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Troppo dolore per un’artrite

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Academic year: 2021

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Ferrara G, et al. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2019;22(3):51 https://www.medicoebambino.com/?id=PSR1903_30.html

51 32

MeB - Pagine Elettroniche

Volume XXII

Marzo 2019

numero 3

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

TROPPO DOLORE PER UN’ARTRITE

Giovanna Ferrara

1

, Marta Massaro

1

, Teresa Giani

2

, Gabriele Simonini

2

,

Simone Lazzeri

3

, Rolando Cimaz

2

1Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste

2SODc di Reumatologia, 3SODs di Ortopedia Traumatologica, Ospedale Pediatrico “Meyer”, Firenze

Indirizzo per corrispondenza: rolando.cimaz@unifi.it

Sara è giunta alla nostra attenzione all’età di 16 anni, ma la sua storia è iniziata a 8 anni di vita con artralgie a ginocchia, caviglie e rachide, rigidità mattutina e saltuaria febbricola serotina. Tale sintomatologia, inizialmente spiegata dall’eccessivo carico (praticava pattinaggio), si è protratta nel tempo e attorno ai 14 anni si sono associati fenomeno di Raynaud e dolore a carico delle piccole arti-colazioni delle mani. A 16 anni ha poi presentato franca artrite di caviglia destra e pleurite. In considerazione dell’impegno articolare è stata avviata una terapia con metotrexate, tuttavia, nel sospetto di un quadro di connet-tivite, visto l’episodio di sierosite, il fenomeno di Ray-naud e la positività degli ANA (in assenza di ENA, anti-DNA e FR), è stata associata la somministrazione di idrossiclorochina alla dose di 200 mg/die.

Con tale terapia i sintomi sistemici e la sintomatologia articolare sono migliorati, a eccezione della persistenza di un importante dolore alla caviglia destra tale da comporta-re impotenza funzionale, difficoltà al carico e risvegli not-turni. La sproporzione della sintomatologia rispetto all’obiettività clinica e le sue caratteristiche di costanza nell’arco della giornata e persistenza nella notte hanno suggerito un approfondimento radiologico con RM. L’esame a livello della caviglia ha mostrato un'area focale di alterazione osteostrutturale, di aspetto frammentato e sollevata rispetto al sottostante osso subcondrale in corri-spondenza del domo astragalico come per osteocondrite dissecante dell’astragalo. Sono stati prescritti riposo asso-luto dall’attività fisica e applicazione di tutore; è stata inoltre avviata terapia con FANS. Per la persistenza della sintomatologia a distanza di 6 mesi e considerata l’età della ragazza si è deciso di procedere chirurgicamente con la rimozione del tessuto necrotico e la stimolazione ripa-rativa con microperforazioni.

L’osteocondrite dissecante è una necrosi che interessa una piccola parte, centimetrica, della cartilagine articolare e dell’osso corrispondente subcondrale. Le sedi più spesso interessate sono il ginocchio, il gomito e la caviglia. Alla caviglia la lesione può localizzarsi all’astragalo o alla tibia

e in sedi differenti. Nella maggior parte dei casi interessa il margine mediale del corpo astragalico. L’osso si distacca dal tessuto osteocartilagineo circostante diventando libero all’interno della articolazione della caviglia, causando dolo-re e limitazione, fino al blocco articoladolo-re. Il quadro si mani-festa principalmente nell’età pre-adolescenziale e giovane adulta e la localizzazione alla caviglia è più frequente nelle femmine. L’eziologia è ignota, sebbene un trauma o ripetu-ti microtraumaripetu-tismi possano essere fattori scatenanripetu-ti. In età pre-adolescenziale, quando l’osso non è ancora maturo, e quando il frammento non è mobile, il trattamento è princi-palmente conservativo e prevede l’immobilizzazione per 6-8 settimane con successiva limitazione al carico per 6 mesi. In caso di mancata risoluzione con il trattamento conserva-tivo, nei casi con frammento mobile e nei pazienti con ma-turazione ossea avvenuta è invece indicata la chirurgia.

Nel nostro caso la difficoltà diagnostica e terapeutica è derivata dalla concomitante presenza del quadro di artrite che ha contribuito inizialmente all’insorgenza di dubbi sull’interpretazione dell’intenso dolore alla caviglia e suc-cessivamente ai problemi di gestione della terapia immu-nosoppressiva in occasione dell’intervento chirurgico, vi-sta la persistenza della flogosi poliarticolare.

Morale della favola: un dolore notturno o non spiegabi-le dalla patologia di base, soprattutto se localizzato in una singola sede, va sempre indagato.

Bibliografia di riferimento

• Bauer KL, Polousky JD. Management of osteochondri-tis dissecans lesions of the knee, elbow and ankle. Clin Sports Med 2017;36(3):469-87.

• Buda R, Pagliazzi G, Castagnini F, Cavallo M, Gianni-ni S. Treatment of osteochondritis dissecans of the ta-lus in skeletally immature population: a critical analy-sis of the available evidence. Foot Ankle Spec 2016;9 (3):265-70.

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