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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.22 (1895) n.1104, 30 giugno

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1/ ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C I E N Z A ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXII - Voi. XXVI Domenica 30 Giugno 1895 N. 1104

IL RIORDINAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO

Sebbene sia alquanto difficile orizzontarsi i n mezzo alla moltiplicità delle disposizioni riguardanti il debito pubblico che il M i n i s t r o del Tesoro ha fallo a p p r o -v a i dalla Camera, nel luglio decorso ed ha poste-riormente attuate con decreti-legge, crediamo sia in questo m o m e n t o utile un tentativo diretto a studiare quali possono essere le finali intenzioni del Ministro. .Una volta i Ministri solevano nelle relazioni che precedevano i loro progetti di legge far conoscere alla Camera ed al paese q u a l i fossero i m o v e n t i ed i fini a cui tendevano le loro proposte. Il Ministro Sonnino segue un diverso sistema ; propone ed attua radicali innovazioni sopra una materia delicatissima come è quella del debito pubblico, e non fa nessun cenno nè delle ragioni che lo spingono alle sue proposte, uè della mèta che colle stesse vuol rag-giungere ; appena appena con brevi cenni illustra ìe disposizioni sotto I' aspetto tecnico, ina nè colle re-lazioni nè coi discorsi ha indicato le sue intenzioni onde è duopo più che altro procedere per in-duzioni.

Quantunque l'esperienza ci abbia dimostrato quanto sia pericoloso conghielturare dai precedenti la opinione di un u o m o politico, e quantunque per l ' o n o -revole Sonnino questo pericolo sia massimo, non possiamo dimenticare che nei 1 8 9 2 l'attuale Ministro del Tesoro aveva cercato con stringente a r g o m e n -tazione di dimostrarci tutto il danno che derivava al credito dello Stato, non solo aver d i m i n u i t o il red-dito pattuito dei suoi consolidati, ma, e non m e n o , il mantenere in circolazione un titolo che aveva un in-teresse nominale tanto più alto di quello effettivo, per cui appariva nei listini di borsa, ad esempio, che il 5 percento italiano era quotato ad u n prezzo inferiore f i 4 / , per cento di altri paesi, mentre effettiva-mente i l 5 per cento italiano non era che u n 4 , 5 4 per cento netto.

A v r e m m o potuto q u i n d i attenderci per questa e per altre considerazioni altrettanto logiche e giuste, che l ' o n . Sonnino avesse tentato, valendosi dei 'arghi poteri che, causa le circostanze, egli si era arrogato, di mettere i n pratica il concetto che altra volta avevamo suggerito, cioè dichiarare netto da mi poste presenti e ' f u t u r e il consolidato 4 , 3 4 per cento che era in circolazione. Noi credevamo che con una lieve modificazione si avrebbe potuto con-vertirlo obbligatoriamente iti u n 4 lL od i n u n 4 ' / ,

per cento.

L'on. Sonnino non ha seguita questa via, che pure

era non difficile adottando la stampigliatura dei titoli, ed ha creduto di potere a r r i v a r e egualmente allo scopo mediante una volontaria conversione del no-stro 5 per cento nominale.

Se bene interpretiamo dalle disposizioni emanate, il pensiero dell'ori. Sonnino, egli ha creduto utile d i tentare una divisione della grossa cifra di consoli-dato 5 per cento nominale che è in circolazione. N o n ha accolta la proposta di cambiare il 5 per cento atlnalmente nominativo in un titolo al netto non convertibile per un certo periodo, lasciando invece s e m -plicemente stampigliato i l 5 per cento al portatore. Tale proposta, considerato che circa il 45 per cento del nostro consolidato è nominativo, avrebbe creato tosto necessariamente due titoli diversi di consolidato: il p r i m o non convertibile o riducibile per otto o dieci anni ad esempio ; il secondo convertibile ap-pena se ne presentasse la ocasione e la opportunità.

I n v c e l'ori. Sonnino ha creato colla legge 2 2 l u -glio 1 8 9 4 alleg. L . u n titolo 4 per cento « esente da ritenuta per qualunque siasi imposta passata e fu-tura, pagabile anche all' estero nelle piazze che sa-ranno desiguate per decreto reale. ». Ancora detto titolo 4 per cento non è stato emesso al pubblico, e q u i n d i non è facde prevedere quale accoglienza sarà ad esso fatta dal pubblico.

Paralellamente al 4 per cento netto e pagabile all'estero e q u i n d i titolo internazionale, I' on. Son-nino ha creato il titolo 4 '/« per cento pure netto da qualsiasi imposta presente e futura, nel quale 4 1jt

per cento può essere convertilo il 5 per cento no-minale attualmente i n circolazione a parità d i ren-dita. A qnesta conversione provvede T allegato L . del progetto di legge ora sottoposto al Parlamento col titolo « provvedimenti del Tesoro ».

I n pari tempo vengono creati altri due tipi di rendita 4 x/ , per cento e cioè:

a) quello dei certificati di credito 4 1/t per c e n t o n o m i n a t i v i non tramutabili in titoli al porta-tore ; conversione facoltizzata per i certificati d i

rendita nominativa 3 per cento a forma dell' a r t i -colo 4 della legge 2 6 marzo 1 8 8 5 ;

b) quello dei titoli consolidati 4 ' / j Pe r cento

non soggetti a conversione a tutto 3 0 giugno 4 9 0 0 . A vero dire su quest' ultima disposizione nasce i l dubbio se l ' a r t i c o l o 16 del progetto di legge si riferisca a tutte le conversioni in 4 l/t e q u i n d i anche

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piate e dall'articolo 1-2 della legge 22 luglio 1 8 9 1 e dall'allegato L . dei debiti indicati dalla tabella A . S o r g e , pertanto u n p r i m o quesito: — il Ministro potrà essere, padrone di regolare la conversione i n u n m o d o piuttosto che in un altro, o non potrà invece il mercato, por apprezzamenti che oggi non ò dato valutare, preferire un titolo ad u n altro e q u i n d i non potrà venire a mancare i n parte almeno 10 scopo che si prefigge il Ministro?

Giacché è evidente che j* On. Sonnino segue i n questo argomento un piano che noi non possiamo .certo biasimare, giacché nói stessi tante volte lo

ab-biamo p r o p u g n a t o : — cercare di dividere la enorme massa del nostro consolidalo S per cento nominale i n v a r i , tipi per rendere possibile, i n un avvenire che è sperabile non Ionia,uo se continua il ribasso del denaro, una conversione volontaria che sarebbe dif-ficile quando si trattasse di muòvere p i ù di nove m i l i a r d i di titoli.

Il Ministro q u i n d i spera che offrendo ai portatori di consolidato 5 per cento la conversione a parità di rendita i n 4 per ceplo netto negoziabile all' estero ed i n . 4 1/3 per cento netto negoziabile solo all'interno,

sia possibile che una parte dei portatori preferisca l ' u n o e u n ' a l t r a parte l ' a l i r o dei titoli, e così si . d i m i n u i s c a di altrettanto la somma totale la quale

sarebbe i n una conversione difficilmente m a n e g -gevole, . . .

È però evidente che l ' i n d i r i z z o dei portatori verso 11 4 od il. 4 * / . per cento sarà determinato soltanto dai c r i t e r i di' borsa, i q u a l i si esplicheranno nel prezzo relativo di due titoli'.

P r i m a di tutto il mercato darà u n valore al fatto che u n o dei tìtoli è pagabile e q u i n d i negoziabile a l l ' e s t e r o e l ' a l i r o n o ; — poi valuterà la possibi-lità prossima o remota di possibili conversioni ; — q u i n d i i l m a r g i n e che ciascun titolo laseierà Ira il prezzo ed i l valore nominale per determinare il pos-sibile guadagno p i ù o mono p r o s s i m o ; ed infine avrà, e.non piccola, ripercussione sul prezzo lo stesso determinarsi di una corrente favorevole alla conver-sione i n u n titolo e indifferente verso u n altro'.

Certo che avremo un prezzo' per il 4 per cento i l quale,,sa.cà alquanto diverso — anche fatta la pa-rità, — dal 4 ' / , per cento ; ed il 4 * / , per cento sarà quota to diversa mente secondo clic sarà o no esposto lino al 19.00 alla conversione é q u i n d i dèi 4 l/ì per

cpntp si avranno, due prezzi.

Ora è impossibile i m m a g i n a r e quali saranno gli apprezzamenti della.Borsa l i quale non sempre è lo-gica è spesso è capricciosa ; ma è certo che! lo stesso determinarsi dei prezzi potrà i n f l u i r e perchè una d e l l e ' c o n v e r s i o n i sia possìbile e l ' a l t r a n o ; ed in tal caso può. anche tutta o quasi tutta la conversione rivolgersi verso u n titolo piuttosto che verso l'altro. A d esempio noi crediamo elio il mondo finanzia-rio, italiano, a meno di un grande distacco Jdi prezzi, preferirà il 4 per cento negoziabile all' estero al il 4 ,4/a per cento negoziabile solò all' interno. T r o p p o

a l u n g o gli italiani si sono abituati a seguire lo ffuttanti manifestazioni della economia del paese ne-goziando .più o meno largamente ì titoli di consolidato all' estero. Quasi l u t t i i nostri saldi c o m m e r -ciali, finché ci d u r ò la fiducia dei mercati esteri, li abbiamo fatti con titoli dello Stato ; e quando per una eausa o per l ' a l t r a i mercati esteri'ci sembrano soverchìamentè ostili, abbiamo r i c o m p e r a l o i nòstri titoli coli' intendimento di r i v e n d e r l i alla p r i m a

oc-casione propizia. Il 1 8 9 2 e 1 8 9 3 e parte del 1894 hanno visto il r i m p a t r i o di m o l t i titoli i t a l i a n i ; ma la fine del 1 8 9 4 e più ancora il principio del 1 8 9 5 hanno visto una quantità non piccola dei titoli slessi ripas-sare le A l p i . Ora il banchiere ed anche il capitalista italiano, ai quali in un caso e nell'altro fu l u -croso questo facile scambio, difficilmente, quando la differenza sia piccola, preferiranno il litolo interno al titolo estero.

T a n t o più poi che il 4 per cento laseierà più margine che il 4 ' /s Pe r c e i U o v e r s o 'a Pa r l

-È per questo consideriamo che, senza giudicare ora le proposte del Ministro, crediamo necessario clic il Parlamento le studi e le voli con cognizione d ì causa eliminando a tale scopo ogni questione politica.

Il dazio sul cotone

È noto che col decreto-legge de! 1 0 dicembre u. s. è stato messo un dazio di L . 3 per quintale d i co-tone greggio. Nella relazione che precede il progetto dì legge sui p r o v v e d i m e n t i finanziari, si traila dif-fusamente del dazio sul cotone, concludendo che la industria italiana può sopportare senza scosse l ' a g -g r a v i o del dazio proposto. E alcuni uffici della Ca-mera, discutendo i p r o v v e d i m e n t i finanziari si sono occupati d e l l ' a r g o m e n t o ; anzi, l'ufficio ottavo votò alla u n a n i m i t à , come raccomandazione, il seguente o r d i n e del giorno dell'011. Ganzi: « l ' u f f i c i o , c o n

-v i n t o c o l m i n i s t r o che in massima il dazio sulle ma-terie prime è contrario ai buoni princìpi di

eco-nomia e convinto che nel caso dei cotoni venne

applicato soltanto i n considerazione d i imperiose esigenze della finanza, passa alla discussione ». Bello esempio invero della logica di chi vuol approvare a q u a l u n q u e costo ciò che in cuor suo reputa dan-noso e condannabile. E che tale sia il dazio sul cotone non si può dubitare per molte ragioni, a l -cune delle quali sono state esposte dall' Associazione dei cotonieri italiani e altro non m a n c a m m o noi stessi di accennare, trattando alla fine del passato anno dei u u o v i aggravi. Ma poiché il ministro delle finanze, on. Boselli, nella sua relazione si occupa a l u n g o dell' argomento vogliamo riassumere le ragioni speciose oh' egli adduce a giustificazione dei detto p r o v v e d i m e n t o .

Si tratta anzitutto, è bene di non d i m e n t i c a r l o , di u u dazio sulla materia p r i m a . Ed è nolo elio il prin-cipio di non colpire le materie p r i m e era, finora, accettato in Italia senza vera opposizione da parte dei protezionisti. Usciamo adunque dal sistema do-ganale moderno per r i e n t r a r e in quello dei tempi passati, e costituiamo così un precedente che sara certo invocato spesso da varie parti. Il ministro trova superfluo di sollevarsi nel campo teorico per ricer care se e fino a qual segno si vada a dar di cozzo contro i canoni della buona economia e ciò perchè il dazio, a suo dire, ha carattere prettamente fiscale ma cotesta ragione non può volere a giustificare il dazio sul semplice fatto che esso, indiscutibilmente, si risolve i n un maggior aggravio per una i n d u -stria.

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30 giugno 1895 L' E O O N 0 M I S T A 407

J'industria cotoniera è protetta in Italia con dazi sui filati e sui tessuti, abbastanza alti. Si potrebbe dunque osservare che il dazio sul cotone materia prima risolvasi in una diminuzione di protezione e per questo solo effetto dovrebbe essere accettato anche dai liberisti. Ma la logica vorrebbe piuttosto che se la protezione è divenuta maggiore del ne-cessario, se la industria ha fatto progressi notevoli così da non aver p i ù bisogno della protezione avuta (inora, sieno i dazi s u i filati e sui tessuti che debbano d i m i n u i r s i . Questo era ed è uno stretto d o -vere per un ministro che voglia procedere corret-tamente; invece, mantenendo invariata la dose, d i protezione concessa agi' industriali ma riducetidola indirettamente con un dazio d ' e n t r a t a sul cotone greggio, si viene a distruggere iu parte ciò che si è fatto, a beneficio però del solo Tesoro e lasciando ai consumatori tutto il danno del sistema adottato. Che il progresso 'della industria cotoniera sia i n -negabile, risulta anche dalla relazione ministeriale. Mentre nel 1 8 7 6 essa dava lavoro a poco p i ù di 33,000 operai e possedeva soltanto 7 6 3 , 0 0 0 fusi e 28,000 telai, oggi si crede che offra occupazione a circa 9 0 , 0 0 0 operai e metta in moto all' incirca 1,340,000 fusi e 4 7 , 0 0 0 telai. La quantità di m a -teria prima forestiera messa a disposizione delle filature nazionali che' nel 1876 toccava appena 200,000 quintali era già salita a quasi 3 0 0 , 0 0 0 nel 1880, a più di 6 0 0 , 0 0 0 nel 1 8 8 7 , dal quale anno andò crescendo sino a superare i 9 0 0 , 0 0 0 quintali. E a dimostrare i progressi rapidi della nostra industria cotoniera concorre altresì il fatto che il n u m e r o dei suoi fusi crebbe n e l l ' u l t i m o de-cennio i n proporzione assai maggiore che i n altri paesi molto innanzi nella lavorazione del cotone. Secondo il Mertleus il n u m e r o dei fusi si è accre-sciuto in 1 0 anni salendo da 1 1 6 0 a 1 1 8 0 per ogni 1000 ab. in I n g h i l t e r r a ; da 100 a 1 2 0 nella G e r mania, da 3 0 a 6 0 i n Russia e da 5 0 a 5 7 i n A u -stria sempre per ogni 1 0 0 0 ab. Invece i n Francia, in Olanda, nel Belgio, nella Spagna, negli Stati Uniti il n u m e r o dei fusi rimase stazionario e d i m i n u ì di 9 0 nella Svizzera sopra 6 6 0 , nello spazio di 10 anni sempre ragguagliando il n u m e r o di fusi a 1000 ab. L ' I t a l i a avrebbe fatto u n c a m m i n o anche più rapido perchè mentre 10 anni or sono contava circa 40 fusi per 1 0 0 0 ab. ne conterebbe oggi 7 3 ossia quasi il doppio ove si tenga conto che il n u -mero complessivo dei fusi viene accresciuto per gli effetti del lavoro dai fatto che una g r a n parte d i essi lavorano g i o r n o e notte, per mezzo di squadre di operai che si avvicendano.

Ma se il progresso è innegabile r i m a n e a vedere se esso non dipenda principalmente dal grado della protezione accordata e se una volta d i m i n u i t a questa non possa aversi un regresso nella industria cotoniera protetta. Diciamo questo ponendoci sul t e r -reno degli stessi protezionisti, i quali dovrebbero con-siderare attentamente se per dare all'erario u n ' en-trata di 2 milioni e mezzo netti di lire convenga, oltre 11 resto, compromettere i n misura maggiore o m i n o r e una industria che, dopo quella della seta, ha oggidì la maggiore importanza, così pel n u m e r o delle braccia che occupa, come per l ' i m p o r t a n z a della produzione. L'associazione dei cotonieri italiani ha tentato di dimostrare che il dazio è dannoso e i n verità nes-suno potrà provare che esso non si risolva i n una minore protezione accordata alla industria italiana.

Il Ministro nella sua relazione si è accinto a r i -cercare se l'imposizione d ' u n dazio di 3 lire al quintale sul cotone greggio, non susseguita dall'istituzione di un sopradazio compensatore pei m a n u -fatti, la quale, com' è noto, è impedita dai v i n c o l i c o m m e r c i a l i coi paesi esteri convenzionati possa bastare al buon andamento di questa importante i n -dustria, in quanto le verrebbe appunto negalo il sopradazio compensatore. Ma egli fondandosi sulla d i m i n u z i o n e dei prezzi del cotone greggio crede poter provare che la riduzione indiretta della prote-zione che si viene ad infliggere ai cotonieri italiani elevando il costo di produzione d i L . 3,95 e d i 4.50 il quintale per i filati e per i tessuti n o n è così grave come si potrebbe credere a p r i m o aspetto. É q u i lasciamo la parola al Ministro, riservandoci però di esaminare le obbiezioni svolte nel m e m o r i a l e dell'associazione dei cotonieri.

Del resto, scrive F on. Boselli nella sua relazione, a perscindere che queste quote d i r i p e r -cussione sono alquanto larghe, perchè calcolate sulla base di u n calo di lavorazione molto superiore a quello che realmente si avvera oggidì nelle nostre fabbriche, non si deve mai perdere di vista che il costo di produzione dei m a n u f a t t i d i cotone in Italia è andato assai notevolmente scemando, da quando l ' i n d u s t r i a cominciò a mettersi sulla via di u n vero progresso. Il fatto della continua diminuzione dei costi di fabbricazione nell' industria cotoniera è ge-nerale a tutti i paesi e data da molto tempo. Esso, come è noto, dipende principalmente dai progressi tecnici, i quali, determinando u n aumento nella p r o -duttività del lavoro, si risolvono i n una riduzione della spesa complessiva per salari, nonostante l ' a u m e n t o della mercede dell'operaio e la graduale riduzione delle ore di lavoro. T a l u n o potrebbe obiettare che, se il costo di produzione scema i n Italia, esso scema comtemporaneamente anche all' estero e q u i n d i non vengono a mutare, per questo rispetto, le condizioni di concorrenza tra l ' i n d u s t r i a forestiera ; ma invece sta il fatto che presso di noi, il costo di produzione dei filati e dei tessuti di cotone negli u b i m i q u i n d i c i anni è d i m i n u i t o i n proporzioni maggiori che n o n all' estero.

Se ardua cosa e il seguire il m o v i m e n t o del c o -sto di produzione i n u n ' industria così complicata com' è la tessile, non è però tolto di potere a di-stanza d i tempo e per induzione, stabilire se i n Ita-lia tale m o v i m e n t o sia stato p i ù rapido che altrove. E ciò dev' essere avvenuto dal momento che l ' i n -dustria italiana aveva ancora da percorrere tutto il c a m m i n o che l'ha condotta allo stato presente, quando quella degli a l t r i paesi ne aveva già percorso u n lunghissimo tratto.

M e n t r e i n Italia i l n u m e r o degli operai addetti al m o v i m e n t o di 1 0 0 0 fusi, dal 4 8 7 6 ad oggi, è di-m i n u i t o d i circa due q u i n t i , nella Gran Brettagna, quasi nelle stesso periodo di tempo e d i m i n u i t o del 1 4 per cento soltanto, perchè i v i F industria erasi già stabilita nelle m i g l i o r i condizioni economiche. Se si pensa che la spesa dei salari rappresenta nel costo dì produzione una parte cospicua, ognuno i n -tende quale risparmio nella spesa di fabbricazione abbia potuto via via conseguire F industria italiana del cotone, col progredire tecnicamente, e per con-seguenza come la difesa doganale ne sia andata

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408 30 giugno 1895

Cotesto dichiarazioni del ministro rivelano che è or-mai convinzione della amministrazione doganale che la Protezione accordata ai cotonieri è eccessiva.

È una confessione della quale va preso nota, ma, non ci stancheremo ili ripeterlo, a v r e m m o voluto che i fatti accertati nella relaziono ministeriale aves-sero condotto il Ministro a ben altre conclusioni. E poiché non si può disconoscere che quel migliora-ménto verificatosi nelle condizioni tecniche della industria cotoniera è comune anche ad altre i n d u -strie, sia tessili, che d' altra i atura, così sarebbe oggìmai legittima la richiesta che si attenuasse quel protezionismo eccessivo del quale la tariffa 1 4 luglio 1 8 8 7 f u la più spiccata manifestazione. E se il Mi-nistro, con opportune indagini, senza creare grandi Commissióni, che diventano mancipie d i questo o quel g r u p p o di grandi i n d u s t r i a l i , presentasse una tariffa doganale riveduta e ribassata gioverebbe certo ben p i ù alla finanza e alla economia che non coi dazi sulle materie prime per neutralizzare parte di quella prolezione accordata, con tanta generosità, a scapito del paese.

L'IMPOSTA SULLA RENDITA IN FRANCIA

C o n q u e s t o t i t o l o la Bevue politique et parlamen-taire del giugno pubblica uno studio interessante di

Lóoii Say, il quale è avversario deciso dell'imposta sulla rendita. E g l i enumera le ragioni d'ordine mo rale, politico ed economico, che s'oppongono a que-sta misura. La parte storica dei suo articolo merita una attenzione particolare. Ma lo spazio ci manca per r i p r o d u r l a , ed è impossibile riassumerla. Léon Say analizza con molta chiarezza le difficoltà finanziarie fra le quali s' è dibattuto r! Direttorio e gli espe-dienti che ha impiegati per tentare di u s c i r n e . Gli assegnati, ed il corso forzoso hanno operato a guisa ili Una riduzione, quasi di una abolizione ilei debiti, p r i m a dello Stato, poi, per naturale conseguenza, dei privati. La bancarotta per un terzo del consolidato è venuta a consacrare definitivamente questo stato di cose. L ' i m p o s t a sulla rendita a un m i n o r grado, senza d u b b i o , p r o d u r r e b b e effetti analoghi, perchè parte dal medesimo principio, cioè la facoltà che avrebbe lo Stato d i mancare al contratto p r i m i t i v o che ha costituito il suo debito o di modificarne legislativa menta, cioè unilateralmente, le condizioni, r i d u c e n -done le cifre. D o p o avere esposto le considerazioni m o r a l i e politiche che impongono allo Stato il ri-spetto dei suoi impegni, L e o n Say mostra che dal punto di vista economico le conseguenze d e l l ' i m p o -sta non sarebbero meno disastrose.

È un' imposta, agli dice, la cui incidenza non è quale pensano molte persone. Essa si ammortizza per la perdita di capitale chesubisce il p r i m o che ha il ca-rico della imposta. Supponete una imposta del 4 per cento sull' interasse della rendila, cioè di 4 lire di imposta per 1 0 0 lire di rendita. In questa ipotesi la fortuna del contribuente è ridotta a L . 9 6 di rendita. Le cento lire della rendita esente d'imposta che egli possedeva valevano p r i m a L . 3 , 3 3 3 , tassate d'una imposta d i 4 lire le sue rendite non valgono p i ù che L . 3 , 2 0 0 ed il p i ù di capitale, 1 3 3 lire, costituisce i l valore i n capitale dell'imposta. L ' a n t i c o

capitalista d u n q u e non possederà, dopo l'imposta che L . 3 , 2 0 0 di capitale e godrà 9 6 lire di ren-dita. Lo Stato si sarà appropriato le 1 3 3 lire della differenza che gli fruttano 4 lire per anno. Se il contribuente m u o r e , gli eredi non riceveranno che 3 , 2 0 0 lire, e questi non si inquieteranno delle 4 lire di rendita soppressa. Il defunto aveva 9 6 lire di rendita netta, e nel suo avere l'iscrizione che passa a' suoi eredi è calcolata per 3 , 2 0 0 lire.

Se in luogo d ' u n erede è u n compratore che di-venta padrone dell* iscrizione, questo compratore fa

il suo conto p r i m a d i decidersi ad acquistarla. Egli ha saputo che per 3 , 2 0 0 lire avrebbe una rendita netta di 9 6 lire, e questa rendita egli l'ha pagata per conseguenza al saggio dell' interesse del giorno. V i è così u n c o m p r o p r i e t a r i o dell' iscrizione totale di c u i egli è d i v e n u t o acquirente. Che questo compro-prietario sin lo Stato od un privato qualunque, ciò è indifferente al c o m p r a t o r e ; egli v i v e nell'indivisione del titolo, in una proporzione determinata cou parte-cipazione di prodotti. Che i m p o r t e r à p i ù tardi, questo fatto antico ai capitalisti dell'avvenire?

Essi godranno pienamente dell'interesse del capi-tale che avevano collocato al tasso dell' interesse corrente all'epoca del loro acquisto ; ed hanno avuto ed avranno la possibilità d i farsi lo stesso prodotto netto col medesimo capitale, come se non vi fosse stata l'imposta, poiché hanno pagato, o pagano le loro iscrizioni in relazione. Essi saranno dunque esenti d'imposta. Questa esenzione naturale non pas-serà inavvertita in una democrazia ove l ' i n v i d i a ha di sovente una parte tanto i m p o r t a n t e ; essi verranno considerati u n giorno come esseri privilegiati. Le medesime reclamazioni d'oggi si p r o d u r r a n n o , e si troverà i n i q u o dì lasciare allora dei capitalisti, com-pratori di rendite, godere del tasso corrente del-l'interesse, senza essere obbligati a d e d u r n e qualche cosa, a t'tolo d'imposta, a profitto dello Stato.

Si può presentare la conseguenza d e l l ' a m m o r t a -mento dell'imposta sulla rendita sotto u n ' altra forma, e s ' a r r i v a alla medesima conclusione. Se si para-gona infatti, il capitalista al banchiere, al com-merciante o a l l ' i n d u s t r i a l e , cioè a cittadini sulla cui attività p r o d u t t r i c e si è stabilita una contribuzione di patente si può d i r e di lui che i l suo mestiere è d i sfrntt ire il suo capitale facendolo valere per dei prestiti allo Stato. E g l i ha, come gli altri, delle spese generali, ma in luogo che le sue -spese gene-rali si d i v i d o n o in diverse spese, egli non ne ha che d ' u n a sola specie, cioè una patente d ' e s e r -cizio (patente d'exploitation). Se possiede un ca-pitale impiegato i n rendita e proliuttiva di 100 fran-chi, paga 4 fr. di patente. E g l i può cedere la - sua rendita, lasciarla, morendo, ad u n erede o ad u n legatario. Colui che ne è l'acquirente od il be neficiario ad u n titolo q u a l u n q u e , sfrutta a sua volta i l fondo del suo autore aggravato della medesima patente di 4 fr. E g l i v i v e col rimanente, ossia coi 9 6 franchi, e se non lo aggravano di tasse su quel residuo che costituisce la sua rendita, gode al-lora deba sua rendita integrale netta e non ha alcuna d i m i n u z i o n e di godimenti a subire. La sua rendita netta è franca d'imposta. Solo nello Stato, egli non abbandona niente di quanto lo fa vivere a' profitto dei pubblici servizi di c u i approfitta come g l i altri cittadini.

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30 giugno 1895 L' EOON 0 M I S T A 409

fondamento reale che distingue I' imposta sui pro-fìlli e l'imposta sul reddito.

Passando in seguito in rivista la storia dei. c a p i -talisti francesi, Leon Say mostra colle cifre che gli investimenti in rendita dello Stato hanno avuto per risultato da tre secoli in Francia, la rovina d i quelli che, volontariamente o no, hanno impiegato i loro averi in rendita dello Stato.

lo vorrei insistere, dice i l Say, sul concetto di Montesquieu, che diceva dei creditori dello Stato che essi sono i p i ù esposti ai progetti dei ministri cosi che perirebbero se lo Slato non accordasse loro una

singolare protezione.

Si parla molto dell' impiego in rendite dello Stato, come del più sicuro sopra tutto i colloca-menti mobiliari. È quello che si impone ai risparmi popolari, ai fondi dotali, ai fondi dei m i n o r e n n i , alle cauzioni delle assicurazioni operaie Tuttavia la storia è là, per insegnarci che i collocamenti in rendita dello Stalo in Francia hanno finito, da tre secoli, colla roviua di quelli che, volontariamente o no, hanno impiegato il loro avere in rendite francesi.

T u t t i i paragoni che si sono fatti tra la terra ed il capitale mobiliare, rendite sullo Stato o rendite e va-lori privati, hanno dato i medesimi resultati. La terra sembra subire i n questo momento una crisi terribile, eppure essa ha ancora un valore infinitamente mag-giore che al sedicesimo seco'o, mentre non ne resta, se pur ne resta qualche cosa, che una frazione affatto insignificante dei capitali mobiliari esistenti nello stesso tempo.

1 capitali mobiliari d i oggi sono di creazione re-cente. Non è possibile scrivere la monografia della fortuna mobiliare d ' u n a famiglia francese da F r a n -cesco I ai nostri giorni, perchè la fortuna mobiliare non ha sopravvissuto, mentre che, se non si può fare facilmente la storia di una fortuna i m m o b i l i a r e d'una famiglia da 3 0 0 anni a questa parte, si può però, negli archivi ospitalieri, rilevare il prodotto ed il valore di certe proprietà fondiarie, attraverso i tempi.

Non resta nulla delle fortune m o b i l i a r i del pas-sato perchè l'alterazione del valore monetario dei ere

d i t i , le proroghe e le dilazioni (surtséances et répìs)

per le quali si tentava di proteggere i debitori, hanno ndotto, con diminuzione costante e regolare, la for-tuna di tutti i creditori, anche di quelli che avevano i migliori debitori. — La storia finanziaria pubblica e privala della Francia è d u n q u e quella di una i n -cessante abolizione dei debili privati e dei debili dello Stato.

È assai diffìcile il distinguere tra le abolizioni pure e semplici e le distruzioni del valore dei cre-diti per I' abbassamento del valore m o n e t a r i o ; ma questa doppia azioue ha avuto dei risultati indiscutibili. I crediti d'altro tempo sullo Stato, se i titoli fossero rimasti fino ad oggi tra le mani degli eredi di quelli che ne erano i titolari dal 4 5 2 0 al 4 6 0 0 , cioè da Francesco I ad E n r i c o I V , quei crediti avrebbero oggi un valore nullo. Le p r i m e iscrizioni sono state ridotte, trasformate, fuse nel Grand livre di Gambon, ridotte di due terzi nell' anno V I , d i m i n u i t e per conversioni successive dal 4 8 3 2 .

(Continua)

L A SARDEGNA

(Continuazione vedi numero precedente).

Il Capitale.

Ho detto che il capitale se non è nascosto, è u n mito. Infatti, dove trovarlo ? V i è in Sardegna u n capitale disponibile? Sonvi qua dei veri capitalisti? Ecco ciò di cui dubito : però senza quel grande nemico del benessere u m a n o — giusta il concetto di G. M a r x — siamo tutti poveri, e nessuno sta veramente bene.

Che u n capitale vi sia, nonpertanto alcuni lo pre-tendono, perchè qua il Tesoro dello Stato paga se-mesiralmente della rendita, emette buoni del tesoro, riceve denari a risparmio nelle casse postali, come ne ricevono i n deposito le banche. D u n q u e , eonchiu-desi, il capitale vi si trova. — Vediamolo.

Da informazioni che ho potuto assumere, nel ces-sato esercizio finanziario 9 3 - 9 4 pagaronsi da questa tesoreria provinciale per

Rendita nominativa . . L. 7 3 2 , 3 6 0 . 1 4 » al p o r t a t o r e . . » 4 0 5 , 1 6 3 . 9 2 Totale . . L. 1 , 1 3 7 , 5 2 4 . 0 6 Quanto d i tutto questo capitale pagato in Cagliari appartiene a Sardi, quanto ad estranei, impiegati pubblici o privati qua d i m o r a n t i ? Quanto è p r o p r i o di pubblici stabilimenti, enti ecclesiastici, od altre persone naturali o g i u r i d i c h e amministrate? Quanto è necessariamente immobilizzato per garanzie di ap-palti, intraprese pubbliche, e contratti collo Stato ?

Sottraete tutto questo e il capitale relativo al re-siduo sarà d'ordinario quel piccolo gruzzolo, che chi vuole e può essere previdente riserba per bisogni i m p r e v i s t i di famiglia ; ciò che naturalmente non si espone all'alea d i nuove intraprese.

*

» »

Il m o v i m e n t o dei buoni del Tesoro sullo stesso esercizio si compone di buoni acquistati L . 4 , 8 7 1 , 5 0 0 Buoni pagati . . . » 4 , 7 0 5 , 1 0 9

Restano L . . L. 166,494 Nulla più difficile di accertare se u n capitale così mobile sia nostro. Se lo fosse, e i n quanto possa esserlo, la slessa sua mobilità spiega che rifugge da uno stabile impiego, tanto meno se i n d u s t r i a l e : at-tenderà forse una garanzia con prima ipoteca u r b a n a , per impegnarsi ; ma non è disposto a gettarsi nel campo rischioso di industrie nuove o vecchie.

«

* *

(6)

-410 L* E C O N O M I S T A 30 giugno 1895

ghi aleatori. Ben potrebbero le casse postali, dopo avere raccolto i r i s p a r m i , pensare, fosse pure indi-rettamente a d i s t r i b u i r l i corno capitale, specie alla piccola industria, valendosi a ciò di cooperative ur-bane o r u r a l i , che ne garantissero la restituzione a non lunga scadenza compiendo — in altri t e r m i n i — all'ufficio segnato per il piccolo credito dalle Banche scozzesi. Ma che? I n Italia non par sicuro se non quello che tocca o conserva lo Stato, o perciò il r i s p a r m i o accumulato dalle Casse postali di r i s p a r m i o lo si versa alla Cassa dei depositi e dei prestiti per rinversarsi chi sa ? nelle g r a n d i botti delle Danaidi: la p u b b l i c a finanza.

A * »

Restano finalmente i depositi presso privati Istituti d i c r e d i t o : e quali sono?

D i Casso di r i s p a r m i o non si parli : erano tre, salvo errore, i n tutta l ' I s o l a , tutte i n liquidazione. Nessuno ha p i ù parlato del bisogno d i questa specie di istituti vista la mala prova fattane, e dopo che lo Stato, colle Casse postali si sostituì alla privata iniziativa.

I depositi esistenti i n Sardegna presso Istituti giac-ciono presso la Banca d'Italia e il Banco di Napoli.

D a i dati gentilmente f o r n i t i m i risulta che la Banca Nazionale nel regno d ' I t a l i a al 3 1 dicembre 1 8 9 2 aveva in questa Succursale in deposito a conto cor-rente L . 3 , 1 3 9 , 0 6 8 . — Ne furono versate lungo il 1 8 9 3 per 8 , 6 8 4 , 2 9 7 , e pagate nello stesso anno 8 , 8 4 8 , 2 4 1 , rimanendone al 31 dicembre 1 8 9 3 per 2 , 8 2 5 , 1 1 9 . N e l 1 8 9 4 si versarono 5 , 5 8 4 , 2 2 5 , pagandosene 6 , 1 9 0 , 8 4 3 , con una rimanenza di L i -re 2 , 2 2 8 , 5 0 6 .

L e cifre che ho potuto ottenere per il Banco di Napoli accerterebbero che per i l 1 8 9 4 furono ver-sate in conto corrente 6 , 7 1 0 , 6 5 6 , ed a r i s p a r m i o 1 2 9 , 5 0 2 lire.

Q u a n t i i r i t i r i non so.

A d ogni modo penso che i fondi così giacenti i n conto corrente appartengano a industriali o com-m e r c i a n t i Sardi o non Sardi già avviati i n affari, se non i n parte, di loro corrispondenti ; e costituiscono q u i n d i u n capitale provvisoriamente i n giacenza da non destinarsi a imprese, o affari n u o v i nè per i n d u -strie, nò per c o m m e r c i . — Dissi perciò fin da prin-cipio che capitali in Sardegna non v i sono, o che se v i sono non si scorgono : manca così u n o dei s u p r e m i fattori della ricchezza.

Il Credito.

N è si può dire di surrogare al Capitale il Credito poiché pur troppo, si è fatto di questo gravo abuso : a Cagliari quattro stabilimenti paesani sono successi-vamente caduti : nell' altra provincia non è avvenuto di meglio : il credito Sardo è sparito e se ne va pagando il fio.

T r o v a s i , è v e r o , n e l l ' A n n u a r i o Statistico ecc. che la Banca NaziQnale nel Regno fece nel 1 8 9 2 per 3 5 , 7 9 2 , 7 6 1 lire d i sconti nelle Succursali S a r d e : ma ò risaputo che, tranne per pochi i n d u s t r i a l i e c o m m e r c i a n t i , quelle sono cifre contabili per i l i b r i dello Istituto, n o n sconti effettivamente fatti nell'anno, perchè i n mezzo a q u e i m i l i o n i v i hanno da esserne alcuni di carta, che si rinnova fino ad una lenta estinzione, q u a n d o si eslingue. Come sussidio vero a capitali impiegati ponno meglio supporsi i 1 2 , 0 3 2 , 7 1 1 lire d i sconti' del Banco d i Napoli, per quello stesso a n n o : m a per tutti questi m i l i o n i c u i ascende la

somma degli sconti dei due Istituti per il 1 8 9 2 , bi-sogna considerare che se la buona carta, che si paga alla scadenza, è veramente mercantile a 9 0 giorni, il valore del capitale realmente prestato bisogna ri-d u r l o ari-d u n q u a r t o o quanto meno ari-d u n terzo ri-del corrispondente c u m u l o degli sconti fatti nell' anno: e si scorgo allora quanto sia esiguo e quanti pochi affari o intraprese possa sussidiare.

E tranne quei due citati d'emissione, nessun'nltra fonte v i v a di credito conosco. — Due o tre Banche cooperative di credito v i v o n o vita stentata con limi-, tata clientela : la Popolare Cooperativa di Cagliari i n nove anni non ha potuto raggingere lo 1 0 0 mila l i r e di capitale : chi piglia un azione di 2 5 lire chiede u n prestito d i cento : ' i l Credito agricolo ed i l fon-diario liquidano i fallimenti : q u i n d i g r a n d i o pic-coli possidenti bisognosi di aiuto, cadono sovente nelle maglie dello strozzo. L e cambiali o vaglia c a m b i a r i , divulgatisi dopo il n u o v o Codice di Com-m e r c i o anche nel contado, senntansi da privati al tasso dal 1 0 al 2 0 per cento, se non lo si sorpassa; e non può sorprendere allora che i protesti c a m -b i a r i 1 8 9 1 siano stali 4 , 4 2 6 , e siausi aperti 2 1 giu-dizi di fallimento.

I l proprietario rurale specialmente non trova cre-dito senza garanzia ipotecaria, anzi, senza vendita o patto di riscatto. Il debito ipotecario per il 1892 ascende a L . 1,447,003, non compreso l'infruttifero i n L . 3 , 9 8 4 , 8 9 1 ; alla line dicembre di q u e l l ' a n n o il p r i m o somma a L . 4 4 5 , 1 4 7 , 0 4 1 ; l'altro a 8 6 , 9 9 2 , 0 7 8 — R i u n e n d o l i : L . 2 1 2 , 1 3 9 , 1 1 9 . — Ci vuole altro per provare che la Sardegna si può dire del tutto ipotecata ?

I l tasso d i questo debito è grave quasi quanto quello del cambiario, poiché vi è sempre l'alea d'una procedura capziosa e fiscale da porsi i n conto del creditore. Nelle città difficilmente si trova credito per fondi rustici se non con forti usure.

E d ecco allora quegli Economisti, i q u a l i hanno studialo la scienza percorrendo l'indice o frontespi-zio dei trattali, senza assumersi il peso di rintrac-ciare le cause di questo stato di cose, — suggerire la panacea di n u o v e leggi proibitive della usura — dicono essi — ossia della libertà degli interessi, una delle poche libertà che restino, sebbene monca ed imperfetta.

Hanno mai pensato invece di invocare la com-pleta libertà del credito, e leggi semplicemente effi-caci da garantirla. Questi signori, politicanti per lo p i ù , non" si avvedono che quando quel loro concetto fosse attuato il credito, ora scarso si rarificherebbe m a g g i o r m e n t e e l'usura resterebbe nascosta entro le pieghe d'una f o r m u l a contrattuale, con peggior danno d e f debitore e, apparentemente protetto dalla legge, poiché il creditore si dovrebbe far pagare, oltre l'in-teresse, che è rimunerazione del servizio prestato e del rischio possibile per l'insolvenza del debitore — anche l'alea d'una multa o della prigione nell'evento d i u n processo penale. Ma per i facili fabbricanti di leggi, nulla è p i ù agevole che proibire o imporre, v a d a ' p u r e a b r a n d e l l i la libertà individuale, ed e per questo che l'Italia trovasi così prospera e febee. — 0 fra tutte queste leggi precettive non se ne potrebbe c o m b i n a r e una che imponesse lo studio dell'economia politica ai politicanti e ne facesse su-b i r e l'esame a c h i si assume la grave responsasu-bilità di costituirsi legislatore del proprio paese?

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(Contìnua)-30 giugno 1895 L' E O O N 0 M I S T A 411

Rivista Bibliografici

M a u r i c e Block. — Les assu.ranc.es ouvrières en

Alle-magne. — llapport à l'Académie des sciences mo-rales et politiques sur les resultate d'une mission en Allemagne. — Paris; Guillaumin, 1895, pag. 133.

Il g r a n d e esperimento che la G e r m a n i a sta facendo

delle così dette assicurazioni sociali merita che lo si segua nelle sue varie vicende con costanza e se ne v a l u t i n o le conseguenze con c r i t e r i o i m p a r z i a l e . A questo scopo o c c o r r e una conoscenza profonda e completa della complicata organizzazione delle assi-curazioni e u n o studio m i n u t o e paziente delle sta-tistiche u f f i c i a l i . Pochi i n v e r o sono i n condizione d i compiere coleste r i c e r c h e c o m e il signor B l o c k , il quale recatosi i n G e r m a n i a ha potuto s t u d i a r e s u l posto gli effetti delle assicurazioni operaie e a v e r e cosi gli e l e m e n t i per presentare una relazione c o m -pleta a l l ' A c c a d e m i a delle scienze m o r a l i e p o l i t i c h e . L e notizie che il B l o c k fornisce s u l l ' a r g o m e n t o sono piene di interesse, talvolta v e r a m e n t e curiose e noi v o r r e m m o che t u l l i coloro i q u a l i p a t r o c i n a n o l ' i n -tervento dello Stato nelle assicurazioni scorressero le pagine della ottima m o n o g r a f i a del B l o c k ; v e -drebbero così i p r o b l e m i che ancora r i m a n g o n o in-soluti, nonostante gli studi del G o v e r n o , n o n c h é i pericoli finanziari, che 1' a v v e n i r e r i s e r b a alla G e r -mania per queste assicurazioni.

Le Comte Rochaì'tl. — Le libre-éehange monétaire.

Bri-bes économiques. - Paris,Guillaumin, 1895, pag. 207.

È una raccolta di a r t i c o l i p u b b l i c a t i , i n questi u l t i m i anni d a l l ' A u t o r e i n v a r i p e r i o d i c i e special-mente nel decorso a n n o . L e questioni p i ù spesso trattate sono quelle m o n e t a r i e e c o m m e r c i a l i e i n esse l ' A u t o r e fa prova dì u n sano c r i t e r i o e d i idee temperate. Il titolo del l i b r o è v e r a m e n t e q u e l l o dei p r i m i t r e articoli p u b b l i c a t i dal conte R o c h a ì d

w\\'Economiste frangais per sostenere p r i n c i p a l

-mente che invece della U n i o n e latina si f o r m i una Unione m e t r i c a semplificata come egli la c h i a m a , la quale d o v r e b b e occuparsi soltanto d i r e n d e r e universale il pezzo da 2 0 f r a n c h i , il L u i g i d ' o r o . Gli a l t r i a r g o m e n t i trattali d a l l ' A u t o r e sono le Casse di r i s p a r m i o , il c o m m e r c i o f r a n c o - r u s s o , il b i g l i e t t o di Banca, la situazione finanziaria ed e c o n o m i c a del 1' Italia ecc. N o n si t r o v a n o certo cose n u o v e , nè d i grande interesse, i n questi s t u d i , m a g l i a r g o m e n t i sono trattati i n m o d o c h i a r o e con dati e notizie che è utile far conoscere al p u b b l i c o ; per questo il libro n o n è i n o p p o r t u n o .

Prof. Ugo Rabbeno. — The American Commercial

To-licy. Three liistorical essays, 2nel edition parlly rewritten andentirely revised by the Author. — L o n -don, Macmillan, 1895, pag. XXIV-414.

L ' o p e r a del prof. Rabbeno sul Protezionismo

americano, della quale l'Economista si è o c c u p a t o

già da tempo (vedi il N u m . 1 0 0 9 ) ) m e r i t a v a c e r -tamente d ' essere fatta conoscere al p u b b l i c o in-glese e a m e r i c a n o per l'interesse storico e d o t t r i n a l e , «he presentano le r i c e r c h e dell' egregio A u t o r e . L a traduzione che ora ci g i u n g e da L o n d r a " è u n a p r o v a che l'opera del R a b b e n o è stata apprezzata anche

all'estero e che i v i si è giudicato ch'essa n o n trova r i s c o n t r o nelle altre numerose p u b b l i c a z i o n i fatte, n e g l i u l t i m i anni i n t o r n o alla politica c o m m e r c i a l e degli Stati U n i t i .

D e l m e r i t o del l i b r o non è i l caso d i p a r l a r e n u o v a m e n t e . Nella edizione inglese il R a b b e n o ha cercato d i fare q u a l c h e r i d u z i o n e e m i g l i o r a m e n t o o m e t t e n d o alcune digressioni e a g g i u n g e n d o fatti e osservazioni i n appoggio alle sue varie d i m o s t r a z i o n e L a t r a d u z i o n e , per q u a n t o possiamo g i u d i c a r e n o i , è stata eseguita fedelmente così che n o n d u b i t i a m o che il l i b r o avrà o t t i m a accoglienza da parte degli e c o n o m i s t i s t r a n i e r i .

Aspects of the social problem by various wrilers edited

by Bernard Bosanquet,. — London, Macmillan and

Co., 1895, pag.. X - 3 3 4 .

Sono 1 8 saggi, dei q u a l i nove v e n g o n o p u b b l i c a t i ora per la p r i m a volta e trattano t u t t i del p r o b l e m a sociale sotto 1' u n o o I' altro aspetto. U n concetto c o m u n e però d o m i n a i n l u t t i questi saggi ed è elio l ' i n d i v i d u o è sopra tutto u n carattere e una v o l o n t à e che la società nel suo complesso è una s t r u t t u r a nella quale volontà e carattere sono i m a t e r i a l i c o n cui noi edifichiamo.

L ' e d i t o r e di questi saggi fa notare anche c h e , sebbene la mente umana* sia piena dei p r o b l e m i i n e r e n t i alla r i f o r m a sociale, è notevole c o m e sia scarsa la letteratura, che associa la osservazione scientifica del f e n o m e n i sociali con le teorie! E d anzi il v o l u m e che a n n u n c i a m o è stato f o r m a t o con lo scopo di c o n t r i b u i r e a c o l m a r e quella lacuna e d i i n d i c a r e per q u a n t o i m p e r f e t t a m e n t e il genere di opere con c u i deve essere c o l m a t o . L u n g o sarebbe il discorso se volessimo r i f e r i r e s o m m a r i a m e n t e d i che trattano quéi 1 8 s t u d i : d i r e m o soltanto che essi 0 svolgono a r g o m e n t i d ' i n d o l e teorica generale c o m e 1 d o v e r i d e l l ' i n d i v i d u o verso la società, la posizione del socialismo d i fronte alla seleziono naturale, il p r i n c i p i o di proprietà, ecc. o p p u r e trattano di q u e -stioni attuali connesse alla r i f o r m a Sociale q u a l i la protezione dei f a n c i u l l i , la condizione delle d o n n e nelle i n d u s t r i e , la legge sui poveri, i disoccupati ecc. Sono i n generale studi coscienziosi e. i s t r u t t i v i ; essi r i v e l a n o con quale s p i r i t o , zelo e diligenza sono studiate le condizioni delle classi povere e operaio i n I n g h i l t e r r a e perciò m e r i t a n o d'essere r a c c o m a n -dati a c h i u n q u e v o g l i a gettare u n o s g u a r d o a d d e n t r o alla questione sociale q u a l e si presenta i n I n g h i l t e r r a .

Rivista Economica

Consistenza delle valute divisionali italiane — //

com-mercio serico lionese e le sete asiatiche — La pro-duzione dell'oro e la colonia italiana nei Transvaal — Le coniazioni in Inghilterra.

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412 L* E C O N O M I S T A 30 giugno 1895

P e r effetto dell' art. 9 della C o n v e n z i o n e del 6 n o v e m b r e 1 8 8 5 f u r o n o coniate altre valute della medesima specie per una s o m m a di L . 3 2 , 4 0 0 , 0 0 0 .

Cosicché lo stock accertato di spezzati d ' argento p r i m a della rarefazione alla quale si è d o v u t o p o r r e r i p a r o , ascendeva a 1 6 9 m i l i o n i , r i m p e t t o al c o n -t i n g e n -t e convenzionale di L . 2 0 2 , 4 0 0 , 0 0 0 . O n d e una differenza i n meno fra la circolazione autorizzata e la scorta visibile di circa 3 5 . 5 m i l i o n i d i l i r e .

O g g i d ì la valuta divisionale raccolta dal T e s o r o o giacente presso la Zecca rappresenta un v a l o r e d i 1 2 6 5 m i l i o n i ; vale a d i r e 4 2 . 5 m i l i o n i di meno della cifra dei 1 6 9 m i l i o n i costituiti dalle giacenze del 1 8 8 3 e dalle coniazioni posteriori.

Se si può a m m e t t e r e che g r a n parte, se non la massima parte, della p r i m a differenza d i 3 3 . 5 m i -l i o n i , i n d i c h i dispersioni d e f i n i t i v e di v a -l u t a , segna-tamente r i g u a r d o alle emissioni fatte p r i m a del 1 8 6 6 , q u a n d o , d i fronte al r a p p o r t o legale fra l ' o r o e lo a r g e n t o , l ' a r g e n t o faceva p r e m i o e gli spezzati v e -n i v a -n o i-ncettati -no-n osta-nte la r i d u z i o -n e del t i t o l o ; sarebbe diffìcile I' a f f e r m a r e che la seconda differenza di 4 2 . 5 m i l i o n i , rappresenti nella sua m a g g i o r parte dispersioni d e f i n i t i v e . L e n u o v e coniazioni, le rico-niazioni e le r i e m i s s i o n i di spezzati sono troppo re-c e n t i , e l'argento metallo ha o g g i d ì troppo v i i prezzo r i m p e t t o al v a l o r n o m i n a l e delia moneta, per poter fare u n a s i m i l e ipotesi.

Q u a l c h e m i l i o n e di valuta d i v i s i o n a l e italiana t r o -vasi ancora di certo nei canali della c i r c o l a z i o n e francese, ma una s o m m a ben p i ù r a g g u a r d e v o l e deve t r o v a r s i i n Italia. O g n u n o r a m m e n t a le alte lagnanze per l'assoluta mancanza d i spezzati d ' a r g e n t o n e l -l ' a u t u n n o de-l 1 8 9 3 . E p p u r e , d ' a -l -l o r a i n poi, i dazi d ' i m p o r t a z i o n e r e c a r o n o alle casse del T e s o r o circa 3 0 m i l i o n i d i lire i n monete d i v i s i o n a l i . L e q u a l i non cessano di a f f l u i r e per questa via, tanto che nel passato mese di marzo ne e n t r a r o n o ancora per o l t r e 7 0 0 , 0 0 0 l i r e , e I' afflusso, benché m e n o a b -bondante, n o n accenna a finire.

T e n u t o conto degli spezzati passati i n Zecca ab-b i a m o già u n o stock ili 1 6 . 5 m i l i o n i di monete in eccedenza del contingente d i b i g l i e t t i frazionali, fis-sato in 1 1 0 m i l i o n i ; e quella s o m m a a n d r à grada-t a m e n grada-t e crescendo cagionando al T e s o r o u n a per-dita d i interessi n o n trascurabile.

A o g n i m o d o , la crisi della m i n u t a circolazione, che, i n q u a l c h e m o m e n t o e i n q u a l c h e l u o g o , m i -nacciò persino di t u r b a r e I' o r d i n e p u b b l i c o , fu su-perata c o n sufficiente rapidità, osservando s e m p r e strettamente la lettera e lo s p i r i t o dei patti m o n e -tari i n t e r n a z i o n a l i .

Il r i t i r o e l ' a c c a n t o n a m e n t o degli spezzati d ' a r -gento h a n n o messo l ' I t a l i a i n una situazione m i g l i o r e d i f r o n t e ai suoi confederati m o n e t a r i , così nella ipo-tesi d i una d u r a l a sine die della convenzione i n vi-gore, c o m e i n quella di u n d i s s o l v i m e n t o e v e n t u a l e d e l l ' U n i o n e latina. A n z i il r i m p a t r i o c o m p i u t o dei nostri spezzati d ' a r g e n t o reca q u e s t ' a l t r o g r a n d e v a n t a g g i o , che, q u a l o r a , non per v o l e r e d e l l ' Italia, ma per a v v e n i m e n t i i m p r e v e d u t i e per I' azione di u n o qualsiasi degli Stati soscrittori della convenzione, si dovesse procedere alla l i q u i d a z i o n e delle specie d ' a r g e n t o , una parte r a g g u a r d e v o l e delle conseguenze finanziarie i m m e d i a t e che seco a d d u r r e b b e per noi il d i s s o l v i m e n t o della vecchia U n i o n e , sareiibe sin d' ora scontata.

Il commercio serico lionese e le sete

asiatiche. — L a Camera di c o m m e r c i o francese di L i o

ne, i n sua seduta, ha approvato il r a p p o r t o del s i -g n o r S y o n n e t , i n n o m e della C o m m i s s i o n e de-gli interessi p u b b l i c i , dal quale t o g l i a m o il seguente b r a n o che r i g u a r d a il c o m m e r c i o delle sete asiatiche i n Italia :

U n secondo r e c l a m o viene f o r m u l a t o dall' Union

des marchands de soie di L i o n e . G l i i m p o r t a t o r i

lionesi di sete asiatiche osservano che una parte i m -portante della l o r o clientela si trova a Z u r i g o , Basi-lea e M i l a n o e che i n o l i attuali delle Messageries

maritimes, via M a r s i g l i a , aumentat i del prezzo di

trasporto per ferrovia fino a destinazione, r a p p r e -sentano una cifra d i m o l t o s u p e r i o r e a quella che v i e n e pagata dai loro c o n c o r r e n t i alle C o m p a g n i e m a r i t t i m e straniere, che m e t t o n o capo a G e n o v a . Que-sta differenza d i prezzi è così saliente da costituire u n danno g r a v i s s i m o al c o m m e r c i o francese.

Essi fanno notare i n o l t r e che la tariffa dei noli per M a r s i g l i a o per Genova è quasi la stessa, ma che le sete che g i u n g o n o a Genova ottengono sulle f e r r o v i e italiane delle concessioni i m p o r t a n t i . Cosi il m e r c a t o di M i l a n o , grazie allo s v i l u p p o d e l l ' i m portazione delle sete asiatiche, via G e n o v a , g u a d a -g n a o -g n i -g i o r n o t e r r e n o a d e t r i m e n t o del c o m m e r c i o lionese.

I l m i n i s t r o del c o m m e r c i o francese è stato col-pito a n c h ' e s s o dagli sforzi che dalle C o m p a g n i e di navigazione tedesche si fanno per s t o r n a r e a loro p r o f i t t o il transito delle sete dell' e s t r e m o Oriente i m p o r t a t e a M a r s i g l i a , c o n destinazione per la S v i z -zera, ed ha o r d i n a t o , or è u n anno, una minuziosa inchiesta.

I c o m m e r c i a n t i lionesi chiedono che si stabilisca u n accordo fra le Compagnie des messageries

ma-ritimes e le C o m p a g n i e di strade ferral e francesi

interessate nella questione allo scopo di stabilire per le sete dell' e s t r e m o O r i e n t e dirette via Marsiglia su Z u r i g o , Basilea e M i l a n o , dei prezzi di traspòrto a l m e n o i d e n t i c i a q u e l l i che v e n g o n o pagati per le sete i m p o r t a t e , via G e n o v a , su piroscafi stranieri.

La produzione dell' oro e la colonia italiana nel Transvaal. —• Da u n rapporto del sig. H .

Bategal, reggente il R . Consolato a Cape T o w n si r i -leva che la p r o d u z i o n e totale delle m i n i e r e aurifere del T r a n s v a a l , dalla scoperta dei g i a c i m e n t i fino ad oggi, f u di oncie 6 , 5 3 7 , 2 8 7 , che si r i p a r t i s c o n o come segue per g l i u l t i m i sette a n n i :

1 8 8 8 oncie 2 3 0 , 1 8 9 1 8 9 2 oncie 1 , 2 1 0 , 8 6 5 1 8 8 » » 3 6 9 , 5 5 1 1 8 9 3 » 1 , 4 7 8 , 4 7 7 1 8 9 0 » 4 9 4 , 8 1 0 1 8 9 4 » 2 , 0 2 4 , 1 6 2 1 8 9 1 » 7 2 9 , 2 3 3

È d i f f ì c i l e i n d a g a r e il prezzo m e d i o dell' oro, visto che n o n se ne fa c o m m e r c i o su questi m e r c a t i , poiché le v a r i e c o m p a g n i e lo spediscono d i r e t t a m e n t e ai ri-spettivi agenti i n I n g h i l t e r r a per mezzo delle banche. S i p u ò tuttavia s t i m a r e 1' oncia d' o r o tra 3 : 8 : 0 e 3 : 1 5 : 0 l i r e s t e r l i n e .

(9)

30 giugno 1895 L' E O O N 0 M I S T A 413 I l c o s t o d e l l a v i t a p e r u n l a v o r a t o r e s o b r i o e d e c o n o m o è , r e l a t i v a m e n t e , a b u o n m e r c a t o : v i t t o e d a l l o g g i o possono a v e r s i p e r sei l i r e s t e r l i n e m e n s i l i . Le coniazioni in Inghilterra. — D a l r a p p o r t o del D i r e t t o r e della Z e c c a d i L o n d r a , u l t i m a m e n t e p u b b l i c a t o , r i l e v i a m o c h e le c o n i a z i o n i di o r o nel 1 8 9 4 f u r o n o c o n s i d e r e v o l i , essendosi r a g g u a g l i a t e a 5 , 6 7 8 , 1 0 0 l i r e s t e r l i n e ; t u t t a v i a r i m a s e r o ' i n f e r i o r i a q u e l l e e f f e t t u a t e n e l 1 8 9 3 c h e ascesero a 9 , 2 6 6 , 2 5 1 l i r e s t e r l i n e . È da a v v e r t i r e p e r ò c h e q u e s t e c i f r e c o m p r e n d o n o la r i f u s i o n e d e l l e m o n e t e c a l a n t i r i -tirate d a l l a c i r c o l a z i o n e i n v i r t ù d e l l a l e g g e del 1 8 9 1 . I l totale d e l l ' e m i s s i o n i d e l l e n u o v e m o n e t e ha s u -perato C a n n a scorso d i l i r e s t e r l i n e 2 , 6 3 8 , 9 0 0 le s o m m e r i t i r a t e nel c o r s o d e l l ' a n n o , l ' o r o p e r la co-n i a z i o co-n e e s s e co-n d o i co-n p a r t e e co-n t r a t o alla Z e c c a d u r a co-n t e i l 1 8 9 3 . A v e n d o la B a n c a d ' I n g h i l t e r r a ricevuto n e l 1 8 9 4 u n a s o m m a d i L s . 3 , 8 0 5 , 2 5 0 i n s o v r a n e d i A u s t r a -lia, la c i r c o l a z i o n e o r o a u m e n t ò a p p a r e n t e m e n t e d i L s . 6 , 4 1 1 , 1 5 0 . C o m e si p o t e v a b e n p r e v e d e r e i n r i g u a r d o alla p r o g r e s s i o n e delle r i c o n i a z i o n i , i r i t i r i d e i p i c c o l i pezzi d i o r o d i m i n u i r o n o n o t e v o l m e n t e I' a n n o s c o r s o . Q u a n t o a l l ' e m i s s i o n i di n u o v e m o n e t e i m p e r i a l i di a r g e n t o , b e n c h é esse s i a n o ascese a d u n a r a g g u a r d e v o l e s o m m a d i ' 9 4 2 , 8 6 5 l i r e s t e r l i n e , p r e s e n -tano t u t t a v i a u n a d i m i n u z i o n e r i m p e t t o a g l i a n n i p r e c e d e n t i . M a si s o n o a l t r e s ì c o n i a t e p e r 3 3 6 , 4 3 3 l i r e s t e r l i n e d e l l e m o n e t e c o l o n i a l i t u t t e d i a r g e n t o , ad e c c e z i o n e d i 4 0 0 0 l i r e s t e r l i n e d i r a m e e d i n i k e l . L a Z e c c a di B i r m i n g a m ha c o n i a t o p e r 1 , 6 3 2 , 7 7 6 cents i n r a m e per S a r a w a k e 1 m i l i o n e d i c e n t s per B o r n è o . I l p r e z z o m e d i o d e l l ' a r g e n t o a c q u i s t a t o d a l l e Z e c -che è stato n e l 1 8 9 4 d i 2 9 ' / » d e n a r i l ' o n c i a , c o n una d i m i n u z i o n e d i 7 1/i t d e n a r i p e r o n c i a d i f r o n t e al 1 8 9 3 . I n c o n f r o n t o c o i p r e z z i m e d i del 1 8 9 3 , i d i r i t t i d i s i g n o r a g g i o p e r l e m o n e t e i m p e r i a l i s i s o n o e l e v a t i da 2 7 4 , 4 8 5 l i r e s t e r l i n e n e ! 1 8 9 3 , a 3 4 3 , 6 4 5 nel 1 8 9 4 . L a p e r c e n t u a l e m e d i a d e l s i g n o r a g g i o , le m o n e t e d i a r g e n t o e s s e n d o e m e s s e i n r a g i o n e d i 6 6 d e n a r i l ' o n c i a , è stata n e l 1 8 9 4 d i 1 9 5 . 6 4 c o n -tro 8 1 . 7 5 a c u i si r a g g u a g l i ò n e l 1 8 9 3 .

PROVVEDIMENTI FINANZIARI

D i a m o il testo d e l d i s e g n o d i l e g g e s u i p r o v v e d i m e n t i finanziari p r e s e n t a t o a l l a C a m e r a i l 1 3 g i u -gno dal M i n i s t r o d e l T e s o r o d i c o n c e r t o c o n q u e l l o delle F i n a n z e :

Art. 1. È convertito in legge il regio decreto del 10 dicembre 1894, n. 532, costituente l'allegato A, che reca variazioni alla tariffa dei dazi doganali e delle tare, nonché al regime fiscale delle fabbriche di glucosio, di cicoria e degli spiriti, ed impone una tassa sulla raffinazione degli oli minerali greggi di origine nazionale e sulla fabbricazione dei fiammiferi. Art. 2. Sono approvate le leggi costituenti gli al-legati B, C, D ed E riguardanti rispettivamente:

1° la riforma della tassa sulla cicoria e sulle so-stanze, che nel consumo possono servire agli usi della cicoria preparata o del caffé e modificazioni all' or-dinamento della tassa sul glucosio;

2° le norme per l'applicazione del tributo sulla raffinazione degli oli minerali greggi ;

3° il nuovo testo di disposizioni relative alla tassa sugli spiriti ;

4° le disposizioni per 1' applicazione della tassa sulla fabbricazione dei fiammiferi.

Art. 3. Sono pure approvate le leggi costituenti gli allegati F, G ed IT, riguardanti rispettivamente :

1" la tassa sul consumo dot gas-luce e dell'e-nergia elettrica a scopo d'illuminazione e di riscal-damento;

2° disposizioni alle tasse ipotecarie ed agli emo-lumenti dei conservatori delle ipoteche;

3" disposizioni relative alle tasse sulle asssicu-razioni.

Art. 4. La tassa interna di fabbricazione degli zuccheri è stabilita nella misura di lire 70,15 per ogni quintale di zucchero di prima classe e di lire 67,20 per ogni quintale di zucchero di seconda classe. Quando le materie prime, da cui si estrae lo zuc-chero, non siano prodotte dall'agricoltura nazionale, la facoltà data dall'art. 1 della legge 15 luglio 1883, n. 1501, serie 3" ai fabbricanti di zucchero indigeno di liquidare la tassa sulla quantità di zucchero ef-fettivamente prodotto, spetta altresì alla finanza.

Art. 5. Con effetto dal giorno 1 ! marzo 1895 la restituzione della tassa sui prodotti contenenti zuc-chero, destinati alla esportazione, sarà conceduta nella misura indicata nella tabella, che costituisce l'allegato I.

Art.. 6. Nella tariffa generale dei dazi doganali sono introdotte le modificazioni ed aggiunte indicate nella tabella, che costituisce l'allegato K.

Art. 7. È data facoltà al Governo del Re di ri-vedere, completare e riunire in testo unico, con de-creto reale da presentare al Parlamento per la con-versione in legge non più tardi del 31 dicembre 1895, le disposizioni sulle tare per le merci, che si impor-tano dall'estero, determinando le discipline per la loro applicazione.

Art. 8. Con decreto reale da presentare al Parla-mento per la conversione in legge non più tardi del 31 dicembre 1895, il Governo del Re potrà provve-dere alla soppressione e modificazione di note della tariffa doganale e alla correzione e modificazione di voci e sottovoci della tariffa medesima in quanto ri-guarda la denominazione e la discriminazione delle merci.

Con decreto reale, udito il parere del Consiglio di Stato, sarà pubblicato il testo unico delle disposizioni preliminari alla tariffa e quello della tariffa generale dei dazi doganali, coordinandone e suddividendone le voci in relazione con le disposizioni della presente legge, con quelle tuttora in vigore di leggi prece-denti, coi trattati di commercio e con le modifica-zioni che saranno approvate col regio decreto di cui alla prima parte del presente articolo.

E data parimente facoltà al Governo del Re di pubblicare con decreto reale da presentare al Par-lamento per la conversione in legge, il repertorio della tariffa generale dei dazi doganali.

Art. 9. È data facoltà al Governo del Re di rive-dere e di coordinare il testo unico le disposizioni re-golamentari per l'applicazione delle leggi relative a tutte le tasse interne di fabbricazione.

È parimente autorizzato il ministro delle finanze, nei casi in cui non abbia luogo 1' abbonamento con i fabbricanti a fare accertare il prodotto da sotto-porsi alla tassa di fabbricazione delle acque gazzose, col sussidio di un congegno meccanico da applicarsi a spese dell'amministrazione.

Art. 10. Le tasse fisse di registro sulle sentenze dei Tribunali, delle Corti d'appello e delle Corti di Cassazione stabilite dagli articoli 123, 124, 126, 127, . 128, 130 e 131 della tariffa annessa alla legge di

(10)

L' E C O N O M I S T A precitata tariffa è ria applicarsi nella misura di L. 2

per ogni mille lire.

La sovrimposta dei decimi è mantenuta anche pol-le tasse stabilito dal presente articolo.

Art. 11. Gli Istituti di credito, le Società, gli Enti e le Ditte, clic abbiano emesso od emetteranno car-tello, certificali, obbligazioni, azioni ed altri titoli di qualunque specie tanto definitivi quanto provvisori, non potranno prendere qualsiasi nota nelle loro scrit-ture, nò addivenire ad altre operazioni in dipendenza di trasferimento di detti titoli a causa di morte, senza averne fatta prima denunzia all' ufficio del registro. Omettendosi questa denunzia i contravventori in-correranno in una pena uguale all'ammontare della tassa dovuta per legge sui titoli ed azioni, come e stabilito pei detentori con l'articolo 5 della legge 12 luglio 1888, n. 5515; e salva la responsabilità soli-dale anche per la tassa, che fosse tuttora da recu-perarsi a carico degli credi e legatari sui detti ti-toli, azioni o certificati.

Provvedimenti di tesoro.

Art. 12. Il Governo del Ee è autorizzato a stipu-lale con le Società italiane per le strade ferrate esercenti le reti .Mediterranea, Adriatica e _ Sicula gli accordi necessari per esonerarle dal servizio delle obbligazioni ferroviarie 3 per cento considerate dalla leggo 27 aprile 1885, n. 3048, serie 3®, con effetto a datare dal 31 dicembre 1895. A partire dal 1° gen-naio 1896 il detto servizio sarà affidato alla Dire-zione generale del Debito pubblico.

A r t . 13. A compimento della facoltà data al Go-verno del Ee con l'art. 5 della legge 22 luglio 1894, n. 347, esso è autorizzato a prendere accordi con le Società italiane delle strade ferrate del Mediter-raneo e Meridionali per il pagamento anticipato delle annualità complementari ancora dovute dal Tesoro, ai termini dell'articolo 9 delle convenzioni sottoscritte addi 20 e 21 giugno 1888 ed approvate con la legge

20 luglio 1888, 5550. . A r t . 14. E abrogata la facoltà concessa dall

arti-colo 5, comma primo dell'allegato L, approvato con l'art. 12 delle legge 22 luglio 1894, n. 339, di prov-vedere alle spese per le costruzioni ferroviarie e pel-le Casse per gli aumenti patrimoniali mediante emis-sione di titoli di rendita consolidata 4.50 per cento netto.

Nelle dette spese s'intendono comprese anche quelle che potranno essere eventualmente impegnate cogli appalti da fare dopo la pubblicazione della presente legge per il compimento delle linee ferroviarie indi-cate nell' art. 4 della legge 24 luglio 1887, n. 4785, e nell'art 4 della legge 20 luglio 1888, n. 5550.

Art. 15. - Sono approvate le disposizioni contenute nell'ali. L, che forma parte integrante della presente legge, riguardanti la conversione di vari debiti dello Stato e di buoni del Tesoro a lunga scadenza in consolidato 4.50 per cento netto da qualsiasi impo-sta presente o futura.

A r t . 16. I titoli del consolidato 4.50 per cento netto, esente da ritenuta per qualsiasi imposta pre-sente e futura, emessi a norma dell' allegato L , approvato con l'articolo 12 della legge 22 luglio 1894, n. 339, e per effetto della presente legge, non potranno essere assoggettati a conversione a tutto il 30 giugno 1900.

A r t . 17. È convertito in legge il regio decreto 21 novembre 1894, n. 517 (Allegato M alla presente legge), che disciplina il cambio dei certificati nomi-nativi e misti del consolidato 5 per cento con quelli nominativi e misti del nuovo consolidato 4 per cento netto. . ,. ..

A r t . 18. Nel limite massimo di 800 milioni di lire fissato dall' articolo 2 dell'allegato / approvato con 1' articolo 11 della legge 22 luglio 1894, n. 339, per qualsiasi emissione di biglietti di Stato, è compreso

anche il valore nominale dei buoni di cassa da 1 e 2 lire, creati secondo le disposizioni approvate con l'articolo 14 della citata legge ed emessi contro immo-bilizzazione di monete divisionali italiane di argento. L a somma di 400 milioni di lire, oltre la quale, ai termini della medesima legge, ogni emissione di biglietti di Stato dev'essere interamente coperta da valuta metallica, è ridotta a 320 milioni ; e le somme di 400 milioni di lire di cui nel primo comma del-l' art. 3 del citato allegato e di 200 milioni di cui alla lettera b dello stesso articolo sono rispettiva-mente elevate a 480 e a 280 milioni, restando in esse compreso il valore nominale dei buoni di cassa, creati a forma delle disposizioni vigenti.

Entro tali limiti potrà pure essere immobilizzata, come riserva speciale dei biglietti di Stato, una som-ma di 20 milioni di lire di monete divisionali d' ar-gento di conio italiano. .

Art. 19. Entro un mese dalla pubblicazione della presente legge, il Ministro del Tesoro provvedere al

deposito, presso la Cassa dei depositi e prestiti, co-me riserva speciale dei 400 milioni in biglietti di Stato presentemente emessi, della somma dì 80 milioni di lire in specie d'oro e in monete d'argento di conio italiano, di cui non più di 20 milioni in moneta divi-sionale d'argento ai termini dell'articolo precedente.

Art. 20. Compiuta 1' estinzione dei debiti redi-mibili della tabella A, e al termine dell'esercizio 1898-99, nel quale si chiuderà 1' operazione sui de-biti redimibili della tabella B, secondo le disposi-zioni contenute nell' allegato M, approvato con l'ar-ticolo 13 della legge 22 luglio 1894, n. 339, 1'avanzo che, per le disposizioni medesime, sarebbe devoluto al Tesoro dello Stato, sarà, invece, destinato a di-minuzione del debito pubblico, mediante corrispon-dente annullamento di rendita sul Gran Libro.

Non potrà, quindi, essere destinata a scopo diverso da quello previsto dalla legge mentovata, qualsiasi parte della rendita messa a disposizione della _Cass|i dei depositi e prestiti per il servizio dei debiti redi-mibili descritti nelle tabelle citate; e la stessa ren-dita non potrà essere alienata se non nelle propor-zioni strettamente necessarie in ogni esercizio per provvedere, nella .misura dei rispettivi stanziamenti di bilancio, i fondi occorrenti per gli interessi, i premi e 1' ammortizzazione dei debiti redimibili indicati.

Art. 21. Tutti i fondi della Cassa dei depositi e prestiti, provenienti dai depositi del risparmio e dai depositi volontari, saranno impiegati per non meno di una metà in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, e pel resto in prestiti alle provinole, ai comuni e ai consorzi, ai termini delle leggi vigenti, o in conto

corrente col Tesoro. - i n A r t . i2. A deroga di quanto dispone 1 articolo d

della legge 27 maggio 1875, n. 2779, il Ministro del Tesoro, di concerto col Ministro dell'agricoltura, in-dustria e commercio, e col Ministro delle poste e te-legrafi, avrà facoltà di mutare, anche semestralmente, la ragione dell' interesse sulle somme depositate a ti-tolo di risparmio, quando lo esigano le condizioni del mercato. . , ,,

Per la prima volta, dopo la promulgazione (lena presente legge, purché entro trenta giorni dalla pub-blicazione di essa, la detta facoltà potrà essere eser-citata pel tempo che mancherà a compier l'anno lsyo-A r t . 23. L a ragione dell' interesse, da stabilirsi con decreti reali, registrati alla Corte dei conti, per ; buoni del Tesoro di ogni specie, che saranno emessi dopo la promulgazione della presente legge, sara esente da ritenuta per qualsiasi imposta presente futura.

Art. 24. Sono convertiti in legge:

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