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Il lavoro prende le mosse dalla volontà di approfondire la figura e il pensiero di due esponenti di

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Academic year: 2021

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Il lavoro prende le mosse dalla volontà di approfondire la figura e il pensiero di due esponenti di primo piano del Rinascimento ‘magico’ o ‘occulto’ di ambito germanico: Giovanni Tritemio e Cornelio Agrippa. Entrambi situati in un orizzonte cronologico e concettuale da una parte condizionato dal retaggio del neoplatonismo fiorentino e dalla riscoperta del pensiero ermetico- cabalistico avutasi fra XV e XVI sec., dall'altra precorrente la varietà di autori legati alla corrente teosofica e alchemica successiva (secc. XVII e XVIII), Tritemio e Agrippa sono esaminati quali massimi esponenti di una magia ‘cerimoniale’ o ‘divina’, o ‘alta magia’. Concentrandosi soprattutto sui concetti chiave di dignitas e di dignificatio hominis, la dissertazione si propone di analizzare una parte importante dell’opera di entrambi gli autori al fine di approfondirne la riflessione sulla magia nel quadro di una profonda meditazione sull’uomo e sulle sue potenzialità creatrici in senso sovramondano. La prima sezione si concentra in primo luogo sulla determinazione storico- biografica della figura di Agrippa. Segue un quadro dedicato alla letteratura critica. Chiude la sezione una articolata esposizione tesa ad individuare l’ipotesi di lavoro e il nucleo essenziale della dissertazione. La seconda sezione è consacrata alla presentazione dell’abate Tritemio e della sua concezione magica attraverso una analisi approfondita di testi in edizione cinquecentina. L’intento principale della seconda sezione è quello di approfondire la natura della relazione intellettuale fra l’abate e Agrippa, soprattutto per quel che concerne l’influenza che il primo potrebbe avere esercitato sul secondo quanto alla formulazione di un genere particolare di magia ‘teurgico-divina’.

Infine, la terza sezione consta di una attenta analisi di alcuni passi fondamentali tratti dal terzo libro del De occulta philosophia di Cornelio Agrippa. Si mette in luce la nozione capitale di ‘magia divina’, dando poi spazio alla dottrina antropologica ‘occulta’ agrippiana. La parte centrale della sezione è però dedicata all’esame del tema della dignificatio in Agrippa. Assunta dall’autore come

“chiave” – clavis – il cui possesso garantisce l’intelligenza dell’opera tutta, la dignificatio costituisce il più eminente arcano, come pure il fattore di maggiore peculiarità e profondità speculativa e operativa del De occulta philosophia.

The present work starts from the desire to deepen the figure and thought of two leading exponents of the ‘magical’ or ‘occult’ Renaissance in a Germanic milieu: Johannes Trithemius and Cornelius Agrippa. Both located in a chronological and conceptual horizon, on the one hand conditioned by the legacy of Florentine neo-Platonism and the rediscovery of the hermetic-kabbalistic thought that took place between the 15th and 16th centuries, and on the other hand anticipating the variety of authors related to the later theosophical and alchemic current (17th and 18th centuries), Trithemius and Agrippa are examined as the greatest exponents of a ‘ceremonial’, ‘divine’, or ‘high’ magic.

Focusing mainly on the key concepts of dignitas and dignificatio hominis, the dissertation aims to analyze an important part of the work of both authors in order to deepen their reflection on magic in the framework of a profound meditation on man and his creative potential in a supernatural sense.

The first section focuses primarily on the historical-biographical determination of the figure of Agrippa. A part on critical literature follows. The section closes with a detailed presentation aimed at identifying the working hypothesis on which the dissertation is based. The second section is dedicated to the presentation of the Abbot Trithemius and his magical conception through an in- depth analysis of original texts. The main purpose of the second section is to deepen the nature of the intellectual relationship between the Abbot and Agrippa, especially with regard to the influence that the former might have had on the latter as regards the formulation of a particular kind of

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theurgic magic. Finally, the third section consists of a careful analysis of some fundamental steps taken from the Book III of De occulta philosophia by Cornelius Agrippa. The notion of ‘divine magic’ is examined in depth. The fundamental lines of an ‘occult’ anthropology are carefully reconstructed. The central part of the section is dedicated to examining the concept of dignificatio in Agrippa. Taken by the author as initiatory “key” (clavis) whose possession guarantees the comprehension of the whole work, the dignificatio constitutes the most eminent arcane, as well as a factor of major peculiarity as well as speculative and operative depth of the De occulta philosophia.

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