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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.22 (1895) n.1121, 27 ottobre

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R I V A T I

Anno XXII - Voi. XXVI Domenica 27 Ottobre 1895 N. 1121

L'ACCERTAMELO DEI REDDITI MOBILIARI

La Nazione, nel suo numero del 19 corrente, riportando il nostro articolo sugli eccessi del fisca -lismo nella revisione dei redditi di ricchezza mobile, dichiara di non « convenire nell'interpetrazione che il pubblico potrebbe darvi con molta facilità. » Essa dice che « ne potrebbe, infatti, venire agevolmente l'impressione, che si voglia negare esservi stati nelle categorie B e G per la ricchezza mobile un gran numero di accertamenti inferiori di molto alla realtà dei redditi. Ora è - notorio che ciò sussiste. » Ora, alla nostra volta, dobbiamo osservare alla Nazione che,, nel nostro articolo abbiamo precisamente detto : « È noto che TUTTI i redditi di categoria B e G re-stano inferiori al vero, e questo è inevitabile data l'altezza della imposta. »

E i lettori che ci seguono da un pezzo sanno benissimo che noi abbiamo sempre sostenuto e de-plorato che i redditi accertati siano inferiori al vero ; anzi non abbiamo risparmiate le nostre lodi all'on. Grimaldi, quando, nel 1887, ha pubblicato l'elenco nominativo dei contribuenti delle categorie B e C. Ma non ci siamo mai illusi che con le aliquote esistenti allora, e peggio ancora oggidì, sia possibile fare accertamenti menò lontani dal vero. La Nazione può credere benissimo, astr,attamente, che sia possi-bile una più equa ripartizione dei tributi anche mantenendo ferma l'aliquota attuale, ma sul terreno pratico i fatti dimostrano ad ogni revisione biennale, che gli aumeuti dei redditi sono assai difficili a mantenersi. E la cosa si spiega certo per due ra-gioni, 1° che gli aumenti sono fatti spessissimo cer-v e l l o t i c a m e n t e ^0 che con ie aliquote attuali (10 °/( categ. B e 9 °/0 c a t e§ - è naturale, naturalissimo, che°il contribuente si sforzi in tutti i modi di r i -durre il reddito accertato per controbilanciare l'ec-cessiva altezza dell'aliquota. Si riduca l'aliquota alla misura che è compatibile con la eseguita dei redditi in Italia, parliamo di media s'intende, e allora si potranno accertare senza contestazioni, agitazioni, comizi e proteste sdegnose, redditi conformi quasi al vero. È una verità elementare questa, ma forse proprio perchè è elementare pare non possa entrare nella testa dei nostri granili uomini di Stato, che reggono con gli splendidi risultati, che tutti sanno, le sorti del regno. Si persuada la Nazione che fin-ché avremo, proprio noi che siamo i meno abbienti fra i grandi Stali del mondo, le aliquote più alte che si conoscono sulla ricchezza mobiliare, non sarà possibile una meno iniqua distribuzione dei tributi.

Questo non toglie che si debba cercaro il modo di impedire il ripetersi continuo dei clamori che ci hanno assordati in queste ultime settimane. E ap-punto per provvedere all' avvenire, e d i m i n u i r e le le cause di malumore fra i contribuenti, abbiamo accennato al sistema seguito in Prussia, dove vi è non una sola, ma più commissioni speciali per la determinazione dei redditi prima ancora dell'appello e tutta una procedura speciale che tutela efficace-mente il contribuente e il fisco.

In Prussia si è molto discusso, prima della legge del 2 4 giugno 1891, intorno al sistema da adottare per l'accertamento dei redditi e v'è tutta una lette-ratura sulla questione, ad esempio, dell'imposizione dell'obbligo della denuncia dei redditi. Varrebbe certo la pena di far conoscere I' ordinamento della imposta prussiana sul reddito, se non fossimo nel regno ol-treché degli arbitri amministrativi, anche della fisca-lità, e quindi se vi fosso speranza che qualche uomo di Stato con larghezza di idee, con conoscenza esatta delle necessità del paese, con spirito libero dalle pa-stoie burocratiche si facesse avanti con una riforma dei tributi seria, efficace, liberale e ispirata non all' empirismo, ma ai principi economici. Tuttavia per appagare il desiderio espressoci da parecchi lettori n p o r t i a m o alcune delle disposizioni della legge prus-siana, rinviando per maggiori ragguagli alle opere speciali sull'argomento, fra le altre al Preussisches Steuerbuch del Dr. J. Jastrow (Leipzig, H i r s c h

-feld, 1 8 9 4 ) :

La determinazione della imposta sul reddito do-vuta dai contribuenti è preceduta in Prussia da una valutazione preventiva (Voreinschatzung), fatta da commissioni speciali. Queste si compongono del Sin-daco del Comune presidente e di un numero di membri fissato dall'Amministrazione governativa. Per la fissa-zione del numero dei membri della Commissione si tiene conto delle varie categorie del reddito. I membri della Commissione sono, in parte, nominati dal Governo e in parte eletti dall' ammininislrazione comunale. Il nu-mero dei membri governativi, compreso il Presidente, dev'essere inferiore al numero dei membri scelti dal-l' Amministrazione, e il Governo può dispensarsi dal nominare dei membri della Commissione. — La Com-missione per la valutazione preventiva (Die Vorein-sehàtzung-Kommission), sottopone a un esame minu-zioso le informazioni fornite dai Sindaci e inscrivo per ciascun contribuente 1' ammontare dei redditi constatati fino a 3000 marchi; cosi pure il saggio della imposta, che essa propone per ogni reddito.

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for-mata una Commissione per la determinazione del-l'imposta sotto la presidenza del Consigliere provin-ciale o di un Commissario del Governo; i membri di questa Commissione sono in parte nominati dal Go-verno e in parte eletti per sei anni dalla rappresen-tanza del Circolo e nei Circoli urbani dalla rappre-sentanza comunale e anche qui si tion conto nella loro scelta, delle diverse categorie di redditi. Il pre-sidente della Commissione per la determinazionq della imposta (Veranlagunga-Kommission) rappresenta an-che gl'interessi dello Stato ; egli deve sorvegliare nel territorio del suo distretto Ì1 modo di operare dei Presidenti delle Commissioni per la valutazione pre-ventiva ( Voreinachiitzungs-Kommission), e dirigere i lavori per la fissazione della imposta; egli ò resj on-sahile della esecuzione regolare di tutte le opera-zioni per la determinazione della imposta nel suo di-stretto. Il Presidente devo esaminare specialmente lo informazioni sulla situazione delle persone e sui red-diti, fare lo pubblicazioni necessarie e invitare spe-cialmente a fare o a rinnuovare la loro dichiara-zione i contribuenti, che non sono già tassati per un reddito superiore ai 3000 marchi e che godono d'un reddito eccedente quella somma. Egli può autoriz-zare i contribuenti su loro domanda o d'ufficio a di-scutere in persona i fatti o le informazioni decisive per la determinazione della imposta. Inoltre deve esa-minare le proposte fatte dalla Commissione per la valutazione preventiva e se le riconosce accettabili decide in proposito. Quando la detta commissione non ha fatto proposte, oppure non sono giudicate accet-tabili dal Presidente, questi deve sottoporre la que-stione con le sue osservazioni alla Commissione per la determinazione della imposta e promuovere una decisione.

Tutto questo, cioè la ricerca e l'esame minuzioso dei redditi, 1' accertamento loro, i n una parola, per opera di due Commissioni - composte di elementi governativi ed elettivi - I' una per la valutazione pre-ventiva del reddito, l'altra per la determinazione della imposta, tutto questo, diciamo, non eselude l'appello pel quale vi è una Commissione speciale ( B e r u f u n g s ICornmission) e le decisioni di quest'ultima possono poi essere, in casi specificati, portate dinanzi al tribu-nale amministrativo superiore [Obervemaltungsgeri chi) che decide i n ultima istanza. Che cosa possiamo contrapporre noi alle due commissioni per la valutazione preventiva e per la fissavalutazione della imposta? -Soltanto il giudizio di u n uomo: dell'agente delle tas-se; e che questo possa bastare, lasciamo a chi ha fior di senno di decidere. Ecco perchè, senza intendere di proporre il rimedio prussiano per una malattia ita-liana, abbiamo messa avanti l'idea di una Commis sione speciale, che collabori coll'agente delle tasse nel-l'accertamento dei redditi. Noi crediamo che ciò che ha fatto la Prussia per organizzare l'accertamento dei redditi, meriti d'essere studiato; quanto ad i m i -tarlo è un'altra cosa, sulla quale non ci possiamo pronunciare così su due piedi. Quello che a noi pare indiscutibile ormai, perchè sono parecchi anni che se ne fa l'esperienza, è che il sistema attuale fun-ziona malissimo e dà luogo, a ogni revisione biennale, ad agitazioni più o meno generali dei c o m m e r -cianti, industriali e professionisti, che non è decoroso e vantaggioso pel fisco di perpetuare.

Non dimentichiamo pure le Commissioni dell' an-tica Firenze, alle quali ha accennato la Nazione, per impedire che si ripetano certi inconvenienti; ma non dimentichiamo neanche che la imposta sui redditi mobiliari pecca ancora nelle sue basi: l'accertamento dei redditi e le aliquote della imposta; i due t e r

-mini non sono scindibili, l'accertamento sarà meglio eseguito, quando le aliquote saranno ricondotte a misura p i ù ragionevole.

LE RISCOSSIONI DEL TESORO

N o n sappiamo quale impressione abbiano fatto sul Ministro del Tesoro i risultati del 1° Trimestre del-l'esercizio finanziario in corso 1 8 9 3 - 9 6 , ma è certo che essi nou potrebbero essere meno favorevoli. Come può vedersi dalla tabella delle riscossioni, che ripro-duciamo più sotto, siamo già a 7 milioni di minori riscossioni in paragone alla provisione del bilancio.

È vero che in confronto al I " Trimestre dell'eser-cizio precedente 1 8 9 4 - 9 3 vi è l ' a u m e n t o di quasi 5 m i l i o n i , ma l'analisi delle varie entrate non lascie-rebbe speranze molte vive olio persista l'aumento rispetto al 1 8 9 4 - 9 5 se non vi fossero i nuovi tor-menti tributari, che devono andar in vigore ora sotto forma di tassa sul gaz e sulla luce elettrica, infatti i cinque milioni di aumento pel 1894, sono dovuti al pro-vento maggioro nelle dogane di 7 milioni e tre quarti. Che le dogane continuino a dare un incremento ili entrate in così notevole misura si può dubitarne, le importazioni sono in sensibile ripresa, ma rimane a vedere se questa continuerà nei mesi successivi. È noto che non vi e niente di più oscillante del reddito delle dogane: badiamo dunque a tion farci i l l u -sioni su cotesto cespite infido. L e tasse sugli affari sono i n diminuzione di oltre 5 milioni e qui le tasse di bollo, di successione o di registro non accennano ora, come ora, a un miglioramento promettente. È probabile però che nei mesi successivi la diminuzione vada scemando ed è giusto avvertire che la perdita nella lassa di bollo deriva in massima parte dalla minoro riscossione di tassa di circolazione sui bi-glietti, la cui quantità complessiva è scemata in que-s t ' u l t i m o anno. L e altre differenze, que-sempre rique-spetto al 1894, sono di poca importanza, se si eccettua il lotto che figura per quasi 1 milione in meno.

Più interessante, ma anche più sfavorevole, è il confronto con le previsioni di bilancio. Le riscossioni sugli spiriti, sui tabacchi, sui sali, sul lotto, sui ser-vizi pubblici rimangono al disotto delle previsioni, mentre le tasse sugli affari, sul movimento ferroviario, le dogane e il dazio di consumo le superano. Il lotto continua a scemare eoa una costanza, che costituisce u n fenomeno degno di studio. È l'ordinamento del giuoco, è qualche disposizione che i giuocatori tro-vano dannosa o vessatoria, sono le condizioni eco-nomiche, o i progressi della previdenza che scemano i proventi di quella imposta?

Converrebbe indagare le cagioni di tal fatto. E non bisognerebbe nemmeno fermarsi al lotto, ma estendere le indagini ai tabacchi, che presentano un ammanco, e rispetto alle previsioni e in confronto al 1894, assai sensibile.

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economico, crediamo che bisognerà ancora una volta studiare dove sono possibili notevoli economie, perchè i nuovissimi p r o v v e d i m e n t i finanziari non potrebbero dare una lira d i più d'entrate delle a t t u a l i : si v e -rificherebbe, in modo ancor p i ù palese, quello elio abbiamo sempre sostenuto, che cioè nelle condizioni attuali della economia nazionale, gì' inasprimenti di imposte o i n u o v i t r i b u t i , non possono che scemare i proventi di quelle già esistenti. Ma di finanza verrà

il momento opportuno di occuparsene con cura nel mese prossimo. Intanto, ecco il prospetto delle r i -scossioni del Tesoro nel p r i m o trimestre dell'eser-cizio in corso :

Differenza

Incasso in rapporto alla previsione Cespite accertato al D M di bilancio Tasse affari 49,618,178.13 - 3,103.184.84 +- 813,178.13 Spiriti, eoe 8,393,960.76 -+- 1,682,592.83 — 1,481,039.24 Dogane 59,075,801 16 4- 7.750,284.01 325,801.16 Dazio consumo ') 12,534,394.20 - 255,585.10 + 34,394.20 • N a p o l i ' ) 3,015 308 48 — 85,318,19 — 184,691,52 , Roma ») 3,306,149.67 + 62,181.98 — 381,380.43 Tabacchi 46 137,594 10 - 475,968.36 + 1,862,405.90 Sali 17,091,397.70 + 572,947.20 — 783,600.30 Lotto 14,637,614 II - 971,136.31 — 1,612,385.89 Movimentoferrov. 4,728 378.28 - 388,485.60 + 112.128.28 Servizi pubblici.. 18,715,668.55 + 213,352.12 — 1,758.806.45 Totale 237,247,445.04 + 4,971,690.10 - 7,078,686.96

IL CONGRESSO 'DELLE BUCHE POPOLARI I BOLOGNA

Il 19 ottobre ha avuto luogo a Bologna l ' i n a u g u -razione del Congresso dello Banche popolari con u n discorso, fra gli altri, dell'on. Luzzntti. E g l i richiamò sopra tutto l'attenzione dei congressisti sopra tre dei temi posti all'ordine del giorno :

I . del tipo unico di vino per esportazione alle cooperative e s t e r e ; 2. dei pericoli minacciati dalle prossime r i f o r m e del codice di c o m m e r c i o alle coo-perative l i b e r e ; 3. del contegno che devono tenere la banche popolari di fronte alle istituzioni (special-mente di credito) di carattere confessionale.

E si dichiarò subito c9ntrario al principio che la cooperazione debba essere u n istituto chiuso, o in altre parole che non possano aspirare alla qualifica di cooperative se non quelle associazioni che non hanno rapporti, che costituiscano lo scopo essenziale dell'azienda, con terzi.

V u o l e piena libertà d'azione economica per t u t t i , a qualunque partito appartengano, e deplora che i così detti liberali si lascino, nel campo della previ-denza e della illuminata filantropia, pigliare la mano dai clericali, che m o l t i vorrebbero combattaro con mezzi che egli non può approvare.

Invitò fin d'ora le banche popolari a non fare di-stinzioni di sorta per la concessione del fido, badando solo alla solidità di chi lo chiede e facendosi pro-rnotrici esse stesse di Casse R u r a l i e Consorzi agrari.

L ' I t a l i a futura, concluse, non sarà no alla balìa di ministeri e partiti che passano, ma verrà bensì governata da coloro che avranno saputo trar partito di quelle forze organiche, le quali vanno dirette a lenire i dolori dei sofferenti.

Cominciati i lavori, dopo una serie, non breve i n -1 ) esclusi i o munii di Napoli e Roma.

') tenuto conto del canone di L. 11,500,000 da pagarsi al comune. 'l Idem idem del canone di L. 14,000,000 dovuto al comune.

vero, di discorsi accademici e rettorici, sul p r i m o tema: relazioni delle Casse di Risparmio colle Banche Po-polari (relatore Paolini) ; dopo breve e non protonda di-scussione, alla quale parteciparono Sanguinelti, Mussi, Luzzatli, fu deliberato di invitare la Commissione per-manente delle Casse di Risparmio sedente a Milano e il Comitato delle Banche Popolari, a mettersi d'ac-corilo per studiare quali provvedimenti possono pren-dere le une e le altre a vantaggio della previdenza e del risparmio.

Sul secondo tema, del credito agrario (relatore Schiratli) il C i r i o sottopose allo studio del Congresso, il suo progetto di cooperative agricole, delle quali si fecero tentativi felici i n regioni incolto d ' I t a l i a o Luzzatli lo appoggiò proponendo che il Comitato studi la questione o pubblichi le sue conclusioni nel giornale dell'Associazione fra le Banche popolari. n In mezzo a tanti rappresentanti del erodilo al la-v o r o non potela-va mancare la la-voce di dolore della industria che più offre impiego al lavoro, e questa voce venne dalle Calabrie, dove m a g g i o r m e n t e lan-gue I' agricoltura. F u i n omaggio a questo appello che il Congresso diede incarico alla commissione centrale defle Banche Popolari di fare uno studio specialo sulle condizioni del credilo agrario nel m e z -zogiorno, presentando i n proposito dei voti concreti al V I I Congresso delle Banche.

E siamo al terzo tema,-quello p i ù ponderoso o discusso quello sul quale più si dividono g l i u m o r i , lo convinzioni o i pareri itegli a m i c i della

coope-razione. . Si trattava di esaminare quali voti e q u a l i d e t e r

-minazioni debba prendere il Congresso d i fronte alle modificazioni legislative, che si stanno elaborando per la cooperazione.

Relatore del tema, il Rodino di Milano, che i m -prese a sintetizzare il suo studio voluminoso ed ac-curato s u l l ' a r g o m e n t o e già d i s t r i b u i t o per le stam-po, affermandosi contrario al parere della n u o v a scuola cooperativa, la quale pare abbia la prevalenza nella commissione ministeriale per la riforma del codice di c o m m e r c i o relativamente alla cooperazione, scuola che non vorrebbe permettere nelle c o o -perative la trattazione d i affari, che costituiscono i l line essenziale dell'azienda, con non soci, ed esige-rebbe che i l riparto degli u t i f fosse fatto fra coloro che sono concorsi a p r o d u r l i e nella misura della

loro contribuzione.

E poiché il Rodino era uscito nel calore della relazione, con frasi poco lusinghiere all' indirizzo dei campioni della nuova scuola, il prof. V i v a n t e che ne è uno dei p i ù chiari e colti rappresentanti e fa pure parte della preaccennata Commissione, ha difeso l'opera e l'opinione sua, dichiarandosi in m o l t i p u n t i d'accordo col relatore, ma irremissibilmente fisso nel concetto economico Clelia cooperazione.

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-nisteriale inspirata certo al m i g l i o r interesse della Cooperazione, anche il Luzzatti, ma questi il quale non è disposto a riconoscere nelle affermazioni e nelle tendenze del V i v a n t e che altrettante eresie coo-perative, spogliandosi per u n momento della sua qualità d i presidente del Congresso, prese la parola per combattere le teorie del precedente oratore.

A f f e r m ò che la cooperazione si distingue dalla i m -presa capitalistica sopratutto per la limitazione del profitto al capitale, e che egli ha predicato la limi-tazione del dividendo allo azioni delle banche popo-lari fin da 2 0 anni fa.

Ritiene ridicolo che queste istituzioni non debbano raccogliere i risparmi dei soci.

Una triplice necessità, morale, economica e finan-ziaria impone alle banche di rinforzare la riserva e cioò per vincere la diffidenza del pubblico, per ren-dere l ' i s t i t u t o di più in più degno di e r e d i t o , per metterlo i n grado di affrontare ogni possibile crise finanziaria ed ecouomica del paese. V i sono banche che hanno l'ammontare della riserva quasi pareg-giato al capitale sociale, vi sono banche che eserci-tano lo sconto ad un tasso inferiore al tasso d' in-teresse ufficiale, vi ò infine la speranza non illegittima che col tempo la riserva possa in alcune banche li-berare le azioni e provvedere da sola ai bisogni dell' istituto. Come dunque, concluse l'oratoré, si potrebbero ottenere tutù questi splendidi risultati se la banca non potesse disporre dei capitali, ebe ad essa fa quotidianamente affluire il risparmio ?

E d il Vivante dopo aver lasciato sfogo all' entu-siasmo legittimo dei congressisti per la bella e dotta orazione, pur dichiarandosi in parte d' accordo col Luzzatti riaffermò la sua dissenzione in alcuni punti, osando però sperare che il tempo ed i contatti ma-turino l'accordo.

Seguirono il Buffoli di Milano con quella compe-tenza che distingue chi è in mezzo, i n qualità di la-voratore indefesso e non di astratto ideologo, alla cooperazione, dimostrando il pericolo che deriverebbe ai magazzini di consumo dalla imposta restrizione di vendere ai soli s o c i ; il Maffi che non sa capire an-cora i n che consistano i tanto decantati p r i v i l e g i delle c o o p e r a t i v e ; il Gobbi di Milano che si p r o -fessò contrario ad ogni privilegio, ad ogni tenia-tivo del legislatore di cristallizzare entro lassative n o r m e g i u r i d i c h e le f o r m e che emanano dal m o v i -mento cooperativo ; il Bassi pure di Milano che deplorò l'assenza di cooperatori pratici nelle c o m m i s -sioni ministeriali che fanno o modificano le leggi sulla cooperazione. E dopo qualche altro oratore si passò alla votazione dell' ordine del giorno, il quale dopo molte prove incerte venne finalmente votato nella sua prima parte (art. 2 ) tranne lievi modificazioni, secondo i criteri del relatore.

F u approvata poi la modificazione V i v a n t e : che sia limitata (quando si volessero per le cooperative i m p o r r e vincoli alle operazioni coi terzi) la percen-tuale degli interessi nelle azioni delle banche coo-perative ; fu respinta la proposta Rabbeno inlesa a porre u n limite legale al fondo d i riserva delle banche, è accettato per i magazzini di consumo, l ' o b -bligo d i condividere coi terzi gli avanzi annuali, e per le società di produzione quello di rendere g l i ausiliari o salariati avventizi partecipi degli utili so-ciali. Finalmente su proposta Vivante, si fanno voti perchè sieno soppressi i privilegi delle cooperative. R Congresso poi approvò le tre seguenti p r o p o

-ste accessorie, relative alle banche popolari : 1° di chiedere che la tassa di circolazione sul trapasso delle azioni, anziché coll'attuale empirico sistema di accertamento, si paghi in base alle risultanze del libro soci —• 2 ° di domandare che vengano dimi-nuite le eccessive spese dei protesti cambiari — — 5° che il codice accordi alle banche popolari il privilegio sulle azioni dei soci.

L ' a v v o c a t o A r t o m , illustrò le casse di risparmio automatiche da l u i ideate, e delle quali si vedeva un campione ad u n lato della sala. — L'idea, rubata in-dubbiamente alle bilancie o meglio ancora ai bara

automatici, presenta difficoltà tecniche e finanziarie non lievi, offrendo dubbia probabilità di vantaggi problematici. Con maggiore simpatia venne accolta la relazione del Bnrzilai di Padova sul sistema adottato da quella Banca popolare per raccogliere i r i -s p a r m i i n f e r i o r i ad una lira.

F u approvata quasi senza discussione la proposta ili istituire a comodo degli azionisti, lettere, circo-lari d i credito fra Banche popocirco-lari italiane e fra queste e le estere (relatore Del V o ) e si passò a discutere sulla opportunità d i istituire una federazione fra le cooperative di consumo italiane per gli acquisti in comune, e per la fornitura alle cooperative estere dei prodotti italiani e particolarmente del vino (re-latore Ponti). Il re(re-latore mette in evidenza i van-taggi che offrirebbe il progetto ove venisse attuato: economie negli acquisti e nei trasporti delle derrate; possibilità di aeeordi coi sindacali agrari e colle so-cietà di produzione, maggiore agevolezza a lottare contro le coalizioni delle imprese private costituite per mantenere alti i prezzi dei v i v e r i . Siccome però l'idea è troppo vasta e di difficile applicazióne vo-lendo estenderla a tuttte le m e r c i , il relatore pro-pose di fermarsi per ora alla cooperativa per l'acqui-sto e la vendita all'ingrosso del vino a tipo unico e co-stante il quale sarebbe molto beneaccolto all'estero, par-ticolarmente dalle cooperative non avendo queste più fiducia nel vino spedito loro dai commercianti italiani. Il Maffi osservò che da molti anni si parla d i questa cooperativa generale delle cooperative di consumo, senza addivenire mai a nufia ili concreto ed è do-lente che si abbia ristretto il progetto alla compra e vendita del vino. Il Buffoli ritiene che sia meglio ri-mettere i l progetto della federazione al prossimo con-gresso speciale dei magazzini di consumo, trattando ora la questione del vino e dopo aver osservato che i voti dei congressi se non si estrinsecano in qualche cosa d i effettivo rimangono lettera morta, con molto b u o n senso propose che si passasse subito ai con-gressisti una lista di sottoscrizione per le azioni della

futura cooperativa per il vino.

Qualcuno osservò essere difficile trovare i n Italia un tipo unico di vino, e l'on. Pavoncelli prese oc-casione da questo accenno per dichiarare che nella sua regione ( B a r i ) nonostante le eccessive amorose cure del fisco, la rottura dei trattati di commercio colla F r a n c i a , e le avversità agricole, si produce per la sola esportazione più di 2 , 0 0 0 , 0 0 0 di ettolitri di vino all'anno, v i n o ottimo per tutti i rispetti, vino sano, igienico di facilissima conservazione, e invitò i cooperatori a sincerarsi con una visita alla sua regione dei progressi fatti in questi u l t i m i anni nel-l'Italia meridionale dall'industria enologica.

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di avere avuto le p i ù ampie assicurazioni dei cooperatori inglesi, per l'appoggio della cooperativa v i -nicola, e di aver ricevuta proprio allora dalla coope-rativa di consumo di Breslavia (la p i ù potente del mondo) domanda di entrare i n relazione di affari coll'erigenda associazione.

Era naturale che questa bella proposta, la quale presenta tante probabilità di ottimo successo e se-d e r à u n bel progresso per lo sviluppo se-dell' ise-dea cooperativa, venisse accolta dal congresso col p i ù grande favore e mentre il Buffoli raccoglieva le prime sottoscrizioni, la proposta veniva approvata, coll'incarico al Comitato dell'Associazione delle Ban-che popolari di intendersi colle principali società cooperative di consumo nazionali ed estere per dar vita alla istituzione.

Quanto al tema (relativo alla istituzione di una Banca centrale dopo le solite illustrazioni del rela-tore, Sangui netti domandò che l ' i s t i t u t o centrale, giusta il deliberato del recente congresso cooperativo di Roma sorga su basi tali da poter diventare la grande cassa di risparmio di tutte le cooperative, non escluse le Casse Rurali, e viene i n ciò appoggiata dal Maffi il quale non vuole che i risparmi del popolo vadano ancora oggi i n massima parte ad alimentare il c r e -dito e le industrie dei ricchi.

A questo punto il dibattimento si fa molto inte-ressante svolgendosi esso anziché sulla opportunità e sulle modalità dell' istituto, sul bisogno che hanno alcune cooperative piuttosto di altre, del credito, e sulle garanzie che al credito offrono.

fPoncini di Parma riferì che la Cassa di R i -sparmio di cui è presidente ha fatto molto per e cooperative di produzione, ma i fatti delusero le aspettative ed allora Datri, Mingozzi e Ronchi sca-gionarono con passione di apostoli le cooperative di produzione dalle accuse mosse loro e l'on. Luzzatli li appoggiò facendo notare che mo'ti più insuccessi e vergognosi successi registra l ' i m p r e s a d i produ-zione privata, la quale cela molto spesso le cause dalle mancate riuscite.

Buffoli raccomandò anche lui le cooperative di produzione, le p i ù combattute, le più deboli ; le rac-comandò particolarmente alle Gasse d i Risparmio che hanno spesso, specie a Milano, dimostrala una diffidenza eccessiva per esse.

L ' o n . Mussi disse che le difficolta per le Gasse di Risparmio a giovare le cooperative di produzione, sono nella legge che impone v i n c o l i tassativi e pre-cisi agli amministratori n e l l ' i m p i e g o dei fondi, e si augura una legislazione p i ù liberale.

Dopo questa animata discussione ed essendo pas-sati sopra con molta leggerezza, sul valore delle azioni, sulla forma giuridica da darsi alla n u o v a Banca centrale, e sul luogo dove essa dovrà sorgere venne posto ai v o t i i l seguente ordine del giorno del Comitato i l quale è a p p r o v a l o :

« Il Congresso richiamando la necessita della isti-tuzione d'una banca nazionale delle società coope-rative italiane, già deliberato al congresso di Bari, presa conoscenza del voto recente del congresso di Roma fra le società cooperative di produzione e la-voro invita il Comitato centrale dell'Associazione fra le banche popolari di costituirsi al p i ù presto i n comitato promotore per fondare il n u o v o istituto di credito, ammettendovi u n ufficio di ispezione per quelle società cooperative, che chiedessero di aprire in qualsiasi modo corrispondente d'affari con esso.

L e disposizioni statutarie del nuovo statuto non potranno i n alcuna guisa toccare alla p i ù assoluta autonomia delle società cooperative assoggettantesi alla ispezione. »

Da u l t i m o viene il tema, diremo cosi politico del congresso, che verte sulle relazioni delle Banche popolari colle istituzioni cooperative cattoliche e s o -cialiste (relatore Luzzatti).

Pare che il tema scottasse al relatore, il quale d i -chiarò di aver già manifestata la sua opinione in proposito nel discorso inaugurale, e fece passare ai congressisti il seguente ordine del giorno stampato, elio il senatore G r i f f i u i combattè con vivacità :

« Il Congresso esprime il voto che le Banche po-polari, le Casse di risparmio e tulle le altre isti-tuzioni di previdenza persistono ad astenersi da o g n i preferenza politica, religiosa noli' esercizio dello loro funzioni ; preferenza che indebolendo il solo criterio sano della rettitudine e della idoneità economica, finisce sempre per nuocere alla solidità degli isti-t u isti-t i che la praisti-ticano.

Respinge le accuse insussistenti e che sente nella dirittura della propria coscienza di non meritare, d i tendenze irreligiose e settarie attribuite agli istituti di credito popolare e di cooperazione, nessun pro-g r a m m a politico e relipro-gioso essi come tali profes-sando, non chiedendo ai loro soci e clienti qualsiasi atto di fede tranne la prova di essere onesti o la-boriosi, e nei loro Consigli d'amministrazione sedendo insieme u o m i n i delle più diverse opinioni congiunti

nel pensiero del bene comune. . Il Congresso fa voti che le nostre associazioni

rendano sempre p i ù intensa la loro aziono segnata-mente nelle campagne promovendo agenzie, casse r u r a l i , distillerie, cooperative, sindacati per 1' espor-tazione e altre istituzioni somiglianti collegate colle Banche popolari, colle Casso di risparmio, colle cat-tedre a m b u l a n t i del circondario e addita ciò che si è fatto a Parma a l l ' i m i t a z i o n e dei sodalizi italiani ».

Il G r i l l i n i affermò che non si devono fornire le a r m i a chi intende servirsene contro I' unità e l ' i n dipendenza della patria, senza delle quali non v i può essere tranquillità, dignità, benessere, e intende che si debba dichiarare guerra aperta a quelle coopera-tive che inspirandosi a principi! antinazionali e li-berticidi, tendono colla loro propaganda a creare e rendere potente i n Italia un partito nemico dell'unità della patria. L ' i s p i r a z i o n e patriottica dell' oratore che I' età rendeva maggiormente simpatico all' udi-torio fece accogliere con u n applauso sincero e nu-trito la chiusa del discorso dell' on. G r i f f i u i .

Il quale venne appoggiato dal N i t t i , che i n nome della libertà di coscienza manifestò il voto che le cooperative cattoliche, nemiche appunto delle libere manifestazioni del pensiero e del progresso, n o n potessero usufruire dei vantaggi che la legge ita-liana, fratto dei tempi n u o v i , accorda alle cooperative.

Il 'Barbanti prese occasione dal Congresso per fare della propaganda socialista, asserendo che le masse r u r a l i si danno oggi i n braccio ai cattolici perchè dopo tanto tempo dacché l ' I t a l i a ò formata nessuno ha mai pensato a fare qualche cosa di

pra-tico per esse. . L ' o n . L u z z i t t i ribattè le opinioni dei precedenti

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il suo ordine del giorno che secondo 1' opinione di molti non è il più logico ed opportuno date le con-dizioni e l'atteggiarsi delle cooperative cattoliche di fronte ai partiti ed alle masse operaie.

Tali furono sommariamente i lavori del congresso di Bologna, intorno al quale dovremmo fare alcuno considerazioni; ma il lungo resoconto non ci lascia spazio per farle ora, le rimandiamo quindi al pros-simo numero.

MARINA MERCANTILE

È uscita, i n questi giorni, la relazione annuale Sulle Condizioni della Marina Mercantile c o m p i -late a cura del suo direttore generale l ' o n . G. Go-m a n d ù ' ) .

Pur troppo le condizioni di questo ramo, tanto rilevante, dell'economia nazionale sono quali le con-statammo, or è un anno, da queste stesse colonne !) .

Non vi è un peggioramento, ma neppure vi è un miglioramento qualuuque. Deve ciò attribuirsi a una sola cagione od alla concorrenza di molte cause ? All'abbassamento generale del credito, alle vicende politiche delle Americhe del Sud, alla guerra giap-ponese, all' eccessivo tonnellaggio disponibile in confronto alle ricerche attuali del commercio, al n u -mero eccessivo degli agenti di noleggio?

Non diamo qui risposta alle domande che ci fac-ciamo : e ci riserviamo di parlarne alla riapertura del Parlamento che è chiamato a discuterne, prima della fine del corrente anno.

Qui restringiamo il compito nostro a riassumere le notizie più rilevanti dell'anno 1894.

Gente di mare. Il numero totale della gente di mare iscritta :

nel 1893 era di N . 224,213 persone nel 1894 » » 230,467

Tonnellaggio. Il numer o ed il tonnellaggio dei b a -stimenti a vela iscritti :

nel 1893 era B a s t i m e n t i 6341 con T o n n . 588,268 nel 1894 » » 6231 » 571,605

11 numero ed il tonnellaggio dei bastimenti a va-pore iscritti :

nel 1893 era 327 con Tonnellate 208,193 nel 1894 » 328 » 207,530 Abbiamo q u i n d i i n totale :

nel 1893 Bastimenti 6668 con Tonn. 796,461 nel 1894 » 6559 » 779,135 Movimento. Il movimento totale delle operazioni di commercio compiute nel 4 8 9 4 si riassumono in:

Approdi a porti dello Stalo n u m e r o 128,869 di navi che sbarcarono Tonnellate 9 , 4 8 8 , 0 0 6 di m e r c i . Partenze dai porti dello Stato numer o 427,-416 di navi che imbarcarono Tonnellate -4,454,930.

La bandiera italiana sulle altre bandiere ebbe la seguente percentuale.

1893 N. di navi il 91,6 % ; quantità di merci il 53,5 % 1894 » » 90,7 » ; » » 46,9 »

Premi. 1 premi pagati dallo Stato alla Marina Mercantile furono dal 1° gennaio 4 8 8 6 :

al 31 dicembre 1893 L. 31,087,075.01 al 31 » 1894 » 34,130,954.05 (') Roma, Tipog. Elzeviriana, 1895. (*) VEconomista, n. 1075.

Tasse marittime. Il ricavo complessivo fu : nel 1893 di L . 5,349,610.25 nel 1894 » 5,570,369.57

Diserzioni. Le diserzioni marittime sono i n di-minuzione.

nel 1884 disertarono N. 947 nel 1894 » » 425

Naufraghi. Nel 4 8 9 4 perirono numero 15 i n d i -v i d u i appartenenti alle gente di mare.

Pesca. Erano destinati alla pesca :

nel 1893 N. barche 21,243 con T o n n . 59,536 nel 1891 » 21,845 » 60,676 Bacini. Nei 24 bacini e scali di alaggio furono nel 1 8 9 4 immessi:

N. 407 velieri con T o n n . 83 432 » 688 piroscafi » 811,853 Stabilimenti marittimi. Erano nel 4894 N. 5 7 : in essi erano occupati N. 526 impiegali e N. 45,547 operai.

Utili. Dai bilanci pubblicati dalle varie Società di Navigazione si rileva che stili* esercizio 1894 fu-rono distribuiti i seguenti dividendi :

L a Navigaz. Gen. Ital. ha distribuito sul capitalo versato il 2,50 % L a Veloce » » niente L a Puglia » » i l 6 % Lloyd austiiaco » » il 4 ' / , » Messagerie marittimes » » 1 5 » Chargeurs reunis » s> il 12 » Norddeutsches » » niente Ilambourg-Amerikanisclien » » niente Peninsular » » i l 7 ' / , % The Canard » » niente.

STATO ATTUALE DELLA LEGISLAZIONE ESTERA

S U G L I I N F O R T U N I D E L L A V O R O1)

In Germania, la terra classica dell'assicurazione

i obbligatoria, si cominciò, colla legge 7 giugno 1871,

a rendere più severe le norme del diritto comune intorno alla responsabilità civile, affine di estenderla anche ai casi d'infortunio sul lavoro.

I risultati non furono soddisfacenti; e nel 4878 erano presentate, d'iniziativa parlamentare, alcune proposte aventi per base la presunzione della colpa del padrone, e quindi la inversione della prova. Queste proposte furono respinte, e venne accolto in-vece il principio dell'assicurazione obbligatoria, con-cretato nella legge 6 luglio 4 884, ed esteso succes-sivamente con nuove leggi, sino all'ultima recante la data del 43 luglio 4887, ad altre industrie.

Questo sistema si applica per mezzo di consorzi o corporazioni industriali (Berufsgenossenschaften), le quali, formate pei r a m i d'industria, ripartiscono ogni anno tra i loro associati quelle indennità che furono, l'anno innanzi, assegnate agli operai colpiti da in-fortunio.

II Governo ha preparato l'anno scorso due disegni di legge, uno concernente l'estensione dell'obbligo dell'assicurazione contro gli infortuni agli operai,

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garzoni, assistami, apprendisti e agli impiegati, capi- j fabbrica e tecnici con stipendio non superiore a 2 0 0 0 marchi, che non godono oggi del beneficio dell'assi-curazione ; l'altro inteso a introdurre nelle dette leggi alcune modificazioni.

In Austria, sino al 1887, vigeva, i n materia di responsabilità civile, applicata agli infortuni, il diritto comune per cui il padrone non rispondeva che del fatto proprio, sia direttamente nel determinare le condizioni e formo del lavoro, sia nella scelta delle persone incaricate di soprintendere al lavoro stesso. La insufficienza di siffatte disposizioni spinse il Go-verno a proporre, nel 1883, u n disegno di legge con cui si stabiliva la presunzione della colpa e quindi della responsabilità a carico del padrone. Non incontrò u n tal progetto favorevole accoglienza, pel riflesso specialmente che avrebbe esso contri-buito a rendere più aspri i rapporti fra padroni ed operai. Ond'è che il Governo fu indotto a presen-tare finalmente u n progetto di legge col quale, sul-l'esempio della Germania, si adottava il principio dell'assicurazione obbligatoria. Però mentre in Ger-mania gli industriali sono raggruppati, come s'è ac-cennato, in corporazioni professionali, aventi l'ufficio di determinare il coefficiente dei rischi e ripartire gli oneri, in Austria siffatto raggruppamento non ha luogo per arti ed industrie, bensì per provincia : esso è perciò non professionale, ma territoriale, c o m -prendendo ogni consorzio tutte quante le industrie esistenti in quella data provincia. Quanto agli uffici dei consorzi, non vi è differenza notevole fra le cor-porazioni austriache e quelle germaniche.

Con la recente legge del 2 0 luglio 1 8 9 1 l'obbligo dell'assicurazione è stato esteso a lutti gli esercizi delle ferrovie senza distinzione della forza motrice di cui fanno u s o ; agli esercizi di tutte le altro im-prese che si occupano a scopo industriale dei tra-sporti per terra o per acqua; alle imprese di cava-fanghi ; a quelle che si occupano della pulizia delle strade e dei fabbricati (finestre, tetti) ; alle imprese di depositi di m e r c i ; alle imprese di tea.ri stabili (quand' anche non siano esercitati durante lutto l'anno), per lutti gli òperai ed impiegati occupati in essi, come pure le persone che fanno le rappresen-tazioni; ai corpi dei pompieri di professione; agli esercizi industriali dei fognatori e degli spazzacamini. I n Francia il problema degli infortuni nel lavoro è ancora oggetto di discussioni e di proposte. Senza fermarci a ricordare i numerosi progetti di legge relativi a questa materia, la serie dei quali fu aperta da quello del deputato Nadaud, 2 9 maggio 1880, basterà far menzione di quello presentato alla Camera, nel 28 giugno 1890, dal ministro del c o m -mercio Roche.

Questo progetto si fonda sul principio che abbiamo anche noi messo per base al presente disegno d i legge, cioè il diritto dell'operaio colpito da infortu-nio ad un'equa indennità, e quindi, come termine di corrispondenza, sul dovere del padrone a pagare il dovuto risarcimento. Cessa tale dovere quando il padrone provi che l'infortunio dipende da colpa grave della vittima.

Non è dunque, come parrebbe a prima vista, la presunzione della colpa che si stabilisce, dalla quale emana poi la responsabilità a carico del padrone, ma bensì il diritto dell'operaio ad essere rivalso dei danno sofferto sul lavoro ed a causa del lavoro. È dunque siffatto diritto e non la presunzione della

colpa dei padrone che dà luogo alla responsabilità di quest'ultimo.

Dato questo fondamento giuridico, viene il pro-getto Roche a determinare il modo dell'assicurazione dell'indennità; od esclusa la forma delle assicura-zioni a premio fisso presso Compagnie private, per evitare il rischio della insolvenza di esse, e respinta pure l'altra dell'assicurazione di Stalo, la quale r i -chiederebbe u n enorme congegno amministrativo e potrebbe esporro l'erario all'eventualità, di perdite, ammette il principio della mutualità fra i padroni, per effetto del quale la Cassa nazionale di assicu-razione contro gli infortuni anticipa le indennità e le ripartisce poi fra gii industriali, r i u n i t i in con-sorzio per rami d'industria.

Questo progetto, sottoposto, come gli altri, alla Commissione parlamentare del lavoro, è stato, in massima, accolto. Invero, nel controprogetto che la Commissione stessa ha presentato, è ammesso il prin-cìpio del diritto all' indennità, espresso i n forma chiara ed esplicita nell'art. 1, ove è d e t t o : « les ac-eidents, survenns dans leur travail et à l'occasion de leur travail, aux ouvriors et employés occupés dans l'industrie, etc.... donnent droit, au profit de la victime, ou do ses représentants, à une indennità. » Però, quanto alla formazione dei consorzi, la Com-missione si scosta dal progetto Roche in ciò clic allo corporazioni industriali sul tipo germanico, sostitui-sce le circoscrizioni territoriali sul modello austriaco, le quali comprendono uno o più dipartimenti. S u queste circoscrizioni, aventi personalità e uffici pro-pri, cade il debito del pagamento delle indennità per i sinistri che si verificano nell'ambito di esse; indennità che sono sempre anticipate dalla Cassa nazio-nale. È poi istituito un Consiglio superiore degli infor-tuni nel lavoro, il cui ufficio principale consìste nel de-terminare i coefficiènti di rischio per le varie industrie.

Altra innovazione proposta nel controprogetto di cui è parola è la facoltà lasciata agli industriali d i provvedere essi, o individualmente, o riuniti i n con-• sorzi (syndicats), al pagamento delle indennità, de-positando però alla Cassa nazionale sufficiente cau-zione da determinarsi con regolamento.

Il controprogetto della Commissione fu dalla Camera discusso ed approvato, con alcune modificazioni, nelle sedute del 18 maggio e del 3, 3, 6, 8 e IO g i u gno 1893. Presentato al Senato, fu da questo r i n -viato ad una Commissione speciale incaricata di

farne oggetto di studio.

Questa Commissione ha ammesso l'obbligo dell'as-sicurazione soltanto come eccezione, da valere quando il padrone o l'imprenditore non possa in altri modi prestabiliti garantire il risarcimento del danno deri-vante dal rischio professionale.

Infatti il titolo I V del progetto della Commissione senatoriale intitolato Garanties dues par le chef de l'entreprise, è così concepito :

« T o u t chef d'entreprise, doni le travail expose au risque professionel, doit la preuve qu'il pourra assurer le serviee des pensions reservèes en cas d'incapacità permanente ou de mort résultant d ' u n accident. »

La prova può essere fornita mediante :

4.° una prima ipoteca sopra i m m o b i l i , rappre-sentante al cinque per cento il valore dei rischi a carico dell'imprenditore o dell'industriale ;

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3 u n a malleveria solidale la c u i solvibilità sia stata riconosciuta ;

4.° l'istituzione di casse di previdenza ; 5.° infine la presentazione di polizze di assicu-razione stipulate a scelta del capo-impresa presso una Compagnia privata o presso la Cassa nazionale d'assicurazione contro gl'infortuni.

Soltanto quando I' inprenditore non vuole o non può fornire alcuna delle garanzie sovra enumerate, è stabilito l'obbligo dell'assicurazione.

Anche la Spagna ò sino ad ora priva di una legge speciale per gli infortuni sul lavoro. Q u i v i però la Commissione delle riforme sociali ha esa-minato ed accolto, il 2 maggio 1891, su proposta del signor Sauronca, un progetto di legge sulla re-sponsabilità industriale, fondato sopra un criterio alquanto diverso, cioè sulla distinzione degli infor-tuni i n professionali e comuni. GÌ' inforinfor-tuni profes-sionali, i quali soltanto dànno diritto alla indennità i n forza d i legge speciale, sono quelli prodotti :

4." dalla"forza o dalla velocità dei motori o della macchina ;

2." dalla natura pericolosa o insalubre delle sostanze adoperate o fabbricate ;

3.° dall'ambiente o dall'atmosfera i n cui si trova l'operaio durante il lavoro.

Per gli altri i n f o r t u n i dipendenti da cause diverse da quelle menzionate si applica il diritto comune.

Il Governo, ispirandosi al lavoro compiuto dalla Commissione delle riforme sociali, ha presentato alle Cortes, il 5 giugno 4894, per mezzo del sig. Aguilera y Velasco, ministro dell'interno, un progetto che riproduce in gran parte le disposizioni del testo della Commissione, salvo alcune modificazioni rela-tive alla misura dell'indennità e ai giurì, che do-vranno giudicare della responsabilità che può deri-vare dagli infortuni sul lavoro.

(Continua)

Rivista Economica

L'industria zolfifera in Sicilia - La " Banca Ausiliaria della Borsa „ a Bruxelles - Le ferrovie nel mondo.

L'industria zolfifera in Sicilia. — Da una

rela-zione pubblicata nel Bollettino di notizie commerciali riproduciamo le seguenti osservazioni s u l l ' i n -dustria zolfifera in Sicilia, che attraversa ora una forte crisi, prodotta dalla sovrabbondanza di produ-zione e dal disordine del commercio.

Fluttuava negli anni addietro molta carta rap-presentativa di una quantità di genere non esistente, e questa speculazione allo scoperto produceva u n aggiotaggio disastroso, che sviliva la merce e favo-r i v a la speculazione al favo-ribasso.

A questo perfido attacco cedevano vinti i produt-tori poveri, resistevano i produtprodut-tori denarosi, sicché due mali ad u n tempo ne derivavano, la viltà del prezzo determinato dal bisogno di realizzare per gli uni, l'aumento della derrata disponibile nelle mani resistenti degli altri.

Questa contingenza, se le miniere zolfifere di Si-cilia fossero esercitate da coloro che ne hanno la proprietà, avrebbe reso possibile u n freno alla pro-duzione; ma perchè esse sono tenute invece dai

gabellotti, ha fatto che la produzione si aumentasse

determinando la pletora, di difficile guarigione, che, il mercato soffre.

I l disagio che ha colpito l'industria zolfifera ora che il commercio dell'articolo si è assopito, per tanti disastri, ha una sola causa vera nella produ-zione collettiva esorbitante, infrenabile, che ne in-grandisce la offerta.

1 r i m e d i finora proposti non riusciranno a salvare la Sicilia dal malore che l'affligge, se non quando si potrà riuscire a d i m i n u i r e la produzione, e ad aprire allo zolfo nuovi e larghi sbocchi dei quali è ora difetto.

La istituzione dei magazzini di deposilo può soc-correre al bisogno urgente del piccolo produttore, appressondogli i mezzi di resistenzi nella lotta alla quale è più esposto, ma occorrerebbe che la emis-sione dei warrants si facesse dai magazzini di de-posito, in modo che divenisse uuico titolo rappre-sentativo dello zolfo, sgombrando così la piazza di quei titoli fiduciari bugiardi, che la galvanizzano, con un giro fittizio di valori inesistenti, che fanno circolaro nel traffico una offerta deprimente che più svilisce lo zolfo nei mercati nazionali e stranieri.

Utilissima poi sarebbe la costituzione di u n C o n sorzio di produttori, e, possibilmente, di u n s i n d a -cato per la vendita, a fine di regolare la produzione e di contenere il prezzo dello zolfo, completerebbero u n sistema d i difesa per la sorte di u n articolo quasi esclusivo della Sicilia, che estrae tanti tesori dalla terra per barattarli senza speranza di riproduzione. L'intervento del governo, diretto non ad imporre, ma a facilitare quella istituzione, renderebbe u n grande beneficio alla ricchezza nazionale.

La « Banca Ausiliaria della Borsa » a Bruxelles.

È stala recentemente fondata a Bruxelles una So-cietà anonima, denominata « Banca Ausiliaria della Borsa » la quale ha per iscopo di fare, per proprio conto, o per conto di terzi, ovvero i n partecipazione, nel Belgio ed all'estero, qualunque operazione finan-ziaria, commerciale, industriale, o d i commetterle o di prendervi interessanza, come pure di ricevere dei fondi i n conto corrente o altrimenti, con o senza bo-nifico d'interessi, e di conservare i n deposito valori di ogni specie.

La durata della Società è di trenta anni. I l capi-tale sociale è di 5 m i l i o n i di franchi, rappresentalo da 5 0 , 0 0 0 azioni di 100 franchi ciascuna.

Sono state create inoltre 45,000 parti di fondatore senza specificazione di valore, il cui numero non potrà mai essere aumentato.

La istituzione d i questa Banca è stata accolta con grande favore, non soltanto nel Belgio, ma anche all' estero. L e nuove azioni si quotano già a 120 e 425 franchi. Questo favore si spiega col fatto che la nuova Banca guadagnerà non soltanto in ragione delle operazioni ordinarie, che farà come tutti gli altri istituti di c r e d i t o , ma guadagnerà ancora in ragione dei servizi particolari che essa organizzerà per la stessa Borsa. Essa guadagnerà soprattutto a cagione della moltiplicazione degli affari che le procurerà la clientela speciale degl'intermediari del m e r -cato a contante; clientela che fa e disfa, contrae e liquida senza posa e il cui movimento produce, con la stessa somma di rotazione, dieci e venti volte più che qualunque altra clientela di scontisti, di con-traenti prestiti, di depositanti.

Le ferrovie nel mondo. — Alla fine del 1 8 9 4 la

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calcolava ili 667,000 chilometri, ossia quasi 17 volte ! la lunghezza dell'Equatore. I n questa cifra comples-siva l'America possiede 338,000 chilometri, vale a dire più della metà d i tutta la rete. A l contrario l'Asia, con soli 30,000 chilometri d i strade ferrate, e soprattutto l ' A f r i c a con appena 12,000 chilometri, sono i continenti meno provvisti d i ferrovie. L ' A u -stralia, i n proporzione della sua popolazione, ha una rete assai sviluppata, 21,000 chilometri, ossia 3 9 chilometri per ogni 10,000 abitanti.

Infine l ' E u r o p a possiede 237,000 chilometri d i strade ferrale, ciò che i n rapporto alla sua popo-lazione non rappresenta che 6 ' / , chilometri per ogui 1 0 , 0 0 0 abitanti.

Durante il periodo quinquennale dal 1889 al 1891 l'accrescimento della rete ferroviaria mondiale f u di 76,000 chilometri, ossia i l 12. o per cento i n rapporto alla rete esistente alla fine del 1889. L o sviluppo maggiore delle ferrovie negli u l t i m i anni si ebbe i n Russia e i n A f r i c a .

I n Europa, i paesi che hanno costruito p i ù fer-rovie nel periodo suaccennato sono, i n ordine decrescente, la Russia, la Germania, la Francia, l ' A u -stria-Ungheria, la Spagna e I' Italia. I n A m e r i c a , gli Stati Uniti, la repubblica A r g e n t i n a , i l Canada, i l Brasile e il Messico; i n Asia le Indio e il Giappone; e i n Africa la Colonia del Capo e lo Stato libero di Orange, hanno mostrato maggiore attività nello sviluppare le respettive reti ferroviarie.

L e reti dei principali paesi europei ascendono a 41,500 chilometri per la Germania, 40,000 chilo-metri per la Francia, 34,000 per la Russia, 33,000 per la Gran Brettagna e 29,000 c h i l o m e t r i p e r P A u s t r i a .

Gli Stati U n i t i d i America hanno essi soli u n a rete di 285,000 chilometri, ossia 50,000 chilometri i n più dell' E u r o p a tutta.

Secondo le u l t i m e statistiche, la rete totale delle strade ferrate di tutto il mondo si avvicina attual-mente ai 700,000 chilometri e il capitale rappre-sentato da queste linee si fa ascendere alla enorme cifra d i 179 m i l i a r d i d i f r a n c h i !

LA SITUAZIONE DEL TESORI)

al 80 Settembre 1895

D i a m o i l solito riassunto della situazione del T e -soro, durante i p r i m i t r e mesi dell'esercizio finan-ziario 1 8 9 5 - 9 6 .

Il conto d i Cassa al 3 0 settembre 1 8 9 5 dava i seguenti r i s u l t a t i :

D a r e

Fondo di Cassa alla chiusura

del-l' esercizio 1894-95 L. 349,439,484. 46 Incassi di Tesoreria per entrate

di bilancio » 371,132,164.36 Incassi per conto debiti e crediti • 579, 711, 719. 83

T o t a l e . . . . L. 1,300,283,368.65

Avere

Pagamenti per spese di bilancio. L. '274,234,010. 59 Decreto ministeriale di scarico

7 agosto 1895 a favore della Ricevitoria Circondariale di Mazzara, il debito della quale fu passato ai campioni

dema-niali » 937.76 Pagamenti per debiti e crediti

di Tesoreria 764,017,669. 00 Fondo di cassa al 30

settem-bre 1895 262,030,751.30 T o t a l e . . . . L 1,300,283,368.65

L a situazione dei debiti e crediti d i Tesoreria a l 30 settembre 1895 risulta dal seguente specchio :

Debiti

Buoni del Tesoro L. 260,615,000.00 Vaglia del Tesoro » 18,304, 728. 62

Anticipazioni alle Banche 50,000,090.00 Amministrazione del Debito pubb. » 121, 423, 151. 72

Id. del Fondo Culto. » 14,043,016.37 Altre amministraz. conto fruttifero » 13,863,224. 59

Id. id. infruttif. » 46,202,066.25 C. C. per l'emissione Buoni cassa . » 110,000,000.00 Incassi da regolare » 24,685,552.77

Totale dei debiti L. 659,136, 740. 32

O redi ti

Valuta presso la Cassa Depositi e

Prest. art. 21 legge 8 agosto 1895 L. 80,000,000.00 Amministrazione del debito pub. » 108,164,137.85

Id. del fondo per il Culto » 13,408,574. 21 Altre amministrazioni » 64,921,272.65 Obbligaz. dell'Asse Ecclesiastico . » 99,200. 00 Deficienze a carico dei contabili . » 2,130,982. 64 Diversi » 9,672,363 94

Totale dei crediti L. 278,396,531.29 Confronlando col 30 giugno 1895 si h a :

30 giugno 1895 30 sett. 1895

Debiti milioni 666. 7 6 5 9 . 1 Crediti . 1 0 1 . 6 278.3 Eccedenza dei debiti... milioni 565. 1 380. 8

La situazione del Tesoro, quindi, si riepiloga così:

30 giugno 1895 80 sett. 1895 D i f f e r e n z e Pondo di cassai,. 349,439,484. 46 262,030,751.30 — 87,408,733.16 Crediti d i Teso-101,682, 896, 28 278,396,581.29 + 1 7 6 , 713,635. 06 Tot. dell'attivo l . 451,122,880 69 540,427,282.59 + 89,304,901.90 Debiti di Tesoro» 666,729,054.43 659,136, 740. 32 — 7,592,314.11 Debiti del Tesoro

dedotto il totale d e l l ' a t t i v o . . L . Debiti del Tesoro dedotto il totale

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Gli incassi per conto del bilancio, che abbiamo visto ammontare a L . 9 2 , 2 9 9 , 8 7 4 . 3 7 , si dividono nel seguente m o d o :

Entrata ordinaria

licdfiltl p a t r i m o n . dolio Stato L. Imposta sul fondi rustici e Bui

f a b b r i c a t i

Imposta sul rodd. di rlccb. mobile Tasso sugli affari in a m m l n l s t r a z . del Ministero dello F i n a n z e . . Tasse sul prodotto del movimento a g r a n d e e piccola velocità sulle f e r r o v i e

Diritti dello L o g a z . e dei C o n -solati a l l ' e s t e r o

T a s s e sulla f a b b r i c a z i o n e degli spiriti, b i r r a , ecc

Dogane e diritti m a r i t t i m i Dazi i n t e r n i di consumo, esclusi

quelli delle città di Napoli e di Uoma

Dazio consumo di Napoli .. . . Dazio consumo di R o m a , . . . Tabacchi Sali Dotto Posto Telegrafi Servizi diversi

Rimborsi e concorsi nelle spese E n t r a t e diverse T o t a l e dello E n t r a t e o r d i n a r l e L. P a r t i t e di giro Entrata straordinaria E n t r a t e eflàttive Movimento di capitali Costruzione di s t r a d e f e r r a t o . . • Capitoli aggluutl per resti attivi. T e l a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D Totale g e n e r a l e incassi . . . . L, Incassi del mese di s e t t e m h r e 1895 7,154,433.88 309,005 98 5,022,150 04 13,809,715.40 1,603,505.05 21,184.06 2.946,877.87 19,461,515.07 4,300 914 1,107, 11,983, 5.7i'3, 4,668. 3,757, 983, 1,082, 2,054, 250, 638,12 843.15 463 22 532.62 691.54 934.19 607.93 634.9 163.97 803.46 885.24 Differenza f r a gl' incassi del sett. 1895 e quelli del sett. 1894 1,747,939.86 • 273,800.29 2,708,740.52 • 692,796.33 + 23,649.27 - 58,731.23 4- 520,507.14 + 2,273,450.31 61,401.37 84.634.19 85,319.06 568,713.80 148,580.74 83.410.20 366,902.07 69,694-90 47,320 26 280,747.07 61.248.12 90,136.585 76 -t- 6,914,276.55 719,089.50 + 7,497,048.00 155,666.41 999.793.66 288,600 05 138.99 1,444,119.11 92,299,874.37 — 309,853.20 - 1 9 . 2 6 6 , 0 3 8 . 8 1 + 281,313.28 13.53 - 1 9 , 2 9 4 , 5 9 2 . 2 6 - 1 9 , 8 7 7 , 3 6 3 . 7 1

I pagamenti poi, effettuati dal Tesoro per spese di bilancio nel settembre 1893,risultano dal seguente pro-spetto, che indica anche le differenze sul corrispon-dente mese del 1894.

P a g a m e n t i Ministero del T e s o r o D. l d . delle finanze I d . di g r a z i a e giustizia . I d . degli a f f a r i esteri . . . . I d . d e l l ' I s t r u z i o n e p u b b . . I d . d e l l ' i n t e r n o I d . dei lavori p u b b l i c i . . . I d . dello poste o telegrafi. I d . della g u e r r a I d . della m a r i n a I d . della agrlc. i n d . o c o m . Totale del p a g a m e n t i di bilancio D e c r e t i m i n i s t e r i a l i di scarico . . . Mese di settembre 1895 Totale p a g a m e n t i . . . . . L 22,163,569 14,297,377 2,717,877. 541,052. 3,493,447. 3,445,064. 10,800,589. 3,162 484. 22,376,225. 8,082,412. 722,387. Differenza col settembre 1894 9 4 - 1,313,106 30 2 6 - 1,285,438.00 83— 74.858.98 75 - 843,742.99 124- 480,316.63 1 1 + 860,929.25 8 9 - 9,013,086.33 12 - 26,474.61 50 + 5,208,712 59 4 0 - 2,999,878.70 55— 296,685.40 91,802,488 47 - 9,603,312.84 937.76 + 937.76 9 1 , 8 0 3 , 4 2 0 . 2 3 - 9,602,375.1 seguire lo seguenti A g l i incassi il Ministero fa „D_ „ annotazioni sulle differenze, che presenta l'esercizio del mese di settembre 1895 con quello del settem-bre 1 8 9 4 :

L ' eccedenza di oltre u n milione e mezzo v e r i f i

-catasi nei Redditi patrimoniali dello Stato dipende da sistemazione di quote di prodotti, che nel 1894 è stata fatta in agosto.

L'aumento di oltre 2 milioni e mezzo n e l l ' / w p o -st.a sui redditi di ricchezza mobile deriva dalla variazione dell'aliquota in seguito alla legge 22 lu-glio 1894, N . 539.

L'aumento di quasi 700 mila lire nelle Tasse in amministrazione del Ministero delle Finanze è do-vuto ad u n incasso straordinario nelle tasse di suc-cessione.

L ' a u m e n t o di oltre mezzo milione nella Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, birra ecc. è da attribuire alla tassa sui fiammiferi.

La maggiore entrata di oltre 2 m i l i o n i nelle Do-gane e diritti marittimi in parte ò da attribuire ai recenti provvedimenti finanziari, in parte a m a g -giori importazioni di grano.

La diminuzione di "oltre 7 milioni e mezzo nella Categoria Movimento di Capitali (Vendita di beni ed affrancamento di canoni) è dovuta a diversa si-tuazione di fatto dell'operazione prevista dalla legge 22 luglio 1894 per debiti r e d i m i b i l i .

La diminuzione di 7 0 0 mila diro nella stessa Ca-tegoria (Accensione di debiti) è dovuta alla legge 8 agosto 1895, N. 4 8 6 , per la quale i fondi o c -correnti per i lavori di risanamento di Napoli non sono più provveduti coll'emissione di titoli.

La diminuzione di olire 2 milioni nella stessa Categoria (Coniazione di monete di nichelio) si è ve-rificata perchè nel settembre 1895 manca l'introito per monete di nichelio, essendone eessala la coniazione.

La diminuzione di circa 5 milioni nella stessa Categoria (Partite che si compensano nella spesa) si verifica perchè la somma dovuta dall' A m m i n i -strazione della Marina a rimborso del fondo di scorta per le Regie navi armale nel 1 8 9 4 è stala versata i n settembre, meutre nel 1895 in agosto.

E la diminuzione infine dì oltre 5 milioni e mezzo nella stessa Categoria (Capitoli aggiunti per resti attivi) è dovuta al versamento Cassa depositi e pre-stili nel settembre 1 8 9 4 delle somme occorrenti per il servizio delle pensioni, operazione cessata col 1° luglio 1895.

L'aumento di circa 7 milioni e mezzo nelle Par-tite di giro è dovuto, come sopra, a diversa situa-zione di fatto dell' operasitua-zione riguardante i debiti r e d i m i b i l i : versamenti che nel 1894 sono stati fatti in settembre, non trovano riscontro nel settem-bre 1895.

IL

FONDIARIO ITALIANO AL 30 GIUGIO l i

Alla fine di giugno 1 8 9 4 il Credito fondiario eserci-tato dai seguenti I s t i t u t i : Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Monte dei Paschi di Siena, Opera Pia di S. Paolo in Torino, Cassa di risparmio di Milano, Cassa di risparmio di Bologna, Banco di S. Spirito di Roma, Banca d'Italia, Banca Tiberina e Istituto Italiano di Credito fondiario.

1 p r i m i otto esercitarono il credito fondiario in cartelle e gli u l t i m i due in denaro.

(11)

Nei seguenti prospetti, nei quali non figurano nè la Banca Tiberina, nè I' Istituto italiano ili C r e -dito fondiario, sebbene quest' ultimo fino dal 1891 avesse cominciato ad emettere cartelle, le quali benché emesse in corrispondenza di mutui fatti, non furono date in pagamento dei m u t u i stessi, è compreso il numero dei mutui contratti e i l loro ammontare, spet-tanti a ciascuno degli otto Istituti esercenti, in cartelle.

I S T I T U T I M U T U I I P O T E C A R I I N C A R T E L L E al |0 gennaio 1895 d a l f gennaio 1895 a tutto giugno Nunr. AMMONTARE Banco di Napoli. ... Banco di Sicilia . . Monte dei P a s c h i di Siena

Opera pia di S. Paolo in Torino Cassa di risparmio di Milano Cassa di risparmio di B o l o g n a . . . Banco di S. Spirito di Roma Banca d ' I t a l i a Banca T i b e r i n a Istituto I t a l i a n o di credito fondiario. 2,281 686 668 2,049 3,778 1,099 447 4,521 L i r e 155,789,652.61 28.894,012.41 21,299,727.55 66,454,611.33 168,275.696.44 32,657,213.16 21,932,706 01 222 542,955. 01 N u m . 25 27 30 147 32 » 10 A M M O N T A R E L i r e » 823,000 1,544,500 936,000 7,231,000 1,207,500 » 813,000 T o t a l i . . . . 15,529 717,846,474 52 271 12,555,000

Riunendo i dati contenuti in questi prospetti, re-sulta che alla fine di giugno 1895 i mutui contratti erano 15.809 per l'importo di L . 730,401,474.52.

Peraltro siccome lutti questi Istituti nel corso del 1° semestre 1895 avevano ritirato alcune somme per rate di ammortizzazione, per rimborsi e per estinzione di mutui il tutto per la somma di L 22,871,560.91 rappresentali da 3 7 2 mutui, così al 50 giugno p. p. rimanevano in essere N. 15,428 mutui por l'importo di L . 707,529,907.61.

Tutti questi m u t u i insieme al loro importare e alla loro garanzia ipotecaria, si dividevano fra i d i -versi Istituti esercenti con cartelle nelle seguenti pro-porzioni :

I S T I T U T I

NUM.

DEE

M U T U I

CREDITI SOPRA IPOTECA (conto capitale) A m m o n t a r e . G a r a n z i a i p o t e c a r i a L i r e L i r e Banco di Napoli . . 2,185 150,315,154.15 307,015,500.00 Banco di Sicilia . . 706 29,410,664.29 64,248,700.00 Monte dei Paschi di

S i e n a 682 21,783,542.25 59,824,241.10 Opera pia di S. Paolo

i n T o r i n o . . . 2.018 65,549,582.54 187,186,495.00 Cassa di risparmio di Milano . . . . 3,826 169,005,487.91 349,476,000.00 Cassa di risparmio di B o l o g n a . . . . 1,121 33,424,837.16 79,371,444.61 Banco di S. Spirito di Roma 424 21,131,707.68 53,277,129.47 Banca d ' I t a l i a . . . 4,466 216,858,931.73 433,717,930.00 Banca T i b e r i n a . . » » » Istituto I t a l i a n o di credito fondiario. » » 81,505.000.00 Totali . . . 15,428 707,529,907.61 1,615,621,940.18

Mutui ipotecari in denaro

Al 30 giugno 1893 i seguenti Istituti avevano sti-pulato tanti mutui per le seguenti somme :

I s t i t u t o italiano di Credito fond. per L . 36,348.693.80 Banca T i b e r i n a > » 192,183.50

A l 30 giugno VIstituto italiano di Credito fon-diario, aveva emesso tante cartelle per L . 8,085,500 e aveva una garanzia ipotecaria per L . 81,505,000.00.

L A P E S C A N E L 1 8 9 4

Dalla relazione del comm. Comanda, direttore g e -nerale della marina mercantile, togliamo le notizie più importanti, che riguardano la campagna italiana di pesca nel 1894.

Alla fine del 1893 erano inscritte 21,243 barche e battelli da pesca della portata complessiva di ton-nellate 59,536. Durante il 1894 ne aumentarono 2,018 di tonn. 7,552 e ne diminuirono 1,468 di tonti. 6,412 q u i n d i la situazione alla fine del 1894 era di 21,825 barche e battelli di tonn. 60,676.

Dal confronto dei risaltati della pesca dei pesci, molluschi e crostacei, dell'anno 1 8 9 3 con quelli del 1894, si vede che questa industria è quasi sta-zionaria.

In complesso il numero delle barche è aumentato di 1066, quello dei pescatori di 6 3 5 9 e il prodotto generale di circa 650,000 lire.

A questo aumento concorsero la pesca fatta con reti dette di posta per oltre 300,000 lire, quella eseguita con la fioccina per circa 50,000, la pesca con le nasse per 60,000, quelle del pesce da se-mina per 30,000, la pesea dei molluschi per circa 180,000 e la pesca eseguita con metodi speciali dei vari luoghi per oltre 5 5 0 , 0 0 0 lire.

Furono invece in diminuzione la così delta pesca a paranze per 2 6 0 , 0 0 0 lire, la pesca colle reti tirate da battelli isolati per 110,000, quelle colle reti t i -rate a mano da terra per 100,000, la pesca con le mugginare per oltre 30,000, la pesca a lenza per circa 20,000 e quella infine dei crostacei per circa 25,000 lire.

Nel 1 8 9 4 si dedicarono ai diversi metodi di pesca 22,239 barche montate da 100,491 pescatori. I l valore delle barche fu calcolato di L . 6,367,299, quello delle reti e attrezzi di 6,809,395 e final-mente il valore del pesce raccolto fu reputato di 15,886,184 lire.

Questo prodotto rappresenta la media generale di L . 714,33 per barca e d i L . 158,03 per pescatore, mentre nel! ultimo triennio si ebbero le medie se-guenti : nel 1891 L . 7 8 6 , 0 6 per barca e L . 169,75 per pescatore; nel 1892 L . 809,26 per barca e L . 180,45 por pescatore; nel 1893 L . 717,56 per barca e L . 161,85 per pescatore.

(12)

Anche nel 1894 la pesca a paranze nell'Adriatico con grossi galleggianti ha continuato ad essere la specialità più produttiva e di maggiore importanza, quantunque sia stata in diminuzione avendo dato con un maggior numero di barche e di pescatori, un prodotto di 6,041,986 lire.

Tiene il secondo posto per importanza la pesca lungo il litorale del T i r r e n o , che ha dato nel 1894, un mag-gior prodotto di L . 130,777 in confronto del 1893.

Viene dopo la pesca lungo il litorale della S i -cilia, che ha dato nel 1894 un maggior prodotto di 663,901 l i r e ; poi quella lungo il litorale del compartimento di Taranto, che è pure in leggero a u -mento, ed in ultimo la pesca lungo lo costo della Sardegna, la quale presenta un prodotto minore di quello ricavato nel 1893 di L . 77,075.

Si dedicarono nel 1894 alla pesca a paranze lungo il litorale Adriatico 1656 barche montale da 7619 pescatori che ottennero un prodotto di L i -re 1,593,815, ossia, in media L . 2170,17 per barca e 471,69 per pescatore.

Nell'anno procedente il numero dei legni fu minore ( 1 4 0 8 legni, 7059 pescatori), ma il prodotto fu di L . 4,044,450, maggiore di L . 4 5 0 , 6 3 5 , a quello del 1894.

Le cause, che concorsero a rendere poco r i m u -nerativa l'industria della pesca, sono sempre le me-desime più volle ricordate.

Come abbiamo detto più sopra essa è quasi sta-zionaria, perchè quantunque siasi verificato in con-fronto del 1 8 9 3 e degli anni precedenti fino al 1888, eseluso il 1 8 9 2 , nel quale si ebbe un prodotto superiore a quello degli altri anni, u n leggero a u -mento, pure questo non è stato in proporzione coll'aumenio delle barche e dei poscatori.

Tuttavia il maggior impiego di capitali nella co-struzione di barche da pesca, che nel 1 8 9 4 ha rag-giunto la somma di L . 6,367,299 superiore di L . 184,895 al capitale impiegato nel 1893, di lire 3 0 5 , 1 6 i al capitale impiegatovi nel 1 8 9 2 e di lire 779,668 a quello impiegatovi nel 1 8 9 1 , fa sperare che quesf industria, la quale ha una importanza speciale nella vita economica del paese ed offre il mezzo di sussistenza ad u n ceto poverissimo e nu-meroso della gente di mare, possa acquistare gra-datamente un maggior sviluppo, tanto più se potrà trovarsi il modo di coadiuvarla con opportune mo-dificazioni alle disposizioni vigenti i n senso più effi-cacemente protettivo, e se i criteri teorici che si hanno intorno ai modi della riproduzione delle d i -verse qualità dei pesci vorranno maggiormente ac-cordarsi coi risultati della pratica e coli'esperienza dei vecchi pescatori.

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Firenze. - Nella tornata

del 17 corr. gli affari più importanti furono i seguenti : 1.° Dopo animata discussione, cui presero parte oltre il Presidente, i Cons. F r u l l i n i , Brogi, Ciofi, Pi -nucci, Pegna e Cesaroni, fu approvato un ordine del giorno dei consiglieri Brogi, Pinucci e Gozziui col quale approvando pienamente la proposta della pre-sidenza circa gli uffici da farsi al Governo onde sia attuato il progetto di istituire una Scuola di T e l e -grafia e Telefonica Militare, esprime il rammarico che

la soppressione del Collegio Militare di Firenze sia avvenuta in modo inaspettato e contro gli affidamenti dati alle autorità cittadine.

2.° F u approvata la proposta del Presidente di fare energiche rimostranze al Governo circa i nuovi accertamenti dei Redditi commerciali soggetti all'im-posta di Ricchezza Mobile.

5.° A relazione del Cons. G'.zzini, prendendo in considerazione una istanza di vari editori-tipografi e negozianti di carta in Firenze, e dopo discussione fu deliberato di emettere parere favorevole, sulle di-verse nuove voci da aggiungere nella tariffa daziaria del Comune di Firenze,' facendo per altro voti che sia ripresa in esame la tassazione sulla carta, te-nendo conto delle giuste esigenze di certe date indu-strie locali, e specialmente di quella dell'impiego della carta da giornali e lavori tipografici, ponendo per re-gola la restituzione del dazio su ciò che di tali in-dustrie viene esportato fuori del Comune.

4 ° Per mozione del Cons. Saraco circa le di-sposizioni governative sulle tare doganali e veduta l'istanza di vari negozianti di vetrerie, stoviglie, ec., in Firenze, fu deliberato far voti al Governo perchè sia rettificato I' art. 5 delle suddette disposizioni e non venga applicato l ' a u m e n t o di peso del 18 per cento, che costituisce un aggravio insostenibile stante il poco valore di quei prodotti, ed il dazio abbastanza elevalo da cui sono gravali ; sullo stesso argomento a proposta del Cons. Ciofi fu deliberato analogamente circa al nuovo dazio imposto sui sacchi conlenenti i semi da olio di lino, ee.

5.° A Relazione del Cons. Gozzini fu deliberato di chiedere al Governo che sia abbandonato il sistema di tassare come bruniti gli oggetti di ferro e d'acciaio semplicemente puliti non trattandosi che di pulimen-tazione accurata ma che si fa con macchine a smeri-glio, come tutte le pulimentazioni ordinarie.

Camera di Commercio di Genova. — Nella

se-duta del 18 corrente dopo varie comunicazioni fatte dalla Presidenza il cons. Canzini svolse la sua inter-pellanza per invocare provvedimenti ad impedire il rinnovarsi dei fatti che si lamentarono recentemente in occasione del crah Bingen per parte del Banco di Napoli.

A l l e parole del consigliere Canzini, le quali m i -ravano a stigmatizzare le irregolarità dei Banchi di emissione, e specialmente quella commessa dalla Sede di Genova del Banco di Napoli nello sconto dello chèque a una sola firma dei falliti Bingen, rispose il consigliere Roncallo associandosi alle giuste con-siderazioni con autorevole competenza esposte dal Canzini, pur cercando di scagionare il Banco di Napoli, trattandosi di u n ' operazione compiuta con una ditta la quale aveva goduto fino a quel m o -mento la più illimitata e generale fiducia.

Arpe, il quale come il Roncallo fu consigliere al Banco di Napoli, fa eco al collega, pur accettando le ragioni del Canzini.

Canepa encomiando il movente da cui fu inspi-rato il discorso Canzini, e nella sua qualità di attuale consigliere di sconto, fornisce assicurazioni sul modo con cui ora si osservano i nuovi regolamenti per gli sconti al Banco di Napoli.

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