiche: per avvelenameti da tallio, arsenico o mercurio.

- Follicoliti

o Batteriche, fungine

- Perifollicoliti

o Leishmaniosi: zone alopeciche anulari con scalificazioe ed estensione centrifuga.

o Adenite granulomatosa sebacea

o Alopecia areata: dermatosi autoimmune; si presenta con lesioni alopeciche anulari che interessano la testa ed il collo.

- Neoplasie

Alopecie conseguenti all’invasione delle strutture

dermoepidermiche da parte di cellule cancerose, come nel caso di istiocitomi o di metastasi cutanee di adenocarcinomi.

• Cicatriziali

- Di origine infettiva

o Piodermiti profonde

- Di altra origine

o Dermatomiosite: è una dermatosi rara descritta nel Collie e nello Shetland. Le lesioni sono costituite da papule, pustole, vescicole e da ulcere situate generalmente a livello del dorso del naso, delle labbra, delle orecchie, delle dita e della coda, accompagnate da una miosite dei muscoli temporali e dei masseteri. Ne consegue un’alopecia cicatriziale.

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o Sclerodermia: dermatosi rarissima immunomediata, caratterizzata dalla comparsa di una lesione di sclerosi circoscritta, localizzata generalmente sul tronco o sugli arti, che si risolve spontaneamente.

Un’altra classificazione delle alopecia, che deriva da uno studio di Tieghi C., si basa sull’esame del tricogramma nella diagnosi dermatologica (84).

Secondo questo autore i reperti patologici possono interessare:

A. Parte radicale del pelo

a. Rapporto anagen/telogen alterato: Poiché è realmente difficile stabilire quale sia il giusto rapporto fra i peli in fase anagena e quelli in fase telogena, si tende a credere ad un reale arresto del ciclo pilifero quando praticamente tutti i peli sono in fase telogena. L’aspetto clinico principale legato a questa alterazione è quello della presenza di peli facilmente sfilabili dai follicoli.

Malattie caratterizzate dalla presenza di peli nella quasi totalità in fase telogena con la restante parte del pelo (fusto e punta) normali sono:

- Endocrinopatie, quali la sindrome di Cushing, l’ipotiroidismo, l’iperestrogenismo, prolungate terapie cortisoniche o progestiniche.

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- Deflusso telogeno. Questo è un problema medico caratterizzato dall’ingresso sincrono di quasi tutti i peli in fase telogena a causa di un grave stress fisico o psichico (ad esempio lo stress da parto).

- Alopecia per un eccesso della muta. E’ un evento raro che si osserva prevalentemente in primavera in gatti e cani a pelo lungo con una gestione non accurata del mantello, oppure in cani con pelo corto e rado quali Alani e molossoidi.

- Alopecia post tosatura. E’ una condizione che si osserva prevalentemente nelle razze artiche le quali hanno normalmente un periodo molto lungo di catagen-telogen, forse per un adattamento fisiologico all’ambiente in cui vivono.

- Alopecia X. Questa è una sindrome clinica non ancora ben documentata che farà parte integrante della stesura di questo lavoro.

b. Porzione bulbare malformata: in questa sezione trovano posto le alopecie dovute ad alterazioni proprie dei follicoli e di conseguenza dei peli. Queste forme sono generalmente denominate displasie follicolari per le quali è accertata o presunta una base genetica. Nella maggior parte dei casi si tratta di alterazioni che sfociano in alopecia conclamata solo tardivamente, verso il 1o-3o anno di vita e spesso

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ognuna è peculiare di una specifica razza. In dettaglio i questa sezione abbiamo:

- Displasie follicolari associate ad anomalie della pigmentazione: displasia follicolare dei mutanti di colore (blu o isabella), displasia dei peli neri in cani bi e tricolori; displasia follicolare dei Dobermann adulti marroni o neri; displasia follicolare del gatto Cornish Rex.

- Displasie follicolari non associate ad anomalie della pigmentazione: displasia follicolare del cane da acqua irlandese; lipidosi follicolare del Rottweiler; displasia follicolare stagionale dei fianchi (alopecia stagionale dei fianchi).

- Alopecia areata: è una malattia acquisita, autoimmune, caratterizzata dalla rapida comparsa di chiazze

alopeciche, asimmetriche o simmetriche,

apparentemente non infiammatorie e a margini ben demarcati.

c. Estremità prossimali avvolte da materiale cheratinico: sono malattie contraddistinte dalla presenza di vistosi manicotti di materiale cheratinico o cherato-sebaceo che contornano il pelo o gruppi di peli, e caratterizzate da marcata ipercheratosi follicolare. Tra queste troviamo le follicoliti ed alcuni disturbi della cheratinizzazione dove è presente una sproporzione tra l’ipercheratosi follicolare e

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- Follicoliti infettive-infestive (demodicosi, follicolite batterica e dermatofitosi).

- Adenite sebacea.

- Dermatosi che risponde alla vitamina A.

B. Il fusto

Anomalie strutturali: I reperti saranno da considerare patologici tutte le volte che i fusti piliferi, formazioni dure, compatte, composte da cellule morte completamente cheratinizzate, presentano delle alterazioni strutturali. Queste portano ad una fragilità dei fusti a cui può seguire la frattura degli stessi. La rottura può essere localizzata a diversi livelli o, viceversa, in tutti i peli allo stesso livello. In questo gruppo di alterazioni abbiamo:

- Dermatofitosi: i fusti piliferi affetti hanno una struttura alterata perché gli elementi miceliali (ife) li invadono scompaginando e rendendo fragile la loro cuticola e corticale.

- Tricoressi nodosa: questo è un termine descrittivo utilizzato per definire un modo “distintivo” di rottura dei peli a seguito di insulti chimico-fisici che rendono fragili i fusti pilari alterandone, in primo luogo, la cuticola.

- Deflusso anageno: Il termine è fuorviante in quanto indurrebbe a credere in una tumultuosa perdita di peli strutturalmente integri ed in fase anagena. In realtà si

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ha la perdita dei peli in fase anagen che però non cadono in toto, ma vengono persi per la rottura dei fusti, tutti allo stesso livello, poiché in quel punto si è creata un’alterazione focale dei cheratinociti. La causa di questa alopecia è uno stress fisico iperacuto, di durata molto breve, che porta ad un danno delle cellule in rapidissima mitosi, ma non alla cessazione prematura della fase anagena. La causa classica è la radioterapia (deflusso anageno limitato al punto di applicazione), o la chemioterapia sistemica, soprattutto quella a base di potenti antimitotici quali gli agenti alchilanti (ciclofosfamide e metotrexate).

- Tricoressi invaginata (o peli a bambolo): in campo umano è considerata un’alterazione distintiva che può verificarsi in corso di un’anomalia ereditaria: la sindrome di Netherton. Il difetto primario appare essere un’anormale cheratinizzazione del fusto pilifero a livello

della zona cheratogena. Questo porta alla

intussuscezione della parte distale rigida, poiché totalmente cheratinizzata, nella parte prossimale molle, non ancora cheratinizzata. Le forme sporadiche di tricoressi invaginata potrebbero essere delle forme di deflusso anageno.

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dovute a mutazioni genetiche, negli animali domestici ne sono stati riportati solo quattro tipi: la tricoressi nodosa congenita; una forma di pili torti; i peli a “cipolla”; la spiculosi (pseudopeli molto spessi, malformati e corti).

- Gravissima malnutrizione: solo in casi estremi, per altro rarissimi, di insufficienza pancreatica, cachessia neoplastica e dieta globalmente carente, si può arrivare alla malformazione e alla fragilità dei fusti piliferi.

C. Estremità distale

a) Punte rotte o alterate: come reperto patologico della parte distale si intende l’assenza di una punta normale in peli con fusti e radici nella norma. Questa sezione comprende:

- Alopecia autoindotta: questa forma di alopecia è dovuta ad un accorciamento dei peli a seguito del continuo trattamento, morsicamento o leccamento di una zona cutanea da parte dell’animale, in risposta ad uno stimolo pruriginoso o a turbe psichiche.

- Alopecia della coda: In alcune razze a pelo corto (bassotti, levrieri, bull terrier) si ha la frattura degli apici dei peli della superficie dorsale della coda, forse per un’intrinseca fragilità dei peli o forse solo per la specificità della sede sottoposta a continue frizioni.

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- Tricoptilosi o “doppie punte”: questo è un termine descrittivo è utilizzato per definire la rottura dei peli dovuto agli effetti cumulativi dei traumi chimici e fisici che alterano la cuticola all’apice dei peli. Persa la cuticola si ha facilmente la disgregazione e lo scollamento delle fibre della corticale in senso longitudinale, portando alla divisione dell’apice del pelo.

- “Candeggiature” da agenti atmosferici: i peli trattenuti in fase telogena o catagena per un lungo tempo, anche anni, possono presentare alterazioni apicali dovute alla prolungata esposizione agli agenti esterni. Spesso le punte sono rotte, blandamente sfrangiate e lievemente curvate. A volte si osserva anche un’alterazione del colore.

D. Miniaturizzazione dei peli

- Calvizie a modello o canine pattern baldness: così chiamata perché assimilata all’alopecia androgenetica dell’uomo, poiché nel cane come nell’uomo l’alopecia rimane confinata a determinate zone. Nei cani maschi sono coinvolti soprattutto i padiglioni auricolari, mentre nelle cagne, oltre all’alopecia dei padiglioni, è presente un’alopecia ventrale confinata alla linea mediana di collo, torace ed addome e alla faccia caudo-mediale delle cosce.

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fino ad arrivare, nel corso degli anni, all’atrofia totale dei follicoli caratterizzata dalla scomparsa sia dei peli che degli osti follicolari (orecchie di cuoio).

- Sindrome paraneoplastica in corso di tumore pancreatico: questa sindrome, eccezionalmente rara, è caratterizzata da un’ipotricosi e da una dermatite desquamativa che rapidamente esita in un’alopeacia totale (soprattutto ventrale). In questo stadio la cute glabra è caratteristicamente “traslucida”.

E. Alterato rapporto peli primari / peli secondari

- Alopecia X, in fase iniziale.

- Ipertricosi delle femmine di Cocker spaniel e di Setter irlandese ovarioisterectomizzate: alcune femmine di queste due razze vanno incontro ad una crescita abnorme dei peli secondari poco dopo l’intervento. L’anomalia di crescita riguarda sia il numero che la lunghezza dei peli secondari del tronco.

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