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Elettrodinamica 2 30 ottobre 2015

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(1)

Autoinduzione

Dimensioni e unità dell’autoinduttanza Fem autoindotta

Induzione mutua Circuito LR

Energia magnetica

Energia magnetica di due circuiti accoppiati Circuito LC

Elettrodinamica 2

30 ottobre 2015

(2)

Autoinduzione

• Un circuito percorso da corrente genera un campo B

• Il flusso di B concatenato al circuito è

• B può essere calcolato usando la prima formula di Laplace

• B è proporzionale alla corrente, ne segue che anche il flusso lo è

 



S

A d B S

B

|

0 3

4 r

r l i d

B

(3)

Autoinduttanza. Dimensioni, unità di misura

• Il coefficiente di proporzionalità è detto autoinduttanza del circuito

• Dipende soltanto da fattori geometrici, come la capacità elettrica

• Le dimensioni sono

• L’unità di misura è lo henry (H)

Li

   

L

 

i

A Tm A

H Wb

2

(4)

Autoinduttanza di un solenoide

• Il campo B dentro un solenoide di N spire, sezione A e lunghezza l è

• Il flusso di B concatenato con le N spire è

• L’autoinduttanza è

l i ni N

B 0 0

Ali n

nlBA

NBA 0 2

Al i n

L 0 2

(5)

Fem autoindotta

• In un circuito, se varia la corrente, varia il flusso di B e quindi viene indotta una fem

• In un circuito indeformabile l’autoinduttanza è costante, la legge di Faraday si scrive

• Nel caso generale si avrebbe

dt L di dt

Li d

dt

d

( )

E

dt L di dt i

dL dt

Li d dt

d

( )

E

(6)

Induzione mutua

• Se due circuiti C1 e C2 sono vicini, il flusso magnetico attraverso uno

dipende anche dal campo B, e quindi dalla corrente, dell’altro

• Di nuovo il flusso è proporzionale alla corrente

• Ove M21 il coefficiente di induzione del circuito 2 sul circuito 1

 



1

1 2

1 2

21 |

S

A d B S

B

0 2 2 3

2 4 r

r l

i d

B

2 21 21 M i

C1

C2

(7)

Induzione mutua

• A questo termine si aggiunge naturalmente quello di autoinduzione, il flusso totale è quindi

• Simmetricamente per il circuito 2 avremo

• Si può dimostrare che

• Il valore comune M è detto induttanza mutua

• Dipende sia dalla forma di entrambi i circuiti che dalla loro distanza e disposizione relativa

• Dimensioni e unità di misura sono le stesse di L

1 12 2

2

2 L i M i

2 21 1

1

1L iM i

21

12 M

M

(8)

Fem indotte

• Per trovare le fem indotte nei circuiti, applichiamo la legge di Faraday

• Supposte le L e M costanti, abbiamo

• Nel caso in cui le L e M variassero nel tempo, bisognerebbe aggiungere le derivate temporali dei termini corrispondenti

dt M di

dt L di

dt E d

dt M di

dt L di dt

E d

1 2 2

2 2

2 1 1

1 1

 

 

(9)

Circuito LR

• Contiene un resistore R e un induttore L

• Inizialmente il circuito è aperto e i=0

• Alla chiusura del circuito i è ancora zero, ma varia come e nell’induttanza c’è una fem

• Al tempo t circola una corrente i e ai capi di R c’è una caduta di potenziale iR

• Per la 2a legge di Kirchhoff

dt di

dt di

L

 0

iR

dt L di iR b

i

b E E

E

(10)

Analisi qualitativa del circuito LR

• Al tempo t=0, i=0 e la fem è uguale all’opposto della fem della batteria. Ne segue che i cresce come

• Al crescere di i, cresce la caduta di potenziale sulla resistenza. Ne segue che i cresce come

• Cioè più lentamente che per t=0

dt di

L

L dt

di Eb

0

L iR L

dt

di b

E

(11)

Analisi qualitativa del circuito LR

• Il valore finale di i si ottiene uguagliando a zero e vale

• L’equazione del circuito ha la stessa forma che per il circuito di carica di un condensatore

• Si ottiene come soluzione

• Con costante di tempo del circuito dt

di

R

L

t

b e

i ER 1 if ERb

(12)

Energia Magnetica

• Partiamo dall’equazione del circuito LR e moltiplichiamo tutti i termini per la corrente

• Il primo membro rappresenta la potenza erogata dalla batteria

• Il primo termine a secondo membro è la potenza dissipata nella resistenza

• Il secondo termine rappresenta la rapidità con cui viene erogata energia all’induttore

dt Li di

R i

i

2

E

(13)

Energia Magnetica

• Possiamo dunque scrivere

• La quantità totale di energia accumulata

nell’induttore si trova integrando da i=0 a i=If

• Si deve dunque compiere lavoro per instaurare una corrente in un induttore

dt Li di dt

dUm

2

0

2

1

f I

m

m

dU Lidi LI

U    

f

(14)

Energia Magnetica

• Nell’istaurare una corrente in un induttore si genera un campo B

• Il lavoro compiuto può quindi interpretarsi come il lavoro necessario per produrre il campo B

• L’energia accumulata in un induttore è accumulata nel campo B

• Nel caso particolare di un solenoide rettilineo

ni

B   L n

2

Al

(15)

Energia Magnetica

• L’energia magnetica accumulata è

• Poiché Al è il volume del solenoide, definiamo la densità di energia magnetica

• Questo risultato, anche se ricavato per un caso particolare, è valido in generale

 

B lA

n Al B

n LI

Um f

0 2 2

0 2

0 2

2 2

1 2

1

  



0 2

2

B

lA Um

m  

(16)

Energia

magnetica di due circuiti

accoppiati

• Applichiamo la legge di Kirchhoff ai due circuiti

• Nota: queste equazioni sono la base teorica del funzionamento del

trasformatore

• Isoliamo il termine di induzione

M R1

EB1

L1

R2 EB2 L2

0 0

2 2

2

1 1

1

R i

B

R i

B

V E

E

V E

E

1 1

1 B R

i

V E

E

V E

E

(17)

Energia magnetica di due circuiti accoppiati

• Moltiplichiamo la prima eq. per la corrente del primo circuito e analogamente procediamo con la seconda eq.

• Come nel caso di un circuito singolo, il termine di sinistra rappresenta la potenza magnetica

2 2 2

2 2

2

1 1 1

1 1

1

I V I

E I

E

I V I

E I

E

R B

i

R B

i

2 2 2

1 1 1

I E P

I E P

i m

i m

(18)

Energia magnetica di due circuiti accoppiati

• L’energia magnetica totale sara` la somma delle energie magnetiche dei due circuiti

• Esplicitando la fem dei due circuiti

E I E I

dt

dt P

dt P

dUmm1m2   i1 1i2 2

2 2 2

2 1 1

2 1

1 1

2 1 2

2 1

2 1

1

1

1 d d

d

dt I L dI dt I

M dI dt I

M dI dt I

L dI

dt I M dI dt

L dI dt I

M dI dt

L dI dt

dUm

(19)

Energia magnetica di due circuiti accoppiati

• E integrando

• Tale energia non puo` essere negativa, questo matematicamente si esprime dicendo che la forma quadratica seguente e` non negativa

• La condizione perche’ cio` avvenga e` che il determinante sia negativo o nullo

2 2 2 2

1 2

1

1 2

1 2

1 L I MI I L I

Um   

0

2 2 2

2

1xMxyL y

L

2

0

1

2

 L L

M

(20)

Coefficiente di accoppiamento

• Fisicamente cio` significa che il coefficiente di mutua induzione e` compreso nei limiti

• Si definisce coefficiente di accoppiamento

• r e` compreso tra zero (circuiti disaccoppiati) e uno (circuiti completamente accoppiati)

2 1 2

1

L M L L

L  

2 1

2

L L

rM 0  r  1

(21)

Circuito LC – Oscillazioni libere

• Applichiamo la 2a legge di Kirchhoff

• È l’equazione del moto armonico di pulsazione (pulsazione naturale)

• che ha soluzione

C Q dt

L dI 1

1 0

2

2 Q

LC dt

Q d

A t

Q cos

0

L

C

C L

  V E

LC 1

0

 

A t

I sin

 0

C

L V

E

dt I dQ

21

(22)

Circuito LC

• Ove A e  si determinano imponendo le condizioni iniziali

• Se p.e. imponiamo che al tempo t=0 la carica sia Q0 e la corrente sia 0, otteniamo

• Carica e corrente sono sfasate di /2 t

Q

Q0 cos

0

t Q

I 0 0 sin0

(23)

Circuito LC

• L’energia accumulata nel circuito è in parte elettrica e in parte magnetica

) 2 (

1 )

( 2

) 1

( 2

2

t C LI

t t Q

U

(24)

Circuito LC

• Questa energia è costante

• Ciò significa che l’energia si trasforma da elettrica a magnetica e viceversa, conservandosi globalmente

• La presenza di resistenze comporta una diminuzione di energia e.m. e la comparsa di energia termica

) 0

(

LC LI Q

C I Q dt

LI dI dt

dQ C

Q dt

t dU

(25)

Rocchetto a induzione

(*)

• Un rocchetto ad induzione (o di

Ruhmkorff) è un tipo di trasformatore utilizzato per produrre impulsi ad alta tensione (dell’ordine di 10 kV) partendo da una sorgente di corrente

continua a bassa tensione

(*) questa pagina e le cinque seguenti sono adattate da Wikipedia

(26)

Funzionamento

• Un rocchetto ad induzione consiste di due solenoidi di filo di rame isolato avvolti

attorno ad un unico nucleo di ferro

• Un solenoide (avvolgimento primario) è costituito di

decine o centinaia di spire di filo smaltato ed è percorso da una corrente elettrica che crea un campo magnetico

• L'altro (avvolgimento secondario) consiste di

diverse migliaia di spire di filo sottile ed è accoppiato

(27)

Funzionamento

• Il primario agisce da induttore, immagazzinando l'energia nel campo magnetico associato

• Per produrre le variazioni di flusso necessarie ad indurre la forza elettromotrice nell'avvolgimento secondario, la corrente che circola nel primario è interrotta ripetutamente mediante un contatto vibrante chiamato interruttore

• Quando la corrente elettrica del primario viene interrotta improvvisamente, il campo magnetico cala rapidamente e questo, per induzione elettromagnetica, causa un impulso ad alta tensione attraverso il secondario

• Grazie all'alto numero di spire dell'avvolgimento secondario, la fem generata crea una ddp tra i terminali del secondario di

molte migliaia di volt. Questa tensione è sufficiente a generare una scarica elettrica attraverso l'aria che separa i terminali

(28)

Funzionamento

• Il rocchetto di Ruhmkorff utilizza una lamina metallica, chiamata interruttore, per aprire e chiudere rapidamente il circuito primario

• L’interruttore, trattenuto da una molla di richiamo, è montato ad una estremità del nucleo ferroso

• Il campo magnetico generato dal primario attira la lamina e apre il circuito

• All'apertura del circuito, il campo magnetico

si interrompe, la molla richiama l’interruttore e

il circuito viene chiuso nuovamente

(29)

Funzionamento

• La tensione nel secondario è indotta sia quando il circuito si apre che quando si chiude, ma la

variazione della corrente è molto più rapida quando il circuito si apre così l'impulso nel secondario all'apertura è molto maggiore

• NOTA: un condensatore è posto in parallelo all'interruttore del primario per sopprimere l'arco elettrico fra i contatti e permettere un'apertura più rapida e quindi una tensione maggiore

• La forma d'onda dell'uscita di un rocchetto ad induzione è costituita da una serie di impulsi positivi e negativi ma una delle due polarità è molto più ampia dell'altra

(30)

Funzionamento

• Il nucleo ferroso è costruito con un fascio di fili di ferro rivestiti con lacca per isolarli elettricamente

• Questo diminuisce la formazione di

correnti parassite perpendicolari all'asse

magnetico

(31)

Circuito chiuso

• Equazione del primario in assenza di corrente nel secondario

• Soluzione

EB

dt ri

L1 di1 1

t T

B e

r

i1 E 1

r T L1

R

r M

EB

L1 L2

i1

(32)

Circuito chiuso

• Flusso nel secondario

• Fem nel secondario

• Fintanto che non passa corrente nel secondario, la fem si riduce a

• Nell’istante di chiusura del primario (t=0) essa vale

dt M di dt

L di

E2 2 2 1

1 2

2

2 L i Mi

R

r M

EB

L1 L2

T

B e t

T r M E dt

M di

E 1 1

2

E

E2

(33)

Circuito aperto

modellato con una R molto grande

• Equazione del primario

• Soluzione

R r

i EB

dt

L1 di1 1

B B t B t

B t e

r e E

r R r R

E r

R e E

r R r

R

i E

 

1

1

r R

L

1

R

r

L1 M EB

L2

i1

(34)

Circuito aperto

• Fintanto che non passa corrente nel secondario, la fem e`

• Nell’istante di apertura del primario (t=0) essa vale

REBRr

r e t

dt M M di

E

1 1

2

RE Rr

r M EL Rr

M

E aper B B

1

2 1 

R

r

L1 M EB

L2

E2

(35)

Fem nelle commutazioni

• Le fem all’apertura e chiusura del primario, tenuto conto del buon accoppiamento, sono

• L’ultimo passaggio deriva dal diverso numero di spire nei due avvolgimenti

• Il rapporto delle fem all’apertura e chiusura del primario e`

B B

B chius B

E L E

L L

L E L L

M E

E 

1 2 1

2 1 1

2

r E R r

E R L L r

R L L E r L

R L M E

E aper B B B  B

1 2 1

2 1 1

2

1

2 

r R E

E

chius aper

(36)

Fem nelle commutazioni

• Il rocchetto e` costruito in modo che generi una ddp tra i terminali aperti del secondario, sufficiente a superare la rigidita` dielettrica dell’aria e provocare quindi una scarica

E2aper

E2

Potenziale di scarica in aria

(37)

Importanza scientifica

• Un rocchetto di questo tipo fu usato da H.

Hertz per dimostrare sperimentalmente

l'esistenza delle onde elettromagnetiche

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