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CONCLUSIONI Il presente lavoro prende le mosse dallo studio di diverse teorie sull’apprendimento di una seconda lingua e sull’influsso della lingua madre in tale processo

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79 12. CONCLUSIONI

Il presente lavoro prende le mosse dallo studio di diverse teorie sull’apprendimento di una seconda lingua e sull’influsso della lingua madre in tale processo. Il ruolo della L1 è stato infatti oggetto di ipotesi contrastanti. I comportamentisti hanno ritenuto la lingua madre un insieme di abitudini linguistiche da superare per apprendere la nuova lingua; in questo filone si colloca l’analisi contrastiva e la connotazione negativa degli errori. Al polo opposto la linguistica acquisizionale ha negato l’influsso della lingua madre considerando che solamente l’ordine naturale di acquisizione determini l’apprendimento sia della L1 che della L2. Le teorie sull’interlingua invece riconoscono il valore della lingua madre sulla formazione del nuovo sistema linguistico ma non considerano più conflittuale il rapporto tra L1 e L2 bensì il riferimento alla lingua d’origine sarebbe una strategia di acquisizione, un punto di partenza, una base.

In accordo con quest’ultima ipotesi ci siamo chiesti come la didattica possa favorire l’apprendimento di una lingua seconda senza ignorare la lingua madre degli apprendenti ma ricavando beneficio dal confronto con essa. L’approccio che riteniamo efficace abbandona una metodologia basata esclusivamente sulla correzione e si focalizza piuttosto sull’osservazione delle caratteristiche dell’interlingua legate alla L1 e sul confronto costruttivo di quest’ultime con le strutture corrispondenti nella L2. Un insegnante di lingua seconda che voglia

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portare avanti questo tipo di metodo dovrebbe innanzitutto conoscere le caratteristiche della L1 degli studenti per poterle rintracciare nell’interlingua e per poter proporre agli studenti attività che favoriscano la riflessione sui tratti maggiormente difficoltosi e resistenti anche a livelli di competenza più avanzati.

Con questi presupposti abbiamo analizzato le differenze tra lingua araba e lingua italiana dalla quale è risultato che l’influsso della lingua araba sull’apprendimento dell’italiano L2 si può osservare in campo grafico, fonologico e morfosintattico. A supporto di questa ipotesi, abbiamo osservato i risultati delle analisi delle produzioni in italiano di alcuni apprendenti arabofoni [Al-Ali 2007, Bernini 2017, Della Puppa 2007] e abbiano notato numerose corrispondenze: in fonologia, ipodifferenziazione [p]/[b] e [dz]/[z], difficoltà nella realizzazione di [v], scambio vocalico [e]/[i] e [o]/[u]; in morfologia e sintassi, criticità nell’uso di articoli determinativi e indeterminativi, omissione della copula, difficoltà nell’uso dei tempi passati.

A completamento dell’analisi svolta e dei risultati ottenuti abbiamo ritenuto utile elaborare alcune proposte didattiche ponendoci l’obiettivo di far notare, osservare, entrare in contatto, familiarizzare con ciò che un madrelingua arabo potrebbe avvertire come più distante dalle proprie abitudini linguistiche. In base all’esperienza di 9 anni nell’insegnamento dell’italiano L2 riteniamo che le attività di tipo cooperativo e ludico diano migliori risultati quando si vuole far emergere le preconoscenze e stimolare soluzioni creative. Pensiamo che questi strumenti

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elaborati, proposti agli studenti nel momento opportuno del percorso formativo, possano facilitare l’evoluzione delle loro capacità in italiano L2.

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RINGRAZIAMENTI

Desidero innanzitutto ringraziare il professor Daniele Mascitelli per aver accettato di seguirmi in questa difficile impresa.

L’anima di questa tesi la devo a tutti gli studenti incontrati che mi hanno aiutato a tracciare la strada da percorrere e dei quali, pur avendo dimenticato qualche nome, ricordo benissimo gli occhi e l’energia.

Voglio ringraziare con grande affetto i colleghi di Pisa, Firenze e Lucca con i quali, negli ultimi 9 anni, ho imparato e sperimentato tutto quello che ho restituito in questo elaborato.

Un grazie speciale a Lucia e Alessia, le più grandi insegnanti e amiche, dalle quali ho ricevuto preziosi consigli, comprensione e forza.

Un’infinita riconoscenza va a mamma, babbo e Andrea per avermi sostenuto fisicamente e spiritualmente in questi duri e folli mesi di lavoro e studio. Posso sinceramente dire che senza i vostri incoraggiamenti non sarei mai arrivata al traguardo.

Un tenero grazie va anche a Leonardo che, quando stavo per perdermi, mi ha sempre riportato al centro.

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